Curatevi con il cibo

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Curatevi con il cibo
Essere
benessere | Il personaggio
Benedetta Parodi
«Altro che antibiotici
e medicine varie:
i miei figli li curo a tavola»
La conduttrice ha trasformato la sua passione per la cucina in programmi
di successo. Per lei anche in famiglia nutrirsi bene è fondamentale.
Ha abituato i suoi piccoli ad assaggiare anche i cibi più strani e ai pasti
frutta e verdura non mancano mai. Il risultato è una salute di ferro.
di Anna Maria
D’Alessandro
foto di Gianmarco
Chieregato
AI FORNELLI
Benedetta Parodi
compie 42 anni
il 6 agosto, ed è in
perfetta forma grazie
a un’alimentazione
equilibrata condita
da una vita sana.
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uando la sentiamo è in vacanza, in campagna, con una “banda” di bambini: i
suoi figli Matilde, 11 anni, Eleonora, 9 e
Diego di 4, uno sfondo sonoro animatissimo. Ma quando leggerete l’intervista
Benedetta Parodi forse sarà già in studio a registrare le prossime puntate di Bake off, gara di pasticceria internazionale lanciata in versione italiana da
Real time, o di Molto Bene, l’altra trasmissione di
cucina inventata dalla Parodi e migrata, con lei, da
Mediaset a La7 fino al gruppo Discovery.
«Sono una molto resistente, fortissima», dice di
sé, a proposito di salute. «Quando lavoro cucino anche per 6 o 7 ore di seguito. E sono anni che non mi
ammalo: nemmeno le epidemie di influenza, quelle che per una settimana stendono tutti, sono riuscite a mettermi a letto». E di che cosa parliamo,
allora, in un’intervista dedicata al rapporto con il
corpo, con i medici, con le attenzioni e le cure per
vivere bene?
«Cominciamo col dire che ho un’idiosincrasia
per tutti gli ambulatori, ma non perché abbia poca
fiducia nella medicina. Anzi, se devo scegliere a chi
affidarmi, decisamente cure e medici tradizionali,
niente di alternativo. Se i bambini hanno un’infiammazione con febbre, passo dal pediatra e do con
molto scrupolo le medicine prescritte. Non amo gli
antibiotici ma, dopo tre giorni la febbre scompare
e in una settimana i piccoli sono in piedi. Però, se
posso evitare di imbottirli di pastiglie e pastigliette
lo faccio volentieri. Stesso discorso per me: faccio
i controlli classici dopo i 40 anni (ne compie 42 il 6
agosto, ndr.), ma se arriva il mal di schiena – e arriva, specialmente quando sto in piedi per tante ore
– me lo tengo».
Come, se lo tiene? Niente medicinali? Niente massaggi?
«A prendere delle medicine per questo non ci penso nemmeno. E quanto al resto, forse sono troppo pigra o presa per pensarci, oppure, diciamo che
sono fortunata a non soffrire in modo esagerato,
quindi, se posso sopportare, sopporto. Nel caso del
mal di testa, invece, ho imparato a “cedere” alla pastiglia. La prendo appena lo sento arrivare e mi basta per tamponarlo».
Una salute quasi di ferro: costituzione
o buone abitudini?
«L’uno e l’altro, sicuramente. Per quanto riguarda
l’alimentazione, è chiaro che ci tengo, mi appassiona, ne ho fatto il mio lavoro. E, prima di tutto,
«Se arriva il mal di schiena...
me lo tengo. A prendere pasticche
per questo non ci penso nemmeno
e se devo sopportare, sopporto.
Invece, se si ammalano i bambini
seguo alla lettera le indicazioni
del nostro pediatra di fiducia»
[email protected]
«Io preferisco
affidarmi al mio
dottore,
ma non eccedo
con i farmaci»
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Essere
benessere | Il personaggio
Chi è
«Sono testimone dell’Airc e sono ben contenta
di spendere la mia visibilità per una causa così
importante. La ricerca aiuta tutti, sosteniamola»
Nasce ad Alessandria il 6 agosto
del 1972.
Nel 1997 si laurea in Lettere
moderne all’Università
degli studi di Milano
e nel 1999 diventa giornalista
professionista.
Comincia la carriera
in Mediaset, come conduttrice
del telegiornale di Italia 1,
Studio aperto.
