cento per cento briatore

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cento per cento briatore
FLAVIO BRIATORE
PRESS ROOM
DATA:
29-09-2005
AUTORE:
Maurizio Lombardi
CENTO PER CENTO BRIATORE
Un dubbio ci assale. Tentiamo subito di scioglierlo. A quale Briatore
stiamo parlando? A quello concentrato sul paddock che controlla le
performance dei “suoi” talenti, Alonso e Fisichella, o a quello sorridente tra
i tanti vip che fanno la spola tra Forte dei Marmi e la Costa Smeralda?
All’Amministratore Delegato impegnato in una riunione con i suoi
collaboratori al centro tecnico della Renault F1 a Londra (un gioiello di
tecnologia animato da 500 superspecialisti) o al Briatore testimonial e
ideatore del lusso del lusso, da orologi e altri oggetti esclusivi fino all’alta
sartoria dei maestri del Made in Italy più conosciuto al mondo?
Come tanti Diogene-indagatori procediamo aiutati dalla luce traballante delle lanterne appese qua e là tra gli splendidi
arredi del Billionaire e da quella artificiale dei monitor ai box in fibrillazione per i successi di un team sempre più
vincente.
Ci dia qualche certezza sul vero Briatore.
“Un appassionato del proprio lavoro, uno a cui piace stare sempre sul campo, curare i dettagli, privilegiare il confronto
con il team, dare fiducia alle persone e delegare molto: tutto questo indipendentemente dal tipo di occupazione che
sto svolgendo”.
Quindi, Briatore non sdoppia il manager dal principe della mondanità, ed è proprio vero che l’uno porta valore all’altro, e
viceversa?
“La mondanità è parte integrante del mio mondo e non sottrae nulla al mio impegno al fianco di piloti, tecnici,
ingegneri e collaboratori che lavorano sodo, gara dopo gara, giorno e notte, per vincere. Sempre. Anzi: la mondanità è
più “pesante” di quanto si creda. Alimenta nuovi business, nuovi posti di lavoro, e nuove sfide”.
Come Billionaire.
“Billionaire è un qualcosa di più e di diverso che una semplice discoteca: è un marchio di successo, uno stile di vita e
una iniziativa imprenditoriale di primissimo livello destinata a crescere nel tempo”.
Per raggiungere queste “bandiere a scacchi” conta di più una strategia aggressiva, una dose massiccia di marketing o un po’
d’istinto?
“Tutte e tre le cose, anche se, in particolare, in ogni attività conta molto l’istinto. E la fortuna di fare gli incontri giusti:
per quello che mi riguarda mi riferisco a Luciano Benetton e Bernie Ecclestone”.
Cosa hanno significato per lei?
“Il primo mi ha insegnato ad essere un manager che osa, ad avere una visione affiancata ad un metodo di lavoro agile. Il
secondo mi ha insegnato tutto quello che c’era da sapere sulla Formula Uno”.
Anche a vincere?
“Quando la Benetton fece il suo ingresso nel firmamento delle quattro
ruote, il fatto creò un po’ di scompiglio in un mondo che rischiava di
chiudersi in se stesso e diventare autoreferenziale. Eravamo additati come
quelli delle magliette, una sorta di parvenue tra superesperti e manager
navigati. Poi con poco budget e molto lavoro abbiamo vinto corse, titoli e
una scommessa chiamata Schumacher”.
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FLAVIO BRIATORE
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Una scommessa divenuta leggenda e rinnovata a distanza di dieci anni con Fisichella e soprattutto Alonso.
“Ma anche Jarno Trulli e Mark Webber. Mi piace occuparmi di talenti. Tutti manager e coloro che hanno
responsabilità di vertice in ogni azienda dovrebbero farlo. E non mi riferisco solo ai talenti che corrono, ma a tutto il
team, ingegneri e meccanici compresi: la Formula Uno è il gioco di squadra per eccellenza, si vince tutti insieme. Per
questo motivo giro sempre tra gli uomini del mio team, mi confronto continuamente, sono uno da open door per
tutti”.
Quasi come Napoleone che girava discretamente di notte tra gli accampamenti per testare gli umori della truppa e capire i
punti di forza e di debolezza dei suoi uomini.
“Ma senza presunzione o preconcetti di sorta. Ogni giorno portiamo avanti un progetto con la velocità della luce. I
miei collaboratori mi dicono che corro più veloce di loro. Ma spesso, se necessario, faccio anche delle deviazioni”.
Mai delle retromarce.
“Beh, in Formula Uno non è consentito”.
E Billionaire è una felice deviazione? Sarà questo il futuro di Briatore lontano dalle corse?
“Quando abbandonerò la Formula Uno non guarderò più nemmeno una gara. Staccherò la spina per sempre. Sono
fatto così. Ma quel momento ancora non è giunto. Nel frattempo il mondo Billionaire cresce anche grazie alle
collaborazioni con persone come Angelo Galasso, Matteo Cambi, tra gli artefici del più internazionale dei Made in
Italy”.
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