FRIDA KAHLO tra Messico e Italia

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FRIDA KAHLO tra Messico e Italia
Quaderni di Casa America
anno•VII numero•1
FRIDA KAHLO
tra Messico e Italia
Sommario
Quaderni di Casa America
anno•VII numero•1
Autorizzazione Tribunale di Genova n. 21208
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Presidente: Roberto Speciale
Consiglio d’amministrazione: Angelo Berlangieri, Federico Massone, Luigi Merlo,
Bernardino Osio, Piera Ponta, Miguel Ruiz-Cabañas, Victor Uckmar (vicepresidente), Stefano Zara
Coordinatore delle attività pro tempore: Carlotta Gualco
Direttore Responsabile: Fabrizio De Ferrari
Stampa: Essegraph Srl - Genova
In copertina: Frida Kahlo, Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri), 1943, olio su masonite, cm 76×61
Progetto grafico: Elena Menichini
Hanno collaborato: Alessandro Pagano e Erika Norando
Referenze fotografiche: Ufficio Turismo Ambasciata del Messico in Italia, Marco Bellingeri, Marco Cipolloni,
Fabiola Guenther Quezada, Palaexpo di Roma, Fondazione Casa America
Realizzazione editoriale
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Il Messico - Scheda geografica ed economica
Ambasciata del Messico in Italia
INTERVENTI DEL 17 FEBBRAIO 2014 GENOVA, PALAZZO SAN GIORGIO
Roberto Speciale
Miguel Ruiz-Cabañas
Oscar Camacho
Michele Marsonet
Victor Uckmar
Alessandra Repetto
CONTRIBUTI SUCCESSIVI ALL'INCONTRO DEL 17 FEBBRAIO
Messico-Italia: un’alleanza del futuro
Mario Giro
Le relazioni Italia-Messico
Alessandro Busacca
Carlos e gli altri: il Messico che non si arrende
Francesca D’Ulisse
IL MESSICO DI FRIDA KAHLO
Frida Kahlo - scheda biografica
Azienda Speciale Palaexpo
Kahloismo: malattia infantile del feticismo
Marco Bellingeri
La mostra di Frida Kahlo a Roma
Mario De Simoni
La mostra di Frida Kahlo e Diego Rivera a Genova
Luca Borzani
Diego Rivera - scheda biografica
Ambasciata del Messico in Italia
Donne tra arte e politica in America Latina
Carlotta Gualco
Frida: momenti, immagini, ricordi sparsi
Pino Cacucci
Tres Fridas: pittura, fotografia e cinema
Marco Cipolloni
Fabiola Quezada alla Commenda di Prè
Luciano Caprile
Campagna d’informazione diritti e doveri del cittadino migrante
Carmen Barile
Messico grande potenza turistica
Ambasciata del Messico in Italia
Corsi di Lingua dell’Associazione Amici di Casa America
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Il Messico
AMBASCIATA DEL MESSICO IN ITALIA
Per maggiori informazioni contattare:
Ambasciata del Messico in Italia, Via Lazzaro Spallanzani 16, 00161 Roma, Tel. +39 06 4416061
Website: http://embamex.sre.gob.mx/italia, e-mail: [email protected]
Nome ufficiale:
Capitale:
Superficie:
Popolazione:
Lingua ufficiale:
Moneta:
Forma di governo:
Capo di Governo:
Stati Uniti Messicani
Città del Messico
1 972 550 km2
118.2 milioni di abitanti
Spagnolo
Peso (MX$16,00 = €1,00)
Repubblica Federale
Enrique Peña Nieto
Il Messico è una Repubblica democratica,
rappresentativa e federale formata da 32
entità federative. La sede del governo e i
poteri dell’Unione si trovano a Città del
Messico, conosciuta anche come Distretto Federale. L’attuale Capo di Stato
e di Governo è il Presidente Enrique Peña
Nieto, insediatosi il 1º dicembre 2012,
con un mandato di sei anni.
Realtà economica
• Nonostante il contesto di rallentata
crescita economica globale, il Messico
ha registrato un tasso del 3,9% nel
2011 e 2012 confermandosi un’economia emergente e dinamica. Nel
2013, la crescita è stata dell’1,2%. Per
il 2014 si stima una crescita dell’economia messicana di circa il 3,5%.
• È da rilevare in Messico la crescita della
classe media ed il potere d'acquisto
della popolazione. Il reddito pro capite
è stato di 15.600 USD nel 2013.
• Il Messico gode di una finanza pubblica sana, grazie all’ottemperanza
della disciplina fiscale. Nel 2012 il debito pubblico rappresentava soltanto
il 2,6% del PIL.
• Negli ultimi anni l’accumulo costante
di riserve ha portato ad un massimo
storico: attualmente supera i 166 miliardi
di dollari, sufficiente a coprire in sovrappiù il debito pubblico esterno (124,8 miliardi di dollari, febbraio 2013).
• Si prevede che il Messico sarà una
delle dieci economie più importanti
nel mondo nel 2020 (Goldman Sachs,
Nomura).
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Commercio estero ed investimenti esteri
diretti (IED)
• Il Messico è una nazione aperta al resto
del mondo. Durante l’ultimo ventennio,
il valore delle esportazioni ed importazioni è cresciuto, in rapporto al PIL, dal
38% al 60%.
• Nel 2013, il commercio estero totale del
Messico ha raggiunto i 761,4 miliardi di
dollari, il che significa che le compravendite messicane hanno superato i 2
miliardi di dollari al giorno.
• Gli Investimenti diretti esteri (IDE) nel
2013 sono stati di 35.188,4 USD, importo superiore del 178% allo stesso periodo del 2012 (12.659,4 miliardi di dollari).
• Gli IDE nel 2013 corrispondevano per
un 73,8% al settore manifatturiero.
• Il Messico ha sottoscritto accordi di libero scambio con 44 Paesi, permettendo
l’accesso a un mercato potenziale di oltre un miliardo di consumatori ed al
67% del PIL mondiale.
• Le esportazioni del Messico si concentrano in campo manifatturiero (83%): 1
su 6 automobili vendute negli USA è
prodotta in Messico, l’industria aerospaziale messicana è al primo posto a
livello mondiale per investimenti di manifattura; il Messico è il principale produttore mondiale di smartphone ed il
secondo esportatore di apparecchi TV.
• Secondo l’UNCTAD, il Messico occupa
il 5° posto dei Paesi più attrattivi al
mondo per gli investimenti esteri diretti
tra i Paesi della stessa categoria.
In breve, il Messico è oggi:
• 14ª economia mondiale per PIL e 2ª
economia più importante in America
Latina (FMI)
• 16° esportatore e importatore mondiale (WTO)
• 11° paese più popolato del mondo e
1° tra le nazioni ispanoparlanti
• 6º produttore mondiale di petrolio e
12º esportatore (USEIA)
• 1º produttore mondiale di argento
• Leader mondiale nella produzione
ortofrutticola (avocado, mango, papaya, pomodoro, ecc.)
• 11º meta turistica mondiale (UNWTO)
• 12° paese megadiverso per sua ricchezza naturale (ospita il 10-12%
della biodiversità mondiale)
- Il Messico diventa una piattaforma logistica mondiale, tramite Accordi di libero scambio con le principali economie del mondo: NAFTA (1994);
MEUFTA (2000); Giappone (2005). Accesso preferenziale in 44 paesi.
- Ubicazione geografica strategica: 3.141
km di confine con gli Stati Uniti; 11.100
km di coste (Pacifico, Atlantico e Caraibi).
- Mano d’opera garantita: paese di giovani (età media 27 anni).
- Industrie principali: automobilistica, aerospaziale, cemento, petrolchimica, telecomunicazioni, informatica e industria
alimentare.
- Il Messico è il principale esportatore di
prodotti manifatturieri avanzati di alta
tecnologia.
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Quaderni di Casa America
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Riforme strutturali
Il governo del presidente Enrique Peña
Nieto ha posto in essere una serie di importanti riforme strutturali per rafforzare
lo sviluppo del Paese.
Le principali riforme comprendono
POLITICA - Corresponsabilizzazione
alla guida del Paese.
ENERGIA - Ricerca di ammodernamento
dell’industria petrolifera confermando la
proprietà nazionale degli idrocarburi.
TELECOMUNICAZIONI - Rafforzamento dei diritti connessi alla libertà di
espressione e di informazione.
ISTRUZIONE - Potenziamento del ruolo
dell'istruzione per ridurre la disuguaglianza sociale.
FISCALE - Imposizione fiscale più equa
per ridurre le disuguaglianze nel Paese.
Potenziale di crescita e opportunità di affari
• Secondo il WEF, tra le 20 nazioni più
grandi, il Messico è uno dei cinque
Paesi che non avrà carenza di mano
d’opera nel periodo 2020-2030. Nell’attualità la popolazione economicamente attiva supera i 50 milioni, tra
trent’anni saranno 69 milioni (INEGI).
• Più di 100.000 studenti messicani si
laureano ogni anno nelle facoltà d’Ingegneria e Tecnologia.
• Grazie ad una politica macroeconomica adeguata, il Messico si colloca tra
le nazioni con un minor rischio-paese
tra le economie emergenti.
• Il Messico supera i BRIC e tutti i paesi
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dell’America Latina per la facilità di
fare impresa. Per aprire un’azienda in
Messico sono necessari soltanto 9
giorni.
• Nel Global Competitiveness Report 20122013 (WEF), il Messico ha migliorato la
sua posizione per il quarto anno consecutivo passando dal 53° al 48° posto.
• Per costruire una società NON è necessario avere un socio messicano
(100% capitale straniero).
Potenziale turistico
• Oggi, il Messico è un punto di riferimento nel panorama turistico mondiale. Nel 2012 ha recepito più di 23,73
milioni di turisti stranieri.
• Secondo l’Organizzazione Mondiale
del Turismo, il Messico rappresenta la
principale meta turistica in America
Latina ed è uno dei paesi più visitati al
mondo. Inoltre ha 31 siti culturali o naturali dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Relazioni economiche Messico-Italia
• L’Italia è il 3° socio commerciale del
Messico tra i paesi dell’UE, mentre il
Messico è il 2° socio commerciale dell’Italia in America Latina.
• L’Accordo Globale Messico-UE assicura una linea preferenziale al commercio tra l’Italia ed il Messico. Durante
il 2013 questo ha raggiunto la cifra storica di 6.872,2 milioni USD.
• A dicembre del 2013, in Messico si registravano 1.670 società con investi-
Il tempio Kukulkan (chiamato anche “el castillo”) nel complesso archeologico Maya
Chichén Itzá, situato nel nord della penisola dello Yucatan
Palacio de Bellas Artes, Città del Messico
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Quaderni di Casa America
MESSICO - ITALIA
menti italiani nel capitale sociale.
• Tra le imprese in testa alle statistiche
di investimenti produttivi in Messico
si trovano: Gruppo Techint-Tenaris,
Enel Green Power, Barilla, Brembo e
Assicurazioni Generali. È da sottolineare il recente arrivo di FIAT, Pirelli e
Ferrero, icone dell’industria italiana.
• Nel 2013, le Aziende leader che
hanno esportato merci in Italia sono
state: Pemex, Chrysler Mexico, Minera, Peñasquito, Akra, Polyester, Mexichen resinas.
• L’investimento economico diretto (IED)
dell’Italia dal 1999 al 2013 è stato di
195,20 milioni USD, pari allo 0,6%
dell’IED totale ricevuto dal Messico.
• Principali esportazioni messicane: veicoli per il trasporto di persone (20%),
parti ed accessori per veicoli (5%), acidi
policarbossilici (5%), piombo e concentrati (5%), greggio (12%).
• Principali esportazioni italiane: laminati di acciaio inossidabile (6%), pro-
dotti derivati dalla raffinazione del
petrolio (5%), parti ed accessori per
veicoli (5%), medicinali (3%), macchinari ad uso specializzato (3%) e
aeroveicoli.
• I settori con maggiore potenziale per
gli investimenti italiani in Messico
sono: automobilistico, aerospaziale,
energie rinnovabili ed infrastrutture.
INTERVENTI DEL 17 FEBBRAIO 2014
GENOVA PALAZZO SAN GIORGIO
L’angelo dell’Indipendenza, Paseo de la Reforma, Città del Messico
Bilancia Commerciale Messico-Italia (Milioni di dollari)
Anno
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Esportazioni messicane
482,2
588,3
518,6
651,3
1.558.8
1.302,9
1.251,4
Esportazioni italiane
5.560,5
5.221,9
3.146,7
3.996,9
4.982,7
5.462,4
5.620,8
Com. Totale Δ(%)
6.042,8
38,1
5.810,1
-3,8
3.665,3
-36,9
4.648,2
26,8
6.541.5
40,7
6.765,3
3,4
6.872,2
1,6
Fonte: Ministero dell’Economia del Messico - Aggiornato al 28 marzo 2014.
In questa prima parte della Rivista vengono riportati alcuni contenuti dell’incontro
“Messico-Italia. Accordi bilaterali ed iniziative istituzionali, economiche e culturali”
tenutosi a Genova, presso Palazzo San Giorgio, il 17 febbraio 2014. Anche se non
riportati nel volume all’incontro sono intervenuti anche Luigi Merlo, Francesco Barbaro, Davide Cabiati, Bernardino Osio, Leonardo Santi.
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Quaderni di Casa America
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
RoBERto SPECIaLE
PRESIDENTE DI FONDAZIONE CASA AMERICA
I rapporti tra Italia e Messico, già così
estesi e forti, non possono che essere destinati a consolidarsi. Va in questa direzione una storia ed una simpatia culturali
comuni assieme alla forza di un’economia, quella messicana, in grande espansione, che chiama a sé le eccellenze italiane, indotte tra l’altro a guardare al
mondo a causa dell’attuale ristrettezza
del mercato interno. Politica, cultura ed
economia intrecciano quindi grandemente il Messico e l’Italia.
Ne ho avuto esatta percezione durante
la VI Conferenza Nazionale Italia-America Latina e Caraibi che si è svolta a
Roma nel dicembre scorso. L’Ambasciatore del Messico è diventato anche Presidente dell’IILA (Istituto Italo-Latinoamericano), il luogo d’incontro privilegiato
del nostro Ministero degli Affari esteri
con tutti i Paesi dell’America Latina. In
quella conferenza si è identificata per la
prima volta, in modo solenne, l’America
Latina come una priorità strategica del
nostro Paese. L’Ambasciatore Cabañas
ha voluto marcare questo significato in-
vitando a colazione il Ministro degli
Esteri messicano José Antonio Meade
Kuribreña assieme a 7/8 italiani che si
occupano a diverso titolo di America Latina e ha avuto la gentilezza di annoverare anche me tra questi.
Subito dopo lui ha accettato di fare
parte del Consiglio d’Amministrazione
di Fondazione Casa America come Presidente dell’IILA, stabilendo così una
relazione particolarmente significativa
tra le nostre culture.
Due episodi da allora assumono un forte
valore simbolico: la visita del Presidente
Enrico Letta in Messico a gennaio e la
preparazione del padiglione messicano
a Milano per Expo 2015. La visita e gli
incontri di Letta in Messico hanno
aperto la strada a molte iniziative economiche e culturali importanti. Tra queste una missione di imprese italiane a
Città del Messico in aprile, la preparazione di un importante Forum sulle piccole imprese che si terrà a Roma a settembre quest’anno. E poi la grande
mostra su Frida Kahlo alle Scuderie del
Pueblo Bernal, “villaggio” nello stato messicano di Querétaro,
che si trova nel comune di Ezequiel Montes, è noto per essere situato ai piedi della Pèña Bernel,
il terzo monolite più grande al mondo
Quirinale, inaugurata a marzo e che sarà
riproposta da settembre a Genova, un
evento di grandissima importanza, attorno al quale sarà necessario organizzare alcuni appuntamenti collaterali sui
rapporti tra il Messico e l’Italia.
Il padiglione del Messico a Milano per
l’esposizione universale dell’anno prossimo, centrato sui temi dell’energia, dell’ambiente e dell’alimentazione, sarà
un grande padiglione proprio di fronte
a quello italiano.
Genova ha un grande interesse per
questa scadenza per tanti motivi, turistici, culturali, economici ma anche perché il Porto di Genova è un punto di riferimento per Milano e può fornire un
inoltro rapido e semplificato delle
merci. Fondazione Casa America è stata
coinvolta in questo progetto per far conoscere queste opportunità al Continente latino-americano e alle sue rappresentanze istituzionali.
In questo numero della Rivista quindi
diamo conto di tali questioni e proviamo ad immaginare i temi sui quali
organizzare delle iniziative nel prossimo autunno.
Questa nostra pubblicazione quindi è
un’anticipazione ed una preparazione
di quelle scadenze sulle quali ci aspettiamo di selezionare idee, argomenti e
di trovare sinergie con tutti i soggetti
istituzionali interessati.
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Quaderni di Casa America
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
MIGUEL RUIz-CaBañaS
AMBASCIATORE DEL MESSICO IN ITALIA
Sono veramente contento di essere qui
per la quinta volta, credo che Genova sia
una città magnifica, quando la visito mi
richiama alla mente il senso della storia.
Parlerò prima in qualità di presidente
dell’IILA, per illustrarvi alcune delle
principali attività dell’Istituto. Come ha
detto il presidente Speciale, l’anno
scorso a dicembre abbiamo organizzato
la VI Conferenza Nazionale Italia-America Latina e Caraibi, l’iniziativa ufficiale
del Governo italiano da lungo tempo,
è un invito a tutti i Paesi dell’America
Latina ad un incontro di amicizia anche
per sviluppare i rapporti economici, politici e culturali tra i nostri Paesi e l’Italia.
Perché l’Italia è un luogo speciale, per
la sua storia e per lo sviluppo dell’America Latina. Quest’anno la Conferenza
- devo dirlo non solo come presidente
dell’IILA, ma con tutta la mia personale
convinzione – è stata un vero successo,
un grandissimo successo. Perché tutti i
partecipanti hanno percepito che l’Italia
aveva preparato in modo ottimale tutto:
il programma, i partecipanti, i relatori,
ma soprattutto perché abbiamo sviluppato insieme un’agenda comune.
L’Ambasciatore Scauso lo ricorda bene,
egli è stato Ambasciatore d’Italia in
Messico, ed è tuttora consigliere dell’IILA. Il programma che abbiamo sviluppato insieme, riflette gli interessi dei
Paesi della nostra area, ed è un elemento fondamentale per il loro successo. Abbiamo lavorato per molti mesi
nel consiglio dei delegati e abbiamo
scritto una dichiarazione congiunta, una
dichiarazione conclusiva che contiene
tutto ciò che è importante in questo
momento per i Paesi latinoamericani e
per il nostro rapporto con l’Italia. Credo
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Antica città Maya di Calakmul, nello stato
messicano del Campeche
che questa dichiarazione, che è pubblica
e si può consultare presso il sito web
dell’IILA, non rifletta soltanto gli interessi dei Paesi latinoamericani con l’Italia, ma una visione del futuro. Questa
dichiarazione contiene il programma di
lavoro che dovrà svolgere l’IILA durante
il presente anno e l’anno prossimo per
sviluppare i nostri rapporti.
