briatore spiega i trucchi del mestiere

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briatore spiega i trucchi del mestiere
FLAVIO BRIATORE
PRESS ROOM
DATA:
17-04-2003
AUTORE:
Alessandro Pasini
BRIATORE SPIEGA I TRUCCHI DEL MESTIERE: "DURI
MA GENEROSI"
Milano: "Vi racconto questa. Una volta un mio collaboratore aveva dei
problemi con la moglie. Era triste, piangeva sempre, ma soprattutto creava
un clima tetro in azienda. I colleghi piangevano anche loro, perdevano
tempo a dirgli "passerà". Allora l'ho spedito nella mia casa in Kenya per un
mese con la moglie, a ripigliarsi. Adesso lui lavora meglio e loro aspettano
un figlio". (Pausa). "Speriamo sia bianco...".
Boato nell'aula R01 della Scuola di direzione aziendale Bocconi, gremita
dagli studenti del Master of Business Administration. Cercavano qualcuno
che raccontasse loro un'esperienza di management non ordinario; uno
capace di costruire un successo, economico e mediatico, sulle ceneri del vecchio modo di gestire un'azienda; uno,
insomma, parole sue, "cazzuto".
Bé, eccolo qui. Flavio Briatore in carne , ossa e abbronzatura. Preceduto da regolare gossip (la sua ultima fidanzata
sarebbe Heidi Klum, top model tedesca di 29 anni), sta per andare a Imola, dove il nuovo Schumacher ("Alonso
diventerà come Michael, ve lo garantisco") proverà a conquistare un podio "o almeno qualche punto, che piova o non
piova". Ma oggi parla da una cattedra sul "Concetto di self made man. La gestione di un team di F1". Il sottotitolo è:
"Come trasformare i propri interessi in un business di successo", che in realtà vuol dire "come si fa a nascere
geometra e diventare Flavio Briatore". Lui, il direttore generale di Renault Sport, lo scopritore di Michael Schumacher
(in quanto talent scout) e di Naomi Campbell (in quanto fidanzato), il padrone del Billionaire e di un portafoglio di un
certo peso, non si sottrae alla responsabilità. E racconta. Regalando un vademecum per il successo e la sua
manutenzione che i manager nell'aula farebbero bene a prendere con le pinze. Perché Flavio Briatore si diventa, ma un
po' lo si deve nascere. E lui, modestamente, lo nacque.
FAI DA TE
"Quando ho iniziato, la F1 non mi interessava. Avevo un'offerta da Donald Trump, ma Luciano Benetton ha insistito.
La prima cosa che ho fatto è stata licenziare l'amministratore delegato. Poi, siccome non trovavo un sostituto, l'ho
fatto io. Perché, se vuoi, puoi.".
LA FORMAZIONE
"Io facevo il geometra e il maestro di sci. Ho capito che se continuavo così sarei rimasto a Cuneo tutta la vita. Ma la
formazione professionale serve per i manager tecnici. Per quelli commerciali servono creatività e simpatia, abilità a
relazionarsi con la gente".
STAGE ALL'ESTERO
"Sono andato in America nell'82. Avevo due lire. Per Benetton aprivo negozi su negozi, una fatica boia. Ma erano gli
anni dello Studio 54, ve lo ricordate? C'era un'energia...Non si dormiva mai".
IL TEAM
"Mai fare la one man band.. Hai bisogno dei tuoi fedeli. Io ho 15 persone che mi seguono da 15 anni. Ma ricordate:
vanno pagati, e bene. Bisogna essere generosi. Duri, ma generosi".
GLI ESPERTI
"I più pericolosi? Gli ingegneri (risate in aula, composta per metà da ingegneri n.d.r.). Vogliono sempre fare il miglior
motore del mondo, a me interessa un motore per la gara. L'ingegnere va controllato".
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FLAVIO BRIATORE
PRESS ROOM
PASSIONE E PROFITTO
"Io non ho passioni. Quando ero fuori dal giro e vendevo motori non guardavo neanche i Gran Premi. Chiamavo alla
fine per sapere quanti ne erano esplosi. Ma i motori non sono sexy. E neanche le discoteche. L'unica mia passione è il
profitto. Io la prima cosa che mettevo nei negozi Benetton era la cassa. L'emotività nel lavoro non serve".
CRITICHE
"Non me ne frega niente. Io conosco milioni di persone, ma ho cinque amici. Mi interessa solo il loro giudizio. Gossip,
stampa e tutto il resto non mi toccano. Gli articoli non li leggo mai, sennò m'incazzo. Anche se, diciamolo, se ti
criticano è perché ti riconoscono, no?".
VALORE AGGIUNTO
"Lo champagne del Billionaire è lo stesso della discoteca di fianco. Però costa il doppio e la gente non si lamenta.
Capite il valore aggiunto?".
BILLIONAIRE
"Anche se è un divertimento, dietro c'è un grande lavoro. Io è da quando ho 14 anni che vado in discoteca, ho fatto il
locale che volevo per me, con i deejay, i bodyguard, le cameriere migliori. Per me è come un'azienda: non è per i
ricchi, ma per chi spende. Uno può prendere solo acqua, ma paga come se avesse bevuto champagne".
TALENT SCOUT
"Quando presi Schumacher i tedeschi pensavano fosse il figlio del portiere della nazionale. Per Alonso la tv spagnola
non
ci
dava
retta,
adesso
ce
la
implora.
Bene,
dico
io,
ora
negoziamo".
PSICOLOGIA
"Un giorno Piquet polemizzava. Allora ho detto a Zanardi, il collaudatore, di camminare un po' davanti ai box con la
tuta e il casco in mano. Piquet mi ha chiesto chi fosse. Gli ho detto: quello che correrà al posto tuo se non vuoi
correre tu".
TRE REGOLE D'ORO
"Essere sempre al posto giusto; prendere le decisioni che gli altri non prenderebbero mai; avere culo".
ALTRE IMPRESE
"A 53 anni ho il mio capitale. Fra due o tre anni esco dalla F1 poi vedrò. Il calcio? Non se ne parla. Ministro dello
Sport? Per carità. Voglio riposarmi. Magari aspetto che qualcuno di voi prenda il mio posto. E io penserò finalmente a
divertirmi".
Più di così?
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