Nel 2008 inizia a dedicarsi
esclusivamente alla rubrica
di cucina Cotto e mangiato:
si tratta di puntate di un minuto
e mezzo registrate a casa sua.
Da quel momento farà della
cucina la sua vita e la sua più
grande passione.
Nel 2011 passa a La7 e conduce
I menù di Benedetta, che ottiene
grande successo. Due anni
dopo si sposta a Real time
con lo show Bake off Italia,
un contest di pasticceria
nel quale si sperimentano torte
via via più complesse, che sono
poi valutate da una giuria.
Nel 2014, sempre
su Real time, ha invece
condotto Molto bene,
programma ideato da lei
in cui, dopo aver fatto la spesa,
prepara tre ricette: una più
lunga e complessa, una
di media durata e l’ultima
molto veloce. E a ogni puntata,
c’è un ospite speciale che
cucina a fianco a lei.
Ha pubblicato diversi libri
di ricette, ispirati ai suoi
programmi, e una saga fantasy
per ragazzi dal titolo
Le fate a metà, arrivata
attualmente al terzo capitolo.
È sposata con il giornalista
di Sky sport Fabio Caressa,
da cui ha avuto tre figli:
Matilde, di 11 anni, Eleonora,
di 9, e Diego, di 4.
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In estate Benedetta
preferisce i piatti
con tante verdure
fresche, meglio se crude.
deve essere sana: divertente, capace
di stupire, innovativa ma, prima ancora,
sana. Che vuol dire con tante verdure fresche e frutta. D’estate viene voglia sempre
di colori e sapori freschi, crudi o cotti il
meno possibile, mescolati, accostati. Ma
si può fare per tutto l’anno, perché ogni
stagione ha i suoi tesori. La carne sarebbe da ridurre, ma qui faccio più fatica. Un
po’ per i bambini, perché hanno bisogno
di ferro e proteine. Un po’ perché piace
anche a me, non saprei rinunciarci in assoluto».
Nella dieta dei bambini ha delle attenzioni particolari?
«Loro mangiano di tutto e, quando dico
tutto, intendo davvero di tutto: sushi, pesce di tutti i tipi, funghi, lumache. È capitato di recente che andassimo insieme in
un ristorante di cucina creativa, uno di
quei locali “difficili”, da adulti. Lo chef è
venuto al tavolo a spiegarci le sue scelte
e le ricette che pensava di preparare poi,
guardando loro, ci ha proposto “Faccio
preparare anche pasta al pomodoro e bi-
stecca”? Abbiamo protestato, e i ragazzi
hanno fatto onore a tutto. Le bimbe sono
anche magroline, quindi non devo neppure preoccuparmi di ridurre le dosi o moderarle. Ecco, se devo dire una cosa che
in casa mia non entra, sono le merendine:
non ne compro proprio. Biscotti secchi sì,
tanti, anche perché possono servire da
base, da spunto per varie ricette. Il resto
no, forse perché a me per prima non piacciono. Trovo che abbiano gusti troppo
omologati: sono tutte uguali, incellofanate, plastificate, finte. Meglio pane e marmellata, o una torta fatta insieme a loro. Si
decide insieme che cosa mettere, si sente
il profumo prima di assaggiarla».
Tutto a mano, niente di pronto?
«Beh, niente niente no. I bastoncini di
merluzzo, per esempio, li compro, ma, altrimenti, preferisco acquistare surgelata,
pulita e pronta all’uso, la materia prima.
Per esempio filetti di platessa o di nasello,
il polpo, tutte le verdure, paste base di vario tipo. E da quelle a un pianto pronto, il
passo può essere anche molto breve».
[email protected]
La conduttrice va spesso
al ristorante con i suoi
bimbi, che mangiano
dal sushi alle lumache.
Lei è anche testimonial dell’Airc,
l’Associazione italiana per la ricerca contro il cancro: perché?
«Perché è importante fare quello che si
può, ciascuno dal suo punto, dalla situazione dove si trova. Tutti possono
stare più attenti, fare i controlli di routine, scegliere cibi il meno trattati e “pasticciati” possibile. Io sono ben contenta di spendere la mia visibilità per una
causa così importante: sensibilizzare
tutti su quanto le forme tumorali siano
diffuse ma anche su quanto, negli anni,
la lotta a questo male abbia registrato
successi. Dobbiamo sostenere la ricerca, perché la ricerca aiuta tutti».
