Numero 44 - caterpillar

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Numero 44 - caterpillar
NUMERO 44
ANNO XI NOVEMBRE 2003
Per abbattere il muro dell’indifferenza e dare ali alla creatività
Con l’inizio del nuovo anno vogliamo, prima di tutto,
porre alcuni quesiti nei quali probabilmente vi
immedesimerete:
1.Battista non è troppo vecchio per portare
avanti un giornalino?
2.Battista, interista, non è troppo illuso per portare
avanti il giornalino?
3.Battista è un essere reale o un’entità che esiste
solo nella realtà metafisica?
4.
Cosa ci facciamo qui?
5.Da dove veniamo?
6.Quanto ci è costato il biglietto?
7.Ma Ville deve sempre fare articoli così lunghi?
8.Se un gatto cade notoriamente dalla parte delle gambe, e una fetta
di pane con sopra il burro cade sempre dal lato imburrato, legando
la fetta imburrata, dal lato del pane, alla schiena del gatto, e
gettandoli dal 4° piano, come cadranno?
9.Se il papà di Pierino ha tre figli, due dei quali si chiamano Qui e Quo,
come si chiamerà il terzo?
10.Ma, davvero, Battista non è troppo vecchio?
11.Ma se il mio capo si droga, io sono un tossico-dipendente?
12.Cosa faceva uno sputo su una scala? (Saliva!)
13.Cos’è il merluzzo? (Un uccelluzzo che fischiuzza!)
14.Qual è l’animale più veloce del mondo? (Il ghepardo)
15.E qual è l’uccello più veloce del mondo? (L’uccello del
ghepardo!)
16.come si chiama un frate con le gambe storte? (Fra
Parentesi)
Ci teniamo a precisare che lo stile
dell’editoriale non rispecchia (o almeno
non del tutto) i contenuti del caterpillar!
È solo la diretta conseguenza di uno stato
mentale degenerato a causa di troppi anni di
Mascheroni (salvatevi finché siete in tempo).
Speriamo la nostra fama di giornalisti non venga
macchiata da questi sporadici pezzi.
In ogni caso, vi lasciamo con l’ultima domanda…
Come si fa a tenere impegnati degli idioti per qualche mese? La risposta
nel prossimo numero…
Vostri
Ire&Ale 5A
… ormai alle nove del mattino non rimaneva
niente da fare per ingannare il tempo.
Il pullman, partito all’una di notte, ci
aveva lasciato già da due ore, e l’attesa
cominciava a pesare. Lungo la strada
si radunava la gente, prima a piccoli
gruppi di poche persone, poi via via
più grandi, un flusso in continua
crescita, un’inarrestabile fiumana color
arcobaleno che lentamente avanzava,
mentre noi, fermi ad un lato, la
guardavamo passare.
All’improvviso inizia la musica, allegra
ed alta, coprendo il ronzare d’una
moltitudine di discorsi indistinti; è
arrivato il furgone e ci accalchiamo giusto
appena
dietro, ora si parte! … No, falso allarme,
dobbiamo ancora aspettare il nostro turno, ma almeno possiamo ‘pogare’ un po’ per scaldarci, visto
che stiamo tutte gelando … alle 10 la marcia per noi non è ancora iniziata, ma siamo già in un bagno
di sudore. Poi, lentamente, s’inizia a percepire un cambiamento.
Stanno sfilando le bandiere che un vento compiacente fa sventolare nell’aria: iridi multicolori,
ma anche di partiti, associazioni, nazioni, comuni, assieme a tante altre quante la fantasia ne può
inventare. Le stelle rappresentanti i paesi dell’Europa unita si ritrovano come vicini di casa il Brasile,
Cuba o la Palestina; lo sguardo del Che dai suoi mille volti di stoffa sembra aver vita propria di
nuovo, mentre il ‘compagno Berlinguer’ sorride ironicamente, o di gioia, forse; i cartelli hanno
troppe frasi per poterle riportare, anche solo perché si possa ricordarle tutte. Spiccano alcune
tricolori, le fasce dei sindaci partecipanti e arazzi e stemmi comunali o religiosi, oltre alla rossa E di
Emergency in campo bianco, segno d’un agire concreto che s’oppone alla guerra. Domina il rosso? In
parte è vero, ma anche solo da questo lussureggiante turbinare di toni si nota come il pluralismo qui
imperi … Non tutti i simboli che ci siamo portati dietro forse sono giusti, c’è chi inneggia a Saddam,
ma anche chi agita la tanto nota (e fischiata ) bandiera a stelle e strisce… eccessi, certo, siamo qui per
un solo scopo, un obbiettivo che non rinnega il nostro passato, ma vuol puntare soltanto a permetterci
di scegliere un altro e diverso futuro.
Ci supera il corteo, o meglio, ci passa a fianco, perché non se ne vede l’inizio, e neppure la
fine: partiremo davvero per questa missione di pace? Non sembra quasi vero, ma finalmente ci
mettiamo in moto, lentamente, reggendo lo striscione affidatoci, a tempo di musica. Ci aspettano
venti chilometri di salti, canti, balli, inni, invocazioni; sei ore ininterrotte di cammino verso Assisi
assieme a tutto un popolo, a tutta una nazione ( perché veniamo da ogni dove pur essendo cittadini
della stessa, unica patria ideologica ) finalmente in movimento; una giornata per dimostrare che il
sogno di un mondo diverso appartiene a tanti, e che non contano le differenze, durante il percorso
verso un fine comune. Camminiamo tutti, adulti, vecchi, bambini, giovani, esponenti di partito
illustri o sconosciuti, padri di famiglia con moglie e figli al seguito, coppie o solitari, lavoratori,
studenti, compagnie di scout o membri d’organizzazioni varie, tutti, sulla strada per la pace, mentre
la campagna umbra, calma e stupenda, si spalanca davanti a noi, offrendosi agli occhi e sostenendo
i passi di questa folla, avanti, sempre più avanti, il sole ha trapassato le nubi ed ora compie il suo
percorso nel cielo che oramai ‘ è sempre più blu ’, le note corrono, noi le inseguiamo, giocando a
rimpiattino. Intoniamo tutte le nostre chimere, esprimiamoci,
urliamo affinché la nostra voce possa arrivare alle orecchie
di chi non è qui. Che ognuno senta il nostro messaggio:
coloro che non han potuto esser presenti, o non hanno voluto,
odano ciò che abbiamo da dire! E quindi, tra ‘Contessa’,
‘Bella Ciao’ e ‘Stalingrado’, ‘Jamming’ e ‘In un giorno di
pioggia’ proseguiamo il nostro cammino, tenendo il passo,
danzando e cantando a squarciagola le parole delle nostre
canzoni, e altre che sono, se non diffuse dall’altoparlante, sempre
vive in noi, da sempre e per sempre. Passa mezzogiorno, passano
le due, non sappiamo quanti siamo, se trecentomila o il doppio, non
importa, sappiamo solo che siamo e questo ci basta, è tutto. Appare Assisi
alta sull’orizzonte, lontana, quanto? Non serve saperlo, non lo vogliamo sapere, arriveremo quando
sarà il momento, prima o dopo, arriveremo. Se mi guardo attorno è come aver davanti un catalogo,
inventario dell’umanità intera, quasi che il mondo si stia muovendo con noi, noi siamo il mondo e
lo smuoveremo dalle sue posizioni d’adesso, con tutto il nostro sforzo, con tutto il nostro cuore, con
tutta la nostra anima, mente, vita. Non c’è tempo per pensare adesso, si deve solo continuare ciò che
abbiamo deciso di intraprendere, solo dopo, al termine della marcia, potremo fermarci e riposare…
La fine arriva troppo in fretta e la rocca rimane irraggiungibile, l’abbiamo vista ma non toccata con
mano, un’allegoria di un mondo pacificato, mi viene da pensare. E’ ancora presto, il pullman ripartirà
alle sei, c’è tempo prima di ritrovarci soli, a casa, nel nostro letto alle tre del mattino, dopo altri cori,
pensieri, emozioni del ritorno, mentre usciamo da questa marea umana che ha appena cominciato a
sfaldarsi.
Ricorderemo più tardi, per ora viviamo e pensiamo.
Al perché eravamo qui, ad esempio.
Siamo solo ingenui sognatori, persi dentro ad un’utopia oramai vuota, o c’è qualcosa di vero e reale
nelle frasi che scrivo? Nascosto dietro ai tanti errori commessi, storture, ideologie manomesse dei
tempi attuali, abbiamo davvero trovato qualcosa per cui valga la pena di manifestare? E’ solo un
solito, stupido, sterile scontento, un’intenzione attiva di proporre e realizzare, una strada da indicare e
seguire per primi, un progetto per il quale esporsi, lottare, vivere?
Io credo che, con impegno e volontà, le problematiche d’oggi possan risolversi in modo incruento e
pacifico, credo in questa forza, in queste idee, credo in noi.
Si deve proprio andare ora, non possiamo trattenerci oltre.
La cima della collina, la fine della via, un mondo migliore… sarà per un altro giorno.
Farewell
P.S. : anche se è passato un mese o più da questa stupenda esperienza, il mio sentimento e la mia
passione non si sono spenti. Voglio allora coinvolgere altri, e informarvi a proposito di una minimarcia per la pace, promossa da varie organizzazioni dell’Isola, che si svolgerà domenica 23
novembre, da Ponte San Pietro a Sotto il Monte; per altre informazioni mi trovate sul forum, in 4°A o
al 3392149930.
Per continuare a stare insieme, e non rinunciare, perché la pace è un diritto che non può essere negato
a nessuno.)
Nelle ultime settimane ha destato molto scalpore un
articolo a firma di un osservatore inglese, Tobias Jones,
comparso sul “Financial Times” e che aveva come
soggetto la Tv di casa nostra. La televisione italiana?
