Che fare se l`imaging è negativo, ma la pancreatite acuta è
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Che fare se l`imaging è negativo, ma la pancreatite acuta è
The main goal by identifying the aetiology of acute recurrent pancreatitis is to avoid its progression toward chronic pancreatitis. However, in 20% of patients, first level examinations (such as medical history, blood chemistry, ultrasound, CT or RMN) don’t identify the aetiology, so that second level tests (such as EUS, secretin-MRCP and genetic testing) can be required. If pancreatitis remains of unknown aetiology, a strict biochemicalimaging follow-up and a ursodeoxycholic acid therapy can be proposed. In case of recurrence of obstructive pancreatitis endoscopy is the therapy of choice. Parole chiave: pancreatite acuta ricorrente, ecoendoscopia, colangiopancreatografia-RM, ERCP, secretina Key words: acute recurrent pancreatitis, ecoendoscopy, MRCP, ERCP, secretin IF Milena Di Leo Alberto Mariani Pier Alberto Testoni Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Università Vita-Salute, IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano Introduzione Il termine Pancreatite Acuta Ricorrente (PAR) indica una patologia caratterizzata da almeno due episodi di pancreatite acuta (PA), in genere nell’arco di un anno, che si realizzano in una ghiandola pancreatica morfologicamente e funzionalmente normale, ovvero in un pancreas in cui non si riscontrano, con indagini ematochimiche e strumentali, segni di una pancreatite cronica (PC) (1). Gli episodi di pancreatite acuta sono definiti dalla presenza di dolore di tipo pancreatico associato al rialzo di almeno tre volte il valore superiore di normalità delle amilasi sieriche (2). L’arco di tempo fra due episodi di PA deve essere tale da garantire la completa restitutio ad integrum del parenchima (2). Giorn Ital End Dig 2009;32:135-143 L’importanza di riconoscere la causa della pancreatite acuta ricorrente è quella di impedirne l’evoluzione in pancreatite cronica. In circa il 20% dei pazienti, però, gli esami di I° livello, quali anamnesi, ematochimica, ecografia, TC o RMN dell’addome, non identificano l’eziologia. è quindi necessario effettuare esami di II° livello, quali EUS, S-MRCP e test genetici. Se la pancreatite rimane idiopatica è indicato uno stretto follow-up ematochimico-strumentale e può essere proposta terapia con acido ursodesossicolico. Nel caso di recidive di pancreatite acuta con sospetta causa meccanica la terapia di scelta è di tipo endoscopico. Iniziative Formative > Che fare se...? Che fare se l’imaging è negativo, ma la pancreatite acuta è recidivante? 135 IF Iniziative Formative > Che fare se...? Milena Di Leo et al > Che fare se l’imaging è negativo con pancreatite acuta recidivante 136 tab: 1: cause di Pancreatite acuta e Pancreatite acuta ricorrente Categoria Agenti/Diagnosi Categoria Meccaniche Metaboliche Traumi Farmaci Calcoli biliari Microlitiasi Disfunzione dello sfintere di Oddi Pancreas divisum Pancreatite autoimmune Tumori pancreatobiliari Coledococele Ipertrigliceridemia Ipercalcemia Iperparatiroidismo Etanolo Pancreatite post-ERCP Manometria dello sfintere di Oddi Complicanze intraoperatorie Antimicrobici Metronidazolo, Tetracicline, Isoniazide, Eritromicina Terapia Anti - HIV Diuretici Furosemide, Tiazidici Farmaci per App. Gastroenterico 5-ASA, Sulfasalazina, Cimetidina, Ranitidina, Mercaptopurina, PPI Immunosoppressori/chemioterapici Azatioprina, Desametasone Agenti neuropsichiatrici Acido valproico GeneticheMutazioni dei geni CFTR, SPINK1, PRSS1 Autoimmuni Sindrome di Sjögren Cirrosi biliare primitiva Infezioni Virali Parotite Coxsackievirus tipo B Epatite B Citomegalovirus Herpes simplex Varicella-zoster HIV Batteri Legionella Leptospira Salmonella Mycoplasma Brucella Funghi Aspergillo Parassiti Toxoplasma Cryptosporidium Ascaris lumbricoides Vascolari Embolismo Shock emorragico Vasculiti (LES, poliarterite nodosa) Eziologia Numerose sono le possibili cause di pancreatite acuta ricorrente; le più frequenti sono la litiasi biliare (microlitiasi o sludge), le anomalie morfologiche del sistema