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PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
CALENDARIO OTTOBRE - DICEMBRE 2010
23 novembre 2010
12 ottobre
L A GUERRA DEI FIORI ROSSI di Zhang Yuan
19 ottobre
PARADISE NOW di Hany Abu-Assad
26 ottobre
13-TZAMETI di Géla Babluani
[Versione originale con sottotitoli]
2 novembre
TUTTA COLPA DI GIUDA di Davide Ferrario
9 novembre
IL CONSIGLIO DI ISTITUTO di Niki Stein
[Versione originale con sottotitoli]
16 novembre
IL DERVISCIO di Alberto Rondalli
[E’ prevista la presenza in sala del regista]
23 novembre
PICCOLI L ADRI di Marziyeh Meshkini
30 novembre
FRANCESCA di Bobby Paunescu
7 dicembre
TULPAN di Sergey Dvortzevoy
14 dicembre
NON DESIDERARE L A DONNA D’ALTRI di Susanne Bier
21 dicembre
Evento gratuito per salutarci prima delle vacanze natalizie
Vi offriremo una selezione di corti d’autore e un brindisi.
Con il contributo di:
un film di Marziyeh Meshkini
Titolo originale:
Con:
Durata:
Genere:
Nazionalità:
Sceneggiatura:
Fotografia:
Stray dog
Gol Ghoti, Zahed, Twiggy, Sean Gray
93 minuti
Drammatico
2004, Iran
Marziyeh Meshkini
Ebrahim Ghafouri
PORTOFRANCO è realizzato:
Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino
In collaborazione con: Goethe Institut di Torino - A ssociazione culturale Russkij Mir
Wic.it - Web Image Communications - Libreria Gulliver
Con il sostegno di:
PICCOLI LADRI
Circoscrizione 8
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
w w w.cineteatrobaretti.it - [email protected]
Quanto disperata e senza nessuna
prospettiva di futuro deve essere una
persona per aspirare alla prigione
piuttosto che alla libertà?
In Afghanistan basta poco: sei un
bambino, i tuoi genitori sono in
prigione e non hai un posto dove
dormire. Questa non sembra una
cosa tanto rara da quelle parti.
Questo film, appunto, ci racconta la
storia di un bambino e una bambina
senza casa né genitori: il padre è
prigioniero degli Americani, la madre
è in prigione a causa del marito che la
accusa di adulterio.
All’inizio del film i due bambini salvano
un cane da morte certa (certi bambini
che lo inseguivano appellandolo
di volta in volta “inglese!”“americano!”-“russo!”…
insomma un nemico) e per tutto
il film questo cane sarà loro
compagno di (s)ventura: il titolo
originale di questo film, infatti,
è “Stray
“Stray Dogs”
Dogs” (cani randagi)
ed è molto più veritiero del
titolo italiano.
Questi bambini diventeranno
“piccoli ladri” per necessità,
ma prima che ladri sono,
appunto, “randagi”: vanno in
giro per la città, da soli, la loro
prima fermata giornaliera è
una discarica dove cercano
pezzetti di legno e carte da
rivendere e se trovano un libro
la sola cosa che possono fare
è bruciarlo per riscaldarsi o
rivenderlo, non certo leggerlo.
Il loro unico pasto è costituito da
certo pane secco che hanno la
premura di offrire anche al loro
piccolo amico canino, non prima di
averlo affumicato sui vapori di carne
alla brace.
“Prendi, sa di carne… se non mangi ti
ammalerai e muori…” dice la magnifica bambina protagonista di questo
film, ingenua, bravissima, trovata sulla
strada (e probabilmente salvata da
una misera vita) dalla stessa regista.
Questi sono bambini buoni e si prendono cura del cane come dei genitori,
ma non c’è nessuno di buon cuore
che si prende cura di loro. Se solo il
padre perdonasse la madre che s’è
risposata solo per dare da mangiare ai
figli e perché lo credeva morto almeno
avrebbero qualcuno, ma il padre è un
mullah talebano e non può accettare
il disonore.
“Chi ci pensa a noi?”, chiede la bambina
più di una volta, ma al padre non
importa di loro.
Cala la notte e ai bambini non resta che
andare a dormire in prigione: “Siamo
i prigionieri di notte”, dicono, e vanno
a dormire nella cella materna.
In giro non si vedono portatori di
democrazia che dovrebbero aiutarli,
in questo film i cosiddetti “liberatori”
sono solo aerei che sganciano bombe o
soldati in parata a cui fare “ciao ciao”
con la mano. Non resta che aspirare
alla prigione quindi, magari ispirati da
un vecchio film in bianco e nero, un
film di quelli artistici, quindi noiosi,
come dice il commesso alla cassa: il
film è “Ladri di biciclette” di De Sica,
capolavoro neo-realista italiano che
mostra loro come riuscire ad andare in
prigione, per ricongiungersi alla madre,
loro massimo desiderio.
pellicola appare sgranata ma al contrario
è chiara e lucida. Spesso in questo film
si vedono scene che sembrano
ampie ma è assai semplice raccoglierle
nell’abbraccio di uno sguardo: ci sono
i due bambini e il loro piccolo cane,
unico loro compagno, e poi in primo
piano più di una volta c’è del fuoco…
fuoco che forse li riscalda, ma non è
questo il punto.
Quello è il fuoco di un mondo che sta
andando in fiamme, è davanti agli
occhi di tutti ormai, il fuoco di un
inferno che bambini la cui unica
sfortuna è stata nascere in Afghanistan,
o in Ossezia sì, devono imparare a
conoscere molto presto se vogliono
sopravvivere… se vita si può chiamare
questa, certo.
Che paese è dove il potere salvifico
del Cinema si riduce a mandare dei
bambini in prigione, per metterli al
sicuro? Un paese feroce, probabilmente,
dove capita anche di filmare, forse per
caso, una scena dove cani si sbranano
l’un l’altro, feroci combattenti… una
scena lasciata volontariamente però,
come metafora di qualcosa di molto
più grande.
Questo è un film che sembra vecchio
ma invece è nuovo purtroppo, la
Prossimo appuntamento di PORTOFRANCO:
30 novembre 2010
FRANCESCA di Bobby Paunescu