Curatevi con il cibo
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Curatevi con il cibo
Essere benessere | Il personaggio Benedetta Parodi «Altro che antibiotici e medicine varie: i miei figli li curo a tavola» La conduttrice ha trasformato la sua passione per la cucina in programmi di successo. Per lei anche in famiglia nutrirsi bene è fondamentale. Ha abituato i suoi piccoli ad assaggiare anche i cibi più strani e ai pasti frutta e verdura non mancano mai. Il risultato è una salute di ferro. di Anna Maria D’Alessandro foto di Gianmarco Chieregato AI FORNELLI Benedetta Parodi compie 42 anni il 6 agosto, ed è in perfetta forma grazie a un’alimentazione equilibrata condita da una vita sana. 32 | BenEssere | agosto 2014 uando la sentiamo è in vacanza, in campagna, con una “banda” di bambini: i suoi figli Matilde, 11 anni, Eleonora, 9 e Diego di 4, uno sfondo sonoro animatissimo. Ma quando leggerete l’intervista Benedetta Parodi forse sarà già in studio a registrare le prossime puntate di Bake off, gara di pasticceria internazionale lanciata in versione italiana da Real time, o di Molto Bene, l’altra trasmissione di cucina inventata dalla Parodi e migrata, con lei, da Mediaset a La7 fino al gruppo Discovery. «Sono una molto resistente, fortissima», dice di sé, a proposito di salute. «Quando lavoro cucino anche per 6 o 7 ore di seguito. E sono anni che non mi ammalo: nemmeno le epidemie di influenza, quelle che per una settimana stendono tutti, sono riuscite a mettermi a letto». E di che cosa parliamo, allora, in un’intervista dedicata al rapporto con il corpo, con i medici, con le attenzioni e le cure per vivere bene? «Cominciamo col dire che ho un’idiosincrasia per tutti gli ambulatori, ma non perché abbia poca fiducia nella medicina. Anzi, se devo scegliere a chi affidarmi, decisamente cure e medici tradizionali, niente di alternativo. Se i bambini hanno un’infiammazione con febbre, passo dal pediatra e do con molto scrupolo le medicine prescritte. Non amo gli antibiotici ma, dopo tre giorni la febbre scompare e in una settimana i piccoli sono in piedi. Però, se posso evitare di imbottirli di pastiglie e pastigliette lo faccio volentieri. Stesso discorso per me: faccio i controlli classici dopo i 40 anni (ne compie 42 il 6 agosto, ndr.), ma se arriva il mal di schiena – e arriva, specialmente quando sto in piedi per tante ore – me lo tengo». Come, se lo tiene? Niente medicinali? Niente massaggi? «A prendere delle medicine per questo non ci penso nemmeno. E quanto al resto, forse sono troppo pigra o presa per pensarci, oppure, diciamo che sono fortunata a non soffrire in modo esagerato, quindi, se posso sopportare, sopporto. Nel caso del mal di testa, invece, ho imparato a “cedere” alla pastiglia. La prendo appena lo sento arrivare e mi basta per tamponarlo». Una salute quasi di ferro: costituzione o buone abitudini? «L’uno e l’altro, sicuramente. Per quanto riguarda l’alimentazione, è chiaro che ci tengo, mi appassiona, ne ho fatto il mio lavoro. E, prima di tutto, «Se arriva il mal di schiena... me lo tengo. A prendere pasticche per questo non ci penso nemmeno e se devo sopportare, sopporto. Invece, se si ammalano i bambini seguo alla lettera le indicazioni del nostro pediatra di fiducia» [email protected] «Io preferisco affidarmi al mio dottore, ma non eccedo con i farmaci» agosto 2014 | BenEssere | 33 Essere benessere | Il personaggio Chi è «Sono testimone dell’Airc e sono ben contenta di spendere la mia visibilità per una causa così importante. La ricerca aiuta tutti, sosteniamola» Nasce ad Alessandria il 6 agosto del 1972. Nel 1997 si laurea in Lettere moderne all’Università degli studi di Milano e nel 1999 diventa giornalista professionista. Comincia la carriera in Mediaset, come conduttrice del telegiornale di Italia 1, Studio