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 ESTRATTO e SPIEGAZIONE delle tecniche di DIFESA PERSONALE Tecniche e manuale a cura di: Alessandro Gallo Fabio Serraglio Davide Gallo Jacopo Penso
Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione -­‐ Non commerciale -­‐ Condividi allo stesso modo 3.0 Unported. La Sala delle Armi presenta: Manuale di Autodifesa Il presente manuale costituisce una raccolta delle tecniche di autodifesa studiate e sperimentate in occasione del medesimo stage organizzato dall'Associazione “La Sala delle Armi” nel marzo 2012. Le seguenti indicazioni sono frutto di una trasposizione, in ambito di difesa da strada, di tecniche provenienti dalle diverse arti marziali da noi studiate. Scopo del manuale è mostrare a chiunque fosse interessato/a il nostro punto di vista e il frutto del nostro studio ad oggi, sperando possa costituire un utile materiale di ripasso per tutti/e i/le partecipanti. Esso tuttavia contiene solamente la spiegazione delle tecniche da usare in combattimento, escludendo una vasta varietà di argomenti (dalla prevenzione all'uso della voce) che, sebbene ritenuti da noi assai importanti, non rientrano in questa trattazione. Se siete interessati/e ad ulteriori informazioni, se volete essere contattati/e per futuri stage o se volete confrontarvi con noi sulla base di diverse conoscenze e competenze scriveteci: sul blog http://lasaladellearmi.wordpress.com o all'indirizzo e-­‐mail [email protected] Ovviamente né l'esclusiva frequentazione dello stage (a causa della sua brevità), né tantomeno la sola lettura del presente manuale costituiscono una preparazione sufficiente a sostenere o affrontare una situazione di reale pericolo: consigliamo pertanto ad ogni persona interessata in tal senso a frequentare i nostri futuri stage oppure corsi specificamente improntati alla difesa personale e/o discipline come il krav maga. Buon ripasso! Guardia e postura •
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La guardia è solitamente centrale, si fronteggia l’avversario senza dargli il nostro fianco. Le gambe sono distanziate a larghezza spalle ed il peso è equamente distribuito. I piedi possono essere paralleli oppure uno dei due può essere leggermente avanzato. Le braccia sono di fronte a noi, con i gomiti stretti all’altezza dei fianchi. Le mani sono protese verso l’avversario (formando un angolo diagonale di 45° circa) e aperte (tenere i pugni chiusi oppure le dita strette tra loro ci impedisce di afferrare l’avversario, ci fa assumere una posizione da aggressore ed è una guardia poco istintiva). Mantenimento della distanza •
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Calcio alla tibia: serve principalmente per distrarre (l’attenzione passa da un punto preciso alla gamba colpita, permettendoci di sferrare un secondo attacco verso un punto più sensibile) e mantenere la distanza, evitando appunto che l’avversario si avvicini a stretto contatto. Può essere inoltre utilizzato in qualsiasi momento durante altre tecniche (come i liberamenti) proprio per distrarre l’avversario e fargli perdere la presa. Attenzione però a non indugiare troppo nel colpire le gambe se l’altro è ormai vicino; bastano infatti 1 o 2 calci per far perdere la concentrazione! Dalla posizione di guardia frontale si tira un calcio con il piede arretrato (o comunque quello più forte/comodo/istintivo): il piede è girato di 60° verso l’esterno di modo da colpire la tibia avversaria con la parte centrale del margine (taglio) della pianta; la gamba è distesa e non flessa. Nello stesso momento in cui viene tirato il calcio, il busto viene inclinato leggermente indietro 1) per bilanciare meglio il peso 2) per sfuggire dal raggio d’azione dell’avversario. Nel colpire è importante non abbassare lo sguardo perdendo la visuale degli arti superiori e del volto dell'altro, ma sfruttare la visuale periferica per colpire le gambe senza smettere di monitorare l'avversario. In pratica è come tirare un calcio ad