Per la prima volta la Conferenza si è
conclusa con un documento approvato
con il massimo consenso, senza l’obiezione di alcun Paese. La VII Conferenza
si svolgerà l’anno prossimo a Milano,
al margine dell’EXPO 2015, e sono certo
che grazie alla dichiarazione, ed al programma di lavoro adottato dall’IILA, si
avrà un significativo incremento nei
rapporti economici, politici e culturali
tra l’America Latina e l’Italia.
Credo che la nostra regione stia registrando una crescita significativa, faccio
l’esempio della Bolivia, il Paese che è cre-
sciuto di più nell’ultimo anno in America
Latina. Quest’area, in generale, ha registrato una sviluppo importante e penso
che le nostre economie rappresentino
una serie di grandi opportunità per le
aziende italiane e il sistema economico
dell’Italia. Ovviamente, i nostri Paesi sono
molto interessati a sviluppare questi rapporti economici.
L’IILA deve focalizzarsi in progetti concreti. Per questa ragione si è deciso, e a
mio parere si tratta della più importanti
decisione in questi anni, di organizzare
un Foro Italia-America Latina sulle piccole e medie imprese. Credo si tratti di
un evento assai significativo: tre giorni,
probabilmente in settembre, qui in Italia,
per scambiare opinioni ed esperienze su
come sviluppare piccole e medie imprese
nei nostri Paesi. Ovviamente l’Italia ha
una grandissima conoscenza nel settore
e grandi storie di successo nel modello
delle PIM, ciò rappresenta per noi un
elemento molto importante.
Inoltre, l’IILA avrà molte attività per
tutto l’anno: dedicate ai singoli Paesi,
sulla letteratura, l’economia, la politica,
l’arte, e tutte quelle cose che chiamiamo
cultura in senso ampio. Ogni Paese
membro dell’IILA svolge attività all’interno dell’Istituto. Noi consideriamo
l’IILA la nostra casa e per noi è realmente un’istituzione utile, specialmente, per quei Paesi che altrimenti
non avrebbero grandi opportunità di
presentarsi in altre regioni d’Italia. In
questo senso l’attività che svolge la
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Quaderni di Casa America
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Le cascate di Agua Azul, nel cuore della regione del Chiapas
Fondazione Casa America è significativa per noi, per tutti Paesi latinoamericani. Ringraziamo allora Roberto Speciale e la Fondazione per tutto ciò che
stanno facendo assieme all’IILA o con
i singoli Paesi dell’America Latina.
Passo ora a parlare del Messico e l’Italia.
Credo veramente che la storia diplomatica dei rapporti Italia – Messico sia una
storia di amicizia e di mutua simpatia.
L’Ambasciatore Scauso conosce molto
bene questa storia, è stato un attore centrale in questi ultimi dieci anni nello sviluppo di questa amicizia. Esiste, senza
dubbio, una simpatia reciproca tra il
Messico e l’Italia. Simpatia culturale e
politica, condividiamo gli stessi valori
democratici. Ma sinceramente, a mio
avviso, fino ad ora, l’Italia e il Messico
non si erano guardati negli occhi e deciso di fare insieme qualcosa di diverso
dal passato. Credo che ciò che mancava
nella nostra relazione era una decisione
al più alto livello, una decisione che solamente i capi di Governo e di Stato potevano prendere e, secondo me, la visita
del presidente del Consiglio dei Ministri
italiano, nel mese di gennaio, ha innalzato i rapporti a livello di leadership presidenziale, dando quello slancio alle nostre relazioni che soltanto i presidenti
dei governi possono concedere. La visita
è stata veramente un grande successo,
durante la settimana dal 13 al 17 di gen-
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
naio, i media messicani si sono concentrati sull’Italia come il grande Paese che
è. Il presidente Enrique Peña Nieto ha
dichiarato in diverse occasioni, in pubblico e in privato, che noi messicani abbiamo l’Italia nella mente e nel cuore, e
credo che lui abbia veramente un debole
per l’Italia, una vera simpatia, un grande
affetto (un cariño muy grande). Credo
che il Presidente abbia sottolineato tre
o quattro cose importanti per noi messicani: il senso della storia che condividiamo, il fare parte della grande civiltà
occidentale di cui l’Italia è il Paese protagonista. Il contributo che gli italiani
hanno dato alla nostra civiltà, non solo
i grandi nomi del Rinascimento, ma anche gli italiani che hanno contribuito
all’economia del Messico, all’architet-
tura del Messico: la prima stamperia in
tutto il continente americano è stata
fondata da un italiano, che veniva da
Brescia, nell’anno 1539 a Città del Messico. Questo è solamente un dato storico
ma noi abbiamo cento esempi dei contributi italiani alla storia del Messico. È
questa la simpatia che il Presidente ha
sottolineato: il contributo degli italiani
a ciò che noi, come popolo messicano,
siamo oggi.
La visita si è focalizzata su tre temi principali: economico, politico e culturale.
Sul tema economico i due governi
hanno deciso di sviluppare un business
council, un consiglio composto da imprese dei due Paesi, dieci aziende italiane
e dieci aziende messicane al più alto livello, per fare raccomandazioni specifi-
Complesso archeologico Maya Chichén Itzà, situato nel nord della penisola dello Yucatan
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
che su come sviluppare ulteriormente i
nostri rapporti economici. Il Messico è
oggi il secondo socio commerciale dell’Italia tra i Paesi dell’America Latina,
dopo il Brasile, e l’Italia è il terzo socio
commerciale del Messico tra i Paesi
dell’UE. Ma noi abbiamo la sensazione
che ci sono molte opportunità di investimenti ed esportazione che dobbiamo
sviluppare maggiormente.
Dobbiamo anche promuovere il rapporto politico: le nostre posizioni nelle
Nazioni Unite hanno molti punti in comune, siamo parte del G20, siamo parte
dell’OCDE e insieme potremmo svolgere iniziative congiunte nell’ambito
delle Nazioni Unite e del G20.
È molto interessante il fatto che il presidente messicano e l’allora presidente italiano abbiano la stessa concezione di ciò
che deve essere fatto sul tema della riforma economica, come promuovere una
crescita più robusta e significativa. Il terzo
aspetto della nostra relazione, che è stato
molto importante durante la visita del
Presidente del Consiglio dei Ministri
dell’Italia, è quello della relazione culturale. Come ha detto il presidente Speciale, ci sarà una grande mostra su Frida
Kahlo, probabilmente la più importante
pittrice del mondo contemporaneo, a
Roma dal 18 marzo al 31 agosto, poi questa mostra verrà a Genova, al Palazzo
Ducale, con opere anche del “marito di
Frida”, il più grande pittore messicano,
Diego Rivera, quindi ci sarà una mostra
di Frida e Diego Rivera.
Ho partecipato anche alla cena inaugurale di una grande esposizione presso
il claustro del Bramante a Roma. Questa
esposizione non è sull’arte messicana,
ma è una collezione messicana di Juan
Antonio Pérez Simon. È un evento veramente interessante perché egli è un
importante collezionista di opere d’arte
occidentali. Il fatto che egli abbia portato questa collezione a Roma, è per
me una testimonianza dell’interesse
nello sviluppare il rapporti culturali tra
i nostri due Paesi.
L’anno prossimo avremo l’EXPO Milano
2015. Posso dire, senza dubbio, che il
Messico farà un grandissimo sforzo per
presentare un padiglione nazionale che
sia degno della sua cultura. Il Messico
ha una sorta di orgoglio nazionale nell’esibire sempre uno spazio che sia davvero grande, ricco di cultura e di messaggi di amicizia. Il padiglione del
Messico sarà davanti al padiglione dell’Italia, quindi avremo le due bandiere
tricolori una di fronte all’altra per tutto
il tempo dell’Expo 2015. Ringrazio il Governo dell’Italia per questa decisione,
che è stata già comunicata al presidente
Peña Nieto, e sono certo che sarà un ulteriore stimolo al fine di realizzare uno
spazio degno dell’EXPO Milano 2015.
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
oSCaR CaMaCho
CONSIGLIERE ECONOMICO DI PROMÉXICO ITALIA
Oggi vi propongo di accompagnarmi
in un viaggio attraverso il mio Paese.
Conoscerete il Messico in tutte le sue
sfumature, e sono certo che vi ammalierà. Tra il Messico e l’Italia vi sono
forti legami di amicizia, e interessi commerciali che si sono consolidati maggiormente nel corso degli anni. La storia
del Messico è sempre stata segnata da
nomi e figure italiane: Amerigo Vespucci,
Gian Battista Antonelli, architetto del
forte di San Juan de Ulúa, Adamo Boari
che costruì il nostro Palazzo delle belle
arti e l’edificio postale a Città del Messico. Oggi sempre con più frequenza
sentiamo nomi di imprese italiane che
investono in Messico e viceversa. Il
prossimo passo è quello di promuovere
maggiormente l’alleanza tra le piccole
e medie aziende italiane e messicane
in modo tale da rafforzare la catena
globale dei valori tra i due Paesi. Ogni
volta che costruiamo più cose insieme
è per rafforzare la nostra catena globale
di valori. La settimana scorsa in un
giornale internazionale ho letto una
frase che ha richiamato la mia attenzione: “Il Messico è di moda” e questa
non è l’unica notizia uscita su questo
argomento, è infatti una tra le decine
di note positive pubblicate ultimamente
che esaltano il valore del modello economico messicano. Lo stesso autore
della notizia sottolineava che gli analisti
mondiali prospettano un futuro da economia emergente per il Messico. Per il
futuro prossimo Goldman Sachs, Nomura, Accenture, anche Moody’s confermano che il Messico sarà un Paese
leader e questa è una delle ragioni per
le quali stiamo orientando i nostri sforzi
al fine di favorire gli investimenti esteri
diretti, in particolar modo quelli ad alto
contenuto tecnologico.
Vi introduco al percorso esplorativo attraverso il Messico con un piccolo aneddoto. Stamattina alle sette un messicano
si è alzato, e ha spento la sveglia del
suo orologio Panerai disegnato in Italia,
poi ha acceso la televisione per ascoltare
le notizie sintonizzandosi sul canale
italiano Rai International per saper cosa
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
succede nel mondo, per vedere Renzi,
ha indossato il suo vestito di tessuto
italiano prodotto nella sua città di Guanajuato e prima di uscire ha bevuto un
caffè Illy, azienda fondata in Italia nel
1933 e presente in Messico, nella sua
cucina dove ha estratto la cappa aspirante del marchio Elica, è uscito di casa,
ha acceso il motore della sua Fiat 500
prodotta nello stabilimento di Toluca
con le sue gomme fiammanti Pirelli e
dopo è arrivato a destinazione finale:
la camera di commercio italiana in Messico. Infine all’ora di pranzo ha mangiato
un taco con una tortilla fatta con la
pasta dell’impresa messicana Gruma
che ha uno stabilimento a Venezia. E
per finire uno squisito, delizioso cioccolatino Ferrero. Però qui in Italia un
messicano, nella prima trattoria, si mangia una squisita pizza, fatta con grano
messicano, perché dovete sapere che il
40% della pasta italiana è fatta con
grano messicano.
Cari amici, questa storia mostra oggi la
vicinanza che hanno i nostri due Paesi
e il successo che molte aziende hanno
raggiunto facendo leva sulla grande
complementarità delle nostre economie.
Vorrei invitare, sulla base di questo sincretismo, tutti voi a conoscere da vicino
i vantaggi del Messico come destinazione d’investimento. Però c’è una cosa
molto importante che ha detto l’Ambasciatore: il Messico adesso può contare
su un’economia stabile e gode di condizioni macroeconomiche favorevoli. A
differenza di altri Paesi, negli ultimi
dieci anni l’inflazione ha avuto un valore
costante, per l’anno corrente si stima
un valore di 3,5%; un altro indicatore
molto positivo è quello delle riserve internazionali che hanno superato un record di 170 mila miliardi nel 2013, somma con la quale saremo in grado di coprire più di due volte il debito estero
totale del Governo federale. Le aziende
riconoscono i vantaggi competitivi del
Messico e conseguentemente abbiamo
ricevuto importanti flussi d’investimento
diretti dall’estero, tanto che dal 2005 al
2013 il Messico ha superato la Cina e
l’India con il record storico di 35 miliardi
di dollari. Anche la democrazia è un
vantaggio competitivo, in quanto vi
sono 112 milioni di abitanti con una
media di 26 anni e 47 milioni contribuiscono alla forza lavoro. Un altro fattore molto importante è la qualità della
forza lavoro. Ogni anno si laureano più
di 115 mila ingegneri, superando numericamente la Germania, il Canada il
Regno Unito, il Brasile e questo praticamente è un’opportunità che il Messico
offre alla manodopera specializzata.
Il Messico è una porta aperta al mondo
e per questo nell’ultimo anno il governo
del nostro presidente ha approvato una
serie di riforme strutturali che partono
dall’esigenza di rilanciare la seconda economia latinoamericana, superando vecchi
schemi e privilegi e rilanciando il sistema
produttivo con l’introduzione di un’importante liberalizzazione. Ma le riforme
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
strutturali sono state affrontate con la riforma del settore dell’educazione e delle
pensioni, quella del settore finanziario e
fiscale, del lavoro e nell’ambito politico e
quella delle comunicazioni. Però vorrei
sottolineare la più importante: la riforma
energetica, che attrarrà investimento e
know how esteri e aprirà tante opportunità
per gli imprenditori italiani. La comunità
internazionale ha reagito in maniera positiva a questo cambiamento e l’agenzia
del rating Moody’s ha assegnato al Messico una A3 per la prima volta nella
nostra storia economica. Oltre a questi
importanti cambiamenti interni è importante menzionare, come ha detto
l’Ambasciatore, l’iniziativa del business
council. Che cos’è? Una parola che significa tantissimo ma può significare
poco se noi non facciamo uno sforzo
dando sostanza per lo sviluppo tra i due
Paesi. Nella parte italiana si annoverano,
tra gli altri, Marco Tronchetti Provera,
Ceo della Pirelli, anche come presidente
dello stesso consiglio, Fulvio Conti, amministratore delegato di ENEL, Alessandro
Pansa, di Finmeccanica, Paolo Scaroni,
amministratore delegato della Eni e tanti
altri imprenditori italiani che saranno in
questo consiglio. E per quanto riguarda
l’azione messicana invece presenziamo
con i più importanti imprenditori della
nazione. Tra gli impegni presi dalle due
parti vi è quello di realizzare uno studio
economico esecutivo che possa fornire
una fotografia reale dello stato attuale
della relazione commerciale e del flusso
d’investimento tra i due Paesi, con l’obbiettivo d’incrementare il flusso economico. Il business council può essere visto
come un foro di discussione costruttiva
in cui i grandi imprenditori mettono in
gioco le loro conoscenze ed esperienze
in un alto dialogo di confronto. Personalmente credo molto in questa strategia
di lavoro, come il nostro Ambasciatore,
tanto che uno dei nostri principali focus
della nostra stessa agenzia è quello di
promuovere l’integrazione della catena
produttiva dei grandi nomi italiani appoggiando l’internazionalizzazione di
piccole e medie aziende già loro fornitrici
dal paese di origine.
Siamo arrivati alla fine di questo piccolo
viaggio e, come vi avevo detto all’inizio,
spero di avervi incantato con questo
piccolo assaggio della mia patria, avervene trasmesso l’amore e aver stimolato
la curiosità per un Paese che vi aspetta
con le braccia aperte.
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
MIChELE MaRSoNEt
PRO-RETTORE ALLE RELAZIONI INTERNAZIONALI, UNIVERSITÀ DI GENOVA
Ricopro l’incarico di Pro-Rettore alle
Relazioni Internazionali del’Università
di Genova dal 2008, quindi da parecchi
anni, e ogni volta che partecipo alle iniziative di Casa America ho la prova di
quanto esse siano importanti. Ricordo
che una delle prime esperienze che ho
fatto in questo settore è stata proprio
in compagnia di Roberto Speciale. Nel
mese di marzo del 2009 siamo andati a
Lima per il Forum Italia-Perù, con la
presenza del presidente peruviano e di
numerosi politici e imprenditori italiani.
Casa America svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei rapporti
culturali, ma non solo, tra Genova, la
Liguria e l’America Latina in generale.
Desidero fare una breve premessa:
l’Università di Genova ha un forte livello d’internazionalizzazione. Non
viene molto notato dai media locali, genovesi e liguri, ma sulla stampa nazionale molto spesso appare che siamo ai
primi posti in Italia per presenza di studenti stranieri e per accordi di cooperazioni internazionali, e ovviamente di
questo siamo molto fieri. Sono fiero io
stesso perché è uno dei settori in cui
l’Università di Genova sta andando meglio e continua ad andare bene.
Abbiamo circa tremila studenti stranieri
e il 10% degli immatricolati attualmente
provengono da altri Paesi. L’America
Latina in generale è sempre stata un
settore strategico per la nostra università. Qui vorrei ricordare un fatto fondamentale: un grosso aiuto in tutti i
sensi ci viene fornito proprio dal Ministero degli Esteri. In quanto Pro-Rettore
all’internazionalizzazione del nostro
Ateneo ho più a che fare con il Ministero degli Esteri che con il MIUR, nel
senso che sono più spesso alla Farnesina che non nella sede del MIUR. Il
Ministero degli Esteri ci dà indicazioni
e consigli su cosa occorre fare per migliorare la nostra internazionalizzazione. Sono sempre consigli molto mirati e che noi ovviamente accogliamo.
Non ci dice che cosa dobbiamo fare, ci
fornisce appunto consigli e ci indica
delle zone strategiche.
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
In un primo tempo è stata la Cina, ma
ora abbiamo più di 400 studenti cinesi
e rapporti di cooperazione a non finire,
la Cina per noi è ormai un’area aperta.
I rapporti strategici sono poi con il SudEst asiatico, i paesi del Golfo e tutta
l’America Latina. In questo momento
si sta insistendo soprattutto sul Brasile
per il programma “Scienza senza frontiere” che è partito da un paio d’anni e
consentirà a molti studenti brasiliani di
venire in Italia e anche a Genova con
borse di studio del loro governo, ne abbiamo un numero piuttosto elevato.
Ovviamente il Messico è uno dei Paesi
più importanti dell’America Latina e
quindi fa parte pienamente delle suddette indicazioni strategiche. Noi utilizziamo soprattutto il CINDA, un consorzio di cooperazione tra Università
europee (dell’Europa del Sud in realtà)
e latino-americane. Abbiamo l’onore di
essere l’unica Università italiana presente in tale consorzio, in compagnia
di molte università spagnole, soprattutto, e portoghesi. Genova resta l’unico
Ateneo italiano. Il CINDA ci offre ottime opportunità perché genera un
grande scambio di studenti, anche a livello di dottorato, ma anche di docenti.
Ho visitato il Messico due volte. Città
del Messico è una città fantastica, bellissima, anche se molto difficile a detta
dagli stessi messicani. Ho visto la casa
di Frida Kahlo, che è ora un museo, e
la casa di Trotzkij che in realtà era un
vero e proprio fortino. Nonostante que-
sto, come tutti sappiamo, Trotzkij vi fu
assassinato. Una visita quindi di grande
interesse, ma quali i motivi delle mie
visite? Ci sono andato per firmare, ovviamente su delega del nostro Rettore,
degli accordi di cooperazione accademica.
