No. 62 Dicembre 2012
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No. 62 Dicembre 2012
No. 62 Dicembre 2012 Cooperativa consumatori e produttori del biologico CP 207, 6593 Cadenazzo Tel. 091 785 40 15 [email protected] www.conprobio.ch Cari tutti, siamo alle conclusioni di un altro anno che per la ConProBio è scivolato via senza particolari difficoltà. Mi stupisce sempre tanta fedeltà a un ideale come il nostro: altre sollecitazioni più facili sono aumentate nel tempo attorno a noi eppure il nostro modello resta sempre un riferimento importante per le nostre famiglie ma anche per altri gruppi che hanno a cuore territorio e alimentazione. Dicevo che l’anno è scivolato via senza incagli particolari ma questo non significa che quanto messo sul tavolo delle discussioni abbia trovato sempre le giuste risposte. Il nodo dell’olio di palma è tutt’altro che risolto, le grandi aziende che commerciano questo prodotto stanno dandosi da fare per certificare come ecologiche coltivazioni che lasciano ampi margini di dubbio. Stiamo raccogliendo documentazioni, per quanto possibile, che metteremo a disposizione sul Bio in Casa. A volte non è facile coniugare biologico con ecologico ma c’è chi cerca strade coerenti anche se non sempre facili. Penso a un nostro panettiere pasticcere che sta cercando alternative all’olio di palma e che per Natale può offrirci un biscotto buono e giusto. Leggete attentamente la lista delle offerte settimanali per sostenere un’iniziativa che nel nostro piccolo ha un importante significato, un vero biscotto ConProBio. Buone Feste da tutto il Comitato! Marchio garanziaAIAB Italia e Qualità Lavoro per gli agrumi Agrinova Bio 2000 Marchio garanziaAIAB Italia e Qualità Lavoro per gli agrumi di Agrinova Bio 2000. Grazie all’accordo tra AIAB e l’O.P. Agrinova Bio 2000 arriveranno sulle tavole dei consumatori migliaia di tonnellate di agrumi bio, prodotti da 28 operatori siciliani aderenti all’Organizzazione di Produttori Agrinova. I due marchi promossi da AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, sono frutto di anni disciplinari che garantiscono l’italianità del prodotto bio (Marchio garanziaAIAB) ed il rispetto del diritto dei lavoratori, come il Qualità Lavoro, marchio creato e diffuso insieme a UILA, l’Unione Italiana Lavoratori Agroalimentari. “Siamo particolarmente soddisfatti per questa fondamentale adesione che consideriamo come il primo passo verso la creazione di una filiera agrumicola nazionale a marchio garanziaAIAB Italia e Qualità Lavoro, consapevoli del fatto che questa, più di altre filiere, sia difficoltosa da realizzare, tanto più nell’ottica dell’etica del lavoro.” afferma Caterina Santori, responsabile del settore promozione e servizi di AIAB. L’O.P. Agrinova Bio 2000 è uno dei principali produttori di agrumi biologici presenti sul territorio nazionale, con oltre 300 ettari di superficie coltivata. Le varietà maggiormente rappresentate, coltivate prevalentemente nella provincia di Catania in aziende di grandezza media inferiore agli 8 ettari, sono le arance rosse Tarocco, Moro, Sanguinello e le arance bionde Navelina, W. Navel, Ovale, Lane Late, Valencia Late, commercializzate per il 70% nei mercati esteri europei. “L’esperienza ultra decennale acquisita dall’O.P. Agrinova Bio 2000 - Ha dichiarato Maria De Grazia, Presidente della O.P. Agrinova Bio 2000 - ha portato l’azienda a voler comunicare maggiormente la propria produzione di eccellenza, richiedendo ed utilizzando ora i marchi garanziaAIAB Italia e Qualità Lavoro, che abbiamo valutato qualifichino ancor di più la missione della nostra Associazione di produttori nella diffusione e nella valorizzazione delle produzioni biologiche siciliane in un contesto di sostenibilità non solo economica ma anche di rispetto della legalità, di sviluppo di un’agricoltura socialmente responsabile e di compatibilità ambientale.” 