rischi e precauzioni riguardo la trichinella nella macellazione
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rischi e precauzioni riguardo la trichinella nella macellazione
RISCHI E PRECAUZIONI RIGUARDO LA TRICHINELLA NELLA MACELLAZIONE DOMESTICA DEL MAIALE Figura 1: www.mondosardegna.it I suini allevati per il consumo familiare sono statisticamente piu’ a rischio rispetto ai suini allevati nei moderni stabilimenti intensivi nei confronti della Trichinella. I primi infatti sono allevati in piccole aziende solitamente allo stato brado con conseguente possibilità di contatto con le fonti d’infestione piu’ comuni (selvatici, roditori, mangimi contaminati, etc..). Il recente focolaio di Trichinellosi in Sardegna è stato causato proprio dal consumo di salsicce derivanti da un maiale allevato al pascolo. La Trichinellosi è una malattia sporadica, che tuttavia si contraddistingue per un numero consistente di soggetti per focolaio che presentano sintomatologia anche grave. DISPOSIZIONI LEGISLATIVE La macellazione a domicilio è ancora regolata dal Regio Decreto 20.12.1928 n.3298 art. 13, che obbliga i privati che intendono macellare in ambiente domestico (ai fini del solo autoconsumo) a effettuare una domanda all’autorità comunale per ottenere l‘autorizzazione. A tale proposito devono comunicare il giorno in cui intendono macellare al veterinario che stabilirà l’ora della visita e della macellazione, allo scopo di poter effettuare una corretta ispezione delle carni. Le successive Circolari n.95 del 14 settembre 1950 e n.87 del 27 agosto 1952 della Presidenza del consiglio dei ministri (Alto commissariato per l’Igiene e per la sanità pubblica) prescrivono letteralmente il controllo veterinario post-mortem di determinati visceri ed organi. Il veterinario ufficiale quindi è tenuto ad effettuare il prelievo muscolare per effettuare l’esame per la ricerca delle Trichine e in caso di presenza del parassita dichiarerà le carni non idonee al consumo umano. In ogni caso, le carni saranno destinate unicamente al consumo in ambito familiare. ACCORGIMENTI E PRECAUZIONI Coloro che allevano maiali per il consumo familiare possono ridurre il rischio da infestione da Trichine attraverso vari accorgimenti che partono dalle modalità di allevamento. E’ importante evitare che il maiale venga a contatto con animali selvatici o carcasse di questi; è quindi utile limitare la zona dove vengono allevati i suini in modo da non permettere l’accesso ad animali esterni. Ciò è valido sia per il luogo dove risiedono gli animali, sia per i luoghi dove questo viene lasciato pascolare (per quanto sia possibile). Sempre per la stessa ragione dovrebbero essere messi in atto sistemi per impedire il contatto con i ratti (ospiti della Trichinella) o quanto meno evitare il contatto di questi ultimi con mangime destinato al maiale. Il mangime destinato all’animale dovrebbe essere di provenienza accertata e conservato in modo tale da essere inaccessibile ad altri animali. Figura 2: www.cumbafonzu.com La macellazione domestica, anche se finalizzata al consumo familiare, per essere effettuata deve essere notificata all’autorità comunale; di conseguenza il veterinario ufficiale provvederà al momento dell’ispezione a prelevare il campione per effettuare l’esame per la ricerca di Trichine. L’esito negativo dell’esame non da adito a dubbi riguardo l’assenza di Trichine nelle carni. L’individuazione della Trichinella ad occhio nudo nelle carni è impossibile; le larve del parassita hanno infatti dimensioni microscopiche e perciò visibili solo con mezzi ottici ad ingrandimento. Le carni possono essere tuttavia trattate in modo tale da poter eliminare forme larvali presenti. Le larve presenti nel muscolo sono infatti sensibili al calore e perciò una buona cottura le rende inattive. (Vedi Tabella). E’ pratica comune quella di utilizzare le carni di maiale macellato in casa per la preparazione di prodotti a base di carne cruda quali insaccati, prosciutti, capicollo, etc.. Per produrre tali alimenti le carni non vengono cotte e perciò sono a rischio; i trattamenti di macinatura, salagione, aggiunta di sostanze tramite la concia, stagionatura, affumicamento ed essiccazione non garantiscono l’uccisione del parassita e perciò non sono sicuri. Non sono rari infatti i casi di Trichinellosi umana conseguente al consumo di salumi preparati con carni di animali affetti da Trichinella. Data la quantità notevole di carne che si ottiene attraverso la macellazione di uno o piu’ capi di Figura 2: www.portalepienza.it maiale, la famiglia tende solitamente a congelarne la maggior parte; il congelamento è un trattamento che può sanificare le carni infestate e renderle sicure. Le specie di Trichinella piu’ comunemente implicate in casi di tossinfezione nel nostro paese sono infatti sensibili al freddo e un congelamento a –15 C per 4 settimane è per alcuni autori sicuramente risolutivo (Vedi Tabella). I normali congelatori domestici riescono solitamente a sviluppare temperature idonee per trattamenti del genere. RESISTENZA AL FREDDO DELLA TRICHINELLA IN CARNI DI SUINO Temperature minime interne Tempo minimo ( °C ) Spessore carni minore 15 cm Spessore carni maggiore 15 cm -15 -23 -29 20 giorni 10 giorni 6 giorni 30 giorni 20 giorni 12 giorni METODI PER L’INATTIVAZIONE CON LA COTTURA DI LARVE DI TRICHINELLA SPIRALIS NEI SUINI Temperatura minima interna ( °C ) 49.0 50.0 51.1 52.2 53.4 54.5 55.6 56.7 57.8 58.9 60.0 61.1 62.2 Tempo minimo 21 h 9.5 h 4.5 h 2h 1h 30 min 15 min 6 min 3 min 2 min 1 min 1 min istante This document was created with Win2PDF available at http://www.win2pdf.com. 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