Puglisi: “Giardino Garibaldi”

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Puglisi: “Giardino Garibaldi”
CORSO DI AGGIORNAMENTO “LE PIETRE E I CITTADINI” 2015-­‐16 Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione Scuola, cittadinanza, sostenibilità
“Le pietre e i cittadini”
Progetto nazionale per l’Educazione al Patrimonio 2015-16
SCHEDA STORICO-DESCRITTIVA DEL CENTRO STORICO
Docente
Riccardo Puglisi
Tel. .368294713 - E mail [email protected]
Scuola Secondaria di I grado “Borgese-XXVII Maggio”
Piazza C.Ferrini, 13 Città Palermo CAP 90146 Prov. Pa
Tel. 0916713244 Fax 0916713352 e-mail [email protected]
Denominazione e localizzazione del centro storico
Giardino Garibaldi – P.zza Marina - Mandamento Tribunali - PALERMO
Le motivazioni della scelta
Il Giardino Garibaldi (detto anche Villa Garibaldi) è inserito in un contesto architettonico di grande
rilevanza: la Piazza Marina. Antiche strutture, vestite di barocco e neogotico, e chiese
rinascimentali definiscono lo Sky line piazza-paesaggio, con forme ora dimesse ora auliche in un
continuo variare di leggi compositive e di sfumature stilistiche. Porre l’attenzione su questo luogo è
indispensabile per continuare nell’opera di riqualificazione del centro storico percorsa in questi
ultimi anni.
Breve descrizione
Localizzazione - Palermo, Piazza Marina
Cronologia: 1863/1864; 1882; prima metà XX sec
Autore: Giovan Battista Filippo Basile (Palermo 1825/91)
Proprietà: comune di Palermo
Uso attuale: giardino pubblico
Caratteristiche: in piano; quadrilatero con spigoli smussati; 10328 mq
Sede Nazionale - Viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. +39.06.8537271 Fax. 039.0685350596
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CORSO DI AGGIORNAMENTO “LE PIETRE E I CITTADINI” 2015-­‐16 Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione Il giardino Garibaldi viene realizzato tra il 1862 e il 1863 su progetto dell’arch. Giovan Battista
Filippo Basile. Le opere di sistemazione del perimetro della piazza inquadrano il Giardino al
centro.
La villa ha le entrate in corrispondenza delle strade principali che convergono nella piazza ed è
limitata da una pregevole recinzione in ghisa, risalente allo stesso periodo della creazione dello
spazio verde, prodotta dalla Fonderia Oretea. All’interno delle aiuole, variabili per forma e
dimensioni, sono presenti diverse specie di piante tropicali e subtropicali come Araucarie,
Washingtonie, Ibiscus ed i monumentali Ficus (Ficus Magnolioides, Ficus beniamina) che per le
dimensioni e lo sviluppo raggiunto dai rami e dalle radici aeree, sono tra gli elementi più ammirati
della piazza.
Contesto territoriale
Il giardino occupa un'area generata -­‐ già in epoca arabo-­‐normanna -­‐ dal prosciugamento dell'acquitrino alla foce dei fiumi Kemonia e Papireto, a S-­‐E della città alta. L'acquitrino e, poi, il grande "piano alla marina" erano chiusi verso il mare da un basso promontorio, mentre avevano un diretto contatto con la Cala (il vecchio porto). Sono tutt'ora leggibili, a Sud e a Est di piazza Marina, i confini dell'acqua -­‐ dalla giacitura degli isolati -­‐ e del promontorio -­‐ dai terrapieni del palazzo dell'Intendenza di Finanza e della Chiesa di Santa Maria della Catena. Nella seconda metà dell'Ottocento, a seguito del prolungamento e della rettifica del Cassaro (corso Vittorio Emanuele), il "piano alla marina" e le aree limitrofe furono sottoposte a una trasformazione radicale che ha prodotto uno dei luoghi più straordinari di Palermo. Il primo esito del nuovo tracciato è l'introduzione di un diverso rapporto tra l'ambito del "piano alla marina" e quello della Cala: la nuova via genera due grandi vuoti, un piano arido e uno specchio d'acqua, separati da una cortina di palazzetti poco profonda e riconnessi da due varchi, attraverso cui vengono selezionati particolari punti di vista su Monte Pellegrino. Il secondo esito è prodotto dal giardino Garibaldi che ha trasformato il piano in uno “square” e ha, così, istituito nuove relazioni tra gli edifici all'intorno.