Prima con l’Università Autonoma del
Messico e in un secondo momento con
l’Università Anahuac di Città del Messico. L’accordo con Anahuac è importante perché consente uno scambio di
studenti e di docenti a livelli elevati. Poi
ho visitato - senza firmare accordi, ma
spero di arrivarci - l’Università Pontificia
del Messico.
Il Messico ha delle caratteristiche molto
particolari. Sono stato molte volte in
America Latina, non solo in Perù con
Roberto Speciale, ma in tanti altri Paesi
(Colombia, Argentina, Panama, Cile).
Dal Messico riceviamo meno studenti
rispetto ad altri Paesi latino-americani.
Il motivo, mi è stato detto (e accetto
tale spiegazione) è che il Messico è vicino agli Stati Uniti d’America, e quindi
gli studenti messicani di solito preferiscono andare negli Stati Uniti piuttosto
che venire in Europa. Questa è stata la
spiegazione che mi è stata fornita dai
miei colleghi universitari messicani.
Non so se sia vero, però ci sono degli
elementi che supportano questa interpretazione. Quando si va in America
Latina, in qualsiasi nazione, non è facile
parlare inglese poiché tale lingua non
è molto diffusa. In Messico, invece, l’in-
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
glese è diffuso non soltanto nelle Università, ma anche fuori. Allora si spiega
il perché di questa preferenza degli studenti messicani per le università statunitensi e canadesi: dipende ovviamente
dalla relativa vicinanza geografica.
Ecco qualche sintetica cifra: abbiamo
ben 256 studenti provenienti dall’Ecuador, 97 dal Perù, 16 dalla Colombia, una
ventina dal Brasile mentre, nell’ultimo
anno accademico, solamente due studenti messicani sono venuti a Genova
e un genovese è andato in Messico.
Credo che questa situazione offra margini di un grande miglioramento, perché
ci sono gli spazi per aumentare il livello
di cooperazione accademica e io sto lavorando per far sì che ciò si verifichi.
Devo dire che il viaggio a Città del Messico è piuttosto pesante, anche se poi,
una volta arrivati, si sta benissimo.
Desidero infine menzionare il fatto che
abbiamo ben nove rapporti di cooperazione tra l’Università di Genova e le
Università messicane. Un paio li ho firmati io di persona, gli altri i colleghi
docenti del mio Ateneo. Nove accordi
di cooperazione sono tanti, consentono
soprattutto scambi di docenti ma non
una presenza massiccia di studenti
messicani come noi vorremmo. Continueremo a batterci per realizzare questo obiettivo.
Ho avuto sempre una grande impressione del Paese, bellissimo e difficile,
come ho detto, un Paese in cui gli italiani
sono ben accolti, e soprattutto è un luogo
in cui le Università hanno veramente
grande desiderio di stabilire dei rapporti
costanti con gli Atenei italiani. Sono sicuro che l’iniziativa di oggi contribuirà
in misura notevole al nostro lavoro.
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
VICtoR UCkMaR
VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE CASA AMERICA
Innanzitutto, come vetusto vicepresidente della Fondazione Casa America,
anch’io mi associo al ringraziamento
vivissimo per l’Ambasciatore del Messico, che ci ha parlato non soltanto
come ambasciatore, ma anche come
presidente dell’IILA, e quindi dando
anche maggior rilievo alla sua presenza. Il mio legame con il Messico risale al 1949, cioè quando incominciavo
a fare degli studi sui principi comuni di
diritto costituzionale tributario, e gli autori messicani erano all’avanguardia, in
questo tipo di studio. Quindi sono stato
legato al Messico per questo, non ho
avuto molte occasioni di visitarlo. Ufficialmente nel ‘92 dirigevo la delegazione italiana all’International Fiscal
Association, e poi qualche volta per turismo. Però il Messico l’ho sempre trovato molto legato, come diceva il
prorettore, agli Stati Uniti e quindi di
difficile penetrazione e naturalmente io
mi sono occupato soprattutto della
parte culturale e culturale-giuridica. E
anzi, qui a Genova, nel ‘92, per il V Cen-
tenario della Scoperta dell’America, abbiamo istituito borse di studio, volute
allora dal Governo Ciampi del valore di
20.000 dollari all’anno, e abbiamo
creato una rete che purtroppo poi si è
interrotta perché dopo quindici anni
non è stato ripetuto il finanziamento.
Però abbiamo questi 70-80 allora giovani studiosi che ci hanno collegato con
l’America Latina e sette venivano dal
Messico. Io ho cercato di mantenere
ancora questi legami, anzi di intensificarli, in questi anni, proprio nei prossimi giorni sarà pubblicata l’edizione
messicana del mio Manuale di diritto
tributario internazionale. Il professor
Dominguez in Messico sta curando
l’edizione, non la traduzione. La parte
generale è comune, ma c’è una parte
speciale che sarà dedicata al sistema
messicano per quanto riguarda la tassazione e le esportazioni. Quindi è un
volume che sarà molto utile dal punto
di vista teorico, ma anche pratico. E
segue i volumi già pubblicati per la Colombia, per l’Argentina e per il Brasile.
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
Prossimamente dopo questo dedicato
al Messico, seguiranno il Perù, l’Uruguay e la Spagna, anche se non è America Latina.
Quindi sul piano culturale ho una certa
soddisfazione nella rete sviluppata
anche attraverso la rivista Diritto e Pratica Tributaria Internazionale distribuita
on-line che si è costituita. Sul piano
operativo commerciale invece, siamo
molto indietro. Noi italiani non approfittiamo del fatto che in America Latina
ci sono 60-70 milioni di persone di origine italiana. Però è un continente trascurato dalle nostre Autorità. Abbiamo
sentito che erano ventiquattro anni che
mancava un presidente del Governo in
Messico. In Argentina l’ultimo presidente italiano è stato Prodi. Nessuno si
occupa di Perù, nessuno si occupa di
Colombia. Mi rivolgo in particolare al
rappresentante del Ministero degli
Esteri, la Colombia è ancora in stato di
black list. Anzi anche altri Paesi dell’America Latina sono in black list. Si
sono salvati soltanto il Messico e il Brasile. E quindi se vogliamo rinvigorire i
rapporti c’è un caldo invito a fare investimenti in Messico. In questo Continente mancano le banche italiane,
strumento essenziale per poter operare.
E purtroppo la situazione economica
italiana non credo che dia grandi possibilità alle nostre aziende di fare investimenti capitali all’estero. Bisogna
puntare sulle piccole e medie imprese.
Clinton diceva: smaller is better. Però ci
sono difficoltà. Io fui chiamato dal ministro Cavallo, per portare in Argentina
l’esperienza che avevo recepito in Cina
e in Russia, però si sono fatti molti convegni di valore accademico ma con
poche presenze di imprenditori. Anche
perché la joint venture funziona quando
ci sono due colossi, quando ci sono
medie imprese è difficile che uno dei
padroni si sottometta all’altro. Le piccole imprese: credo che il Messico potrebbe essere un grande ponte per le
imprese italiane, soprattutto negli Stati
Uniti, specialmente per le agevolazioni
tributarie che ci sono in Messico, si
stanno profilando delle zone franche. E
come fare? Ci possono essere benissimo degli accordi contrattuali basati
sull’informazione. Ogni informazione
diventa cosa facile, quindi la piccola impresa italiana può metterci il suo talento, la sua intelligenza, il suo design e
quindi fare il prodotto in Messico ed
esportarlo in altri Paesi dell’America
Latina, ma soprattutto negli Stati Uniti.
Questa potrebbe essere una via da seguire, basata sull’informazione.
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
aLESSaNDRa REPEtto
RESPONSABILE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE - CAMERA DI COMMERCIO DI GENOVA
Il ruolo della Camera di Commercio, e
nello specifico del settore Internazionalizzazione, è quello di fornire alle imprese
locali una prima informazione, un primo
orientamento sui mercati esteri.
Se non possiamo considerarci degli
analisti economici, proprio in considerazione del rapporto con le imprese,
possiamo definirci sicuramente degli
“osservatori” economici.
Mai come in questi ultimi due anni si
presentano imprenditori nel nostro ufficio per porci la stessa domanda “Qui
c’è crisi, dove posso andare?”.
Proprio per tentare di dare delle risposte, cogliamo ogni possibile occasione
per dare informazioni sulle opportunità
di sviluppo e di business in altri Paesi,
così come è stato fatto, per il Messico,
in occasione della visita di Sua Eccellenza l’Ambasciatore Miguel Ruíz-Cabañas Izquierdo nella nostra città e
presso la nostra Camera di Commercio
nel dicembre 2012.
Da quella visita ne è derivata una proficua collaborazione con ProMexico –
Agenzia governativa per gli investimenti
in Messico - e con il dottor Oscar Camacho in particolare, il cui risultato è
stata la realizzazione di un dossier informativo sul Messico, focalizzato sugli
aspetti che maggiormente interessano le
imprese, e alle quali è stato distribuito.
Dall’analisi effettuata si è evidenziato
che il Messico è una delle cinque principali economie emergenti, la seconda
economia in America Latina, è un’economia fortemente dinamica, aperta al
commercio e agli investimenti esteri.
Esiste un accordo di libero scambio tra
Unione Europea e Messico che facilita
sicuramente i flussi, oltre al fatto che il
Messico può contare su una posizione
geografica strategica, punto fondamentale di collegamento tra Nord e Sud
dell’America Latina.
Considerando i flussi commerciali fra
la nostra città e il Messico, abbiamo notato un trend positivo per quanto riguarda le esportazioni: Genova ha tenuto molto bene, anzi forse ha
aumentato la propria quota di esporta-
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Quaderni di Casa America
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Quello che invece possiamo con certezza affermare, riprendendo un commento dell’AD di Eni – dottor Scaroni
– partecipante alla citata missione italiana in Messico, è che questo Paese
può considerarsi “una miniera quasi
inesplorata”.
Forse una miniera che anche le nostre
imprese devono scoprire. Non a caso
l’economista James O’Neill, che nel 2001
aveva coniato il termine BRICS per individuare i cinque giganti Brasile, Russia,
India, Cina e Sudafrica, ha coniato un altro acronimo, proprio recentemente:
MINT, che sta per Messico, Indonesia,
Nigeria e Turchia. Così come per i BRICS,
l’acronimo si collegava ad un significato
proprio del termine (i cinque Paesi considerati erano considerati come i “mattoni” dell’economia mondiale), anche
con MINT valgono le stesse considerazioni: in inglese infatti MINT non vuol
dire solo menta o mentina ma significa
anche conio, zecca (dove si “fanno” i
soldi…), e questo sicuramente può essere
un incentivo a prendere in considerazione i Paesi MINT, oltre che essere, si
spera, un buon auspicio per gli affari!
Centro Culturale presso la città di Tijuana
zioni verso il Messico, soprattutto per
quanto riguarda macchinari e apparecchiature. Un po’ in calo le importazioni,
ma è probabile si tratti di un “calo fisiologico”, nel senso che le importazioni
dell’Italia in generale, quindi anche
quelle di Genova, sono chiaramente diminuite. Abbiamo notato tra il 2012 e il
2013 un aumento di imprese di genovesi che hanno dichiarato di avere rapporti con l’estero: auspichiamo che questo maggior interesse sia dovuto
proprio alla diffusione del nostro dos-
sier o forse della brillante presentazione
che il dottor Chamaco aveva fatto del
suo Paese in occasione della presentazione nel 2012!
Le imprese genovesi che operano con
il Messico sono il 2,5% rispetto al dato
fornito nel corso della recente missione
del nostro Governo in questo Paese,
dove si erano evidenziate ben 1400 imprese italiane presenti in qualche modo
in Messico. Non siamo in grado di giudicare se siano tante o poche e se aumenteranno.
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
La funivia di Zacatecas
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Messico-Italia:
un’alleanza del futuro
MaRIo GIRo
SOTTOSEGRETARIO DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI CON DELEGA PER L’AMERICA LATINA
Spesso esaminato solo dall’angolo della
violenza e del narcotraffico, il Messico
rappresenta un’odierna success story.
Dopo decenni di crescita modesta e di
rapporto subordinato agli Stati Uniti, il
Messico oggi è la seconda potenza economica dell’America Latina, che può far
leva sulla propria solidità macroeconomica, un articolato tessuto di imprese,
una fitta rete di accordi commerciali, importanti risorse energetiche e una popolazione giovane.
L’immagine di migliaia di immigrati che
tentano a piedi il passaggio del Rio Bravo
fa parte del passato. Il saldo migratorio
con gli USA è diventato nullo dal 2005.
Al 14° posto nel mondo, dopo Australia
e Spagna, quella messicana è una delle
economie più aperte e globalizzate con
una percentuale di commercio estero sul
PIL superiori a Cina e Brasile. La sua rete
di accordi commerciali, la più ampia al
mondo, gli consente di esportare con dazi
minimi. Insieme al Cile, è il Paese latinoamericano con il livello di rischio d’investimento più basso di tutto il subcon-
tinente. La crescita messicana è fortemente basata sulla manifattura anche ad
alta tecnologia, in concorrenza con la
Cina, con un costo della manodopera
equivalente.
Il successo maggiore il Paese l’ha conseguito in ambito istituzionale. Dopo decenni di regime ingessato, partito unico
e autarchia, l’alternanza ha cambiato il
volto della politica, i partiti si sono riformati, la classe dirigente ringiovanita. Per
il giovane Presidente Peña Nieto, il 2013
si è chiuso con un bilancio positivo, con
la realizzazione di molte importanti riforme previste dal Patto per il Messico,
siglato dal partito al potere con gli altri
due partiti nazionali. In pochi mesi sono
state approvate le riforme su lavoro, concorrenza, telecomunicazione, credito alle
PMI e energia. Resta da vedere come seguirà la normativa di secondo livello, tuttavia tali realizzazioni appaiono ai conoscitori di cose messicane come dei piccoli
miracoli in un Paese noto per il suo immobilismo. Resta aperta la partita su sicurezza, lotta al narcotraffico e corruzione.
Fortezza di San Juan de Ulúa, Veracruz
Consapevole della sua nuova forza, il
Messico è uscito dall’isolazionismo tradizionale, per ricoprire un ruolo cruciale
in America Latina. Si guarda con interesse all’Italia, al nostro modello economico di PMI, alla nostra cultura e
produzione cinematografica. In Messico, la classe media sta aumentando
ed il consumo è in forte espansione e
la domanda di beni del made in Italy.
Il rilancio dei rapporti economici nel
quadro di un nuovo impulso delle relazioni bilaterali, anche in considerazione del ruolo di protagonista che il
Messico avrà in questo secolo: è il principale messaggio della visita in Messico
del Presidente del Consiglio, Enrico
Letta, tenutasi nei giorni 13 e 14 gennaio 2014.
Il rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali ha costituito il tema al
centro dell’incontro tra i due “Enrico”,
che hanno ribadito l’esigenza di perseguire gli obiettivi della crescita e dell’occupazione. Le recenti riforme varate
dal Governo messicano aprono importanti opportunità, che le imprese italiane intendono cogliere. Ci sono già
circa 1.500 imprese, che hanno contribuito allo sviluppo e all’impiego in
Messico, e circa 6 miliardi di USD di
commercio all’anno, ma è forte l’interesse a ricevere ancor più investimenti
italiani in tecnologia e a favorire lo sviluppo delle PMI.
È stato dato rilievo al piano “Destinazione Italia”, per attrarre maggiori investimenti messicani in Italia, grazie alla
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
semplificazione amministrativa a alle
privatizzazioni. Nell’ottica di diversificare i suoi partner commerciali, il Messico intende rafforzare i suoi rapporti
con l’Italia. Perciò il Presidente Letta ha
anche tenuto la conferenza “Italia e
Messico: una partnership per la crescita
e gli investimenti” presso il Club degli
Industriali, di fronte ad un pubblico di
qualificati imprenditori messicani.
L’Expo Milano 2015 è stata un altro
tema affrontato durante la visita, con la
possibile partecipazione di Peña Nieto
all’inaugurazione del padiglione messicano, situato di fronte al padiglione
italiano.
La visita di Letta si è conclusa con una
serie di incontri nello Stato di Querétaro con gli imprenditori italiani presenti nella regione. Si tratta di un caso
di successo: uno degli Stati federali caratterizzato da una crescita costante,
buone condizioni di sicurezza e da un
importante afflusso di investimenti in
settori ad alto contenuto tecnologico,
come l’aerospazio e la chimica. Querétaro accoglie circa 45 imprese italiane,
che generano circa 1.500 posti di lavoro
e che rappresenta uno dei pochi casi di
successo d’internazionalizzazione di un
distretto industriale di tipo italiano in
Messico.
A riprova della solidità dell’impegno
dopo due mesi e mezzo e per puntare
alle occasioni e investimenti che il Paese
offre, è stata realizzata la missione di
circa 70 imprese italiane che tornano
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Le relazioni Italia - Messico
aLESSaNDRo BUSaCCa
AMBASCIATORE ITALIANO IN MESSICO
Chiesa della Virgen de la Asunción, Cupilco
in Messico dopo il primo appuntamento del 2008 che si concentra su
quattro settori: automotive, infrastrutture, rinnovabili e estrattive. Il Paese è
già il terzo mercato americano per il
nostro export, ma i numeri sono bassi
e ci sono tutte le potenzialità per farlo
crescere anche alla luce dell’aggiornamento dell’accordo di libero scambio
con la UE che può aprire ulteriormente.
Nella missione di sistema sono presenti
anche 4 istituti bancari; una novità importante perché ad oggi in Messico e
in tutta l’America Latina non ci sono
più banche italiane e un loro rientro
colmerebbe un vuoto e grazie a un più
facile accesso al credito si favorirebbe
l’estensione delle imprese italiane.
Il 2014 segna un anno di svolta nelle
relazioni tra Italia e Messico, a 140 anni
dall’allacciamento delle relazioni diplomatiche. A quasi un quarto di secolo
dall’ultima visita di un capo dell’esecutivo italiano, il nostro precedente Presidente del Consiglio Enrico Letta ha
effettuato il 13-14 gennaio 2014 una visita ufficiale in Messico, caratterizzata
da un articolato programma di incontri
con il Presidente Peña Nieto e le istituzioni messicane, con la dinamica comunità imprenditoriale di quel Paese,
con la collettività italiana. La visita ha
consentito di rappresentare al più alto
livello l’attenzione e il grande interesse
con cui l’Italia guarda al Messico in questa fase, uno dei protagonisti del nuovo
secolo nelle parole di Enrico Letta, che
non a caso era accompagnato da alcuni
dei più autorevoli rappresentanti dell’economia italiana. E infatti questo
nuovo partenariato abbraccia tutti i settori delle relazioni: politico, economicocommerciale, culturale, scientifico-tecnologico, della sicurezza.