28 APRILE 2013 festa ConProBio presso il Mercato Coperto di Giubiasco Riservate la data! Se avete delle idee o voglia di collaborare non esitate ad annunciarvi! AGRICOLTURA BIOLOGICA E TRADIZIONALE La confusione fra la differenza dell’agricoltura biologica e tradizionale, è purtroppo sovente presente nei media. Parecchi giornali pubblicano articoli provenienti da svariati enti più o meno competenti, che giudicano arbitrariamente i valori dei diversi metodi di produzione agricola. Leggevo ultimamente su “20 Minuti”, edizione del 14 settembre, che ancora una volta si fa grande confusione fra la differenza valori dei prodotti agricoli biologici e quelli tradizionali. Infatti, l’università di Stanford afferma col suo articolo apparso a pagina 25, che la sola differenza fra i due sistemi di coltivazione sta solo nel contenere meno residui di agenti chimici nei prodotti biologici. Ora, in qualità di agronomo ecologico, mi sento il dovere di smentire tale affermazione incompleta e diffamatoria. Il lettore dovrebbe essere informato sulla vera differenza fra un prodotto bio e uno tradizionale e non su un solo argomento isolato. Per esempio e per essere breve, asserisco che il fatto di produrre in modo biologico va ben oltre alla sola rinuncia all’uso della chimica. Faccio alcuni esempi: Per produrre un solo kg di azoto nitrico (fertilizzante) occorrono circa 3 kg di petrolio. E per produrre un ha (10’000m2) di lattuga occorrono circa 80 kg di azoto nitrico corrispondenti a 240 kg di petrolio, mentre in agricoltura biologica si somministra questa quantità azotata solamente con fertilizzanti naturali come letame, composto, leguminose seguite da sovesci, ecc. Nel mondo si coltivano milioni di ha di lattuga e simili ogni anno, con un consumo di petrolio enorme e con i relativi effetti inquinanti. Per riscaldare le serre fuori stagione si consumano migliaia di tonnellate di olio di riscaldamento, mentre in agricoltura biologica si coltivano solo prodotti di stagione, rinunciando al riscaldamento forzato. Altro esempio: La consociazione biologica delle specie coltivate fa risparmiare sia concime che antiparassitari. Il divieto assoluto di coltivare su suoli derivati dalla disastrosa deforestazione giustifica un maggiore rispetto ecologico. Quanta energia si adopera per deforestare milioni di ha, e con quale futuro si continuerà in questo modo? Un terreno deforestato rimane fertile per pochissimi anni, poi il deserto prenderà il suo posto! Se poi si osserva l’aspetto della manipolazione genetica (OGM) il tutto va a favore della coltivazione biologica. Ho visto personalmente irrorare con aeroplani, campi di cotone con pesticidi tossici, non rispettando la presenza di bambini che giocavano nei campi o nelle loro vicinanze. Altri bambini preparavano esche di pesticida, mescolato con crusca, zucchero e acqua, con le mani nude! Per loro sfortuna, nessuno raccomandava loro di lavare le mani dopo il lavoro! E per gli allevamenti animali? Le esigenze bio sono molto più strette e severe di quelle tradizionali, infatti nel mondo si allevano ancora animali in batterie anguste in condizioni di puro sfruttamento economico. La somministrazione di letame suino aromatizzato con prodotti appetenti, non è permessa nell’allevamento suinicolo in agricoltura biologica. Persone competenti mi hanno detto che tale pratica non è rara in America latina. L’uso scriteriato degli antibiotici nel mangime che è permesso al mondo non è tollerato in agricoltura biologica. Se si misurasse il tenore di ferro e di thiamina nei prodotti bio e si confrontassero con quelli ottenuti in modo tradizionale, si noterebbero enormi differenze a favore dalla coltivazione biologica. La lista delle argomentazioni, come si può leggere è molto più lunga della solo citazione dei trattamenti chimici e questo smentisce il misero argomento dell’Università di Stanford… Per fortuna che gli agricoltori svizzeri che coltivano sia in modo tradizionale che