Nota sul Nobel per la chimica a Shechtman sui quasi cristalli
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Nota sul Nobel per la chimica a Shechtman sui quasi cristalli
Nota sul Nobel per la chimica a Shechtman sui quasi cristalli (connessione con la sezione aurea e, possibilmente, anche con la funzione zeta) Francesco Di Noto, Michele Nardelli Abstract In this paper we will show some possible mathematical connections between quasi-cristals, aurea section and zeta function Riassunto In questo lavoro mostreremo come per i quasi cristalli (per le cui ricerche è stato di recente conferito il premio Nobel per la chimica a Daniel Shechtman) sono coinvolte sia la sezione aurea, sia la funzione zeta di Riemann, ad ulteriore conferma di qualche connessione tra le due cose non solo in matematica ma anche in natura. Sul Giornale di Sicilia del 6.10.2011 (ma anche altrove) è stata pubblicata la notizia del conferimento del premio Nobel per la Chimica allo scienziato israeliano Daniel Shechtman (Articolo di 1 Enrica Battifoglia “Il Nobel a Shechtman, l’inventore dei quasi cristalli”) dalla quale riportiamo qualche brano: “…I quasi cristalli hanno anche attratto i matematici, che hanno collegato queste strutture ad una costante irrazionale come la sezione aurea… (i quasi cristalli sono infatti ottimi conduttori di calore e alcune sperimentazioni in corso li stanno utilizzando come rivestimento per le padelle, oppure per realizzare diodi luminosi (Led) che consumino meno energia)” Un’altra notizia più completa e interessante la ritroviamo sul sito: www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Nobel-Chimica-allisraeliano-Shechtman-per-lascoperta-dei-quasi-cristalli_312516698413.html : Roma, 5 ott. (Adnkronos) - Il Nobel per la Chimica 2011 è stato assegnato a Daniel Shechtman dell'Israel Institute di Haifa, Israele, per la scoperta dei quasicristalli. Lo ha annunciato la Royal Swedish Academy of Sciences. Nei quasicristalli, si legge nella motivazione della Royal Swedish Academy of Sciences, "troviamo i mosaici affascinanti del mondo arabo riprodotti a livello degli atomi, schemi regolari che non si ripetono mai. Tuttavia la configurazione dei quasicristalli era considerata impossibile e Daniel Shechtman ha dovuto combattere una feroce battaglia nei confronti della scienza conosciuta". "Il Premio Nobel per la Chimica 2011 - si legge ancora nelle motivazioni diffuse attraverso un comunicato dall'Accademia - ha fondamentalmente alterato il modo in cui la chimica considera la materia solida. I quasicristalli sono stati trovati in alcune forme dell'acciaio, che essi rinforzano come un'armatura". La scoperta di Shechtman, ricorda l'Accademia, è stata molto contestata e lo studioso israeliano è stato costretto a lasciare il suo gruppo di ricerca. "Ma la sua battaglia alla fine - prosegue ancora - ha spinto gli scienziati a riconsiderare la loro idea della vera natura della questione". "I mosaici aperiodici, come quelli trovati nei mosaici medievali islamici del Palazzo Alhambra in Spagna e la Darb-i Imam Shrine in Iran - continua l'Accademia - hanno aiutato gli scienziati a capire le somiglianze fra le strutture artistiche ed i quasicristalli a livello atomico. In questi mosaici, come nei quasicristalli, i modelli sono regolari, seguono regole matematiche, ma non si ripetono mai". "Quando gli scienziati descrivono i quasicristalli di Shechtman - prosegue ancora l'Accademia - usano un concetto che viene dalla matematica e dall'arte: il rapporto aureo. Questo numero aveva già catturato l'interesse di matematici nella Grecia antica, come spesso è apparso in geometria. Nei quasicristalli, per esempio, il rapporto tra varie distanze tra gli atomi è legato alla sezione aurea". 