duttale pancreatico (congenite o acquisite), la disfunzione dello sfintere di Oddi e le mutazioni genetiche (3) (tabella 1). In teoria, ogni fattore in grado di scatenare un attacco di pancreatite acuta può, persistendo, determinare altri episodi di pancreatite, per cui chiarire l’eziologia della pancreatite al primo episodio è di primaria importanza per prevenire le recidive. Infatti, oltre il 50% dei pazienti con pancreatite acuta idiopatica non trattato potrà avere recidive se non viene identificata e rimossa la causa (4-6). I ripetuti insulti al pancreas possono progredire in PC con modifiche morfologiche e funzionali irreversibili (5,7,8), anche se, al riguardo, esistono in letteratura dati discordanti. Infatti la PAR può essere Agenti/Diagnosi caratterizzata da ripetuti attacchi di pancreatite che coinvolgono un pancreas morfologicamente normale o da episodi di acuzie di una pancreatite cronica ab initio con lesioni minime, non documentabili con le metodiche di immagine di routine (1). In presenza di lesioni del parenchima pancreatico, compatibili con pancreatite cronica minima, è molto difficile effettuare una diagnosi differenziale. Epidemiologia Gullo et al, hanno riportato in uno studio (9), condotto in Europa su 1.068 pazienti europei con pancreatite acuta, che 288 soggetti (27%) avevano una forma ricorrente. Si tratta di una frequenza alta, anche se meno elevata rispetto al passato, che interessa più frequentemente individui di sesso maschile (73,3%) e dell’età media di 43 anni (range 16-95 anni). IF Iniziative Formative > Che fare se...? tab. 2: esami di primo livello tab. 3: esami di secondo livello • EUS • S-MRCP • Indagini genetiche Diagnosi Esami di I° livello Esami strumentali Esami ematochimici • ECO addome • TC addome + mdc/ RMN addome + mdc • Amilasi e lipasi • AST e ALT • GGT e ALP • Trigliceridi • Calcemia e PTH • Ca 19.9 e CEA • IgG4 • Autoimmunità (ANA, ASMA, ANCA, AMA, ecc) tab. 4: se Eco e TC sono negative: quali possibili diagnosi e quale migliore indagine? Diagnosi Pancreas Divisum PC con lesioni minime Microlitiasi in VB e Colecisti SOD Anomalie della giunzione biliopancreatica Neoplasie** EUS + +++ +++ - S- MRCP ++ + + +++ * - ++ +++ + Di fondamentale importanza è la rac* In sospetto di SOD diventa obbligatorio l’uso della Secretina colta di un’anamnesi rivolta in partico** Neoplasie: piccole neoplasie della papilla, IPMN (in particolare dei dotti secondari), adenocarcinoma pancreatico condizionante lare all’assunzione di farmaci, alcool e stenosi pancreatiche retropapillari o corte fumo, familiarità per patologia pancreatica benigna e maligna, calcolosi biliare Il numero dei + indica la sensibilità della diagnostica (anche pregressa) ed eventuali comorbidità. Negli esami di routine di laboratorio è importante doEsami di II° livello sare l’amilasi, la lipasi, le transaminasi e indici di colestasi epatica, l’assetto lipidico (in particolare i trigliceri- Nei pazienti affetti da PAR con imaging di I° livello nedi) e la calcemia (2). Utile completamento diagnostico gativo sono molto utili ai fini della diagnosi eziologica può essere fornito dal dosaggio delle IgG4 sieriche l’ecoendoscopia (EUS) e la colangio-pancreatografia (associate alla forma autoimmune), di alcuni autoan- in risonanza magnetica (MRCP). In casi selezionati è ticorpi (ANA, ASMA,AMA, ANCA), e, soprattutto in necessario indagare il paziente con test genetici (tapazienti al di sopra dei 45 anni, dai livelli dei markers bella 3 e 4). tumorali (CEA e GICA). Contemporaneamente il paziente deve essere indaga- Ecoendoscopia to con esami strumentali quali l’ecografia dell’addo- (EUS - Ecoendoscopic UltraSonography) me ed eventualmente la TC o RMN dell’addome con L’ecoendoscopia è in grado di unire in un unico strumento le caratteristiche dell’ecografia e dell’endoscomezzo di contrasto (tabella 2). Con queste metodiche si riesce a individuare la causa pia digestiva utilizzando un trasduttore ecografico ad della pancreatite acuta ricorrente nel 70% dei pazienti. alta frequenza incorporato nella punta di un video-enIl rimanente 30% dei casi viene classificato come