La visita, che era stata preparata da
precedenti contatti a livello politico tra
cui la visita in Messico del nostro Sottosegretario Giro e, da ultimo, del Ministro degli Esteri messicano Meade a
Roma, ha consentito di mettere a fuoco
la aree di cooperazione e un programma
di incontri intesi a dare profondità e
continuità al rapporto. Alla visita del
Presidente del Consiglio è quindi rapidamente seguita, agli inizi di aprile,
una Missione imprenditoriale focalizzata
su alcuni settori strategici guidata dal
Vice Ministro dello Sviluppo Economico,
Carlo Calenda, accompagnato da autorevoli rappresentanti dei nostri organismi di promozione economica e da
un centinaio di imprenditori; una componente essenziale di tale missione è
stata quella scientifico-tecnologico e
culturale, curata dal Ministero degli
Esteri, che ha dato nuovo impulso alle
relazioni bilaterali anche in questi settori.
Il periodo di intensa attività tra i nostri
due Paesi continua poi a maggio, quando
è previsto un articolato incontro di ap-
32
Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
profondimento e conoscenza reciproca
dedicato all’industria del comparto Difesa, e nel secondo semestre del 2014,
periodo in cui dovrebbe svolgersi a
livello di Ministri degli Esteri la Riunione
Binazionale Italia-Messico ormai giunta
alla sua quarta edizione.
I rapporti fra Italia e Messico sono sempre stati buoni, anche nel passato più
lontano: fra i due popoli vi è una immediata simpatia, si riconoscono in alcune loro caratteristiche comuni e nelle
loro storie e culture millenarie. Questo
non vuol dire che i contatti siano sempre
stati intensi – il Messico non ha conosciuto le ondate di emigrazione italiana
di altri paesi latino-americani – anche
se sono stati più profondi di quanto comunemente si pensi, ad esempio da
parte di qualificati ambienti accademici
e culturali che hanno fatto da ponte attraverso i secoli fra i due Paesi. Il riconoscimento del “brand” Italia in Messico
è molto forte, la disponibilità immediata,
i contatti agevoli: il nostro Paese è apprezzato nelle sue manifestazioni artistiche e culturali, nel suo stile di vita,
ma anche nel suo profilo di economia
avanzata a vocazione manifatturiera,
con una componente tecnologica di prim’ordine in molti settori, proiettata
verso le esportazioni e con un ruolo fondamentale per le piccole-medie imprese, caratteristiche, queste, che condividiamo con il Messico.
L’Italia vede nel Messico un grande
paese, che non può più essere caratte-
Donna di Amealco, Querétaro
rizzato solo come una economia emergente, bensì un “player” a livello globale, fortemente impegnato ad affrontare le sfide globali in tutti i contesti
multilaterali, con cui sono frequenti le
convergenze. Una economia aperta sia
verso l’estero - trattati di libero scambio
e apertura agli IDE – sia, sempre più, al
proprio interno: recenti riforme strutturali a valenza costituzionale in molti
settori, fra cui quello energetico e delle
33
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
telecomunicazioni. Il Messico non è più
solo mercato di sbocco dei nostri prodotti, ma anche vero e proprio partner
economico, con cui – in una epoca di
integrazione dei mercati e catene globali del valore – sono possibili collaborazioni articolate e diversificate, proiettate in particolare, ma non solo, verso
tutta l’area NAFTA.
L’importanza della visita dell’ex Presidente del Consiglio in Messico si è riflessa anche nel settore culturale-scientifico. La ricchezza del patrimonio
artistico, archeologico ed etno-antropologico messicano, le problematiche
connesse alla sua gestione e tutela e
l’affinità avvertita nei confronti dell’Italia sono tutti fattori che rendono il Messico un interlocutore prezioso sullo
scacchiere culturale latinoamericano.
Accanto a progetti di collaborazione
nell’ambito delle grandi mostre (in cantiere una mostra di Michelangelo nei
prestigiosi spazi del Teatro di Bellas Artes che faccia da volano a più feconde
sinergie tra musei italiani e messicani)
e a proposte di coproduzione cinematografica che, del pari, promuovano la
diffusione delle rispettive cinematografie nazionali, si sta lavorando all’avvio
di un proficuo dialogo tra l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, centro di eccellenza nella tutela
del nostro patrimonio artistico, e l’Instituto Nacional de Antropologia e Historia (INAH), che con ottimi risultati
si sforza di restaurare e tutelare l’in-
gente patrimonio archeologico e monumentale disseminato nel territorio
messicano, che con quello italiano condivide numerose problematiche.
Anche in ambito scientifico e tecnologico, si è ribadita la necessita di una
stretta sinergia. In occasione della firma
della Dichiarazione d’intenti congiunta
tra AMEXCID (Agencia Mexicana de
Cooperación Internacional) e la Farnesina, si é annunciata l’imminente pubblicazione del bando per la presentazione
di progetti di ricerca congiunti tra i due
Paesi (mobilità dei ricercatori e progetti
di grande rilevanza), a testimonianza di
una forte volontà di cooperazione in settori di ricerca prioritari (scienze di base,
scienze biomediche, ambiente ed energia, agricoltura, ricerca aerospaziale e tecnologie applicate ai beni culturali) e nei
quali maggiormente si manifestano le
eccellenze di entrambi i Paesi.
In conclusione, le relazioni tra Italia e
Messico sono entrate in una nuova fase
della loro storia, ricca di potenzialità
ancora inesplorate. All’intensificarsi dei
contatti a livello politico ed istituzionale, si accompagna una crescente attenzione delle rispettive società civili,
ambienti d’affari e mondo della cultura.
Forse il simbolo più significativo di questa nuova fase potrebbe essere il padiglione messicano che verrà costruito in
occasione dell’EXPO 2015 di Milano: il
lotto selezionato è infatti tra i più grandi
disponibili e si ubica giusto davanti a
quello del padiglione italiano.
34
Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Carlos e gli altri:
il Messico che non si arrende
FRaNCESCa D’ULISSE
DIPARTIMENTO ESTERI PD
Descrivere un Paese è sempre una
semplificazione. Descrivere un paese
latinoamericano è sempre una semplificazione e spesso si cade pure negli
stereotipi. Descrivere il Messico di oggi
nella sua bellezza, complessità, dannazione e resurrezione è ancora qualcosa
di più complesso a cui ci si arrischia
solo premettendo che si coglierà una
parte del tutto ma lo si farà con il rispetto e l’attenzione che si ha verso le
cose che stanno a cuore. Questo preambolo per dire che racconterò una
storia, il Messico che potrebbe essere.
Una storia che ci riguarda da vicino.
Qualcosa di più e meglio delle tante
cronache giornalistiche che presentano
il paese degli Aztechi come il luogo
dell’eldorado per gli affari e i profitti o,
al contrario, come il paese dei narcos e
dei loro metodi brutali di controllo del
territorio. Un terzo Messico, che non
si rassegna ai due stereotipi precedenti
ma che costruisce, dal basso, in una
prospettiva di pace e di giustizia, un
paese degno. Racconterò la storia di
Carlos Cruz perché ogni volta che lo
incontro durante una delle sue “fughe
in Italia” mi convinco che quel meraviglioso Paese uscirà dal suo contraddittorio pantano del presente se i pochissimi come lui saranno la maggioranza.
Se il suo percorso di vita e di lavoro, la
sua missione laica, diventerà senso comune per i tanti che come lui hanno
ceduto alle lusinghe e al denaro facile
della criminalità ma che, con coraggio,
hanno mollato tutto e si sono reinventati una nuova vita. Era un pandillero,
un capo delle bande giovanili della capitale. Girava con una pistola per “proteggere” il suo barrio, il suo quartiere,
dalle bande rivali. Spacciava, riscuoteva
il pizzo, rapinava banche e rubava armi.
Ora presiede l’Associazione Cauce ciudadano, canale cittadino, e aiuta i ragazzi a vedere che un’altra vita è possibile e che il proprio destino non è
solo quello di essere carne da macello
della criminalità organizzata. Parliamo
di bambini di dodici/tredici anni ingaggiati per commettere reati o di adole-
35
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
scenti che si sono inventati una vita da
sicario per guadagnare e fare per qualche anno la bella vita. Carlos mi racconta che sono 75mila i ragazzi coinvolti in almeno il 92% dei reati
codificati dalla Convenzione di Palermo. Sono giovani senza speranza, a
cui nessuno ha dato mai un’opportunità o ha fatto vedere che si può essere
“altro”. Sono giovani ai margini, che gli
stessi genitori, sopraffatti dalla miseria
e dalla disperazione, spingono verso la
criminalità. La loro vita dura qualche
anno e a nessuno importa. Secondo le
informazioni di Cauce, lavorano per lo
più per il cartello di Sinaloa, per la famiglia Michoacana e per gli Zetas (i
soci messicani della nostra ‘ndrangheta). Perché sono così tanti i giovani
che si uniscono alla criminalità? Ci
sono varie ragioni: alcuni sono sequestrati e costretti a delinquere, in altri
casi le famiglie sono minacciate. Più di
tutto, però, pesa il tema della sopravvivenza: “Uccidere una persona rende
600 dollari. Se in un mese commetti 10
omicidi porti ai tuoi 6mila dollari. Tanti
soldi”. Cauce deve competere con questi salari da capogiro. Una parte del suo
compito consiste proprio nel far capire
la delicatezza della mission: se deludi
le aspettative di un giovane che hai
convinto a mollare un “lavoro” tanto
lucroso quel giovane diventerà un
uomo ancor più spietato di come lo
avevi conosciuto. “Ecco perché molti
programmi di recupero falliscono”, mi
spiega Carlos. “Non bastano tre/sei
mesi e qualche conferenza o colloquio
con lo psicologo per cambiare il punto
di vista di un omicida o di un trafficante”, continua. “Ci vuole tanto lavoro,
devi prima entrare in empatia con lui,
devi rafforzare e recuperare il tessuto
sociale nell’ambito comunitario e educativo, devi coinvolgere la sua famiglia.
Occorrono professionalità addestrate
per fare questo”. Non ci si improvvisa
con i ragazzi perché se ne accorgono
subito e se perdi la loro fiducia è finita.
“Servono tempo e soldi” – continua
Carlos – politiche pubbliche di medio
termine, finanziate ad hoc”. A ben vedere, il vero motivo per cui tanti giovani
entrano nella criminalità è proprio l’assenza dello Stato. Quello stesso Stato
che non solo non li protegge ma non
gli dà alternative concrete, gettandoli
nelle braccia dei cartelli. Serve un investimento per il futuro del Paese.
“Tutte le riforme del mondo fatte in un
paese bagnato dal sangue servono a
poco” mi dice Carlos. Secondo le sue
informazioni, il primo anno del neo
Presidente Peña Nieto è stato il più violento degli ultimi 7: sono stati registrati
poco meno di 20mila omicidi legati alla
criminalità, con 767 bambini vittime.
L’emergenza continua e non bastano
neppure gli arresti eccellenti operati in
questi ultimi mesi, quelli che hanno
fatto guadagnare le prime pagine dei
quotidiani di tutto il mondo e hanno
fatto gridare al risorgere della tigre az-
36
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
teca (tra tutti, quello di Joaquín “El
Chapo” Guzmán, drug lord del Cartello
di Sinaloa).
Si tratta di indubbi successi delle forze
dell’ordine e della intelligence del Paese
(oltre che delle DEA). Passi in avanti
importanti ma si deve fare molto di
più. Ed è qui che entra in gioco l’Italia
migliore. Carlos e gli amici di Libera lo
hanno chiesto a tutti gli interlocutori
con cui si sono incontrati durante la
visita in Italia. Con 4 familiari di desaparecidos messicani sono stati da papa
Francesco (21 marzo), hanno ricevuto
attestati di stima e di solidarietà. Hanno
partecipato alla marcia di Latina (22
marzo “XIX giornata della memoria e
dell’impegno in ricordo delle vittime
innocenti delle mafie”), fatto incontri
istituzionali. “Dovete sostenere in ogni
occasione possibile l’introduzione in
Messico di una norma per la gestione
sociale dei beni confiscati”. Tutto qui?
Mi spiega che sarebbe un passo gigantesco e supererebbe la normativa in vigore in quel paese che è assolutamente
inadeguata (la Ley de extensión del dominio). Chi meglio dell’Italia può e deve
lavorare per questo obiettivo? Se una
certezza deve guidarci è che quel che
accade in Messico ci riguarda molto
più di quanto si creda. La lotta alle
mafie da tempo non può più essere
solo “cosa nostra” perché è ormai nelle
loro mani ogni attività transnazionale
delittuosa e potenzialmente lucrosa, dal
narcotraffico alla tratta di esseri umani,
dal gioco d’azzardo allo sfruttamento
della prostituzione, dall’immigrazione
clandestina al traffico di organi, dai
delitti del ciclo alimentare al traffico
internazionale di armi e di armi chimiche. Il denaro che deriva da queste attività criminali è investito indifferentemente nel nord e nel sud del pianeta:
dai grandi appalti che riguardano le
infrastrutture dei paesi in via di sviluppo
alle attività economiche di copertura
dei paesi a capitalismo maturo. Questo
stesso denaro, poi, compra governi e
pacchetti azionari che cambiano la geografia dei patti di sindacato delle grandi
multinazionali, oltre a gestire porzioni
di territorio nei vari stati falliti (“failed
states”) del pianeta. L’Italia può fare
molto grazie alla legislazione antimafia
di cui si è dotata: possiamo e dobbiamo
condividere esperienze, know-how, intelligence e buone pratiche legislative,
attivando meccanismi globali di prevenzione e di ostacolo, di cooperazione
e di protezione. Tra gli assi strategici
della relazione tra Italia e Messico, va
messa allora al primo posto la lotta alle
mafie transnazionali. Se c’è una morale
che si può trarre da questa storia è che
senza legalità, progresso e sviluppo
economico sono solo apparenza.
http://cauceciudadano.org.mx/
IL MESSICO
DI FRIDA KAHLO
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
39
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
MESSICO - ITALIA
Frida Kahlo - scheda biografica
azIENDa SPECIaLE PaLaEXPo
Francisco. Conosce il chirurgo
Leo Eloesser, che sarà, fino alla
morte della pittrice, il suo più importante consigliere medico.
1934 Frida scopre che Rivera ha una
relazione con Cristina, sua sorella;
la pittrice interrompe la propria
attività artistica.
Frida abortisce per la prima volta.
1907 Magdalena Carmen Frieda Kahlo
Calderón nasce il 6 luglio nel villaggio di Coyoacán, Città del Messico, figlia del fotografo di origine
tedesca Guillermo Kahlo e della
sua seconda moglie, Matilde Calderón. Modificherà il nome in
‘Frida’, senza la‘e’, dopo il suo matrimonio con Diego Rivera.
1910 Inizia la rivoluzione messicana,
che scuoterà il Paese fino al 1917.
1914 Frida soffre dei primi problemi di
salute, le cui cause restano poco
chiare; si sospetta che abbia la poliomielite. Più tardi il dottor Eloesser, suo medico di fiducia, indicherà
in una malformazione congenita
della colonna vertebrale (spina bifida) l’origine di tutti i problemi che
affliggono Frida.
1922 Frida frequenta a Città del Messico la Escuela Nacional Preparatoria, dove osserva Diego Rivera
mentre lavora al suo dipinto mu-
rale Creaci (La Creazione). Ha una
relazione sentimentale con Alejandro Gomez Arias.
1923 Frida stringe amicizia con la fotografa Tina Modotti.
1931 Prima esposizione di un’opera di
Frida Kahlo alla Sixth Annual Exhibition of the San Francisco Society of Women Artists. A maggio
la pittrice fa ritorno in Messico.
Conosce il fotografo Nickolas
Muray, di New York, con il quale
inizia una relazione sentimentale
che durerà dieci anni.
1925 Il 17 settembre Frida è coinvolta
in un incidente mentre viaggia su
un autobus: un’asta di metallo le
trapassa il corpo da una parte
all’altra. Durante la lunga convalescenza inizia a dipingere.
1932 Frida parte per Detroit assieme a
Rivera, che ha ricevuto un incarico per dipingere un murale all’Institute of Arts.
1928 Frida entra nel Partito comunista
e conosce Diego Rivera.
A Detroit Frida ha un secondo
aborto, spontaneo, e trascorre alcuni giorni presso l’ospedale
Henry Ford.
1929 Il 21 agosto, a Coyoacán, Frida
Kahlo e Diego Rivera si sposano.
Poco prima del matrimonio Frida
ha venduto il suo primo quadro,
il ritratto di due donne, Salvadora
e Hermina.
1933 La coppia prosegue il suo viaggio
dirigendosi a NewYork, dove Rivera
ha ricevuto l’incarico di dipingere
un murale nel Rockfeller Center.
1930 Frida accompagna Diego Rivera
negli Stati Uniti quando l’artista
inizia a dipingere murales a San
A dicembre, dopo il clamoroso
fallimento di questo incarico, i
due fanno ritorno in Messico.
1935 Frida si separa da Rivera e si trasferisce in un appartamento a
Città del Messico. Ha una relazione sentimentale con Ignacio
Aguirre.
Frida parte da sola per New York
e dopo il suo ritorno si riconcilia
con Rivera. I due decidono di comune accordo che in futuro vivranno vite separate. Frida ha una
relazione sentimentale con lo
scultore Isamu Noguchi.
1937 Grazie alla mediazione di Rivera, Lev Trotzkij e sua moglie
Natalia ottengono asilo politico
in Messico. La coppia si stabilisce nella casa dei genitori di
Frida, a Coyoacán. La pittrice ha
una breve relazione sentimentale con Trotzkij.
1938 Mentre soggiorna in Messico, il
poeta francese André Breton riconosce nell’opera di Frida Kahlo
un’originale impronta surrealista
e scrive l’Introduzione al catalogo
della prima esposizione personale dell’artista, che si tiene
40
Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
presso la Julien Lexy Gallery di
New York. Alcuni suoi quadri
sono venduti all’attore statunitense Edward G. Robinson.
1939 Frida si reca a Parigi per partecipare alla mostra Mexique, organizzata da Breton presso la Galleria Renou et Colle. Un suo
quadro è acquistato dal Louvre.
Dopo il ritorno di Frida dall’Europa, la coppia Rivera si separa
per la seconda volta e a novembre
divorzia. Frida torna a vivere nella
casa dei suoi genitori.
1940 Frida Kahlo prende parte a numerose esposizioni, tra Città del Messico, San Francisco e New York.
Dopo l’assassinio di Lev Trotzkij,
Frida parte per San Francisco, anche per motivi di salute. Si ferma in
seguito a New York, dove ha una
relazione sentimentale con il mercante d’arte Heinz Berggruen.
1940 L’8 dicembre, a San Francisco,
Frida Kahlo e Diego Rivera si
sposano per la seconda volta.
1941 Di ritorno in Messico, Rivera si
trasferisce da Frida, nella Casa Blu
a Coyoacán.
41
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
1942 Frida diventa insegnante presso
La Esmeralda, l’Accademia statale di belle arti; qui raccoglie attorno a sé un gruppo di fedeli seguaci, che si autodefiniscono Los
Fridos.
1943 Si tengono mostre dell’artista a
Città del Messico, Philadelphia e
New York.
