Alto Dividendo 30.06.2014

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Alto Dividendo 30.06.2014
CONSULTINVEST
ALTO DIVIDENDO
FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO
MOBILIARE APERTO FLESSIBILE
RENDICONTO SEMESTRALE
AL 30 GIUGNO 2014
CONSULTINVEST ALTO DIVIDENDO
RENDICONTO AL 30 GIUGNO 2014
Società di Gestione : Consultinvest Asset Management S.p.A. S.G.R.
Banca Depositaria: BNP Paribas Securities Services
INDICE
Relazione degli Amministratori sulla Gestione del Fondo
Situazione Patrimoniale
Sezione Reddituale
Nota di commento
Principi contabili
Relazione della società di revisione
Relazione degli amministratori sulla gestione del fondo
(indici nazionali in valuta locale, indici regionali in USD)
Il primo semestre dell’anno si è caratterizzato in modo sostanzialmente deludente per quanto concerne la crescita
economica mondiale.
A dispetto di sondaggi e di aspettative molto positive, soprattutto quelle riguardanti i Paesi Sviluppati, la crescita si
confermava solo in lento recupero, peraltro neppure omogeneo nel tempo e tra aree geografiche.
Il blocco dei Paesi Emergenti si confermava ancora in una fase di decelerazione, mentre quello degli Sviluppati
riusciva unicamente a stabilizzare il proprio ciclo economico e solo un ristretto manipolo di Paesi erano capaci di
mostrare concreti segnali di miglioramento: gli USA e la GB.
Questo miglioramento passava attraverso alcuni fattori chiave presenti in questi Paesi: l’avvio di una fase di reindustrializzazione, guidata dal recupero di efficienza produttiva e dalla supremazia tecnologia nelle tecniche di
produzione e dal crescente sviluppo del settore energetico domestico negli USA.
La GB confermava di essere un’economia in salute e di riuscire a mantenere un tasso di sviluppo vicino al 3%. La
ripresa economica inglese si avvantaggiava dalla rivitalizzazione del settore immobiliare, dove in alcuni distretti
(Londra) i prezzi superavano i livelli del 2007 e facevano temere il ritorno di una bolla immobiliare.
Per gli USA, invece, la crescita nella prima parte dell’anno deludeva sorprendentemente, a causa di un inverno
particolarmente rigido e di una eccessiva accumulazione di scorte avvenuta a fine 2013.
La crescita si fermava e il
Pil tornava a contrarsi in modo sensibile (-2,9%) nel I Trimestre. Tuttavia nei mesi successivi i dati macro mostravano
un continuo e progressivo miglioramento e lasciavano ritenere che il Pil USA potesse accelerare e ritrovare un ritmo
vicino al 3% nella seconda parte dell’anno. Di particolare rilievo positivo era il continuo progresso del mercato del
lavoro che riusciva a portare il tasso di disoccupazione al 6,1% a Giugno – ovvero ben al di sotto delle stime che la
FED aveva indicato.
Chi deludeva maggiormente era, ancora una volta, l’Area Euro, dove veniva a mancare la fase di accelerazione dopo la
stabilizzazione del 2013 e dove andava crescendo la preoccupazione per la dinamica deflazionistica nei prezzi alla
produzione e per la progressiva riduzione del tasso d’inflazione al consumo. Due dinamiche che facevano temere un
possibile scenario deflazionistico in evoluzione e che avrebbero costretto la BCE ad attivarsi in modo più aggressivo
sul fronte della Politica Monetaria all’inizio di Giugno.
In effetti nell’Area Euro, sebbene si sia assistito ad una minore pressione mediatica sui temi dell’austerità fiscale
(anche se la pressione fiscale effettiva rimaneva immutata) e siano mancati fenomeni negativi di nuove crisi fiscali nei
Paesi Periferici, la domanda finale rimaneva molto debole, la disoccupazione molto elevata, l’espansione del credito
non riusciva a ripartire, nonostante gli sforzi della BCE.
La Francia non riusciva a risolvere i suoi problemi strutturali di competitività e rimaneva pericolosamente attardata
rispetto alla Germania e con aspettative costantemente negative. L’Italia – nonostante l’ennesimo cambio di governo e
dichiarazioni d’intenti riformisti molto aggressive – stentava sia a riuscire a riequilibrare i conti pubblici sia a
concretizzare le proposte riformiste e l’economia rimaneva sostanzialmente debole.
Quello che più preoccupava negli ultimi mesi erano anche le difficoltà di crescita dei Paesi Emergenti e della Cina in
particolare che contribuivano ad influenzare negativamente la crescita della Germania (la più dipendente dall’export)
che pure rimaneva il Paese con le prospettive e l’economia migliore.
A pesare negativamente sulla forza dell’economia tedesca contribuiva anche il deterioramento della crisi in Ucraina.
L’annessione della Crimea a Febbraio e la guerra civile tra le forze filo russe e quelle ucraine dei mesi successivi,
riproponevano il tema degli equilibri politici nell’Est Europeo riproponendo all’Europa una situazione politicamente
scomoda e economicamente difficile per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, ancora fortemente
sbilanciato verso la Russia.
Anche il Giappone deludeva per la mancanza di riforme previste dal programma di sviluppo economico promosso dal
Primo Ministro Abe (cd Abenomics), riforme che avrebbero dovuto completare quanto già fatto sul fronte monetario
dalla Banca Centrale giapponese (BoJ).
Infatti, la crescita del Giappone dopo un discreto inizio d’anno tornava a flettere in primavera e anche l’inflazione,
tornata positiva, stentava a riprendere la sua corsa per raggiungere stabilmente l’obiettivo del 2% a causa della
mancanza di un adeguata forza della domanda interna.
Inoltre il “momentum espansivo” della Politica Monetaria subiva una pausa, con la BoJ che preferiva non incrementare
ulteriormente la dimensione della liquidità immessa nel sistema. Come risultato lo Yen non riusciva ad indebolirsi oltre
e gli aumenti dell’IVA di Aprile iniziavano a far sentire il loro peso negativo sulla domanda per consumi.
L’Abenomics, a 18 mesi dal suo annuncio, non portava ancora a realizzare riforme convincenti per ampiezza e
profondità, mentre crescevano i dubbi sulle reali capacità e volontà del Governo Abe in questo rispetto.
