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G It Diabetol Metab 2013;33:147-149 Caso clinico Un caso di remissione totale e di lunga durata di diabete mellito di tipo 1 Storia clinica ed esame obiettivo S. Passanisi, T. Timpanaro, D. Lo Presti, M. Caruso-Nicoletti Dipartimento di Pediatria, Università degli Studi di Catania, AOU Policlinico Vittorio Emanuele, Catania Corrispondenza: dott.ssa Donatella Lo Presti, Centro di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, Dipartimento di Pediatria, Università degli Studi di Catania, Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Vittorio Emanuele, via Santa Sofia 78, 95123 Catania G It Diabetol Metab 2013;33:147-149 Pervenuto in Redazione il 04-05-2013 Accettato per la pubblicazione il 27-06-2013 Parole chiave: honeymoon, valori predittivi, remissione Key words: honeymoon, predictive values, remission CR, 12 anni, primogenito nato a termine da parto eutocico con il peso di 3200 g. Riferite regolari le tappe dello sviluppo. Anamnesi familiare negativa per malattie metaboliche e cardiovascolari. Anamnesi patologica remota negativa per patologia degna di nota a eccezione di intervento per appendicectomia all’età di 11 anni. Giunge alla nostra osservazione nel marzo 2011, inviatoci dal pediatra curante, per sospetto di diabete mellito di tipo 1 in fase di esordio. La madre ci riferisce che, da circa tre settimane, il ragazzo avrebbe presentato lieve calo ponderale, poliuria, polidipsia, astenia e dolori addominali. L’esame obiettivo rilevava condizioni generali discrete, cute rosea, pallida e asciutta, pannicolo adiposo ben rappresentato, alito acetonemico. Non erano presenti segni patologici a carico dei principali organi e apparati. Dati auxologici all’ingresso: peso 56 kg (90° centile per età e sesso), altezza 155 cm (75° centile per età e sesso) BMI (body mass index) 23,3 kg/m2, sviluppo puberale III stadio di Tanner. Esami di laboratorio e strumentali Gli esami eseguiti durante la degenza mettevano in evidenza glicemia 369 mg/dl, emoglobina glicata (HbA1c) 10,8% (95 mmol/mol), C-peptide 4,7 ng/ml (vn 0,8-4,2); esame urine: pH 7, glicosuria 1000 mg/dl, chetoni 15 mg/dl. L’emogasanalisi mostrava lieve acidosi: pH 7,3, HCO3 16,3 mmol/L, ABE (actual base excess, basi in eccesso) 9,5 mmol/L, Na 141 mEq/L, K 3,3 mEq/L. Veniva, pertanto, intrapreso trattamento infusionale, come da protocollo per chetoacidosi diabetica (5661 ml di liquidi totali infusi, 89,6 U di insulina regolare infusa ev), con progressivo miglioramento dei profili glicemici. Al termine di 28 ore di infusione, si ini- S. Passanisi et al. ziava terapia insulinica multiniettiva sottocutanea. Nei giorni successivi veniva eseguito il dosaggio di FT4 (free tyroxine), TSH (tyroid stimulating hormone), coagulazione, chimica, AGA (anti gladin antibody), EMA (endomysium antibody), TTG (tissue transglutaminase) e i seguenti esami strumentali: eco tiroide, eco addome, ECG ed ecocardiogramma, visita oculistica, risultati tutti nella norma. Le indagini per l’autoimmunità rilevavano i seguenti titoli anticorpali: antiZnT8 (zinc transporter) negativi; anti-GAD (glutamic acid decarboxylase) 20 UA (vn 0,0-3,0); anti-IA2 (anti-tirosinfosfatasi) 10 UA (vn 0,0-1,0); Ab anti-insulina 526 UA (vn 0,0-0,5). 