TORNARE A SCUOLA - Progettomondo Mlal
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TORNARE A SCUOLA - Progettomondo Mlal
giugno 2007 progetto tornare a scuola Due nuovi operatori in arrivo, un terzo progetto di cooperazione allo sviluppo che parte forze fresche per un progettomondo che continua a crescere in marocco Carissimi Sostenitori, tra maggio e giugno di quest’anno la “famiglia” ProgettoMondo in Marocco si ingrandirà ancora: sono in arrivo due nuovi cooperanti. Saliranno quindi a 5 gli operatori in servizio in questo Paese. Una bella squadra che ci permetterà di fare sistema tra diverse competenze e sensibilità e che ci permetterà di presidiare ancor più da vicino i vari “fronti” che ci vedono impegnati. “Prossimità” infatti è la nostra parola d’ordine, vero e proprio paradigma del nostro modo di intendere e di fare cooperazione. “Stare vicini”, quindi, innanzitutto alle persone e attraverso loro, essere vicini, vedere “dal di dentro” e “toccare con mano” i problemi enormi con cui i nostri progetti si devono confrontare e a cui siamo chiamati a dare risposte concrete. Lorenzo Zanasi, romano, un dottorato in linguistica e un passato di impegno e interesse sui temi dell’intercultura e dell’insegnamento, si inserirà nel progetto “Tornare a scuola” sgravando un po’ il carico di lavoro fin qui assolto dal Ester Zappata, prima cooperante di ProgettoMondo Mlal in Marocco. Ester potrà così dedicarsi al coordinamento generale della nostra attività nel Paese, visto l’ampliarsi della mole di impegni e del conseguente aumento della nostra esposizione pubblica. Elisa Fornalè, veronese, avvocato, sarà invece la responsabile del nuovo progetto “Migrazione: tutti in rete!”. A lei spetterà il compito di sviluppare l’azione pionieristica avviata con il Progetto “Mai più da clandestini!”, sul tema che, forse più di ogni altro, esprime la condizione di vulnerabilità cui è soggetta la larga maggioranza della popolazione di questo Paese: l’emigrazione e in particolare l’emigrazione clandestina. “Mai più da clandestini!” è invece ormai a metà del suo percorso. È un progetto ricco di soddisfazioni che sta dimostrando tutta la sua forza innovativa e raccoglie ampi consensi sia dai giovani a cui è rivolto, sia dalle scuole e dalle istituzioni locali in generale. Il timone di questa bella impresa è saldamente nelle mani di Raffaella Liuti, che nell’aprile scorso ha compiuto il suo primo anno di permanenza in Marocco. Infine un grazie di cuore a Marianna Mormile la nostra volontaria in servizio civile. Marianna si è inserita appieno nelle nostre attività portando sollievo nell’operatività di ogni giorno e assicurando anche una ventata di nuovo entusiasmo. Marianna terminerà il suo servizio in settembre e quindi passerà il testimone a un nuovo volontario. Possiamo contare quindi su una squadra che ci permette di guardare lontano e di “osare” ancora di più nel nostro impegno in difesa della dignità dell’uomo. Valentino Piazza responsabile Programmi Marocco - ProgettoMondo Mlal Marianna Mormile, 28 anni, di Roma, in Servizio Civile per noi in Marocco, ci racconta le lezioni in due villaggi in visita nelle scuole del progetto Il nostro viaggio nelle scuole del Progetto inizia da Aattabe, villaggio (douar) montano del Moyen Atlas, a circa 2200 metri di altezza. Lungo la strada si lascia via via il rumore della città, le macchine e la pianura, e s’incontrano le persone già sveglie dalle 5 di mattina per lavorare nei campi. Si è totalmente immersi nella montagna, nel silenzio assoluto interrotto solo dai saluti che i pochi viandanti ti rivolgono con affetto e dai versi caratteristici dei muli e delle caprette. I 9 chilometri di pista da percorrere a piedi sono tanti ma, allo stesso tempo, ti consentono di conoscere e vedere le condizioni di vita degli abitanti. Camminando si passa dalle salite ripide alle pianure di montagna colorate di rosso dai papaveri e di giallo dal tarassaco, alternate ai campi coltivati a grano ancora verde perchè immaturo, ma fortunatamente bello alto grazie alla pioggia dell’ultimo mese che ha risollevato le sorti dell’agricoltura. Questi grandi spazi sono segnati da rudimentali muretti di pietra a delimitare le diverse proprietà. Si entra nel douar quasi senza accorgersene perché le case non formano un agglomerato unico ma sono abbastanza distanti tra loro, case costruite con un miscuglio di paglia e terra, chiamato pisé, che fa da collante tra pietre e legno. Anche la nostra scuola è stata costruita in questo modo. I due gruppi classe si alternano tra la mattina e il pomeriggio con 3 ore di lezione ciascuno e con lo stesso programma. Oggi l’orario delle lezioni prevede: arabo e francese. Gli alunni sono un po’ stanchi, infatti, ieri i più grandi sono andati al souk (mercato) insieme