Notiziario del 15/06/2016

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Notiziario del 15/06/2016
PROGETTO
GIUGNO 2016
RADICALISMO, NO GRAZIE
Sopprese chiamate skype, con buona pace di milioni di marocchini
IL MAROCCO SI CHIUDE IN CASA
Carissimi sostenitori,
se alle radici del fenomeno del radicalismo ci
sono anche l’ignoranza e l’esclusione sociale, uno
strumento importante da parte del governo marocchino potrebbe essere quello di garantire la circolazione di informazioni e la comunicazione interna
ed esterna del Paese.
Eppure, tra le “novità 2016” ci troviamo a fare i
conti con il divieto di comunicazione “VOIP” (le comunicazioni vocali su skype, whatsapp e facebook
per capirci).
Da qualche mese è infatti impossibile fare una
telefonata su skype, con buona pace dei milioni di
marocchini che hanno famiglia all’estero, delle migliaia di persone che utilizzano questo strumento
per lavorare e soprattutto per una generazione
intera che è cresciuta con questi strumenti che la
tengono in rete con il mondo e che ora se ne vede
privata.
Ma all’isolamento del Paese (l’ultima cosa di cui
avremmo bisogno per contrastare il fenomeno della radicalizzazione) ha contribuito anche una nuova
drastica riduzione dell’offerta televisiva. Mi dicono
che questo dipenda dagli operatori stranieri, e sarà
vero, sta di fatto che da quest’anno il pacchetto televisivo si è incontestabilmente ridotto.
Tra le altre novità, a riprova di quella che sembra
essere una travolgente e generalizzata tendenza
alla radicalizzazione (tale da coinvolgere anche attori economici e istituzioni), va citata anche l’interruzione della vendita di alcol da parte di una delle
tre principali catene di supermercati locali che, pare
ispirandosi alla scelta di un altro concorrente imparentato con una cordata saudita molto attenta alla
questione “morale”, ha deciso di sospendere la vendita di bevande alcoliche nei propri esercizi.
E non certo per ragioni non commerciali visto che
i marocchini consumerebbero circa 130 milioni di
litri di alcool all’anno.
L’ultimo episodio di ordinaria follia radicale è
l’aggressione a una giovane coppia di ventenni
omossessuali, accaduta a pochi chilometri dai nostri
uffici di Beni Mellal. Sconvolgente perché avvenuta
addirittura nell’intimità delle mura domestiche con
successiva esposizione dei corpi nudi dei ragazzi in
strada, tra spettatori incuriositi o indifferenti. Terribile perché adesso uno dei ragazzi aggrediti rischia
anche una condanna (l’omosessualità è punita con
pene dai 6 mesi a tre anni di reclusione) mentre
fin, dai primi giorni, opinione pubblica e Tribunale,
sembravano concordi nel giudicare se non legittima, quanto meno “non punibile” l’aggressione.
Richard Grieco
ProgettoMondo Mlal Marocco
PROGETTOMONDO MLAL viale Palladio, 16 37138 Verona,
tel. 045 8102105 e-mail [email protected] www.progettomondomlal.org
L A
S T O R I A
DA EX MIGRANTE BAMBINO
COMBATTE LA GUERRA SANTA
L’ I N I Z I AT I VA
INFORMAZIONE E CULTURA
CONTRO LA RADICALIZZAZIONE
Investire nella formazione degli educatori che
lavorano con gli adolescenti maggiormente a rischio di radicalizzazione; promuovere una contronarrazione digitale che diffonda in rete esempi
positivi di personaggi, più o meno conosciuti dai
ragazzi, che non hanno ceduto al fascino delle
idee jihadiste.
Questa la sfida assolutamente inedita che si
assume il nuovo progetto “Radicalisme, non merci!”, la cui metodologia di intervento riposa sull’esperienza sviluppata da ProgettoMondo in questi
anni, e sulla stretta collaborazione con il Ministero
dell’Educazione grazie al coinvolgimento di associazioni locali e istituzioni, indispensabile per il
successo e il completamento dell’iniziativa.
