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DOVE E COME GUARDARE NELLA TECNICA DI DIFESA
Premessa:
Nella mia lunga carriera di agonista di combattimento, ho sempre cercato di comprendere, in alcuni
casi sperimentandolo sulla mia pelle, dove fosse meglio guardare e, soprattutto “come guardare”.
L’esperienza mi ha insegnato, spesso a mie spese, che quando guardavo gli occhi, le mani o i piedi
dell’avversario, in taluni casi riuscivo a vedere i colpi mentre in altri casi, senza una spiegazione
plausibile, mi rendevo conto dell’attacco solo quando oramai il colpo era giunto a bersaglio.
Ricercando, provando e allenadomi su questi concetti ho potuto constatare che la “tecnica
migliore” è quella di non fissare lo sguardo su un punto particolare, a seguito di queste mie
esperienze del tutto empiriche, volendo comprendere meglio i “perchè” di questi meccanismi, ho
fatto delle ricerche, talvolta anche con scambi di esperienza e informazioni con medici e preparatori
atletici di altre discipline che hanno dato conforto a queste mie constatazioni anche a livello
scientifico, senza per questo considerarle incofutabilmente assolute. La mia ricerca mi ha fatto
rilevare quanto segue:
L’occhio consente di organizzare il corpo nello spazio e di ricevere informazioni sul
movimento:esso restituisce la sensazione dell’ambiente, permette di misurare le distanze, di vedere i
rilievi: è quindi fondamentale nella postura. In qualsiasi forma di combattimento, armato o mani
nude, nell'atto di stabilire la distanza e valutare la direzione ove provengono gli attacchi, l'occhio è
l'organo deputato a coordinare i movimenti testa-collo permettendo di seguire un
oggetto(avversario) in movimento o mentre lo siamo noi, in rapporto con l'orecchio interno.
La performance atletica o, in particolari momenti difensiva, viene corretta per mezzo delle
informazioni sopranucleari(reticolare)che permettono una giusta sinergia e lateralità nello scambio
di informazioni sinistro-destro meglio definita come "Flusso Visivo". Nelle azioni dove la velocità e
la reattività sono fondamentali è importantissimo allenare la postura, e nel caso dell'uso dell'arma,
l'ergonomia uomo-arma, poiché grazie al sistema posturale il nostro cervello pianifica e organizza i
"movimenti corretti", partendo da una elaborazione di base che è frutto di apprendimento motorio
profondo e di eredità genetica, esso impara a gestire la localizzazione visivo-motrice, per
elaborare le diverse azioni motorie e rendere efficace la riposta. Attraverso i fotorecettori della
membrana della retina dell'occhio, tramite il nervo ottico, il nostro cervello, dinnanzi ad un
pericolo imminente, reagisce mandando informazioni elaborate preparatorie, da prima al talamo e di
conseguenza, attraverso il circuito monosinaptico, all’ amigdala la quale fa seguire delle vie
preferenziali che, collegate ad una fitta rete di circuiti sono in grado di decifrare il pericolo
inviando informazioni al nostro intero organismo che si prepara a fuggire o combattere.
PERCHE' EFFETTUARE IL TACTICAL SCANNING ?
I piccoli e veloci movimenti degli occhi (SACCADI) spostano la fovea dell'occhio in diverse
direzioni di fissazioni, dandoci, in questo modo, una visione d'insieme omogenea. Il Tactical
Scanning, basandosi su questo principio fisiologico, si prefigge di, quando ci troviamo sotto l'effetto
delle alterazioni visive e sensoriale(tunnel vision), dilatare la nostra vista "centrata sul pericolo" e di
diminuirne e contrastarne gli effetti, pertanto chi si difende dovrebbe "scannerizzare" tutto
l'ambiente circostante e l'avversario che si trova posto di fronte a lui senza fissare un punto in
particolare (questo è anche un buon motivo per cui in tal caso è conveniente mantenere sempre
entrambi gli occhi aperti): in questi momenti non bisogna guardare le mani, i piedi o l'arma
spianata, dato che, in questo modo, andremmo a sovraccaricare la nostra mente con informazioni
inutili che dovranno essere elaborate e che rallenteranno la nostra azione/reazione.
Per essere reattivi e veloci nella risposta, lo sguardo e tutti gli organi di senso vanno posti circa all'
altezza del torace, nel triangolo torace/spalle/testa dell'avversario incrociando il suo piano sagittale,
trasversale e longitudinale, con questa particolare tecnica di chiara estrazione marziale possiamo
abbassare l'effetto naturale del tunnel vision.
Senza focalizzarci su una specifica zona del corpo potremmo recepire e di conseguenza reagire con
reattività e precisione a qualunque attacco che ci giunge da qualsiasi direzione.