2 Nato nel 1941 a Tel Aviv e impegnato al dipartimento di scienze dei materiali dell'Istituto israeliano di tecnologia di Haifa, con i suoi studi Shechtman permette di gettare il primo sguardo sulla struttura più dettagliata della materia e rivela l'esistenza di una simmetria a livello atomico che non si immaginava prima. Con la conquista del Nobel, oltre ad un posto nel gotha della scienza, Shechtman avrà anche il premio pecuniario di 10 milioni di corone svedesi, poco più di 1 milione di euro, che gli verranno consegnati nella annuale cerimonia prevista a Stoccolma il 10 dicembre prossimo, data dell'anniversario della morte dell'ideatore del premio Alfred Nobel. “ L’evidenza rossa è nostra, per segnalare la connessione con la sezione aurea. Qui infatti ci interessano principalmente le connessioni matematiche con la sezione aurea e, possibilmente, anche con la funzione zeta di Riemann. Cominciamo con la prima, con la voce “Quasicristallo” di Wikipedia: I quasicristalli sono una particolare forma di solido nel quale gli atomi sono disposti in una struttura deterministica ma non ripetitiva, cioè non periodica come avviene invece nei normali cristalli. Vennero osservati per la prima volta nel 1984 da Dan Shechtman del Technion – Israel Institute of Technology[1] e per questa sua scoperta gli è stato assegnato il Premio Nobel per la chimica nel 2011. [2] … In un normale solido cristallino la posizione degli atomi è disposta in un reticolo periodico di punti, che si ripetono nelle 3 dimensioni allo stesso modo in cui si ripete la struttura di un favo d'alveare: ogni cella ha uno schema identico di celle che la circondano. Nei quasicristalli lo schema è solamente quasiperiodico. La disposizione locale degli atomi è fissa e regolare, ma non è periodica in tutto il materiale: ogni cella ha una configurazione differente di celle che la circondano. I quasicristalli sono notevoli in quanto alcuni di essi presentano una simmetria pentagonale. Nei cristalli ordinari sono possibili solo simmetrie di ordine 1, 2, 3, 4 e 6. Questa è una conseguenza geometrica del riempimento dello spazio con solidi congruenti - queste sono le uniche simmetrie che possono riempire lo spazio. Prima della scoperta dei quasicristalli, si pensava che la simmetria pentagonale non potesse occorrere, perché non esistono tassellature o gruppi spaziali che riempiano lo spazio ed abbiano simmetria pentagonale. I quasi cristalli 3 hanno aiutato a ridefinire la nozione di cosa rende tale un cristallo, poiché non possiedono una unità che si ripete ma mostrano alti picchi di diffrazione. Esiste una forte analogia tra i quasicristalli e la tassellatura di Penrose, di Roger Penrose. Infatti, alcuni quasicristalli possono essere affettati in modo tale che gli atomi sulla superficie seguono esattamente lo schema di una tassellatura di Penrose. …L'interpretazione geometrica [modifica] Per uno schema periodico, se si riempie tutto lo spazio con tale schema, si può far scivolare lo schema in una certa direzione, ed ogni atomo si troverà esattamente dove nello schema originale c'era un atomo. Per uno schema quasiperiodico, se si riempie lo spazio con esso, non esiste una distanza a cui spostare lo schema in modo che ogni atomo occupi esattamente lo spazio di un altro atomo dello schema originale. Comunque, è possibile prendere una regione delimitata, non importa quanto grande, e farla scivolare in modo da