Rischio trichine legato al consumo di carne fresca e dei prodotti
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Rischio trichine legato al consumo di carne fresca e dei prodotti
Rischio trichine legato al consumo di carne fresca e dei prodotti trasformati La Trichinellosi o trichinosi è una zoonosi parassitaria alimentare provocata da nematodi del genere Trichinella. Tutte le specie di questo genere possono infestare i mammiferi, soprattutto i carnivori (ospiti principali del parassita), i roditori e gli onnivori come il maiale e il cinghiale e occasionalmente gli erbivori come il cavallo. L'uomo si infesta principalmente mangiando carne di maiale ma, negli ultimi 50 anni, si è compreso che anche carne di altre specie, come cinghiale, cavallo, e in misura marginale di orso e volpe, può veicolare la trichinosi. Recenti statistiche rendono noto che i mercati mondiali delle carni sono in continua espansione. Carne suina In particolare il numero di capi di suini allevati è raddoppiato dalla metà degli anni 60 ad oggi. Nel 2004, anche se la produzione di carne suina a livello di Europa a 15 si è mantenuta sostanzialmente stabile (incremento complessivo pari allo 0,4% rispetto al 2003), gli andamenti a livello dei singoli Stati hanno mostrato ampia variabilità (Germania +2,4%, Spagna –2,4%, Francia stabile) e l’Italia è stato il paese che ha registrato, sia in termini di materia prima che di prodotto fresco trasformato, gli incrementi produttivi più alti (+3% rispetto al 2003). L’andamento della produzione, delle importazioni e dei consumi di carne suina nell’ultimo decennio in Italia è riportato nel grafico 1, mentre nella tabella 1 è riportato il numero di suini macellati in Italia e nelle singole regioni. produzione importazione consumo migliaia di t onnellat e 2000 1500 1000 500 Grafico 1: produzione, importazione e consumo medio di carne suina fresca e trasformata in Italia. Fonte dati ISTAT. 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 0 Macellazioni di suini in Italia REGIONI Anno 2003 Anno 2004 N° capi Peso (q) N° capi Peso (q) Piemonte 1.051.316 1.594.643 901.501 1.442.455 Valle d'Aosta 236 356 236 337 Lombardia 4.422.512 7.038.903 4.567.873 7.095.248 Trentino –Alto Adige 37.546 46.719 37.193 47.590 Bolzano-Bozen 11.260 11.059 9.215 9.278 Trento 26.286 35.660 27.978 38.312 Veneto 735.617 1.166.522 592.468 913.279 Friuli- Venezia Giulia 109.532 169.889 104.771 156.635 Liguria 977 1.272 1.003 1.246 Emilia- Romagna 3.504.735 5.610.634 3.859.749 6.194.425 Toscana 306.774 419.699 298.190 403.393 Umbria 353.173 535.931 347.492 525.040 Marche 250.198 380.849 210.196 322.785 Lazio 501.946 767.498 501.068 764.589 Abruzzo 389.086 508.521 400.657 510.066 Molise 33.373 43.541 32.252 40.924 Campania 432.801 560.468 374.184 482.220 Puglia 99.368 111.548 97.518 114.489 Basilicata 73.012 88.026 55.941 65.976 Calabria 236.484 260.624 198.704 217.674 Sicilia 195.425 183.789 201.208 196.851 Sardegna 841.996 415.216 800.972 402.751 ITALIA 13.576.107 19.904.648 13.583.176 19.897.973 Nord 9.862.471 15.628.938 10.064.794 15.851.215 Centro 1.412.091 2.103.977 1.356.946 2.015.807 Mezzogiorno 2.301.545 2.171.733 2.161.436 2.030.951 Tabella 1: numero di capi di suini macellati in Italia e nelle singole regioni.. Fonte dati ISTAT. Nell’ambito del consumo di carne suina la rilevanza delle importazioni dai paesi dell’U.E e dai paesi terzi è confermata dall’incremento del 25% registrato nell’ultimo decennio, passando da 695 migliaia di tonnellate di carne importate nel 1994 a 926 importate nel 2004. Recentemente in diversi paesi tra i principali esportatori di carni in genere e suine in particolare, si sono registrati vari casi di infezione da Trichinella negli animali (suini, cinghiali e cavallo) e nell’uomo. Basse percentuali di Trichinella sono state rinvenute in suini domestici (in Finlandia, Francia, Lituania, Polonia, Slovacchia e Spagna) e in carne di cavallo (in