biologico, sono molto rispettosi delle direttive emanate dall’OFAG e che certe pratiche usuali altrove, non sfiorano nemmeno le loro menti. Quando si acquistano prodotti agricoli, occorrerebbe anche pensare che non è solo il prezzo a far pendere la bilancia verso una scelta. Ci vorrebbe più spazio a disposizione per elencare le argomentazioni a favore del bio, ma la cosa migliore da fare sarebbe quella di visitare le aziende biologiche, degustare i loro prodotti e trarne le dovute considerazioni. Sergio Gobbin, Agronomo, Breganzona Novità e curiosità per l'orticello famigliare. Cosa non si legge sui libri? Come posso avere zucchero nel mio orticello? La pianta della longevità cresce sul mio balcone? Come posso influenzare la germinazione dei semi col pensiero positivo? E altro ancora... Per saperne di più contattatemi. [email protected] oppure 079 621 55 56 Crostata di farina di castagne dal ricettario di Paolo Bassetti dosi per 4 persone Per la pasta frolla 100 g di farina di castagne ticinesi,100 g di farina bianca,100 g di burro a temperatura ambiente,130 g di zucchero,2 tuorli d'uovo,1 pizzico di sale,1/2 bustina di lievito Per il ripieno 400 g di ricotta,2 uova,100 g di zucchero,6 biscotti secchi,150 g di cioccolato fondente a scaglie,2 cucchiai di rum,1/2 bustina di lievito Per lo stampo Burro, farina Preparate la pasta frolla e mettetela a riposare 30 minuti in frigorifero. Aggiungete alla ricotta lo zucchero, i tuorli di 2 uova, il lievito, il rum e il cioccolato fondente e mescolate bene fino ad ottenere un composto omogeneo. Montate gli albumi a neve e incorporateli al composto facendo attenzione a non smontarli. Tirate la pasta frolla e rivestite una tortiera di 24 cm di diametro imburrata e infarinata, ricoprite il fondo con i biscotti secchi sbriciolati e riempitela con il composto di ricotta. Con gli avanzi di pasta formate un reticolato, infine cuocete la torta nel forno già caldo a 190 gradi per 50 minuti. Gnocchi di castagne dal ricettario di Paolo Bassetti dosi per 4 persone 1 kg di patate bollite, 200 g di farina di castagne ticinesi, 2 uova, burro, sale. Lessare le patate, sbucciarle e passarle ancora calde. Incorporare al purè la farina di castagne, 40 g di burro e le uova. Impastare il tutto fino ad ottenere una pasta elastica, formare gli gnocchi. Portare a bollore abbondante acqua leggermente salata, versarvi gli gnocchi uno ad uno, lasciandoli bollire qualche minuto: quando vengono a galla ritirarli con la schiumarola. Condire con burro fuso. CAVOLO RAPA Il cavolo rapa è una varietà di cavolo dal fusto commestibile e ingrossato, verde o porpora. Le sue foglie, di color verde pallido, sono lobate in basso. La parte inferiore del fusto, ingrossata, assomiglia ad una grossa rapa, di cui ricorda anche il sapore. Le varietà precoci hanno un sapore più delicato e possono essere coltivate in serra o all’aperto, se non esiste pericolo di gelo. Le varietà tardive si prestano ad una conservazione più lunga. Il cavolo rapa appartiene alla famiglia delle Crocifere ed è diffuso soprattutto nell’Italia meridionale. Il cavolo rapa crudo può essere preparato in insalata o, se tagliato a listarelle, gustato con delle salsine. Per prepararlo come verdura o in minestra, rosolarlo o cuocerlo al vapore. Il cavolo rapa farcito (cuocerlo dapprima brevemente al vapore) rappresenta un piatto molto gustoso. Il cavolo rapa, ricco di vitamine, può essere addentato come una mela. Carpaccio di Cavolo Rapa 1 cavolo rapa, olio extra vergine di oliva, sale rosa, pepe (o paprika dolce), aceto balsamico Sbucciare il cavolo rapa. Tagliarlo a fettine sottili sottili e disporle su un piatto. Salare e pepare a piacere. Far scorrere un filo d’olio sulle fettine e cospargere con gocciole di aceto balsamico. Insalata di Cavolo Rapa Cavolo rapa, carote, noci, mele, maionese, sale, limone Scottare il cavolo rapa in acqua salata bollente per 10 minuti, lasciarlo raffreddare