Nel suo caso, c’è anche un’esperienza personale...
«Mio padre è scomparso due anni fa.
Faceva una vita sana, era un super atleta. Non ha commesso, dal punto di
vista della gestione della sua salute, errori dai quali io possa dire di aver imparato, anzi è stato un modello. Tuttavia
se ne è andato, lasciandoci un grande
«La nostra merenda preferita?
Pane e marmellata, oppure
una torta preparata insieme.
Si decidono gli ingredienti
e si sente il profumo quando
è pronta, prima di assaggiare»
vuoto. Ma non è per lui che sostengo
l’importanza di una vita sana e di una
ricerca medica sempre più forte. È per
tutti noi».
Lei è credente?
«Io sì, ma non praticante, mio marito
no. Ma per i nostri figli abbiamo voluto un’educazione cristiana e la preparazione e partecipazione ai sacramenti.
Fa parte della loro cultura, dell’ambiente in cui vivono. E poi ci è sembrato giusto dar loro questa possibilità, lasciandoli liberi di scegliere, quando saranno
più grandi e in grado di farlo. Ma adesso, scusi, mi reclamano… ».
Ha ragione, sareste anche in vacanza: dove e come la fate?
«Siamo in campagna, per ora, tutta la
famiglia e… altri. La prima caratteristica della nostra vacanza è che rompiamo
tutte le regole, nel senso che mandiamo all’aria routine e orari. Ci svegliamo
tardi, anche molto tardi. E facciamo colazione senza fretta, con molta cura e
fantasia. I bambini, di solito, non hanno fame appena alzati e, dal momento
che non dobbiamo correre a scuola né
al lavoro, li lasciamo gironzolare. Poi,
con calma, ciascuno decide che cosa
mangiare e se lo prepara. Naturalmente saltiamo il pranzo, anche perché siamo in spiaggia: un toast, un gelato e tutti i bagni che si vuole. E poi si decide
per la sera, se andar fuori o mangiare a
casa, magari invitando amici».
Niente scadenze drastiche, insomma il contrario delle ricette “a tempo”
che l’hanno trasformata in mito e paladina di tante donne che, a casa, sono
intente a preparare la cena.
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Essere
benessere | Sanità
Un’altra battaglia
vinta nella lotta
al cancro
Nuove speranze per terapie più mirate ed efficaci.
Una per tutte: il successo della chirurgia nei piccoli
tumori al fegato. Grazie alla generosità di quanti
hanno sostenuto le tante campagne di Airc e Firc.
di Fulvia Degl’Innocenti
in collaborazione con
Vincenzo Mazzaferro
primario di chirurgia
all’Istituto nazionale
dei tumori di Milano
n’altra battaglia nella lotta
contro il tumore al fegato è
stata vinta. A testimoniare che
in Italia, malgrado le difficoltà
economiche, i cervelli in fuga, e il taglio
dei finanziamenti, la ricerca medica è una
realtà vitale e feconda. È quanto emerge
dal Bilancio sociale presentato da Airc e
Firc, che rende conto all’opinione pubblica e ai tanti suoi sostenitori su come sono stati impiegati i fondi raccolti nell’anno
precedente. Per la precisione 94 milioni
di euro nel 2013, che sono serviti a finanziare 714 tra progetti, unità di ricerca, borse di studio selezionati rigorosamente da
un comitato scientifico tra tutti quelli che
hanno chiesto di essere ammessi al finanziamento. Progetti di laboratorio e altri
più vicini al letto del paziente.
Uno di questi, annoverato tra quelli più
efficaci, è stato coadiuvato dal professor
Vincenzo Mazzaferro, primario di chirurgia all’Istituto nazionale dei tumori di Milano. E riguarda, appunto, uno dei tumori
più insidiosi, il carcinoma epatocellulare,
tuttora una malattia difficile da curare nonostante la speranza di vita sia migliorata negli ultimi anni. Il gruppo di Vincenzo Mazzaferro, in collaborazione con un
team di ricerca americano, ha studiato le
conseguenze della rimozione del carcinoma epatocellulare in circa 130 pazienti.
