1 Le notti di Chicago di von Sternberg
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1 Le notti di Chicago di von Sternberg
www.centrosanfedele.net CINEMA MUTO & LIVE MUSIC Quattro classici irrinunciabili di von Sternberg e Murnau da vedere e da ascoltare Mercoledì 22 Febbraio ore 20.30 Underworld (Le notti di Chicago), di Josef von Sternberg (1927) Alfonso Alberti, pianoforte Musiche americane degli anni Venti Mercoledì 29 Febbraio ore 20.30 The last command (Crepuscolo di gloria), di Josef von Sternberg (1928) Paolo Oreni, organo Musiche americane e russe degli anni Venti con improvvisazioni Mercoledì 7 Marzo ore 20.30 Der letzte Mann (L’ultima risata), di Friedrich Wilhelm Murnau (1924) realizzazione informatica musicale: Carmine Emanuele Cella viola d’amore: Marco Fusi Musica elettronica di Federico Gardella Mercoledì 14 Marzo ore 20.30 Sunrise (Aurora), di Friedrich Wilhelm Murnau (1927) Jean-Luc Plouvier, pianista della Cineteca Reale di Bruxelles INFO entrata 4 € / 3 € (ridotto) abbonamento 13 € (quattro film e accesso a tariffa ridotta per il film The Artist nei cineforum di San Fedele) prevendita solamente in Auditorium San Fedele tel. 02 86352231, mail: [email protected] PROSSIMO APPUNTAMENTO di MUSICA ELETTRONICA Lunedì 27 Febbraio, Auditorium San Fedele, ore 20.30 Interazioni digitali su James Joyce Musiche di Syd Barret, L. Berio, T. Wishart, F. Paradiso Adele Pellegatta, voce recitante Fondazione Culturale San Fedele Piazza San Fedele, 4 - 20121 Milano - tel. 02 86352231 - www.centrosanfedele.net Con il patrocinio di 12 0 2 o i bbra e F 2 ì2 SIC d U e l M o c E Mer & LIV O T A MU 7) 2 M E 9 1 ( CIN go” a c i h C di erg tti b o n N r e e “L n St ee o v f rt N. L e e b s o o R n, di J rthma ed), Evelyn yce les Fu e o R ar A: Ch oft (‘Bull’ W ook (Rolls R U T A r r I c B G n a ve EG SCEN I: George B cCoy), Cli ’ Lewis) M R ’ p p y ATTO ‘Feathers n (‘Sli o ( m t e Bren l), Larry S nnon e rt Gle Sheldon s e n B e : W IA Lloyd GRAF FOTO GGIO: E. TA res Pictu MON USA 1927 t n u o : am PAESE A: 80 min E: Par N T O I A Z DUR I PRODU D rti CASA De Be e e: l e a ofort aff n R a i a t p n le al Prese usica m e n zazio rti Realiz so Albe n ti Alfo ni Ven n a i l e deg erican m a he Music Perché vedere un film del 1927 oggi? È una scelta controcorrente? Nel 2012 stiamo affrontando l’ultima rivoluzione tecnologica che sconvolgerà, più o meno lentamente, la storia del cinema. La pellicola, il supporto che per oltre cento anni ha seguito le proiezioni cinematografiche, scomparirà, e con lei cambieranno i nostri modi e spazi di fruizione. Oggi come nel 1927 ci ritroviamo di fronte ad un cambiamento, in questi giorni il passaggio dalla pellicola al digitale, allora quello tra “muto” e “sonoro”. Eppure, nonostante la distanza e il mutamento del linguaggio, qualcosa di profondo, nel cinema, resta fieramente inalterato. Qualcosa che inaspettatamente lascia lo spettatore del ventunesimo secolo incollato alla sua poltrona a seguire le vicende di Bull, Rolls Royce e Feathers; nonostante i protagonisti di questa storia non parlino, ma vivano unicamente nello spazio dell’immagine. Ed è forse l’immagine cinematografica questo “grado zero” del cinema. Priva degli orpelli dialogici delle sceneggiature odierne, l’immagine persevera e resiste nella sua purezza. In questo senso il cinema degli anni ‘20 non rappresenta solo l’apice del cinema “muto”, ma anche un momento in cui lo sguardo del regista si eleva al vertice del proprio percorso narrativo. In un film come Underworld lo sguardo di Joseph von Sternberg è l’ unica vera “voce per immagini”, è l’unico veicolo del racconto. Guardare oggi Le Notti di Chicago significa riappropriarsi di un cinema dimenticato, di un cinema “puro”. Qual è stata la novità di Underworld e quale eredità ha lasciato? Le notti di Chicago non segna semplicemente un passo importante nella carriera di Joseph von Sternberg, ma rappresenta a tutti gli effetti uno spartiacque fondamentale nella storia del cinema. Underworld è il primo film gangsteristico vero e proprio. E fu un tale successo che il cineasta viennese dovette realizzare altre due variazioni sul tema. Tra gli sceneggiatori, non accreditato, figura Howard Hawks, autore di Scarface (1932), e padre spirituale della New Hollywood degli anni ‘60-’70 (B. de Palma, M. Scorsese, S. Spielberg, F. Ford Coppola). È interessante notare quale sia stato il lascito di Underworld, senza cui sembra impossibile pensare The Untouchables o Scarface di B. de Palma o Mean Streets, Casinò e Quei bravi ragazzi di M. Scorsese, o anche solo Il Padrino di F. Ford Coppola. L’immaginario a cui ha dato inizio Le Notti di Chicago è diventato a tal punto terreno fertile per le contaminazioni , che non è possibile guardare C’era una volta in America di Sergio Leone, senza dimenticare quel primo triangolo amoroso del 1927 tra Bull Weed, Rolls Royce e Feathers. Che cosa caratterizza Underworld? Dotato di uno stile ellittico e di una narrazione decentrata, Underworld si impone come una meditazione sul tempo (cinematografico ed emotivo), in cui le continue dilatazioni e le improvvise omissioni seguono l’agire dei suoi personaggi. Come ebbe a dire Giovanni Buttafava: “Underworld fece sensazione per la violenza del tema, che si impose al pubblico per il suo linguaggio nuovo eppure industrialmente codificato. È una delle opere più alte ma anche più equivocabili di Sternberg. In ogni caso, è il più riuscito dei film di Sternberg sottoposti alla disciplina delle grandi case di Hollywood... e nasce in un momento in cui a Hollywood si sta propriamente formando il sistema dei generi” Che pensare delle donne nel cinema di von Sternberg? Nel 1931 il critico francese André-R. Maugé si trovò a dire “I film di Joseph von Sternberg si vedono in tutto il mondo. Se ne discute e spesso li si critica perché sono troppo personali, troppo pieni delle sue manie per piacere a tutti. Eppure tutti hanno notato quelle donne così belle che vi vivono gli istanti più tragici, più commoventi della loro esistenza immaginaria. Esse non sembrano più quelle bambole ben truccate che sulle riviste hanno i loro nomi. Altere, stanche, oziano sui divani con una sigaretta tra le dita, incrociano le loro belle gambe e sui loro visi scorgiamo i segni dell’amore senza speranza. E tutti pensano “Che splendida attrice!” senza capire che è von Sternberg che, attraverso di loro assume quelle pose disinvolte e parla con la loro voce dolce e velata; ed è il suo sguardo quello che filtra attraverso le loro palpebre semichiuse”.