Messico viaggio tra orrori e bellezze di Caterina Azzolini
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Messico viaggio tra orrori e bellezze di Caterina Azzolini
Messico: Viaggio tra orrori E bellezze MOTIVAZIONI DELLA SCELTA: Ho deciso che il punto di partenza della mia tesina sarebbe stato il libro “Memorie di un’infamia” di Lydia Cacho poiché la storia di questa donna mi ha molto colpito per la sua forza, la sua umiltà e il grande amore che prova per il suo popolo e la sa nazione, anche se non esita a metterne in luce tutti gli aspetti più scandalosi. ARGOMENTI TRATTATI: “Memorie di un’infamia” di L. Cacho Storia storia del Messico Filosofia\psicologia la pedofilia Storia dell’arte Frida Kahlo MEMORIE DI UN’INFAMIA Di Lydia Cacho Lydia Cacho, giornalista messicana, ha deciso di scrivere questo libro, che racconta la sua storia, dopo essere stata sequestrata “legalmente” a causa del libro “Los demonios del Eden: el poder que protege a la pornografia infantil”, in cui denunciava una rete di pedofilia e pedopornografia in cui erano coinvolti anche alcuni importanti politici e imprenditori messicani, come Mario Marin e Succar Kuri. Lydia è sempre stata educata da sua madre a lottare per i suoi principi, ed è per questo che decide di fondare nella sua città, Cancun, il CIAM (Centro Integral de Atención a la Mujer). Esso è un centro in cui le donne che hanno subito delle violenze, soprattutto domestiche, possono ricevere aiuto psicologico e giudiziario. Lydia comincia a diventare famosa nel suo stato, e cominciano a chiamarla in vari programmi televisivi e radiofonici. E’ per questo che una sera Emma, decide di chiedere il suo aiuto: ha appena denunciato Succar Kuri, uno dei più potenti imprenditori messicani, per pornografia infantile e violenza ai minori, ed ha paura per la sua vita. Dopo Emma, molte altre ragazze e bambine decidono di denunciare Succar Kuri: l’imprenditore e i suoi amici cercano di comprarle o le minacciano, ma quelle che persistono nelle loro intenzioni accettano l’aiuto del Ciam. Nel frattempo anche Lydia riceve svariate minacce di morte: le viene assegnata una scorta. Una mattinata avviene la svolta: davanti alla sede del Ciam alcuni uomini le dicono che deve seguirli: è in arresto. Gli uomini la fanno montare su un camioncino e la portano nella Procura dello stato di Puebla, poi la portano in carcere: qui una poliziotta, mossa a compassione, le sussurra di nascosto che delle carcerate sono state assoldate per picchiarla e stuprarla. Lydia riesce a uscire di prigione su cauzione: 104.000 pesos, poi ridotti a 70.000, quando una cauzione nei tribunali dello stato di Puebla non aveva mai superato i 20.000 pesos: la giudice si era fatta corrompere da Mario Marin. A questo punto inizia la lotta per essere prosciolta dalle accuse: anche qui il potere corrotto cerca di metterla in difficoltà: Lydia è costretta a essere presente in tribunale in due stati diversi del Messico in due giorni successivi… Lydia riesce a vincere: viene prosciolta dalle accuse e Succar Kuri viene incriminato per pedofilia. LA PEDOFILIA La pedofilia è qualcosa di molto più vasto e complesso di qualsiasi perversione sessuale. Per questo le manifestazioni pedofile vengono distinte tra perversioni pedofile e perversità pedofile. L’espressine perversità indica il piano degli atteggiamenti, l’espressione perversione indica invece il piano dei comportamenti. Un’altra distinzione che ci può essere è quella che avviene, all’interno del pedofilo, tra accettazione e colpevolizzazione: questo è un inganno autoassolutorio. L’accettazione consiste nel vedere nel bambino i desideri che il pedofilo non accetta di riconoscere in se stesso. Un altro modo in cui il pedofilo cerca di diminuire il suo senso di colpa è nel non compiere atti sadici o qualsiasi tipo di violenza. Questo però non viene avvertito da parte del bambino, in quanto da parte sua la violenza assassina è sempre presente. La perversità in questi casi non consiste infatti nel legame con elementi sadici o nel trarre piacere dal dolore del bambino, ma nel perseguire il proprio benessere a discapito di quello altrui. In ambito psicanalitico la pedofilia viene studiata soltanto all’interno di altre perversioni, come ad esempio la teoria della ripetizione per domare il trauma o quella dei conflitti non risolti. In particolare FREUD considerava la pedofilia più un atto occasionale che una vera e propria perversione: egli vedeva il bambino come un oggetto sostitutivo. La pedofilia viene considerata anche una “perversità della cura”. La cura infatti è infatti legata al modo d’essere della persona, cioè alla sua corporeità e temporalità biografica. Questo è l’essere sessuato: la persona umana è uno spirito incarnato in continua crescita. La pedofilia sarebbe quindi la costruzione di un’area relazionale in cui non passa il tempo e l’universo interpersonale è senza dimensioni. STORIA MESSICANA La storia messicana abbraccia un periodo che di circa 31.000 anni, che va dalle civiltà pre-colombiane fino ad oggi. Durante il periodo che va dal XIII secolo a.C. fino alla conquista