Gli unici provvedimenti andavano a vantaggio delle imprese (con un cambio debole e la riduzione della tassazione)
senza che fosse imposto alcun vincolo reale alle stesse per rilanciare salari e investimenti per stimolare la domanda
interna. Oppure a vantaggio dei mercati finanziari con le pressioni politiche affinché la BoJ e il Fondo Pensione dei
Dipendenti Pubblici aumentassero l’allocazione di capitale su strumenti azionari o su investimenti internazionale in
grado di mantenere debole lo Yen.
I Paesi Emergenti dal canto loro continuavano nella loro fase di debolezza strutturale con Cina, Russia e Brasile ancora
in fase di rallentamento.
Pechino si mostrava indubbiamente preoccupata per il rallentamento della sua economia, ma cercava anche di evitare il
ricorso a misure drastiche e ad ampio spettro, sia di natura fiscale che monetaria, per rilanciare la domanda interna.
Pechino era, infatti, consapevole che il riequilibrio economico cinese, dopo anni di eccessi sul fronte degli Investimenti
e della creazione di Debito, avrebbe richiesto una minore crescita economica necessaria per ridurre questi sbilanci.
Tuttavia, di fronte ai primi cenni di fenomeni negativi, legati ad alcuni fallimenti finanziari e industriali, abbandonava
il “laissez fair” e non negava azioni selettive di supporto tanto monetario che fiscale per evitare pericolose forme di
contagio finanziario e un calo troppo marcato nel ritmo di crescita economica.
Da parte di Pechino si tentava anche di porre l’attenzione su di un percorso di riforme verso una maggiore apertura
finanziaria e di lotta alla corruzione politica – anche se quest’ultima ha spesso mascherato la volontà di consolidare il
potere del nuovo premier Xi Jinping - in assenza di un reale cambiamento delle regole politiche.
In India la situazione migliorava leggermente nel corso del primi mesi del 2014, soprattutto grazie alla Banca Centrale,
che riusciva a stabilizzare il cambio e lo sbilancio dei conti esteri. Successivamente, grazie al risultato delle elezioni
politiche di Maggio che consegnavano al Paese un’ ampia e solida maggioranza del partito BJP, cresceva l’attesa per
una importante svolta riformista.
Il vincente partito BJP di Narendra Modi aveva promosso una campagna elettorale impostata su una visione economica
liberista ben vista a livello internazionale, poiché basata su una veloce ed efficace spesa in infrastrutture, sulla
riduzione dei Deficit Fiscale attraverso un taglio delle spese assistenziali e una maggiore apertura ai capitali esteri di
cui l’India ha estrema necessità per modernizzare l’infrastruttura produttiva.
In questo semestre i Paesi Emergenti in generale hanno sofferto sia gli effetti negativi prodottisi successivamente alle
tensioni monetarie del 2013 causate dalla paura di una precoce normalizzazione monetaria da parte della Fed (il cd
Tapering), sia le crescenti tensioni di origine geopolitica (la guerra civile in Libia, il terrorismo islamico in Nigeria, la
guerra civile in Ucraina e l’insurrezione islamica in Iraq) per cui le loro economie, pur riuscendo a ritrovare un certo
equilibrio, non hanno prodotto una spinta economica importante per il resto del Mondo.
Nonostante questo scenario poco brillante per l’economia mondiale e nonostante le crescenti fonti di rischio che hanno
impattato positivamente i prezzi energetici, l’assenza di nuove crisi in Europa ed il supporto delle Politiche Monetarie
super espansive da parte delle Banche Centrali di tutti i Paesi Sviluppati hanno continuato a favorire un andamento
molto positivo per quasi tutte le attività finanziarie (v. Tabella).
Tabella – Le Performance dei Mercati.
Mercati Azionari (Tot. Ret. Var. %)
MSCI World ($)
S&P 500 ($)
EuroStoXX 50 (€)
Germania (€)
Italia (€)
Giappone (Yen)
Hong Kong ($)
1 Sem 2014
6,55%
7,12%
6,69%
2,94%
14,44%
-1,99%
1,99%
Obbligazioni (Var. rendimenti in p.p.) 1 Sem 2014
Germania 10 anni
Italia 10 anni
USA 10 anni
Indice Obbl. Investment Grade US
Indice Obbl. Investment Grade Eur
Indice Obblig. HY US
Indice Obblig. HY Eur
-0,68
-1,279
-0,498
-0,38
-0,58
-0,66
-0,65
Valute (var. %)
MSCI EM ($)
MSCI EM LATIN AMERICA ($)
MSCI EM ASIA ($)
MSCI EM EUROPE ($)
6,13%
7,39%
6,72%
0,54%
EURUSD
EURJPY
Materie Prime (Var. %)
Indice S&P GSCI
Brasile (loc.)
Russia (loc.)
India (loc.)
Cina (loc.)
3,22%
-0,70%
21,13%
-5,89%
-0,37%
-4,14%
Prezzo Futures Petrolio WTI
Prezzo Futures Petrolio Brent
Prezzo Oro
Prezzo Rame
4,16%
7,06%
1,40%
10,46%
-6,13%
Fonte: Bloomberg, BoFA ML.
Legenda: Calcoli effettuati sul periodo 31 Dic 2013 - 30 Giu 2014 considerando le date
antecedenti più vicine nel caso di festività
Con le notabili eccezioni del Giappone, della Cina e dei Paesi Emergenti dell’Est Europa, i mercati azionari hanno
mostrato risultati positivi che hanno spinto diversi Indici azionari anche a superare i loro massimi storici, nonostante si
venisse già da eccezionali performance del 2013.
Anche i mercati obbligazionari governativi e del credito sono riusciti a recuperare parte del terreno perso nella seconda
parte del 2013 e i differenziali di rendimento sulle obbligazioni creditizie (rispetto ai titoli governativi) si sono
compressi ancora, tornando a valori vicini ai minimi storici, mentre i loro rendimenti sono scesi ai minimi storici
assoluti.
Si è così progressivamente allargata la forbice tra il livello di salute delle economie reali e il livello di valutazione e di
prospettiva contenuto nei prezzi (molto elevati) delle attività finanziarie.
Con queste performance si è andata consolidando nei mercati la sensazione di una strutturale assenza del rischio
d’inflazione. Anzi semmai è emersa ancora la paura di una deflazione incombente all’interno in un ciclo economico di
lungo termine caratterizzato da crescita contenuta con la convinzione che però le politiche Monetarie possano
continuare indefinitamente a rimanere molto espansive, dando supporto ai mercati. Di questa convinzione hanno potuto
beneficiare nuovamente sia il mercato obbligazionario e azionario e in generale anche tutte le asset class, persino quelle
più rischiose.
