Un bacio in un bicchiere - Premio Letterario Santa Margherita

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Un bacio in un bicchiere - Premio Letterario Santa Margherita
Un bacio in un bicchiere
di Giorgia Borghi
La baciò per la prima volta da un bicchiere. Così poggiando le sue labbra nell’impronta che lasciò su
quel bordo. Un bacio di vetro freddo racchiuso nella morbidezza di un gesto segreto.
Lucas aveva la sua foto con sé. Sempre. L’unica. Ricordava quella giornata. Ricordava il caldo che
c’era. Ricordava perfettamente il suo vestito blu con le spalline sottili. Il suo profumo.
Quella sera non riusciva a dormire. Uscì sulla terrazza. Era una notte soffocante, senza una bava di
vento. Il mare era un catino, la luna un tuorlo pallido.
Aprì una bottiglia di Pinot Grigio e si versò del vino. Era l'annata giusta. L'aveva scelta attentamente, e
non era il tipo che di solito preferiva ma era più ricca, più boscosa, quasi più moscata, piuttosto che più
dolce, fruttata e viva. Questo vino era per lei. Doveva piacerle.
Dentro quel bicchiere affogò tutta la noia; affogò un lavoro troppo piccolo per le sue idee così grandi;
affogò tutti gli sguardi dolci che lo avevano fatto sentire malato o pazzo. Ma il vino – si sa – non è come
il mare. Nel vino niente affoga. Mai.
Più spesso che non, Lucas si soffermò davanti gli specchi e si mise in posa nei vani delle porte e, forse
solo per la semplice forza di volontà, diventò bellissimo.
Non successe in una notte. Richiese un sacco di concentrazione, ma il vino aiutò.
La sua mascella era così delicata, la sua espressione quasi sublime. Le sue ciglia cadevano sopra i suoi
zigomi, proiettando lunghe ombre, e i suoi capelli erano dorati in opposizione al bianco pelo sotto di lui.
La sua bocca era umida. Il suo respiro era diventato rapido e aspro, profondo.
Non era mai stato catturato dai temporali che lo circondavano, ma adesso era stato catturato da lei, Ivy
che viveva nel dolce ricordo di una giornata, vicina al cuore.
A Lucas piaceva il vino. A Lucas piaceva addormentarsi raggomitolato proprio al centro del suo tappeto
di orso polare. A Lucas piaceva parlare di nulla senza fermarsi, perché sapeva che Ivy, se pur
sconosciuta, avrebbe ascoltato qualunque cosa avesse detto.
Lo stelo del bicchiere era delicato, sottile come la zampa di un ragno. Sulla tovaglia bianca rimase
solamente una macchia vermiglia ed un avanzo di bavarese alle pesche, preparata il giorno prima, a cui
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Lucas non seppe rinunciare per la troppa fame. Fissò le stelle per cinque lunghi secondi, mentre miriadi
di mondi e vite parallele che avrebbero potuto essere e non sarebbero state mai vorticarono intorno a lui.
I suoi pensieri continuarono ad immergersi dentro al bicchiere, si persero, rallentarono ad un ritmo
naturale, non incalzati dalle parole ma finalmente nudi e liberi di percorrere qualunque strada.
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