«Negli ultimi anni si sono diffuse altre
metodiche, più semplici da effettuare e in
apparenza più efficaci», spiega il chirurgo.
«Parlo della termoablazione con radiofrequenza, o laser, e a microonde. Noi abbiamo cercato di capire se era più efficace un
approccio tradizionale con il bisturi. Dopo dieci anni di lavoro in collaborazione
con la Mount Sinai school of medicine di
New York, una delle più attive della costa
orientale degli Stati Uniti, abbiamo pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista
americana Hepatology. L’80 per cento dei
pazienti che ha subito una rimozione di
lesioni epatocellulari inferiori a due centimetri è in vita cinque anni dopo la diagno-
Dodici progetti tra quelli finanziati nel 2013
BISTURI SUL FEGATO
Autore: Vincenzo
Mazzaferro e altri
Fondazione Irccs, Istituto
nazionale dei tumori,
Milano
La rimozione del
carcinoma epatocellulare
di lesioni sotto i due cm
è una procedura sicura.
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L’ARSENICO FUNZIONA
Autore: Francesco Lo Coco
e altri
Università Tor Vergata,
Roma
Contro la leucemia
promielocitica, un prodotto
naturale a base di arsenico
permette di ottenere risultati
migliori della chemioterapia.
LE MALATTIE DEL SANGUE
Autore: Alessandro M.
Vannucchi, Mario Cazzola e altri
Università di Firenze,
Università di Pavia
È stato identificato un nuovo
marcatore per la diagnosi
e la prognosi di alcuni
tumori del sangue come
trombocitemia e mielofibrosi.
MENO SOLLECITAZIONI
Autore: Stefano Piccolo, Silvio
Dupont e altri
Università di Padova
La proliferazione incontrollata
delle cellule tumorali dipende
anche dalle sollecitazioni
meccaniche cui è sottoposto
il tessuto. I principi biologici
sono la strada da seguire.
[email protected]
LE NUOVE FRONTIERE DELLA CURA
I progetti finanziati più
significativi riguardano nuovi
farmaci molecolari, alternative
meno tossiche alla chemioterapia,
meccanismi di attivazione
del sistema immunitario.
Sotto: l’immagine simbolo
della campagna Airc.
si. Ed è ragionevole pensare che tra il 60 e
il 70 per cento sarà ancora in vita a dieci
anni dall’intervento».
Ma come è possibile individuare lesioni così piccole, considerando il
fatto che questo tipo di tumore non
dà sintomi evidenti?
«Il tumore del fegato», spiega Mazzaferro,
«insorge come conseguenza di forme croniche come la cirrosi e l’epatite. In questo
tipo di pazienti vengono effettuati controlli periodici e un’ecografia ogni sei mesi. Il
cinque per cento delle malattie croniche
del fegato degenera in tumore, con una
incidenza di 3.000/4.000 persone che si
ammalano in un anno. E se da un lato ci
FARMACO DAL MARE
Autore: Paola Allavena,
Maurizio D’Incalci e altri
Istituto clinico Humanitas
e Istituto farmacologico Mario
Negri, Milano
La trabectedina,
una molecola
di un mollusco marino,
elimina le cellule tumorali.
I numeri
94 milioni
i fondi destinati da Airc
e Firc alla ricerca nel 2013
714
le unità di ricerca,
le borse, i progetti finanziati
5.000
i ricercatori coinvolti
nei progetti
1.500
sono nuovi farmaci per curare le epatiti,
sale il numero di persone affette da malattie metaboliche causate da cattive abitudini alimentari».
Una metodica chirurgica così precisa richiede una preparazione di
altissimo livello, che può essere
CONTRO IL MESOTELIOMA
Autore: Michele Maio e altri
Azienda ospedaliera
universitaria senese
Una nuova molecola,
il tremelimumab, è stata
usata per potenziare l’attività
del sistema immunitario
dei pazienti, portandolo
a reagire con più efficacia.
BENEFICI DA UNA MOLECOLA
Autore: Vincenzo Bronte
e altri
Università di Verona
Una piccola molecola,
detta miR-142-3p, ostacola
la formazione da parte
del midollo osseo di
macrofagi, che indeboliscono
il sistema immunitario.
le pubblicazioni scientifiche
sui lavori finanziati
4, 5 milioni
i sostenitori di Airc e Firc
63 %
sopravvivenza delle donne
a cinque anni dalla diagnosi
ATTIVARE LE DIFESE
Autore: Anna Maria
Biroccio e altri
Istituti fisioterapici
ospedalieri, Roma
L’inibizione di Trf2, proteina
che compone le “code”
dei cromosomi, è in grado
di bloccare la crescita
tumorale attivando le difese.
