Flavio Briatore

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Flavio Briatore
BRIATORE
FLAVIO
INTERVISTA ESCLUSIVO
L
FLAVIO
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Superyacht da prima pagina
Nato a Verzuolo, in provincia di Cuneo,
61 anni in aprile, Flavio Briatore è
stato uno dei maggiori protagonisti
della F.1 automobilistica da fine anni
‘80 sino al 2009 quando è stato
radiato dalla FIA, con un procedimento
poi considerato non regolare. Come
team manager di Benetton e Renault,
ha conquistato quattro titoli iridati piloti
(due con Michael Schumacher e due con
Alonso) e tre costruttori. La sua attività
imprenditoriale comprende una serie
di locali (Billionaire a Porto Cervo,
Twiga in Versilia, Lion in the Sun a
Malindi) gestiti in proprio o con soci.
Varato nel 2002 da Royal Denship
e “refittato” sostanziosamente nel
2006, Force Blue è lungo 62 metri
e largo 11. Vanta sei ampie cabine
doppie, dotate di tutti i comfort. Tra
gli spazi in comune una mini-spa,
una cinema room con schermo
da 60 pollici e un’attrezzatissima
palestra. non mancano opere d’arte
di valore . “È una questione estetica
e di prestigio, innanzitutto. Ma le ho
volute anche perché aiutano a creare
un clima ideale: su Force Blue ci si
deve sentire come a casa”. Lo yacht
naviga in crociera a 14 nodi, spinto
da due Caterpillar da 185 Cv l’uno.
L’equipaggio è considerato tra i più
esperti del Mediterraneo. Nel maggio
2010, Force Blue si guadagnò la
prima pagina per il sequestro al largo
di La Spezia - con la famiglia Briatore
a bordo - per un accusa di evasione
fiscale e contrabbando nei confronti
della società di charter intestataria.
Dopo circa un mese, la barca riprese
a navigare ma solo per l’attività di
charter, autorizzata dai magistrati. Ora
con la recente sentenza della Sezione
Penale della Cassazione - che ha
restituito la somma sequestrata dal GIP
di Genova - si aprono nuovi scenari
per il ritorno allo status originario.
Olycom
BRIATORE
a notizia è importante: il 30 settembre 2011 la Sezione Penale della Cassazione
ha annullato il decreto di sequestro del GIP del Tribunale di Genova con il
quale era stato disposto il sequestro di un milione e mezzo di euro, custoditi
in alcuni conti risalenti a Flavio Briatore e alla Autumn Sailing (la sua società
di charter), in relazione all’evasione IVA. La conseguenza immediata è stata la restituzione in toto
della somma sequestrata. Ma è anche un segnale importante verso il settore in generale: l’imprenditore era diventato il simbolo del rapporto tormentato tra Fisco e nautica, quello dell’equazione
armatore-evasore. Ed ecco che a Flavio Briatore è tornata la voglia di parlare di mare e di barche.
Prima domanda facile facile: ci parli del mare…
È una delle mie passioni. Anzi, è una delle passioni più profonde. Sono nato in montagna, in
fondo, ma ho sempre amato l’acqua. Andavo al mare in colonia, quindi a San Remo con i miei
genitori. Anche negli anni nei quali ho lavorato per Benetton negli Usa, non mi sono mai fatto
mancare onde e spiagge: frequentavo la Florida o i Caraibi…
C’è una ragione specifica per questa attrazione?
Sì. Il mare trasmette gioia. La sua immensità è spettacolare, mentre secondo me la montagna
intristisce… Il mare ti parla e ti insegna anche il rispetto; ti spiega che devi saperti misurare con
te stesso. E con la sua forza.
La nautica di Flavio Briatore, invece, è…
Rigorosamente a motore.
Perché il Force Blue?
Era un ‘explorer’ di proprietà di un americano. Si chiamava Big Roi, era stato costruito nel 2002
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Da oltre vent’anni protagonista
della scena pubblica italiana, tra
gossip, imprenditoria e sport.