e poi tagliarlo a julienne. Tagliare a julienne anche le carote, le mele a fettine. Mescolare infine tutti gli ingredienti. Cavolo Rapa soffocato 4 cavoli rapa, 80 g burro, zucchero, poca farina bianca, mezzo bicchiere di panna, sale, pepe Mondare i cavoli rapa, lavarli e tagliarli a dadi. Mettere in una casseruola il burro e una cucchiaiata di zucchero, lasciarlo leggermente caramellare, poi unire i dadi di cavolo rapa; spolverizzarli con una cucchiaiata di farina, salarli, peparli e farli rosolare mescolandoli spesso. Irrorarli con un bicchiere di acqua fredda e cuocerli per circa un'ora a recipiente coperto; unire di tanto in tanto un po' d'acqua affinché la preparazione non bruci. A fine cottura versare sui cavoli rapa la panna, mescolare con cura e lasciare insaporire per un momento, poi servire la preparazione ben bollente. Renzo Cattori I CEREALI ANTICHI Quando si parla di cereali antichi ci si riferisce in modo abbastanza generico a dei cereali che non sono stati sottoposti a procedimenti di miglioramento genetico o di selezione troppo spinti (come l'irradiazione tramite scorie nucleari) per aumentarne le rese di coltivazione, e che hanno pertanto conservato le loro caratteristiche nutrizionali e organolettiche originali. Rispetto ai cereali frutto di moderne selezioni, i cereali antichi presentano un più alto contenuto di proteine, sali minerali e vitamine, e risultano molto più digeribili. Il più conosciuto di questi cereali è sicuramente il Kamut, che per molti rappresenta una valida alternativa al grano duro, e del quale in commercio si trovano sia paste che prodotti da forno. Il successo commerciale del Kamut ha attirato l'attenzione anche delle grosse industrie alimentari che si stanno accaparrando praticamente tutta la materia prima disponibile sul mercato. Il problema del Kamut è infatti che viene coltivato solo in Nord America e gli importatori europei hanno deciso di dare la preferenza ai grossi nomi della pasta italiana, tagliando le forniture ai piccoli produttori come la Cooperativa La Terra e il Cielo. Non tutti i mali vengono però per nuocere, poiché tale carenza ci dà ora l'occasione di riscoprire altri grani antichi con caratteristiche altrettanto valide e soprattutto coltivati in Italia (= filiera corta). Proprio La Terra e il Cielo ha infatti iniziato da alcuni anni un progetto per riportare in commercio alcuni di questi cereali antichi ed ha portato avanti delle prove colturali con tre varietà: il Grano Etrusco, il Grano Senatore Cappelli e il Grano Taganrog. Il Grano Etrusco è stato abbandonato già dopo due anni per le enormi difficoltà di coltivazione, mentre il Taganrog e il Senatore Cappelli hanno dato delle rese tali da permetterne la trasformazione in pasta. Il grano Taganrog Il grano duro Taganrog è un cereale introdotto in Italia dall’omonima città sul Mare d’Azov nel XVIII secolo, al fine di migliorare le qualità delle semole utilizzate per la produzione di pasta. Rispetto ai moderni frumenti duri il grano duro Taganrog presenta un eccezionale contenuto di proteine, lipidi e sali minerali. Si caratterizza, inoltre, per spighe molto lunghe, culmi (fusti) alti circa 130 cm e per la ridotta produttività: 18 quintali per ettaro in media contro i 30-35 quintali per ettaro di un normale grano duro in coltivazione biologica. Da un grano duro di eccellente qualità come il Taganrog nasce una pasta di semola ad alto contenuto proteico, fragrante e dorata che profuma delicatamente di mollica di pane, con un’eccellente tenuta di cottura. Il Senatore Cappelli Si chiama così, in onore del senatore abruzzese Raffaele Cappelli, promotore nei primi del '900 della riforma agraria che ha portato alla distinzione tra grani duri e teneri. E' un frumento duro, ottenuto per selezione genealogica in Puglia attorno al 1915. Per decenni è stata la coltivazione più diffusa nel Sud e nelle Isole, un primato mantenuto fino al diffondersi