Clemente – Fiasconaro – Naro – Messina: “La Zisa”

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Clemente – Fiasconaro – Naro – Messina: “La Zisa”
CORSODIAGGIORNAMENTO
“LEPIETREEICITTADINI”
2015-16
AssociazioneNazionaleperlatuteladelPatrimonioStorico,ArtisticoeNaturaledellaNazione
Scuola, cittadinanza, sostenibilità
“Le pietre e i cittadini”
Progetto nazionale per l’Educazione al Patrimonio 2015-16
SCHEDA STORICO-DESCRITTIVA DEL CENTRO STORICO
Docenti: Proff. Guglielmo Alfano, Anna Castellino, Cinzia Citarrella, Giuliana Clemente,
Concetta Fiasconaro, Maria Cristina Naro, Valentina Messina
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Scuole / Istituti:
I.C. Boccadifalco – Tomasi di Lampedusa
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Denominazione e localizzazione del centro storico
La Zisa, ubicata nella periferia nord–occidentale della città, è raggiungibile dal Palazzo Reale.
Le motivazioni della scelta
La scelta è motivata dall’importanza storico–culturale del Castello della Zisa che richiama
l’Oriente e i palazzi delle Mille e una notte in una prospettiva “laica”, attraverso il quale i Re
normanni promossero la rinascita di Palermo come città europea.
Oggi, la conoscenza della storia del palazzo, simbolo del “sincretismo etnico”, può diventare
un modo sia per far riscoprire, attraverso la conoscenza del periodo arabo-normanno, i valori
di una “cultura mediterranea” pienamente integrata con “la tradizione europea nordica e
occidentale”, sia per educare a una maggiore apertura verso l’Altro, nella prospettiva di una
città “laica” in cui si accolgono, si incontrano e convivono pacificamente modi di pensare, di
credere e di vivere diversi.
Breve descrizione
Il Castello della Zisa, esposto a levante verso la città ed il mare, appare come un unico blocco
ripartito in tre ordini orizzontali che coincidono con i tre piani. La semplicità dell’esterno
nasconde la complessità dell’interno, articolata in ambienti pubblici e privati. Questi ultimi, ai
piani superiori, comprendono gli eleganti appartamenti reali, mentre al pianterreno, l’ala di
rappresentanza è introdotta da un ampio vestibolo molto ventilato, che ruota intorno alla vasta
Sala della Fontana, di stile islamico.
Le nicchie sono decorate con muqarnas, sistema di volte ad arcatelle presenti anche nelle sale
del primo piano; sull’ arco d’ingresso, un affresco barocco raffigura “i diavoli della Zisa”, famosi
per l’impossibilità di contarli a causa della disposizione in senso antiorario.
Si ipotizza che gli appartamenti del primo piano, dal momento che ruotano attorno alla Sala
della Fontana, siano state riservate alle donne, che avrebbero potuto sia ammirarla, sia
guardare le attività, senza essere viste, attraverso piccole finestrelle interne. Al terzo livello,
in corrispondenza della Sala Fontana, vi è una sala utilizzata come soggiorno all’aperto,
coperta in epoca barocca. Mediante la scala a destra della sala, si giunge agli appartamenti,
oggi sede di un interessante Museo islamico.
Si raggiunge l’ultimo livello, dove sono visibili le canalizzazioni per l’uso dell’acqua meteorica;
dopo aver attraversato la sala belvedere e la sala centrale, si discende dalla scala meridionale.
Il complesso comprendeva anche un edificio termale, espressione dell’attenzione al
“benessere” da parte della cultura araba, e la cappella, dedicata alla S.S. Trinità, collegata alla
Zisa da un corridoio di arcate.
Contesto territoriale
Il castello si situa in un territorio appartenente al centro storico di Palermo, oggetto di
riqualificazione dal punto di vista urbanistico, nonché culturale e sociale; rientra in uno dei tre
grandi spazi di archeologia industriale individuati dal Comune di Palermo per la presenza delle
Officine Ducrot, riconvertite in Cantieri culturali della Zisa dagli anni Novanta. Nonostante le
politiche di rilancio e rivalorizzazione del quartiere e del Centro storico di Palermo, ancora
permangono zone caratterizzate da condizioni di degrado urbanistico e socio – economico.