Bravo, fotografa e amica della pittrice, si tiene la prima esposizione
personale messicana di Frida Kahlo. La pittrice partecipa all’inaugurazione sdraiata su un letto.
In agosto, a causa di un’infezione,
subisce l’amputazione della gamba
destra fin sotto al ginocchio.
1954 Nonostante abbia sofferto di polmonite, Frida prende parte a una
manifestazione contro l’intervento
degli Stati Uniti in Guatemala. Il 13
luglio muore, si presume a seguito
di un’embolia polmonare. La causa
esatta della morte non è stata appurata. L’urna contenente le ceneri
di Frida viene conservata nella Casa
Blu, nel 1955 ceduta da Rivera allo
Stato messicano.
Le condizioni di salute peggiorano e Frida svolge nella sua casa
le lezioni per gli studenti della
Esmeralda.
1946 Per alcuni mesi deve indossare un
corsetto di ferro. Inizia a scrivere
un diario, dove raccoglie disegni
e testi poetici molto personali riguardanti la propria vita sentimentale.
A settembre, per il quadro Moisés,
Frida riceve dal ministro dell’Educazione il Premio nazionale per
l’arte e la scienza e ottiene un
sussidio statale.
Subisce numerose operazioni alla
colonna vertebrale. Negli anni seguenti soffrirà sempre più spesso
di depressione.
1953 Presso la Galería de Arte Contemporáneo di Lola Alvarez
Bancarella di artigianato, Guanajuato
42
Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
Kahloismo:
malattia infantile del feticismo
MaRCo BELLINGERI
UNIVERSITÀ DI TORINO
Frida Kahlo e León Trotzkij
Trotzkij, Diego Rivera, Natalya Trotzkij,
Reba Hansen, André Breton, Frida Kahlo.
Coyoacán, Mexico. ©Laure van Heijenoort
Maria Cristina Secci nella prefazione
alla sua recente opera: Con la imágen
en el espejo. El autoretrato literario de
Frida Khalo, un’imprescindibile rivisitazione del “diario” scritto e illustrato
dall’artista dal 1942 fino al 1954, anno
della sua morte, ha inventato un neologismo assai efficace: il kahloismo,
“...una especie de religión global formada por devotos de la diosa Frida”,
anche chiamati da Margo Glantz fridomaníacos, in altre parole il risultato di
un vero e proprio processo di feticizzazione, inteso letteralmente, come esaltazione idolatrica di un personaggio realmente esistito. Questo processo può
oggi essere studiato diacronicamente e
i suoi inizi sembrano risalire ai primi
anni ottanta.
Da parte mia, mi sono spesso chiesto
perché, pur piacendomi molto e conoscendolo benissimo, non sono mai riuscito ad amare veramente il mitico
quartiere di Coyoacán.
Coyoacán è, fra tante altre cose, il Vaticano del kahloismo, con un preciso itinerario di devozione che conduce fino
alla sua basilica: la Casa Azúl, santuario
della divinità e centro, oggi più che mai,
del culto alle sue reliquie.
Poco o nulla importa ai devoti di altri
luoghi che segnarono anch’essi il Messico contemporaneo: per esempio, la
casa-fortezza dell’Indio Fernández,
quella di Salvador Novo, quella di Jorge
Ibargüengoitia, la chiamata Casa de Alvarado, dove trascorse i suoi ultimi anni
Octavio Paz, oggi Fonoteca Nacional, e
43
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
perché no la fortezza-casa “privata”
dell’ex presidente Miguel De la Madrid,
una volta residenza blindata dell’ancien
régime. Potrebbe, e forse dovrebbe, fare
eccezione almeno una frettolosa visita
al Museo Casa de León Trotzkij nella
calle Viena.
In realtà, il cosiddetto kahloismo è solamente una delle manifestazioni di un
complesso intreccio feticista e commerciale che ha portato le quotazioni delle
opere, anche minori di Frida a livelli di
Pollock e Warhol.
Quella che Carlos Monsiváis chiamava
fridomanía, in quanto moda, è solo uno
degli aspetti, nemmeno fra più interessanti o deteriori del kahloismo: basti
pensare oggi alle scarpe Converse, in
disegno “fridiano”, un diretto e forse
ben meditato richiamo feticistico a fini
strettamente commerciali.
Ricordiamo qui che i piedi mutilati furono, come afferma Glatz, sineddote
dell’artista in un famoso autoritratto del
1938, dal titolo “Lo que el agua me lo
dió”. Graciela Iturbide recentemente ha
riproposto l’operazione, fotografando
le proprie estremità nella stessa vasca
utilizzata dall’artista, parte di un’opera
di gran pregio e assolutamente feticista,
che aveva per titolo: “El baño de Frida”.
Celebrava così l’apertura di un sacello
fino ad allora inviolato del santuario fridiano e che ha rivelato ai devoti un
nuovo deposito di inquietanti reliquie,
fra vesti, grembiuli macchiati, grandi
contenitori di Demerol - lo stesso oppiaceo di cui poi abusò Michael Jackson- e persino enteroclismi.
D’altra parte, si è dibattuto e si dibatte
ancor oggi sul particolare surrealismo
di Frida. E non potrebbe essere che così,
visto che André Breton ne volle fare,
forse suo malgrado e per il pubblico
newyorchese, una reificazione di un
surrealismo puro, riconoscendo ingenuamente la supremazia di una manifestazione sull’essenza occulta e onirica
della realtà.
Ben presto si sarebbe pentito di questa
affermazione, abbandonando sola Frida
a Parigi nel 1939, dopo averle promesso
Converse Frida Kahlo
44
Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Graciela Iturbide, El bano de Frida
Frida Kahlo, Quel che vidi in acqua
una personale nella sua ormai inesistente
galleria. Quel particolare: “hijo de la .....”,
appartenente a un gruppo de “...hijos de
perra lunáticos y trastornados que son
los surrealistas”, come ebbe a scrivere in
una lettera al suo eterno amico-amante
Nickolas Murray, citata da Margo Glantz,
non poteva che fuggire, lasciando il posto
a un ben più disposto Marcel Duchamp.
Il che non poté impedire che l’artista
fosse inopportunamente avvisata dallo
stesso Breton che un “...bastardo e hijo
de perra”, un socio del gallerista Pierre
Collé, considerasse troppo scandalosi
due dei suoi quadri, di cui lei stessa aveva
dovuto pagare il restauro. In più, quei dipinti sarebbero dovuti essere esposti in
una mostra che riuniva ritratti ottocenteschi, fotografie di Alvarez Bravo e artigianato contemporaneo, una “pura basura” secondo Frida.
In altre parole la supposta quintessenza
del surrealismo si vedeva ridotta a elemento di un mexican curius che i messicani ormai ben conoscevano dagli
anni venti cui essi stessi avevano partecipato nella ricerca affannosa di una
nuova identità nazionale.
In realtà supponiamo che Breton si
fosse reso conto del pericolo che correva
fin dal suo arrivo a Coyoacán nella primavera del 1938. Credo sia ormai chiaro
che del Messico, quello vero, non gli
importasse molto: era un esotismo simbolico, e magari qualche sua manifestazione, ovviamente da lui stesso scoperta, ciò che poteva essere étonnante.
In fondo vi si era recato nella necessità
di usufruire di una borsa ministeriale e
soprattutto per vedere Trotzkij; dunque
nulla più che uno spazio metaforico,
45
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
d’altra parte già percorso, ma in forma
iniziatica, da Atonin Artaud nel 1936.
Quando Breton giunse alla Casa Azúl
si era ormai consumato e concluso il
ben noto affaire tra Frida e Trotzkij,
un’avventura che oggi sappiamo non
episodica ma protrattasi, in maniera
non poi così segreta, fra la primavera e
l’estate dell’anno precedente.
Il provato rivoluzionario cinquantottenne, avrebbe poi confessato di non
aver potuto resistere all’ambiguo fascino di Frida e di quella strana magione che a volte gli sembrava una prigione medioevale, nonostante riuscisse,
con le debite precauzioni, a realizzare
viaggi ed escursioni.
Bisogna comunque chiarire che non vi
fu allora nessun melodrammatico epilogo ed entrambi rimasero amici, come
lo dimostra la dedica di un autoritratto,
regalo di compleanno del novembre del
1937. Il legame, che intendiamo affettuoso, non si esaurì nemmeno quando,
per motivi politici e non sentimentali,
Trotzkij e sua moglie abbandonarono
la Casa Azul per trasferirsi nel vicino
fortino di calle Viena, dove si compì, il
21 agosto 1940, la tragedia annunciata
del suo assassinio. Fu invece probabilmente per Frida un passaggio obbligato, per affermare la sua posteriore e
definitiva conversione allo stalinismo,
rinnegare la vecchia amicizia.
Non pare dunque ci sia ormai molto da
chiarire sullo strano, e in fondo romantico, incontro fra Frida e Trotzkij. Molto
invece si potrebbe ancora approfondire
sul contradditorio rapporto tra Frida e
Breton e non solo sui due supposti surrealismi in tensione.
Frida non volle o non riuscì a sedurre
Breton e invece pare lo fece con la sua
compagna Jacqueline Lamba, vera
icona e protagonista del surrealismo
europeo che così entrò a fra far parte
della almeno mezza dozzina di donne
illustri da lei sedotte.
È stato affermato giustamente che in
fondo la classificazione di Frida come surrealista ebbe la stessa valenza autoritaria
di una definizione maschilista di “donna”.
Si potrebbe dunque pensare che al rifiuto
di Frida di essere definita autoritariamente
una surrealista spontanea, e pertanto primitiva, si sommasse un distanziamento
più intimo: quello dettato da due percorsi
feticisti contrapposti.
Il primo fu dolorosamente perseguito al
fine di raggiungere un’impossibile multipla alterità estetica e di genere, che faceva di Frida stessa, del suo corpo o di
parti di esso, la sua vera opera d’arte totale. Per l’omofobico Breton la donnafeticcio surrealista era, e deve rimanere
un’immagine che riproducesse per
quanto possibile la realtà surreale della
femme-enfant proposta fin dal 1927.
Più in la della sua infantile manifestazione di khaloismo, l’intreccio fra surrealismo e feticismo rimane ancor oggi
intrigante e non del tutto marginale per
una lettura più attenta della vita-opera
dell’artista.
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
York (1933), Mosè o Nucleo Solare
(1945), L’amoroso abbraccio dell’universo,
la terra (Messico), io, Diego e il signor
Xolotl (1949). Opere capaci di svelare
un mondo sorprendente, particolare e
vivo, forse unico nella storia della pittura, un territorio pittorico vigoroso,
contrassegnato da vaste riserve di intuizione e di generosità.
Numerose sono poi le nature morte,
interpretate da Frida come autoritratti
impliciti e al tempo stesso allegorici, attraverso rappresentazioni simboliche
della sessualità e del desiderio, raggiunte attraverso la trasfigurazione delle
forme dei vari frutti dipinti.
La mostra
su Frida Kahlo
a Roma 20 marzo - 31 agosto 2014
MaRIo DE SIMoNI
DIRETTORE GENERALE AZIENDA SPECIALE PALAEXPO DI ROMA
Nell’ambito dell’ambizioso progetto
congiunto fra Scuderie del Quirinale di
Roma e Palazzo Ducale di Genova, progetto dedicato alla grande artista messicana Frida Kahlo, la mostra romana,
con oltre 160 opere fra dipinti, disegni,
fotografie, ripercorre e documenta l’intera carriera artistica di Frida, ponendola anche in connessione con artisti e
movimenti coevi.
La mostra è a cura di Helga PrignitzPoda, autrice del catalogo ragionato
della Kahlo, ed è stata resa possibile
dall’intensa e appassionata collaborazione delle maggiori istituzioni messicane1, oltre che dalla generosità di molti
prestatori privati.
Fra le opere esposte, oltre quaranta
sono i lavori a olio, fra cui molti straordinari autoritratti, forse la vera “cifra”
dell’arte di Frida, il tipo di opera che
racchiude i più riposti significati psicologici ma anche un complesso universo
simbolico: tra questi, il celeberrimo Autoritratto con collana di spine (1940), mai
esposto prima d’ora in Italia e imma-
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
gine della mostra, l’Autoritratto con vestito di velluto (1926), dipinto a soli 19
anni, il suo primo autoritratto eseguito
per l’amato Alejandro Gòmez Arias,
l’Autoritratto come Tehuana (o Diego nei
Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei
pensieri), 1943, olio su masonite, cm 76×61
Autoritratto con vestito di velluto, 1926
olio su tela, cm 79,7×59,9
miei pensieri (1943), in cui indossa
l’amato vestito Tehuana, ricordando
come Tehuantepec sia il nome di una
città e di una regione del Messico in cui
vige tradizionalmente una forma di matriarcato.
Fra gli altri capolavori assoluti presenti
in mostra, alcune delle opere allegoriche più intense. Come l’Autoritratto al
confine fra il Messico e gli Stati Uniti
(1932), Il mio vestito è appeso là a New
Autoritratto con collana di spine e colibrì,
1940, olio su lamina metallica, cm 63,5×49,5
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Allestimento della mostra su Frida Kahlo presso le Scuderie del Quirinale a Roma.
Chiude la mostra (impossibile qui descriverla per intero in tutta la sua ricchezza) l’ultimo dipinto a olio realizzato
da Frida, l’Autoritratto dentro a un girasole (1954), a lungo ritenuto disperso e
fortunosamente ritrovato fra rifiuti destinati a discarica.
Oltre ai molti disegni (fra cui la serie Le
emozioni, commovente e lancinante esercizio di autorappresentazione nato dall’amicizia con la psicologa Olga Campos), sono esposte circa 40 fra le più note
fotografie aventi per soggetto Frida Kahlo, che fu ritratta dai più noti fotografi
dell’epoca. In particolare, i famosissimi
scatti di Nickolas Muray, ma anche quelli
del geniale colombiano Leo Matiz (nato
nel Paese che ispirò il Macondo di García
Márquez) e la bellissima foto opera di
un’altra delle grandi donne dell’arte del
‘900, quella Dora Maar amante e ispiratrice di Picasso.
I suoi dipinti non sono soltanto lo specchio della sua vicenda biografica, se-
Autoritratto con scimmie, 1943, olio su tela, cm 81,5×63
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
gnata dalle ingiurie fisiche e psichiche
subite nel terribile incidente in cui fu
coinvolta all’età di 17 anni. La sua arte
si fonde con la storia e lo spirito del
mondo a lei contemporaneo, riflettendo
le trasformazioni sociali e culturali che
portarono alla Rivoluzione messicana
e che ad essa seguirono. Attraverso lo
spirito rivoluzionario reinterpretò il passato indigeno e le tradizioni folkloriche,
codici identitari generatori di un’inedita
fusione tra l’espressione del sé, il linguaggio, l’immaginario, i colori e i simboli della cultura popolare messicana.
Allo stesso tempo Frida è espressione
dell’avanguardia artistica e dell’esuberanza culturale del suo tempo e lo studio della sua opera permette di capire
l’intreccio di tutti i movimenti culturali
internazionali che attraversarono il
Messico in quel tempo: dal Pauperismo
rivoluzionario allo Stridentismo, dal
Surrealismo a quello che decenni più
tardi prese il nome di Realismo magico.
Accompagna l’esposizione un articolato
programma di eventi collaterali, costruito intorno a una serie di conferenze
tenute dai più accreditati studiosi internazionali (alcuni vengono espressamente dal Messico, come il Presidente
del Colegio de México Javier Garciadiego) e a una serie di film che raccontano la storia di grandi donne.
La mostra, così ricca e complessa, tenta
quindi di portare Frida oltre il mito: a
partire dalla sua incredibile vita, dalla sua
dimensione di icona assoluta del XX se-
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
La mostra
su Frida Kahlo e Diego Rivera
a Genova 20 settembre 2014 - 8 febbraio 2015
LUCa BoRzaNI
PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE GENOVA PALAZZO DUCALE PER LA CULTURA
Autoritratto con treccia, 1941
olio su masonite, cm 51×38,5
colo, ne fa affiorare anche i possibili intrecci con altri artisti, attraverso pochi,
misurati confronti con opere di Severini,
De Chirico, Mense, Penrose, oltre che di
Diego Rivera. Restituendo così a Frida,
nel luogo italiano che in questi anni ha
raccontato la grande arte classica, il suo
posto nella storia dell’arte.
Nota:
1
Embajada de México en Italia; Agencia Mexicana
de Cooperaciòn internacional para el Desarrollo de
la Secretarìa de Relaciones exteriores (AMEXCID/SRE);
Consejo Nacional para la Cultura y las Artes (CONACULTA); Instituto Nacional de Bellas Artes
(INBA); Gobierno del Estado de Tlaxcala Instituto
Cultural Tlaxcalteca Museo de Arte de Tlaxcala; Banamex. Banco Nacional de México.
Il 3 febbraio a Roma, con la presenza
dell’Ambasciatore del Messico, il sindaco Doria e il sindaco Marino abbiamo
presentato la collaborazione tra Palazzo
Ducale e le Scuderie del Quirinale per
la realizzazione di due grandi mostre
su Frida Kahlo a Genova e a Roma. Due
mostre e non solo un riallestimento
della stessa mostra.
Se l’ esposizione romana è incentrata
sulla pittrice e il suo essere una vera
icona della pittura del ‘900, quella genovese ricostruirà il rapporto tra Frida
Kahlo e Diego Rivera. Rapporto complesso fatto di incontri, abbandoni, divorzi e matrimoni. E difficile come può
essere quello “tra un elefante e un uccellino”. Per altro la stessa Frika Kahlo
scrisse: “ho avuto due disgrazie nella
vita: “l’incidente in tram” (che l’ha praticamente segnata per tutta l’esistenza
deturpandole il corpo) “e l’incontro con
Diego Rivera”.
Credo sia un’ esperienza unica nel nostro Paese. Mi pare che non ci sia mai
stata una mostra che genera due mo-
stre, favorendo un arricchimento del
racconto, aumentando e diversificando
il numero delle opere esposte. Per Palazzo Ducale è un’altra importante sperimentazione gestionale in continuità
con l’esperienza pubblico-privata costruita in questi anni. Un modo concreto per misurarsi con la crisi, la riduzione delle risorse investite nell’attività
culturale senza pesare sulle risorse pubbliche. E anche questo, nel tempo della
crisi, mi pare un elemento culturalmente e politicamente significativo.
Quali saranno i contenuti della mostra?
Ovviamente la personalità umana ed
artistica di Frida, la sua dimensione internazionale, l’ essere una delle poche
e rare artiste del ‘900. È, appunto,
un’icona dei percorsi della femminilità,
della dimensione interiore, un’ interlocutrice apprezzata del surrealista Breton. Diego Rivera rappresenta, quasi
all’opposto, l’aspirazione a una cultura
che diventa movimento collettivo, con
una missione educatrice e civile. È quasi
come se fossero due figure in qualche
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
misura contrapposte. Una che fonda la
sua dimensione artistica sulla autoriflessione, sui fantasmi che attraversano
la mente e l’anima, sul dolore, l’altra,
invece, che appare come un manifesto
dell’arte intesa come denuncia, rottura
politica, momento della crescita rivoluzionaria delle masse.
