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La Malnutrizione in India
CINI Italia Onlus
Via S. Michele a/Porta, 5
37121 Verona
www.adottaunamamma.it
Un bambino malnutrito su tre vive in India
Numero 4
anno 2007
La malnutrizione è un problema che provoca un impatto più grave in India che nella stessa Africa subsahariana.
L’UNICEF ha recentemente denunciato che, nel mondo, un bambino malnutrito su tre vive in India.
La malnutrizione limita lo sviluppo e la capacità di apprendere e il 50 per cento della mortalità infantile va
attribuita alla malnutrizione.
In India il 46% dei bambini al di sotto dei 3 anni sono piccoli per la loro età, il 47% sono sottopeso e il
16% sono malformati. E la maggior parte di questi bambini è malnutrita.
La malnutrizione non è legata soltanto all’insufficienza di nutrimento, ma dipende anche dalla negata possibilità di accedere ai servizi sanitari, dalla inadeguata qualità delle cure date al bambino e alla mamma in
gravidanza e dalla mancanza di igiene personale ed ambientale.
La malnutrizione ha conseguenze gravi e a lungo termine sullo sviluppo della persona, perché limita lo
sviluppo motorio, sensoriale, cognitivo, emozionale e sociale. I bambini malnutriti presentano spesso problemi di apprendimento, sono particolarmente esposti alle malattie e rischiano di morire precocemente. E
nella maggior parte dei casi la malnutrizione interessa le bambine e le donne: sono queste a rischiare di
più, a causa del basso status sociale di cui soffrono nella società indiana. Circa un terzo delle donne indiane adulte, infatti, è sottopeso.CINI opera da anni per combattere la malnutrizione. Se molto è stato
fatto, moltissimo resta ancora da fare e, anche alla luce di questi nuovi dati, rinnova il proprio impegno a
prevenire la malnutrizione prima di curarla, per salvare vite e permettere lo sviluppo pieno della potenzialità umana.
Emergenza incendio a Mazdurpara
Un incendio partito da una cucina ha colpito venerdì 1 giugno 2007 lo slum di Mazdurpara, a Topsia a Calcutta, riducendolo in cenere. Il fuoco ha distrutto 275 baracche occupate da 290 famiglie
e alcune fabbriche di plastica. L’impatto non ha causato morti né feriti, ma ha provocato ingenti
danni materiali. CINI Asha è presente da tempo nello slum, intervenendo in campo medico e scolastico. CINI Asha è intervenuto per dare i primi soccorsi alle famiglie colpite, provvedendo alla
distribuzione di cibo, vestiti e utensili di prima necessità.
Aiuta la comunità di Mazdurpara con un contributo libero
La malnutrizione in India
L’india e le donne
Sommario
CINI Italia Onlus Newsletter
14 giugno
pag. 1
pagg. 2-3
La maggioranza dimenticata– Essere donne in India
pag. 2
Una culla contro l’infanticidio
pag. 2
Letteratura e politica: Mahasweta Devi
pag. 3
Cinema: Deepa Mehta
pag. 3
Monobitan: Recare gioia allo spirito
pag. 4
Pradip a Monobitan
pag. 4
1
L’India e le donne
Si parla molto delle donne, di tutti gli
aspetti della vita privata, sociale, politica e culturale femminile, dalla dimensione soggettiva a quella più generale e condivisa da tutte.All’interno
della rassegna I Segni delle Donne,
organizzata da
Stefania Sartori,
l’allora Assessore
alle Pari Opportunità e Cultura
delle Differenze
per il Comune di
Verona,
Eliana Riggio,
Uno sguardo all’universo femminile
alla guida di un’associazione di volontariato, per testimoniare il lavoro fatto
e il lavoro ancora da fare come donna
impegnata nella cooperazione allo
sviluppo.
In queste pagine troverete una serie
di articoli sul panorama femminile
Presidente di CINI Italia Onlus, ha
indiano, dalla lunga strada verso l’
presentato l’operato di CINI in favore emancipazione, ai racconti di donne
delle donne indiane, che occupano
indiane nel mondo della letteratura,
una posizione svantaggiata all’interno della cinematografia, dell’attivismo
politico, che condividono, pur nella
della società.
La Presidente ha inoltre condiviso con loro diversità, la grande ricchezza e la
le donne più o meno giovani presenti grande debolezza di essere donne in
in sala, la sua esperienza di donna
India oggi.
La maggioranza dimenticata: essere donne in India
Dalla presentazione di Eliana Riggio per “I segni delle Donne”
In India le donne accudiscono la famiglia, procacciano acqua, combustibile
e cibo, creano reddito e si occupano
della cura e dell’educazione dei bambini. Nessuno però sembra occuparsi
di loro, non sono tutelate e non godono della considerazione e del rispetto
che è garantito agli uomini.