Si è infine consolidata la percezione tra gli investitori di essere di fronte a mercati solidi, liquidi e poco rischiosi poiché
presidiati da un forte impegno delle Banche Centrali intenzionate a promuovere l’assunzione di debito e di rischio da
parte degli operatori economici e a mantenere contenuta la volatilità dei mercati, che in effetti è progressivamente scesa
ai minimi storici.
Quindi alla base di tale evoluzione positiva dei mercati sono state ancora da porre come essenziali le Politiche
Monetarie e il comportamento delle Banche Centrali dei Paesi Sviluppati.
La FED – che a Febbraio ha visto il passaggio di consegne da Bernanke alla Yellen – ha ribadito più volte la
determinazione a mantenere stabile a lungo i tassi d’interesse al minimo, contribuendo a sostenere i mercati nelle loro
fasi di stanca.
A fronte del confermato sentiero di riduzione degli acquisti di titoli, deciso a fine 2013 (il cd Tapering), si è
contrapposta la determinazione a voler ritardare il più possibile la normalizzazione della Politica Monetaria, nonostante
fossero già presenti diversi segnali di ripresa economica come quelli provenienti dal mercato del lavoro, quelli che
testimoniavano l’assenza di pressione deflattive (al contrario di quanto accadeva nell’Area Euro) con il lento
avvicinamento dell’inflazione al target del 2% e nonostante i diversi segnali di attenzione sollevati dal rischio di bolle o
di eccessive valutazioni provenienti dai mercati finanziari.
Anche le dimissioni del Governatore FED J. Stein a Maggio – uno dei pochi ad aver sollevato il tema del rischio di
instabilità finanziaria prodotto dal protrarsi di tale Politica Monetaria espansiva - possono essere lette come la vittoria
della linea super espansiva della Yellen.
La FED ha confermato la sua determinazione espansiva, quasi a voler sottolineare il desiderio di spingere gli operatori
sempre di più verso maggiori livelli d’indebitamento e una maggiore esposizione verso investimenti finanziari sempre
più rischiosi, anche a costo di dover accettare in futuro una maggiore inflazione e anche a rischio di causare una
potenziale instabilità finanziaria (che la FED ritiene gestibile con le sole misure macroprudenziali).
Ma non è stata solo la FED a dare questo genere di supporto. Anche la BoJ – pur rimanendo in fase attendista in questo
semestre – si è sempre detta disponibile ad intraprendere nuove misure espansive qualora il ciclo economico
giapponese avesse avuto dei cedimenti e la ripresa d’inflazione non avesse raggiunto stabilmente gli obiettivi del 2%.
Quindi il mercato e gli operatori hanno continuato a ritenere inevitabili nuovi provvedimenti espansivi e un nuovo
round di espansione monetaria (Quantitative Easing o cd QE) a partire dal prossimo autunno.
Allo stesso modo anche la BCE durante tutto il primo semestre si è dimostrata pronta e incline a varare nuove misure
espansive non convenzionali per stimolare l’espansione del credito bancario al fine di ridurre i rischi di deflazione e
cercare l’indebolimento del cambio.
Questa predisposizione trovava la sua concretizzazione in un ampio pacchetto di misure varato al meeting della BCE di
Giugno, misure che debbono essere viste come un primo passo nella direzione di una QE, anche se di fatto constano in
un indubbio aiuto di breve termine al sistema bancario nella speranza che riesca a superare la difficile fase di
contrazione dei propri bilanci e di ricapitalizzazione (superando senza grandi scossoni la AQR e gli Stress Test della
BCE i cui risultati saranno noti in Autunno).
Anche se queste misure non possono essere accostate pienamente a quelle della QE attuate negli scorsi anni dalla FED,
è la stessa BCE a lasciare aperta la porta a nuovi provvedimenti che potrebbero andare in quella direzione, una volta
constatata l’inefficacia di quanto già fatto (presumibilmente a fine anno).
Inoltre la BCE con queste misure si è vincolata ad una politica di tassi fermi al livello più basso possibile per i prossimi
4 anni, spostando addirittura a valori negativi quelli sui suoi depositi al fine d‘incoraggiare ulteriormente l’investimento
finanziario di rischio.
Tutte queste misure di stimolo e la promessa di una possibile QE in futuro – che il mercato continua a ritenere
inevitabile – hanno continuato a dare supporto alle obbligazioni dell’Area Euro ed in particolare a quelle governative
dei Paesi della Periferia, che sono state capaci di raggiungere livelli di spread e tassi di rendimento minimi sulle
scadenze più lunghe – oggi sono più bassi persino di quelli dei titoli del Tesoro USA.
In questo modo, nonostante il livello non entusiasmante della crescita economica e il crescendo di rischi geopolitici in
aree sensibili dal punto di vista dell’approvvigionamento delle materie prime energetiche, il primo semestre si è chiuso
con una serie di record dal punto di vista dei valori raggiunti dagli Indici azionari USA e tedeschi, con mercati
obbligazionari molto ben supportati e con una volatilità ridottissima oltre che con una sostanziale immobilità nei regimi
di cambio.
Tuttavia a fine semestre andavano progressivamente emergendo segnali di potenziale incoerenza nelle Politiche
Monetarie ed eccessiva aggressività nell’azione delle Banche Centrali (soprattutto USA e GB) rispetto alle condizioni
di fondo delle economie. Di questa aggressività e del rischio potenziale di perdita di controllo delle aspettative di
mercato sull’inflazione ha iniziato a tenere conto il mercato facendo salire l’incertezza già verso le ultime sessioni di
Giugno e le prime di Luglio.
Significative erano le reazioni in Giugno alle dichiarazioni della BoE che sorprendeva i mercati con affermazioni sulla
tempistica del primo rialzo dei tassi – anche giustificabile alla luce della solida ripresa economica e della elevata
valutazione del mercato immobiliare. Al tempo stesso la BIS - Banca dei Regolamenti Internazionali, ovvero la
“Banca delle Banche Centrali” lanciava con una certa sorpresa dei mercati segnali di allarme verso Politiche Monetarie
troppo espansive e potenzialmente destabilizzanti.