un pallone per fare un passaggio a calcio! Blocco delle mani: utile se l’avversario si avvicina con le mani protese verso di noi. Dalla posizione di guardia frontale le nostre mani sono già pronte ad afferrare quelle dell’avversario. A questo punto si deve: 1) uscire dalla traiettoria dell’attacco spostandosi di lato (dx o sx a seconda di cosa ci viene naturale ma comunque sempre mantenendo la presa sulle braccia dell’avversario) e facendo una leggera rotazione di busto e gambe di modo da ritrovarci in una posizione comoda e stabile 2) tirare le mani dell’avversario verso il basso per destabilizzarlo e tirare un calcio alla tibia della gamba avanzata. L’importante è mantenere sempre la presa sulle braccia dell’avversario. Dopo averlo sbilanciato e averlo distratto (gli abbiamo appena tirato un calcio sulla tibia) si può continuare ad infierire con pugni e ginocchiate (ma questo lo vedremo dopo…) Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione -­‐ Non commerciale -­‐ Condividi allo stesso modo 3.0 Unported. Entrando in azione •
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Colpo di palmo al viso: è un colpo molto veloce, ha lo scopo di rompere il naso o provocare danni alla bocca (se la bocca è aperta, un colpo sul mento può provocare la rottura dei denti o tagli alla lingua). Inoltre la mano può essere intenzionalmente mantenuta (pochi secondi!) sulla faccia dell’avversario per impedirgli la vista o per spingergli indietro la testa. MA quest’ultima tecnica è utile solo se seguita da un secondo colpo! Dalla posizione di guardia frontale (con i gomiti lungo i fianchi e le mani protese in avanti…), far partire un colpo dritto verso il viso, dal basso verso l’alto; deve essere veloce, esplosivo, di conseguenza non deve essere caricato di fianco al corpo e non deve fare traiettorie circolari: la via più breve per arrivare al bersaglio è la migliore! La porzione della mano che colpisce è la parte muscolosa del palmo (cercate le tavole anatomiche: muscoli dell’eminenza tenar e ipotenar), appena sopra l’articolazione con il polso. Le dita o sono distese o vedono le falangi chiuse tra di loro (la falangetta di ogni dito si ripiega sulla falange, ma la mano non si chiude a pugno!). Il pollice dovrebbe essere mantenuto esterno e a contatto con il taglio della mano (non aperto…). Prima di tutto bisogna evitare di slogarsi un dito da soli! Pugno “a martello”: dalla posizione di guardia frontale eseguire una leggera rotazione del busto e colpire effettuando un arco con la mano. I bersagli sono le tempie, la mandibola o il collo. La mano è chiusa a pugno: le falangi si chiudono in modo da afferrare la parte carnosa della mano appena sotto la prima falange; il pollice è chiuso su se stesso (esternamente alle altre dita!!!) di modo da non spuntare dal pugno (in pratica si appoggia sulle altre 4 falangine). La porzione della mano che colpisce è la parte muscolosa del mignolo (eminenza ipotenar). Il colpo di palmo ed il pugno a martello possono essere dati in qualunque sequenza; nulla ci vieta di tirare prima uno e poi l’altro, di darli entrambi due volte ecc, l’importante è che siano efficaci! A questo punto l’avversario sarà talmente frastornato da farsi tirare giù dal collo per prendersi una ginocchiata. •
Ginocchiata: dalla posizione di guardia, o come conseguenza di un altro colpo, afferrare la nuca dell’avversario con entrambe le mani. La presa deve avvenire sulla nuca (non sul collo né sulle spalle) in quanto permette la flessione della testa facilitando il movimento successivo; le mani si intrecciano dietro la nuca oppure si posizionano una sull’altra. La testa dell’avversario a questo punto viene tirata verso il basso, di modo da avvicinarla al nostro corpo (circa all’altezza di pettorale/spalla), e nello stesso tempo si colpisce con il ginocchio. I bersagli (a seconda della nostra altezza e/o di quella dell’avversario) possono essere i genitali, la “bocca dello stomaco” o il viso. Come nel calcio alla tibia, il busto va portato leggermente indietro di modo da tirare l’avversario e imprimere, quindi, maggior forza. Sempre mantenendo il contatto sul collo dell’avversario, la ginocchiata può essere seguita da un altro colpo: •