SCOPRITORE DI TALENTI
Entrato nel circus grazie alla famiglia
Benetton, Briatore si è rivelato ben
presto un eccellente team manager
di scuderie e uno scopritore di grandi
piloti. I due colpi migliori? Michael
Schumacher e Fernando Alonso (in alto).
da Royal Denship. Era stato concepito per viaggi estremi, ad esempio nei mari del Nord. Però
queste acque sono spesso inospitali, per cui il progetto non si sviluppò. I volumi della barca erano
enormi, andavano adattati agli usi commerciali e Celeste dell’Anna si prese carico di ridisegnare gli
interni. In quegli anni ero pienamente rientrato in Formula 1 e si è pensato che fosse interessante,
per la vita mondana e per coltivare le p.r., che ci fosse uno yacht ispirato a Flavio Briatore, insieme
ad altre realtà che utilizzavano la mia immagine, come il Billionaire Club. Quindi, partendo da
una barca piuttosto spartana, sono state effettuate le personalizzazioni del caso, necessarie per la
charterizzazione. Il Force Blue, infatti, svolge attività di noleggio. Quando è libero, lo affitto io.
Che cosa ha pensato durante i lavori di sistemazione?
Che si stava trasformando un hotel a due stelle in uno a cinque.
La prenderebbe una barca da 100 metri come l’Indian Empress di Vijay Mallya, patron
della Force India?
Si, ma sempre nella prospettiva della charterizzazione: per divertirsi nel Mediterraneo, facendo
magari base in Sardegna, basta e avanza un “Magnum”. Anche l’Indian Empress è a noleggio. Del
resto, è inevitabile farlo, anche se il vento è girato e i tempi non sono più molto favorevoli: prima
una barca con certe caratteristiche rendeva il 10-15% dell’investimento; oggi queste cifre sono
irraggiungibili. C’è pure una grande concorrenza tra gli equipaggi: ecco, diciamo che la differenza
vera, adesso, è determinata grazie alla qualità di chi noleggia.
Come vede la nautica italiana?
Purtroppo non bene. Paradossalmente, tiene bene ed è forte il mercato delle barche da 100
metri in su: per scafi di quella portata, ho letto da qualche parte, i cantieri hanno commesse fino
al 2016. Invece è in grave difficoltà il settore degli yacht dai 20 ai 50 metri.
Sembra un po’ la replica di quello che si vede nell’auto: le difficoltà figlie della crisi toccano sì la produzione. Ma in giro si vedono sempre più Cayenne o X6…
Sì, è proprio così… A chi è veramente ricco le possibilità continuano a non mancare.
Il mondo dell’aviazione lamenta, da decenni, di essere stato dimenticato se non, addirit-
LUI E LE DONNE
Briatore ha sempre amato le belle donne,
meglio se celebri: tra le sue conquiste ci
sono le modelle Naomi Campbell, Vanessa
Kelly e Heidi Klum. Con l’ultima fiamma
- la trentunenne Elisabetta Gregoraci
(sopra) - si è sposato nel giugno 2008.
L’AMICO DEL CUORE
Una storica amicizia quella tra Briatore
e Bernie Ecclestone, boss della F.1.
L’ultima prova è stata la vendita insieme
delle quote del Queens Park Rangers,
squadra della Premiership inglese,
che avevano acquistato nel 2007.
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Force Blue al largo della Costa Smeralda: «Grecia e Sardegna sono i posti più belli. Ma tutto il
Mediterraneo ha un grande fascino. Peccato che da noi manchino i buoni porti» dice Briatore.
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Vita da manager
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tura, sabotato dai vari Governi. È il caso di estendere il concetto alla nautica?
Ci possono essere dei punti di contatto, a ben vedere.
Se Briatore dovesse legiferare in materia, che cosa farebbe?
Be’, innanzitutto mi pare che ci sia l’idea che chi compera una barca è trattato quasi automaticamente come un evasore: sospetti, indagini, redditometri. Ma questi meccanismi, fatta salva la
necessità di seri controlli, sono provvedimenti depressivi. In Italia abbiamo l’eccellenza, abbiamo
le Ferrari del mare: adoperiamoci, allora, per valorizzare questo scenario. L’Italia dovrebbe issare,
come minimo, delle bandiere in onore di compera barche. E dovrebbe offrire agevolazioni, non
tasse… Disponiamo di settemila chilometri di coste, è assurdo che non siano sfruttati a dovere.