In concreto il progetto, un unicum a livello di
cooperazione allo sviluppo, si propone di formare
gli educatori sulla prevenzione alla radicalizzazione dei giovani e di favorire l’integrazione di questi
ultimi all’interno della società, offrendo loro idee,
prospettive, spazi di espressione, ascolto e confronto.
Nei primi 18 mesi di lavoro, 200 operatori della
regione di Béni Mellal e dalle province di Khouribga e Rabat-Salé, parteciperanno a 3 cicli di formazione su diverse tematiche: psicologia dell’adolescenza e nuove tecnologie, gestione del ciclo di
un progetto ed educazione alla mondialità.
Al termine, gli operatori saranno sostenuti nella
pratica per la realizzazione di percorsi innovativi di
prevenzione della radicalizzazione attraverso sport,
musica, arte e nuove tecnologie come vettori di integrazione e di promozione della diversità.
Sono sufficienti meno di 200 euro per garantire la frequenza ai corsi di un educatore che potrà
così dotarsi di strumenti pedagogici necessari per
sostenere i giovani nel loro sviluppo personale,
nella formazione di uno spirito critico, nella valorizzazione della pluralità e nella ricerca del benessere individuale e collettivo. Una formazione che
presterà attenzione non solo alle dinamiche psicosociali tipiche dell’adolescenza, nelle quali prende
forma il fenomeno della radicalizzazione giovanile, ma che farà emergere i legami tra quest’ultima
e le nuove tecnologie della comunicazione
Marco Decesari.
RIMANI AL
NOSTRO FIANCO.
La separazione dei genitori sarebbe all’origine
della migrazione clandestina di Mouloud, che, secondo uno zio materno intervistato da una nostra
operatrice, persi i solidi riferimenti familiari, si sarebbe fatto abbagliare dal mito migratorio. Dopo essere
riuscito ad attraversare clandestinamente il confine dell’enclave spagnola di Ceuta, Mouloud, grazie
alla complicità non disinteressata di un cosiddetto
“passeur”, aveva raggiunto Genova. Mouloud aveva
allora 14 anni e, per 2 anni e mezzo, è stato ospite in
diverse strutture di accoglienza per minori non accompagnati nel nord Italia.
Poco dopo aver compiuto 18 anni, però, Mouloud è stato fatto rientrare forzatamente in Marocco
e in pochi mesi ha fatto la sua scelta: da clandestino
emarginato, prima in Europa e poi in patria (a causa
dell’insuccesso del proprio progetto migratorio), ha
visto l’opportunità di diventare protagonista, eroe,
giudice delle vite altrui. Così ha abbracciato quella che, se tradotta letteralmente più di una “guerra
santa” dovrebbe essere un pacifico “sforzo interiore”
per migliorare se stesso, la jihad appunto. E da oltre
un anno si troverebbe in Siria insieme ad altri 2.500
giovani marocchini che hanno abbracciato la causa
jihadista.
In Europa, come in Marocco, tutti rilevano i profondi legami esistenti tra le idee di ispirazione salafista-wahabbita che dilagano sul web e i fenomeni di
esclusione sociale. Tutti sono anche concordi nel sostenere che questi giovani, che hanno interiorizzato
una forte avversione per la società di cui si sentono
vittime, hanno subito il fascino di queste visioni perché attratti dalla possibilità di appartenere a gruppi
che sono in grado di farli sentire riconosciuti e integrati.
Facile anche rilevare che in Marocco oltre due terzi dei disoccupati abbiano tra i 15 e i 29 anni di età o,
ancora, che ci siano zone con tassi di analfabetismo
che sfiorano il 60%, stabilendo così una relazione im- DONA ORA:
mediata tra indicatori sociali e bacini di reclutamen- - c/c postale 12808374
- Banca Popolare Etica
to per i jihadisti.
Richard Grieco IBAN IT 66 G 05018 12101 000000512855
causale “Radicalismo, no grazie””