Notizie storiche
Il giardino nasce nell'ambito della realizzazione di un più vasto programma di sistemazione del
Mandamento Tribunali, comprensivo di "nobilitazione del largo di S. Spirito", ricostruzione del
limitrofo tronco del Cassaro e "immegliamento e regolarizzazione" della piazza della Marina. Nel
1860 il Sindaco Antonio Starrabba marchese di Rudinì, decise di trasformare la parte centrale della
piazza in un giardino pubblico affidandone la progettazione e Giovan Battista Filippo Basile.
IL Basile presenta il progetto di un giardino pubblico commemorativo, da destinarsi quale "pezzo
di centro" di un sistema di quattro strade che avrebbe dovuto ridurre a un'immagine geometrica la
suddetta piazza "circondata di monumenti antichi di altissimo merito, e di fabbriche moderne di non
lieve importanza", ma che, come informa lo stesso Basile, "sgraziatamente [...] non sono allineate
da comporre una figura euritmica, ma approssimativamente son disposte sui lati di un quadrilatero
che nell'insieme ha una certa apparenza di quadrato". Gli ostacoli alla fattibilità di tale Progetto
Generale vanno ricercati nella stessa configurazione dello slargo e nella sua disomogenea altimetria.
Per quanto riguarda le quattro strade, se la realizzazione della "seconda linea stradale che dalla Gran
Dogana si estende alla Chiesa dei Miracoli" non presentava grosse difficoltà di realizzazione - vuoi
per la mancanza di dislivelli, vuoi per le coercitive disposizioni del nuovo Regolamento Edilizio
circa il coinvolgimento dei privati nelle operazioni di decoro urbano - al contrario, i lavori delle
altre tre strade sarebbero risultati troppo onerosi. Per la prima strada, che avrebbe dovuto collegare
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elevato della piazza stessa tramite un "basamento modanato" o "stereobate rettilineo" ( che avrebbe
raccordato i preesistenti edifici del lato orientale con la nuova quota inferiore), erano infatti previste
massicce demolizioni in via Palagonia per allineare il fronte di tale strada alla fabbrica della Gran
Dogana sul Cassaro. Per la realizzazione della terza strada, il progetto prevedeva la costruzione di
un portico continuo, esteso dalla chiesa di S. Maria dei Miracoli al palazzo Fatta. Infine, la
rettificazione del lato settentrionale, legata alla realizzazione della quarta strada, avrebbe
comportato demolizioni dal costo giudicato insostenibile per il Municipio. Dell'ambizioso progetto
basiliano troveranno attuazione solo lo "stereobate rettilineo" della prima strada e la collocazione, in
prossimità del Cassaro, della seicentesca fontana del Garraffo, già nella piazza omonima (Ottobre).
Per la rettificazione degli altri lati si sarebbe semplicemente ricorsi all'impianto di una "doppia fila
di alberi per ciascun lato prescegliendo la Robinia umbricolifera per essere di folta chioma,
impenetrabile ai raggi del sole, adatta ai nostri climi, e di non molta elevazione, onde non si
togliessero le visuali ai piani superiori delle case all'intorno" . Tali esemplari si sostituivano alle
superstiti "Eritrine a tronchi bistorti" dell'alberatura menzionata sedici anni prima dal Mortillaro.
Diversa sorte avrà il progetto del giardino, la cui realizzazione ha inizio nell'autunno . In novembre
procedono i lavori di dissodamento del terreno e viene portata in loco la terra idonea alle specie
vegetali previste. Iniziano i lavori di scavo per un lago artificiale la cui costruzione fa seguito alla
delibera del Municipio di fornire la piazza di una "imponente" fontana con zampillo che avrebbe
assolto alla funzione di vasca per la raccolta delle acque irrigue. Il giardino progettato dal Basile
avrà "nel mezzo il monumento dello Eroe Nizzardo per cui fu aperto concorso dal Municipio, e sarà
sparso di verdi e di fiori; ne si mancherà di costruirvi opportunamente fonti, ed acque zampillanti
onde si raffreschi l'aere e s'innaffino le piante; e per disimpegno di un miglior servizio a tal uopo
tubi di ghisa correranno in diversi rami lungo il terreno onde con manica che vi si innesti si abbia
l'acqua ove si voglia" . Lo scultore Salvatore Coco viene incaricato dell'esecuzione dei modelli in
legno per la fusione della "ferrata che cingerà lo Square tutto all'intorno, sui disegni del prof.