Troppa volgaritΰ, troppe trasmissioni scadenti, troppi
conduttori arroganti e presuntuosi che si credono
intoccabili solo perchι hanno un pubblico fedele che
prosegue imperterrito a seguire le loro tristissime
performance mediatiche. In soldoni, θ questo il succo del
discorso che trapela dalle pagine dell’autorevole testata
britannica. Una televisione scadente che si contrappone
perς all’idea di italiano che Jones si θ fatto vivendo,
in questi anni, a Parma: “la tragedia della Tv italiana θ
che non θ proprio italiana. A me, l’aggettivo suggerisce
intelligenza, generositΰ, creativitΰ. La televisione, perς,
rispecchia ben poco di un popolo di altissima cultura”.
Sempre che i complimenti riguardo l’aggettivo “italiano”
siano meritati, io appoggio pienamente la tesi esposta
da Jones. Piω guardo, a tutte le ore del giorno e della
notte, questa infernale scatola onnipresente nella case
di ognuno di noi, e piω mi convinco che sarebbe tempo
di svecchiare il sistema, o come direbbe il Pippone
nazionale, di “innovare”. Ma da che parte cominciare?
Dai conduttori? Dai format? Dal cercare di coprire le
procaci forme delle letterine e scoprire magari quello che
si nasconde nelle loro testoline? La cosa che mi lascia
piω perplesso θ proprio il vedere come in trasmissioni
indirizzate ad un pubblico che puς variare dagli zero ai
novant’anni (con il bollino verde insomma) appaiano
quasi immancabilmente ragazze in abiti assai succinti,
ammiccanti, esibite, quasi “vendute” in cambio della
fedeltΰ del telespettatore. Una mera, quasi volgare
questione di share. “Ma in tutta Europa, per non parlare
degli Usa, le donne compaiono in televisione a volte
integralmente nude” potrebbe essere un’obiezione. Il
fatto curioso θ che quando sulla Tv italiana appare un
seno nudo tutti gridano allo scandalo, ma se quello stesso
seno comparisse coperto da un mini-bikini che lascia
ben poco spazio alla fantasia (e la cosa potrebbe anche
essere piω nociva che non mostrarlo come mamma l’ha
fatto) allora tutto rientra, la cosa θ normale, tanto lo fa
la Rai come lo fa Mediaset; pure molte delle cosiddette
“prezzemoline” sono onnipresenti ospiti nei vari talk
show, da Costanzo a Vespa, passando per il labirinto
di tavole rotonde televisive che discutono in materia
calcistica. Solo noi, abbiamo il mito, trasposto pure al
cinema da Muccino, della ragazza piω o meno carina che
pur di sfondare nello showbusiness θ disposta a tutto:
se sarΰ fortunata (ma soprattutto se si porterΰ a letto il
produttore giusto) farΰ la valletta per un qualche matusa
del piccolo schermo e si fidanzerΰ con un calciatore.
Magari girerΰ un film d’essay. Iter perfetto, celebritΰ
assicurata, per non parlare del calendario. Velleitΰ di una
piccola Italia, c’θ chi si accontenta. La cosa terribile θ
che noi siamo ormai avvezzi a questo genere di notizie!
Curve mozzafiato e corpi ridotti a feticci per porci
voyeuristi non danno piω scandalo, ed ogni cosa passa
in sordina dopo aver fatto il suo tempo: ciς che vent’anni
fa sarebbe stato materia di censura oggi θ all’ordine del
giorno; ciς che per i padri θ scandalo, per i figli θ un
qualcosa di ordinario, se non giΰ un tabω superato.
Mi θ parso di constatare come molti format (che sono
sempre piω riciclati, e come i cavoli quando vengono
riscaldati, fanno schifo) siano decisamente troppo,
come dire, obsoleti, “pantofolai”, sfornati ad hoc per
un pubblico piω che adulto, direi anzi decisamente
stagionato, avvezzo a sorbirsi ormai da anni le solite
faccione imbellettate. In altre parole, siamo a corto
di idee. Il “Grande Fratello” θ giunto alla sua terza
edizione, “Ciao Darwin” alla quarta (con Bonolis e
Laurenti conduttori ab aeterno). Per non parlare della
“Ruota della Fortuna”! Scandiscono il tempo nelle
giornate, nelle stagioni di molti di noi, θ innegabile!
Quanti si divertono, il sottoscritto in primis, a fare
il gioco della ruota finale di “Passaparola” prima
del telegiornale delle 20? Questa programmazione,
generalmente, non ci piace, ma ce la sorbiamo vuoi
per noia, vuoi per abitudine, vuoi perchι all’ora di cena
ormai Gerry Scotti o Amadeus θ come se fossero seduti
alla nostra tavola… E la Tv invecchia, inesorabilmente,
nessun vero dinamismo, nessuna vera rivoluzione
“generazionale” (a parte apprezzabili eccezioni che di
certo non si chiamano Daniele Bossari o Laura Freddi),
nessuno stimolo che sia tale da avvicinare il mezzo
televisivo ad un pubblico piω giovane con un sacco di
senso critico da esprimere e che proprio per questo θ
sempre piω schifato dai palinsesti oggi proposti. Ancora
i veterani ci intrattengono nonostante siano giΰ da
un pezzo in etΰ pensionabile! Personaggi celeberrimi
che sono quasi delle figure antonomastiche! Perchι i
conduttori sono sempre gli stessi, perchι i programmi
si somigliano tutti? Sembra che la rivalitΰ tra Rai e
Mediaset si vinca a chi θ piω bravo ad arruffianarsi il
pubblico: vergognosamente, da una parte “Al Posto
Tuo” e dall’altra “Uomini e Donne”, vengono messi
in pubblica piazza i sentimenti piω intimi, il tutto in
nome dell’audience. I telegiornali, e qui mi si perdoni lo
schierarsi, sono un ibrido tra il notiziario e il rotocalco
rosa: non parlo di Fede che dopo tutto non fa testo (“θ
un politico capacissimo, ma come giornalista fa ridere”
dice Jones), ma quando a Studio Aperto si parla di “Vip
d’estate” dedicando un dieci minuti buoni alle vicende
sentimentali del fusto o della gnocca di turno e al Tg5
si mettono a dispensare consigli eno-gastronomici che
occupano una porzione di tempo notevole sull’intera
durata del notiziario, mi cadono veramente le braccia.
Per non parlare delle perle moraliste che a volte Mentana
e Sposini (e Giordano) ci regalano al termine di un
servizio; io cerco di farmi un’idea della cosa ed ecco che
loro, arrogandosi una libertΰ che non hanno alcun diritto
di prendersi, mi dicono come devo vedere le cose, as
they see. Davvero senza parole.
Ma ritorniamo ai fatti: la risposta alle critiche di Jones
non si θ fatta attendere, e feroce: “la BBC non θ affatto
meglio”, tuona il gotha massmediatico nostrano, “Jones
θ un’ipocrita, dovrebbe badare agli affari di casa propria
prima di ficcare il naso in quelli degli altri”. Inutile
dire che Costanzo ha invitato al suo talk-show il nostro
personaggio, che da perfetto gentleman britannico ha
dato una garbata quanto tagliente risposta: “Verrς al
suo show quando lei non sarΰ piω un dipendente del
presidente del consiglio”. Genialmente pragmatico.
Sempre traendo a piene mani dalle sue parole, calza
a pennello la seguente frase di Karl Popper: “La
democrazia non puς esistere se non ha sotto controllo
la sua
televisione”. In Italia, allo stato attuale delle cose, θ
esattamente l’opposto: “C΄θ un pericolo che lo studio
televisivo diventi piω potente del senato” commenta
l’osservatore del “Financial Times”, aggiungendo
“Per me non θ un bene, ne per la televisione ne per la
politica”. Anche se alla fine piove sempre sul bagnato…
Da sempre si rincorrono illazioni, fondate o meno
che siano a nessuno θ dato saperlo, sull’effettivo stato
di anomalia in Italia dove il primo ministro θ anche
proprietario di tre reti televisive. In un clima cosμ
avvelenato, θ naturale che certe domande, le persone
intelligenti perlomeno, se le pongano: fino a che punto,
dietro le quinte, il Berlusconi politico e il Berlusconi
imprenditore sono realmente scissi? Possibile che questo
novello C. F. Kane rispetti il proprio pubblico mandato
e allo stesso tempo questo non abbia interferenze con gli
interessi personali del capitano d’industria?
Si criticava la BBC. Come sempre, da buoni italiani,
siamo andati a pescare a casa dei diretti interessati,
a Londra, esempi che giustificassero l’infondatezza
della tesi di Jones. “Terra”, rotocalco a cura del Tg5,
ha spedito un giornalista nella capitale dello UK per
mostrarci quanto poco di buono si trasmetta sulla Tv
di stato inglese: gesto miserevole, gusto pessimo.
Anzichι fare autocritica costruttiva, e rendersi conto
del basso livello di qualitΰ dei nostri programmi, sono
andati letteralmente a spulciare le varie reti televisive
d’oltremanica per poi dire “Su questo canale si vedono
i seni nudi fin dalle nove di sera”, “Da quest’altra parte
si trasmettono film violenti”. Tipico del nostro stile: non
importa se a torto o a ragione, se qualcuno parla male
di te l’unica cosa che conta θ che tu sia piω bravo di lui
nel rincarare la dose e a ritorcergli contro la sua stessa
accusa. Terribilmente puerile e deprimente. Valesi la
massima leopardiana: “Gli uomini si vergognano, non
delle ingiurie che fanno, ma di quelle che ricevono”.
Chissΰ se i nostri anchorman hanno mai letto lo
Zibaldone…
Ma chi desidera che la Tv italiana sia quello che θ?