Basta repressione. Quanti porti ha la Svizzera, che ha solo laghi? Forse più dell’Italia. Esattamente
come ha più aeroporti di noi, alla faccia di un territorio pieno di montagne.
Lei ha spesso sottolineato il concetto che il Force Blue, di fatto, è un’azienda che dà
lavoro a una trentina di famiglie.
Esatto. E anche in inverno l’equipaggio ha parecchio da lavorare.
Torniamo alla vela. Non la ama, ci ha detto, ma è mai possibile che Flavio Briatore non
abbia pensato, anche solo per un attimo, di lanciarsi nella Coppa America?
No, proprio perché il mondo della vela è distante dal mio feeling: non sono appassionato. La
Coppa America, poi, per me non è vela: è la Formula 1 che si corre sull’acqua. Ma io preferisco
quella su terra.
Voto ai porti italiani?
Basso se guardiamo alla quantità: sono troppo pochi, al Sud in particolare la carenza è grave.
Sul fronte della qualità, invece, la votazione media si alza. Ma le tariffe d’accesso spesso sono
salate: siamo nettamente fuori mercato, per dire, rispetto alla Francia.
Quindi l’eventuale Briatore uomo di legge…
La cantina di Force Blue è considerata
tra le più raffinate e fornite del
Mediterraneo. «Ho a bordo circa 2.500
bottiglie per tutte le esigenze - svela
l’armatore piemontese - si va dai grandi
Barolo e Barbaresco della mia terra
alle bollicine italiane e francesi, le
preferite di mia moglia Elisabetta».
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Milestone
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Flavio Briatore su uno dei tender di Force Blue con la moglie Elisabetta Gregoraci e il figlio Nathan Falco, due anni il prossimo anno.
LE TAVOLE DELLA
PERSECUZIONE
(secondo Briatore)
Controlli. Se ne effettuano
in continuazione, al di là del tipo
di barca e in modo spettacolare.
Posti barca. Sono troppo pochi,
soprattutto al Meridione. A
quando un piano nazionale?
Servizi. Paragonati a quelli dei
marina francesi, hanno prezzi
troppo elevati per l’offerta.
Coste. Considerandone la
lunghezza e la bellezza, come
si fa a non sfruttarle bene?
Immagine. Basta con l’equazione
armatore-evasore. In realtà
diamo lavoro a un mare di gente.
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…preparerebbe un progetto operativo affinché, in 20 anni, siano realizzati almeno 500 porti.
Dove va più volentieri quando noleggia il Force Blue?
Grecia e Sardegna sono i posti più belli. Ma tutto il Mediterraneo ha un grande fascino.
Montecarlo, dove vive la famiglia, è invece l’approdo per le occasioni mondane.
Paure da dichiarare, in navigazione?
Qualche “sberla” per una tempesta improvvisa, o peggiorata in maniera inattesa, succede di
prenderla. Però si fa di tutto per non finire nei guai: per cui, massima attenzione ai bollettini
meteo; si salpa solo se non si corrono rischi, magari a bordo c’è chi in certe situazioni soffre.
Che cosa ama fare quando è a bordo del Force Blue?
Ho momenti di lavoro, ma anche di relax, con famiglia e amici. Mi piace poi seguire le operazioni di bordo: osservo l’equipaggio, non immaginate nemmeno quanto la sua vita sia piena di
sacrifici. I marinai sono davvero dei grandi professionisti.
La barca è come la casa?
No, non esageriamo. Non può esserlo, perché ha un carattere provvisorio. La barca, semmai, è
come una bella auto, di quelle che si usano, e si gustano, alla domenica per una passeggiata.
Il Force Blue, d’accordo. Ma non ha un debole per qualche altro yacht?
E come no?... La barca di Abramovich è stupenda… Però…
Prego, dica pure.
Questi scafi da 150 metri sono diventati, ormai, più che altro degli ‘shopping centre’. Rischi di
non goderti il mare, anzi, di non vederlo proprio. Stiamo andando un po’ sopra le righe.
Giuri che non ci sarà mai un Billionaire galleggiante, magari sul Force Blue.
Lo giuro, e non solo perché la barca ha giusto la licenza per il charter. Non è una cosa da fare
in ogni caso: il Billionaire è pensato per la terra ferma, quindi lasciamolo dov’è. In Sardegna. Y

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