aperto. Nel 2008 inizia a dedicarsi esclusivamente alla rubrica di cucina Cotto e mangiato: si tratta di puntate di un minuto e mezzo registrate a casa sua. Da quel momento farà della cucina la sua vita e la sua più grande passione. Nel 2011 passa a La7 e conduce I menù di Benedetta, che ottiene grande successo. Due anni dopo si sposta a Real time con lo show Bake off Italia, un contest di pasticceria nel quale si sperimentano torte via via più complesse, che sono poi valutate da una giuria. Nel 2014, sempre su Real time, ha invece condotto Molto bene, programma ideato da lei in cui, dopo aver fatto la spesa, prepara tre ricette: una più lunga e complessa, una di media durata e l’ultima molto veloce. E a ogni puntata, c’è un ospite speciale che cucina a fianco a lei. Ha pubblicato diversi libri di ricette, ispirati ai suoi programmi, e una saga fantasy per ragazzi dal titolo Le fate a metà, arrivata attualmente al terzo capitolo. È sposata con il giornalista di Sky sport Fabio Caressa, da cui ha avuto tre figli: Matilde, di 11 anni, Eleonora, di 9, e Diego, di 4. 34 | BenEssere | agosto 2014 In estate Benedetta preferisce i piatti con tante verdure fresche, meglio se crude. deve essere sana: divertente, capace di stupire, innovativa ma, prima ancora, sana. Che vuol dire con tante verdure fresche e frutta. D’estate viene voglia sempre di colori e sapori freschi, crudi o cotti il meno possibile, mescolati, accostati. Ma si può fare per tutto l’anno, perché ogni stagione ha i suoi tesori. La carne sarebbe da ridurre, ma qui faccio più fatica. Un po’ per i bambini, perché hanno bisogno di ferro e proteine. Un po’ perché piace anche a me, non saprei rinunciarci in assoluto». Nella dieta dei bambini ha delle attenzioni particolari? «Loro mangiano di tutto e, quando dico tutto, intendo davvero di tutto: sushi, pesce di tutti i tipi, funghi, lumache. È capitato di recente che andassimo insieme in un ristorante di cucina creativa, uno di quei locali “difficili”, da adulti. Lo chef è venuto al tavolo a spiegarci le sue scelte e le ricette che pensava di preparare poi, guardando loro, ci ha proposto “Faccio preparare anche pasta al pomodoro e bi- stecca”? Abbiamo protestato, e i ragazzi hanno fatto onore a tutto. Le bimbe sono anche magroline, quindi non devo neppure preoccuparmi di ridurre le dosi o moderarle. Ecco, se devo dire una cosa che in casa mia non entra, sono le merendine: non ne compro proprio. Biscotti secchi sì, tanti, anche perché possono servire da base, da spunto per varie ricette. Il resto no, forse perché a me per prima non piacciono. Trovo che abbiano gusti troppo omologati: sono tutte uguali, incellofanate, plastificate, finte. Meglio pane e marmellata, o una torta fatta insieme a loro. Si decide insieme che cosa mettere, si sente il profumo prima di assaggiarla». Tutto a mano, niente di pronto? «Beh, niente niente no. I bastoncini di merluzzo, per esempio, li compro, ma, altrimenti, preferisco acquistare surgelata, pulita e pronta all’uso, la materia prima. Per esempio filetti di platessa o di nasello, il polpo, tutte le verdure, paste base di vario tipo. E da quelle a un pianto pronto, il passo può essere anche molto breve». [email protected] La conduttrice va spesso al ristorante con i suoi bimbi, che mangiano dal sushi alle lumache. Lei è anche testimonial dell’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca contro il cancro: perché? «Perché è importante fare quello che si può, ciascuno dal suo punto, dalla situazione dove si trova. Tutti possono stare più attenti, fare i controlli di routine, scegliere cibi il meno trattati e “pasticciati” possibile. Io sono ben contenta di spendere la mia visibilità per una causa così importante: sensibilizzare tutti su quanto le forme tumorali siano diffuse ma anche su quanto, negli