No. 62 Dicembre 2012

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No. 62 Dicembre 2012
No. 62
Dicembre 2012
Cooperativa consumatori
e produttori del biologico
CP 207, 6593 Cadenazzo
Tel. 091 785 40 15
[email protected]
www.conprobio.ch
Cari tutti,
siamo alle conclusioni di un altro anno che per la
ConProBio è scivolato via senza particolari
difficoltà. Mi stupisce sempre tanta fedeltà a un
ideale come il nostro: altre sollecitazioni più facili
sono aumentate nel tempo attorno a noi eppure il
nostro modello resta sempre un riferimento
importante per le nostre famiglie ma anche per
altri gruppi che hanno a cuore territorio e
alimentazione.
Dicevo che l’anno è scivolato via senza incagli
particolari ma questo non significa che quanto
messo sul tavolo delle discussioni abbia trovato
sempre le giuste risposte.
Il nodo dell’olio di palma è tutt’altro che risolto, le
grandi aziende che commerciano questo prodotto
stanno dandosi da fare per certificare come
ecologiche coltivazioni che lasciano ampi margini
di dubbio. Stiamo raccogliendo documentazioni,
per quanto possibile, che metteremo a
disposizione sul Bio in Casa. A volte non è facile
coniugare biologico con ecologico ma c’è chi
cerca strade coerenti anche se non sempre facili.
Penso a un nostro panettiere pasticcere che sta
cercando alternative all’olio di palma e che per
Natale può offrirci un biscotto buono e giusto.
Leggete attentamente la lista delle offerte
settimanali per sostenere un’iniziativa che nel
nostro piccolo ha un importante significato, un
vero biscotto ConProBio.
Buone Feste da tutto il Comitato!
Marchio garanziaAIAB Italia e Qualità Lavoro per gli agrumi Agrinova
Bio 2000
Marchio garanziaAIAB Italia e Qualità Lavoro per gli agrumi di Agrinova Bio 2000.
Grazie all’accordo tra AIAB e l’O.P. Agrinova Bio 2000 arriveranno sulle tavole dei
consumatori migliaia di tonnellate di agrumi bio, prodotti da 28 operatori siciliani
aderenti all’Organizzazione di Produttori Agrinova.
I due marchi promossi da AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, sono
frutto di anni disciplinari che garantiscono l’italianità del prodotto bio (Marchio
garanziaAIAB) ed il rispetto del diritto dei lavoratori, come il Qualità Lavoro, marchio
creato e diffuso insieme a UILA, l’Unione Italiana Lavoratori Agroalimentari.
“Siamo particolarmente soddisfatti per questa fondamentale adesione che
consideriamo come il primo passo verso la creazione di una filiera agrumicola
nazionale a marchio garanziaAIAB Italia e Qualità Lavoro, consapevoli del fatto che
questa, più di altre filiere, sia difficoltosa da realizzare, tanto più nell’ottica dell’etica del
lavoro.” afferma Caterina Santori, responsabile del settore promozione e servizi di
AIAB.
L’O.P. Agrinova Bio 2000 è uno dei principali produttori di agrumi biologici presenti sul
territorio nazionale, con oltre 300 ettari di superficie coltivata. Le varietà maggiormente
rappresentate, coltivate prevalentemente nella provincia di Catania in aziende di
grandezza media inferiore agli 8 ettari, sono le arance rosse Tarocco, Moro,
Sanguinello e le arance bionde Navelina, W. Navel, Ovale, Lane Late, Valencia Late,
commercializzate per il 70% nei mercati esteri europei.
“L’esperienza ultra decennale acquisita dall’O.P. Agrinova Bio 2000 - Ha dichiarato
Maria De Grazia, Presidente della O.P. Agrinova Bio 2000 - ha portato l’azienda a
voler comunicare maggiormente la propria produzione di eccellenza, richiedendo ed
utilizzando ora i marchi garanziaAIAB Italia e Qualità Lavoro, che abbiamo valutato
qualifichino ancor di più la missione della nostra Associazione di produttori nella
diffusione e nella valorizzazione delle produzioni biologiche siciliane in un contesto di
sostenibilità non solo economica ma anche di rispetto della legalità, di sviluppo di
un’agricoltura socialmente responsabile e di compatibilità ambientale.”
28 APRILE 2013
festa ConProBio
presso il Mercato Coperto di Giubiasco
Riservate la data! Se avete delle idee o
voglia di collaborare non esitate
ad annunciarvi!
AGRICOLTURA BIOLOGICA E TRADIZIONALE
La confusione fra la differenza dell’agricoltura biologica e tradizionale, è purtroppo
sovente presente nei media.
Parecchi giornali pubblicano articoli provenienti da svariati enti più o meno
competenti, che giudicano arbitrariamente i valori dei diversi metodi di produzione
agricola.
Leggevo ultimamente su “20 Minuti”, edizione del 14 settembre, che ancora una
volta si fa grande confusione fra la differenza valori dei prodotti agricoli biologici e
quelli tradizionali.