Tutto ciò iniziava a creare un clima di maggiore incertezza tra gli investitori riguardo alla correttezza e adeguatezza
delle Politiche monetarie di USA e GB, frenando la corsa dei mercati. Iniziava cioè a prendere forza la sensazione che
le stesse Banche Centrali potessero trovarsi in ritardo nel processo di normalizzazione della Politica Monetaria o
addirittura che potessero, esse stesse, aver realizzato di essersi spinte troppo oltre in un regime iper espansivo,
squilibrato e inadeguato rispetto alla reale situazione dei dati macro. Un regime da cui non erano più così sicure di
poter uscire indenni come invece avevano sempre assicurato ai mercati. Questa presa di coscienza potrebbe portare le
Banche Centrali a optare per una continuazione delle attuali politiche espansive - ormai troppo sbilanciate - nella
speranza che la ripresa economica prenda forza nei prossimi mesi in modo da controbilanciare qualsiasi effetto
negativo prodotto da una accelerazione restrittiva che si renderebbe necessaria per recuperare il ritardo: ossia riuscire a
drenare la liquidità in eccesso in modo sufficientemente efficiente e rapido senza perdere il controllo dei mercati.
Eventi successivi alla fine del Semestre
Le incertezze sulle reali intenzioni delle Banche Centrali e sull’adeguatezza del loro successivo comportamento hanno
influenzato l’atteggiamento degli operatori con il mese di Luglio ed hanno prodotto alcune sessioni di correzione
negativa sui mercati azionari, di allargamento degli spreads governativi dei Paesi Periferici, insieme ad un aumento
delle volatilità.
Anche le pesanti performance delle Banche Europee hanno contribuito a rendere più nervosi i listini azionari. Si è
trattato di performance negative legate a un insieme di diversi fattori che spaziano dalla salute dei bilanci (è in
aumento il peso dei prestiti inesigibili), ad eventi specifici (come quello dell’austriaca Erste Bank per il rischio di
esposizione all’Est Europa o del Gruppo finanziario portoghese Espirito Santo), alle pesanti azioni sanzionatorie del
Governo USA verso le proprie banche (es. Citibank) e quelle Europee (BNP), ai potenziali rischi derivanti da
procedimenti disciplinari intentati dai Governi Europei per gli scandali sui comportamenti collusivi sul fixing di Libor
e Oro.
Cruciale ai fini di una possibile correzione dei listini azionari potrebbero essere gli utili del II Trimestre negli USA
(dove non ci si attende una grande performance delle banche) e nell’Area Euro.
Rapporti con Società del gruppo
Consultinvest Asset Management S.p.A. S.G.R non appartiene a gruppi societari ed è controllata congiuntamente da Consultinvest
S.p.A. e da Argentario S.p.A. con una quota paritaria pari al 50,00% del capitale.
Sono in essere rapporti con le banche del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna (Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A., Banca di
Imola S.p.A., Banco di Lucca S.p.A.) e con Consultinvest Investimenti S.I.M. S.p.A. (controllata da Consultinvest S.p.A.)
consistenti nella distribuzione dei prodotti della Consultinvest Asset Management SpA SGR.
Il fondo non ha avuto, con società consociate, rapporti operativi inerenti la gestione del patrimonio, quali la sottoscrizione di
strumenti emessi/collocati o l’utilizzo di servizi di negoziazione.
Attività di collocamento quote
Consultinvest Asset Management S.p.A. S.G.R., per il collocamento delle quote, si è avvalsa degli sportelli delle banche
collocatrici aderenti alla rete di distribuzione e di alcune società di intermediazione mobiliare sulla base di apposita convenzione
fra cui Consultinvest Investimenti SIM SPA , consociata di Consultinvest Asset Management SpA SGR.
I Soggetti che provvedono al collocamento tramite promotori finanziari sono:
•
Consultinvest Investimenti SIM S.p.A., con sede legale in Piazza Grande n. 33, Modena;
•
Simgenia SIM S.p.A., con sede legale in Via Macchiavelli n. 4, Trieste;
•
Banca Generali S.p.A., con sede legale in Via Ugo Bassi n. 6, Milano;
•
Millennium SIM S.p.A., con sede legale in Via San Lorenzo n. 12/6, Genova;
•
Progetto SIM S.p.A. (in qualità di subcollocatore di Consultinvest Investimenti SIM S.p.A.) , con sede in via J. F.
Kennedy n. 36, San Donato Milanese (MI),
I Soggetti che procedono al collocamento presso sportelli bancari sono:
•
Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A., con sede legale in Piazza Garibaldi n. 6, Ravenna;
•
Banca di Imola S.p.A., con sede legale in Via Emilia n. 196, Imola (BO);
•
Cassa di Risparmio di Saluzzo S.p.A., con sede legale in Corso Italia n. 86, Saluzzo (CN);
•
Banca di Piacenza soc. coop. per azioni, con sede legale in Via Mazzini n. 20, Piacenza;
•
Banco di Lucca S.p.A., con sede legale in Viale Agostino Marti n. 443, Lucca;
•
Banco di Desio e della Brianza S.p.A., con sede legale in Via Rovagnati n. 1, Desio (MI);
•
Banco Desio Lazio S.p.A., con sede legale in Via Po n. 6/8, Roma;
•
Banca Tercas Spa in Amministrazione Straordinaria (Decreto Mef del 30/04/2012) con sede legale in C.so San
Giorgio n. 36, Teramo;
•
Banca CARIM – Cassa di Risparmio di Rimini S.p.A. con sede legale in Piazza Ferrari n. 15, Rimini;
•
Cassa di Risparmio di Cento S.p.A., con sede legale in Via Matteotti n. 8/B, Cento (FE).
Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A., Banca di Imola S.p.A., Consultinvest Investimenti SIM S.p.A., Banca di Piacenza soc.
coop. per azioni, Cassa di Risparmio di Saluzzo S.p.A., Banco di Lucca S.p.A., Banco di Desio e della Brianza S.p.A., Banco
Desio Lazio S.p.A., Banca CARIM – Cassa di Risparmio di Rimini S.p.A e Banca Tercas Spa in Amministrazione Straordinaria
effettuano il collocamento tramite un collegamento informatico con la SGR.
Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. e Banca di Piacenza soc. coop. per azioni effettuano il collocamento anche per il tramite
dei propri promotori finanziari.
RENDICONTO SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2014
Con periodicità semestrale vengono redatti appositi Rendiconti di Periodo.
Si precisa inoltre che, in conformità a quanto stabilito dall’art. 3 comma 2 del Titolo IV Capitolo VI del provvedimento di
riferimento, il rendiconto annuale del fondo, inteso quale documento riferito ad un periodo complessivo di dodici mesi, viene
redatto il 31 dicembre di ogni anno.
Il rendiconto semestrale del fondo si compone di una situazione patrimoniale e di una sezione reddituale ed è stato redatto
conformemente agli schemi previsti dal provvedimento Banca d’Italia del 8 Maggio 2012 e successive modifiche. Questi sono
inoltre accompagnati dalla relazione degli amministratori e da una nota di commento.