farla combaciare esattamente con qualche altra parte dello schema originale. Esiste una semplice relazione tra schemi periodici e quasiperiodici. Ogni schema quasiperiodico di punti può essere formato da uno schema periodico in qualche dimensione superiore. Ad esempio, per creare lo schema per un quasicristallo tridimensionale, si può partire con una griglia regolare di punti in uno spazio a sei dimensioni. Si consideri lo spazio tridimensionale come un sottospazio lineare che passa attraverso lo spazio a sei dimensioni con un certo angolo. Si prenda ogni punto nello spazio a sei dimensioni che sia ad una certa distanza dal sottospazio tridimensionale. Si proiettino questi punti nel sottospazio. Se l'angolo è un numero irrazionale come la sezione aurea, lo schema sarà quasiperiodico. Ogni schema quasiperiodico può essere generato in questo modo. Ogni schema generato in questo modo sarà periodico o quasiperiodico. Questo approccio geometrico è un modo utile per analizzare i quasicristalli fisici. In un cristallo, i difetti sono punti dove lo schema è interrotto. In un quasicristallo, i difetti sono punti dove il "sottospazio" tridimensionale viene piegato, o corrugato, o spezzato, poiché passa attraverso uno spazio di più alta dimensione.” Qui è solo accennata (da noi evidenziata in rosso) la relazione con la sezione aurea, che invece sul sito www.accademiadellescienze.it/media/323 è meglio definita: Sulla simmetria cristallografica e quasi cristallografica nello spazio tridimensionale…” memoria di Germain Rigault De La Longrais, a pag 51, dalla quale riportiamo solo il rigo interessante: 4 “..le centonovantadue permutazioni pari di (+2-2,+1-1, +-Ф, +-1/Ф) dove Ф è il numero (√5+1)/2 =1,61803, che rappresenta la sezione aurea” Notiamo che 192 è circa la media tra i due numeri di Fibonacci 144 e 233, poiché (144+233)/2 = 377/2 = 188,5 ≈ 192 con una differenza di 192-188,5 = 3,5 circa l1,8% di 192, e la cosa potrebbe non essere del tutto casuale: conseguenza della connessione con la sezione aurea?. Ma veniamo ora alla possibile ma ancora ipotetica connessione con la funzione zeta. Da un nostro lavoro precedente: “La funzione zeta di Riemann in alcuni fenomeni naturali: quasicristalli, stringhe, livelli energetici, superconduttori”(e connessioni tra quasi-cristalli, atomi più stabili, serie di Fibonacci e Tavola periodica degli elementi) Gruppo ERATOSTENE sul sito : www.gruppoeratostene.com/articoli/la-funzione-zeta.pdf Sommario In questo lavoro tratteremo brevemente dei fenomeni fisici sospettati di qualche relazione con la funzione zeta di Riemann, e quindi con l’omonima ipotesi (già studiatissima sotto l’aspetto puramente matematico), con la serie di Fibonacci e con la Tavola periodica . I quattro fenomeni potenzialmente interessati sono: 5 - i quasi-cristalli; - le stringhe; - i livelli energetici degli atomi - i superconduttori (circa la superconduttività elettrica ad alta temperatura, quest’ultimo fenomeno però solo indirettamente, tramite la teoria di stringa, che sembra connessa all’ipotesi di Riemann e quindi anche alla funzione zeta) Tratteremo, infine, un capitolo anche su alcune interessanti connessioni numeriche tra i pesi atomici degli elementi chimici coinvolti nei diversi fenomeni, (più gli atomi più stabili, e quindi la stabilità nucleare) la serie di Fibonacci e la Tavola degli elementi chimici anche nel suo complesso Abstract In this paper we show some possible connections between zeta function of Riemann hypothesis and quasi-cristals, energetic levels of atoms and superconductivity (this only with