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Essere
benessere | Terapie
[email protected]
Il trend delle guarigioni
è così incoraggiante
da spronare le associazioni
a fare sempre di più
nella raccolta dei fondi
DALLA PIAZZA AL LABORATORIO
Sopra: un laboratorio di ricerca.
A destra: volontarie dell’Airc
in piazza mentre offrono arance
in cambio di una donazione.
Curiosità
LA VITA DOPO LA DIAGNOSI
Ogni giorno in Italia vengono
diagnosticati mille nuovi casi di cancro.
Se da un lato aumenta l’incidenza
di questa malattia, dall’altro cresce
anche la sua curabilità. Oggi, infatti,
la sopravvivenza a cinque anni dalla
diagnosi arriva al 63 per cento per
le donne e al 57 per cento per gli uomini.
Un progresso enorme se si pensa che
solo nel 1990 gli stessi dati parlavano
di 53 per cento per le donne e di solo
39 per cento per gli uomini.
LINFOMI A CELLULE T
Autore: Stefano Pileri
e altri
Università di Bologna
Sono state classificate
meglio le principali
varietà di linfoma T.
Con un anticorpo
si trattano le forme più
aggressive della malattia.
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garantita solo all’Istituto dei tumori. Ma siete in grado di accogliere
tutti i malati?
«Naturalmente no, e infatti il nostro
obiettivo è ora quello di formare altri chirurghi in Italia, in modo che anche in altri
ospedali sia possibile effettuare lo stesso
tipo di intervento con lo stesso risultato».
Quanto è stato determinante il
ruolo dell’Airc?
«La ricerca può essere finanziata da una
casa farmaceutica, o essere più squisitamente accademica, quindi libera da condizionamenti economici. Io preferisco la
seconda, anche perché sono un chirurgo.
Se ho raggiunto certi livelli di eccellenza
lo devo proprio all’Airc, che mi accompagna sin da quando ero un neolaureato di 25 anni. Fu infatti proprio grazie a
una sua borsa di studio che potei andare
negli Stati Uniti a perfezionarmi, per poi
rientrare in Italia all’Istituto dei tumori
dove si effettuavano i trapianti di fegato,
COLESTEROLO BENEFICO
Autore: Antonio Moschetta
e altri
Irccs Istituto oncologico
Giovanni Paolo II, Bari
Alcune molecole del fegato
che controllano
il colesterolo possono
rallentare la crescita
del tumore del colon.
l’unico trapianto di organi solidi che si fa
in caso di carcinoma. Una storia che continua. Infatti, in questo momento, una
giovane biologa dell’Istituto lavora negli
Stati Uniti con una borsa di studio, così
come un’altra ricercatrice ucraina è venuta qui da noi per operare nel campo
dell’immunologia dei tumori».
L’Airc sarà al vostro fianco anche in
futuro?
«Il prossimo obiettivo è una ricerca sul
calangiocarcinoma, che deriva dalle cellule dei i canali della bile. Per questo noi
siamo grati all’Airc», conclude il professor Mazzaferro, «che svolge un lavoro serissimo. Il nostro Paese ha bisogno di istituzioni come questa, affinché il capitale
umano di tanti bravi ricercatori non si disperda. Anche da noi deve mantenersi vivo il sogno tipico della professione medica: fare ogni giorno qualcosa di meglio
per alleviare le sofferenze del paziente
che si affida a noi».
VACCINO PER IL PANCREAS
Autore: Francesco Novelli
e altri
Università di Torino
In laboratorio è possibile
bloccare la progressione
del tumore al pancreas
con una vaccinazione a Dna.
Anche a livello preventivo
e per ostacolare le recidive.
L’HERPES, UN ALLEATO
Autore: Pier Luigi Lollini,
Gabriella Campadelli-Fiume
e altri
Università di Bologna
Il virus dell’herpes modificato
è capace di riconoscere
e distruggere i tumori del seno
e dell’ovaio che presentano
il marcatore Her-2.