Sternberg Robert J., Spear-Swerling Louise, Teaching
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Sternberg Robert J., Spear-Swerling Louise, Teaching
Sternberg Robert J., Spear-Swerling Louise, Teaching for thinking, American Psychological Association, Washington D.C 1996; tr. it. Le tre intelligenze. Come potenziare le capacità analitiche, creative e pratiche, Erickson, Trento 1997 (2002); tr. di Lopane Paola, pp. 154. Recensione di Barbara Baschiera – 28 febbraio 2006 Abstract Written primarily for teachers of students in grades K-12, this book is sure to also be useful to the concerned parent. Goal-oriented and clearly written, this user-friendly book walks the reader through the three ways of good thinking — analytical, creative and practical — and the higher order thinking processes. A four-step model is given for teaching the three ways of thinking. Additionally, teaching strategies that enhance thinking are described, as well as how to answer children’s questions in a way that helps develop higher order thinking. The nature of insight, and teaching and evaluating creative insight skills are also explained. The basic principles and pitfalls of teaching for thinking are discussed. Indirizzato principalmente ai docenti dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado, il libro può essere anche utile ai genitori. Grazie alla sua chiarezza e alla sua veste tipografica amichevole, il testo conduce il lettore attraverso le tre dimensioni fondamentali del pensiero umano – analitica, creativa e pratica – e i processi di pensiero di ordine più elevato. Fornisce un modello per insegnare i tre tipi di pensiero, una serie di strumenti per identificare con precisione le caratteristiche individuali degli alunni e una serie di strategie finalizzate allo sviluppo di pensieri di ordine superiore. Trovano posto nella trattazione anche la natura dell’intuizione, l’insegnamento e la valutazione delle abilità creative; i principi base e le trappole dell’insegnamento delle abilità di pensiero. Recensione Secondo Cesare Cornoldi, Robert Sternberg “costituisce uno dei più estrosi e autorevoli studiosi contemporanei dell’intelligenza, capace non solo di riflessioni teoriche brillanti e acute, ma anche di sentire il polso del mondo della scuola e di riconoscere le modalità attraverso cui lo studio psicologico di base può portare all’applicazione educativa”.1 In effetti la definizione appare particolarmente appropriata per il carattere stimolante, operativo e fortemente pratico del testo. Da un lato Sternberg si rifà alla propria teoria triarchica del pensiero, sviluppata nel 1985, secondo la quale l’attività intelligente si compone di tre dimensioni fondamentali: analitica, creativa e pratica. La prima corrisponde alla capacità di giudicare, valutare, scomporre, fare confronti ed esaminare i dettagli; la seconda alla capacità di scoprire, produrre la novità, immaginare ed intuire; la terza all’organizzazione e all’abilità di usare strumenti, applicarli, attuare concretamente progetti e piani mirati ad obiettivi concreti. Dall’altro porta avanti, lungo i sette capitoli dell’intera trattazione, un’innovativa provocazione intellettuale diretta al mondo scolastico che, per la sua limitata rigidità nel valorizzare l’intelligenza analitica a scapito di quella creativa e di quella pratica, finisce con il riconoscere con più prontezza l’intelligenza che “per molti studenti sarà la meno utile nella vita adulta”.2 Jack indica Irvin, il ragazzo che ha etichettato come il più stupido della classe, al suo amico Tom. A Jack, che si considera il più intelligente, piace prendere in giro Irvin. “Vuoi vedere cosa significa essere veramente “stupido”, Tom? Guarda un po’ questo…” “Ehi, Irvin. Ho qui due monete. Prendi quella che vuoi. E’ tua.” Irvin guarda le due monete, un nichelino e un dime. 1 Le fissa per un po’, e poi sceglie quella più grande, il nichelino. “Dai, Irv, prendilo, è