delle varietà più produttive e più basse. Il frumento Cappelli è infatti un grano che ha caratteristiche particolari: le sue spighe sono di un caldo colore biondo cenere, alte più di un metro e ottanta centimetri, hanno lunghi baffi neri ed il chicco vitreo molto grande. La notevole altezza ha reso questa varietà difficile da coltivare perché a rischio di continuo allettamento (il coricamento dovuto al vento o alla pioggia). Dal Senatore Cappelli, con un valore proteico sul secco di quasi il 17%, nasce una pasta speziata che profuma intensamente come una fetta di pane cotto a legna, fragrante e forte con una perfetta tenuta di cottura. Stefano Cattori - Linea Bio Verde AGRINATURA Agrinatura è un'azienda agricola biologica situata a nord di Bari tra la città di Andria e il sito di Castel del Monte, a 20 km dal mare. Si estende su una superficie di oltre 200 ettari ed appartiene alla famiglia di Giancarlo Ceci da otto generazioni. Nel 1988, con l'obiettivo di continuare le tradizioni agricole famigliari nel pieno rispetto dell'ambiente, Giancarlo converte l'azienda al metodo di produzione biologico. Tra i pionieri dell'agricoltura biologica e grazie al fatto di essersi convertita con l'intera superficie aziendale, Agrinatura è anche tra le prime aziende italiane ad ottenere la certificazione Bio Suisse all'inizio degli anni '90. Il desiderio di crescere nel rispetto dell'ambiente ha continuato ad accompagnare Agrinatura nella sua evoluzione, e l'ultima sfida che ha affrontato è l'avvio della conversione all'agricoltura biodinamica. L'azienda da sempre cerca di valorizzare al massimo la superficie a disposizione coltivando tutte le produzioni tipiche della Puglia: ortaggi invernali (broccoli, cavoli, finocchi, sedano, indivia), ortaggi estivi (pomodori, susine, meloni, angurie), uva da tavola e da vino e olive. Nell'ultimo decennio inoltre Agrinatura ha investito molto sulla trasformazione dei suoi prodotti direttamente nell'azienda. Oggi, oltre al frantoio che è sempre stato parte dell'azienda, dispone anche di una impianto per la produzione di salse di pomodoro e di una cantina per la vinificazione. Tutta l'energia elettrica necessaria è prodotta da un impianto fotovoltaico entrato in funzione nel 2011. L’olio d’oliva Il frantoio di Agrinatura consente una lavorazione in linea evitando un inutile e prolungato contatto con l’aria e pertanto l’insorgere di processi ossidativi. La molitura delle olive avviene in tempi ristretti, al massimo entro le ventiquattro ore dal raccolto. La varietà di oliva maggiormente coltivata in azienda è la “coratina”. Le sue spiccate caratteristiche antiossidanti, il suo elevato contenuto in polifenoli ed il suo sapore particolarmente deciso danno un olio dal sapore fruttato molto apprezzato dagli intenditori. Oltre al "fruttato" prodotto unicamente con oliva coratina, Agrinatura produce anche un'olio dal sapore più delicato miscelando con la coratina olive delle varietà "leccino" e "ogliarola". I KRAUTI Già da molti secoli i krauti hanno i loro appassionati nelle più disparate regioni del globo, tra le quali Francia, Germania, Italia e addirittura Cina e Stati Uniti. I tipi di preparazione sono molteplici. Impatti positivi dei krauti, rispettivamente di loro singole componenti sulla salute, vengono sempre nuovamente analizzati scientificamente. I krauti, oltre a contenere molte fibre, poche calorie (17kcal per 100 g) e diversi valori nutritivi sono ricchi in vitamina C (100 g contengono 1/3 del fabbisogno giornaliero), B1 e B2. Torta di formaggio e krauti ingredienti per una teglia del diametro di 18 cm 300 g krauti crudi 1 pz porro 120 g formaggio tipo gruyère grattugiato 100 g cubetti di pancetta 1 pasta sfoglia 2.5 dl latte 2.5 dl panna 3 uova sale, pepe, noce moscata Tagliare i krauti in modo grossolano. Tagliare il porro a pezzettini quindi mescolare con il formaggio grattugiato, i cubetti di pancetta e i