Notizie storiche
La Zisa, che deriva il nome dal termine arabo El Aziz, «la splendida», fu fatta costruire da
Guglielmo I d’Altavilla (1153-1166), entro l’immenso parco del “Geonard”, in arabo, Paradiso
della Terra, come “luogo di delizia” e di riposo estivo, nonché di banchetti, convegni e scambio
culturale.
Fu completata da Guglielmo II (1172- 1189), figlio e successore di Guglielmo I che avrebbe
fatto costruire anche la Cuba.
Attraverso tali costruzioni, i re Normanni vollero dimostrare la loro apertura culturale verso
l’Islam, nonché il loro ambizioso obiettivo di creare un regno mediterraneo, caratterizzato dalla
fusione della tradizione “centro – europea” con quella araba, latina e greco-bizantina.
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Dati geo-morfologici e geografici (orografia, clima, estensione, densità abitativa)
Il Castello della Zisa è esposto a levante verso la città ed il mare; sorgeva in zona elevata in
mezzo al parco del Genoard, in prossimità di un acquedotto romano e di un impianto termale
per la cui datazione sono ancora in corso scavi archeologici.
Il clima è quello mediterraneo; la densità abitativa nella zona circostante l’edificio è abbastanza
elevata.
Sistema viario, piazze
Il Castello si trova in Piazza Zisa, raggiungibile da Piazza Indipendenza, attraverso via Colonna
Rotta, piazza Ingastone, via Zisa, oppure da via Lascaris e via Guglielmo il Buono.
Sistema edilizio
Nella realizzazione della Zisa, gli artisti arabi, provenienti dal Maghreb, ripresero modelli edilizi
islamici, che nei secoli X e XI si affermarono nel Nord Africa senza lasciare, fino ad allora,
tracce notevoli in Sicilia.
Tuttavia l’edificio presenta, insieme alle caratteristiche tipiche dell’architettura islamica, quali
la rigorosa simmetria o le ornamentazioni geometriche, anche aspetti volumetrici e spaziali
propri della tradizione monumentale occidentale diffusa dai Normanni in Europa,
dall’Inghilterra all’Italia meridionale.
Sistema difensivo e recinti
L’edificio è circondato da un giardino; in asse all’ingresso, di fronte la Sala della Fontana, il
palazzo era preceduto da una vasca, la “peschiera”, di cui rimangono alcuni resti murari.
Il giardino, di tipo islamico, destinato alla contemplazione, era inserito entro un “parco” in stile
normanno destinato alla caccia.
Nel XIV la Zisa fu trasformata in castello fortificato; in tale epoca furono inserite due finestre
nella facciata est e il taglio del coronamento per la creazione di una merlatura.
Oggi è circondato da un recinto e si accede attraverso un cancello custodito.
Le funzioni insediate: quelle storiche e le attuali (le permanenze e le modificazioni)
Dopo i regni dei Normanni, degli Svevi e degli Angioini (XII e XII) sec.) la Zisa conobbe lunghi
periodi di abbandono e di decadenza, e subì notevoli alterazioni nella sua immagine
architettonica e nel suo ambiente urbanistico. Fu trasformata, come detto sopra, in castello
fortificato, e successivamente in baglio agricolo.
Le strutture dell’edificio subirono significativi rimaneggiamenti per volontà dei diversi
proprietari fino a quando la costruzione venne definitivamente abbandonata.
Il suo stato di decadenza culminò con la destinazione a deposito di oggetti in quarantena
durante la peste del 1575.
Fu acquistato nel XVII dalla nobile famiglia Sandoval, di origine spagnola, che continuò a
manomettere la struttura cambiandone anche l’immagine attraverso la costruzione di uno
scalone sfarzoso, l’inserimento di balconi, l’ allargamento delle finestre, l’inserimento di un
arco ribassato, l’ ammazzamento del vestibolo, la distruzione dell’arcata principale, l’ aggiunta
di sovrastrutture in copertura, e, nel XVIII secolo, l’annessione di un corpo di fabbrica ( fianco
nord) che collegava la Zisa alla Cappella.
I progetti di restauro ottocenteschi ricreano le bifore, secondo l’immagine originaria
dell’edificio.
Nel corso dell’Ottocento e fino al 1950 il palazzo, abitato prima dai discendenti dei Sandoval e
poi dalla famiglia Notarbartolo, venne suddiviso in più appartamenti continuando a subire
alterazioni sia all’interno che all’esterno.
