2022 d.C.
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Il Rosso e il Nero Settimanale di strategia 2022 d.C. 26 luglio 2012 Cronache dal futuro prossimo “Apriamo questa edizione del nostro notiziario con una notizia clamorosa. La finale del mondiale, prevista per domenica, potrebbe essere rimandata. Il guasto all’impianto di refrigerazione dello stadio Al Khalifa sembra molto più Qatar 2022. Proposta per lo stadio di Doha. Studio Speer. grave del previsto. I venti provenienti dal deserto meridionale dell’Arabia Saudita hanno spinto oggi la temperatura in tutto il Qatar fino a 48 gradi e per i prossimi giorni sono previsti ulteriori rialzi. La Fifa ha convocato una riunione straordinaria per domani, vi terremo informati. La Cina nello spazio. E’ stata completata oggi la stazione spaziale cinese. Siamo ormai i primi anche nei cieli, ha dichiarato il presidente Chu. Addio al nucleare. Rispettando perfettamente i tempi previsti, la Germania ha chiuso questa mattina la sua ultima centrale nucleare. La cancelliera Merkel, presente alla cerimonia di chiusura, ha annunciato che la Germania si rifiuterà di importare energia francese di fonte nucleare anche in caso di nuovi blackout. Al termine del discorso, la Merkel ha confermato di puntare a mantenere la cancelleria anche dopo le ancora lontane elezioni del 2025. Quatar 2022. Stadio con aria condizionata alimentata interamente da pannelli solari. Turbolenza sul mercato dei cambi, in particolare sulle valute europee. Sull’onda delle dichiarazioni della Merkel il marco è volato a 1.54 contro dollaro, mentre la lira italiana ha fatto segnare il minimo degli ultimi cinque anni scendendo a 1.05. Il notiziario termina qui, appuntamento alle prossime edizioni”. Dieci anni passano in un attimo. Tutti ricordiamo perfettamente l’11 settembre del 2001, sappiamo che cosa stavamo facendo nel primo pomeriggio e come abbiamo proseguito la giornata. Sembra ieri. Chi investe oggi 100 euro in un Btp decennale avrà raccolto nel 2022 interessi per 65 euro (senza calcolare gli interessi composti). Chi invece si compra un Bund ne avrà incassati 12. Chi aspetta ancora qualche settimana a comprare i Bund, di euro, nei prossimi dieci anni, ne incasserà 5 in tutto (così almeno afferma Bob Janjuah di Nomura, un pessimista originale e non monotono che vede i tassi a lungo tedeschi allo 0.50 entro breve). Ipotizziamo un momento, come gioco di società estivo, che l’euro si dissolva o che l’Italia o la Germania escano dall’unione monetaria. Mentre possiamo essere certi che l’Italia rimborserà i suoi Btp nella valuta più debole possibile (l’euro in caso di uscita verso l’alto della Germania o la lira nel caso di nostra uscita verso il basso), non possiamo essere altrettanto sicuri che la Germania rimborserà i suoi in quella più forte. Nulla vieta che la Germania, anche una volta ripristinato l’amato marco, rimborsi in euro i suoi Bund emessi in euro. È in altre parole possibile, anche a euro riconfigurato e a marco rinato a nuova vita, che il compratore di Btp si ritrovi alla fine con 165 euro e il compratore di Bund con 112. 2 Lo scenario infausto meno improbabile (stiamo sempre giocando) resta però quello di una dissoluzione completa dell’unione monetaria. Finché esce la Grecia l’euro resta in piedi, ma se si defila l’Italia la moneta unica perde completamente senso e muore. In questo caso bisogna fare delle ipotesi sul valore del marco e su quello della lira fra dieci anni. Nel notiziario immaginario del 2022 abbiamo ipotizzato 1.54 per il marco e 1.05 per la lira. Sono due valori che renderebbero indifferente avere, nel 2022, 165 lire da una parte oppure 112 marchi dall’altra. In entrambi i casi si avrebbe infatti l’equivalente di 173 dollari. È realistico ipotizzare un’evoluzione del genere? Probabilmente sì, se si accettano due premesse. La prima è che l’Italia, una volta riconquistata (o subita) l’indipendenza valutaria, cerchi di tenersi insieme e di non scivolare verso l’iperinflazione. Di solito, nelle svalutazioni subite c’è una prima fase di uno-due anni in cui si eccede nel ribasso. A questa fase, ai primi segni di surriscaldamento dei prezzi, si pone rimedio