string theory Dal quale riportiamo solo il capitolo sui quasi cristalli: “Capitolo I - Quasicristalli Si pensa da tempo (Dyson) che i quasi cristalli abbiano qualche relazione con la funzione zeta di Riemann, e anche con la serie di Fibonacci tramite i numeri di Pisot. Ne parla la Dott.ssa Rosanna Pellillo nel suo recente lavoro “Quasicristalli sulla retta – Sintesi” (Rif.1) reperibile su Internet all’omonima voce. Qui ne citeremo un breve brano, a pag. 4: “…Un importante esempio di quascristallo unidimensionale è il quasicristallo di Fibonacci, costruito attraverso il numero aureo τ che è un numero di Pisot: ecco quindi l’importante relazione che c’è tra i numeri di Pisot e i quasicristalli. Ad oggi ancora non si è riusciti a classificare tutti i quasicristalli sulla retta: l’obiettivo quindi dei matematici è proprio riuscire a fare ciò. Al festival della matematica del 2008 lo studioso Freemann Dyson ha avanzato l’ipotesi che forse, riuscendo a classificare i quasicristalli unidimensionali, si potrebbe risolvere l’ipotesi di Riemann: infatti esiste un’analogia di comportamento tra i quasicristalli unidimensionali e gli zeri della funzione zeta di Riemann, che si trovano tutti su una retta e non se ne capisce il perché. Supponiamo, quindi, di aver classificato tutti i quasicristalli sulla retta e di trovare uno che corrisponda alla funzione zeta di Riemann. Supponiamo, poi, che tale quasicristallo abbia delle proprietà che lo identificano con gli zeri della funzione zeta di Riemann: a questo punto avremmo dimostrato l’ipotesi di Riemann!” 6 Ma anche per la sezione aurea c’è qualcosa, a pagina 10 e pag. 11: “Rapporti tra alcuni numeri atomici EQC (erroneamente EQS nell’originale, N.d.A.A.) connessi a 1,618 = Φ 26/13 = 2 ≈ 2,11 = (1,618 ^2 + 1,618)/2 67/26 = 2,57 ≈ 2,617 = 1,618^2 67/40 = 1,657 ≈ 1,618 Alcuni elementi EQC formano delle leghe, per esempio Cadmio - Itterbio, 8 con num. atomici 48 e 70; il rapporto 70/48 = 1,458 ≈ 1,4411 = Φ * √Φ; altro esempio Nichel – Cobalto, con rispettivi numeri atomici 16 28, 27 e con rapporti 28/27 = 1,037 ≈ 1,030 = √Φ, e così via: sembra esserci, nei rapporti tra i vari numeri atomici coinvolti, una connessione con il numero aureo 1,618 e quindi anche con la serie di Fibonacci, e ciò in conseguenza della vicinanza di alcuni numeri atomici con i numeri di Fibonacci”. Per il coinvolgimento della sezione aurea in altri modi, vedi il lavoro “Sulla simmetria cristallografica e quasi cristallografica nello spazio tridimensionale…” memoria di Germain Rigault De La Longrais sul sito www.accademiadellescienze.it/media/323 prima citato. Per il resto si rimanda all’intero lavoro della Dott.ssa Pellillo. Un riferimento più completo ai quasicristalli e alla funzione zeta è dato dallo stesso Freeman Dyson, sul sito di Progetto Polymath “ Progetto Polymath – Festival della matematica 2008 Uccelli e rane di Freeman Dyson “ dal quale citiamo solo i brani più interessanti: “…Un altro scherzo di natura è costituito da un’analogia di comportamento fra i quasicristalli e gli zeri della funzione zeta di Riemann. I matematici si appassionano tanto agli zeri della funzione zeta in quanto sono situati su una linea retta e nessuno capisce perché. Secondo la famosa “ipotesi di Riemann”, tutti questi zeri, ad eccezione di quelli banali, sono situati su una linea retta. Da oltre un secolo, 7 dimostrare l’ipotesi di Riemann è il sogno di ogni giovane matematico. Voglio ora suggerire un’idea scandalosa: potremmo usare i quasi cristalli per dimostrare l’ipotesi di Riemann. Quanti di voi sono matematici