anni, la lotta a questo male abbia registrato successi. Dobbiamo sostenere la ricerca, perché la ricerca aiuta tutti». Nel suo caso, c’è anche un’esperienza personale... «Mio padre è scomparso due anni fa. Faceva una vita sana, era un super atleta. Non ha commesso, dal punto di vista della gestione della sua salute, errori dai quali io possa dire di aver imparato, anzi è stato un modello. Tuttavia se ne è andato, lasciandoci un grande «La nostra merenda preferita? Pane e marmellata, oppure una torta preparata insieme. Si decidono gli ingredienti e si sente il profumo quando è pronta, prima di assaggiare» vuoto. Ma non è per lui che sostengo l’importanza di una vita sana e di una ricerca medica sempre più forte. È per tutti noi». Lei è credente? «Io sì, ma non praticante, mio marito no. Ma per i nostri figli abbiamo voluto un’educazione cristiana e la preparazione e partecipazione ai sacramenti. Fa parte della loro cultura, dell’ambiente in cui vivono. E poi ci è sembrato giusto dar loro questa possibilità, lasciandoli liberi di scegliere, quando saranno più grandi e in grado di farlo. Ma adesso, scusi, mi reclamano… ». Ha ragione, sareste anche in vacanza: dove e come la fate? «Siamo in campagna, per ora, tutta la famiglia e… altri. La prima caratteristica della nostra vacanza è che rompiamo tutte le regole, nel senso che mandiamo all’aria routine e orari. Ci svegliamo tardi, anche molto tardi. E facciamo colazione senza fretta, con molta cura e fantasia. I bambini, di solito, non hanno fame appena alzati e, dal momento che non dobbiamo correre a scuola né al lavoro, li lasciamo gironzolare. Poi, con calma, ciascuno decide che cosa mangiare e se lo prepara. Naturalmente saltiamo il pranzo, anche perché siamo in spiaggia: un toast, un gelato e tutti i bagni che si vuole. E poi si decide per la sera, se andar fuori o mangiare a casa, magari invitando amici». Niente scadenze drastiche, insomma il contrario delle ricette “a tempo” che l’hanno trasformata in mito e paladina di tante donne che, a casa, sono intente a preparare la cena. agosto 2014 | BenEssere | 35 Essere benessere | Sanità Un’altra battaglia vinta nella lotta al cancro Nuove speranze per terapie più mirate ed efficaci. Una per tutte: il successo della chirurgia nei piccoli tumori al fegato. Grazie alla generosità di quanti hanno sostenuto le tante campagne di Airc e Firc. di Fulvia Degl’Innocenti in collaborazione con Vincenzo Mazzaferro primario di chirurgia all’Istituto nazionale dei tumori di Milano n’altra battaglia nella lotta contro il tumore al fegato è stata vinta. A testimoniare che in Italia, malgrado le difficoltà economiche, i cervelli in fuga, e il taglio dei finanziamenti, la ricerca medica è una realtà vitale e feconda. È quanto emerge dal Bilancio sociale presentato da Airc e Firc, che rende conto all’opinione pubblica e ai tanti suoi sostenitori su come sono stati impiegati i fondi raccolti nell’anno precedente. Per la precisione 94 milioni di euro nel 2013, che sono serviti a finanziare 714 tra progetti, unità di ricerca, borse di studio selezionati rigorosamente da un comitato scientifico tra tutti quelli che hanno chiesto di essere ammessi al finanziamento. Progetti di laboratorio e altri più vicini al letto del paziente. Uno di questi, annoverato tra quelli più efficaci, è stato coadiuvato dal professor Vincenzo Mazzaferro, primario di chirurgia all’Istituto nazionale dei tumori di Milano. E riguarda, appunto, uno dei tumori più insidiosi, il carcinoma epatocellulare, tuttora una malattia difficile da curare nonostante la speranza di vita sia migliorata negli ultimi anni. Il gruppo di Vincenzo Mazzaferro, in collaborazione con un team di ricerca americano, ha studiato le conseguenze della rimozione del carcinoma epatocellulare in circa 130 pazienti. «Negli