DA NON - Giovanna Masoni Brenni
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DA NON - Giovanna Masoni Brenni
IL CAFFÈ 23 dicembre 2012 Il super ricco Obama uomo dell’anno Il vero Paperon de’ Paperoni non è americano, ma messicano. Il titolo dell’uomo più ricco del mondo nel 2012, secondo Forbes, va al 62enne messicano Carlos Slim Helu. Comunque, tra i primi dieci in ordine di ricchezza planetaria, gli americani sono ben piazzati: Bill Gates al secondo posto, seguito da Warren Buffet e in sesta posizione Larry Ellison di Oracle. Per il Time è Barack Obama l’uomo del 2012. Obama, rieletto per la seconda volta alla presidenza degli Usa, è ritenuto un “simbolo della trasformazione e architetto d’America”. Già nel 2008 Obama aveva occupato la copertina della nota rivista americana, quando era stato eletto alla presidenza, primo afroamericano chiamato alla guida della Casa Bianca. LE PAROLE DEL Giovanni Ventimiglia Docente di filosofia Julie Arlin Redattrice Rsi Laura Regazzoni Meli Segretaria generale Acsi Jürg Stamm Responsabile Centro fertilità “La Carità” Andrea Leoni Giornalista “LiberaTv” Pierluigi Tami Allenatore Nazionale U21 Giorgia Tarchini Imprenditrice Masha Dimitri Artista e musicista Luca Gabutti Direttore sanitario “La Carità” DIARIO Jacky Marti Direttore di Estival Lugano Fabio Merlini Direttore Ufficio form. professionale Giovanna Masoni Brenni Municipale Lugano Aldina Crespi Giornalista e produttore Rsi 20 CLEMENTE MAZZETTA D Da credibilità a inversione. Da cuore a progetto. Cose dette o pensate. Sperate o desiderate. Nel nostro ieri e soprattutto nel nostro domani dieci parole. Un “Andato” shakespeariano, ciò che è stato è stato per Jürg Stamm, direttore del Centro cantonale della fertilità. Pierluigi Tami, allenatore della nazionale Under 21, riassume l’anno con un “intenso”, mentre l’imprenditrice Giorgia Tarchini sceglie un “complicato” per le contestate aperture L’ANZIANO Cambiamento e rinascita, i perchè del professor Luca Gabutti, primario di medicina A PAGINA 7 liero. Laura Regazzoni Meli, segretaria generale Associazione consumatrici, dice spreco, alimentare, ovviamente. Per l’attore Jor Milano è stato un anno sfortunato, perché come recita il titolo della sua ultima commedia “Possibil che i ma capita tucc a mi?”. [email protected] Q@simplypeperosa La modernità, il bilancio degli anni che sono volati via, la nostalgia e i ricordi dello scrittore Giovanni Orelli “IL PASSATO “T È BRACE CHE HA DENTRO UN FUOCO NASCOSTO” curiosità motivazione Nicolas Gilliet Direttore Jazz Ascona Bruno Balestra Ex procuratore generale “IL TERMINE CHE CI CARATTERIZZA È CERTAMENTE GLOBALIZZAZIONE” Lido Contemori©ilCaffè l 2013 in dieci parole: da serendipità a inversione, da speranza a curiosità. Dieci parole chiave che segneranno l’anno che verrà, scelte da altrettanti personaggi selezionati dal Caffè. E ancora altre dieci parole che hanno marcato il 2012. Ma cominciamo dal futuro che sembra ipotecato da un senso d’inadeguatezza, ecco perché il termine che meglio sintetizza questo sentimento è serendipità a cui ha pensato Marco Jermini, direttore del Laboratorio cantonale: “È la sensazione positiva che si prova scoprendo una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra. Vorrei che tutti si lasciassero sorprendere dagli eventi”. Serendipità come antidoto alla frustrazione per le cose che non vanno come dovrebbero andare, in un cantone che a volte pare condannato dalla legge di Murphy: se qualcosa può andare storto, lo farà. Ma per cambiare bisogna essere coraggiosi e, perché no, pure un po’ matti. Ecco perché la parola scelta dalla giornalista e produttore Rsi Aldina Crespi è “il matto”, o meglio, la carta dei Tarocchi che rappresenta quel pizzico di sana follia necessaria per reinventarsi la vita. E alla follia, Bruno Balestra, ex procuratore generale, aggiunge la curiosità: “Imparare a vedere le cose di ogni giorno in modo diverso. Ci vuole motivazione ed energia”. Progetti per dare un senso alle nostre vite, sostiene Giovanna Masoni , municipale di Lugano: “Modelliamo il futuro secondo