tuo”, ride Jack. Irvin prende la moneta e se ne va. Un adulto che stava guardando da lontano lo scambio, si avvicina a Irvin e gli spiega gentilmente che il dime vale più del nichelino, anche se è più piccolo, e che perciò ha preso cinque cent. “Oh, lo so”, replica Irvin, “ma, se avessi preso il dime, Jack non mi avrebbe più chiesto di scegliere tra le due monete; così invece continua a chiedermelo. Ho già preso più di un dollaro da lui, e tutto quello che devo fare è scegliere il nichelino”.3 Comincia così la ‘provocazione intellettuale’ di Sternberg e Spear-Swerling che, pur riconoscendo l’importanza dell’intelligenza analitica, mirano a valorizzare le altre forme di intelligenza solitamente poco coltivate dai sistemi educativi tradizionali. Nel primo capitolo, infatti, gli autori, delineati i caratteri delle tre intelligenze e trattati con attenzione i processi mentali di ordine superiore, si soffermano ad analizzare le pratiche educative che ostacolano lo sviluppo del pensiero creativo e pratico in ambiente scolastico. Se nel secondo capitolo trovano posto tre strategie di insegnamento (la didattica tradizionale basata su spiegazioni – la didattica con domande basata su nozioni – la didattica dialogica basata sul ragionamento) finalizzate ad accrescere le potenzialità del pensiero umano degli studenti, nel terzo vengono enucleate sette strategie di sviluppo di tecniche di domanda/risposta, utili al docente che voglia diversificare la propria strategia valutativa al fine di raggiungere l’intero gruppo classe. Il quarto capitolo si presenta interessante per il confronto operato tra la teoria triarchica e quella relativa alle intelligenze multiple di H. Gardner; per quanto la prima specifichi gli utilizzi della conoscenza umana e possa essere applicata a qualsiasi area disciplinare e la seconda indichi ambiti differenziati di talento intellettivo da inserire nel curricolo, le due posizioni vengono ritenute compatibili e integrabili in un programma congiunto di insegnamento. Il quinto e sesto capitolo sono dedicati alle strategie per lo sviluppo del pensiero nella didattica delle varie discipline, ai processi di codificazione, combinazione e confronto selettivi, ai ragionamenti errati e alle insidie che facilitano il fallimento dell’insegnamento stesso del pensiero. Gli autori ritengono che ogni alunno possieda una combinazione irripetibile di intelligenze diverse che, interagendo con il proprio personale stile cognitivo, costituisce la base del funzionamento mentale e dell’apprendimento. Per conseguire la piena realizzazione del potenziale intellettivo che ognuno ha in sé, anche chi è dotato di buone capacità di pensiero deve porre attenzione ad alcuni ostacoli che possono limitare i risultati della sua performance. Il settimo e ultimo capitolo individua nella mancanza di motivazione, di controllo dell’impulsività, di perseveranza, di orientamento produttivo, di equilibrio tra pensiero critico-analitico, creativo-sintetico e pratico-contestualizzato, nell’incapacità di tradurre il pensiero in azione, nella paura del fallimento, nell’eccessivo autocompatimento o dipendenza, alcuni di tali possibili ostacoli alla realizzazione del potenziale cognitivo. L’organizzazione chiara e puntuale, le semplificazioni, gli schemi, i quesiti di autoverifica, il glossario, gli spunti didattici applicabili a tutte le fasce scolastiche, rendono il testo accattivante e brillante; un reale contributo per quanti vogliano arricchire il proprio orizzonte educativo e stimolare negli studenti il pensiero efficace. 