Il rendiconto di gestione è redatto in unità di Euro, senza cifre decimali.
La situazione patrimoniale e la sezione reddituale sono entrambe poste a confronto con l’ultimo rendiconto annuale chiuso al 30
Dicembre 2013.
Il presente rendiconto è soggetto a revisione contabile da parte della Società di Revisione Deloitte & Touche SpA.
RENDICONTO DEL FONDO CONSULTINVEST ALTO DIVIDENDO AL 30/06/2014
SITUAZIONE PATRIMONIALE
ATTIVITA'
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A1.
Titoli di debito
A1.1
Titoli di Stato
A1.2
Altri
Situazione al
Situazione a fine
30/06/2014
Valore complessivo
In percentuale
del totale attività
esercizio precedente
Valore complessivo
In percentuale
del totale attività
15.612.957
90,550
13.878.877
88,477
1.111.939
6,449
942.722
6,010
1.111.939
6,449
942.722
6,010
-
-
A2.
Titoli di capitale
14.388.569
83,449
A3.
Parti di O.I.C.R.
112.449
0,652
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
224
0,001
B1.
Titoli di debito
-
B2.
Titoli di capitale
224
B3.
Parti di O.I.C.R.
-
-
-
-
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C1.
Margini presso organismi di compensazione
C2.
Opzioni, premi o altri strumenti finanziari
C3.
Opzioni, premi o altri strumenti finanziari
e garanzia
derivati quotati
derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D1.
A vista
D2.
Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E
-
-
12.936.155
250
-
-
0,001
250
-
82,468
0,002
0,002
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA'
1.443.882
8,374
1.535.190
9,787
F1.
Liquidita' disponibile
1.443.882
8,374
1.535.190
9,787
F2.
Liquidità da ricevere per operazioni da
618.196
3,585
621.605
3,963
-618.196 -
3,585
-621.605 -
3,963
185.285
1,075
272.042
1,734
8.077
0,047
8.093
0,052
128.205
0,744
191.792
1,223
49.003
0,284
72.157
0,460
17.242.348
100,000
15.686.359
100,00
regolare
F3.
Liquidità impegnata per operazioni da
regolare
G. ALTRE ATTIVITA'
G1.
Ratei attivi
G2.
Risparmio di imposta
G3.
Altre
TOTALE ATTIVITA'
PASSIVITA' E NETTO
Situazione al
Situazione a fine esercizio
30/06/2014
precedente
Valore complessivo
Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
-
-
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI
-
-
-
-
ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
L1.
Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati
L2.
Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non
quotati
quotati
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
32.320
7.849
M1.
Rimborsi richiesti e non regolati
30.158
5.000
M2.
Proventi da distribuire
2.162
2.849
M3.
Altri
N. ALTRE PASSIVITA'
11.178
10.331
N1.
Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
10.320
10.004
N2.
Debiti di imposta
-
-
N3.
Altre
858
327
43.498
18.180
17.198.850
15.668.179
30/06/2014
30/12/2013
200.650
-
38.344,680
-
5,233
-
11.488.761
9.818.731
2.911.895,485
2.694.780,749
3,945
3,644
533.715
4.981
102.100,599
999,660
5,227
4,983
4.975.724
5.844.466
1.449.268,180
1.817.937,127
3,433
3,215
TOTALE PASSIVITA'
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CL A1
Numero delle quote in circolazione Cl A1
Valore unitario delle quote Cl A1
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CL A2
Numero delle quote in circolazione Cl A2
Valore unitario delle quote Cl A2
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CL B1
Numero delle quote in circolazione Cl B1
Valore unitario delle quote Cl B1
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CL B2
Numero delle quote in circolazione Cl B2
Valore unitario delle quote Cl B2
MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE
Quote emesse Cl A1
Quote rimborsate Cl A1
38.344,680
0,000
Quote emesse Cl A2
436.371,736
Quote rimborsate Cl A2
219.257,000
Quote emesse Cl B1
101.100,939
Quote rimborsate Cl B1
0,000
Quote emesse Cl B2
230.295,391
Quote rimborsate Cl B2
598.964,338
RENDICONTO DEL FONDO CONSULTINVEST ALTO DIVIDENDO AL 30/06/2014
SEZIONE REDDITUALE
Rendiconto esercizio
precedente
Rendiconto al 30/06/2014
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A1.
PROVENTI DA INVESTIMENTI
A1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito
A1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale
A1.3 Proventi su parti di O.I.C.R.
A2.
UTILE/PERDITA DA REALIZZI
A2.1 Titoli di debito
A2.2 Titoli di capitale
A2.3 Parti di O.I.C.R.
A3.
PLUSVALENZE/MINUSVALENZE
A3.1 Titoli di debito
A3.2 Titoli di capitale
A3.3 Parti di O.I.C.R.
A4.
1.723.005
1.696.941
349.128
13.768
334.616
744
564.011
27.834
536.177
-
4.263
4.263
-
32.851
-65
32.916
-
1.369.614
169.217
1.196.887
3.510
1.100.079
15.808
1.084.271
-
RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA
DI STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
Risultato gestione strumenti finanziari quotati
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1.
B2.
B3.
1.723.005
-36
PROVENTI DA INVESTIMENTI
B1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito
B1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale
B1.3 Proventi su parti di O.I.C.R.
-
UTILE/PERDITA DA REALIZZI
B2.1 Titoli di debito
B2.2 Titoli di capitale
B2.3 Parti di O.I.C.R.
-
PLUSVALENZE/MINUSVALENZE
B3.1 Titoli di debito
B3.2 Titoli di capitale
B3.3 Parti di O.I.C.R.
1.696.941
1.167
1.429
1.429
-213
-213
-36
-49
-36
-49
B4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA
DI STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
Risultato gestione strumenti finanziari non quotati
C. RISULTATO DELLE OPERAZIONI IN STRUMENTI
-36
1.167
-
24.910
C1. RISULTATI REALIZZATI
C1.1 Su strumenti quotati
C1.2 Su strumenti non quotati
-
24.910
24.910
C2. RISULTATI NON REALIZZATI
C2.1 Su strumenti quotati
C2.2 Su strumenti non quotati
-
-
FINANZIARI DERIVATI NON DI COPERTURA
Rendiconto esercizio
precedente
Rendiconto al 30/06/2014
D. DEPOSITI BANCARI
D1.