i nostri convincimenti, desideri e speranze. Tracciamo una strada per i nostri figli”. Ma per farlo è necessaria la motivazione, altra parola chiave del 2013 nota Nicolas Gilliet, direttore artistico di JazzAscona. Il filosofo Fabio Merlini si chiede, invece, se sapremo trasformare il futuro nella dolce utopia di un avvenire. Utopia che per Marco Solari, presidente del Festival del film di Locarno e di Ticino Amalia Mirante Economista DALLA NOSTRA LINGUA ALLA NUOVA SOCIETÀ, COSÌ CAMBIA LA COMUNICAZIONE domenicali. La redattrice Rsi Julie Arlin opta per “caleidoscopio”, sintesi ideale degli elementi della sua vita. “Cuore” è la parola del giornalista Andrea Leoni: “Perché irrequieta, fragile e abusata”. Giovanni Ventimiglia, filosofo, segnala competenza come termine che ha contrassegnato l’anno passato, mentre l’artista Masha Dimitri ha optato per sfida. Cambiamento, invece, per il direttore sanitario della Carità di Locarno Luca Gabutti, con un chiaro riferimento a tutto ciò che sta succedendo in ambito ospeda- Turismo, non può prescindere dalla speranza: “Perché, come insegna il mito di Pandora, senza di essa l’umanità sarebbe persa”. Ma c’è anche chi, come lo studente Stefano Lappe, punta su “inversione” guardando alla situazione dei Paesi arabi e chi, come Jacky Marti, direttore Estival Lugano, sulla “tempestività”. Alla “credibilità” delle istituzioni monetarie e politiche per raccogliere i frutti dei sacrifici del 2012 si affida invece l’economista Amalia Mirante. Già, il 2012. Anch’esso riassunto da Marco Jermini Diret. Laboratorio cantonale ILLINGUAGGIO AGGETTIVI, SOSTANTIVI, NEOLOGISMI... CHE HANNO SEGNATO IL NOSTRO PASSATO E SEGNERANNO IL FUTURO PROSSIMO CAROLINA CENNI Stefano Lappe Studente credibilità inversione “il matto” progetto avvenire Marco Solari Presidente del Festival di Locarno serendipità GIUSEPPE ZOIS speranza tempestività cambiamento sfida complicato intenso cuore andato spreco caleidoscopio competenza sfortuna TRA 2013 PAROLE DA NON DIMENTICARE I (PARENTESI LE PAROLE DEL 2012 Jor Milano Attore 19 ra passato e presente non deve esserci conflitto”. Questo sostiene risoluto lo scrittore Giovanni Orelli ribattendo alla domanda su cosa rimpiange di più del suo passato. “Non so più chi ha detto: ‘Per me il passato è cenere, il futuro è fuoco’. Ma chi lo diceva sceglieva il futuro e cancellava il passato. Io, invece, non la penso così. Per me il passato non è cenere, ma semmai brace con dentro un immenso fuoco nascosto. Basta soffiarci su. Mi ha fatto molto piacere, mezzo secolo fa, leggere che l’arte di un pittore del passato come Nicolas Poussin venisse considerata rivoluzionaria al massimo. Questo dimostra quanto ho appena detto”. Cosa rimpiange del passato? “Rimpiango certe forme di vita della civiltà rusticana oggi scomparse. Ne parlavamo con Tita Carloni (ndr. noto architetto ticinese scomparso recentemente) di questa perdita. La civiltà rusticana è stata sostituita dalla consumistico-cinica modernità in cui viviamo adesso”. ‘ La madre Lei è indubbiamente la persona che più mi manca, ancora oggi. Mi ha insegnato tanto con il suo esempio Cosa non rifarebbe di quello che ha fatto? “Non mi pento molto di quel che ho fatto. Nel tempo libero, ad esempio, ho fatto lavori umili come quello del falciatore. E non me ne pento, tutt’altro. Mi pento, piut- tosto, di aver dedicato troppo poco tempo libero all’apprendimento delle lingue straniere. Avrei dovuto dedicare più tempo al loro studio. Mentre, non perderei più tempo a leggere cose, tutto sommato, stupide trascurando certi classici. Un mio insegnante meraviglioso diceva sempre: ‘Li leggeremo quando saremo su su una nuvoletta’. Il brutto è che adesso non credo più nella nuvoletta celeste né nell’inferno”. Chi è la persona che non c’è più e che più ricorda? “Mia madre, indubbiamente. Mi ha insegnato tanto con il suo esempio e con l’uso parco e contadinesco di parole essenziali. Pensi, che lei, cattolicissima, non mi ha mai detto: ‘Non fare l’amore’ Ma piuttosto, con austera serenità, mi ha sempre invitato a non ingannare mai una ragazza. Adesso, a 84 anni, posso dire con fierezza di averle obbedito”. c.c. a boom economico a spread. Da contestazione a endorsement. Da “figli dei fiori” a “choosy”, schizzinoso. Le parole segnano le stagioni, le svolte culturali, le mode e pure le gaffes dei politici. “Le parole sono importanti!”, urlava Nanni Moretti in Palombella Rossa: “Chi parla male, pensa male e vive male!”