Basile" e che "rappresenterà caccie; le colonnette sosterranno uccelli e conigli e borse di cacciatore,
e le ringhiere saranno di archi e di frecce". In dicembre avviene il trasporto del primo carico di
pietre provenienti dalle cave di S. Flavia e incominciano i lavori per il paramento dello "stereobate".
Quasi contemporaneamente la Fonderia Oretea da inizio alle fusioni per la "ferrata dello stereobate"
e viene impiantato un vivaio provvisorio destinato ai "vegetali per lo Square, mentre il Sindaco
dispone la costruzione delle fondazioni del monumento a Garibaldi, prima dell'espletamento del
concorso, affinché "poi non venissero molestate le piantagioni dal traffico dei murifabbri" . Durante
i lavori di scavo per il lago, viene portato alla luce un "antichissimo selciato di grossi ciotoli"
sotterrato a oltre due metri di profondità. Ai quattro lati del "pezzo di centro" viene sistemata una
rete per l'approvvigionamento idrico e lo scolo delle acque.
XIX (1864): nella primavera il signor Besson, in collaborazione con Basile, porta a termine la
sistemazione dei gruppi di arbusti e degli esemplari isolati di alberi fissando anche il
dimensionamento degli spazi lasciati a "praterie" e lo "svolgimento dolcemente flessuoso dei viali";
la previsione della spesa totale dei lavori del giardino si aggira intorno alle 9.694 onze . Inizia la
costruzione dello chalet. In maggio viene terminato il modello in legno per il parapetto in ghisa
dello stereobate, e la fusione ha inizio subito dopo. Collocazione di cippi e busti per i monumenti
dedicati a Garibaldi, Mazzini, Pilo, Riso. Il 7 Ottobre ha luogo l'inaugurazione del giardino Negli
anni venti viene realizzato il padiglione forse adibito a caffè. Nel 1930 viene poi realizzato il
padiglione di ristoro dai repertori decorativi modernisti.
Dati geo-morfologici e geografici (orografia, clima, estensione, densità abitativa)
Nell’ambito degli studi di topografia urbana, la zona di Piazza Marina e quelle immediatamente limitrofe risultano
certamente di rilevante interesse ai fini della piena comprensione dell’antica area portuale panormita e, in particolare,
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l’importanza del primo emporio fenicio, importanza che crebbe nelle epoche immediatamente successive, quando il
porto dell’antica Panormos divenne il più importante approdo militare e commerciale della costa tirrenica isolana
condizionando anche lo sviluppo urbanistico della città protesa sul mare e che con il mare intrattenne sempre una
stretta relazione funzionale. Il porto di Palermo, ben più ampio di quanto non sia possibile percepire oggi in
considerazione del fatto che il piccolo porticciolo turistico della ‘Cala’ era nell’antichità solo la parte esterna del ben
più ampio bacino portuale è stato variamente disegnato nelle diverse epoche. Le ipotesi succedutesi a partire dal
Fazello vanno variamente tratteggiato la sagoma del bacino portuale che, certamente, doveva comprendere
le profonde anse disegnate dalla foce a estuario del fiume Kemonia laddove avveniva l’incontro con le acque del mare
che, a loro volta, si insinuavano profondamente nell’entroterra . Anche le successive ricostruzioni, precedenti alla serie
di sondaggi geognostici effettuati in occasione dei più recenti lavori nel centro storico cittadino, si fondarono, per
molto tempo, soprattutto sulle testimonianze letterarie e su considerazioni di carattere topografico. Fu per primo G.M.
Columba, utilizzando una pianta altimetrica che delineava adeguatamente la morfologia del sito, ad avanzare una proposta di impianto urbanistico che teneva conto dei limiti della città e dell’estensione del porto, ipotesi ancora oggi per
molti aspetti valida.