spagnola, avvenuta nel 1521, il Messico fu la patria di molte civiltà avanzate, tra cui quella degli Olmechi, degli Zapotechi, dei Maya, dei Toltechi e degli Aztechi, la cui capitale, Tenochtital divenne l’odierna Città del Messico, dopo la sua distruzione ad opera dei conquistadores spagnoli. Nel 1517 per la prima volta gli spagnoli raggiunsero il Messico: inizialmente furono accolti pacificamente, poiché vennero scambiati per gli emissari di Quetzalcoatl, una delle principali divinità azteche, come predetto da un’antica leggenda. Nel 1521 cadde l’Impero azteco; nel giro di un anno gli spagnoli presero il controllo dell’intero paese: il Messico divenne formalmente una colonia spagnola, sotto il nome di Nuova Spagna. Durante la dominazione spagnola il Messico diventò la nazione ispanica, latina, cattolica e meticcia che conosciamo oggi. A causa delle limitazioni allo sviluppo del Paese imposte dal fiscalismo e dal protezionismo commerciale spagnolo, nel XIX scoppiarono delle rivolte contro i dominatori spagnoli. L’atto di indipendenza del Messico sarà firmato il 28 settembre 1821. Il 4 ottobre 1824 il Messico si dota di una costiuzione: nascono gli Stati Uniti del Messico. Nel 1846 scoppiò una guerra fra Messico e Stati Uniti, a causa delle rivendicazioni messicane sul territorio compreso fra il Rio Grande e il Rio Nuences. Il Messico perse la guerra: con il Trattato di Guadalupe Hidalgo dovette cedere il 40% del suo territorio agli Stati Uniti. Nel 1861 il Messico decise si sospendere temporaneamente il pagamento dei debiti esteri a causa della difficile situazione finanziaria: la Francia di Napoleone III le dichiarò guerra e conquistò il Paese. L’arciduca Massimiliano d’Asburgo, mandato a governare il nuovo Impero Messicano, fu però ucciso nel 1867, e la dominazione francese cessò. Nel 1857 venne promulgata la Costituzione, che disciplinò le istituzioni politiche messicane fino al 1917. Nel 1876 divenne presidente Porfirio Diaz, eroe della guerra contro la Francia, che instaurò una durissima dittatura che durò fino al 1910. In quest’anno infatti scoppiò una rivoluzione che dilagò per tutto il Messico: nel 1911 fu costretto a lasciare il Paese. Durante questa rivoluzione venne emanata l’attuale costituzione del Messico (1917). Nel 1934 divenne presidente Lázaro Cárdenas, che fece molto per il Paese: egli diede un grande impulso alla riforma agraria, distribuendo moltissime terre alle comunità indigene; espropriò le proprietà petrolifere alle compagnie estere, affidandone l’amministrazione alla confederazione dei lavoratori messicani; svolse un accanita lotta contro l’analfabetismo. FRIDA KAHLO (Coyoacán, 6 luglio 1907 – 13 luglio 1954) “Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni.” (Frida Kahlo, Time Magazine, “Mexican Autobiography”, (27 aprile 1953)) La passione per la pittura nacque in Frida Kahlo all’età di 17 anni, dopo che fu coinvolta in un incidente mentre era su un autobus: a causa di questo fu costretta a molti anni di riposo nel letto, con il busto ingessato. Il primo quadro che dipinse fu un autoritratto che regalò al ragazzo di cui era innamorata. Dopo averlo visto i suoi genitori le regalarono un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, per potersi vedere e ritrarre. Autoritratto con scimmia (1943, collezione J. e N. Gelman) Autoritratto (1940, collezione J. e N. Gelman) Autoritratto per il dottor Eloesser (1940) La passione per gli autoritratti rimase sempre in Frida, che infatti è anche chiamata l’ “artista degli autoritratti”. Frida è molto attaccata alla sua terra: in molti dei suoi quadri troviamo degli elementi folkloristici e ispirati all’arte e alle tradizioni precolombiane. Questo suo rapporto con il folklore messicano la porta a dipingere elementi fantastici, accostati spesso a oggetti apparentemente incongruenti. Ne è un esempio “La columna rota” (1944, Fundacion Dolores Olmedo, Città del Messico). Un altro dei temi dominanti nella pittura della Kahlo fu quello del dolore, collegato soprattutto all’incidente di cui fu vittima da ragazza, e che le impedì di riuscire a portare a termine le molte gravidanze che iniziò. Si può vedere del quadro “Frida e l’aborto” (1936, Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico) Nonostante questo tema del dolore, Frida rimase sempre ottimista e attaccata alla vita: è sua la celebre frase “Viva la vida”, che pronunciò pochi giorni prima di morire. L’abbraccio amorevole dell’universo, la terra, Diego, io e il signor Xototl (1949) Molto importante per l’attività artistica di Frida fu il marito, Diego Rivera, con cui ebbe un rapporto molto tormentato, a causa dei suoi continui tradimenti, ma anche molto profondo. Nel quadro “Le due Frida” (1939, Museo Nacional de Arte Moderno, Città del Messico). La Frida di sinistra è quella lasciata da Rivera: ha il cuore trafitto e squartato ed è vestita con un abito europeo; quella di destra invece è la Frida amata da Rivera: il suo cuore è integro, veste il tipico abito messicano ed in mano ha un ciondolo con la foto di Diego bambino.
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