Ginocchiata al viso: è come la ginocchiata al ventre ma, invece di stare vicino all’avversario, ci si deve spostare leggermente di lato di modo da colpire meglio il viso. •
Calcio ai genitali: dopo aver colpito con una ginocchiata, o comunque dopo che l’avversario è già frastornato, sempre mantenendo la presa dietro la nuca, allontanarsi di un passo per caricare il calcio. Calciare con il collo del piede mantenendo la gamba distesa. •
Gomitata/pugno alla nuca: dopo aver colpito con una ginocchiata, o comunque dopo che l’avversario è già frastornato e si trova con il busto piegato in avanti. Spostarsi verso il lato dell’avversario e staccare una mano dalla presa alla nuca di modo da poter caricare il colpo; ritornare con il colpo di gomito/pugno sulla nuca dell’avversario effettuando una rotazione con il busto per imprimere maggior forza. Punti dolorosi Sono punti precisi ai quali conviene mirare sia per liberarsi dalle prese (v. paragrafo successivo), sia come bersagli preferenziali di pugni, calci ed altri colpi. I punti più deboli e dolorosi sono (dall’alto al basso): •
Occhi: da artigliare con la punta delle dita. •
Naso: da colpire con il palmo in un movimento verso l’alto. •
Bocca e mento: bersagli di colpi frontali dati con il palmo. •
Angolo della mandibola (vicino alle orecchie) e tempie: sia come bersagli di pugni a martello, sia di calci dati con il tallone una volta che l’avversario è a terra. •
Orecchie: possono essere anche percosse a mano aperta provocando una sensazione di stordimento. •
Gola e giugulo: un colpo dato con il taglio della mano provoca una grossa difficoltà nel respirare, mentre una pressione alla fossa del giugulo provoca una sensazione insopportabile di soffocamento, quest’ultima per risultare efficace deve essere esercitata in avanti e verso il basso. Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione -­‐ Non commerciale -­‐ Condividi allo stesso modo 3.0 Unported. •
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Stomaco: bersaglio di ginocchiate date con tutta la spinta del corpo. Sconsigliato invece come bersaglio di pugni: meglio mantenere le braccia alte e colpire al volto! Basso ventre e genitali: bersagli di calci e ginocchiate, con un avversario maschio a stretto contatto sono indubbiamente uno dei punti più vulnerabili. Nel caso in cui si stia utilizzando un oggetto (come una penna o le chiavi) come arma percussiva, possono risultare anche efficaci (oltre ai punti precedentemente elencati) colpi dolorosi al costato, sul dorso delle mani o nell'incavo del gomito o del ginocchio (dove oltre al dolore provocano il piegamento dell'arto favorendo una eventuale leva articolare). Liberamenti dalle prese Presa di 1 polso: •
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Piegamento del braccio: la tecnica va fatta avanzando e non tirando indietro il braccio! Il braccio afferrato si piega abbassando il gomito ed alzando la mano: in questo modo il polso avversario entra in chiave ed è possibile far perdere la presa uscendo tra pollice ed indice. A questo punto il braccio, ormai libero, può scattare in avanti dando un colpo di palmo al viso (e poi la solita sequenza…). Colpo su avambraccio: la tecnica prevede il movimento all’unisono di entrambe le braccia: il polso che è stato afferrato viene ritratto verso il petto (braccio dx verso il cuore, braccio sx verso pettorale dx) e nello stesso momento, con l’avambraccio libero, si colpisce sul polso/avambraccio avversario. Il braccio che è stato liberato può di conseguenza scattare in avanti dando un colpo di palmo o a martello. Presa di entrambi i polsi in basso: •