krauti. Ricoprire la teglia con la sfoglia, con una forchetta fare dei buchetti. Cospargere con il miscuglio di krauti. Mischiare il latte con la panna e le uova e versare sull’impasto. Cuocere nel forno preriscaldato a 210º per ca 45-50 minuti. Spätzli di krauti ingredienti per 4-6 persone 500 g krauti crudi 500 g di spätzli freschi 1 carota grande 1 sedano rapa (ca 130 g) 1 porro sale, pepe, noce moscata, curry 2-3 spicchi aglio 1 C burro 6 dl latte 2 dl panna 1 mz erba cipollina Pulire le verdure e tagliare a julienne (striscioline sottili), tritare l’aglio. In una teglia scaldare il burro e cuocere porro, carote e sedano rapa. Aggiungere i krauti e l’aglio e cuocere brevemente. Aggiungere il latte e la panna e condire con sale, pepe, noce moscata e curry. Aggiungere gli spätzli e scaldare brevemente. Cospargere con erba cipollina. Trovate altre informazioni e ulteriori ricette sui krauti in tedesco e francese sul sito www.schweizer-sauerkraut.ch LA CINA ESPANDE LA PRODUZIONE DI VERDURA E FRUTTA IN AFRICA A Pechino si è tenuto recentemente il 5° Forum della Cooperazione tra Cina e Africa (FOCAC), durante il quale è stato annunciato che la Cina investirà 20 miliardi di dollari nel settore agricolo africano. Il volume degli investimenti cinesi degli ultimi anni è cresciuto: dal 2009 ad oggi si parla di un aumento del 60%. Alla fine del 2011, gli investimenti diretti nel settore agricolo africano hanno raggiunto quasi i 15 miliardi di dollari. Sono 2.000 le aziende cinesi che in qualche modo svolgono la loro attività in Africa e vi investono ingenti risorse. Il loro obiettivo è quello di creare infrastrutture agricole adeguate e trasformare l'Africa in un importante fornitore di prodotti agricoli. Così facendo, il continente africano potrebbe diventare un attore fondamentale del mercato alimentare globale. Se prendiamo in considerazione i cambiamenti globali del clima, e la conseguente brusca modifica delle condizioni colturali, questa politica cinese appare molto lungimirante. Attualmente, la Cina è il principale partner commerciale dell'Africa. Il fatturato tra questi due partner ha superato i 166 miliardi di dollari. In diversi paesi del continente africano la Cina sta aprendo centri dimostrativi sulle opportunità della moderna agricoltura. Gli specialisti cinesi contano su un notevole progresso da parte dell'Africa per quanto riguarda i volumi di verdura e frutta prodotti. Fonte: visitchina.ru Farina bona La farina bona, prodotta con mais dell’Azienda La Colombera, viene ora venduta con la certificazione Gemma Bio Suisse. Biscotti farina bona I biscotti di farina bona sono molto apprezzati dai nostri consumatori e dato che ci sono a disposizione tutti gli ingredienti bio per produrli, abbiamo chiesto a Paul Forni di effettuare per la ConProBio delle produzioni bio. Tutti gli ingredienti dei biscotti saranno in futuro biologici ma al momento il biscotto non è ancora certificato bio. CONSEGNE DURANTE LE FESTIVITÀ 2012/2013 La ConProBio non effettuerà consegne la settimana 52/2012 (24-28 dicembre). La settimana 1/2013 le consegne di martedì 1 gennaio verranno posticiapate a mercoledì 2 gennaio mentre le consegne di mercoledì 2 gennaio, giovedì 3 gennaio e venerdì 4 gennaio verranno effettuate regolarmente. potete ordinare FONDUE CHINOISE carne di manzo - CHF 57.00/kg presso l’azienda La Colombera di S. Antonino tel. 091 858 21 70 Per problemi di trasporto non possiamo inviare tramite la distribuzione settimanale carne già affettata per la Chinoise. Potete però ritirarla direttamente presso l'azienda su riservazione. Buon Appetito! PER LE FESTE LA CONPROBIO PROPONE - salmone da allevamento biologico dall’Irlanda affettato in buste da 400 g o intero in confezioni da ca 1 kg - tacchini e faraone da allevamento biologico - una vasta scelta di “idee regalo” (vedi listino all’interno del Bio in Casa) Trovate tutte le informazioni anche sul sito www.conprobio.ch