. “È vero, le parole, pur rappresentando la superficie della lingua, sono davvero importanti – nota Alessio Petralli, linguista –. Però, se c’è una parola che segna la nostra epoca non è certo choosy, ma globalizzazione”. Entrata nell’uso corrente negli anni ‘80, globalizzazione segnala una realtà in corso: l’interdipendenza delle economie e dei mercati internazionali. Ma influenzando i metodi di produzione, significa anche omogeneizzazione sociale, culturale, linguistica. E con l’inglese passepartout del pianeta globalizzato e mezzo di comunicazione di chi naviga in rete, si sta andando verso una “creolizzazione” del linguaggio. “Andrei piano nel parlare di creolizzazione, ma certamente l’inglese angloamericano, che é la lingua della globalizzazione, ha assunto sempre più forza”, precisa Petralli. Muovendosi senza barriere in una società liquida, i neologismi, grazie all’avvento delle nuove tecnologie, hanno cambiato modo di comunicare, di parlare, di scrivere. “Con una novità - precisa Petralli lo scritto ha recuperato moltissimo rispetto ad un recente passato quando si dava per ‘disperso’: con gli sms e con la posta elettronica, si è ripreso a scrivere a piene mani”. Scongiurato l’avvento di una società appiattita sull’immagine, oggi la forma scritta, seppur un po’ desacralizzata, ha ripreso a camminare. “Direi che è leggera: gli sms sono pur sempre un messaggio scritto, sebbene abbreviato, veloce, poco curato. Il problema vero è che la scrittura non va molto d’accordo con la leggerezza, con la noncuranza. Si rischia di fare guai. Amo ripetere che ‘pesare’ e ‘pensare’ hanno la stretta etimologia, bisognerebbe soppesare quello che si scrive”. E se nel mondo si comunica di più, poi bisogna vedere la qualità, il peso della comunicazione, il senso delle relazioni. “È vero, molto spesso c’è molto cicaleccio”, commenta Petralli, che aggiunge: “In questo contesto la lingua italiana che è lingua viva, dinamica, ha assorbito tantissimo anche perché è una lingua aperta. Alcuni direbbero ‘sbracata’ per caratterizzare l’accettazione indiscriminata di tutto quello che le arriva addosso”. Ma che può guardare al futuro con ottimismo: “È una lingua straordinariamente viva e plastica, dispone di una serie di dialetti regionali (fra cui il ‘ticinese’) che l’arricchiscono in continuazione. Può giocare su questa doppia valenza, globale e locale. L’importante è che da parte italiana ci sia più consapevolezza di essere portatori di una grande lingua di cultura, non solo rivolta verso il passato, ma che guarda al presente e al futuro”. [email protected] Q@clem_mazzetta LAGIOVANE Amanda Rückert, deputata in parlamento, tra il saper vivere il presente e le aspettative dell’impegno pubblico “IO AMO VIVERE, QUI E ORA, IN POLITICA PERÒ È DIVERSO” gni attimo che segue l’altro è già futuro. È futuro domani o tra vent’anni”, dice Amanda Rückert, 25enne deputata leghista in gran Consiglio. “A seconda dell’ambito della vita ho un approccio diverso verso il futuro. Dal punto di vista personale preferisco vivere nel presente, che è la sintesi tra passato e futuro, il punto di equilibrio tra queste due dimensioni canoniche del nostro tempo. Hic et nunc, dicevano i latini: qui e ora. In politica, invece, pensare al futuro è fondamentale. È necessario immaginarselo e proiettarsi in esso. Così come possedere una certa lungimiranza e immaginare al Paese che vorremmo trovassero i nostri nipoti e pronipoti”. Cosa si augura da un punto di vista personale per il futuro? “Professionalmente ho molti sogni, ma mi lascerò sorprendere dalle occasioni. Non ho “O fretta e so che il mio impegno politico dovrà articolarsi sul medio-lungo termine, senza farmi eccessive illusioni che