Davvero ci si sta sforzando di migliorarla? A volte,
leggendo settimanali come “Tv Sorrisi e Canzoni”,
“Gente” quando faccio la coda dal medico, rimango
colpito da quanto noi italiani siamo un popolo di
pettegoli, viviamo di gossip come le vecchie signore
col cappello nei caffθ d’inverno, anche se non lo
vogliamo ammettere. Sogniamo di condurre un’esistenza
apparentemente felice e agiata e ci dimentichiamo della
nostra! Io non lo so, ma anche all’estero sono ridotti
cosμ? Siamo quasi commossi se i very important person
ci raccontano le loro appassionanti vicende personali,
suscitano l’ammirazione di legioni di affezionatissime
casalinghe e massaie quando mostrano orgogliosi dalle
pagine di “Chi” i loro pargoli nati di quattordicesimo
letto… E trasmissioni come “Verissimo” sono degli
ottimi catalizzatori per l’aumento delle vendite alle
edicole, fungono da cassa di risonanza mass-mediatica
agli avvenimenti mondani, agli inutili dettagli della
vita privata e di carriera dei protagonisti della nostra
televisione. Diabolica, fruttuosissima commistione tra
carta stampata e mezzo televisivo! E non basta! Quello
che voglio arrivare a dire θ che il fine ultimo (lecito
ogni mezzo!), θ quello di tenerci giammai avvinghiati,
quanto piuttosto “narcotizzati” davanti al teleschermo,
al fine di sorbirci la pubblicitΰ! Ad ogni quarto d’ora
possiamo usufruire del nostro bel carrello pubblicitario,
cosicchι quando andiamo a fare la spesa al supermercato,
magari alla Standa, ci ricorderemo dei “consigli per gli
acquisti” dei nostri affezionatissimi Mike e Maurizio…
Quanto rimarrebbe dei loro sorrisi di plastica, dei loro
modi gentili, delle rughe liftingate altrimenti? Cosa
sarebbe Mediaset (e in parte la Rai) senza pubblicitΰ?
Rispondetevi da soli. Faccio notare in questa sede che
il canone della BBC θ poco piω del doppio rispetto al
nostro, ma gli spot sono pressochι assenti.
Critiche troppo feroci? Jones, per la sua recensione sul
“Financial Time”, si θ sentito dare all’alba del terzo
millennio, della “femminuccia inglese in parrucca” e del
“trotzkista” (non ricordo di chi sia quest’ultima uscita,
forse di Gasparri). Dalle nostre parti la televisione,
improntata sul modello americano (o meglio, sul peggio
del modello americano) θ sacra, intoccabile. Qualcuno
ne parla male? Non merita la benchι minima attenzione,
θ del tutto screditato! Ma poi, quando la Franca,
la moglie del presidente Ciampi (il buon Ciampi!)
definisce la nostra una “Tv deficiente”, allora stiamo tutti
sull’attenti…
Ville
[email protected]
La questione tiene banco con alti e bassi nel panorama politico-etico-ambientalista, e così, come spesso
capita in questi casi, la gente non si fa un’idea precisa sul problema ma se proprio deve farlo, dà un
giudizio per sentito dire, fidandosi delle opinioni altrui (politici appunto e mass media in primis). È
corretto e soprattutto sicuro produrre e consumare cibi modificati biologicamente? O per porla più
semplicemente: sei o non sei a favore degli OGM? A essere onesti, dirà la
gran parte di voi, non ho un’idea ben precisa in merito perché se dovessi farmi
un’idea su tutti i problemi “minori” di questo nostro mondo disgraziato da
ogni sorta di male, non riuscirei a fare nient’altro. Sapete cosa vi dico? Avete
ragione, se il problema fosse: è meglio mangiare pomodori che sembrano
angurie oppure quelli più apparentemente genuini dell’orto della nonna? Non
c’è dubbio che in questo caso il problema OGM godrebbe di un interesse
certamente minore di quello effettivo. Quesiti di questo tipo sono però molto
semplicistici e superficiali . Per restare al nostro pomodoro, pensate solo
se, come riferisce il direttore di Assobiotec Sergio Dompé in una recente
intervista a Il Giornale, togliendo un semplice gene, senza rischio alcuno, si
potesse ritardare di un paio di mesi la maturazione del pomodoro. La nostra
risposta è sempre la stessa ma andate a chiederlo al coltivatore di pomodori,
costretto a buttarne via tonnellate ogni raccolto perché, non avendo i mezzi
e la manodopera necessari, marciscono e vengono letteralmente sprecati,
ebbene oggi è possibile ritardare la maturazione del pomodoro, ecco allora
che il problema si fa più interessante.
A sollevare però l’interesse del mondo, è stato un caso ecclatante avvenuto
circa un anno fa in Africa e più precisamente in Zambia, dove all’epoca
era in atto una grave carestia che faceva morire di fame decine di migliaia
di persone, soprattutto bambini. Vista la tragica situazione, come capita di
norma in questi casi, vennero inviati aiuti alimentari internazionali, e in
Zambia giunse mais proveniente dagli Usa. Il presidente zambiano Levy
Mwanawasa, appoggiato e sostenuto nella sua azione da un corteo di certi
partiti europei, rifiutò il mais reputandolo “veleno” perché geneticamente modificato, in barba al suo
popolo che assaliva affamato e disperato i magazzini dove stava il mais sotto sequestro. Il fatto che in
questa delicata faccenda, perché stiamo parlando di vite umane, ci fa riflettere è che quello stesso mais
viene mangiato ogni giorno da milioni di americani. Dev’essere stato facile per il presidente zambiano e,
ancora di più, per quei politici nostrani che l’hanno sostenuto, proferire soavi parole di disgusto per il mais
transgenico, no, non era giusto far mangiare a quella povera gente il “veleno” americano. L’interrogativo
che ci poniamo, ora è immeddiato e istintivo: cosa avresti fatto tu, politico con la pancia piena, se i tuoi
figli stessero per morire di fame nello Zambia e tu avessi quella pancia totalmente vuota?
Come potete vedere, la questione ogm non costituisce soltanto un piccolo problema del mondo ma, al
contrario, è diventato un problema di grande attualità che va esaminato con attenzione considerando
tutti i possibili sviluppi di una scienza, la biotecnologia, che, se non denigrata ai margini dai mass media
per interessi prettamente di mercato, può essere davvero il nostro futuro e risolvere problemi di enorme
spessore, senza stravolgere la legge della natura e nel rispetto della dignità umana.
Fabio Ciarlante
Per qualsisi chiarimento od osservazione: [email protected]
All’alba del 28 settembre 2003 gruppi di agenti, del reparto antidroga, dopo mesi
e mesi di pedinamenti e controlli, fanno irruzione in alcune case di Roma.
No, non stanno cercando dei narcotrafficanti, ma un gruppo di ragazzi che
aveva la colpa di avere in casa qualche pezzetto di haschis. Scene di panico,
cani antidroga che fiutano tra cassetti, armadi, libri, genitori che piangono,
ragazzi impauriti. È questo quello che è accaduto ad alcuni studenti del
Liceo “Virgilio” a Roma: da mesi agenti in borghese, che si erano sostituiti
agli operai, ai tecnici e addirittura ai bidelli, li controllavano anche grazie alle
microtelecamere piazzate in tutta la scuola. Questi dodici ragazzi avevano la “colpa” di
fumarsi qualche canna e di avere a casa, in tutto, così affermano le autorità, 8 grammi di haschis,
cioè 0,66 grammi a testa, poco più di mezzo grammo!!
La denuncia che a scuola giravano delle canne è partita, così si dice, da alcuni genitori
preoccupati che a scuola, oltre alle canne, potessero girare droghe più pesanti, ma secondo
me, e anche secondo molte persone, tra cui alcuni professori del Virgilio, questa è stata
anche e soprattutto una manovra politica per “pubblicizzare” il nuovo progetto di legge
di Fini, per il quale se dovesse passare a fine ottobre, verrebbe cancellata la distinzione
tra droghe leggere e pesanti e di conseguenza non esisterebbe più l’uso personale. Quindi
si potrebbe subire una condanna dagli 8 ai 20 anni anche solo per una canna!!! Questa
legge l’aveva messa in atto, o almeno c’aveva provato, trent’anni fa, Craxi senza successo, infatti
il risultato fu soltanto un’affluenza maggiore alle carceri già strapiene e quindi un peggioramento
delle condizioni dei carcerati, già tremenda, e un collasso totale della giustizia; aumentarono in
maniera vertiginosa i processi e di conseguenza si allungarono i già lentissimi tempi burocratici.
Tutto questo per condannare una sostanza che, è stato dimostrato scientificamente, potrebbe essere
usata come medicina e aiutare molte persone. Ma per questo bisognerebbe fare un discorso a parte.
Vorrei tornare a sottolineare quello che ho detto nelle prime righe riguardo l’abuso di potere da parte
dell’autorità e i costi smisurati dell’operazione. Infatti il costo del gruppo di investigatori ingaggiati
sommato a quello dei vari travestimenti dei poliziotti e a quello delle microtelecamere piazzate
per tutta la scuola non è neanche paragonabile al quantitativo do droga confiscata, poco più di 8
grammi, ed è per questo che sottolineo che questa è stata solamente una manovra “dimostrativa”.
Oltretutto una cosa che fa sorridere è il fatto che, mentre la polizia se la prende con dei ragazzi
senza nessuna colpa, in Italia ogni giorno atterrano aerei carichi di cocaina e altre droghe pesanti,
che io personalmente condanno, che con l’appoggio di alcuni “pezzi grossi” entrano nella nostra
realtà facilmente. Voglio anche sottolineare il grandissimo ed evidentissimo abuso di potere da
parte dell’autorità, non solo la mattina al momento dell’irruzione, ma anche durante tutto l’arco
dell’operazione. Infatti i poliziotti sono entrati nella vita privata di questi 12 ragazzi, di cui uno
solo maggiorenne, ascoltando chiamate, seguendoli in ogni loro movimento, persino a scuola, dove
la preside ha permesso, e sottolineo “ha permesso”, questa “messa in scena” e tutto ciò solo per
alcuni sospetti.
Concludo dicendo solo che la politica antiproibizionista e repressiva messa in atto dal governo
non porterà a nulla di positivo e potrebbe avere addirittura un effetto contrario. Penso che la ganja,
così tanto condannata, potrebbe portare, come ho già ricordato prima vantaggi e aiuti medici molto
elevati (consiglio la lettura del libro MARJUANA: LA MEDICINA PROIBITA) e che non sia giusto
che droghe come l’alcol e il tabacco che fanno solo male e non hanno scopi benefici, siano legali,
mentre la marijuana sia condannata al livello delle droghe pesanti.