INTERESSI ATTIVI E PROVENTI ASSIMILATI
E. RISULTATO DELLA GESTIONE CAMBI
-34.357
79.679
E1. OPERAZIONI DI COPERTURA
E1.1 Risultati realizzati
E1.2 Risultati non realizzati
-33.628
-32.824
-804
113.930
71.891
42.039
-
-
-729
-13.177
12.448
-34.251
-9.369
-24.882
-
-
E2. OPERAZIONI NON DI COPERTURA
E2.1 Risultati realizzati
E2.2 Risultati non realizzati
E3. LIQUIDITA'
E3.1 Risultati realizzati
E3.2 Risultati non realizzati
F. ALTRE OPERAZIONI DI GESTIONE
F1.
PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRONTI
CONTRO TERMINE E ASSIMILATE
F2.
PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRESTITO
TITOLI
Risultato lordo della gestione di portafoglio
1.688.612
1.802.697
G. ONERI FINANZIARI
-54
-415
G1.
INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI RICEVUTI
-54
-415
G2.
ALTRI ONERI FINANZIARI
Risultato netto della gestione di portafoglio
H. ONERI DI GESTIONE
H1.
1.688.558
1.802.282
-333.038
PROVVIGIONE DI GESTIONE SGR - CLASSE A1
-1.186
PROVVIGIONE DI GESTIONE SGR - CLASSE A2
-191.185
-554.943
-
359.055
PROVVIGIONE DI GESTIONE SGR - CLASSE B1
-5.211
-
3
PROVVIGIONE DI GESTIONE SGR - CLASSE B2
-110.487
-
160.392
PROVVIGIONE DI INCENTIVO - CLASSE A1
-266
-
PROVVIGIONE DI INCENTIVO - CLASSE B1
-1.155
-
H2.
COMMISSIONI BANCA DEPOSITARIA
H3.
SPESE PUBBLICAZIONE PROSPETTI E
INFORMATIVA AL PUBBLICO
-2.410
-
4.348
H4.
ALTRI ONERI DI GESTIONE
-6.825
-
13.112
I. ALTRI RICAVI ED ONERI
-14.313
-
3.453
I1.
Interessi attivi su disponibilità liquide
I2.
Altri ricavi
4.703
I3.
Altri oneri
-1.250
L. IMPOSTE
4.567
-
Risultato della gestione prima delle imposte
4.618
-
Imposta sostitutiva a carico dell'esercizio
L2.
Risparmio di imposta
L3.
Altre imposte
51
1.358.973
-
L1.
18.033
1.251.906
-
Utile/Perdita dell'esercizio - Classe A1
4.613
Utile/Perdita dell'esercizio - Classe A2
834.091
882.245
Utile/Perdita dell'esercizio - Classe B1
22.566
-17
Utile/Perdita dell'esercizio - Classe B2
497.703
369.678
Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data del Rendiconto in ordine decrescente di valore
Titolo
ITALY BTPS I/L 2.55% 09-15/09/2041
ROYAL DUTCH SHELL PLC-B SHS
WESTPAC BANKING CORP
ENEL SPA
BREMBO SPA
TOTAL SA
STATOIL ASA
ENI SPA
TELECOM ITALIA-RSP
BRITISH POLYTHENE INDUSTRIES
ARES CAPITAL CORP
MERCK & CO. INC.
E.ON SE
KEYERA CORP
PFIZER INC
BP PLC
AXA SA
INTESA SANPAOLO-RSP
GAS NATURAL SDG SA
TELIASONERA AB
BRISTOL-MYERS SQUIBB CO
ATLANTIA SPA
REPSOL SA
CRESCENT POINT ENERGY CORP
ISHARES DJ SELECT DIVIDEND
RWE AG
ORANGE
AVIVA PLC
STARHUB LTD
MEDICAL PROPERTIES TRUST INC
BAE SYSTEMS PLC
DU PONT (E.I.) DE NEMOURS
BENDIGO AND ADELAIDE BANK
BANCO SANTANDER SA
TELECOM ITALIA SPA
ALLIANCE RESOURCE PARTNERS
NATIONAL AUSTRALIA BANK LTD
AUST AND NZ BANKING GROUP
DEUTSCHE TELEKOM AG-REG
BAYTEX ENERGY CORP
FOLLI FOLLIE GROUP
PEYTO EXPLORATION & DEV CORP
ZURICH INSURANCE GROUP AG
NOVARTIS AG-REG
PETROCHINA CO LTD-H
RWE AG-NON VTG PFD
ALLIANZ SE
BT GROUP PLC
ADELAIDE BRIGHTON LTD
TERNA SPA
MONDELEZ INTERNATIONAL INC
VIVENDI
PHILIP MORRIS INTERNATIONAL
Divise
EUR
GBP
AUD
EUR
EUR
EUR
NOK
EUR
EUR
GBP
USD
USD
EUR
CAD
USD
GBP
EUR
EUR
EUR
SEK
USD
EUR
EUR
CAD
USD
EUR
EUR
GBP
SGD
USD
GBP
USD
AUD
EUR
EUR
USD
AUD
AUD
EUR
CAD
EUR
CAD
CHF
CHF
HKD
EUR
EUR
GBP
AUD
EUR
USD
EUR
USD
Quantità/Nominale
1.000.000
8.440
11.200
52.961
8.000
4.017
9.128
9.957
265.502
19.500
11.333
3.424
9.460
2.447
6.000
20.000
7.360
63.769
5.182
22.146
3.300
5.587
6.036
3.500
2.000
3.556
9.674
17.261
44.580
11.200
20.000
2.205
12.345
13.581
111.652
3.000
4.500
4.400
7.900
2.900
3.305
3.400
426
1.411
100.000
3.789
750
18.895
37.900
23.248
3.215
4.845
1.400
Controvalore
1.111.939
267.999
261.586
225.296
213.280
212.017
204.691
198.941
191.560
159.273
147.834
144.673
142.657
131.902
130.066
128.612
128.469
123.839
119.523
118.094
116.921
116.321
116.253
113.495
112.449
111.534
111.493
110.050
108.913
108.307
108.130
105.390
103.825
103.623
103.278
102.217
101.689
101.128
101.120
97.936
96.175
93.979
93.786
93.319
92.259
92.073
91.275
90.829
90.139
89.551
88.315
86.580
86.210
%
6,449%
1,554%
1,517%
1,307%
1,237%
1,230%
1,187%
1,154%
1,111%
0,924%
0,857%
0,839%
0,827%
0,765%
0,754%
0,746%
0,745%
0,718%
0,693%
0,685%
0,678%
0,675%
0,674%
0,658%
0,652%
0,647%
0,647%
0,638%
0,632%
0,628%
0,627%
0,611%
0,602%
0,601%
0,599%
0,593%
0,590%
0,587%
0,586%
0,568%
0,558%
0,545%
0,544%
0,541%
0,535%
0,534%
0,529%
0,527%
0,523%
0,519%
0,512%
0,502%
0,500%
Nota di commento
A fine periodo il Fondo presenta prevalentemente una composizione Azionaria complessiva dell’84,32%, una composizione
Obbligazionaria del 6,51%, e una posizione in liquidità di 8,40%.