alla famiglia per acquistare quello di cui necessitano e vendere allo stesso tempo i loro prodotti e, chi non è andato, ha lavorato tutta la settimana per questo giorno, il più importante per l’intera comunità. Nei villaggi di montagna, la lingua madre è il tamazigh (berbero), per i bambini è quindi importante conoscere l’arabo, lingua ufficiale del Marocco, e il francese per affrontare al meglio la scuola pubblica o il lavoro alla fine del ciclo scolastico proposto dal Progetto. La lezione di francese prevede lettura e comprensione del testo e poi un po’ di grammatica. E’ normale, alcuni hanno più difficoltà di altri ma hanno tutti un grande entusiasmo e voglia di riuscire. Oggi si studiano i complementi, complementi di modo, di tempo, e cosi’ via... A scuola, i bambini, sembrano tutti uguali e per qualche istante si rischia di dimenticare il contesto. Sembra di essere quasi in una scuola come tutte le altre ma quando si passa alle frasi dei bambini si rientra bruscamente nella realtà: “Fatima –recitano- porta le pecore al pascolo con gioia”; “Ismail raccoglie la legna con pazienza”. I bambini parlano ovviamente della realtà che vivono, così si scoprono piano piano i lavori che svolgono quotidianamente e che magari si sono alzati alle 4 della mattina per fare tutto ed essere puntuali per la lezione. Ma non tutti ci riescono. Oggi ad esempio il maestro ha contato tanti assenti, bisognerà riparlare con la famiglie. Si lascia Aattabe con i colori delle montagna negli occhi e con gli occhi degli bambini nel cuore verso un’altra scuola, una scuola di pianura, a Lamrabta. Lamrabta è un tipico villaggio rurale arabofono della pianura irrigata a 40 km da Beni Mellal. Il paesaggio della montagna lascia dunque il posto alla pianura, distesa senza fine delle colture di stagione, dell’immancabile grano, e di strade piccole ed asfaltate. L’aria è pesante, la pianura non lascia molto spazio alla mente, i paesi e i villaggi sorgono nel nulla. Improvvisamente lungo la strada compaiono le case con un meccanico e un negozietto che vende un pò di tutto e apparentemente niente altro. Oggi però non siamo qui solo di passaggio, penetriamo nelle stradine laterali alla ricerca della scuola di Lamrabta. Qui le tradizionali case d’argilla hanno lasciato il posto a costruzioni di cemento che riflettono lo stile urbano. In questo caso, come per la maggior parte delle scuole di pianura, la scuola è stata aperta in un locale preso in affitto dal Progetto da una famiglia locale in cambio di una somma modesta. Salta subito agli occhi che a Lamrabta i gruppi non sono misti, infatti, il primo gruppo è formato solo da ragazze mentre il secondo solo da ragazzi. Questa condizione è stata dettata dal locale Comitato dei genitori come condizione irrinunciabile per accettare la scuola. Ciò riflette le non poche difficoltà che le ragazze incontrano da queste parti per andare a scuola. Oltre a lavori che devono fare, hanno infatti da superare anche gli ostacoli sociali e culturali posti dalle loro stesse famiglia che - come loro stesse affermano non capiscono a fondo l’importanza della scuola. Le lezioni durano anche in questo villaggio 3 ore e noi arriviamo in tempo per seguire la lezione di francese. E’ dura, ma tra i ragazzi c’è tanta grinta e volontà di riuscire. Le occupazioni di questi adolescenti sono diverse da quelle del villaggio di montagna, ma anche qui scopriamo da tanti piccoli particolari quanto sia complessa la vita e difficile lo stesso piccolo quotidiano. Adesso la scuola è finita, tutti tornano a casa e andiamo via anche noi. Spunti e immagini per riflettere su questa nuova visita alle due scuole, non mancano di certo. Marianna Mormile Casco bianco equipe ProgettoMondo s e r v i z i o c i v i l e Un paese che emoziona Sono arrivata qui in Marocco con una forte carica emotiva, ma soprattutto con la convinzione di affrontare e superare i problemi che man mano si sarebbero presentati, come ad esempio quello di essere donna in questo Paese. Qui le donne non escono, soprattutto la sera, e bisogna trovare delle alternative. Così, ad esempio, in una giornata soleggiata mi sono spinta in una “passeggiata in solitario” e ho avuto la fortuna di potere assistere alla sfilata dei bambini con musicanti e maschere per la Festa di Achoura, una specie di nostra Epifania: è stata una bella occasione per iniziare a conoscere la cultura marocchina. Un’altra difficoltà è il fatto di essere vegetariana: non mangiare la carne dal piatto comune, infatti, può essere interpretato come una mancanza di rispetto. In una festa di battesimo, dopo qualche momento di smarrimento, sono stati però tutti molto carini e comprensivi e hanno iniziato a servirmi prugne e olive! Fortunatamente mi sono di grande aiuto l’esperienza di Ester e