Al di là delle vicende personali e culturali
dei due artisti, la mostra è in realtà anche
l’occasione per conoscere l’arte messicana nel momento in cui assume consapevolmente la necessità di affrancarsi dai
modelli europei e statunitensi. Questa
tensione all’ indipendenza culturale
messicana, ma potremmo dire dell’America Latina nel suo complesso,
coincide anche con uno straordinario
periodo storico del Messico. Siamo in un
punto culminante del ventennio rivoluzionario, in una stagione di radicalizzazione della riforma agraria e della
democratizzazione dello stato. Nell’età
dei totalitarismi il Messico è al centro di
un originale percorso di partecipazione
popolare. Ed è un luogo di accoglienza
dei fuoriusciti dell’antico continente.
Non solo Trotzkij. Perché vedete: prima
il professor Marsonet citava la casa di
Trotzkij. Il governo della Spagna repubblicana in esilio è in Messico. Larga parte
di coloro che sono sopravvissuti alla
Guerra Civile Spagnola, e che non sono
stati i soppressi in Germania o in Unione
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Diego Rivera - scheda biografica
aMBaSCIata DEL MESSICo IN ItaLIa
Ritratto di Diego Rivera
Sovietica, si trovano in Messico. Ci misureremo ancora una volta con la complessità e la centralità del ‘900. Un ‘900
diverso da quello che noi conosciamo, e
che nel contesto in cui ci muoviamo
oggi, di globalizzazione e di intrecci delle
culture, può forse rappresentare delle radici importanti per una conoscenza reciproca meno stereotipata. Quindi una
mostra d’arte ma non solo e un percorso
comune Genova-Roma-Messico.
Diego María de la Concepción Juan Nepomuceno Estanislao de la Rivera y Barrientos Acosta y Rodríguez nasce l’8 dicembre 1886 nella città di Guanajuato,
Messico. Nel 1892 la famiglia Rivera si
trasferisce a Città del Messico.
Fin dall’infanzia, il piccolo Diego mostra
attitudine per il disegno e prende lezioni serali presso la Scuola Nazionale
delle Belle Arti, ora Accademia di San
Carlo.
Studia anche insieme a quelli che sarebbero poi diventati famosi pittori
messicani, fra cui spiccano Saturnino
Herrán, Roberto Montenegro, Ángel
Zárraga ed Adolfo Best Maugard, solo
per citarne alcuni.
In seguito, Diego Rivera si reca a Veracruz e ottiene l’appoggio dell’allora governatore Teodoro A. Dehesa per viaggiare a Madrid. Nel 1909, visita svariati
musei europei, e dopo essere stato a
Parigi va in Nord Europa, fermandosi a
Brugge e Gante e conosce la pittrice
russa Angelina Beloff da cui avrà un figlio, che muore l’anno dopo. Poco
dopo, decide di ritornare in Messico per
presentare la sua prima mostra individuale, e conosce Guadalupe Marín con
cui si sposa.
Il Gran Circuito Artistico della Società
di Pittori e Scultori Messicani inizia i
preparativi per il progetto del murale
collettivo nell’Anfiteatro della Scuola
Nazionale Superiore, progetto a cura
del “Dott. Atl”. Questo è il riferimento
iniziale del suo primo murale intitolato
“La Creazione” che Diego Rivera realizzerà 12 anni più tardi in quello stesso
spazio dove conoscerà poi Frida Kahlo.
Dopo il divorzio dalla prima moglie,
Diego Rivera e Frida Kahlo si sposano
il 21 agosto 1929. Nel 1930 Diego viene
invitato dallo scultore americano Ralph
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
Stackpole a dipingere le facciate del
Stock Exchange Luncheon Club di San
Francisco, California. A questo progetto
ne seguono altri a Detroit commissionati dalla famiglia Ford per la realizzazione di un’opera incentrata sull’uomo
e la macchina nel locale Istituto d’Arte.
Anche la famiglia Rockefeller richiede
a Rivera un murale, nell’omonima torre
a New York, che però viene distrutto in
quanto non piace al committente. Perciò, Diego cede alle insistenze di Frida
ed i due fanno rientro in Messico nel
1933, stabilendosi nelle case gemelle di
San Angel, disegnate appositamente
per loro dall’architetto Juan O’Gorman.
Dal 1934 al 1938 Rivera lavora parallelamente ai progetti dei murali nel Palazzo Nazionale e nell’hotel Reforma,
dedicandosi anche alla pittura da cavalletto. In quel periodo partecipa attivamente al movimento comunista e dà
asilo politico a Leon Trotzkij.
In quegli anni la coppia ha molti problemi ed i due si separano in varie occasioni, fino a divorziare nel novembre
1939.
A principio degli anni ’40 Rivera è invitato a realizzare il murale Pan-American Unity formato da cinque pannelli,
che si trova nell’auditorium del City
College di San Francisco, California. Lì,
l’8 dicembre 1940, si sposa per la seconda volta con Frida Kahlo.
Dipinge nuovi murali per il corridoio al
primo piano del Palazzo Nazionale, intitolati “Messico Preispanico e Coloniale”.
Realizza anche opere da cavalletto, soprattutto ritratti di personaggi della società messicana ed inizia la costruzione
del Anahuacalli, museo che ospiterà la
sua collezione di opere preispaniche. Nel
1947 realizza “Sogno di un pomeriggio
domenicale all’Alameda Centrale” nella
hall dell’Hotel del Prado, murale ora
esposto nel Museo Murale Diego Rivera.
Nel 1949 l’Istituto Nazionale delle Belle
Arti organizza la mostra “Diego Rivera,
50 anni di lavoro artistico”, durante la
quale si possono vedere per la prima
volta opere di tutte le fasi del pittore.
Intorno al 1951 Rivera inizia la sua ultima opera monumentale nel Cárcamo
di Río Lerma intitolata “L’acqua nell’evoluzione della specie”. L’anno successivo Rivera realizza una decorazione
in altorilievo della facciata superiore
dello Stadio Olimpico della Città Universitaria e del murale “Storia del Teatro
del Messico” nonché della facciata principale del Teatro de los Insurgentes.
Il 13 luglio 1954 Frida Kahlo muore e
da quel momento Diego non sarà più
lo stesso.
Affetto da cancro, sposa nel 1955 Emma
Hurtado e si reca in Unione Sovietica
per sottoporsi ad una innovativa cura
contro la malattia. Al suo rientro, l’8 dicembre, suo 70mo compleanno, viene
organizzato per lui un riconoscimento
pubblico nella zona antistante al Museo
Anahuacalli. Il 24 novembre 1957, all’età
di 81 anni, Diego Rivera muore nel suo
studio di San Angel.
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Donne tra arte e politica
in America Latina
CaRLotta GUaLCo
DIRETTORE DEL CENTRO IN EUROPA E COORDINATORE DELLE ATTIVITÀ
DI FONDAZIONE CASA AMERICA
Nel marzo 2013 Fondazione Casa America ha organizzato assieme all’Ambasciata del Messico in Italia e alla Fondazione Genova Palazzo Ducale per la
Cultura una piccola ma importante mostra su Tina Modotti, fotografa italiana
di fama internazionale che ha vissuto
in Messico negli Anni Venti, in un ambiente culturale straordinario, quello del
Messico dopo la Rivoluzione, che ha
influenzato la storia dell’arte e della cultura mondiali. I nomi Diego Rivera, David Alvaro Siqueiros, José Clemente
Orozco, tra gli altri, richiamano immediatamente quella realtà.
Nel 2014 torniamo ad occuparci di
un’altra artista femminile dalla vita
complessa e intensa. Si tratta di Frida
Kahlo, nata in Messico a Coyoacán nel
1907 e protagonista dello stesso “periodo magico” in cui ha vissuto la Modotti. La sua mostra è esposta a Roma
alle Scuderie del Quirinale e a settembre arriverà a Genova, a Palazzo Ducale, per rimanere esposta sino a febbraio 2015.
Due artiste donne un po’ dimenticate
in passato ma rivalutate in questi ultimi
anni per la loro importanza.
L’insegnamento viene dall’America Latina, e non è un caso, perché in questi
anni le donne latinoamericane hanno
acquisito ruoli di grande importanza
(Cristina Kirchner in Argentina, Dilma
Rousseff in Brasile, Michelle Bachelet
in Cile, Laura Chincilla Miranda in Co-
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Frida: momenti, immagini,
ricordi sparsi
PINo CaCUCCI
SCRITTORE E TRADUTTORE
Missione di Santiago de Jalpan, Queretaro, Sierra Gorda
sta Rica). Anche in Italia negli ultimi
mesi si è visto qualche cambiamento,
non solo nella composizione del nuovo
Governo, ma in alcuni nomi delle liste
elettorali e nelle nomine nelle aziende
pubbliche.
L’Italia è sicuramente in ritardo, ma la
questione si pone per tutta l’Europa.
L’America Latina può essere uno stimolo a fare di più. Non solo, ovviamente, come modello in materia di parità di genere, ma anche come un
partner economico sempre più importante e come una realtà socio-politica
che, dopo essersi lasciata alle spalle, con
poche eccezioni, un passato di totalitarismi e instabilità democratiche, è in
grado ora di porsi come un interessante
laboratorio politico e istituzionale.
Se consideriamo la grande importanza
dell’immigrazione italiana in America
Latina e l’influenza della nostra cultura
in tutto il continente, dettata non soltanto
dal numero ma dalla capacità di integrazione e di vitalità dei migranti italiani in
termini di apporto produttivo, culturale,
politico, capiamo bene come l’Italia potrebbe avere un ruolo privilegiato, rispetto ad altri Paesi europei, nel rapporto
con il continente latinoamericano.
“Assassinata dalla vita”, diceva di se
stessa nei momenti di livore contro un
destino che si era accanito su di lei con
perversa crudeltà. Frida amava la vita
con una passione così intensa, che la Pelona, la “cagna spelacchiata”, la Morte
Irridente della mexicanidad, aveva rinunciato a prenderla quando fu il momento,
scacciata forse da quell’urlo di dolore disperatamente vivo che era echeggiato
per interi isolati, sull’immensa plaza
dello Zócalo, sui palazzi dei Conquistadores, fino ai teschi di pietra del Templo
Mayor, risvegliando la selva di spettri
che popolano le viscere della distrutta
Tenochtitlán e convivono tuttora con gli
incalcolabili abitanti della megalopoli più
grande del mondo. Quel 17 settembre
1925, la Pelona guardò negli occhi la diciottenne Frida, poi il suo corpo nudo e
insanguinato, tra i rottami dell’autobus
schiantato dal tram, quel giovane corpo
trafitto da una sbarra che entrava in un
fianco e usciva dal ventre, e si preparò a
coprirla con il suo manto nero. La spina
dorsale spezzata tre volte, due costole,
la spalla e la gamba sinistra frantumate,
una devastazione eccessiva e indecente...
Eppure, con l’ostinazione di cui soltanto
lei era capace, Frida afferrò la vita e se la
tenne dentro, ritrovando di lì a poco
tempo persino la forza per ridere in faccia alla Pelona, con quelle sue carcajadas,
gli scrosci di risate che erompevano dal
petto e la illuminavano come un fuoco
d’artificio messicano, contagiando d’allegria chi andava a trovarla immobilizzata a letto, e riservando le lacrime per
le eterne notti di solitudine, quando
l’alba non arrivava mai e il buio le sembrava un insulto alla terra più assolata
del mondo. La Pelona si rassegnò ma le
restò accanto ogni giorno, alitandole sul
viso, ricordandole la sua presenza a ogni
aborto spontaneo, attonita e ammirata
per l’energia di quella piccola donna irriducibile che subiva l’ennesima crudeltà: non poter avere il figlio tanto desiderato, proprio lei, che da giovanissima,
vedendo Diego Rivera dipingere gli affreschi nella sua scuola, aveva detto tra
sé: “Vedrai, panzón, adesso non ti accorgi
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
neanche di me, ma un giorno mi farai
fare un bambino”...
Frida possedeva una bellezza irripetibile,
che forse nessuna foto è riuscita a rendere, e che soltanto gli autoritratti possono trasmettere, una bellezza che si
concentrava negli occhi, così profondi
da dare un senso di vertigine e smarrimento, lo sguardo capace di incantare,
accarezzare, infondere una tenerezza da
vuoto allo stomaco, ma quello stesso
sguardo “d’immediatezza perforante”
sapeva anche sferzare e annientare
quando si imbatteva nell’ipocrisia e
nell’arroganza umana. La sensualità di
Frida era leggendaria in mille testimonianze di uomini e donne, una sensualità impulsiva e mai studiata, fatta di puro
istinto e immune da pose e finzioni calcolate, ma ad affascinare chi la frequentava era anche la sua ironia solare, propria di un carattere temprato che non
conosce la meschinità, ironia che poteva
essere caustica, a volte spietata come la
natura messicana: meravigliosa quanto
aspra, struggente, unica, e capace di far
molto male a chi non la rispetta.
Da quel giorno in cui Frida aveva conosciuto Diego, mormorando la strampalata promessa che suonava più come
una sfida irriverente, e il giorno del loro
matrimonio, non erano trascorsi soltanto diversi anni: nel mezzo, a spartire
le acque della gioia da quelle del dolore,
c’era l’Incidente, lo strazio del suo corpo
armonioso, le operazioni fallite, i gessi
e i busti, la miracolosa ripresa voluta e
ottenuta con “rabbioso amore” per la
vita. Vita a cui Frida non si avvinghiava
perché impaurita dalla Morte, dalla Pelona che prendeva in giro con le parole
e soprattutto con il pennello sulla tela,
tutt’altro: figlia prediletta del suo Messico, Frida possedeva quel misto di fatalismo e prorompente energia che
contraddistinguono la sua terra, punto
d’incontro degli opposti del mondo,
dove l’eccesso convive con l’armonia e
i contrasti sono così estremi da lasciare
attoniti. Frida non “voleva vivere”, bensì
“viveva” a dispetto della sorte, con la
quotidiana coscienza di consumarsi in
fretta come una fiammata che arde più
splendente della brace lenta.
Diego e Frida: l’Elefante e la Colomba.
Diego Rivera aveva vent’anni più di lei,
era straordinariamente brutto e apparentemente sgraziato, enorme in assoluto
e ancor più quando le stava a fianco:
una coppia che sembrava il simbolo dei
forti contrasti della loro terra. Diego
aveva alle spalle una fetta di vita in Europa, dove era approdato nello stesso
1907 in cui Frida nasceva, l’amicizia con
Picasso, Apollinaire, Gertrude Stein, una
prima moglie russa che lo adorava e che
lui abbandonò a Parigi, una seconda
moglie, Lupe Marín, di selvaggia bellezza e furibonda come solo una messicana tradita sa essere... Il presente di
Diego, quando si sposarono, era di gloria e fama eccelse: il più stimato e ve-
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
nerato pittore muralista in un Paese che
amava l’arte almeno quanto le rivoluzioni. L’impegno politico, per Diego Rivera, nutriva la sua arte e si nutriva di
arte: lui e gli altri grandi muralisti, come
Orozco e Siqueiros, dipingevano affreschi perché l’opera restasse a disposizione di tutti, in edifici pubblici, scuole,
università, nel patio o sulla scalinata di
un palazzo di governo dove chiunque
sarebbe potuto passare, mentre la tela,
una volta venduta, diventava proprietà
privata di pochi. Diego, profondo conoscitore di Giotto e Michelangelo, ne
aveva perfezionato le tecniche di preparazione del muro da affrescare, e soltanto grazie a ciò, ancor oggi i colori da
lui stesi restano identici a distanza di
tanti decenni. Diego era uno straordinario narratore: i suoi murales sono un
viaggio nella storia e nella geografia
umana del Messico, il racconto struggente, appassionato, dolente, che freme
di indignazione per le violenze subite
ma senza indulgere al vittimismo, dove
la bellezza scaturisce dal rapporto con
le radici ancestrali e con le genti più
umili e genuine, ma soprattutto fiere
della propria identità, e non ci si limita
a guardare le sue opere, si viene coinvolti
con forza vibrante nei suoi luminosi racconti corali.
Frida, apparentemente, sembra rivolgersi
nella direzione opposta. Frida trasforma
il dolore in arte, dipinge se stessa e il
minuscolo - ma profondo e insondabile
come un abisso - universo che la cir-
conda da vicino; mentre Diego rappresenta l’universalità del mondo visibile,
Frida dipinge pensieri che si materializzano, stati d’animo che si trasformano in forme e colori: lui è l’interprete
di un popolo e della sua lunga e travagliata storia, lei è l’immediatezza dell’esperienza vissuta e immaginata, dove
vivere e immaginare si fondono, si compenetrano, si tormentano a vicenda.
L’autoritratto è la sua autobiografia, predilige l’intensità alla vastità, concentra
in piccole tele, finemente tratteggiate
con minuscoli pennelli di zibellino, la
forza della vita che travolge la sofferenza, assorbe in se stessa l’identità
della propria terra e trasmette nei mille
dettagli dei suoi quadri l’essenza più
intima della mexicanidad, filosofia di Vita
e di Morte, l’una che irride all’altra con
al centro Frida che inganna entrambe.
“La sola cosa che so è che dipingo perché ne ho bisogno e dipingo tutto
quello che mi passa per la testa, senza
prendere in considerazione nient’altro”.
Amava definirsi la gran ocultadora, forse
perché occultava con l’allegria contagiosa l’inguaribile malinconia che la pervadeva, ma nei dipinti non si occulta e
non inganna: è “tutto quello che le passa
per la testa”, senza maschere, lasciando
ogni tanto prevalere l’ironia come antidoto efficace all’autocommiserazione.
Frida dipingeva da tempo quando sposò
Diego, e forse usò come pretesto i suoi
quadri per attirare il “rospo” - così chiamava affettuosamente Diego - nella sua
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Casa Azul di Coyoacán. Lui ne era rimasto sinceramente colpito, tanto che
più tardi avrebbe scritto: “Comunicavano
una vitale sensualità a cui si aggiungeva
uno spirito d’osservazione spietato, ma
sensibile... era chiaro che quella ragazza
era una vera artista”. Provò a esprimerglielo, e lei lo bloccò subito, inflessibile:
“Non sono in cerca di complimenti. Voglio le critiche di un uomo serio”.
Il 21 agosto 1929 Frida e Diego si sposarono. Poco prima di condurre la figlia
all’altare, Guillermo Kahlo, che all’inizio
aveva osteggiato il matrimonio con quel
pittore famoso anche come dissoluto e
donnaiolo, lo prese da parte e gli disse:
“E va bene, Diego, è giunto il momento
di avvisarti: Frida è una ragazza intelligente e incantevole, ma... si porta dentro un demone. Un demone nascosto...”
“Lo so”, rispose candidamente Diego.