E soprattutto non hanno le stesse
opportunità dei loro fratelli, padri e
mariti.
Le donne sono il nucleo centrale della
famiglia e, per migliorare la condizio- creazione di comunità a misura di
ne di vita e la società, è necessario
donna e di bambino, in cui tutti possafar leva sulle risorse e sulle forze so- no
acciali all’interno di una comunità. Il miglioramento può avvenire ponendo
fine al circolo vizioso che parte dalla
bambina che è malnutrita alla nascita,
cresce senza la possibilità di andare a
scuo la, si sposa precocemente, e,
ancora malnutrita, entra in gravidanza cedere alla salute, nutrizione, istruzione e protezione come diritto fondadando alla luce un bambino sottopementale nell’arco di un’intera vita.
so. Il metodo di CINI è volto alla
Una culla contro l’infanticidio
(tratto dall’articolo di Nirmala Carvalho pubblicato su AsiaNews.it)
Una culla sulla soglia del quartier generale dei governi di ogni distretto, per incoraggiare i genitori indiani a non abortire le loro
figlie femmine ma a farle nascere ed, eventualmente, ad affidarle alla custodia del governo. L’India ha lanciato questa iniziativa
nel tentativo di ridimensionare lo squilibrio tra maschi e femmine, che trova origine nel feticidio.
Secondo l’ultima ricerca dell’UNICEF, su 71.000 bambini nati in India ogni giorno, solo 31.000 sono femmine, con un rapporto
di 882 femmine su 1000 maschi. Confrontando la media indiana con quella globale di 934/1000, le bambine nate ogni giorno
dovrebbero essere 38.000. La differenza di 7000 bambine è imputabile al feticidio. Anche se questa pratica è punibile per legge,
il feticidio è molto comune in India, perché gli uomini godono di supremazia culturale e le obbligazioni finanziarie (dote) da
pagare al matrimonio della figlia pesano sulle spalle della famiglia.
Il fenomeno è diffuso su tutto il territorio indiano ed è il preoccupante segnale che la discriminazione di genere persiste ancora
oggi.
2
Mahasweta Devi
Letteratura e politica
Mahasweta Devi è nata in Bangladesh, ma dal 1947 vive in India, dove la sua famiglia si è trasferita durante la divisione del subcontinente indiano.
Nel 1964 ha iniziato ad insegnare al Bijoygarh College, un istituto femminile per studenti appartenenti a famiglie di classe operaia. Ha lavorato come giornalista e scrittrice. Più recentemente ha condotto svariate ricerche sulle comunità rurali tribali del
West Bengal, si è dedicata alla lotta dei popoli tribali in Bihar, delle donne e dei Dalits.
Nella sua elaborata produzione letteraria in Bengali, mette in luce la
brutale oppressione delle popolazioni tribali e degli intoccabili da
parte dei potenti, dei signori della terra e degli ufficiali governativi.
“Ho sempre creduto che la vera storia sia fatta dalla gente normale.
– dice Mahasweta parlando della sua produzione letteraria – Mi
capita continuamente di veder riapparire, in varie forme, il folklore,
le ballate, i miti e le leggende, trasmesse di generazione in generazione dalla gente semplice. La ragione e l’ispirazione ai miei romanzi sono le persone sfruttate e usate, che, nonostante ciò, non sono sconfitte. Per me,
fonte inesauribile di ispirazione per scrivere sono questi incredibilmente nobili esseri
umani che soffrono. Perché dovrei lavorare su altre storie quando ho iniziato a conoscere le loro?”
Mahasweta Devi ha vinto nel 2006 il PadmaVibhushan, uno tra i più
importanti riconoscimenti civili del Governo Indiano. E’ stata premiata
con il Ramon Magsaysay Award per giornalismo, letteratura e comunicazione creativa nel 1997, e ha vinto il Jnanpith Award, il più importante premio letterario dalla Sahitya Akademi.
Deepa Mehta
Cinema
CINI Italia Onlus organizza tre serate di cinema indiano. Il 18, 21 e 25 giugno alle ore 21, presso la Sala Barbarani (via Bertoni, 4 Verona) saranno proiettati Water e Fire di Deepa Mehta e La Città della Gioia di Joffé.
Deepa Mehta è nata in India ad Amritasar. Nel 1973 ha emigrato in
Canada ed ha iniziato a lavorare come editore, produttore e regista per
il cinema e la televisione. Il suo nome è conosciuto in tutto il mondo
grazie alla produzione di una trilogia filmica Fire, Earth e Water, di cui
ha curato la regia.