Francia). Percentuali più elevate di infezioni da Trichinella sono state riscontrate in cinghiali selvatici: nella sola Polonia si sono avuti ben 240 casi. Consumo carne cinghiale (t ) Le infezioni umane più recenti sono state invece registrate in Francia, Danimarca, Germania, Lituania, Spagna e Polonia, passando dai 3 casi della Francia ai 172 della Polonia. Al graduale aumento della produzione e delle importazioni corrisponde un altrettanto regolare incremento dei consumi (grafico n. 1). Infatti in Italia il consumo pro capite di carne suina tra fresca e trasformata è salito dai 27 Kg del 1994 ai 30,8 Kg del 2004. Oltre alle carni suine, anche quelle di cinghiale e di cavallo sono considerate a rischio di trasmissione di Trichine. Carne di cinghiale In Italia è stata accertata la presenza, in continua crescita, di 661 allevamenti di cinghiale per complessivi 14.095 capi. La regione con il maggior numero di capi è la Toscana con 4.194 capi. Seguono in ordine d'importanza il Piemonte con circa 3.000 capi, il Lazio con 1.739 capi, l’ Abruzzo con 964 capi, la Calabria con 803 capi, l'Umbria con 796 capi e la Liguria con 524 capi. Tra le tipologie di allevamento molto diffuso è quello allo stato libero che favorisce una maggiore prolificità della razza; questo crea non pochi problemi per i danni che l'animale arreca all'agricoltura e soprattutto per i pericoli sanitari. Attualmente la produzione di carne di cinghiale è di 2.550 t a peso vivo. Alla produzione nazionale di carne di cinghiale vanno aggiunte le importazioni, che vengono calcolate attorno alle 1.500-2.000 tonnellate (grafico 2) . 9 8 7 6 8,5 5 4 3 2 1 0 1,65 1,5 Allevamenti I mpor tazi one Cacci a Provenienza Grafico 2: consumo di carne di cinghiale in riferimento alla provenienza . Fonte dati www.unipr.it Si tratta per circa il 20% di prodotto fresco e per l’80% di prodotto congelato. La lontananza delle fonti di approvvigionamento porta a scegliere il prodotto congelato, viceversa nelle importazioni dai paesi europei, ed in particolare nei periodi di caccia, si tratta più frequentemente di prodotto fresco. Non sono quindi animali allevati ma cacciati allo stato libero. Si stima che la carne importata provenga per il 40% dall’Australia (carne congelata), per il 20% dall’Ungheria e dalla Slovenia, per la rimanente quota da altri paesi dell’Europa dell’Est. Il prodotto d'importazione lascia a desiderare per la qualità, spesso a causa della provenienza da animali vecchi, da scarti di trofei di caccia, da animali abbattuti per problemi di salute dovuti non di rado a infezioni da trichinella. Carne di cavallo Per quanto riguarda la carne di cavallo, in Italia sono macellati circa 200.000 capi l’anno per lo più provenienti dall’est. Negli ultimi 25 anni sono stati riportati in Francia e in Italia circa 3000 casi di infezione umana dovuti all'ingestione di carne di cavallo contaminata da trichine. Prodotti trasformati I prodotti trasformati derivati dalle carni costituiscono una categoria ampia e diversificata, sia per la natura del prodotto che per il processo tecnologico di trasformazione (figura 1). Nonostante le differenze, si può parlare in generale di carni curate, cioè prodotti le cui caratteristiche organolettiche e la conservabilità dipendono, in misura più o meno elevata, dal concorso di più circostanze : abbassamento del pH per fermentazione lattica; abbassamento dell’attività dell’acqua (aw) per effetto dell’aggiunta di sale e della disidratazione che accompagna la stagionatura; condizioni termo-igrometriche che ricorrono nei vari stadi della preparazione, generalmente favorevoli a microrganismi utili e sfavorevoli a quelli dannosi; produzione in situ di sostanze ad attività antimicrobica più o meno positiva; eventuale additivazione di sostanze selettivamente antimicrobiche; conseguenze chimico fisiche dell’eventuale affumicamento. Le principali tipologie si salumi Italiani derivanti da carni prevalentemente