Fondo Pioneer Progetto Italia - Consorzio Camerale per il Credito e
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Fondo Pioneer Progetto Italia - Consorzio Camerale per il Credito e
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Novembre 2015 Alla scoperta dei Fondi di investimento 2ª puntata: Intervista a Marco Bigliardi, gestore del Fondo Pioneer Progetto Italia (Pioneer Investments Sgr Unicredit) A cura di E. Barberis La contrazione del credito negli ultimi anni potrebbe rivelarsi uno degli stimoli più efficaci per spingere l’evoluzione della realtà finanziaria italiana, come già avvenuto in altri contesti europei. Grazie alla missione strategica messa in campo dai Ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico, le emissioni di minibond si sono fatte sempre più frequenti come strumenti di supporto soprattutto alle piccole e medie imprese con ambiziosi progetti di crescita, specie in ottica internazionale. Quantitative easing, deprezzamento dell’euro e ripresa del commercio estero hanno aperto la strada a diverse opportunità per quelle aziende che puntano ad ampliare i propri orizzonti fuori dal nostro Paese. È a loro che guarda la società di asset management Pioneer Investments, che nel 2014 ha lanciato il fondo immobiliare chiuso Pioneer Progetto Italia. “Negli ultimi due anni è cresciuta la consapevolezza nei confronti di questi prestiti obbligazionari che consentono un accesso diretto al mercato dei capitali, anche attraverso i provvedimenti legislativi che hanno portato maggiori garanzie sia per gli investitori, sia per gli imprenditori”, spiega il gestore Marco Bigliardi. Quali sono le caratteristiche di Pioneer Progetto Italia? Il fondo ha una durata di 5 anni, prorogabili di altri due anni, con scadenza nel 2019. Abbiamo fissato quattro finestre di raccolta e l’ultima si chiuderà a fine novembre. I nostri interlocutori sono per lo più fondi pensione, assicurazioni, confidi e altri investitori professionali. Pur essendo Pioneer controllato al 100% da Unicredit, siamo totalmente indipendenti nella scelta delle aziende su cui investire. Si tratta di imprese con un fatturato compreso tra i 10 e i 100 milioni di euro, con un rating almeno pari a B- e una marginalità EBITDA superiore al 7% alla meglio degli ultimi 3 anni. In particolare, privilegiamo chi si contraddistingue per una consolidata posizione competitiva, piani di crescita con buone probabilità di successo, possibilmente già attive nel campo delle esportazioni e interessate a un’ulteriore espansione all’estero. Amalfi, Duomo di Sant’Andrea 15 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Novembre 2015 Come avviene il processo di selezione delle società su cui investire? SpA e Ferrarini SpA) sono state selezionate sul mercato primario aperto. Eidos Partners ci assiste nel ruolo di advisor indipendente specializzato in operazioni di finanza straordinaria, mentre lo studio Galante & Associati dal punto di vista della consulenza legale. Dal food & beverage all’automazione e meccanica, dalla chimica all’energia, abbiamo scelto di avere un portafoglio concentrato, ma anche molto diversificato settorialmente e dal punto di vista geografico. Le imprese candidate ci sottopongono inizialmente il loro business plan e se superano l’analisi storica e prospettica, con simulazioni e stress test, ne segue un primo soft commitment. Si entra così in una fase più approfondita, in cui si valutano il rating e la due diligence legale, contabile e fiscale. Se il regolamento del bond è condiviso da entrambe le parti, dopo l’approvazione del Comitato Investimenti, viene portata a termine la negoziazione dell’emissione. La durata minima del processo è di 2-3 mesi. Finora abbiamo ascoltato e valutato un centinaio di aziende, ma solamente 8 sono arrivate alla fine del percorso. Quali sono i mini-bond quotati ad oggi? Quattro emissioni sono state interamente sottoscritte dal Fondo: si tratta dell’azienda vinicola marchigiana Terre Cortesi Moncaro SC, Costruzioni Motori Diesel SpA, QS Gruop, leader a livello mondiale per la progettazione e costruzione di macchinari e impianti industriali destinati alla produzione di serie, e Industrial S.p.A. – Gruppo SE.R.I., attiva nella produzione e smaltimento di accumulatori elettrici, nel riciclo di scarti plastici e nella produzione di supporti in fibra di vetro e cellulosa. Gli importi variano dai 3,5 ai 5 milioni di euro, mentre la cedola tra il 5,3% e il 6,375%, con rimborso amortising. Il mercato dei mini-bond è pronto a decollare in modo definitivo? Per le aziende, soprattutto quelle con piccoli fatturati, la possibilità di negoziare somme così rilevanti con un unico soggetto è senza dubbio un grande vantaggio. Che però deve implicare una profonda consapevolezza da parte dell’imprenditore e l’ambizione ad aprirsi al mercato. Un impegno, anche in termini organizzativi, non da poco, perché significa far entrare in casa propria le agenzie di rating ed essere disposti a una totale trasparenza nei confronti degli investitori. Non basta compilare un modulo per ottenere liquidità: rispetto al credito bancario, il prestito obbligazionario è uno strumento più complesso, non accessibile a tutti. Nonostante rappresenti ancora una piccola porzione rispetto all’universo corporate italiano, lo sviluppo di questo segmento di mercato c’è ed è costante per volumi ed emissioni, ma soprattutto per qualità. Il risultato che rileviamo a livello complessivo è molto positivo: le aziende ben strutturate e fortemente motivate, infatti, riescono a cogliere tutti i vantaggi dello strumento mini-bond e speriamo che questa asset class si mantenga interessante anche in termini di rendimento. Un altro prestito, quello da 8 milioni di euro della multinazionale del settore agrochimico Oxon, è stato sottoscritto in partnership con Iccrea BancaImpresa, mentre altre tre emissioni (Trevi SpA, ESTRA 16