Colpo su avambraccio: la tecnica è una variante della precedente. Anche qui è necessario il movimento all’unisono di entrambe le braccia: il braccio più forte viene ritirato leggermente indietro mentre l’altro viene spinto leggermente in avanti: il risultato netto è una leggera apertura della presa ed un’azione di spiazzamento dell’avversario. A questo punto si effettua un secondo movimento all’unisono: il braccio che è stato avanzato viene ritratto verso il petto (braccio dx verso il cuore, braccio sx verso pettorale dx) e nello stesso momento, con l’avambraccio arretrato, si colpisce sul polso/avambraccio avversario. Il braccio che è stato liberato può di conseguenza scattare in avanti dando un colpo di palmo o a martello. Presa di entrambi i polsi con mani alzate (a protezione del viso): •
Afferrare i polsi: la tecnica va fatta avanzando e non tirando indietro le braccia! Le mani ruotano con i palmi verso l’avversario; a questo punto il movimento delle mani è in avanti ed in basso (non verso l’esterno) come per prendere i polsi dell’avversario. Dopo aver liberato le mani scattare dando un colpo. Presa al petto (vale anche per lo Strangolamento a 2 mani): •
Braccia incrociate: alzare le braccia facendole passare all’esterno di quelle dell’avversario, a questo punto ridiscendere posizionando i gomiti e i palmi delle mani (meglio se la mano è di taglio) nell’incavo dei gomiti dell’avversario. Esercitare una forza verso il nostro corpo e non solamente verso il basso (vogliamo che le braccia e le mani dell’avversario rimangano bloccate!) e nello stesso tempo abbassarsi sulle proprie gambe. IMPORTANTE: mantenere il busto dritto e l’equilibrio!!! L’avversario sarà in una posizione svantaggiosa, a questo punto le opzioni sono: o
Colpire col taglio della mano sulla gola (il pomo d’Adamo è il bersaglio preferenziale) o
Con entrambe le mani (sempre disposte a taglio) spingere sulla gola di modo da far cadere all’indietro l’avversario Strangolamenti NB: ogni volta che si è vittima di uno strangolamento vi sono due cose da fare immediatamente: 1) collo: inspirando contrarre i muscoli del collo ed abbassare il mento per contrastare la presa; 2) spalle: la semplice rotazione del busto basta per far perdere la presa dal collo; tutto questo però non basta se non segue immediatamente una tecnica! Strangolamento a 1 mano (avanti): •
Doppio colpo metacarpo/braccio: la teoria che sta alla base di questa tecnica è il colpire delle particolari terminazioni nervose. Un colpo ben assestato in questi punti è molto doloroso e dovrebbe far perdere la presa, provocando un fastidioso formicolio della parte interessata. Colpire con entrambe le mani nello stesso momento; i bersagli sono il dorso (o meglio il metacarpo) della mano e la parte interna del braccio tra bicipite e tricipite. La mano è chiusa a pugno (v. spiegazione precedente) ma il pollice è appoggiato all’indice (non chiuso come nel pugno normale); la parte della mano che colpisce è l’articolazione tra la prima e la seconda falange delle 4 dita. Si possono dare anche 2-­‐3 colpi in rapida successione (ricordarsi che è sempre possibile distrarre con un calcio!), l’importante è far sempre partire i colpi con le braccia larghe di modo da imprimere una maggior forza. Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione -­‐ Non commerciale -­‐ Condividi allo stesso modo 3.0 Unported. •
Leva su dita: come sopra, il fatto di focalizzare la nostra forza su un punto piccolo di un arto può provocare dolore anche ad un avversario più grande. Ipotizzando di venire afferrati con la mano destra dell’avversario: 1) con la mano destra andare ad afferrare il mignolo dell’avversario (non la mano!!!) e tirarlo in avanti e verso il basso in direzione dell’avversario stesso (quindi non di lato, è meno efficace!) 2) con la mano sinistra afferrare con pollice ed indice la parte carnosa interposta tra pollice ed indice dell’avversario e ruotarla verso l’esterno (a sinistra…); la mano destra, a questo punto, si può poggiare sul dorso della mano afferrata e aiutare nella rotazione del polso In entrambi i casi ricordiamoci di non lasciare penzoloni il braccio che non stiamo usando! Mentre una mano sale per fare la tecnica, l’altra sale nello stesso momento a protezione del viso (l’avversario potrebbe sempre tirarci uno schiaffone…). Naturalmente se veniamo afferrati con l’altra mano le tecniche saranno speculari. Strangolamento a 2 mani (avanti): •