Raffaella con cui mi muovo tra le due sedi di ProgettoMondo Mlal: Casablanca e Beni Mellal. A Casablanca regna la contraddizione: negozi dal lusso e i prezzi assurdi con fuori molti bambini e donne che chiedono l’elemosina. Mentre Beni Mellal è tutta un’altra cosa e il livello di qualità della vita è senz’altro migliore. Costituisce il centro della pianura con intorno il Medio Atlante, l’aria è buona, si vedono le stelle e soprattutto non ci sono i rumori della città. Qui credo di avere iniziato a conoscere il vero Marocco. Lo scorrere del tempo è scandito dal canto del muezzin della moschea che inizia a alle 5 della mattina. Ormai è diventato anche per me un suono familiare. Marianna Mormile la storia Una giornata con Fathia l B RE V I o Fathia ha 9 anni e vive a Tamadoute, douar del Moyen Atlas a 2200 metri sopra il livello del mare. La casa di Fathia è una delle più lontane dalla scuola, infatti impiega un’ora a piedi per raggiungerla. L’abitazione è modesta, costruita con un miscuglio di paglia e terra chiamato pisé, e con i materiali a disposizione come pietre, legno e plastica per il tetto; è costituita da due camere e dalla cucina, con all’esterno la stalla per gli animali. Nelle due stanze vivono in 7 e le condizioni di vita sono davvero misere. Il reddito famigliare proviene principalmente dall’agricoltura e dall’allevamento, anche se le terre che coltivano e il gregge non sono di loro proprietà. Ricavano qualcosa anche dalla produzione e dalla vendita del carbone che raccolgono dalla foresta circostante. La scuola di Tamadoute è stata costruita dagli stessi abitanti del villaggio con i materiali che utilizzano anche per le loro abitazioni e che richiedono costante manutenzione. Farthia è una brava alunna con un buon rendimento scolastico, partecipa con entusiasmo alle lezioni e si diverte molto nell’attività teatrale e nella recitazione degli sketch. A scuola frequenta di le lezioni di pomeriggio così la mattina può aiutare la mamma nelle faccende domestiche, come riordinare la casa e lavare i panni. Qui non sono previsti compiti a casa visto che la maggior parte degli alunni ha oltre l’impegno scolastico anche da svolgere dei lavori per la famiglia e non avrebbe comunque il tempo e l’energia per farli. Infatti Fathia è a scuola fino alle 15.30 e dopo aiuta comunque le sorelle a portare al pascolo il gregge o a raccogliere la piccola legna per il forno. La scuola di Tamadoute non chiuderà a settembre 2007 come previsto in un primo momento ma, insieme ad altre 6 scuole, ha beneficiato di un prolungamento delle attività fino a giugno 2008. Alla fine del ciclo scolastico tutti gli alunni dovranno sostenere un esame per accedere alla scuola media pubblica o potranno scegliere di seguire una formazione professionale. Fathia si sta impegnando tanto perchè vorrebbe continuare a studiare. Marianna Mormile Casco bianco equipe ProgettoMondo [ PREMIO COMACCHIO. Lo scorso 8 marzo 2007, Giornata della Donna, la nostra capoprogetto in Marocco, Ester Zappata, ha ricevuto il Premio Comacchio Donna intitolato a Marisa Marighi dalle mani della presidentessa del Cif, il Centro italiano femminile, che in questo modo ha voluto riconoscere nella loro concittadina Ester l’impegno di donna al servizio e al fianco di altre donne. La premiazione si è svolta a Palazzo Bellini alla presenza delle autorità locali e del nostro direttore Valentino Piazza che accompagnava la volontaria Mlal. Congratulazioni ad Ester, siamo orgogliosi di te! [ FONDAZIONE CARIVERONA. Un grazie di cuore alla Fondazione Cariverona, che ha mantenuto costante il suo impegno a favore del ProgettoMondo Mlal nel sostegno di Tornare a scuola. E’ infatti anche merito della Fondazione se il Progetto procede bene e con notevole successo. [ MATRIMONIO SOLIDALE. Riceveranno in dono una preziosa ceramica di Fes gli amici e parenti di Federica e Riccardo, sposi a Bovolone (Verona) il prossimo 16 giugno. La bella sposina Federica è infatti un’insegnante di scuola materna e ha voluto condividere la gioia per il suo matrimonio anche con i tanti bambini che dalla scuola pubblica sarebbero altrimenti esclusi. La somma destinata alle nostre bomboniere solidali andranno infatti a sostenere il Progetto Tornare a scuola. A Federica e Riccardo, dunque, gli auguri di tantissima felicità! [ ASAL. Un caloroso ringraziamento da tutti noi di ProgettoMondo Mlal anche ad Asal di Roma per le attività di sostegno, divulgazione del Progetto e raccolta fondi svolti nelle scuole. Il vostro contributo è stato davvero importante! Mlal ProgettoMondo viale Palladio 16, 37138 Verona tel. 045 8102105 [email protected] www.mlal.org versamenti (intestati al Mlal): c/c postale 12808374 c/c bancario 512080 Banca Etica (ABI 5018 CAB 12101) Causale «Progetto Tornare a scuola»