Solo di recente, grazie ad una serie di nuovi studi di geomorfologia e paleogeografia basati su un congruo numero di
sondaggi e perforazioni geognostiche, è stata proposta una ricostruzione paleogeografica del porto-estuario dell’antica
Panormos e delle sue possibili aree di ormeggio.
Fondamentali, tra l’altro, si sono rivelati i carotaggi effettuati nelle vicine aree di Piazza Borsa e Piazza S. Anna che
hanno rilevato la presenza, all’interno di potenti sedimenti alluvionali, di sostanze algali, suggerendo l’ipotesi che le
acque del mare penetrassero abbastanza profondamente il tratto finale del fiume Kemonia creando condizioni
pressoché lagunari fino in quelle zone.
In questa ricostruzione, che vede ridimensionata l’estensione della Cala sul lato settentrionale, l’area di Piazza Marina
che oggi si presenta come un vasto pianoro in cui, nel 1864, venne impiantato il giardino Garibaldi costituirebbe la
zona esterna di attracco portuale . Un problema ancora da chiarire, e su cui lo scavo condotto nel settembre 2006
ha certamente portato nuova luce, è quello connesso con i tempi dell’interramento; certamente nell’ampio bacino
dovettero accumularsi, nei secoli, grandi quantità di detriti trasportati dai torrenti verso il mare fino al suo totale
interramento che si completò, probabilmente, con un’ultima colmata artificiale, la cui datazione, oggi, viene suggerita
da nuovi e significativi elementi recuperati nel corso dell’indagine archeologica.
Sistema viario, piazza
Le opere di sistemazione del perimetro della piazza effettuate per la realizzazione del Giardino
Garibaldi hanno portato ad una serie di dislivelli tra il nuovo piano e gli ingressi dei palazzi
delimitanti la p.zza a nord-est. Il consolidarsi di una nuova borghesia attenta alle dinamiche della
rendita urbana fece si che la “tecnica haussmanniana” degli sventramenti permeasse facilmente il
tessuto culturale e popolare della città dando il via a vasti interventi finalizzati a costruire le nuove
residenze della borghesia e le sue attrezzature che dovevano elevare Palermo al rango delle capitali
europee. Nasce così la nuova piazza elemento di collegamento tra il Cassaro (Corso Vittorio
Emanuele) e quella zona costituita da una fitto tessuto urbanistico medioevale.
Sistema edilizio
A caratterizzare la piazza sono i numerosi edifici storici che la delimitano, tra i quali palazzo
Chiaramonte o Steri, attuale sede del rettorato dell'Università degli Studi di Palermo, palazzo
Galletti di San Cataldo, palazzo Fatta, il palazzo Mirto, la chiesa di Santa Maria dei Miracoli, il
Palazzo delle Finanze antica Vicaria, la chiesa di San Giovanni dei Napoletani, la chiesa di Santa
Maria della Catena, la fontana del Garraffo.
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I padiglioni posti all’interno del giardino Garibaldi vengono attualmente utilizzati quali ufficio
informazione e ludoteca. A proposito di quest’ultima destinazione l’amministrazione comunale ha
voluto istituire questo “ spazio vitale che, se da un lato si inserisce nella logica di riqualificazione del Centro storico di Palermo e di Villa Garibaldi, dall'altro -­‐ dicono il sindaco e l'assessore -­‐ vuole promuovere in questi bambini, attraverso il gioco, elementi di cultura della partecipazione, della cittadinanza attiva, di rispetto per l'ambiente e miglioramento degli stili di vita, dell'alimentazione, cura di sé e rispetto per i luoghi'.
L'andamento socio-demografico (spopolamento, cambiamento di tipologie di insediati, ...)
La densità abitativa del quartiere Tribunali, in cui è ubicato il Giardino Garibaldi, facente parte
della 1ª circoscrizione è oggi pari a 14.276 abitanti. In questi ultimi 10 anni non si è verificato lo
spopolamento che aveva caratterizzato gli anni precedenti. Questo è stato essenzialmente
determinato sia dal risanamento di numerose unità edilizie che hanno determinato la presenza di
nuovi residenti che dall’occupazione, da parte di stranieri, delle residenze abbandonate da coloro i
quali si erano trasferiti in altre zone della città
I valori espressi (architettonico, ambientale urbano e ambientale paesistico).