Earth (1998)
Narra la storia della divisione del subcontinente
indiano del 1947 ed esplora il vasto e multiplo
universo della religiosità e spiritualità indiana.
Water (2005)
Fire (1996)
Ambientato nell’India
contemporanea, vede
protagoniste due donne, Rada e Sita, che
costrette in matrimoni
combinati, cercano amore l’una nell’altra.
Film molto discusso a
causa dell’indagine su
genere, matrimonio e
sessualità.
E’ la storia di Chuyia, una bambina di 8 anni che rimane vedova di un marito assegnato a lei dalla famiglia. Costretta,
come tutte le vedove indiane a ritirarsi in un ashram e a vivere di elemosina, Chuyia soffre e lotta in una vita che non
ha scelto lei, nel ruolo ingiusto di chi è vittima del proprio
infelice destino.
Durante le riprese del film, 2000 persone hanno assaltato il
set distruggendo e bruciando gran parte dei materiali di scena, costringendo Mehta a girare in Sri Lanka anziché in India.
Water ha vinto l’Academy Award canadese come Miglior
Film in lingua straniera, primo film in una lingua diversa dal
francese a conquistarsi il titolo.
Il valore della regia di Deepa Mehta è indiscutibile. Con i suoi racconti sulla vera società indiana induce il pubblico
a riflettere e ad aprire un dialogo tra le diverse forze coinvolte. Lo fa attraverso la cinematografia, che, come sostiene la regista, è un mezzo di comunicazione estremamente potente.
3
Monobitan: recare gioia allo spirito
Monobitan significa recare gioia allo spirito. Con questo intento CINI ha creato un parco di
accoglienza e divertimento per i bambini che popolano le strade di Calcutta, esposti al rischio
di abusi fisici, psicologici e sessuali.
Disposto su un terreno di circa sei acri, Monobitan accoglie al suo interno un’area giochi con piste ciclabili, altalene, biciclette e tricicli, scivoli e
giostre e, in più, una teleferica che attraversa il parco e un laghetto con
pedalò per i divertimenti acquatici.
Inoltre c’è uno spazio all’aria aperta destinato alle attività teatrali e agli
spettacoli per gli ospiti. Nella sala studio i bambini possono fare i compiti e frequentare i corsi per il reinserimento scolastico. Il dormitorio accoglie fino a 50 bambini e 36 adulti.
Il parco è dotato di una sala conferenze ( utilizzabile anche come spazio-studio per i ragazzi) e
di una mensa/caffetteria per i momenti di ristoro.
L’idea è nata dalla consapevolezza che per un bambino sia molto importante giocare e stare a
contatto con altri bambini e amici. Questo avviene molto raramente tra i
bambini di strada e lavoratori di Calcutta, occupati in lavori duri, vittime
di abusi e traumatizzati dalla drammaticità della vita di strada. La collaborazione con Fondazione Blu, un’organizzazione del privato sociale
italiana con finalità educative, ha condotto ad una donazione che ha
permesso di creare uno spazio sicuro dove i bambini possano ritrovare
le piccole gioie dell’infanzia.
Molto c’è ancora da fare per il parco di Monobitan. L’area infatti è stata
sviluppata solo in parte, c’è bisogno di allestire un’area giochi coperta
per il periodo dei monsoni, una zona per basket e badminton e uno spazio per il tennis da tavolo. In progetto ci sono lavori di manutenzione del terreno, realizzazione di ulteriori piste ciclabili, di strade di accesso e di acquisto di giochi.
Aiutaci a sviluppare il parco di Monobitan con un contributo libero.
Pradip a Monobitan
Nel parco di Monobitan Pradip tiene
lo sguardo a terra. E’ la sua prima
volta qui ma non sembra entusiasta.
‘Non mi piace molto giocare’ dice
quando gli chiedono se si sta divertendo. Un bambino a cui non piace
giocare è sorprendente.
Pradip ha 12 anni e ha passato gran
parte della sua vita lavorando in cantieri edili e in piantagioni di tè. ‘Non
ricordo di aver mai giocato…Non
conosco nessun gioco. E non ho
nemmeno un amico’.
Ecco perché non si sente a suo agio.
Gli operatori del centro aiuteranno
Pradip a familiarizzare con gli altri
bambini, a sfruttare le possibilità di
divertimento del parco e a gustare le
piccole gioie dell’infanzia.
Dancing for a Better life. il 22 settembre partecipa alla serata danzante presso la scuola di
ballo “A. Murray” di Sommacampagna. Musiche, danze e divertimento a sostegno di CINI.
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