ultimi anni si sono diffuse altre metodiche, più semplici da effettuare e in apparenza più efficaci», spiega il chirurgo. «Parlo della termoablazione con radiofrequenza, o laser, e a microonde. Noi abbiamo cercato di capire se era più efficace un approccio tradizionale con il bisturi. Dopo dieci anni di lavoro in collaborazione con la Mount Sinai school of medicine di New York, una delle più attive della costa orientale degli Stati Uniti, abbiamo pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista americana Hepatology. L’80 per cento dei pazienti che ha subito una rimozione di lesioni epatocellulari inferiori a due centimetri è in vita cinque anni dopo la diagno- Dodici progetti tra quelli finanziati nel 2013 BISTURI SUL FEGATO Autore: Vincenzo Mazzaferro e altri Fondazione Irccs, Istituto nazionale dei tumori, Milano La rimozione del carcinoma epatocellulare di lesioni sotto i due cm è una procedura sicura. 36 | BenEssere | agosto 2014 L’ARSENICO FUNZIONA Autore: Francesco Lo Coco e altri Università Tor Vergata, Roma Contro la leucemia promielocitica, un prodotto naturale a base di arsenico permette di ottenere risultati migliori della chemioterapia. LE MALATTIE DEL SANGUE Autore: Alessandro M. Vannucchi, Mario Cazzola e altri Università di Firenze, Università di Pavia È stato identificato un nuovo marcatore per la diagnosi e la prognosi di alcuni tumori del sangue come trombocitemia e mielofibrosi. MENO SOLLECITAZIONI Autore: Stefano Piccolo, Silvio Dupont e altri Università di Padova La proliferazione incontrollata delle cellule tumorali dipende anche dalle sollecitazioni meccaniche cui è sottoposto il tessuto. I principi biologici sono la strada da seguire. [email protected] LE NUOVE FRONTIERE DELLA CURA I progetti finanziati più significativi riguardano nuovi farmaci molecolari, alternative meno tossiche alla chemioterapia, meccanismi di attivazione del sistema immunitario. Sotto: l’immagine simbolo della campagna Airc. si. Ed è ragionevole pensare che tra il 60 e il 70 per cento sarà ancora in vita a dieci anni dall’intervento». Ma come è possibile individuare lesioni così piccole, considerando il fatto che questo tipo di tumore non dà sintomi evidenti? «Il tumore del fegato», spiega Mazzaferro, «insorge come conseguenza di forme croniche come la cirrosi e l’epatite. In questo tipo di pazienti vengono effettuati controlli periodici e un’ecografia ogni sei mesi. Il cinque per cento delle malattie croniche del fegato degenera in tumore, con una incidenza di 3.000/4.000 persone che si ammalano in un anno. E se da un lato ci FARMACO DAL MARE Autore: Paola Allavena, Maurizio D’Incalci e altri Istituto clinico Humanitas e Istituto farmacologico Mario Negri, Milano La trabectedina, una molecola di un mollusco marino, elimina le cellule tumorali. I numeri 94 milioni i fondi destinati da Airc e Firc alla ricerca nel 2013 714 le unità di ricerca, le borse, i progetti finanziati 5.000 i ricercatori coinvolti nei progetti 1.500 sono nuovi farmaci per curare le epatiti, sale il numero di persone affette da malattie metaboliche causate da cattive abitudini alimentari». Una metodica chirurgica così precisa richiede una preparazione di altissimo livello, che può essere CONTRO IL MESOTELIOMA Autore: Michele Maio e altri Azienda ospedaliera universitaria senese Una nuova molecola, il tremelimumab, è stata usata per potenziare l’attività del sistema immunitario dei pazienti, portandolo a reagire con più efficacia. BENEFICI DA UNA MOLECOLA Autore: Vincenzo Bronte e altri Università di Verona Una piccola molecola, detta miR-142-3p, ostacola la formazione da parte del midollo osseo di macrofagi, che indeboliscono il sistema immunitario. le pubblicazioni scientifiche sui lavori finanziati 4, 5 milioni i sostenitori di Airc e Firc 63 % sopravvivenza