Comunicato_Provincia_Tn_concerto_Inti-Illimani

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In margine al concerto di venerdì 23 luglio 2010, auditorium santa Chiara di Trento
LA MUSICA DEGLI INTI-ILLIMANI HISTORICO E I MURALES DI CARRASCO
PARTE INTEGRANTE DEL VIVERE QUOTIDIANO DEI CILENI.
La raffinata ed evocativa musica degli Inti-Illimani Historico è stata l’indiscussa protagonista della
serata che venerdì 23 luglio 2010 ha affollato in ogni ordine di posti l’Auditorium Santa Chiara di
Trento, sede della terza tappa del ciclo di appuntamenti “Dialoghi internazionali: se vuoi la pace
prepara la pace”. Un percorso iniziato con la filosofia, proseguito con la letteratura e che, in una
sorta di sospensione della parola sotto forma di dialogo, ha dato voce alle suggestioni offerte dal
linguaggio della musica: dall’Argentina di Enrique Dussel e di Mempo Giardinelli, il viaggio
all’insegna della Pace si è così esteso al Cile degli Inti-Illimani, continuando ad esplorare una terra
tanto fertile di proposte culturali ed artistiche come lo è stata nel recente passato, e come continua
ad esserlo, l’America latina.
La riuscita dell’evento è stata affidata all’alchimia di più componenti, delle quali la musica è stata
motivo conduttore ed unificante: sette gli elementi del gruppo sul palco, quattro musicisti “storici”
in prima fila, affiancati da tre del gruppo “Bipolaris”. Davvero vario il parco strumenti utilizzato:
chitarre, batteria, flauto, maracas, fisarmonica, bombo, quijada e pandereta, i cui suoni
sapientemente riuniti e disgiunti hanno dato vita a brani cantati e strumentali appartenenti al
repertorio più conosciuto, ma anche all’ultima fatica degli Inti-Illimani, che rivolge attenzione al
mondo dell’infanzia mediante il recupero e riadattamento di antiche ninne nanne.
Sullo sfondo, a riattualizzare il legame musica-pittura attraverso cui il movimento di protesta contro
il regime di Pinochet aveva individuato una via di grande efficacia, un gruppo di ragazzi, sotto la
supervisione del noto “muralista” cileno Eduardo «Mono» Carrasco, ha dipinto un murales. Nella
parte superiore un dominante sole che, con i suoi raggi, abbraccia il valore sacro ed irrinunciabile
della libertà. Una libertà che si espande in un cielo di un azzurro senza fine, capace di accogliere il
libero pensare dell’uomo, il volo di una colomba, i colori della Patria e del mondo, la musica di una
chitarra, il profumo di un fiore, uno stormire di foglie, universali simboli di quella leggerezza su cui
si fonda una visione di futuro all’insegna della Pace.
Una breve pausa del concerto ha visto l’intervento dell’assessore provinmciale alla solidarietà
internazionale Lia Giovanazzi
Beltrami che, oltre a rivolgere un saluto alla comunità cilena
presente in Trentino e in sala, ha proposto alcune riflessioni attorno a quel “desiderio di pace –
aspirazione di ogni popolo”. “Perché”, ha continuato l’assessore, “dove c’è un popolo che sa gridare
alla pace significa che è stata imboccata la strada giusta. Dobbiamo invece preoccuparci quando c’è
il silenzio”.
È stata quindi la volta di Francesco Comina, coordinatore del Centro per la pace del Comune di
Bolzano che, insieme a Eduardo «Mono» Carrasco che ne è l’autore, ha presentato il libro appena
uscito per le edizioni della Casa editrice trentina “Il Margine”, Inti-Illimani Storia e mito. Tale testo
ripercorre la storia della musica degli Inti-Illimani, intersecandola con l’orizzonte culturale e il
clima di militanza politica e civile del periodo della dittatura. Come già per Dussel e per Giardinelli,
anche per il gruppo musicale degli Inti-Illimani e per il “muralista” della "Brigadas Ramona Parra",
la fine del sogno di un Cile democratico segna l’inizio di un lungo periodo di esilio.
Racconta Carrasco che l’11 settembre del 1973 «il cuore pulsante della nostra primavera politica
venne raso al suolo dai cacciabombardieri. Il golpe era diretto dal comandante dell’esercito,
generale Augusto Pinochet, il tiranno, il dinosauro, il despota che poi occuperà la scena politica
cilena per quasi vent’anni […]Arrivai a Roma sotto la protezione delle Nazioni Unite il 4 ottobre
1974 […] avevo vent’anni e venni nominato vicepresidente di una organizzazione che si occupava
della solidarietà verso i cileni costretti all’esilio. A Bologna ho realizzato il mio primo murale
“italiano” […] L’Italia ha vissuto il dramma del nostro popolo con grandissima partecipazione.
Nelle scuole, nelle fabbriche, nei porti, nei movimenti sociali era un pullulare di slogan e di
striscioni per la libertà del Cile e contro la dittatura».
E certo, anche se a tutti viene spontaneo identificare gli Inti-Illimani Historico con la canzone che
ancor oggi chiude ogni loro concerto El puebo unido jamás será vencido, sono le parole di Michelle
Bachelet nella prefazione al libro edito da “Il Margine” a collocare l’opera musicale del gruppo in
un orizzonte di più ampio respiro: nessuna prospettiva nostalgica, ma una musica «parte integrante
del vivere quotidiano dei cileni». Un libro che racconta del passato e del presente di due forme
artistiche intrecciate, musica e murales «ricordandoci che l’esercizio del diritto alla memoria è stato
e sarà sempre un’azione di vitale importanza».