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Dita in gola: far passare sotto le braccia dell’avversario il proprio braccio di modo da infilare due dita (indice e medio) nella cavità del collo tra lo sterno ed il pomo d’Adamo (fossa del giugulo); nello stesso momento effettuare una rotazione di circa 90° di busto e spalle: questa permette 1) di liberarci dalla presa alla gola, 2) di estendere la portata del nostro braccio rendendo più efficace la pressione delle dita. Le dita devono essere tese e rigide, il che è reso molto più facile se le altre dita vengono serrate tra di loro invece che lasciando la mano semplicemente aperta Apertura e calcio: far passare le braccia all’esterno della presa avversaria e ridiscendere con le mani “a cucchiaio” aprendo i polsi dell’avversario verso l’esterno in un movimento repentino e fluido. Nello stesso momento in cui apriamo la presa diamo un calcio/ginocchiata nei genitali Rotazione spalle e gomitata: alzare un braccio in verticale fino a portarlo a contatto con il viso (la mano dell’avversario rimane intrappolata tra braccio e collo) ed effettuare una rotazione delle spalle e busto portando in chiave le braccia avversarie o comunque facendo perdere la presa. A questo punto ridiscendere colpendo con una gomitata o un pugno sul viso. Durante la rotazione ricordiamoci di guardare sempre e comunque l’avversario!!! Non giriamo lo sguardo indietro! Strangolamento da dietro: •
Rotazione spalle e gomitata: tecnica analoga alla precedente. Dopo la rotazione si può colpire con una gomitata o con un colpo a martello sulla tempia. Presa ai capelli (da sopra): •
Schiacciare dita e leva: incrociare entrambe le mani e premere molto forte sulle nocche dell’avversario (sulle falangi e non sul dorso della mano): in questo modo la mano perde forza nella presa perché schiacciata contro la testa. Sempre mantenendo la presa, ruotare il busto e spingere con il proprio avambraccio su quello avversario portando in chiave il polso e facendogli perdere del tutto la presa. Presa ai capelli (di lato): •
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Percussione punti dolorosi: analogo al doppio colpo da strangolamento ad 1 mano: onde evitare di tirarsi un pugno in testa, in questo caso uno dei due bersagli può diventare l’avambraccio mentre il secondo rimane l’interno del braccio Doppio colpo viso/genitali: a seconda del lato strattonato, il braccio più in alto colpisce (a mano aperta o con un pugno) il viso, mentre l’altra mano colpisce i genitali; ripetere i colpi più di una volta finché la presa non viene interrotta. Liberamento da terra Premettendo che la posizione a terra è generalmente svantaggiosa e sarebbe quindi opportuno prevenire tale situazione, rimane comunque spazio per alcune possibilità di difesa. •
Caduta: prima di tutto è necessario attutire la caduta: nel caso di caduta frontale sfruttare le mani e le braccia per proteggere il volto e ammortizzare l'urto; nel caso di caduta di schiena proteggere la nuca dal contraccolpo portando il mento al petto e sfruttare schiena e spalle nella caduta (la caduta termina quando le spalle toccano il terreno, in questo momento si allargano le braccia con le mani rivolte verso il basso per scaricare a terra l'energia in eccesso). •