potranno anche considerarla futile; agli altri, cioè ai non matematici, potrà sembrare priva di interessi, io però vi chiedo di prenderla in seria considerazione… I quasi cristalli possono esistere in spazi ad una, due o tre dimensioni. Dal punto di vista della fisica i più interessanti sono i quasicristalli tridimensionali, perché abitano il nostro mondo tridimensionale e possono essere studiati con metodi sperimentali. Ma dal punto di vista del matematico sono molto più interessanti i quasicristalli unidimensionali, perché ne esiste una varietà molto maggiore. La definizione matematica di quasicristallo è la seguente. Un quasicristallo è una distribuzione di masse puntiformi discrete che ha una struttura reticolare. Ed ecco qual’è il rapporto tra i quasicristalli unidimensionali e l’ipotesi di Riemann. Se l’ipotesi di Riemann è vera, allora gli zeri della funzione zeta formano un quasicristallo unidimensionale come da definizione. Costituiscono cioè una distribuzione di punti-massa lungo una linea retta, e il loro spettro è anch’essa una distribuzione di punti-massa: uno per ciascun logaritmo dei normali numeri primi e delle loro potenze. Il mio suggerimento è questo: facciamo finta di non sapere se l’ipotesi di Riemann sia vera e affrontiamo il problema, per cosi dire, dall’altro capo. Cerchiamo cioè di ottenere un’enumerazione completa dei quasicristalli unideimensionali . In altri termini, enumeriamo e classifichiamo tutte le distribuzioni di punti che hanno uno spettro puntuale discreto: Quella di raccogliere e classificare specie nuove di oggetti è un’attività squisitamente galileiana, molto più adatta alle rane matematiche (i matematici che si occupano dei particolari, mentre gli “uccelli”, che invece volano alto, N.d.A.A.). Troveremo così alcuni quasicristalli noti, ma anche tutto un universo di altri quasi-cristalli ignoti. Fra la moltitudine di questi altri quasicristalli, cerchiamone uno corrispondente alla funzione zeta di Riemann: Supponiamo di trovare uno dei quasicristalli inclusi nella nostra enumerazione dotato di proprietà che lo identifichino con gli zeri della funzione zeta di Riemann. . A quel punto avremo dimostrato l’ipotesi di Riemann e potremo metterci tranquilli ad attendere la telefonata che ci annuncia che abbiamo vinto la Medaglia Fields, l’equivalente per la matematica di un Premio Nobel. Naturalmente questi sono sogni oziosi. Il problema di classificare i quasicristalli è di una difficoltà spaventosa. Ma la storia della matematica, se la guardiamo dal punto di vista galileiano, è fatta di problemi spaventosamente difficili che sono stati risolti da giovani troppo ignoranti per sapere che erano insolubili. La classificazione dei quasicristalli è uno scopo meritevole e chissà, potrebbe persino rivelarsi raggiungibile. Ma non è certo un vegliardo come me che può risolvere un problema di questo grado di difficoltà. Lo lascio quindi, come esercizio, ai giovani ranocchi che mi leggono”. 8 Conclusioni Pure nei quasi cristalli, oltre che in altri fenomeni naturali troviamo quindi la sezione aurea e probabilmente anche la funzione zeta di Riemann, (da sole o insieme) peraltro tra loro collegate da varie relazioni (vedi riferimenti). Tali ricerche potrebbero portare anche ad altre ed importanti conseguenze tecnologiche, oltre che i Led e i dispositivi per il risparmio energetico nel campo dei quasi cristalli, ecc. Nota 1 Altre possibili connessioni tra cristallografia e sezione aurea In cristallografia , oltre che nei quasi cristalli, potrebbero esserci altre connessioni con la sezione