In pochi luoghi di Palermo come in Piazza Marina, in cui è inserito il Giardino Garibaldi, possiamo
trovare tali alti valori espressi sia i termini architettonici che ambientali. Brani di storia e cronache
appassionanti sono raccontate da ogni architettuta di questa piazza dove convivono antiche e
moderne testimonianze di pietra ed una natura racchiusa entro confini disegnati.
I rischi di alterazione
In questi ultimi anni il giardino Garibaldi è stato oggetto di numerosi interventi effettuati da parte
dell’amministrazione comunale. Gli interventi hanno avuto per oggetto la sistemazione generale di
viali, il restauro del padiglione centrale, utilizzato come ludoteca, la rete di irrigazione, il restauro
della vasca ornamentale, il restauro della cancellata monumentale, dello chalet, del parco statuario e
dell’impianto di illuminazione.
Più carente appare la situazione del verde.
In generale il giardino appare discretamente conservato, ma diversi esemplari mostrano segni di
sofferenza a causa dell'errato sesto d'impianto, della cattiva gestione (scarse potature, mancato uso
di cicatrizzanti, insufficienti innaffiature estive, etc.) oppure degli attacchi parassitari a carico del
tronco o, più raramente, degli altri organi vegetali (come, per esempio, in un paio di Ficus
microcarpa, Tilia platyphyllos, Ginkgo biloba, Chorisia speciosa). Nel complesso il giardino
conserva, oggi, la sua struttura originaria in cui la copertura vegetale di sostituzione mostra ancora
le linee guida del progetto iniziale. Tuttavia, l'introduzione di alcune specie - come i numerosi
Citrus aurantium o le siepi di Duranta repens - ne ha alterato, in parte, il carattere generale.
Nel corso degli anni, una parte della vegetazione è andata perduta, non solo per incuria ma
semplicemente per vecchiaia o malattia. Nel giardino sono scomparse piante di un certo pregio Pinus excelsa e Jubaea spectabilis - sostituite da specie simili di Pinus longifolia e Butia capitata;
altre specie - Koelreuteria paniculata, Sterculia acerifolia, S. diversifolia, Erythrina crista-galli,
Cedrus deodora - non hanno più trovato posto nel giardino. Le numerose Araucarie, presenti al
momento dell'impianto, sono state sostituite da individui giovani, probabilmente, nelle stesse aree,
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La ricchezza di specie e il numero di esemplari, in relazione alla superficie relativamente modesta,
conferisce al giardino un considerevole valore di copertura relativo allo strato arboreo-arbustivo. Il
notevole sviluppo di alcuni esemplari, forse sottovalutato all'epoca dell'impianto, comporta per altri
individui, di minor dimensione e di specie diversa, condizioni di sofferenza, sia a causa della
densità che per la ridotta quantità di luce disponibile agli strati inferiori della vegetazione.
Fonti e documentazione di riferimento
- Citta di Palermo, Assessorato al Centro Storico – Interventi di recupero nel centro storico di Palermo.
- AA.VV. – Palermo, Storia e arte – Ed .Leopardi
- Rosario La Duca – Palermo Ieri e oggi – Sigma edizioni -­‐ F. Spatafora, C. Aleo Nero et altri, Palermo. Uno scavo d'emergenza nell'area di Piazza Marina, in Sicilia occidentale. Studi, rassegne, ricerche, Atti VII Giornate Internazionali di Studi sull'area elima (12-­‐15 ottobre 2009), II, Pisa 2012, pp.23-­‐36. -­‐ I giardini Siciliani nella storia -­‐ http://www.giardinisiciliani.it AZIONI SVOLTE A TUTELA: Condizione vincolistica; Strumenti urbanistici
Il giardino Garibaldi è stato individuato nel PPE di Palermo nella tipologia edilizia “Verde pubblico esistente”
AZIONI PROPOSTE PER CONTRASTARE I RISCHI per la tutela e conservazione
Continua azione di manutenzione dei beni architettonici recentemente restaurati e cura costante del verde.
SI ALLEGANO: N° 7 IMMAGINI Ortofoto Sede Nazionale - Viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. +39.06.8537271 Fax. 039.0685350596
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Il maestoso Ficus macrophylla subsp. columnaris di fronte lo "steri"
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Luogo e data Palermo 19/03/2014
Da restituire all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
ed a quello della sezione che organizza il corso di aggiornamento
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