LOLLO 4G
28 Settembre 2003: la squadra narcotici irrompe nelle case
di alcuni studenti frequentanti il liceo “Virgilio” a
Roma. Risultato: ritrovamento di 8 grammi di hashish
nelle case di dodici ragazzi, dei quali solo uno
maggiorenne. Ma l’operazione era cominciata tempo
prima con pedinamenti e controlli effettuati da agenti
in borghese, che si erano confusi tra gli operai addetti ai
lavori di manutenzione e i bidelli. Il punto: tale azione è
giustificata in quanto rispettosa della legge o è solo un abuso di
potere? Giustizia o precoce attuazione della legge proposta dal vicepremier
Fini (nessuna distinzione fra le sostanze, imputazione di spaccio per il
possesso di una quantità anche minima, drastico ridimensionamento dei
servizi pubblici a favore di comunità terapeutiche private, eliminazione dei
progetti più avanzati di riduzione del danno, sanzione e lavori forzati per
chi consuma e per chi spaccia)? “Educare e, se necessario, punire”: questa è
la nostra proposta come linea guida di una politica che miri a restituire ai
cittadini la dignità di individui adulti, responsabili e consci delle proprie
decisioni. E’ giusto condannare l’utilizzo, anche se a scopo personale e
limitato, di qualsiasi tipo di stupefacente. Qualcuno potrebbe obiettare
rimarcando come alcool e tabacco siano considerati legali e la marijuana
illegale, sebbene l’effetto stupefacente della marijuana sia inferiore
a quello dell’alcool, che invece provoca assuefazione fisica e
migliaia di morti all’anno per i danni sia diretti (malattie
epatiche) sia indiretti (incidenti). Altri potrebbero insorgere
attribuendo alla marijuana fantomatiche proprietà terapeutiche.
Bene, ricorrendo alla tecnica ciceroniana della praeoccupatio,
confutiamo anticipatamente queste possibili obiezioni e
proponiamo la condanna allo stesso livello dell’abuso di qualsiasi
tipo di sostanza stupefacente, comprendendo anche alcool e tabacco. Questo
perché riteniamo ingiusto far pesare sulle tasche di tutti gli Italiani le spese
sanitarie conseguenti alle cure delle malattie dovute a dipendenze personali
sicuramente evitabili. Nonostante i proventi del commercio di alcolici e
sigarette, il governo non riesce a mantenere attivo il bilancio a causa della
maggiore spesa sanitaria derivata dalle malattie provocate dall’abuso
di tali sostanze. Sarà pur vero che la retata ha comportato un cospicuo
dispendio economico, non paragonabile al valore della quantità di hashish
ritrovata, ma è necessario far sentire, anche con azioni repressive, la forte
presenza dello Stato nell’attuazione della legge. Come accusare il governo
Berlusconi di essere proibizionista, “un Impero basato su guerra, repressione
e sfruttamento”, quando questo si pone l’obiettivo di salvaguardare la salute,
e conseguentemente anche le tasche, dei cittadini? La marijuana, per quanto
alla moda possa essere, provoca, per chi non lo sapesse o non l’avesse ancora
provato di persona: stato euforico associato ad una sensazione di benessere
fisico e psichico, modificazione della percezione del tempo vissuto e dello
spazio, abbassamento della soglia sensoriale (in modo particolare per gli
stimoli acustici e visivi), alterazione dei processi di memorizzazione, ansietà
ed aggressività, aumento dell’appetito, orofaringiti, bronchiti ed asma,
allucinazioni e disturbi del sonno. Ma non pensateci quando vi fate una
canna!!
Sam & Kay IV L
Che strana sensazione…è la prima volta che mi trovo a scrivere un articolo di giornale che non sia
per un compito in classe, rubando così tempo ed energia alle importantissime cose che potrei fare in
questo piovoso pomeriggio di Novembre…Il fatto è che alcuni giorni fa un titolo in prima pagina di
un quotidiano (se proprio lo volete sapere è Il Giornale) ha colpito la mia attenzione. E così mi sono
trovata a leggere una decina di articoli (altra pratica del tutto inusuale nelle mie abitudini) riguardo
alla questione. Come avrete capito dal titolo si tratta del delicatissimo dibattito del crocifisso nelle
aule scolastiche. Dico “delicatissimo” non a caso: di questi tempi, non so se ve ne siete accorti (io si)
bisogna fare molta attenzione a parlare di religione, o ancora peggio di tolleranza. Se dici qualcosa
di diverso o di particolare rispetto all’ideale di tolleranza assoluta che il mondo di oggi sembra dare
per scontato, sei etichettato come blasfemo e intollerante. Ma dietro a tutta questa apparente civiltà
della tolleranza universale si nascondono tante ipocrisie, ignoranze e contraddizioni, come testimonia
questo caso, a mio parere.
Premetto che questo articolo non vuole essere tanto una difesa del crocifisso
nelle aule, ma una riflessione sul problema della tolleranza scaturito da questo
dibattito.
Tutto è nato due anni fa quando il presente dell’Unione Musulmana,
Adel Smith, ha chiesto la rimozione del crocifisso dall’aula della scuola
frequentata da suo figlio. Ne sono seguite polemiche, scontri, dibattiti
finché in questi giorni il tribunale dell’Aquila (comune di residenza del
suddetto) ha sentenziato a suo favore. Grande passo di tolleranza? Io la
vedo più come un passo indietro.
Prima di tutto il caso di Adel Smith è isolato, nel senso che già a partire dal suo
segretario, e a seguire la maggior parte dei fedeli musulmani, si sentono persino
nuocere da questa sentenza, e indignati che un paese che un paese rinunci a un suo
simbolo, che loro per altro rispettano, in nome di una falsa tolleranza.
Ben detto, un simbolo. Ho letto più di una decina di articoli, con dichiarazioni di
religiosi, clerici, laici, musulmani e politici di ogni parte, e tutti erano d’accordo
sull’affermare che il crocifisso esprime l’anima profonda del nostro paese, è il segno
universale di una cultura che attinge dal messaggio di Cristo verità e libertà, fiducia e speranza.
“Il Crocifisso non è solo il simbolo di un sentimento di fede privato, che non tutti possono avere”, dice
Paolo Guzzanti, giornalista laico, “ma di un’appartenenza a una collettività che grazie al Cristianesimo
e a tutto quello che ne è seguito è diventata la nostra civiltà. Il Crocifisso è il simbolo della storia che,
qui in Occidente, a casa nostra, ci rappresenta, tutti.Anche i miscredenti come me.”
Inoltre la croce è un segno, per altro testimoniato dallo stesso Papa Giovanni Paolo II, di cultura e
umanità, che ha sempre avuto parole di apertura e di apprezzamento per le altre religioni. Quel crocifisso
non è segno di lotta o di discriminazione nei confronti delle altre religioni, anzi, è il simbolo che più
di ogni altro, penso anche alla guerra in Iraq, si è fatto carico del dialogo e dell’ascolto.
I musulmani chiedono il rispetto della loro religione, libertà e luoghi di culto, e sono d’accordo sul
rispetto dovuto ai simboli delle altre religioni.
Allora perché toglierlo in nome della convivenza religiosa?
Ciò che non è stato fatto nemmeno dall’anticlericalismo ottocentesco viene oggi presentato come
una conquista della tolleranza. Proibire l’esposizione del crocifisso è un gesto di intolleranza verso le
radici cristiane della nostra cultura e non di rispetto verso le altre confessioni.
La questione non è la richiesta dei musulmani di togliere il crocifisso dalle scuole, ma è l’indifferenza
o quasi il fastidio che, purtroppo, c’è negli italiani di fronte a questo simbolo, ormai forse non più
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sentito come proprio.
E se proprio è così, ben venga l’abolizione del crocifisso nelle scuole, tramite un referendum o che so
io, ma per piacere non nascondiamoci dietro a false dichiarazioni di tolleranza.
Maria Vicini 5°A
La polemica sui crocifissi già di per se ha un vizio di forma fin nel
suo principio: se il giudice dell ‘ Aquila ha ragione, perche allora i
crocefissi non vengono rimossi da tutto il paese, o perlomeno
dove sono presenti bambini appartenenti ad altre confessioni religiose? E i bambini cresciuti ed educati in famiglie atee o con una
trascurabile formazione religiosa, come reagiscono alla presenza
di un oggetto che per ovvietà di cose rimanda ad una sfera a loro
estranea? Parlo di bambini che non sanno cosa sia la catechesi, la
messa la domenica, i sacramenti.
Personalmente ritengo che tutta questa faccenda sia un ‘ ottima valvola di sfogo per distrarre l’opinione pubblica da questioni ben più
gravi. Ma già che siamo in ballo, balliamo. Penso che la
questione del crocifisso nelle aule scolastiche sia assolutamente
irrisoria: dove ci sono lasciateli, dove non ci sono non metteteli.
Proposta: visto che si parla tanto di autonomia delle varie scuole,
perche ciascun istituto non si dà legge da se? Non mi piace leggere di quanti sostengono che il crocifisso abbia una forte valenza a
livello d’identità culturale. Se vogliamo proprio dirla tutta,
rappresenta anche quella Chiesa che tanti anni fa si scagliava
contro l’unione nazionale. Immagino che per molti vecchietti e
persone più o meno bigotte rappresenti un insulto e una bestemmia
la richiesta avanzata da Smith. ..A me sembra del tutto legittima, e non mi sembra il caso di evidenziare, con quale scopo poi, il fatto che il suddetto sia una voce isolata in un coro di cittadini
italiani musulmani a cui non interessa che l’ oggetto della discordia sia o meno appesa alle pareti
delle aule di una scuola. Recita il buon vecchio John Stuart Mill: “Se tutta l’umanità meno uno
fosse d’una stessa opinione, e un solo uomo fosse dell’opinione opposta, l’umanità non avrebbe
maggior diritto di ridurre al silenzio quell ‘unico uomo di quanto quell ‘uomo avrebbe diritto,
potendo, di ridurre al silenzio l’umanità”.