14 12 10 % 148 ◆ 8 6 Mesi ◆ ◆ ◆ ◆ ◆ ◆ ◆ 4 0 HbA1c % 10,8 3 6 9 12 15 18 21 5,7 5,4 5,2 5,8 5,5 5,8 6,2 ◆ HbA1c Figura 1 Andamento di HbA1c dall’esordio a oggi. Diagnosi e follow-up La presentazione clinica del paziente era suggestiva di chetoacidosi diabetica. Peculiare l’elevato livello di C-peptide, giustificabile con l’età del paziente in pieno sviluppo puberale, fase caratterizzata da una fisiologica insulino-resistenza che può causare una maggiore secrezione β-cellulare. Nonostante alcuni lavori in letteratura mostrino come elevati livelli di C- peptide, all’esordio della patologia, possano correlarsi con una diagnosi di MODY (maturity onset diabetes of the young)(1), l’inquadramento generale degli esami ematochimici deponeva per una chiara diagnosi di diabete mellito di tipo 1 (T1DM), confermata successivamente dalla positività dei marker anticorpali. Posta diagnosi di T1DM, il paziente veniva pertanto dimesso con il seguente schema terapeutico: analogo rapido aspart 14 UI, 16 UI, 14 UI ai pasti principali e analogo lento detemir 16 UI alla sera. Dopo 15 giorni dalla diagnosi il paziente tornava presso il nostro ambulatorio per controllo. Veniva riferita alimentazione regolare e stile di vita adeguato. Dalla valutazione del diario glicemico si evidenziavano frequenti ipoglicemie; si decideva, pertanto, di ridurre la terapia insulinica: aspart 8 UI, 12 UI, 10 UI ai pasti principali, detemir 8 UI alla sera. Al controllo dei tre mesi dall’esordio si registravano i seguenti dati auxologici: peso 62 kg, altezza 156,1 cm, BMI 25,5 kg/m2, sviluppo puberale III stadio di Tanner. Il dosaggio di HbA1c mostrava un valore di 5,7%. Alla luce delle ripetute ipoglicemie mattutine, confermate dalla lettura del diario glicemico, si sospendeva la somministrazione di analogo rapido a colazione, con ulteriore riduzione del fabbisogno insulinico totale. Il nuovo schema terapeutico prevedeva: aspart 2 UI a pranzo, 2 UI a cena, detemir 2 UI alla sera. Nei due mesi successivi il riscontro di frequenti ipoglicemie, insorgenti durante il corso di tutta la giornata, ci spingeva dapprima alla sospensione della somministrazione dell’analogo rapido ai pasti, successivamente alla progressiva riduzione di detemir, praticata al mattino alla dose di 0,12 UI/kg fino alla sua totale sospensione nell’agosto 2011, a distanza di cinque mesi dall’esordio. Aveva inizio una prolungata fase di sospensione totale della terapia insulinica caratterizzata da un andamento glicemico ottimale, come testimoniato dai valori di HbA1c, dosati con cadenza trimestrale (Fig. 1). Nel gennaio 2013, nel corso della visita ambulatoriale trimestrale, il dosaggio di HbA1c mostrava un valore di 6,2%. In base a questo modesto innalzamento e alla valutazione del diario glicemico, si decideva di ripristinare la terapia insulinica basal bolus secondo il seguente schema: aspart 2 UI, 4 UI, 4 UI ai pasti principali, detemir 8 UI alla sera. Discussione e conclusioni In circa la metà dei pazienti affetti da T1DM, nei mesi successivi alla diagnosi e al conseguente inizio del trattamento insulinico, si può assistere alla cosiddetta “luna di miele”, meglio definita dai termini più attuali remissione parziale o totale, fase clinica della malattia caratterizzata da una progressiva riduzione del fabbisogno insulinico, con mantenimento di un buon compenso glicemico, testimoniato da un valore di HbA1c ≤ 6% (42 mmol/mol(2). Si parla di “remissione parziale” nel caso di fabbisogno insulinico ≤ 0,5 UI/kg/die; la sua durata media è stata stimata intorno a 11,7 ± 5,8 mesi (media ± DS). In caso di fabbisogno insulinico ≤ 0,2 UI/kg/die si parlerà di “remissione totale”, la cui durata media è quantificata in 3,8 ± 3,7 mesi(3). I casi di remissione totale descritti in letteratura sono estremamente rari (meno del 10%), specie i casi in cui si riesce a sospendere totalmente la terapia insulinica. Diversi studi, condotti allo scopo di evidenziare l’eventuale presenza di fattori predittivi, hanno portato alla luce un’importante correlazione fra la remissione e i seguenti parametri: – età: la remissione è più frequente nei soggetti di età superiore ai 7 anni, probabilmente correlata a una più completa maturazione del sistema immunitario(2-4); – valore medio di HbA1c nel corso del primo anno di malattia; – valore del C-peptide all’esordio: diversi studi hanno dimostrato come la presenza di elevati