Fu acquistato dalla Regione Sicilia nel 1951; nel 1979, dopo 15 anni, crollò la parte interna
del palazzo. Grazie ai diversi restauri, il castello della Zisa ha riacquistato gradualmente
l’originario splendore, e ciò ha determinato una nuova vita per la superba costruzione.
Oggi il monumento è aperto al pubblico ed ospita, come già detto, una collezione di manufatti
del Magreeb.
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L'andamento socio-demografico (spopolamento, cambiamento di tipologie di insediati,
Dal punto di vista socio–demografico, il quartiere nel quale è situato il castello è densamente
popolato, ma la tipologia di insediati non sempre è stata espressione di cura e valorizzazione
del bene; per molto tempo è stato utilizzato come luogo di abbandono di rifiuti a causa anche
dello stato di incuria e degrado in cui versava e dello svantaggio socio–culturale degli insediati.
La custodia e la valorizzazione del bene stanno determinando gradualmente un miglioramento
e una riqualificazione del territorio.
I valori espressi (architettonico, ambientale urbano e ambientale paesistico).
I valori espressi dal Castello della Zisa sono elevatissimi sia dal punto di vista architettonico,
esempio di “sincretismo etnico” realizzato dai sovrani normanni, sia per quanto riguarda
l’ambiente urbano e paesaggistico, in cui la presenza di un’area verde attorno all’edificio
rappresenta un esempio interessante di arte del paesaggio nell’ambito dell’urbanistica.
I rischi di alterazione
Nonostante i significativi interventi di recupero realizzati dal 1951 fino ad oggi, i rischi di
alterazione sono sempre presenti, contrastabili con ulteriori interventi di restauro che il
complesso continua a richiedere al fine di una maggiore tutela e valorizzazione.
Fonti e documentazione di riferimento
Giuseppe Caronia, La Zisa di Palermo, storia e restauro, Roma-Bari, Laterza
editore, 1982.
Giuseppe Bellafiore, La Zisa di Palermo, Palermo, Flaccovio, 1994.
Adriana Chirco, guida di Palermo Visita guidata della città e dei dintorni per itinerari storici,
Dario Flaccovio Editore, I Edizione 1997.
Arte e Storia Palermo e Monreale, edito Bonechi
Micaela Sposito, La Zisa e Palermo, Palermo, Dario Flaccovio Editore, 2003.
Informazioni acquisite durante la visita guidata c/o la Zisa organizzata da Italia Nostra,
sezione di Palermo, nell’ambito del corso di formazione.
AZIONI SVOLTE A TUTELA: Condizione vincolistica; Strumenti urbanistici.
L’acquisto nel 1951 della struttura da parte della Regione Sicilia
Riconoscimento del bene come Patrimonio Unesco e azioni di tutela connesse.
AZIONI PROPOSTE PER CONTRASTARE I RISCHI per la tutela e conservazione
Curare maggiormente la zona circostante per un migliore decoro urbano e creare aree
pedonali: priorità soprattutto in vista del riconoscimento del monumento come patrimonio
Unesco all’interno del percorso arabo-normanno.
La tutela non deve riguardare solo il bene in sé ma anche le zone circostanti, come ha chiarito
l’Unesco all’amministrazione comunale palermitana. Il recupero dovrebbe interessare i Cantieri
culturali, il Parco e alcuni isolati vicini piazza Serradifalco e, quindi, via Perpignano, piazza
Principe di Camporeale, via Eugenio l’Emiro, via Edrisi.
SI ALLEGANO:
N° 11 IMMAGINI
Palermo 21 Marzo 2016
Da restituire all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
ed a quello della sezione che organizza il corso di aggiornamento
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Foto:CinziaCitarrella
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Muqarnas.ParticolaredellaSaladellaFontana
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Foto:ConcettaFiasconaro
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L'arco d'ingresso alla Sala della
Fontana con l’affresco raffigurante i
cosiddetti “Diavoli della Zisa”.
Foto:ConcettaFiasconaro
Sala della Fontana
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Museod’arteislamica.
Foto:ConcettaFiasconaro
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VistadelGiardinodellaZisadalterrazzo.
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Il Castello della Zisa…
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“luogo di delizia”, ancora oggi…
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