Perche il crocifisso dovrebbe rappresentare “l’ appartenenza a una collettività che grazie al
Cristianesimo e a tutto quello che ne è seguito e diventata la nostra civiltà”, come scrive Paolo
Guzzanti nell’editoriale de “il Giornale” di lunedì 27 ottobre? lo non sono affatto d’accordo, e mi
dispiace che in molti diano quest’affermazione come assodata, come una verità ex cathedra.
Non penso affatto che togliere il crocifisso sia un passo indietro rispetto alla convivenza religiosa, non credo sia un passo avanti. Penso semplicemente che non sia un problema degno di nota.
Tuttalpiù, che valenza può avere un simbolo verso il quale viene manifestata dagli italiani una
sempre maggiore indifferenza, se non ostilità?
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Da quando
il vicepresidente del consiglio Gianfranco Fini, nonchè presidente
di Alleanza Nazionale ha avanzato la proposta di concedere il voto
agli immigrati nelle elezioni amministrative, si è aperta un’importante
questione. Ma è giusto o no dare la possibilità di votare agli immigrati.
La risposta purtroppo non può essere immediata. La proposta di legge che Alleanza Nazionale
ha fatto, prevede che gli immigrati possono votare ed essere votati, anche se non possono
diventare sindaci e vicesindaci. Potrebbe votare solo chi ha un lavoro regolare ed è in Italia da
un certo tempo, senza aver commesso nessun reato. Essendo una proposta di legge ha un
iter burocratico molto lungo e se verrà approvato non verrà applicata prima del 2006. Tuttavia
questa legge in ambito politico ha provocato violente reazioni nella maggioranza e anche
all’interno di Alleanza Nazionale. C’è chi come la Lega è totalmente contraria e chi invece è
favorevole come l’UDC.
All’interno di AN la base è rimasta disorientata dopo l’improvvisa uscita di Fini anche se le
divisioni interne sembrano essere state attenuate almeno per ora.
Ma al di là delle motivazioni personali di Fini, che probabilmente mira ad un progetto politico
ben preciso (come quello di far entrare AN nel PPE) e ad altre questioni economiche, la
questione da discutere è soprattutto sociale e culturale.
La società sta cambiando e sempre più frequentemente. Si parla di come attuare una pacifica
integrazione culturale di quei popoli che provengono da ogni parte del mondo e con cultura e
religione diversissime.
Nell’ultimo decennio il numero di immigrati è cresciuto molto, forse troppo e si sono determinate
tensioni sociali soprattutto in quelle situazioni dove lo straniero si è trovato a vivere a stretto
contatto con il cittadino italiano. Basti pensare alle periferie delle grandi città, ma anche alle
piccole realtà locali soprattutto nell’Italia settentrionale. E’ aumentato, infatti, il numero di
immigrati che decide di stabilirsi in piccoli paesi di provincia, piuttosto che nelle grandi città e
questo in alcuni casi ha creato un disequilibrio all’interno di queste piccole comunità.
La popolazione italiana secondo gli ultimi dati è cresciuta fino a superare i 57 milioni di abitanti,
ma di questi circa 2,5 milioni sono immigrati regolari, escludendo quindi clandestini presenti
ancora in Italia.
Allora io credo che bisogna chiedersi se è il momento giusto per far votare gli immigrati in una
situazione dove l’integrazione non è completa. Certo è che il fatto che molti vivono qui da diversi
anni regolarmente ed è comprensibile una loro richiesta di partecipare alle trasformazioni che
investono le realtà locali.
Secondo Fini i tempi sono maturi ma siamo così sicuri che la situazione sia quell’ideale quando
si discute ancora se togliere il crocefisso dalle aule in nome di un rispetto delle altre culture e
della laicità dello stato! Ma penso che proprio l’episodio del crocefisso debba far riflettere molto.
E’ evidente che in ambito sociale e culturale c’è ancora molto da fare per l’integrazione. Per
fare questo sono convinto che l’Italia debba mantenere le proprie tradizioni e la propria cultura
perchè solo avendo un’identità culturale forte sarà in grado di assimilare e “digerire” le altre
culture inevitabilmente si mischieranno con essa.
Quindi è giusto che il crocifisso rimanga nelle classi di ogni aula italiana e che gli immigrati
rispettino le nostre tradizioni e leggi e che riconoscano le origini cristiane della cultura italiana.
Allora sì dopo la risoluzione di queste ed altre questioni si potrà parlare di concedere voto agli
immigrati. E’ stato comunque positivo che Fini abbia accelerato i tempi per aprire il dibattito
nell’opinione pubblica perchè in questo modo si è continuato a parlare a come risolvere i
problemi dell’immigrazione.
W L’ITALIA.
ELIAS BANI 5D
12
Ho fatto un sogno stanotte. Un incubo.
È notte, l’attesa riempie l’aria di tensione.
La paura gela le parole e i movimenti.
Ho sognato me, la mia famiglia, i miei amici. Tantissime persone.
Tutti uguali. Ugualmente ipotenti. In attesa.
Ho sognato i bombardamenti.
Mi sono svegliata piangendo.
Per un po’ mi sono chiesta come ho potuto fare un sogno del genere. Poi ho
capito che non era la domanda giusta. Ho iniziato a chiedermi come ho fatto ad
addormentarmi.
Addormentarmi tranquilla la sera, sapendo tutto quello che è successo e continua
a succedere.
Certo, è stato più facile cercare di far finta di niente, per potermi ritagliare un
angolino di quiete in cui rintanarmi e provare a sopravvivere. Certo, ma così facendo
non ho fatto altro che spianare la strada a chi proprio sulla mia indifferenza fa la
sua fortuna, grazie al mio tacito consenso è libero di sviluppare comodamente i
suoi progetti.
Siamo davvero già rassegnati al fatto che l’uomo, unico animale dotato di razionalità,
debba risolvere i suoi conflitti necessariamente con la violenza, con l’odio
irrazionale? Non abbiamo nenache un po’ di speranza che l’evoluzione ci abbia dato
dei mezzi migliori? Accettiamo così lo svolgimento della storia impotenti (spesso
consenzienti) di fronte alle catastrofi? Lo facciamo. Ma come si può accettare
che persone come noi, COME NOI, ogni giorno soffrano e muoiano senza una vera
ragione che lo giustifichi. Sembrano parole vuote, sofferenza e morte. Pensate a
cosa sta dietro a queste parole. SOFFERENZA e MORTE. E poi, che giustificazione
ci potrà mai essere alle stragi, alle guerre. Se ci rendessimo conto che non sono
persone nè diverse nè lontane da noi, non staremmo più così tranquilli a guardare
il mondo che gli crolla addosso. Sono come noi. Potremmo essere noi. Anzi, per
un soffio non lo siamo, e nessuno ci assicura che non lo saremo. Molti dei nostri
nonni lo sono stati. Gente che non ha nulla a che fare con la guerra. Perché chi
c’è dietro raramente ci si trova nel mezzo. Spesso sono anche più sfortunati di
noi, prima della guerra hanno sofferto per dittaure sanguinarie, conflitti religiosi,
povertà. Cerchiamo di non pensarci, di non pensarli come parte di quel “noi” solo
perché sono molti, lontani, di culture e religioni diverse. Non sono come noi, sono
troppi e non li conosciamo. Basta chiudere gli occhi e smettono di esistere. Ma
sono ESSERI UMANI accidenti. Non sto parlando di politica ma di umanità. E se la
politica in guerra va a scontrarsi con questo a me non interessa: io voglio restare
dalla parte dell’umanità. E la politica non può ignorare il fronte umano di ogni guerra
in nome di (spesso falsi) ideali. Io non accetterò nessuna guerra, nessuna violenza,
neanche se dovesse morirci una sola persona. Perché quella persona potrei essere
io, o la mia mamma, il mio ragazzo, o uno di voi. E allora non sarebbe più “solo” una.
Pensate a quando sono milioni. Pensate di svegliarvi una mattina e scoprire che i
luoghi dove siete cresciuti sono stati rasi al suolo, metà delle persone a cui siete
legati profondamente sono morte. Una parte di voi stessi è stata annientata (se
avete avuto la fortuna di sopravvivere, più o meno interi). Pensatelo OGNI VOLTA
che al telegiornale sentite di bombardamenti o attentati. Io non voglio accettarlo, e
chiunque abbia un minimo di umanità dentro di sè non deve farlo. Il primo passo da
fare è proprio smettere di accettare passivamente queste decisioni folli. Dobbiamo
inizare ad arrabbiarci e a soffrire di fronte a questi avvenimenti. Tutti quanti.
Smettere di tovare giustificazioni.
UCCIDERE È SBAGLIATO. Sembrava scontato.
Ire 5^A
13
In un liceo con 1250 studenti, auditorium della provincia, aula magna, laboratori
di fisica, chimica, informatica e linguistico come fai a non starci bene? Al primo
anno ci entri intimorita, con sguardo un po’ spaesato...lunghi corridoi e grandi
palestre, nuovi sguardi da sopportare e magari ricambiare, poca attenzione per le
lezioni e molta attenzione per tutto il resto. Cresci e cambi. O almeno me lo auguro.
La terza. Ah, mamma mia, impegnati perchè è difficile,eh! Studia, approfondisci,
rimani al passo! Forza! E poi la quarta. C’è chi dice che è una gran cavolata e che
è l’anno più divertente, altri che dicono che bisogna impegnarsi più di prima...Bè
l’accordo sembra non trovarsi. E infine la quinta. AAAAAAHHHH. L’esame! La
maturità! La terza prova! Ed è proprio da questo liceo che voglio fuggire...dalla
gente che pensa che tu, che ti prepari a entrare seriamente nel mondo, finalmente
con le tue sole gambe, devi dedicare questi tuoi anni allo studio esclusivamente,
e devi osservare delle precise regole: a)stare attento e prendere appunti b)non
mangiare mai nulla in classe e tantomeno sulla cattedra c)studiare sempre tutte
le materie alla perfezione. E sono queste mura, che più si allargano più mi stanno
strette, mi stringono le spalle, mi impediscono il respiro. VIA! Voglia di andarmene,
di avere più autonomia di quanta già possiedo, voglia di indipendenza, di spazi
autogestiti. Di crescere...