Tra loro due non c’era competizione ma
reciproca ammirazione, e Diego mostrava con orgoglio la lettera di Picasso
che scriveva di lei: “Né tu né io saremo
mai capaci di dipingere una testa come
quelle di Frida Kahlo”. La loro casa a
Città del Messico divenne ben presto il
punto di passaggio obbligato e la sede
di inenarrabili nottate di baldoria sfrenata e appassionate discussioni per artisti, scrittori, poeti, “ribelli & sognatori”
che erano o sarebbero diventati i protagonisti della cultura mondiale in quel
turbinoso e avvincente periodo storico,
Eisenstein, Breton, Neruda, per citare
alcuni “stranieri” fra i molti talenti messicani dell’epoca, e poi, quando l’arte
di Frida cominciò a farsi notare in Europa e negli Stati Uniti, avrebbe suscitato l’entusiastica ammirazione di Kandinskij, Miró, Duchamp, Tanguy, mentre
i più grandi fotografi sembravano ammaliati dal suo sguardo e dalle espressioni del suo viso da volerla immortalare in più occasioni, come Weston,
Cunningham, Álvarez Bravo...
L’amore tra i due e le soddisfazioni che
ricevevano in due continenti, non significavano affatto serenità... Frida desiderava un figlio con tutta se stessa, e rimaneva incinta, sì, ma per abortire entro
pochi mesi: il suo corpo martoriato la
tradiva quando lei cominciava a illudersi
di aver burlato non solo la morte ma anche le leggi della vita. Intanto Diego, “rospo” o “elefante” poco importava, seguiva l’istinto più forte di qualsiasi freno
coniugale, sociale o naturale: più diventava brutto, grasso e goffo, e più donne
conquistava. Non si trattava solo di gloria
e fama: Diego possedeva un tale carisma, capacità seduttive così suadenti e
convincenti, un carattere affascinante
sotto tanti punti di vista, che conquistare
i favori di una donna rappresentava per
lui un impegno quasi quotidiano... E non
si risparmiava in nessuna situazione, non
perdeva nessuna occasione.
Frida ne soffriva, e non certo in silenzio,
ma in una frase confidata “ridendo dolorosamente” a Bertram Wolfe, riassu-
61
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
meva così il suo stato d’animo: “Non
posso amarlo per quello che non è”.
E a sua volta amava altri e altre, creando
la leggenda della sua bisessualità, leggenda oggi, ma allora realtà vissuta con
naturalezza. Però le sue non erano avventure, tanto che in alcuni casi scatenò
passioni durature che lei preferì interrompere perché, alla fine, Diego veniva
prima di ogni altro e prima di ogni cosa
al mondo, come accadde con Isamu
Noguchi, che la amò - rischiando in un
paio di occasioni di prendersi una revolverata da Diego - e avrebbe continuato ad amarla per anni, anche da lontano. O Nick Muray, che traspose tutto
il suo amore in alcuni dei più intensi
ritratti fotografici di Frida.
Frida aveva cinque sorelle, ma soltanto
con una, Cristina, c’era un’intesa totale,
una complicità intima e profonda. Cristina, donna di rara grazia e dal carattere generoso e vitale, aveva potuto realizzare il sogno della maternità ma era
stata poi lasciata dal marito, tornando
ad abitare nella grande Casa Azul di
Coyoacán. Cristina, probabilmente, non
pensò mai di tradire Frida, e se cedette
a Diego fu per vari motivi, primo fra
tutti la capacità diabolica di Diego nel
farsi consolare suscitando la tenerezza
femminile: Frida aveva avuto un aborto,
lui era disperato, si sentiva solo, e... impiegò l’intera gamma delle sue arti seduttive con Cristina, facendone anche
la modella di alcuni murales - del resto,
è difficile trovare tra le molte figure femminili delle sue opere un’originale che
non fosse stata sua amante - conscio
per sua stessa ammissione del disastro
che stava innescando, perché “più
amavo una donna e più la volevo ferire,
e Frida fu soltanto la vittima più ovvia
di questa mia disgustosa caratteristica”.
Quando Frida scoprì Cristina e Diego
insieme, provò una “nuova” forma di
dolore nella già variegata gamma delle
sofferenze patite: proprio Cristina, tra
tante donne al mondo, tra tante bellezze messicane disponibili, proprio la
sorella inseparabile...
Frida si trasferì in un piccolo appartamento sull’avenida Insurgentes, il “viale
più lungo del mondo”, avviando una
lunga serie di separazioni e ricongiungimenti, culminati nel divorzio e successivo ri-matrimonio: perché fino all’ultimo, lei e Diego avrebbero continuato
a frequentarsi persino nei periodi di più
acuto e devastante contrasto.
Il rapporto con Cristina sarebbe tornato
quasi come prima, a distanza di un certo
tempo, anche se, da alcuni suoi quadri,
si nota chiaramente che quella ferita
non si rimarginava: nel dipinto “Memoria”, del 1937, Frida si ritrae con il
cuore strappato dal petto, e poi anche
in “Ricordo di una ferita aperta”, dell’anno successivo, usa le crudeli ferite
inferte al corpo come simbolo di un
lancinante dolore morale.
Frida nacque nel 1907, ma per tutta la
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
vita sostenne che il suo anno di nascita
era il 1910: non lo faceva per ridursi
l’età, bensì per sancire che lei nasceva
mentre la Revolución scoppiava e travolgeva il vecchio mondo: la prima rivoluzione del secolo e anche l’unica a
essere capeggiata da eroi romantici votati alla sconfitta che dichiaravano palesemente di non aspirare al potere, la
rivoluzione che più d’ogni altra vedeva
coinvolti i protagonisti della cultura accanto agli indios senza terra, agli ultimi
degli ultimi... E a combattere in prima
fila, c’erano le donne messicane, le leggendarie soldaderas a cui Frida si ispirava
anche nel vestiario di ragazzina scapestrata - pantaloni, stivaletti e giubba di
cuoio - quando, alle soglie dell’adolescenza, faceva parte di una banda di
maschi che, considerando poi i destini
futuri di ciascuno, più che una pandilla
di teppisti era un cenacolo di intellettuali
precoci. La sua fu una rivendicazione,
un’identificazione totale con quella data
fatidica che aveva mutato il corso della
storia non solo messicana. Politicamente, la Revolución fu una dolorosa
serie di fallimenti e tradimenti, perché i
“gattopardi” di sempre furono lesti a fingere cambiamenti di potere affinché
nulla cambiasse davvero. Ma la rivoluzione messicana ottenne ben altri successi, più profondi di quanto il miope
mondo esterno potesse notare: fu una
ventata di rinnovamento culturale sconvolgente, nulla rimase come prima nell’interpretazione dell’esistente, nell’arte,
nella letteratura, nei rapporti tra uomini
e donne, e se tra i primi produsse personaggi come Diego Rivera, tra le seconde diede vita a memorabili e folgoranti astri di eterna luminosità come
Frida Kahlo, rivelò una complessa e
multiforme nazione a se stessa, riscattando i valori delle radici indigene accanto a quelli della modernità nella sua
accezione più positiva, recuperando
tutto ciò che si era dimenticato e permettendo a donne come Frida - che era
unica ma simile a tantissime altrettanto
appassionate e agenti - di esprimere il
“mondo nuovo che si portavano nel
cuore” e diventare ciò che sarebbero diventate. Come ha scritto Carlos Fuentes,
“nel 1910 il popolo messicano insorse e
dilagò su tutto il territorio nazionale, la
rivoluzione diede voce a un paese isolato, riconquistò per se stesso i doni invisibili della lingua, del colore, della musica, dell’arte popolare”. Di tutto questo
Frida era figlia, e per tutto questo ci teneva ad affermare che la sua vera nascita
era avvenuta nel 1910.
L’adesione al comunismo rispondeva a
un ideale romantico, non certo a una
struttura di partito. Diego era addirittura “segretario generale” del Partito comunista messicano, e quando si vide
accusato di “prendere denaro e ottenere
meriti dal governo borghese”, perché le
sue opere murali venivano ovviamente
pagate con denaro pubblico - confondendo ancora una volta le risorse della
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
collettività con le elargizioni del potere
politico - mise in scena una grottesca
pantomima per ridicolizzare la miserabile meschinità dei suoi detrattori: si
autoprocessò e si autoespulse, come a
voler dimostrare le nullità che erano i
burocrati sedicenti comunisti. Frida lasciò anche lei il partito, a cui aveva aderito per pura formalità, ed entrambi rimasero comunisti nel cuore e nei
comportamenti. Poi, quando Trotzkij arrivò in Messico, unico paese che gli
diede asilo incondizionato, al pari di innumerevoli perseguitati politici di
mezzo mondo, Diego fu il principale
promotore di quell’impresa, convinse il
presidente Lázaro Cárdenas e organizzò viaggio e accoglienza, e il vecchio
León, venne ospitato nella grande Casa
Azul... Malgrado i sessant’anni di vita
bruciata senza risparmio, Trotzkij conservava intatta la voglia di affascinare e
il desiderio di conquistare. A Frida non
sembrò patetico, al contrario: attratta
forse più dalla storia che il fondatore e
comandante supremo dell’Armata
Rossa si lasciava alle spalle, gli permise
di sedurla e avvincerla con l’ardore degli
ideali traditi - dallo stalinismo - ma non
perduti, con l’irruenza dei suoi discorsi
interminabili, e addirittura con la tenerezza delle sue lettere d’amore che le
faceva scivolare nei libri... e che ogni
tanto la stupivano, tra il divertito e l’intrigato, per certe frasi decisamente
“spinte”, degne di un adolescente in
piena tempesta ormonale ma che,
scritte da lui, superavano il confine tra
erotismo e pornografia. Per Frida, “el
Viejo León” la lusingava e inorgogliva,
mettendola al centro dei suoi interessi,
ma rappresentava anche il modo più
sottile per una rivalsa intima e tutta sua,
una rappresaglia per il rapporto tra
Diego e Cristina: quale vendetta migliore che farsi amare dall’attuale idolo
politico di Diego... e per giunta, usando
proprio la casa di Cristina, dove si incontravano salvando le apparenze - anche se quella singolare relazione era ormai nota a tutti, Frida non voleva ferire
apertamente l’amato Diego - e dove ci
avrebbero lasciato per sempre nel dubbio su quali rapporti i due avessero realmente.
Frida, dal corpo torturato, con la morfina a lenire il dolore fisico e la fiaschetta
del brandy sempre a portata di mano,
con le energie ormai ridotte a pura forza
di volontà, con le lunghe degenze a
letto e sulla poltrona, Frida continuava
a dipingere e far impazzire di amore le
persone a cui si concedeva: cosa c’era
in lei, da infondere nel cuore degli uomini amati - anche solo per un breve
tempo – un’insopportabile sensazione
di vuoto quando decideva di lasciarli?
Trotzkij, sessantenne, leggenda vivente
di rivoluzionario e infaticabile agitatore
malgrado l’esilio, sentendosi dire da
Frida che tra loro poteva esserci soltanto
amicizia e ideali in comune, ma non
amore, sembrò smarrirsi e perdere il
senso dei propri giorni, al punto che le
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
scrisse una lettera di nove pagine scongiurandola di non lasciarlo. Sembrava
l’implorazione di un ragazzo al primo
amore infranto.
Trotzkij, qualche anno più tardi, scamperà miracolosamente a un attentato
di sicari stalinisti, per poi soccombere
infine sotto i colpi dell’agente infiltrato
Ramón Mercader. Oggi, nella Casa Azul
di Coyoacán, rimasta intatta come era
nei giorni in cui lei vi viveva, osservando
la miriade di ricordi legati alla lotta,
agli ideali politici indissolubilmente
legati e mescolati a quelli culturali,
sociali, artistici, la scritta “Viva Stalin”
accanto agli eroi della Revolución, da
Emiliano Zapata a Pancho Villa, e sapendo come lei sapeva che Stalin aveva
fatto assassinare Trotzkij, è facile, per il
visitatore “straniero”, pensare a un’incongruenza, a una contraddizione. Ma
non è così. Occorrerebbe innanzi tutti
conoscere la mexicanidad, quell’armoniosamente caotico miscuglio di sentimenti che uniscono le infinite differenze
delle popolazioni messicane, e conoscere
Frida, cioè una donna appassionata che
conservò per tutta la sua vita un ideale
allo stato puro, un comunismo romantico, un anarchismo istintivo che puntava
su quanto di pulito e sincero poteva
esserci nei simboli, cosciente che gli
uomini sono immancabilmente riusciti
a trasformare i sogni in incubi, e persino
quel “Viva Stalin” si può immaginare
come acuta provocazione in anni che
vedevano il “simbolo Stalin” usato come
lo spauracchio dei benpensanti, e se
fosse viva dedicherebbe un autoritratto
a Marcos come allora lo dedicò a Trotzkij,
e noi, gli stranieri, continueremmo a
non capire: eppure, non c’era contraddizione in Diego quando dipingeva
murales a spese dello stato o accettava
un incarico dal Rockefeller Center di
New York e intanto protestava in prima
persona contro la politica imperialista
degli Stati Uniti, e Frida lo capiva e appoggiava, perché le opere di Diego
Rivera sarebbero rimaste immortali e
visibili a tutti, non al chiuso dei musei
o delle collezioni private, ma in luoghi
pubblici, e mentre i governanti passano
e scompaiono, i poteri cambiano o crollano rovinosamente, le sue opere sono
sempre lì, a narrarci i crimini e le conquiste, le ingiustizie e le esaltanti rivolte,
il cammino travagliato di un’umanità
dolente, gioiosa, disperata, sporadicamente felice...
Neanche Frida si sentiva in contraddizione accettando - pur raramente - di
dipingere un quadro su commissione,
o su semplice richiesta, di qualche “ricco
borghese statunitense”, ma lo faceva se
sentiva un particolare coinvolgimento:
come quando ritrasse “Il suicidio di Dorothy Hale”, che volava da un grattacielo avvolta da nubi ovattate, quasi fossero un sollievo alle sue sofferenze
interiori, e sul selciato rimaneva il suo
corpo abbandonato, e il viso di una bellezza viva, finalmente serena, dallo
sguardo fisso su chi guarda il quadro,
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Ricami artigianali di San Cristobál de Las Casas, Chiapas
gli occhi aperti sul mondo per l’eternità.
Clare Boothe, un’amica di Dorothy che
voleva un “quadro in omaggio alla poverina”, quando lo vide ebbe un attacco
isterico: stava per distruggerlo a forbiciate, poi se ne sarebbe disfatta dichiarando pubblicamente che lei non aveva
mai “commissionato” un simile obbrobrio. Essendo una persona che del Messico non poteva capire nulla, tanto
meno capì nulla di quel dipinto carico
di dolore condiviso, di comprensione
per chi aveva deciso di porre termine
alla sofferenza divenuta insopportabile
- e spettava a Dorothy decidere oltre
quale limite cessare di tollerarla - quindi
molto di più che un omaggio: una manifestazione di profondo affetto da
parte di una donna straordinariamente
sensibile, così tanto da poter comprendere cosa avesse provato Dorothy prima
e durante e addirittura dopo quel volo
dal grattacielo... la quiete e la serenità
a cui anche lei, Frida, pensava spesso,
chiedendosi ogni giorno quale fosse il
limite oltre il quale valesse la pena abbandonarsi tra le braccia della Pelona.
Perché Frida era così: “una bomba avvolta in un nastro di seta”, come la definì André Breton. Ribelle in ogni gesto
e sovversiva in ogni pensiero, convulsivamente bella di una bellezza a molti
incomprensibile, Frida dalla voce profonda e la risata dirompente, Frida dagli
occhi perforanti, eternamente vivi, che
non si sono mai chiusi, che sono rimasti
fissi su di noi che la guardiamo negli
autoritratti, perché, come ha “dipinto”
sul Diario poco prima di quel 13 luglio
1954, “Continuerò a scriverti con i miei
occhi. Sempre”.
[Tratto dal libro “Viva la vida!” di Pino
Cacucci per gentile concessione dell’editore Giangiacomo Feltrinelli].
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
Tres Fridas:
pittura, fotografia e cinema
MaRCo CIPoLLoNI
UNIVERSITÀ DI GENOVA
La fotografia e il cinema hanno documentato e raccontato con modi e tempi
diversi la vita e la pittura di Frida Kahlo,
mostrandocela con i suoi vestiti, nelle
sue case e tra le sue cose. Comparativamente, le foto hanno avuto più presenza e più peso, influenzandola e
orientando il suo lavoro artistico più a
lungo e con maggiore profondità. Da
questo punto di vista, Frida non è stata
solo la figlia preferita di un fotografo,
ma una figlia adottiva dell’arte e della
tecnica fotografiche, da lei trasformate
in potenti strumenti di indagine fisica
e psicologica. Il fotoritocco è alla base
della sua pennellata e la posa fotografica e il dettaglio sono tra i canoni compositivi più costanti non solo del suo
modo di dipingere, ma anche del suo
teatro interiore e del suo sguardo sul
mondo. Il corpus delle foto che la rappresentano è molto vario e ricco: Frida
bambina, ritratti di famiglia, nudi di
Frida, scatti dei suoi oggetti, dei suoi
animali, dei suoi viaggi, dei suoi quadri,
delle sue case, dei suoi amici, delle sue
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
degenze, della sua partecipazione ad
atti della vita politica e artistica, foto ritoccate in vario modo, foto diagnostiche
e addirittura radiografie. Persino uno
dei suoi capolavori (il celebre e fotografatissimo Las dos Fridas) non solo
ha la logica di un fotomontaggio, ma
trova puntuale corrispondenza in un
fotomontaggio (del padre), di analogo
soggetto e titolo.
Frida Kahlo allo specchio
Con il cinema è diverso. Gli spezzoni
filmati in cui Frida compare non sono
molti e documentano solo alcuni passaggi della sua vita: se prescindiamo
dalle sequenze con Trotzkij, in realtà
focalizzate sul grande rivoluzionario
russo, Frida finisce nel mirino delle
macchine da presa soprattutto durante
i suoi viaggi. Per buona parte degli anni
Trenta la vediamo nei panni dell’esotica
signora Rivera e poi, sempre più, come
icona folk e logo riconoscibile della propria arte: una figura inseparabile dai
propri quadri e dai propri strumenti di
lavoro (tavolozze, pennelli e cavalletti
adattati alle sue particolari esigenze),
ma anche dai propri vestiti e corsetti,
indossati ed esibiti come fossero un
vero costume di scena, dentro e fuori
dal sacrario kitsch delle sue case di Città
del Messico. Quando è ormai diventata
una pittrice di successo, i filmati ci restituiscono parentesi luminose e solo in
apparenza serene di una solitudine inquieta, occhi di ciclone e frammenti di
naufragio, alla deriva perchÈ scampati
al progressivo ensimismamiento di una
donna inquieta, sempre più sofferente
e tormentata, nel corpo e nell’anima.
Questa galleria di fotogrammi conforma un corpus cinematografico lacunoso e quasi sempre rubricato nel
segno dell’eccentrico e periferico: sullo
schermo Frida è rapidamente passata
da decoro esotico del personaggio
Diego a cornice kitsch della propria
opera. Essendo il cinema una questione
di superfici in movimento, non sorprende che abbia faticato più della fotografia ad andare oltre il personaggio
e ad inoltrarsi negli abissi interiori di
una figura dalla mobilità limitata e che,
per giunta, passava gran parte del proprio tempo utile dipingendo a cavalletto.