Calcio da terra: il movimento basilare è quello definito del "serpente": ci si sposta su un fianco raccogliendo la gamba a contatto con il terreno e distendendo completamente l'altra (quella superiore), mantenendo il piede a martello. Le braccia rimangono sollevate a protezione della testa, con i gomiti lungo i fianchi, e il busto mantiene una posizione raccolta per riuscire ad osservare l'avversario. Da questa posizione si può alternare il fianco di appoggio: nel passaggio da un lato all'altro è possibile tirare dei calci su caviglie, ginocchia, genitali o ventre dell'avversario che tenta di avvicinarsi. In questo modo possiamo non solo procurargli del dolore ma anche sbilanciarlo o allontanarlo in modo da riuscire a rialzarci. Meglio comunque rimanere a terra in una buona posizione di difesa che esporsi tentando di rialzarsi in un momento inopportuno! •
Spinta su gamba: se l’avversario si trova inginocchiato sopra di noi, in un tentativo di bloccaggio delle mani o del collo, è innanzitutto opportuno mantenere la calma e attendere un momento favorevole in cui l’avversario sia sbilanciato. A questo Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione -­‐ Non commerciale -­‐ Condividi allo stesso modo 3.0 Unported. punto occorre disturbare con una ginocchiata al fianco e, appena possibile, appoggiare la pianta del piede sull’inguine esercitando quindi una spinta eseguendo il movimento sopradescritto (quello del serpente). Se eseguito correttamente l’avversario verrà meno di un punto d’appoggio cadendo di lato o all’indietro. È importante ricordarsi che, sebbene l’avversario ci stia pressando con tutto il suo peso, non può immobilizzarci del tutto: appena un arto è libero può essere sfruttato per colpire o per liberarsi. Liberamento da muro •
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Faccia al muro: mettere sempre le mani tra se stessi ed il muro per evitare di sbattere la faccia! La prima cosa da fare è creare dello spazio tra noi e l’avversario: è possibile dare qualche pestone o calcio con il tallone ai genitali. Appena possibile, mantenendo una mano sempre a contatto col muro, girare lateralmente all’avversario e, dopo qualche gomitata al fianco o al viso, afferrarlo con la mano libera dietro il collo. Operare una decisa trazione mentre ci si sposta lateralmente: l'avversario, sbilanciato in avanti e tirato, dovrebbe finire contro il muro nel punto in cui ci si trovava precedentemente. Per concludere la tecnica è possibile far abbassare l'avversario con una decisa pressione dietro al ginocchio, colpendolo poi in testa con pugni o gomitate o facendogliela sbattere contro il muro. Faccia all’avversario: alzare le mani a coprire il viso come se si fosse nella posizione di guardia. È utile a questo punto distrarre l’avversario e creare dello spazio tirando un calcio alla tibia; immediatamente uscire di lato afferrando dietro il collo e, nuovamente, con una decisa trazione (mentre ci si sposta di lato) tirare l'avversario contro il muro e terminando come sopra. Cooperazione •
Presa del viso: questa tecnica è utile nel caso in cui la persona aggredita sia un’altra e noi abbiamo intenzione di dare una mano. L’avversario deve essere preso di sorpresa, da dietro, mentre è concentrato sull’altra persona. Se l’avversario ha le gambe divaricate si può tirare un calcio ai genitali da dietro, in caso contrario artigliare con entrambe le mani aperte il viso dell’avversario a livello degli occhi (a livello della fronte la presa rischia di scivolare, a livello del mento non è invece efficace); le dita possono già essere infilate negli occhi. A questo punto, facendo qualche passo indietro (di modo da non farci cadere addosso l’avversario), tirare indietro e verso il basso la testa dell’avversario e, una volta a terra, sferrare qualche calcio al volto. La tecnica è efficace se la testa dell’avversario viene ruotata all’indietro, questo basta infatti a far perdere l’equilibrio! Nuove versioni di questo manuale saranno pubblicate in futuro con aggiunte di tecniche, nozioni di prevenzione ed immagini esplicative. Ricordiamo pertanto di tenere d’occhio il nostro blog nella sezione apposita. Si ringraziano le partecipanti allo stage per il loro entusiasmo e gli Associati che hanno contribuito alla sua realizzazione. Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione -­‐ Non commerciale -­‐ Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.