valori di C-peptide > di 1,5 ng/ml possano presentarsi anche durante la chetoacidosi diabetica sottolineando una buona riserva insulinica residua(5,6), dato che appare più evidente durante la pubertà(1); – marcata positività degli anticorpi per l’autoimmunità: notevole importanza, in tale ambito, viene attribuita agli anti GAD; – diagnosi precoce e presentazione all’esordio: una diagnosi precoce, eseguita in pazienti con chetoacidosi lieve (pH ≥ 7,3), associata a un adeguato e tempestivo trattamento insulinico, favorisce l’instaurarsi di una remissione prolungata. Un caso di remissione totale e di lunga durata di diabete mellito di tipo 1 I nostri dati confermano come la presenza dei valori predittivi sopra citati correli con una possibile remissione e come questi possano incidere anche sulla durata della stessa. Flow-chart diagnostico-terapeutica Un paziende di 12 anni affetto da DMT1 con un ottimale controllo glicometabolico nonostante la sospensione della terapia insulinica Anamnesi Esame obiettivo Esami di laboratorio Terapia Esordio di diabete mellito di tipo 1 nel marzo 2011, in assenza di patologie associate o altre comorbilità degne di nota Anamnesi familiare negativa per malattie metaboliche e cardiovascolari Nel corso delle visite di controllo, successive alla dimissione, condizioni generali buone, BMI 25,4 kg/m2, sviluppo puberale regolare per l’età Nulla da rilevare ai principali apparati e organi All’esordio: glicemia 369 mg/dl, C-peptide 4,7 ng/ml, HbA1c 10,8% (95 mmol/mol), antiGAD 20 UA (0,0-3,0), Ab anti-insulina 526 UA (0,0-0,5) Periodo giugno 2011-gennaio 2013: HbA1c ≤ 6% (42 mmol/mol) in tutti i dosaggi eseguiti trimestralmente Alla dimissione: aspart 14 UI a colazione 1,6 UI a pranzo, 14 UI a cena, detemir 12 UI alla sera Progressiva riduzione del fabbisogno insulinico giornaliero fino alla completa sospensione della terapia, per una durata totale di 17 mesi, resa necessaria dalla persistenza di eventi ipoglicemici 149 Sono peculiari del nostro caso clinico: la positività marcata per autoanticorpi anti-insulina che di solito si trova quasi esclusivamente in età prescolare < 5 anni, la lunga durata della remissione e la totale sospensione della terapia insulinica dalla durata complessiva di 17 mesi (agosto 2011-gennaio 2013), tenendo conto che quest’ultima va sospesa solo in caso di ripetuti episodi ipoglicemici in quanto una terapia anche a basse dosi è utile nel preservare la cosiddetta “riserva insulinica”. Bibliografia 1. Ludvigsson J, Carlsson A, Forsander G, Ivarsson S, Kockum I, Lernmark A et al. C-peptide in the classification of diabetes in children and adolescents. Pediatr Diabetes 2012;13:45-50. 2. Abdul-Rasoul M, Habib H, Al-Khouly M. “The honeymoon phase” in children with type 1 diabetes mellitus: frequency, duration, and influential factors. Pediatr Diabetes 2006;7:101-7. 3. Böber E, Dündar B, Büyükgebiz A. Partial remission phase and metabolic control in type 1 diabetes mellitus in children and adolescents. J Pediatr Endocrinol Metab 2001;14:435-41. 4. Lombardo F, Valenzise M, Wasniewska M, Messina MF, Ruggeri C, Arrigo T et al. Two-year prospective evaluation of the factors affecting honeymoon frequency and duration in children with insulin dependent diabetes mellitus: the key-role of age at diagnosis. Diabetes Nutr Metab 2002;15:246-51. 5. Bowden SA, Duck MM, Hoffman RP. Young children (< 5 yr) and adolescents (> 12 yr) with type 1 diabetes mellitus have low rate of partial remission: diabetic ketoacidosis is an important risk factor. Pediatr Diabetes 2008;9:197-201. 6. Palmer JP, Fleming GA, Greenbaum CJ, Herold KC, Jansa LD, Kolb H et al. C-peptide is the appropriate outcome measure for type 1 diabetes clinical trials to preserve beta-cell function: report of an ADA workshop, 21-22 October 2001. Diabetes 2004;53:250-64.