aurea, e, di conseguenza, anche con i numeri triangolari T, legati alle simmetrie. Sempre dal lavoro Germain Rigault De La Longrais, riportiamo da pag. 51 i numeri coinvolti nei 600 vertici del 120 –celle : 24 64 ripetuto tre volte 96 ripetuto due volte 192 Che chiameremo, per brevità, numeri di Regault. Qui di seguito la Tabella 1 con i numeri di Rigault vicini a T, numeri Triangolari, o coefficienti binomiali per combinazioni di due elementi, ma anche ai numeri di Fibonacci e alle partizioni di numeri 9 TABELLA 1 T 2T 2T+1 Fibonacci F(n) Partizioni P(n) Numeri di Rigault 24 21 42 43 21 22 66 132 133 55 91 190 182 380 183 381 89 188,5 media tra 144 e 233 56 64 (56+77)/2 =66,5 (77+101)/2= 89 96 (176+231)/2=203,5 192 Tabella 2 con numeri di Rigault vicini a 2T T 2T 2T+1 Fibonacci Partizioni 10 36 20 72 21 73 57 21 22 72 media 56 tra 55 e 89 (56+77)/2 =66,5 55 91 183 89 (77+101)/2=89 96 188,5 (176+231)/2=203,5 192 media tra 144 e 233 28 56 45 91 90 182 Numeri di Rigault 24 64 64 =(56+72)/2 Vedi 2T Come possiamo notare, i suddetti numeri di Rigault sono molto prossimi a T, a 2T, a numeri di Lie 2T+1, a numeri di Fibonacci e a numeri di partizioni o a loro medie aritmetiche, e questo come conseguenza delle simmetrie legate ai numeri e ai gruppi eccezionali di Lie, oltre che ai 10 numeri di Fibonacci, e qui anche alla sezione aurea; ma anche ai numeri di partizioni e loro medie. Simmetrie e sezione aurea, quindi, come base aritmetica per la cristallografia in generale, e dei quasicristalli in particolare per quanto riguarda le ricerche del Nobel israeliano. Anche questi, come i cristalli in generale, sono connessi alla sezione aurea. Vedendo i rapporti successivi tra i numeri di Rigault, vediamo che : 64/24 = 2,66 = 1,6322, con 1,632 ≈ 1,618 96/64 = 1,5 ≈ 1,618 192/96 = 2 = 1,412 con 1,41 ≈ 1,618 96/24 = 4 = 22 192/24 = 8 =23 192/64 = 3, quindi con 192 = multiplo di 24, 64 e 96 . Connessione quindi anche con i numeri 8 connesso alle vibrazione delle superstringhe , e 24, connesso alle vibrazioni delle stringhe bosoniche. Ma ci sono anche connessioni con i numeri primi naturali, di forma 6f + 1 (mentre i numeri primi normali hanno forma 6k + 1 (tranne il 2 e il 3 iniziali) , analogamente ai numeri magici della stabilità nucleare. Ora invece i numeri primi naturali più vicini ai numeri di Rigault sono 24 = 6*4 ≈ 23 = 6 * 4 – 1 con 4 = 5-1= 3+1 64 = 6*11 -2 ≈ 67 = 6 * 11 + 1 con 11 = 13 - 2 = 8 + 3 96 = 6*16 ≈ 97 = 6 * 16 +1 con 16= 13 + 3 =21 - 5 192 = 6 *32 ≈ 193 = 6 * 32 +1 con 32 = 34 - 2 (192 =6*32) ≈ 191 = 6* 32 – 1 , poiché 191 e 193 sono anche numeri primi gemelli); con i numeri in rosso e in grassetto tutti numeri di Fibonacci, e 4, 11, 16 e 32 quindi numeri vicini a numeri di Fibonacci 3, 5, 8, 13, 21 e 34; i numeri in rosa 23,67, 97, 191 e 193 sono invece i numeri primi naturali più vicini ai numeri di Rigault. Nei numeri magici della stabilità nucleare tale vicinanza è ancora più marcata, essendo più piccoli dei numeri primi naturali prossimi ai numeri di Rigault (crescendo i numeri coinvolti in fenomeni naturali, la prossimità con i numeri di Fibonacci si attenua gradatamente): 11 2 ≈ 8 ≈ 28 ≈ 50 ≈ 82 ≈ 126 ≈ 6*0 + 1 6*1 +1 6*5 - 1 6*8 - 1 6*13 +1 6*21 +1 = = = = = = 1 7 29 47 79 127 (mancano solo i due numeri di Fibonacci 2 e 3 e l’elemento chimico 126 che non esiste in natura). Nostre Tabelle simili esistono anche per gli elementi quasi cristalli e per i gas nobili, anch’essi connessi in qualche modo alle simmetrie basate sui numeri di Lie e sui gruppi eccezionali di Lie, e quindi sull’equazione L(n) = 2t+1 = n2 + n + 1 con n primo o potenza di primo, come da formula parabolica delle geometrie proiettive , come il piano di Fano per n = 2, infatti 22+2+1 = 7 primo numero di Lie, e 7*2 = 14 = numero di dimensione di G2, il più piccolo gruppo eccezionale di Lie. Ecco perché la natura, per i suoi fenomeni ( anche chimici, come stabilitità nucleare, cristalli e quasi cristalli , ma anche fisici e biologici) sceglie numeri connessi ai numeri triangolari T, tramite la formula 2T+1 , e i numeri di Fibonacci e le partizioni di numeri, molto vicini ai numeri di Lie (rispettivamente inferiori o superiori di circa il 10% ; infatti la radice quadrata dei numeri di Lie si assesta subito su n,50 mentre per Fibonacci e partizioni si assesta, ma con più lentezza, su n,40 ed n,60, come visto in altri nostri lavori). 12 Riferimenti 1) The Fibonacci’s zeta function. Mathematical connections with some sectors of String Theory Michele Nardelli 1,2 and Rosario Turco Sito :eprints.bice.rm.cnr.it/1434/1/Fibonacci's_zeta_function.pdf 2) On the Riemann Hypothesis. Formulas explained - ψ(x) as equivalent RH. Mathematical connections with “Aurea” section and some sectors of String Theory Rosario Turco, Maria Colonnese, Michele Nardelli1,2 Sito: eprints.bice.rm.cnr.it/968/1/NarTuCo1.pdf 3) Voce “Successione di Fibonacci, paragrafo: “ Numeri Fibonacci e legami con altri settori [modifica] In matematica i numeri di Fibonacci sono legati in qualche modo alla sezione aurea, alla sequenza di Farey, alle frazioni continue, alla zeta di Fibonacci, alla zeta di Riemann, ai gruppi di Lie, ai frattali. In Fisica sussiste il legame con la teoria delle stringhe. Molti altri legami sono evidenti con la biologia, la cristallografia, la musica, l'economia, l'arte, l'elettrotecnica, l'informatica, ecc. Tuttavia non mancano esempi di "avvistamenti" della serie di Fibonacci un po' forzati: lo rivelano Gael Mariani e Martin Scott dell'Università di Warwick, con un articolo su New Scientist del settembre 2005. Ma anche il paragrafo sulla chimica è interessante, per via dei gruppi di simmetria di Lie, importanti nelle teorie di stringa: “In chimica [modifica] Recentemente in Germania scienziati internazionali hanno scoperto la comparsa del numero aureo 1,618 insieme al gruppo di simmetria E8 in un composto chimico (niobato di cobalto), portato artificialmente in uno stato quantistico critico (l'equivalente quantistico dei frattali). 13 Tramite il principio geometrico delle teorie di stringa si può trovare che i numeri di Fibonacci conservano la simmetria e sono abbastanza vicinissimi ai "Numeri di Lie", sui quali, invece, si basano i cinque gruppi eccezionali di simmetria G2, F4, E6, E7, E8. E8 è proprio il gruppo coinvolto in tale recente ed importante scoperta. E8 ha dimensione 57, che è un numero di Lie per n = 7, infatti 7^2+7+1=57, vicinissimo al numero di Fibonacci 55=7^2+7-1 (i numeri di Lie e i numeri di Fibonacci hanno quindi lo stesso DNA geometrico (simmetria) e numerico corrispondente (parabola n^2+n+1 per i numeri di Lie, n^2+n+/-c con n primo e c molto piccolo). Ma il numero 248, collegato a E8, è anche 248 = 15^2+15+8=225+15+8 con numero vicino di Fibonacci 233=15^2+15-7 “ poiché i gruppi di Lie sono connessi alle simmetrie, connessi a loro volta alle partizioni e alla Funzione di Landau come ipotesi RH equivalente, vedi 4) “Connessioni tra partizioni di numeri p(n) e funzione di Landau come ipotesi RH equivalente” Michele Nardelli, Francesco Di Noto sul sito nardelli.xoom.it/virgiliowizard/sites/default/files/sp_wizard/docs/ Partizioni - RH.pdf FINE 14