La componente azionaria vede concentrare l’allocazione sui mercati dell’Euro Zona (33,85%), Nord America (32,29%),
Australia (11,11%), Uk (6,83%) e Asia (7,27%), con un rapporto medio di P/Utili di 14,52, un Dividend Yield di 4,11% e un
rapporto Prezzo su valore di libro di 1,58. L’allocazione settoriale azionaria vede una distribuzione sui vari settori, i cui
principali sono energia (18,45%), consumi (16,29%), comunicazioni (13%), bancari (11,19%) e finanziari (9,14%).
La composizione del Fondo rimane improntata ad una elevata granularità, con una diversificazione su oltre 300 singole
differenti esposizioni azionarie.
La componente obbligazionaria è pari al 6,51% ed è concentrata su un BTP a lunga scadenza indicizzato alla inflazione.
In termini valutari il portafoglio – che ha una vocazione globale - vede una diversificazione del 57% circa rispetto all’Euro,
con esposizioni in particolare al blocco del Dollaro: USA (20,03%), Dollaro Canadese (10,12%), Dollaro Australiano
(6,61%) e Dollaro di Hong Kong (3,81%).
Data la volatilità attesa e l’incertezza dello Scenario per i prossimi mesi, il Fondo mantiene una quota di circa il 9% in
liquidità pronta per essere impiegata sulle prossime opportunità di investimento che dovessero presentarsi.
*Le percentuali sopra indicate sono state determinate utilizzando un sistema di rielaborazione interno della Consultinvest Asset Management SGR SpA.
I proventi posti in distribuzione in data 29 Luglio 2014 ammontano complessivamente ad Euro 349.128,02, corrispondenti a
0,103 Euro, per ogni quota della Classe B1 e 0,068 per ogni quota della Classe B2 in circolazione al momento della
distribuzione.
CONSULTINVEST ALTO DIVIDENDO CLASSE A1* -
Flessibile
dal 30/12/2013 al 30/06/2014
* Data istituzione Classe 01/12/2013 con valore quota fisso iniziale 5€, inizio operatività 20/01/2014
CONSULTINVEST ALTO DIVIDENDO CLASSE A2 -
Flessibile
dal 30/12/2013 al 30/06/2014
CONSULTINVEST ALTO DIVIDENDO CLASSE B1 -
Flessibile
dal 30/12/2013 al 30/06/2014
CONSULTINVEST ALTO DIVIDENDO CLASSE B2 -
Flessibile
dal 30/12/2013 al 30/06/2014
Principi contabili
Nella redazione di ciascun fondo sono stati applicati i principi contabili di generale accettazione per i fondi comuni di
investimento ed i criteri di valutazione previsti dal Regolamento Banca d’Italia 8 Maggio 2012 e successive modifiche.
Tali principi sono coerenti con quelli utilizzati nel corso del semestre per la predisposizione dei prospetti di calcolo
giornalieri del valore della quota e del Rendiconto annuale. Gli schemi ed il contenuto dei singoli prospetti sono stati
redatti nel rispetto delle disposizioni in materia emesse dalla Banca d’Italia.
a) Criteri contabili
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Le compravendite di strumenti finanziari e delle altre attività sono contabilizzate nel portafoglio sulla base della
data di conclusione dei relativi contratti anche se non ancora regolati;
le commissioni di acquisto e vendita sono comprese nei prezzi di acquisto o dedotte dai prezzi di vendita dei titoli
in conformità agli usi di borsa;
il costo medio di acquisto è determinato sulla base del valore di libro degli strumenti finanziari e dei cambi alla
fine del periodo precedente modificato dal costo medio degli acquisti del periodo;
le differenze tra i costi medi di acquisto ed i prezzi di mercato relativamente agli strumenti finanziari ed ai cambi
ed alle quantità alla data del Rendiconto originano le plusvalenze e le minusvalenze;
le differenze tra i costi medi di acquisto degli strumenti finanziari e dei cambi ed i prezzi di vendita relativi alle
cessioni poste in essere nel periodo in esame originano gli utili e le perdite da realizzi;
per le operazioni di vendita a termine di divisa il portafoglio non subisce modificazioni. La differenza tra i prezzi
al momento della stipula e i prezzi alla chiusura dei contratti, viene distribuita, proporzionalmente al tempo
trascorso, lungo tutta la durata del contratto, come normale componente reddituale;
i dividendi vengono registrati alla data di stacco, al netto delle eventuali ritenute d’imposta, quando soggetti;
gli interessi e gli altri proventi e oneri di natura operativa vengono registrati secondo il principio della competenza
temporale, mediante rilevazione di ratei e risconti attivi e passivi. Tali interessi e proventi vengono registrati al
netto delle relative ritenute d’imposta, quando soggetti;
la vendita o l’acquisto di contratti futures su titoli nozionali o su indici influenzano il valore netto del Fondo
attraverso la corresponsione o l’incasso dei margini di variazione i quali incidono direttamente sulla liquidità
disponibile e sul conto economico mediante l’imputazione dei differenziali positivi/negativi. Tali differenziali
vengono registrati secondo il principio della competenza, sulla base della variazione giornaliera tra i prezzi di
chiusura del mercato di contrattazione ed i costi dei contratti stipulati e/o i prezzi del giorno precedente;
le operazioni di pronti contro termine vengono registrate alla data di effettuazione delle operazioni e non
influiscono sulla posizione netta in titoli. I relativi proventi ed oneri sono quotidianamente registrati nella
contabilità del fondo, secondo il principio della competenza temporale, in funzione della durata dei singoli
contratti;
la rilevazione delle sottoscrizioni e dei rimborsi delle quote viene effettuata a norma del Regolamento del Fondo e
secondo il principio della competenza temporale;
le imposte a credito o a debito sono determinate secondo quanto stabilito dal D.Lgs. n. 461/97 per il periodo fino
al 30 giugno 2011. Si segnala che a partire dal 1° luglio 2011 non è più assoggettato a tassazione il reddito
“maturato” in capo al Fondo, bensì quello “realizzato” in capo all’investitore, secondo le modifiche apportate dal
decreto legge 225/2010 (“milleproroghe”) convertito, con modificazioni, dalla legge 10/2011.