suine, di cinghiale e in alcuni casi di cavallo sono riportate nello schema seguente. Le principali tipologie di salumi Italiani Salumi a rischio di trichine (lavorazione a crudo) Prosciutto crudo Salame Speck Bresaola (di cavallo) Coppa Pancetta Lardo Coppiette (di cavallo o suino) Salumi non a rischio di trichine (lavorazione con cottura) Prosciutto cotto Mortadella Zampone Cotechino Wurstel Ciccioli Porchetta Sia il consumo di carni fresche consumate crude o poco cotte, che quello di salumi la cui tecnologia di produzione non comporti trattamenti con il calore costituisce per l’uomo un potenziale rischio di contaminazione da Trichine qualora le carni utilizzate non siano state dichiarate sane. Infatti la materia prima non è preventivamente risanata e il parassita eventualmente presente non può essere eliminato. Va comunque precisato che le carni a rischio sono quelle di animali allevati allo stato brado o in piccole aziende dove la possibilità di contatto con animali selvatici, fonte di contaminazione da trichine, è più elevata. Salumi non insaccati Salatura, aromatizzazione e massaggiatura (in modalità differenti a seconda del prodotto finale) Consegna della carcassa Temperatura interna Sezionamento e selezione parti Carni fresche poco contaminate; assenza di discolorazione, di odori anomali, non DFP; pulite da coaguli, ghiandole, tendini, cartilagini, lividi. Temperatura interna 7°C (idealmente =4,5°). Evitare contaminazione incrociate. Appropriata pulizia e disinfezione di ambienti, superfici, attrezzature ed utensili Raffreddamento Temperatura interna 2°C. Auspicabile una temperatura a –3°C Sminuzzamento Appropriata pulizia e disinfezione di attrezzature ed utensili. Rispetto delle dimensioni della farcia. Lavorazione separata del magro e del grasso. Miscelazione ingredienti Distribuzione uniforme degli ingredienti (sale,glucidi, additivi, spezie), evitando “overmixing” comportante estrazione delle proteine e spalmatura del grasso. 7°C; pH 6,0; origine certificata Inoculo starter Eventualmente reidratato con acqua distillata sterile. Insaccatura Idealmente sotto vuoto. In ogni caso esclude l’aria. Maturazione o fermentazione Dai 15 ai 25 °C,con U.R. di circa 90% per 2 o 3 giorni. Insaccati crudi Insaccati cotti Affumicamento (eventuale) Primo riscaldamento a 50°C Affumicatura a 75°C Cottura in stufa o per immersione (72-78°C) Tutela dei consumatori dal rischio di consumo di carni contaminate da Trichine, La Commissione Internazionale sulla Trichinellosi (ITC) riconosce la validità di tre metodi di trattamento al fine di rendere le carni sicure, se non altrimenti provate di essere prive da infezione di Trichinella. Questi metodi includono cottura; congelamento; l’irradiazione. Per l’inattivazione con la cottura di larve di Trichinella spiralis devono essere seguite le seguenti raccomandazioni: Metodi per l’inattivazione con la cottura di larve di Trichinella spiralis nei suini Temperatura minima Tempo interna minimo ( °C ) ( °F ) 49.0 120 21 h 50.0 122 9.5 h 51.1 124 4.5 h 52.2 126 2h 53.4 128 1h 54.5 130 30 min 55.6 132 15 min 56.7 134 6 min 57.8 136 3 min 58.9 138 2 min 60.0 140 1 min 61.1 142 1 min 62.2 144 istante Tutte le parti dei tessuti muscolari devono essere cotte in accordo con le combinazioni di tempo/ temperatura riportate in Tabella. I tempi e le temperature devono essere monitorate da uno strumento di registrazione calibrato. Il tempo per far raggiungere al prodotto temperature da 24.5 a 49°C non dovrebbero eccedere le 2 h a meno che il prodotto non sia affumicato o fatto fermentare. Il tempo, in combinazione con le temperature di 58,962,2°C, non necessita di essere monitorato se lo spessore minimo del prodotto è 5 cm e la refrigerazione del prodotto non inizia entro 5 min. dal raggiungimento dei 58.9°C. Devono essere adottate procedure che assicurino la giusta cottura di tutte le parti del prodotto. E’ importante che salsicce, coscio di maiale