idio- doscopio flessibile. patico (10-12): questo gruppo deve essere indagato La EUS rappresenta una metodica di grande utilità con un secondo livello di indagini. nello studio morfologico della ghiandola pancreatica, Giorn Ital End Dig 2009;32:135-143 Anamnesi • Età • Farmaci • Familiarità • Alcool, fumo • Anamnesi patologica remota/prossima 137 IF Iniziative Formative > Che fare se...? tab. 5: criteri parenchimali e duttali della Pancreatite cronica Parenchimali Maggiore Minore Correlato istologico Calcificazioni parenchimali Criteri Definizione Foci iperecogeni con cono d’ombra Strutture iperecogene >2 mm in lunghezza e larghezza con cono d’ombra Lobularità Strutture ben circoscritte >5 mm con bordo iperecogeno e centro relativamente ipoecogeno a) a nido d’ape Lobuli continui >3 b) non a nido d’ape Non lobuli continui Si Foci iperecogeni senza cono d’ombra Strutture iperecogene >2 mm in lunghezza e larghezza senza cono d’ ombra Si Sconosciuto Cisti Struttura anecogena, rotonda o ellittica, con o senza setti Si Pseudocisti Strie Linea iperecogena di lunghezza > a 3 mm in almeno due diverse direzioni Si Sconosciuto Criteri Definizione Calcoli MPD Struttura ecogenica nel MPD con cono d'ombra Contorno del MPD irregolare Contorno ineguale o irregolare e decorso ectasico Si Sconosciuto Dilatazione dotti secondari 3 o più strutture anaecogene tubulari di larghezza >1 mm protrudenti dal MPD Si Ectasia dotti secondari Dilatazione MPD >3.5 mm al corpo o >1,5 mm alla coda Si Dilatazione MPD Pareti del MPD iperecogeni Struttura ecogenica, distinta, maggiore del 50% dell’intero MPD nel corpo e nella testa Si Fibrosi duttale maggiore A Sconosciuto maggiore B Duttali Milena Di Leo et al > Che fare se l’imaging è negativo con pancreatite acuta recidivante 138 della via biliare, della papilla di Vater e, in generale, nell’inquadramento eziopatogenetico della pancreatite acuta ricorrente (13,14). In particolare, nella diagnosi eziologica della PAR l'EUS, ha un ruolo importante nell’evidenziare la microlitiasi biliare (2), le neoplasie pancreatiche e ampollari (2,15), il pancreas divisum ed anulare (16), le anomalie della giunzione bilio-pancreatica e, non da ultima, la pancreatite cronica anche in fase iniziale (2,15) comprese le sue lesioni caratteristiche di eziologia autoimmune (2). Va tuttavia sottolineato che con l’EUS può essere difficile discriminare in soggetti di età avanzata un quadro di pancreatite cronica iniziale dalla fisiologica evoluzione strutturale del parenchima e dei dotti di secondo livello legata all’età (17). A tale scopo, sono Maggiore Minore maggiore A Correlato istologico Calcoli stati identificati dei criteri ecoendoscopici riferiti sia al parenchima sia al sistema duttale pancreatico e si è convenuto che la diagnosi di pancreatite cronica possa essere definita in presenza di almeno tre, quattro criteri (17). Tuttavia le discordanze in merito all’utilizzo di questi criteri diagnostici nella pratica clinica corrente hanno recentemente portato alla definizione di una nuova classificazione dei parametri ecoendoscopici per la diagnosi di PC (classificazione di Rosemont) (18). Gli autori sono partiti dal presupposto che non tutti i criteri hanno lo stesso valore e hanno voluto, inoltre, superare il limite della variabilità operatore-dipendente nella ricerca delle anormalità. Il sistema diagnostico si propone inoltre di essere indipendente dall’età, dal BMI, dall’uso di tabacco e di alcool (18) (tabella 5 e 6). IF Iniziative Formative > Che fare se...? 1. Certezza di PC a. 1 criterio maggiore A + 3 o più criteri minori b. 1 criterio maggiore A + 1 criterio maggiore B c. 2 criteri maggiori A 2. Suggestiva per PC a. 1 criterio maggiore A + meno di 3 criteri minori b. 1 criterio maggiore B + 3 o più criteri minori c. 5 o più criteri minori 3. Indeterminata per PC a. 3 o 4 criteri minori, no criteri maggiori b. 1 criterio maggiore B da solo o con meno di 3 criteri minori 4. Normale a. 2 o meno criteri minori, no criteri maggiori Colangiopancreatografia in risonanza magnetica (MRCP) La MRCP è una tecnica diagnostica non invasiva per la valutazione del sistema