con un innalzamento dei tassi reali. I tassi alti e il cambio sottovalutato attirano a questo punto investimenti dall’estero. Il cambio recupera, l’inflazione scende e si ritrova un nuovo equilibrio di medio periodo. La seconda premessa è che, per la Germania, succeda esattamente il contrario. Una prima fase di overshooting, quindi, cui seguirebbe a un certo punto un intervento della Bundesbank volto ad Qatar 2022. Lo stadio Al Khor, ispirato a una conchiglia. arrestare e correggere il rialzo del marco. Niente di diverso da quello che sta facendo sotto i nostri occhi ormai da mesi la Banca Nazionale Svizzera. Dieci anni sono abbastanza lunghi da permettere un assestamento duraturo dopo la fase iniziale di volatilità. Alla fine, sul lungo periodo, contano i differenziali di produttività e di inflazione. Un marco a 1.47 contro lira sarebbe verosimilmente più che sufficiente ad accomodarli. I rischi, per il compratore di Btp, non si limitano alla svalutazione. Anche le tasse e il default popolano i suoi incubi notturni. 3 La buona notizia è che i tre cavalieri dell’Apocalisse, svalutazione, tasse e default dovrebbero essere mutuamente esclusivi. Se se ne presenta alla porta uno, di solito non ci sono gli altri due. Se ci sono tante, tantissime tasse non c’è bisogno di fare default e c’è quindi meno pressione per uscire dall’euro. Se si esce dall’euro c’è meno bisogno di tassare e si possono stampare i soldi per rimborsare i debiti. Se si fa default c’è meno bisogno di tassare e non c’è necessità impellente di svalutare. Ci sono naturalmente governi pasticcioni e poco astuti che fanno entrare i tre cavalieri tutti insieme. L’Argentina provò a tassare molto nel 2001, fece male i calcoli e si ritrovò a svalutare e fallire. In questi casi, però, il governo cade. Un governo che volesse sopravvivere sceglierebbe subito se svalutare, tassare o fallire. (Invece di tassare, naturalmente, si potrebbero tagliare energicamente le spese). Il default non va confuso con il ripudio totale del debito. Lenin ripudiò il debito zarista, ma perfino in quel caso i nipoti dei compratori di obbligazioni emesse prima del 1917 ebbero da Eltsin, negli anni Novanta, un piccolo rimborso. Escludendo guerre catastrofiche, rivoluzioni e situazioni disperate e malgestite alla greca, il default è in realtà un haircut, un bel taglio di capelli al valore nominale o all’interesse che l’obbligazionista contava di vedersi pagato. La differenza tra i 165 euro del Btp e i 112 del Bund copre un taglio di capelli del 32 per cento. Al momento il più cupo e infelice dei pessimisti, Qatar 2022. Il Doha Port Stadium. Nouriel Roubini, si spinge a dire che, nel caso peggiore, all’Italia toccherà un haircut del 30 per cento. 4 In conclusione, reso un doveroso omaggio all’idea che non bisogna mai porre limiti al peggio, per il peggio concepibile in questo momento il differenziale tra rendimenti italiani e tedeschi offre una robusta protezione al compratore di Btp. Non va d’altra parte escluso che fra dieci anni ci sia ancora l’Italia, ci sia ancora l’euro e ci sia ancora la prima nel secondo. Detta in un altro modo, i compratori mediterranei di Bund sono convinti di preservare il capitale e di avere in tasca un biglietto della lotteria che li farà vincere (in lire) il giorno in cui Italia e Germania prenderanno due strade diverse. A noi pare però ancora più probabile che sarà il compratore di Btp a preservare il suo capitale e ad avere in tasca un biglietto della lotteria che gli farà vincere preziosi euro se Italia e Germania rimarranno sotto lo stesso tetto. Per inciso, il surplus delle partite correnti tedesce e il deficit italiano si stanno entrambi gradualmente riducendo. In pratica, giorno dopo giorno, la Germania ha sempre meno spinta a rivalutare e l’Italia ha sempre meno spinta a svalutare. Le diete sono sgradevoli e arriva sempre il momento in cui non se ne può più. In genere è il momento in cui cominciano a funzionare sul serio. Alessandro Fugnoli +39 02 777181 Disclaimer Kairos Partners SGR SpA. Via Bigli 21, Milano. La presente pubblicazione è distribuita da Kairos Partners SGR. 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