potrebbero trasformarsi in delusioni”. ‘ La Svizzera Se si ha passione per il proprio Paese, è sbagliato porsi dei limiti. Io voglio dare il massimo. Sempre e comunque E dal profilo professionale? “Mi sono messa in testa quando avevo otto anni di studiare diritto, perché volevo fare l’avvocato, anche se allora non capivo bene cosa significasse. Poi sono stata in passeggiata scolastica a Bellinzona, ero in quinta elementare, e lì ho deciso che volevo fare il consigliere di Stato. Ma crescendo, qualsiasi professione immaginassi per il mio futuro passava sempre e comunque dallo studio del diritto. Così, ho studiato diritto e ora, finalmente, lavoro per diventare avvocato”. Sul fronte, invece, dell’impegno politico quali sono le sue aspettative? “Se si ama il proprio Paese e si ha la passione per la politica, credo che sia sbagliato porsi limiti. Da parte mia voglio continuare a dare il massimo nel mio impegno a favore del mio Paese. E visto che ho parlato di occasioni, così chiamiamo gli eventi che cambiano la nostra vita, vorrei citare un verso di Eugenio Montale, dalla raccolta Le occasioni e che parla del tempo: Penso che se tu muovi la lancetta al piccolo orologio che rechi al polso, tutto arretrerà dentro un disfatto prisma babelico di forme e di colori”. c.c. Lettera a un bambino che sta per nascere Caro Diario, con l’ultimo foglio di questo 2012 voglio far pervenire, a mezzo tuo, una letterina a un Bambino Sconosciuto che sta per nascere, come quell’Altro Bambino di Betlemme, venuto a portarci la buona notizia. Anche oggi, purtroppo, dopo duemila anni si continua a venire al mondo in condizioni di estrema povertà, spesso senza neppure il fiato caldo dell’asino e del bue (se pure c’erano nella capanna). NON FARTI ILLUSIONI, Bambino Sconosciuto: troverai una Terra che a parole ama l’infanzia, ma nei fatti la calpesta e la massacra ogni giorno. E non solo con le stragi periodiche, come quella recente di Newton. In questo periodo in cui i cuccioli d’uomo, almeno alle nostre latitudini, sono fatti segno di attenzione e benevolenza speciali, voglio ricordare, Bambino Sconosciuto, che rappresenti tutti i piccoli del pianeta, tutte le morti silenziose di cui nessuno parla più, l’innocenza violentata, i delitti quotidiani che si consumano sulla tua pelle e sulla tua anima. Dappertutto nel mondo tu diventi la maggiore vittima dell’ingiustizia e dell’odio che purtroppo ancora vi regnano: lo sterminio per mancanza di acqua, cibo e medicine; per le guerre in cui la morte dei bambini è cinicamente messa nel conto quale spiacevole ma ineluttabile “effetto collaterale”… Lo si è visto ancora pochi giorni fa a Nangarhar, nell’Afghanistan, con dieci bambine morte su una mina antiuomo. VOGLIO poi metterti in guardia da tanti altri tipi di violenza che ti minacciano, se per caso nascerai in una società ipernutrita e tecnologicamente avanzata. Guardati dagli orchi che spesso si annidano tra le stesse pareti domestiche. Troverai una tremenda solitudine, pur sommerso dagli abiti firmati e dagli ultimi videogiochi. Ti toccherà vivere e giocare nel cemento, perché i prati se li è mangiati la speculazione edilizia. Le tue giornate saranno piene di impegni programmati dai grandi. Un’altra cosa voglio dirti: diffida del permissivismo e della condiscendenza che genitori e insegnanti ti riservano sempre e comunque, di quei “no” fermi che ti vengono negati e che sono invece decisivi per crescere e diventare una persona responsabile con le idee chiare su cosa è bene e cosa è male… NON POSSO nasconderti altri motivi di tristezza quali il clima di angoscia e di paura in cui spesso dovrai vivere, i discorsi degli adulti che parlano solo di crisi economica, di politica corrotta, di mancanza di futuro… Così si uccidono il tuo stupore e la tua meraviglia, la fiducia che un mondo più giusto e più bello sia possibile e che il bene alla fine trionferà, come nelle favole che più nessuno ha il tempo di raccontarti. Sii comunque benvenuto, Bambino Sconosciuto! Il mio augurio è che tu impari presto la libertà, di vivere e anche di sbagliare da solo.