2 La didattica proposta dagli autori si indirizza ai docenti che, nella consapevolezza che esistono differenze di stile di pensiero e nel rispetto delle diverse attitudini cognitive degli studenti, mirano ad un insegnamento non omogeneo, teso a favorire processi d'apprendimento plurali. Superare il modello unico di intelligenza che comporta l’esclusione di chi non è assimilabile ad esso e riconoscere pari dignità ai vari stili cognitivi e alle diverse forme di intelligenza, consente inoltre di lavorare per l’integrazione dei soggetti con difficoltà cognitive e permette il recupero e il potenziamento delle abilità residue degli studenti che presentano speciali bisogni educativi. Le teorie messe in luce da Sternberg e Spear-Swerling, assieme agli studi di Gardner sulle intelligenze multiple e alla riflessione di Goleman sull’intelligenza emotiva, superando in modo deciso e chiaro la concezione quantitativa dell’intelligenza umana, hanno contribuito non solo al declino dell’approccio psicometrico, ma anche all’apertura della didattica ai concetti di integrazione, individualizzazione, personalizzazione delle diversità e degli apprendimenti; indicando, inoltre, delle possibili linee di indirizzo metodologico e riabilitativo, hanno cominciato a dare spessore al contenuto epistemologico dei curricula. Indice del testo: 7 Presentazione dell’edizione italiana 11 Prefazione 13 Introduzione CAP.1 I tre tipi di intelligenza e i processi mentali di grado superiore 17 CAP.2 Le strategie di insegnamento e il pensiero 43 CAP.3 Sette livelli di risposta alle domande dell’alunno 59 CAP.4 Un modello per insegnare i tre tipi di pensiero 71 CAP.5 Le abilità creative e l’intuizione 89 CAP.6 L’insegnamento del pensiero: principi base e difficoltà più frequenti 105 CAP.7 Perché accade (troppo spesso) che i buoni pensatori falliscano 129 145 Conclusioni 149 Glossario 151 Bibliografia Autori Robert J. Sternberg, nato a Newark, NJ, l'8 dicembre 1949, è docente di psicologia presso l’Università di Yale. I suoi numerosi scritti sul concetto di intelligenza hanno rivoluzionato le teorie esistenti. Louise Spear-Swerling è professore associato di Educazione Speciale presso la Southern Connecticut State University Bibliografia essenziale degli autori Sternberg, R. J. (1977). Intelligence, information processing,and analogical reasoning: The componential analysis of human abilities.Hillsdale, NJ: Erlbaum. Sternberg, R. J. (1985). Beyond IQ: A triarchic theory of human intelligence. New 3 York: Cambridge University Press. Sternberg, R. J. (1990). Metaphors of mind: Conceptions of the nature of intelligence. New York: Cambridge University Press. Sternberg, R. J. (1997). Successful intelligence. New York: Plume. Sternberg, R. J. (1999). The theory of successful intelligence. Review of General Psychology, 3, 292-316. Sternberg, R. J., Forsythe, G. B., Hedlund, J., Horvath, J., Snook, S., Williams, W. M., Wagner, R. K., & Grigorenko, E. L. (2000).Practical intelligence in everyday life. New York: Cambridge University Press. Sternberg, R. J., & Grigorenko, E. L. (2000). Teaching for successful intelligence. Arlington Heights, IL: Skylight Spear-Swerling, L., & Sternberg, R. J. (1996). Off track: When poor readers become “learning disabled”. Boulder, CO: Westview Press. Sternberg R. J., & Spear-Swerling, L., Editors. (1999). Perspectives on learning disabilities: Biological, cognitive, contextual. Boulder, CO: Westview Press Links www.yale.edu/pace/teammembers/personalpages/bob.html (Bibliografia delle opere e descrizione degli ambiti di ricerca) www.yale.edu/rjsternberg/ (Pagina di Robert Sternberg presso la Yale University) Sternberg/Psychology.org (Breve scheda sulla teoria triarchica dell'intelligenza di Sternberg) www.southernct.edu/publications/facbib/spear-swerling.htm (Bibliografia delle opere) Commento Chiaro, conciso e utile, è un testo che può essere adottato da quanti vogliano insegnare a pensare. Gli schemi, il glossario, i quesiti di autoverifica, gli spunti didattici applicabili a tutte le fasce scolastiche, rendono il testo piacevole e accattivante. Note 1 Sternberg R. J., Spear-Swerling L., Le tre intelligenze – Come potenziare le capacità analitiche, creative e pratiche, Erickson, Trento, 1997, p. 8. 2 Op. cit. p. 18. 3 Op. cit. p. 13. 4