delle donne a cinque anni dalla diagnosi ATTIVARE LE DIFESE Autore: Anna Maria Biroccio e altri Istituti fisioterapici ospedalieri, Roma L’inibizione di Trf2, proteina che compone le “code” dei cromosomi, è in grado di bloccare la crescita tumorale attivando le difese. agosto 2014 | BenEssere | 37 Essere benessere | Terapie [email protected] Il trend delle guarigioni è così incoraggiante da spronare le associazioni a fare sempre di più nella raccolta dei fondi DALLA PIAZZA AL LABORATORIO Sopra: un laboratorio di ricerca. A destra: volontarie dell’Airc in piazza mentre offrono arance in cambio di una donazione. Curiosità LA VITA DOPO LA DIAGNOSI Ogni giorno in Italia vengono diagnosticati mille nuovi casi di cancro. Se da un lato aumenta l’incidenza di questa malattia, dall’altro cresce anche la sua curabilità. Oggi, infatti, la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi arriva al 63 per cento per le donne e al 57 per cento per gli uomini. Un progresso enorme se si pensa che solo nel 1990 gli stessi dati parlavano di 53 per cento per le donne e di solo 39 per cento per gli uomini. LINFOMI A CELLULE T Autore: Stefano Pileri e altri Università di Bologna Sono state classificate meglio le principali varietà di linfoma T. Con un anticorpo si trattano le forme più aggressive della malattia. 38 | BenEssere | agosto 2014 garantita solo all’Istituto dei tumori. Ma siete in grado di accogliere tutti i malati? «Naturalmente no, e infatti il nostro obiettivo è ora quello di formare altri chirurghi in Italia, in modo che anche in altri ospedali sia possibile effettuare lo stesso tipo di intervento con lo stesso risultato». Quanto è stato determinante il ruolo dell’Airc? «La ricerca può essere finanziata da una casa farmaceutica, o essere più squisitamente accademica, quindi libera da condizionamenti economici. Io preferisco la seconda, anche perché sono un chirurgo. Se ho raggiunto certi livelli di eccellenza lo devo proprio all’Airc, che mi accompagna sin da quando ero un neolaureato di 25 anni. Fu infatti proprio grazie a una sua borsa di studio che potei andare negli Stati Uniti a perfezionarmi, per poi rientrare in Italia all’Istituto dei tumori dove si effettuavano i trapianti di fegato, COLESTEROLO BENEFICO Autore: Antonio Moschetta e altri Irccs Istituto oncologico Giovanni Paolo II, Bari Alcune molecole del fegato che controllano il colesterolo possono rallentare la crescita del tumore del colon. l’unico trapianto di organi solidi che si fa in caso di carcinoma. Una storia che continua. Infatti, in questo momento, una giovane biologa dell’Istituto lavora negli Stati Uniti con una borsa di studio, così come un’altra ricercatrice ucraina è venuta qui da noi per operare nel campo dell’immunologia dei tumori». L’Airc sarà al vostro fianco anche in futuro? «Il prossimo obiettivo è una ricerca sul calangiocarcinoma, che deriva dalle cellule dei i canali della bile. Per questo noi siamo grati all’Airc», conclude il professor Mazzaferro, «che svolge un lavoro serissimo. Il nostro Paese ha bisogno di istituzioni come questa, affinché il capitale umano di tanti bravi ricercatori non si disperda. Anche da noi deve mantenersi vivo il sogno tipico della professione medica: fare ogni giorno qualcosa di meglio per alleviare le sofferenze del paziente che si affida a noi». VACCINO PER IL PANCREAS Autore: Francesco Novelli e altri Università di Torino In laboratorio è possibile bloccare la progressione del tumore al pancreas con una vaccinazione a Dna. Anche a livello preventivo e per ostacolare le recidive. L’HERPES, UN ALLEATO Autore: Pier Luigi Lollini, Gabriella Campadelli-Fiume e altri Università di Bologna Il virus dell’herpes modificato è capace di riconoscere e distruggere i tumori del seno e dell’ovaio che presentano il marcatore Her-2.