Legalità e solidarietà: nella scuola nasce e cresce la cittadinanza

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Legalità e solidarietà: nella scuola nasce e cresce la cittadinanza
Legalità e solidarietà: nella scuola nasce e cresce la cittadinanza attiva
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali.”
Il primo comma dell’articolo 3 della costituzione italiana stabilisce il principio di
uguaglianza di fronte alla legge. Essa, sebbene possa essere considerata come
un’importantissima conquista nel campo dei diritti umani, presenta comunque dei
limiti: si parla infatti soltanto di un’uguaglianza di diritto, giuridica, dunque formale.
Spetta al cittadino stesso “concretizzare” i principi della costituzione all’interno della
vita sociale del nostro Paese.
Un primo contatto con i diritti e i doveri che regolano la vita dei cittadini si ha all’interno
della scuola, in quanto è un’istituzione pubblica preposta all’educazione anche rispetto
ai diritti di cittadinanza e ai suoi principi, tra cui quello di legalità e di solidarietà,. Si
può dire quindi che la scuola crea, nel suo piccolo, in ogni singola classe, un
“microstato” in cui gli studenti possono sperimentare il senso di partecipazione ad una
comunità.
Come lo stato deve garantire l’uguaglianza fra i cittadini, la scuola deve salvaguardare
la libertà d’istruzione, diritto che naturalmente si estende a tutti gli studenti, compresi
gli stranieri che devono essere messi nelle condizioni di partecipare pienamente
all’attività formativa e di confrontarsi coi compagni di classe. Ultimamente, con la
recente immigrazione, la scuola per prima sperimenta forme di integrazione in nome
dell’intercultura.
Il rapporto con l’allievo straniero è sicuramente una sfida che la scuola deve
affrontare, tenendo conto della sua provenienza, della sua cultura e sensibilità La
scuola ha fatto molto e spesso da sola, in questo senso. E soprattutto lo ha fatto con
convinzione, certa che confronto culturale, pluralismo ideologico e interclassismo
siano garanzia di libertà e democrazia. La scuola è intervenuta con lezioni suppletive
di lingua italiana per favorire l’integrazione degli alunni stranieri e ha proposto progetti
culturali per un confronto stimolante e costruttivo tra studenti di diverse nazionalità.
Un’altra libertà oltre a quella d’istruzione che lo stato e nel suo ambito la scuola deve
garantire è la libertà religiosa come decreta l’articolo 8: “tutte le confessioni religiose
sono egualmente libere davanti alla legge”.
Il rapporto tra stato e chiesa fu definito nei Patti Lateranensi del 1929 in seguito ai
quali si istituì tra l’altro l’obbligo di un’ora di religione cattolica a scuola. Ma all’epoca la
popolazione italiana era prevalentemente cattolica e non si ponevano particolari
problemi a rendere applicativa la legge. Dal 1984, la legge in merito a questo
insegnamento è stata riveduta e agli studenti, di confessioni diverse per la suddetta
immigrazione, è stata data la possibilità di scegliere se partecipare oppure astenersi
dalla lezione. Questo è un esempio di come la legge si adegui alla storia e alle
esigenze di un Paese per rendere e credibile ed effettivo l’assunto costituzionale.
La capacità di andare al di là di pregiudizi ed abitudini e di favorire il dialogo sociale si
acquisisce a partire dalla scuola in un percorso di crescita umana e culturale che
coinvolge il docente e l’ alunno e di conseguenza l’intero “microstato”, quale è la
scuola. Il docente, nell’alimentare lo spirito critico dell’allievo, propone contenuti e
metodi differenti per mantenersi il più obiettivo possibile e lasciare allo studente la
libertà di formarsi opinioni ed esprimere giudizi personali. La facoltà di giudicare, di
“intellegere”, propria di chi ha acquisito un’appropriata istruzione, deve essere
alimentata dal desiderio di partecipare alla società non solo passivamente, come un
anonimo spettatore dei fatti, ma anche attivamente portando all’interno della comunità
il proprio contributo e collaborando alla costruzione di un futuro migliore.
Come dice Gaber “libertà è partecipazione” : soltanto cooperando e condividendo
gli spazi collettivi e sociali si possono realizzare pienamente gli alti principi della
nostra costituzione.
Saggio a tema di Chiara Abbati, Alessia Brezza, Ida Cordella, Elena De Nicolò,
Francesco Diolosà, Flaminia Fiocco, Alessandro Giungi, Nicolò Lazzarini, Chiara
Magnani, Benedetta Pari,Giulia Raduzzi, Angelica Saponi, Valentina Silvestri,
Davide Troiano, Giulio Vescia