Pimpa 4*D
COSE DA POLLI
Perché il pollo ha attraversato la strada?
…riflessioni e commenti…
- MAESTRA D’ASILO
Voleva andare dall’ altra parte
- ALTRO POLLO
Aveva visto una polla
- MAMMA DEL POLLO
Ma ha messo almeno il casco?
- PAPA’ DEL POLLO
Se lo rifai ti butto fuori dal pollaio
- NASA
Missione A-POLLO
- KAMIKAZEE
Cooooooooooooocccoooooooodèèèèèèèèèèè!!!
- FILOSOFO
Era nella natura del pollo attraversare la strada
- MITOLOGIA GRECA
Pollo, figlio di Apelle…
- BIBBIA
E Dio disse al pollo “Attraversa la strada”. E così fu.
- MATEMATICO
Se dimostrassimo per assurdo che il pollo non avesse attraversato la strada…
- LINGUAGGIO PASCAL
For pollo to strada do
- DARWIN
I polli sono stati selezionati dalla natura per lungo tempo in modo che fosse geneticamente possibile che possano attraversare la
strada
- PIERO ANGELA
Ed ora possiamo vedere un documentario bellissimo sulle migrazioni dei polli…
- ALDO, GIOVANNI E GIACOMO
Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!! Un pollo!!!!!!! All’arrembaggio!
- NIKE
Just do it.
- WILLY IL COYOTE
-bip-!! Mi è scappato il pollo!
- ALICE
Stava inseguendo un bianconiglio
…certo che saranno poi cavoli suoi!!!
FLA 3°D
14
Estate 2003: Europei di Basket in Finlandia, probabilità di vittoria per l’Italia: minime… E così era giusto,
una squadretta tenuta in piedi da un allenatore bravo ma comunque non Gesù in persona e tanti giocatori bravi
si, ma non così tanto da infondere fiducia, e così il campionato europeo parte, con tante incognite azzurre e
tanti sberleffi ad un gruppo che proprio non ne voleva sapere di far cambiare idea agli scettici. Prima partita
contro la Slovenia: sconfitta di misura ma comunque incontestabile; e qui comincia la trafila dei giornali,
“vai Italia cerca il miracolo”, “forza azzurri vincete e sorprendeteci”, ecc… risultato: sconfitta di 32 punti!!
Adesso anche una persona che non sa niente di basket sa che perdere di 32 punti non è bello, per cui non
mi soffermerò molto sui commenti post-partita, ma cercherò di immaginarmi cosa sarà
passato per la testa all’allenatore italiano Recalcati: “32 punti, pensavo di far peggio!”,
“credo che la prossima partita farò giocare Soranga, solo non lo devo confondere con il
magazziniere come l’ultima volta” e così via. E non credo di esagerare. Nulla togliendo
a tale Andrea Soranga, ma anche il mio computer continua a modificare il suo nome con
spranga, e questo non lascia molti dubbi su quello che i critici pensavano della squadra
suddetta. Ritorniamo agli Europei: terza partita, l’ultima, pensano i maligni e i realistici,
contro la Serbia, che fino ad allora tanto male non aveva fatto, rimanendo comunque una
squadra di margine. Sembrerebbe una partita inutile, se il calendario non permettesse
i ripescaggi, ultima spiaggia insomma. E l’Italia vince, senza entusiasmare ma vince,
portandosi così malconcia ma salva agli spareggi, contro una squadra piuttosto forte però:
la Germania. Non era proprio come contrapporre il gatto col topo, ma più o meno siamo
lì! Dalla parte dei tedeschi c’è un certo Dirk Nowitzki, che gioca nell’NBA con i Dallas
Mavericks, a marcarlo ci dovrebbe pensare Galanda, il capitano reduce da un campionato
nella norma con Bologna. La sfida nella sfida: Galanda annulla Nowitzki, l’Italia passa.
Miracolo!! Manco fosse resuscitato Lazzaro! Una squadra allo sbando rivitalizzata in pochi
giorni (a causa dello sconsiderato calendario) e ora i quarti di finale con la Grecia. Altra
sfida impossibile, almeno fino a 2 settimane prima, ora infatti c’è in campo una squadra
totalmente diversa che da l’anima in campo e passa pure contro i greci, in una gara dura giocata su canestri
vitali (alla fine si finirà nei 50 punti da tutte e due le parti) e altra dimostrazione di forza degli azzurri, sempre
più galvanizzati. La semifinale con la Spagna è uno spettacolo, ancora una volta un mezzo dream team
da una parte, con Gasol (giocatore dell’NBA) e Navarro a far la parte degli extraterrestri, e dall’altra una
squadra che comunque non presenta grandi nomi, mani e piedi da gregari e non da fuoriclasse. La partita è
comunque equilibrata, si gioca sui ritmi alti di una partita importante, nell’ultimo tempo è Navarro a fare il
guastafeste e a portare avanti la Spagna di 2 punti, Bulleri, il nostro piccolo campione, ha in mano la palla
della vittoria o dei supplementari, la gioca male e l’Italia perde. Fine di un sogno? Macché, una pacca sulla
spalla, qualche lacrimuccia spesa e di nuovo alla carica, stavolta non per l’Europeo, ma per l’Olimpiade
addirittura; infatti sono le prime 3 dell’Europeo ad andare ad Atene 2004, e l’Italia può esserci. Avversario:
la Francia… macigno! La stessa squadra che aveva rifilato 32 punti tondi tondi all’Italietta di prima ora si
ritrova la nuova Italia, in cerca di riscatto, ed il riscatto lo ritrova, vincendo e tuffandosi così nella nuova
avventura dell’Olimpiade. Chi ha vinto l’Europeo non mi interessa, mi importava solo dell’Italia, ma quanti
sapevano di questo Europeo? Sarà una cosa inutile da dire e probabilmente già in pochi avranno letto questo
articolo, ma il basket è uno dei tanti sport che passa sotto silenzio anche negli eventi più importanti per colpa
del calcio. E’ una polemica di poca importanza visto i problemi ben peggiori in cui si trova l’Italia, però credo
che una letterina al Signor Berlusconi e al Signor Petrucci la potrei mandare, tanto, che rischio? A proposito,
dato che mi rimane qualche riga, vorrei spendere due parole per la scomparsa della Virtus Bologna, tra le
più titolate squadre di basket d’Europa, fallita sempre quest’estate, mentre l’Italia festeggiava. Non è come
il fallimento della Fiorentina, ma peggio, come se a fallire fosse il Milan o la Juve, e questo per dire in che
stato versa il nostro sport povero, ma per ora è meglio sbattere in prima pagina i successi dell’Europeo, visto
che è solo così che si tirano su i soldi per andare avanti…
Albe 4F
15
VERTICALI:
1.Una bionda da laboratorio.
2.E’ goloso in una pubblicità e lo portano basso
gli skater.
3.La trovi dappertutto, ma non devi fumarla!
4.Lo dici alla tua dolce metà.
5.Lo tieni nella manica.
6.Lo sono due compagne di banco.
7.Le iniziali della Montalcini.
8.Vespa ne ha tanti ma a noi ne serve uno solo.
9.Le iniziali del Lotto.
10.Una marca di wafer.
11.E’ un omino dorato ma anche un assistente
di laboratorio.
17.Lo diceva Cicerone se voleva dire infatti.
19....sta sulla vecchia pianta tutto il santo
giorno felice canta, la, la, la....
23.E’ una pietra preziosa ma anche una
scrittrice.
26.Insieme a “beef”, un tipico piatto inglese.
30.”E’ tutta colpa sua!”...di cosa parlava il
capitano del Titanic??
31.Un pronome personale che piace molto agli
inglesi.
33.Insieme a “maiden”.
35.La targa di Latina.
37.Ora non lo sono più.
40.Lo è il pan per fare i toast.
43.Lo dici quando hai fatto un casino con le
mani davanti alla bocca.
ORIZZONTALI:
1.E’ una candeggina ma anche il gusto di un
succo di frutta.
4.A tavola si ride volentieri ma sul vino non si
scherza...cin cin a....
12. Lo sono i vanitosi.
13.Se non è per te, per noi, per voi, per loro, è
per...
14.Articolo determinativo spagnolo.
15.Dimostrazione di affetto in sigla.
16.Si seppelliscono quelle di guerra.
18.....Il prezzo è giusto!
20.E in latino.
21.Organizzazione Alcolisti Anonimi.
22.La fai per ottenere qualcosa.
24.E’ un cetaceo ma anche un’esclamazione di
disappunto.
25.Nanni Loi.
26.La lettera greca che indica la rotazione.
27.Nero in spagnolo.
28. Le prime dei krumiri.
29.E’ un gas, un cantante ma anche un
professore.
31.Hai 2 ore per farlo e alla fine ti sembra
sempre uno schifo.
32.Lo dici se suonano al citofono.
16
34.Autoctono.
36.Estrarre, ottenere.
38.Nord, Sud, Ovest....
39.E’ padovana, del Campidoglio e al
Mascheroni ne trovi tante.
41.Non lo so.
42.British Telecom.
44.Sole in inglese.
45.Il verso di una pecora di fretta.
46.Il bastone di Jafar è a forma di....
49....ultra whitening.
51.Serve per entrare ed uscire.
52.La fine degli amori.
54.Gaetano. il guru della canzone italiana.
55.Secondo Porci popola le irte montagne del
Perù, dove si fa arrampicata sportiva, per noi è
un animaletto che cambia la sua casa-conchiglia
quando cresce.
Riconoscerti.
Nell’Immagine di Un Attimo
che si ferma nella Mente.
Rimanere a chiedersi
Il perché di un’Espressione.
Senza sapere
quale sarà la successiva.
E al mattino
risvegliarsi col Senso d’Amore
che non potrà Mai essere raccontato.
Quale magia
di stelle
brilla nel blu!
Il cielo è
una finestra aperta
sull’universo
ed io respiro
un’aria tremante.