b) Criteri di valutazione
Per la determinazione dei valori da applicare al portafoglio dei singoli fondi si osservano i seguenti criteri:
•
•
•
•
•
•
•
Per i titoli azionari (inclusi ETF): la fonte di valorizzazione è il prezzo di chiusura/last price rilevato sul mercato
ufficiale di quotazione. In caso di esistenza di più mercati di quotazione la scelta è effettuata in relazione ai
volumi/frequenza degli scambi, all’operatività svolta da fondo e alla divisa dello strumento finanziario. Non sono
oggetto di investimento titoli azionari non quotati. In caso di sospensione o cancellazione dalle negoziazioni di
titoli presenti in portafoglio gli stessi verranno collocati tra i titoli non quotati e per la valorizzazione si farà
riferimento ai prezzi rilevati fuori mercato, se disponibili. In mancanza di rilevazioni fuori mercato si
valorizzeranno al presunto valore di realizzo stimato dalla SGR.
Per i titoli di Stato e obbligazioni la fonte di valorizzazione è BGN, se questa fonte non risulta disponibile possono
essere utilizzate altre fonti primarie che esprimono prezzi significativi secondo la definizione indicata nel Titolo I
del Regolamento Banca d’Italia 8 Maggio 2012 e successive modifiche
Per le quote di OICR : viene utilizzato l’ultimo valore quota disponibile, pubblicato dai principali infoprovider o
ricevuto direttamente dalla SICAV e riferito al giorno di valutazione o al primo giorno lavorativo precedente.
Nell’individuazione del giorno lavorativo si fa riferimento al calendario italiano.
I futures e le opzioni sono valutati al valore corrente se quotati; se non quotati le valutazioni sono effettuate
secondo i criteri stabiliti da Banca d’Italia;
Nel caso non sia possibile acquisire alcuna quotazione la società procede alla valorizzazione del titolo avvalendosi
nell’ordine:
- del fair value fornito da Bloomberg
- di una stima autonoma del fair value
- per i titoli in default avvalendosi di stime del valore di realizzo sulla base di statistiche comunicate dalle
principali agenzie di rating.
Ai fini della valorizzazione dei titoli denominati in divise diverse dall’euro si fa riferimento ai tassi di cambio
calcolati e pubblicati da WM Company ovvero ai tassi di cambio correnti alla data di riferimento della valutazione
accertati quotidianamente dalla Banca Centrale Europea (BCE).
Le plusvalenze e minusvalenze su cambi per operazioni in strumenti finanziari sono determinate quale differenza
tra il cambio alla fine del periodo precedente modificato dal cambio medio degli acquisti effettuati nel periodo ed
il cambio di fine periodo.
Deloitte & Touche S.p.A.
Piazza Malpighi, 4/2
40123 Bologna
Italia
Tel: +39 051 65811
Fax: +39 051 230874
www.deloitte.it
RELAZIONE DELLA SOCIETA’ DI REVISIONE
SULLA REVISIONE CONTABILE DEL RENDICONTO DI GESTIONE
DEL FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO MOBILIARE APERTO
CONSULTINVEST ALTO DIVIDENDO
PREDISPOSTO AI FINI DELLA DISTRIBUZIONE DEI PROVENTI
Ai Partecipanti al
Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto
CONSULTINVEST ALTO DIVIDENDO
1.
Abbiamo svolto la revisione contabile del rendiconto di gestione del Fondo Comune di Investimento
Mobiliare Aperto CONSULTINVEST ALTO DIVIDENDO (il “Fondo”) per il periodo dal 1°
gennaio 2014 al 30 giugno 2014, predisposto al fine di procedere alla distribuzione dei proventi da
parte del Fondo, come deliberato dal competente organo amministrativo di Consultinvest Asset
Management S.p.A. SGR. La responsabilità della redazione del rendiconto di gestione in conformità
al Provvedimento della Banca d’Italia dell’8 maggio 2012 e successive modifiche compete agli
Amministratori di Consultinvest Asset Management S.p.A. SGR. E’ nostra la responsabilità del
giudizio professionale espresso sul rendiconto di gestione e basato sulla revisione contabile.
2.
Il nostro esame è stato condotto secondo i principi di revisione emanati dal Consiglio Nazionale dei
Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e raccomandati dalla CONSOB. In conformità ai
predetti principi, la revisione è stata pianificata e svolta al fine di acquisire ogni elemento necessario
per accertare se il rendiconto di gestione sia viziato da errori significativi e se risulti, nel suo
complesso, attendibile. Il procedimento di revisione comprende l’esame, sulla base di verifiche a
campione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni contenuti nel rendiconto
di gestione, nonché la valutazione dell’adeguatezza e della correttezza dei criteri contabili utilizzati e
della ragionevolezza delle stime effettuate dagli Amministratori. Riteniamo che il lavoro svolto
fornisca una ragionevole base per l’espressione del nostro giudizio professionale.
Per il giudizio relativo al rendiconto dell’esercizio precedente, i cui dati sono presentati ai fini
comparativi secondo quanto richiesto dalla specifica normativa, si fa riferimento alla relazione da noi
emessa in data 25 marzo 2014.
Ancona Bari Bergamo Bologna Brescia Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Padova
Parlermo Parma Roma Torino Treviso Verona
Sede Legale: Via Tortona, 25 – 20144 Milano - Capitale Sociale: Euro 10.328.220,00 i.v.
Codice Fiscale/Registro delle Imprese Milano n. 03049560166 – R.E.A. Milano n. 1720239
Partita IVA: IT 03049560166
Member of Deloitte Touche Tohmatsu Limited
2
3.
A nostro giudizio, il rendiconto di gestione del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto
CONSULTINVEST ALTO DIVIDENDO per il periodo dal 1° gennaio 2014 al 30 giugno 2014 è
conforme, in tutti gli aspetti significativi, al Provvedimento della Banca d’Italia dell’8 maggio 2012 e
successive modifiche.
DELOITTE & TOUCHE S.p.A.
Marco Benini
Socio
Bologna, 23 settembre 2014
Consultinvest Asset Management Sgr Spa
Piazza Grande, 33 – 41121 MODENA
Capitale Sociale € 5.000.000 i.v. – N. Registro Imprese, C.F. e P. IVA 02180790368
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