biliare intra ed extraepatico e del sistema duttale pancreatico (2,19). La tecnica è basata sull’utilizzo di sequenze fortemente pesate in T2, nelle quali i fluidi statici come la bile e il succo pancreatico, caratterizzati da un tempo T2 molto elevato, forniscono un segnale elevato (bianco). La qualità del disegno dell’albero biliopancreatico è estremamente elevata, per cui oggi la MRCP è considerata la metodica diagnostica di elezione per lo studio delle vie biliari e pancreatiche. La MRCP non necessita dell’infusione endovenosa di mezzo di contrasto, sfruttando le proprietà contrastografiche naturali dei liquidi stazionari; in genere non richiede alcuna preparazione speciale per il paziente poichè viene eseguita dopo qualche ora di digiuno per consentire il riempimento della colecisti e per minimizzare gli artefatti legati all’eccessiva distensione gastrica. La nitidezza delle immagini può essere alterata da artefatti, determinati dal segnale originato dai liquidi statici all’interno del lume duodenale e da diverticoli del duodeno eventualmente presenti. La presenza di liquido ascitico rappresenta un ulteriore segnale di disturbo nell’esecuzione della tecnica (19). La MRCP possiede una risoluzione spaziale inferiore rispetto alla ERCP, per cui non è in grado di identifi- care piccoli calcoli coledocici (con diametro inferiore a 5 mm), o lesioni ampollari, ed alterazioni del sistema duttale biliare intra-epatico come quelle presenti nella colangite sclerosante primitiva. Tuttavia la non invasività e la possibilità di esecuzione senza mezzi di contrasto rendono questa indagine preferibile soprattutto dove sia necessario effettuare uno studio dettagliato del sistema duttale biliopancreatico (19). Colangiopancreatografia in risonanza magnetica con Secretina (MRCP-S) L’MRCP ha avuto un ulteriore sviluppo con l’uso della Secretina. Infatti lo stimolo secretinico (secretina suina 1cc/10Kg e.v.) incrementa la secrezione di acqua e bicarbonati da parte del pancreas permettendo un maggiore riempimento duttale e quindi una migliore definizione di immagine del sistema duttale della ghiandola. La MRCP-S permette quindi di ottenere immagini del sistema duttale pancreatico con un’accuratezza diagnostica paragonabile alla colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP), ma senza l’invasività e i rischi connessi a quest’ultima procedura. Lo stimolo secretinico consente non solo la visualizzazione dei dotti pancreatici di secondo livello e l’identificazione del pancreas divisum, ma anche una valutazione funzionale dello sfintere di Oddi (SO). Il diametro basale del dotto pancreatico principale è considerato normale se presenta un valore inferiore o uguale a 3 mm a livello della porzione cefalica della ghiandola (in pazienti con età inferiore a 60 anni). Dopo lo stimolo, in circa 2 minuti il diametro aumenta fino al suo valore massimo per poi tornare a livello iniziale in circa 15 minuti: si considera un normale svuotamento se il diametro del dotto - a 15 minuti dallo stimolo - non supera di più di 1 mm il diametro basale (20,21) (figura 1 e 2). Nel caso di disfunzione sfinteriale (SOD), la MRCP-S possiede un’alta specificità, anche se la sensibilità è bassa (20), e non riesce a distinguere il coinvolgimento del versante sfinteriale biliare da quello pancreatico. L’esito dell’esame può essere inoltre influenzato dal quantitativo di secrezioni pancreatiche e dal grado di distensibilità del dotto pancreatico principale (22). La stimolazione con secretina permette, inoltre, di stimare quantitativamente la funzione esocrina del pancreas attraverso la stima del riempimento duodenale (23). La MRCP-S è una tecnica diagnostica dalle ottime prospettive, non operatore dipendente, che dovrebbe essere usata come esame di II° livello sostitutivo della MRCP, pur avendo una limitata diffusione sul territorio e un costo particolarmente elevato (23). Indagini genetiche Indagini di mutazioni genetiche sono indicate soprattutto in pazienti in giovane età e/o con anamnesi familiare positiva (2). Si devono ricercare le mutazione del Giorn Ital End Dig 2009;32:135-143 tab. 6: diagnosi ecoendoscopica di PC 139 IF Iniziative Formative > Che fare se...? fig. 1: S-MRCP di paziente affetto da pancreatiti acute ricorrenti in pancreas divisum A - dopo 3 minuti dalla somministrazione e.v. di secretina il dotto pancreatico principale si presenta modicamente dilatato e incrocia il coledoco rispetto al quale ha uno sbocco duodenale più craniale (papilla minor) A B - dopo 15 minuti dalla somministrazione e.v. di secretina il calibro del dotto pancreatico permane simile a quello osservato al 3° minuto. Tale reperto appare suggestivo per diagnosi di SOD B fig. 2: flow-chart diagnostico - terapeutica per PAR I° LIVELLO POS (positivo): causa definita NEG (negativo): causa non definita EUS: ecoendoscopia (Ecoendoscopic UltraSonography) S-MRCP: Colangiopancreatografia in risonanza magnetica con Secretina UDCA: acido ursodesossicolico PD: pancreas divisum ERCP: colangio-pancreatografia retrograda endoscopica ES-B: sfinterotomia biliare ES-P: sfinterotomia papilla major ES-Pm: sfinterotomia papilla minor Anamnesi Esami ematochimici Esami strumentali NEG POS II° LIVELLO Terapia specifica Milena Di Leo et al > Che fare se l’imaging è negativo con pancreatite acuta recidivante 140 EUS S-MRCP Indagini genetiche POS NEG Terapia specifica Follow-up ECO addome + Es. ematochimici/6 mesi EUS/1 anno Ripetere S-MRCP Terapia medica UDCA SE RECIDIVA Terapia endoscopica Assenza PD Pazienti già sottoposti a ES-B ERCP con posizionamento di stent pancreatico ERCP con ES-P Pazienti con PD Pazienti non sottoposti a ES-B ERCP con ES-B SE RECIDIVA ERCP con ES-P ERCP con posizionamento di stent pancreatico; se efficace ERCP con ES-Pm IF Iniziative Formative > Che fare se...? Esami di III° livello L’ERCP (colangio-pancreatografia retrograda endoscopica), con eventuale manometria dello sfintere di Oddi (SOM), è sicuramente il gold standard per lo studio morfologico del sistema duttale pancreatico e per la valutazione della funzione dello sfintere di Oddi. Tuttavia, entrambe le procedure sono gravate da un alto rischio di PA iatrogena (25). questo rischio aumenta nel pazienti giovani (25-27) e in quelli con disfunzione dello sfintere di Oddi con dotti non dilatati (tipo 2 e 3 della classificazione di Milwaukee) (28-31). Poiché l’ERCP è frequentemente normale nei pazienti affetti da pancreatite acuta ricorrente idiopatica e la SOM è diagnostica solo nel 50-70% di questi casi, il rischio elevato di pancreatite post-procedura non ne giustifica l’utilizzo se non in casi selezionati. Infatti è stato dimostrato che nella gran parte dei casi l’ERCP non aggiunge alcun elemento utile per la diagnosi nei pazienti precedentemente sottoposti a EUSP e a MRCP-S (20). È stato suggerito, nei pazienti con imaging negativo ma con storia clinica fortemente suggestiva per un’origine biliare della PAR, l’esecuzione dell’ERCP con analisi microscopica della bile (3), anche se rimane da chiarire quale sia il metodo migliore per la sua raccolta (3). La “vera PAR idiopatica” Nonostante l’iter diagnostico sopra riportato, ancora nel 10-15% dei pazienti l’eziologia della pancreatite acuta ricorrente non viene identificata, per cui questi soggetti vengono classificati come portatori di “vera PAR idiopatica”. In questi casi è difficile suggerire un ulteriore approccio diagnostico o terapeutico, data l’eterogeneità degli studi che hanno affrontato il problema (figura 2). Se persiste il sospetto di disfunzione sfinteriale, può essere iniettata a livello dello sfintere di Oddi la tossina botulinica (100 UI sui quattro quadranti della papilla di Vater), con lo scopo di ottenere il rilasciamento della muscolatura liscia sfinteriale (32). La procedura risulta efficace in circa l’80% dei casi (32); l’assenza di recidive di pancreatite conferma la presenza della disfunzione sfinteriale e pone l’indicazione all’esecuzione della sfinterotomia endoscopica. Tuttavia il test è predittivo solo se il paziente ha episodi ricorrenti di pancreatite con intervallo non superiore ai tre mesi (durata di azione della tossina botulinica). Terapia La terapia della pancreatite acuta ricorrente può essere medica, endoscopica, oppure