Nei Tuoi Occhi
riaffiora il Mio Sguardo.
Cercano ciò che resta di un Sogno
in uno spazio vuoto.
Bevono fruscii di passi lontani
come una foglia secca la pioggia.
Si chiudono.
Accecati da Una Luce
Troppo Feroce e Troppo Vera.
Ma come i miei occhi
ogni istante si riaprono
Tristi e ostinati
per sfidare la Vita.
Dedicated to You
È un fremere
incessante
questo silenzio,
come muta serenata
di un cuore palpitante.
Sono un lago,
attraversata da
fiumi inebrianti,
sdraiata
a baciare il cielo.
MRSKI
Mare
Klo 3D
17
Daniela Fantoni 3°L
ORIZZONTALI
1. I Blind di “Mirror Mirror”
6. Cantante degli U2
9. Warburg, storico dell’arte tedesco
13. Operative System
14. Macbeth lo era
16. Un tasto del lettore cd opposto a STOP
18. Casa discografica
20. Strumento a corde
23. Cantavano “Winds of Change”
26. Frontman degli Oasis
28. Un’agenzia di viaggi alla quale gli studenti
si rivolgono
30. “Pace” in arabo
31. Prime in “aedo”
32. Una bella canzone di Biagio Antonacci
33. Modello d’auto di casa Audi
34. Automobile Club d’Italia
36. Doppie in “Zorro”
37. Successo di Mango
39. Divinità egizia
40. Una canzone degli Smashing Pumpkins
41. Quelli di “Bullion”
43. Federazione Editori Italiani
44. Il più adorato tra gli dei cananei
45. Successo dei Metallica e degli U2
47. Simbolo del Rame
48. Il gruppo metal di “Pits of Utumno”
52. Il mitico Marley
54. I Sonic di New York
57. “Because” in breve, molto usato nelle
lyrics di canzoni pop inglesi
58. Lago salato dell’Asia centrale
59. Brigate Rosse
60. Original SoundTrack
63. Il loro secondo album è “Burn the Sun”
65. Doppie in “addio”
66. Singolo di Madonna tratto dall’album
“Bedtime Stories”
68. “Bosco” in latino
71. “Lopez” (Jennifer) in breve
18
72. Nemmeno tra un milione di anni
73. Con questo nome gli HIM si fecero
conoscere negli States
75. Il nome del cagnolino della serie animata
di “Cowboy Bebop”
76. La sempreverde band che vedeva Dave
Grohl alla batteria
78. Fiume della Russia occidentale
79. Lo erano i “Boys” cantati dai Duran Duran
81. Alessandria
83. L’eroe della saga di “Matrix”
84. Onomatopea divenuta celebre grazie ad
Homer dei Simpson
86. Doppie in “patto”
88. Famoso film di Spielberg
90. Consonanti in “Rima”
92. Canzone degli HIM, dall’album
“Razorblade Romance”
95. Mostro buono dei cartoni animati
giapponesi
97. Beta, amica di Topolino
98. (Semisconosciuta) cantante italiana
99. Corrisponde all’inglese “if”
100. Il mago dell’omonima fiaba
102. Vocali in “Tara”
103. Ville degli HIM
105. Un suo grande successo è “Without Me”
106. Una canzone dei Lacuna Coil
Incontrarti fra Cent’anni”
38. Ultime in “Belfagor”
39. Reggio Emilia
40. Ivi Annibale fu sconfitto dalle legioni
romane nel 202 a.C.
41. Nome della rockstar Bellamy
42. Doppie in “Elle”
43. Un verbo in lingua molto utilizzato (in tutti
i sensi) dai più giovani
44. Bologna
46. In latinao serve per introdurre una finale
49. Invase l’Europa orientale nel XIII secolo
50. In un primo tempo il loro nome era “On A
Friday”
51. Gnomo Loquace
52. Canzone di Cobain, dall’album
“Nevermind”
53. Per Springsteen, negli USA
55. Storica (ma attuale) band di Manchester
56. Film con Robert Redford
59. Brescia
61. Vedi il 99 orizzontale
62. Doppie in “Misfatto”
64. Commedia di Aristofane
67. Metà… Cibo!
69. Istituto Religioso
70. Luogo Vietato
80. Il mitico Bruce scomparso in circostanze
ancor oggi misteriose
82. Per i Royksoop è “Poor”
VERTICALI
85. “Absolution” è la loro ultima fatica
1. I “Ray” di Kai Hansen
86. Troppe T…
2.. Intelligenza Artificiale
87. Il regista Burton
3. Prima nota musicale
4. Manga di Katsura, autore di “Video Girl Ai” 89. Ha cantato nella colonna sonora del film
“Batman Forever”
5. “?” come la pece…
91. Cantava “Furia Cavallo del West”
7. Connettivo latino
93. Il gruppo di Michael Stipe
8. Congiunzione con funzione negativa
94. Centro Ricreativo Estivo
10. Ci stavano i quattro amici di Paoli
96. Associazione criminosa contro cui
11. Dio greco dei boschi e dei campi
combatte l’Ispettore Gadget
15. Marca di hardware per PC
97. Prime in “Eva”
16. Il Brad di “Fight Club”
101. Zoo Cinofilo
17. Lo sono i Paradise che cantano “Forever
104. Un tipo di farina
Failure”
19. Noto gruppo finlandese, ma non fanno
metal!
26. Padre di Edipo
29. Il loro ultimo album è “A Day Before
Tomorrow”
34. Il boss Capone
36. Un suo grande successo fu “Vorrei
19
Uscito in Italia il 3 settembre, La maledizione della prima luna, diretto da Gore Verbinski e prodotto
dalla Disney, si è rivelato un vero e proprio successo,
riuscendo ad incassare in un solo fine settimana 3
milioni di euro. Dal titolo inglese Pirates of Carribean:
the curse of the Black Pearl, il film racconta la storia
di un giovane fabbro (Orlando Bloom) che chiede al
pirata Jack Sparrow (Johnny Depp) di aiutarlo a salvare
la figlia del governatore (Keira Knightely) di cui è
innamorato, rapita dal crudele pirata Barbossa (Geoffrey
Rush). Ma i “cattivi” non possono essere uccisi: una
maledizione li ha resi una ciurma di zombie… In un
susseguirsi di spettacolari colpi di scena e di duelli
mozzafiato tra i mari dei Caraibi, il film, ispirato ad
una famosa attrazione di Disneyland (“I pirati dei
Caraibi”), adattata per lo schermo da Ted Elliot e Terry
Rossio (veterani dell’animazione, responsabili di film come Shrek e Il pianeta del tesoro), è riuscito a
riportare sull’onda del successo il genere sui pirati.
Oltre al movimentato duello tra Depp e Bloom e l’avvincente inseguimento della Perla Nera (la
nave pirata), tra le tante scene da essere ricordate, c’è quella della “passeggiata subacquea” dei
pirati-zombie,nonché la successiva battaglia tra uomini e esseri maledetti, capolavori della grafica
compiuterizzata e ricche di suspance.
Il cast del film è vario e ben equilibrato: ad attori ormai affermati, come Rush e Depp, la cui
interpretazione si è ispirata al chitarrista dei Rolling Stones, Keith Richards, si affiancano attori
“freschi”, come Bloom, meglio ricordato come Legolas nel Signore degli anelli e che presto
rivedremo in un nuovo film che narra le epiche vicende della città di Troia (anche questo con un cast
eccezionale, tra cui Brad Pitt, nel ruolo di Achille ed Eric Bana, l’”Hulk” dell’omonimo film, che
interpreta Ettore), e la giovane Knightely, che nonostante la sua dislessia è riuscita a dimostrare un
grande talento e professionalità.
Per i suoi fantastici effetti speciali (curiosità: i più attenti avranno notato che il fumo dei cannoni
della Perla Nera, durante l’assalto alla città, si alza nell’aria, formando una nuvola la cui forma è la
testa di Topolino) e le sue affascinanti ambientazioni, nonché per gli attori, soprattutto Johnny Depp,
che apposta per il film si è fatto incapsulare i denti
d’oro (che è stato costretto a tenere per mesi, non
avendo avuto tempo per andare dal dentista che glieli
aveva installati), La maledizione della prima luna ci
è piaciuto moltissimo e consigliamo a tutti di andarlo
a vedere, per poter vivere seduti in comode poltrone
emozionanti avventure in paesaggi da sogno!
SILVIA ROTA
SIMONA PERICO 4A
20
A più di trent’anni di distanza dal film scandalo
“Ultimo tango a Parigi” il regista Bernardo
Bertolucci ritorna nella capitale francese per
girare il suo ultimo film, “The Dreamers”.
Ambientato sullo sfondo di una Parigi infiammata
dalle contestazioni giovanili, protagonisti sono
tre giovani studenti patiti di cinema, che si
incontrano proprio Cinematheque: Isabelle (Eva
Green), affascinante e vulnerabile, Theo (Louise
Garrel), misterioso e manipolatore e Matthew
(Micheal Pitt), giovane americano solitario
e ingenuo, trasferitosi a Parigi per motivi di
studio. Tra i tre nascerà subito un forte legame
di amicizia, e complice l’assenza dei genitori
di Isa e Theo, Matthew si trasferirà nel loro
appartamento. Matthew scoprirà il morboso,
quasi incestuoso rapporto che lega i due
fratelli, ma invece di rimanerne escluso, entrerà
lentamente a farne parte. Iniziano così, tutti e tre
insieme, un percorso di
reciproca conoscenza che
li porterà a scavare nel loro
intimo più profondo. Una
conoscenza intellettuale,
che nasce dal comune
amore per il cinema
(con questo espediente
noi possiamo ammirare
molte famose citazioni cinematografiche dei film
preferiti dai tre ragazzi e ovviamente dal regista),
ma anche carnale, fisica, che crea un malizioso
rapporto a tre dai complicati legami. Dopo
quattro intense settimane passate praticamente
chiusi in quell’appartamento, ognuno di loro
arriverà ad una presa di coscienza sia politica che
interiore che finirà inevitabilmente per dividere
le loro strade.