e altri prodotti rimangano interamente sommersi durante la cottura in acqua. Inoltre, i pezzi più grandi e quelli che sono circondati da altri pezzi di carne, nonché i pezzi posti nella parte più fredda dell’armadio di riscaldamento, siano inclusi nei test sulla temperatura. In assenza di sistemi di controllo e monitoraggio di tempo/ temperatura, un indicatore generale di sicurezza è dato dalla variazione del colore e della struttura della carne durante il processo di cottura. Un cambio di colore dal rosa al grigio ed un cambio della struttura tale che le fibre muscolari siano facilmente separabili, indicano che la carne è sicura per il consumo. La legislazione europea esclusivamente per le carni di suino, approva il congelamento della carne in condizioni di temperatura e tempo ufficialmente controllati. L’inattivazione delle larve di trichinella spiralis nei suini è assicurata dal congelamento commerciale a secco o congelamento controllato, al centro del pezzo di carne, in accordo con i tempi e le temperature specificate in tabella. Inoltre le stanze o i compartimenti contenenti prodotti sotto Metodi per l’inattivazione con il congelamento di larve di Trichinella congelamento devono essere equipaggiati con termometri precisi posti sopra il livello più alto dove il prodotto spiralis nei suini sottoposto al trattamento viene conservato e lontani da Temperature minime Tempo serpentine refrigeranti. interne minimo In assenza di sistemi per il controllo e il monitoraggio di ( °C ) ( °F ) tempo/ temperatura, i consumatori devono assicurarsi che -17.8 0 106 h i tagli di carne fino a 15 cm di spessore siano congelati -20.6 -5 82 h (almeno a -15°C) per non meno di 3 settimane e che i -23.3 -10 63 h tagli di carne fino a 69 cm di spessore siano congelati -26.1 -15 48 h (almeno a –15°C) per non meno di 4 settimane. -28.9 -20 35 h L'efficacia del congelamento è messa però in dubbio -31.7 -25 22 h dall'esistenza di specie di Trichinella resistenti al freddo, -34.3 -30 8h riscontrate per lo più in equini ed animali selvatici come i -37.2 -35 30 min cinghiali per lo più provenienti dai paesi dell’est dove queste specie sono più diffuse. Sebbene le specie di Trichinella resistenti al congelamento hanno una bassa infettività per i suini, queste infezioni non possono essere ignorate in quelle nelle aree (es. latitudini nordiche) dove queste specie del parassita sono endemiche. Potrebbero dunque essere necessarie differenti combinazioni di tempo/temperatura per l'inattivazione di tali specie. Tra queste quelle attualmente conosciute sono Trichinella nativa, altamente adattata alla trasmissione tra i carnivori selvatici delle zone artiche e sub-artiche della regione olartica, e Trichinella T6, che può essere trovata nelle regioni neartiche, Trichinella britovi si trova nelle regioni temperate dell'Eurasia ed è stata occasionalmente trasmessa all'uomo soprattutto dalla carne suina, di cinghiale e di cavallo. L’ITC considera l’irradiazione, a livelli dimostrati di inattivare Trichinella, un metodo accetabile per rendere le carni sicure per l’alimentazione umana in quei paesi dove l’irradiazone è permessa. E’ raccomandata comunque solo per cibo confezionato. I processi di affumicatura e salatura non sono raccomandati per il controllo di Trichinella nelle carni di suini, cavalli o animali selvatici. Benché singoli studi di validazione hanno mostrato che diverse combinazioni di sale, temperatura, e tempi di essiccamento inattivano Trichinella, i metodi di affumicatura e la salatura sono difficili da controllare con sicurezza. Pertano, nella preparazione di prodotti affumicati o salati si raccomanda di utilizzare esclusivamente carni ispezionate o certificate libere da Trichinella. This document was created with Win2PDF available at http://www.win2pdf.com. The unregistered version of Win2PDF is for evaluation or non-commercial use only. This page will not be added after purchasing Win2PDF.