chirurgica in alcuni casi selezionati. Terapia medica Nei pazienti con imaging negativo e senza pancreas divisum, è indicata una terapia a lungo termine con acido ursodesossicolico (UDCA, 14-20 mg/kg), poiché la causa più frequente di pancreatite acuta ricorrente idiopatica è la malattia litiasica biliare (20). Questa terapia è indicata soprattutto in pazienti non ancora colecistectomizzati e con dotti non dilatati, ad elevato rischio di pancreatite post-ERCP (33,34). in tali casi anche la colecistectomia può essere un’opzione percorribile. In letteratura sono riportate altre terapie alternative che potrebbero essere utilizzate, quali agenti antiossidanti (35,36) oppure enzimi pancreatici (37-39), tuttavia i dati sono limitati e l’efficacia è dubbia. L’utilizzo dell’analogo della somatostatina - l'octreotide - a lento rilascio può essere considerato solo per periodi brevi di terapia (40). Terapia endoscopica Assenza di Pancreas Divisum Nei pazienti portatori di microlitiasi biliare o con disfunzione documentata dello sfintere di Oddi è indicata la sfinterotomia endoscopica biliare. In presenza di SOD, alla sfinterotomia biliare può essere associata nella stessa seduta anche quella pancreatica, data l’elevata frequenza di coinvolgimento consensuale dei due segmenti sfinteriali. La sfinterotomia biliare può anche essere presa in considerazione nei pazienti con indagini morfo-funzionali negative e trattati senza successo con UDCA, o colecistectomizzati. la procedura è associata a successo terapeutico in circa l’80% dei casi (33). Nei soggetti con indagini morfo-funzionali negative e già sottoposti a sfinterotomia biliare e con recidive di pancreatite, può essere presa in considerazione la sfinterotomia pancreatica o il posizionamento di stent pancreatico (5-7F) per un periodo di tempo compreso tra 3 e 6 mesi, sostituendo la protesi ogni tre mesi Giorn Ital End Dig 2009;32:135-143 gene della fibrosi cistica (CFTR), del gene tripsinogeno cationico (PRSS1), e gene dell'inibitore pancreatico secretorio della tripsina (PSTI) conosciuto anche come SPINK1 (serine protease inhibitor Kazal type 1). La storia clinica di questi soggetti è, infatti, caratterizzata da un lungo periodo di pancreatiti acute ricorrenti con imaging negativo: solo dopo un follow-up di circa 20 anni dal primo episodio si osservano calcificazioni e dilatazione duttali, compatibili con l’insorgenza di un quadro di pancreatite cronica (24). 141 IF Iniziative Formative > Che fare se...? circa. L’assenza di recidive di pancreatite nel periodo in cui è posizionato lo stent pancreatico conferma indirettamente la presenza di un difetto funzionale. Occorre tenere comunque in considerazione che lo stent produce nel sistema duttale pancreatico normale e non dilatato alterazioni simili a quelle della pancreatite cronica, che tuttavia sembrano regredire dopo la rimozione dello stent (41,42). Pazienti con Pancreas Divisum se l’imaging è negativo in questi soggetti è indicato il posizionamento di uno stent nel dotto dorsale e, in caso di successo, l’esecuzione della sfinterotomia della papilla minor (Es-Pm) (20). Corrispondenza Pier Alberto Testoni Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Università Vita-Salute, IRCCS Ospedale San Raffaele Via Olgettina 60 - 20132 Milano Tel. + 39 02 26432756 Fax + 39 02 2152559 e-mail: [email protected] Milena Di Leo et al > Che fare se l’imaging è negativo con pancreatite acuta recidivante 142 Bibliografia 1.Mariani A, Testoni PA. Is acute recurrent pancreatitis a chronic disease? World J Gastroenterol 2008;14(7):995-998. 2.Al-Haddad M, Wallace MB. Diagnostic approach to patients with acute idiopathic and recurrent pancreatitis, what should be done? World J Gastroenterol 2008;14(7):1007-1010. 3.Lee JK, Enns R. Review of idiopathic pancreatitis. World J Gastroenterol 2007;13(47):6296-6313. 4.Bernard JP, Sahel J, Giovannini M, Sarles H. Pancreas divisum is a probable cause of acute pancreatitis: a report of 137 cases. Pancreas 1990;5:248-254. 5.Levy MJ, Geenen JE. Idiopathic acute recurrent pancreatitis. 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