“The Dreamers” ha sollevato molte polemiche,
specialmente in America, dove hanno tagliato
alcune scene giudicate scandalose, ed è stato
vietato ai minori di 17 non accompagnati.
Perbenismo, mi viene da pensare. Bertolucci
ha saputo creare un film che è sì forte, ma che
sa affrontare temi delicati senza volgarità. E
dobbiamo saper leggere dietro le righe per
captare la poesia di cui è impregnato l’intero
film. Un film di formazione impeccabilmente
raccontato: Isabelle, Theo e Matthew entrano
nell’appartamento ancora adolescenti e ne
usciranno adulti.
Un film intenso, poetico, coinvolgente, d’impatto;
diretto magistralmente e interpretato con
sorprendente intensità e naturalezza dai tre
giovanissimi attori. Bellissima la fotografia e la
colonna sonora (alcune canzoni sono interpretate
da Micheal Pitti, che negli USA è un cantante
affermato), particolare l’idea di alternare alla
pellicola originale scene prese da altri film.
Da non perdere.
21
Klo 3D
Dopo il successo del primo album “We are the Ark”, i cinque ragazzi di Rottne (una piccola cittadina
svedese), ci riprovano con “In lust we trust”. La band capeggiata da Ola Salo, lo scatenato cantante, fin
dagli esordi sembrava aderire alla corrente glam-rock anni 70, tuttavia la loro musica, per loro stessa
ammissione, vuole affermarsi come genere nuovo ed indipendente, nato da una commistione di pop, rock
e blues. Nelle loro interviste dichiarano che i due LP hanno parecchio in comune essendo entrambi il
frutto di una profonda riflessione personale, avendo entrambi un’inclinazione
un po’ dark e contenendo messaggi politici; ma sicuramente il secondo è sì
tutto questo ma in maniera più forte e concentrata. Tornando al titolo della
loro nuova creazione, la parola “lust” (generalmente coincidente a lussuria o
desiderio) indica invece secondo la filosofia della band la frenesia, la voglia
di vivere che pulsa dentro una persona, esprimibile attraverso l’amicizia,
l’amore e perchè no anche la musica. Tuttavia non bisogna cercare per forza
un messaggio specifico in ogni loro testo. Per esempio il brano “Disease”,
a mio parere uno dei migliori, potrebbe essere facilmente ricondotto al
problema HIV, ma in realtà l’intento è un invito ad amare profondamente una
persona aldilà dell’aspetto fisico anche se segnato dal tempo; una persona
può quindi sentirsi invecchiata e imbruttita, ma non per questo smettere di
amare ed essere amata. L’amore inteso come forza prorompente, incurante
del tempo, delle circostanze e di qualsiasi differenza, è indubbiamente una
delle colonne portanti del modo di pensare e quindi di fare musica di questo gruppo. Passando a cose
più concrete, bisogna ricordare che i the Ark insieme al nuovo progetto discografico con la Virgin hanno
realizzato tre videoclip, rispettivamente in ordine di uscita dei brani “Calleth you, cometh I”, “Father
of a son” e “Tell me this night is over”. A mio parere inoltre con “In lust we trust” (10 brani + un pezzo
solo strumentale), questa band ha voluto sviluppare un sound più multiforme ed eclettico, cercando
di sperimentare il più possibile soprattutto rispetto alla loro prima creazione . Si passa da un brano
rombante e più rock come “Beauty is the beast”, ad altri più melodici e compassati come “Vendelay”; da
sonorità allegre e spensierate come in “Tired of being an object” ad altri dove l’apice compositivo viene
raggiunto in coincidenza del messaggio portante del brano, come ad esempio in “The most radical thing
to do”. Concludo invitando i lettori a comprare questo cd, che affascina e fa riflettere in ogni sua canzone
ogni volta che lo si ascolta.
Zirro Rulezz
anime sconfinate.
Mare
polveroso
d’acqua
e sabbia,
sporco d’una
spuma
rabbiosa
quaggiù,
ma deciso
all’orizzonte,
calmo e blu,
sembri un Prometeo
ancorato alla terra,
ti ribelli alla gravità
e ti dimeni inferocito.
La tua furiosa lotta
Esala vapori d’acqua,
quasi una nebbia
che offusca
il nitido confine
col cielo.
Non è certezza,
ma solo la visione
piatta
della fine inesistente.
Gira su se stesso
l’orizzonte
come una
giostra.
Diverte
ma illude
22
Ora guarda
un po’ più su
alle pingui nubi
e oltre ancora,
e lì librerai
le tue fragili ali,
scoprendo
inaccessibili
misteri.
Daniela
Fantoni 3°L
X IENGO E PALUMBO 3*D: “ Hey ragazze! Avete sbagliato indirizzo: la palestra del maskeroni NN è la
Scala di Milano!”
By chi vi guarda e dice : <ma va
là!!!>
X MARIO 4*B: Dovresti vederti quando sorridi, il tuo viso di illumina e i tuoi occhi si riempiono di
gioia. Dovresti vederti quando sorridi, capiresti perché sei così fantastico. By
un’ammiratrice
X TUTTI: Che cosa cavoli ci fa tutti i giorni qui il Bonacina?
By
Anonimo
X ELEFANTINO&ESPINAL: siete la mia coppia preferita .. vi voglio un gran ben
By Ale Anty
X L’UOMO DELLA PIOGGIA: dovresti vederti quando sorridi, il tuo viso si illumina e i tuoi occhi si
riempiono di gioia. Dovresti vederti quando sorridi, capiresti perché sei così fantastico …. I LOVE YOU,
I MISS YOU
By Sunset
X MARY E CONSO 2*F: Ci mancate un casino!!! Siete mitici!!! Un bacione
By ex 2*B
X GLI ANARCHICI: mary m***a
By Anonimo
X CASY 1*I: la foca è mia!
By indovina ..
X CATE: ti amo!
By Sio
X MARA: grazie!
By 1*I
(PUBBLICATELO!)
X BATTISTA: la direzione del giornalino è VECCHIA, e il caporedattore è anziano. By la
redazione tranne Ale 5*A
X MOLOGNI 1*I: molo-gato
By 1*I
X DANIELA 5*G: W le mentine!!
By anonimo
X VERA 4*L: Sei troppo bella!!!
By M.A.
X PERSONENI CARLO 2*A: ti vogliamo bene !
By
Zambo,Gianna&Bea
X QUEI BASTARDI CHE FOTTONO LE PAGINE DEL FANTACALCIO AL MARTEDI’
Ve possimo’ cazzo io come calcolo i risultati ??? MORITE!!!!!
By VIX
X CORINNE 4*L: ma quella giacchetta tu non te la togli proprio mai?Neanche di notte? By acari felici
X MARTA 1*C: ma… tiratela di meno!
By Anonimo
X MARCO CASSINA 2*L: sei figo By Anonima
X MICHELA LUSSANA 4*A: smetti di tirartela perché non sei poi così bella e sei anche antipatica …
sai che non ti sopporta più nessuno? By un primino
X IL PRIMINO QUI SOPRA: che pacco quando la scuola si riempie di gente che spara a raffica
commenti e giudizi a proposito di persone che non conosce nemmeno… state zitti piuttosto …
By Sailor MERCURY
X MARETTA: buon compleanno…. Anche se in ritardo!
By
Ale
A.A.A. Cercasi ragazzi per noi della 3*I ! per favore accorrete!!! È una situazione disperata!
By
3*I
X ROSS 3*G: passatela bene con Emanuele, ti voglio bene nipotina .. baci
By
Miki
X ROSS 3*G: ma come si fa a chiamare un bambino Ema-Toma?!
By la
23
Rossetti: “ c’erano quattro carte del cromatogramma, vi avevo detto di prenderle
se volevate! Ce ne fosse stato uno che l’avesse fatto!!!”
Studente 1 Raffa: “ io ne ho presa una prof!”
Rossetti: “ questo dimostra come siete fatti! Neanche uno le ha prese!”
Studente 1: “ prof io sì!”
Studente 2 Buzzetti : “ prof Raffa le ha prese!”
Rossetti: “ Proprio senza interesse per quello che facciamo! Nessuno se n’è
interessato, ma mi ascoltate quando parlo!?”
Rossetti: “Adesso vi darò i compiti per oggi”
Studente Bozzetti: “ Per oggi? E li faremo ieri?”
Depetroni: “ Io sto facendo il calendario”
Bellomo: “ Scusate, stavo guardando il seno”
May: “Lo stivello dorato” invece di “Lo stivale ingioiellato”
Sermide: “ lavorate da soli o individualmente!”
Bernuzzi: “ Avete capito Angelica? Saliva sulla moto di Sacripante ma .. la faceva solo annusare!”
Calabrò: “ perché l’economia USA è in rialzo?”
Studente 1: “Perché il dollaro è debole”
Calabrò: “Per quale motivo?”
Studente 2: “Perché sarà influenzato dalle basi lunari..”
Maj: “Occhio per dente, dente per occhio”
AZZOLA BEATRICE
2^A PERICO SIMONA
4^A COCCHI IRENE
GIANATI CHIARA
2^A ROTA SILVIA
4^A VICINI MARIA
ZAMBELLI GIULIA
2^A CIARLANTE FABIO
4^D VIANI STEFANO
FERRARI MARTA
2^I PELLICINI RICCARDO 4^D ZAINA IRENE
SAVOLDI SARA
2^I CANELLA ALESSANDRA MANZONI BARBARA
ANGELERI GIULIA
3^D
4^D
CARMINATI CLAUDIA 3^D QUARTI ALBERTO
4^F VILLE
PELLEGRINELLI FLAVIA GASPARI LORENZO
4^G PANSERI BATTISTA
ZIRAFI ONOFRIO OSCAR 3^D
4^H
BELOTTI LARA 3^E
DALESSANDRI MICHELA BETTONI ELIANA 3^F
4^L
ROBERTI ANDREA
3^E SPINI SARA
4^L
ORLANDINI MONICA 3^L BORGOGNO ALESSANDRO LUSSANA MICHELA 4^A
5^A
24
5^A
5^A
5^A
5^H
5^H