Questa difficoltà del linguaggio cinematografico assume un’evidenza strutturale e strutturante in quasi tutti i documentari, ma ha influenzato e ispirato
anche molte scelte, sia compositive che
di sceneggiatura, dei film a soggetto sulla
sua vita e la sua opera, pieni di specchi e
di tableaux vivants e movimenti di
macchina che provano ad animare, con
carrelli e zoom, dettagli di foto e dipinti,
o mirano a riprodurre e manipolare, con
effetti proiettivi e di sovraimpressione,
frammenti del found footage. Foto e
quadri, per esempio, hanno sicuramente
ispirato il trucco e condizionato le scelte
di recitazione sia di Ofelia Medina, che
ha interpretato Frida nel 1984 per Paul
Leduc, in Frida: naturaleza viva, sia di
Salma Hayek, che nel 2002 ha fortemente voluto il ruolo di Frida nell’omonimo e popolarissimo film di Julie Taymor.
A questo incantesimo dell’icona di Frida
hanno potuto sottrarsi solo Andrea Ferrari, che presta solo la voce alla pittrice
nel documentario La cinta que envuelve
una bomba, realizzato da Delgado nel
2003, e, in modo diverso, varie Friduchas
del cinema di animazione: per esempio
quella del corto Niòa Frida, di Carlos
Ojeda, 2007, realizzato, attorno all’idea
della metamorfosi del dolore in colore,
per l’omonimo spettacolo di teatro
danza della compagnia spagnola Karlik;
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
oppure, dentro il film della Taymor, la
Frida dell’incubo in stop motion realizzato dai Quay Brothers, o ancor più
quella dell’invasione di Gringolandia, visualizzata dal film attraverso effetti di
fotomontaggio che includono spezzoni
in bianco e nero e giocano col mito cinematografico dei cinerotocalchi e di King
Kong.
L’interpretazione di Ofelia Medina,
corpo di Frida in un film senza dialoghi,
rende omaggio al muto; quella di Salma
Hayek, combinando in modo tecnologicamente creativo risorse visive e dialoghi, attualizza Frida riempiendo lo
schermo di risonanze (“Llorona” interpretato da Chavela Vargas, che di Frida
fu frequentatrice ed intima amica); la
voce di Andrea Ferrari, trasformando
Frida in proiezione sonora delle sue lettere e in eco delle sue dichiarazioni,
restituisce al repertorio fotocinefotografico l’intera superficie dello
schermo. Le tre interpretazioni, insieme
ai fantasmi, ai mostri e agli esorcismi
messi in campo dal cinema di animazione, ci illustrano il complesso sistema circolatorio che rende consanguinee non solo le celebri dos Fridas,
ma addirittura tre diverse Frida: quella
dipinta, quella fotografata e quella filmata. Si tratta, come abbiamo detto, di
tre donne in parte diverse, ma unite,
proprio come accade in molti degli autoritratti che punteggiano la produzione
matura di Frida, dall’ombra sempre più
lunga di una dolorosa consapevolezza.
Ritratti di autoritratti e rifrazioni di una
pulsione analitica a tratti incontrollabile,
perchè al tempo stesso feroce, disperata
e crudele, le Fridas del cinema sono,
ancor più dei loro pittorici modelli, dei
sofisticati e iperconsapevoli antenati
degli odierni “selfies”, nel senso che
moltiplicano proiettivamente il trauma
narcisistico di un rapporto quotidianamente operativo, di confidenza maniacale, di abitudine compulsiva e di
grande familiarità sia con l’immagine
del proprio corpo che con lo sguardo
tecnologico, artificiale, indagatore e
straniante dell’occhio meccanico che
tale immagine scompone, decostruisce
e cattura: l’io policentrico e dislocato
della grande artista si guarda e dallo
schermo ci guarda sapendosi guardato,
ma anche temendo di non essere abbastanza visibile, visto e ascoltato.
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Fabiola Quezada
alla Commenda di Prè
LUCIaNo CaPRILE
CRITICO D’ARTE
Mostra “Fabiola Quezada – Il corpo e l’anima”
La mostra “Fabiola Quezada - il corpo e l’anima” si terrà a Genova, al
museoteatro della commenda di Prè (Piazza della commenda) e verrà
inaugurata venerdì 18 luglio alle ore 18.
rimarrà esposta fino al 31 agosto 2014.
Per maggiori informazioni:
museoteatro della commenda di Prè
Piazza della commenda - 16126 Genova
Tel. 010 2514760 / 010 2512435 / 010 5573681 (biglietteria)
fax 010 2543908
Nelle composizioni di Fabiola Quezada
la memoria artistica della sua terra assume un ruolo importante. Intanto
emerge un’attenzione particolare per la
figura umana che era una peculiarità
dei muralisti messicani; di conseguenza
si ritrova in lei il recupero di certe fisionomie che sono prerogativa di un
mondo fissato in un’area fisica e mentale senza tempo. La mostra intitolata
“Il corpo e l’anima”, che sarà ospitata
alla Commenda di Prè nel mese di
agosto, è la testimonianza di come
questa artista trapiantata da molti anni
in Europa viva compiutamente il senso
di quel ricordo da coniugare alle nuove
realtà con cui è venuta a contatto dopo
aver lasciato la terra natale. E proprio
per mantenere questo rapporto non
solo affettivo ma anche visivo e mentale
Fabiola ritorna frequentemente là dove
ha lasciato le radici culturali.
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Fabiola Quezada nasce a Temascalapa vicino a Città del Messico. Nel
1991 ottiene la laurea in amministrazione industriale al politecnico di Città
del Messico, contemporaneamente studia pittura con l’artista messicano
José Sirahuen e partecipa alle prime mostre collettive. Nel 1992 il lavoro e la
vita familiare la portano a stabilirsi in Europa. Dal 1999 studia all’accademia
di belle arti di Brera a Milano, dove approfondisce il tema del corpo nella
pittura e nella fotografia e dove si diploma in Pittura nel 2003. Vince il premio
Lissone 2004. Le sue opere fanno parte di collezioni d’arte pubbliche e
private in Italia e in Svizzera. Vive e lavora tra la Svizzera, l’Italia e il Messico.
L’approccio muralista è riscontrabile
nell’immagine dei corpi che invade la
scena con una potenza espressiva accentuata dalla sottolineatura di particolari anatomici che nella descrizione
d’insieme tendono a trascurare il volto
poiché quest’ultimo assume un forte
valore espressivo quando si trasforma
in ritratto o quando sembra emergere
dalla figura per imporre un significato
di accusa o di disperazione. Nei dipinti
la carne significa strazio e dolore: le
parti anatomiche portate alla ribalta si
fanno macchia narrativa, si impastano
con altre macchie per cogliere talora un
moto di astrazione che pare annullare
ogni impulso descrittivo. La metamorfosi dei corpi coinvolge dunque i sentimenti diventandone una palpabile allegoria.
Anche la natura sembra intervenire e
rispondere a tali sollecitazioni emotive
diventando lo specchio emblematico di
una simile situazione narrativa: i fiori
raffigurati da Fabiola Quezada assorbono
le emozioni degli umani. D’altronde non
aveva forse affermato Cézanne che le
mele ricorrenti nelle sue “nature morte”
si atteggiavano come le modelle che
posavano per lui? Pertanto i carnosi petali
Multizone-west, 2012, tecnica mista su tela, 40x40 cm
Viento, 2007, olio su tela, 50x50 cm
di una rosa o l’abbacinante corona di un
girasole della nostra autrice suggeriscono,
attraverso un particolare ingrandito, l’atmosfera del momento in cui sono stati
concepiti condividendo l’emozione narrativa di chi li ha scelti come emblema di
un evento esistenziale. Così la ricerca
dell’anima si trasferisce dagli individui
alla natura declinata da un’intuizione,
favorita da un respiro di appartenenza a
un destino comune. In questo contesto
Fabiola Quezada riesce a governare i
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
gesti e i sentimenti con suadente armonia
comportandosi ora con chirurgica attenzione nel sezionare, separare e riannodare
le storie dei corpi o nel gestire i movimenti
dei petali; ora consegnando alla nostra
suggestione il risultato di una siffatta
operazione di scarnificazione e di dolore.
E la Commenda di Prè, luogo emblematico di antiche partenze e di antiche
sofferenze, accoglie il corpo e l’anima
dei suoi interpreti per accendere una riflessione che ci compete.
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Campagna d’Informazione
sui Diritti e Doveri
del Cittadino migrante
a cura di CaRMEN BaRILE
Premessa
Da diversi anni Centro in Europa e Fondazione Casa America, presieduti da
Roberto Speciale e diretti da Carlotta
Gualco, realizzano progetti dedicati all’integrazione dei cittadini migranti,
nell’ambito della scuola1, dell’inclusione
finanziaria2, della sostenibilità ambientale3 e della sicurezza4 sul presupposto
che questi cittadini possano inserirsi al
meglio nelle nostre società condividendone diritti e responsabilità.
Gran flor, 2009, acrilico su tela, 200x200 cm
La “Campagna d’Informazione
sui Diritti e Doveri del Cittadino migrante”
Il Centro in Europa in collaborazione
con Fondazione Casa America hanno
realizzato l’iniziativa “Campagna d’Informazione sui Diritti e Doveri del
Cittadino migrante”, un’azione di natura trasversale che ha coinvolto ambiti
primari d’integrazione quali la salute,
l’ambiente e la cultura. Obiettivo del
progetto, finanziato dalla Fondazione
Carige, è stato quello di proporsi quale
azione pilota, da testarsi nel territorio
genovese e se del caso estendersi nell’ambito ligure o di altre regioni. Si è
basato sul dialogo con i cittadini migranti, sollecitati a proporre essi stessi
le modalità di una loro migliore integrazione nella nostra società.
Salute
L’obiettivo fondamentale di questo progetto è stato quello di migliorare la fruizione dell’assistenza sanitaria da parte
della popolazione straniera residente a
Genova. Per i cittadini stranieri è anche
essenziale conoscere i propri diritti in
materia di assistenza sanitaria, anche
alla luce delle più recenti normative,
come l’Accordo “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per
l’assistenza sanitaria alla popolazione
straniera da parte delle Regioni e
Province Autonome italiane”, sancito
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Quaderni di Casa America
Quaderni di Casa America
dalla Conferenza Stato-Regioni il 20 dicembre 2012.
Il confronto diretto con i cittadini immigrati ha attestato la conoscenza dei
servizi offerti dalla sanità italiana, il livello di accessibilità dei servizi stessi, i
diritti e le garanzie che ne derivano soprattutto nell’ambito della realtà locale.
Si è cercato di analizzare e verificare
quale fosse la conoscenza effettiva dei
presidi e dei servizi sanitari offerti a livello locale ai cittadini stranieri, quali
fossero i rischi e le patologie diffuse sul
territorio e quale potesse esserne la prevenzione e la cura. Questa azione iniziale, svolta in forma dialogica, è stata
utile al fine di individuare proposte di
miglioramento dei servizi e di aiuto diretto ai cittadini immigrati.
Fra tali proposte, la previsione di ulteriori
strumenti informativi, quali brochure sintetiche ed immediate, l’organizzazione
di incontri di in/formazione, la realizzazione di video illustrativi finalizzati ad
una “alfabetizzazione medica”, educando
anche alla prevenzione personale.
Partner del progetto: Assessorato regionale alla Sanità e ASL3 Genova, Scuola
di Scienze Mediche e Farmaceutiche
dell’Università di Genova, mediatori linguistici e culturali.
Cultura
Nel lungo percorso che conduce il cittadino immigrato verso un processo di
piena integrazione non può mancare
l’aspetto culturale.
L’obiettivo del progetto in questione è
stato quello di promuovere e valorizzare
il patrimonio culturale, artistico e storico
presente nella realtà genovese. Realtà
nella quale, per diverse ragioni, i cittadini immigrati non riescono spesso a
sentirsi partecipi.
Dopo vari incontri preliminari con i migranti in cui sono stati esposti gli obiettivi del nostro progetto e sono state
avanzate le prime proposte di miglioramento sulla fruizione dei beni culturali della città è stato realizzato un momento di dialogo tra i cittadini migranti
ed alcuni rappresentanti dell’offerta culturale genovese, nel quale è stato illustrato lo scenario culturale, monumentale, storico- artistico di riferimento ed
è stato diffuso del materiale illustrativo.
In seguito sono state effettuate delle
sperimentazioni di tour guidati in giro
per la città, attuate attraverso una politica tariffaria di agevolazione sugli ingressi. Non è stato proposto il solito
“giro turistico”, ma si è voluto scommettere, grazie alla collaborazione di
enti locali, Comune e Regione sul vantaggio di rendere più accessibile la fruizione di questi beni incentivandone la
partecipazione dei cittadini: divulgare
e promuovere il patrimonio locale attraverso un passaparola naturale crea
acculturazione, interesse e partecipazione diretta.
Partner del progetto: Direzione Cultura del
Comune di Genova, Regione Liguria.
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
bana. Il tema di base è stato incentivare
l’educazione al riciclo dei materiali attraverso una corretta gestione della raccolta differenziata.
L’azione si è indirizzata nello specifico
ai cittadini dell’UE, avendo già ottenuto
precedentemente esiti positivi da un
progetto analogo rivolto ai cittadini degli
altri Paesi del mondo presenti a Genova.
La partecipazione dei cittadini europei,
delle istituzioni locali, della Regione è
stata utile al fine di promuovere il nuovo
piano regionale sulla gestione dei rifiuti
e a sensibilizzare ulteriormente i cittadini
alle dinamiche ambientali ed ecologiche.
Attraverso un incontro di natura conviviale sono state condivise informazioni
e confronti con le realtà di altri Paesi. È
stata esposta una mostra fotografica promossa dall’Agenzia Europea per l’Ambiente sul tema del riciclo. L’esperienza
si è conclusa dopo una visita guidata
presso il centro di trattamento dei rifiuti
di via Sardorella a Bolzaneto e alla Fabbrica del Riciclo.
Autostrada del Sol, Guerrero
ambiente
Questo terzo progetto ha avuto come
oggetto l’ambiente e soprattutto la tutela delle condizioni di sostenibilità ambientale, al fine di assicurare migliori
condizioni di vita nella dimensione ur-
Partner del progetto: Amiu
Note:
1
Progetto “Nuovi cittadini, nuovi lavoratori”, edizione 2010 e 2011 rivolto agli studenti stranieri
della scuola superiore
2
Progetto “Edubank” (2012)
3
Progetto “Insieme per la sostenibilità ambientale” (2013)
4
Seminari di cultura latinoamericana destinati
alle Forze dell’Ordine (2013)
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Messico
grande potenza turistica
aMBaSCIata DEL MESSICo IN ItaLIa
alcuni dati:
Nome ufficiale: Stati Uniti Messicani
Capitale: Città del Messico
Superficie: 1 972 550 km2
Popolazione: 118,2 milioni di abitanti
Lingua ufficiale: Spagnolo
Moneta: Peso (MX$16,87 = €1,00)
Forma di governo: Repubblica Federale
Capo di Stato e di Governo: Enrique Peña
Nieto (1° dicembre 2012)
Il Messico è una grande potenza turistica, riceve circa 22 milioni di visitatori
stranieri all’anno. Si trova tra le 10 più
importanti mete turistiche al mondo e
questo non è cambiato negli ultimi
anni. Ciò si deve al fatto che il Messico
ha un’offerta turistica unica perché
combina storia, arte e bellezze naturali
con un’infrastruttura di ottima qualità
ed eccellente accoglienza.
Il Messico ha grandi attrazioni come i siti
archeologici di diverse culture tra le più
conosciute la teotihuacana, l’azteca e la
maya. Noi messicani siamo consci della
nostra storia che viene valorizzata attra-
Vista di Acapulco, Guerrero
Pueblo mágico, Cuetzalan
verso grandi musei che riescono a trasmettere perfettamente la sua grandezza.
Inoltre, si può conoscere il periodo coloniale attraverso i “Pueblos Mágicos”
(Paesi Magici) che, per la loro bellezza
e mistero, sono molto apprezzati dal
turismo europeo e mondiale. Un “Pueblo Mágico” è un posto con particolari
attributi simbolici, leggende, storia, in
una parola: MAGIA in tutte le sue manifestazioni socio-culturali.
Il programma “Pueblos Mágicos”, sviluppato dal Ministero del Turismo messicano
insieme alle autorità locali, ha come obbiettivo promuovere diversi siti che da
sempre fanno parte dell’immaginario
collettivo del Messico e, al contempo,
rappresentano nuove e diverse alternative di viaggio per i visitatori messicani e
stranieri. Tra i più noti degli oltre ottanta
“Pueblos Mágicos” si trovano: San Cristobal de las Casas, Taxco, Patzcuaro, Tepoztlán, Bernal e Real de Catorce.
Inoltre, il turismo di sole e spiaggia in
Messico non ha pari al mondo. Conta
su un’ottima infrastruttura, sia sulla costa del Pacifico, che ai Caraibi, per fare
solo alcuni nomi, Los Cabos, Puerto
Vallarta, Ixtapa, e sui Caraibi: Cancun,
Playa del Carmen e la “Riviera Maya”.
Da non dimenticare l’ottima cucina
messicana che, per la sua ricchezza di
ingredienti e per la cultura insita in essa,
è stata dichiarata patrimonio intangibile
dell’umanità dall’UNESCO. Last but not
least, grazie ad una grande tradizione
nel servizio turistico, la popolazione accoglie con stima e piacere gli stranieri,
in tal senso il Messico non ha paragoni.
Come sicuramente possono testimoniare gli oltre 150,000 turisti italiani che
visitano il paese ogni anno.
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Quaderni di Casa America
FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
Corsi di lingua
dell’Associazione
Amici di Casa America
L’Associazione Amici di Casa America organizza corsi di spagnolo, portoghese e inglese tenuti da docenti madrelingua laureati che utilizzano il metodo comunicativo.
I corsi collettivi suddivisi in vari livelli sono offerti a gruppi di massimo 12 persone
e hanno inizio nel mese di ottobre e febbraio e terminano a giugno di ogni anno
prevedendo moduli di 30 o 60 ore.
LINGUa SPaGNoLa
(4 livelli: principiante – intermedio – avanzato – conversazione e cultura)
LINGUa PoRtoGhESE
(3 livelli: principiante – intermedio – avanzato)
LINGUa INGLESE
(livello principiante)
Inoltre l’Associazione organizza corsi di italiano per stranieri suddivisi in moduli
mensili e ripetibili della durata di 12 ore ciascuno.
Sono previsti anche:
Corsi individuali di spagnolo, portoghese e inglese
Corsi presso le aziende e le scuole di spagnolo, portoghese e inglese
Corsi di preparazione ai diplomi D.E.L.E.
Servizio traduzioni e interpretariato (italiano – spagnolo – portoghese)
Accesso riservato ai soci alla biblioteca e alla videoteca con servizio prestito
Per tutte le informazioni potete rivolgervi alla segreteria della Associazione Amici di
Casa America, aperta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19 presso Villa Rosazza, sede
della Fondazione Casa America o telefonando allo 010 2518972 - 010 2518368.
[email protected] - www.casamerica.it
Quaderni di Casa America
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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA
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Fax 010 2544101
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NEL MESE DI MAGGIO
2014