Infatti, l’università di Stanford afferma col suo articolo apparso a pagina 25, che la
sola differenza fra i due sistemi di coltivazione sta solo nel contenere meno residui di
agenti chimici nei prodotti biologici.
Ora, in qualità di agronomo ecologico, mi sento il dovere di smentire tale
affermazione incompleta e diffamatoria.
Il lettore dovrebbe essere informato sulla vera differenza fra un prodotto bio e uno
tradizionale e non su un solo argomento isolato.
Per esempio e per essere breve, asserisco che il fatto di produrre in modo biologico
va ben oltre alla sola rinuncia all’uso della chimica.
Faccio alcuni esempi:
Per produrre un solo kg di azoto nitrico (fertilizzante) occorrono circa 3 kg di petrolio.
E per produrre un ha (10’000m2) di lattuga occorrono circa 80 kg di azoto nitrico
corrispondenti a 240 kg di petrolio, mentre in agricoltura biologica si somministra
questa quantità azotata solamente con fertilizzanti naturali come letame, composto,
leguminose seguite da sovesci, ecc.
Nel mondo si coltivano milioni di ha di lattuga e simili ogni anno, con un consumo di
petrolio enorme e con i relativi effetti inquinanti.
Per riscaldare le serre fuori stagione si consumano migliaia di tonnellate di olio di
riscaldamento, mentre in agricoltura biologica si coltivano solo prodotti di stagione,
rinunciando al riscaldamento forzato.
Altro esempio:
La consociazione biologica delle specie coltivate fa risparmiare sia concime che
antiparassitari.
Il divieto assoluto di coltivare su suoli derivati dalla disastrosa deforestazione
giustifica un maggiore rispetto ecologico. Quanta energia si adopera per deforestare
milioni di ha, e con quale futuro si continuerà in questo modo? Un terreno
deforestato rimane fertile per pochissimi anni, poi il deserto prenderà il suo posto!
Se poi si osserva l’aspetto della manipolazione genetica (OGM) il tutto va a favore
della coltivazione biologica.
Ho visto personalmente irrorare con aeroplani, campi di cotone con pesticidi tossici,
non rispettando la presenza di bambini che giocavano nei campi o nelle loro
vicinanze. Altri bambini preparavano esche di pesticida, mescolato con crusca,
zucchero e acqua, con le mani nude! Per loro sfortuna, nessuno raccomandava loro
di lavare le mani dopo il lavoro!
E per gli allevamenti animali?
Le esigenze bio sono molto più strette e severe di quelle tradizionali, infatti nel
mondo si allevano ancora animali in batterie anguste in condizioni di puro
sfruttamento economico. La somministrazione di letame suino aromatizzato con
prodotti appetenti, non è permessa nell’allevamento suinicolo in agricoltura
biologica.
Persone competenti mi hanno detto che tale pratica non è rara in America latina.
L’uso scriteriato degli antibiotici nel mangime che è permesso al mondo non è
tollerato in agricoltura biologica.
Se si misurasse il tenore di ferro e di thiamina nei prodotti bio e si confrontassero
con quelli ottenuti in modo tradizionale, si noterebbero enormi differenze a favore
dalla coltivazione biologica.
La lista delle argomentazioni, come si può leggere è molto più lunga della solo
citazione dei trattamenti chimici e questo smentisce il misero argomento
dell’Università di Stanford…
Per fortuna che gli agricoltori svizzeri che coltivano sia in modo tradizionale che
biologico, sono molto rispettosi delle direttive emanate dall’OFAG e che certe
pratiche usuali altrove, non sfiorano nemmeno le loro menti.
Quando si acquistano prodotti agricoli, occorrerebbe anche pensare che non è solo
il prezzo a far pendere la bilancia verso una scelta.
Ci vorrebbe più spazio a disposizione per elencare le argomentazioni a favore del
bio, ma la cosa migliore da fare sarebbe quella di visitare le aziende biologiche,
degustare i loro prodotti e trarne le dovute considerazioni.
Sergio Gobbin, Agronomo, Breganzona
Novità e curiosità per l'orticello famigliare. Cosa non si legge sui libri? Come
posso avere zucchero nel mio orticello? La pianta della longevità cresce sul mio
balcone? Come posso influenzare la germinazione dei semi col pensiero
positivo? E altro ancora...
Per saperne di più contattatemi.
[email protected] oppure 079 621 55 56
Crostata di farina di castagne
dal ricettario di Paolo Bassetti
dosi per 4 persone
Per la pasta frolla
100 g di farina di castagne ticinesi,100 g di farina bianca,100 g di burro a temperatura
ambiente,130 g di zucchero,2 tuorli d'uovo,1 pizzico di sale,1/2 bustina di lievito
Per il ripieno
400 g di ricotta,2 uova,100 g di zucchero,6 biscotti secchi,150 g di cioccolato fondente
a scaglie,2 cucchiai di rum,1/2 bustina di lievito
Per lo stampo
Burro, farina
Preparate la pasta frolla e mettetela a riposare 30 minuti in frigorifero.
Aggiungete alla ricotta lo zucchero, i tuorli di 2 uova, il lievito, il rum e il cioccolato
fondente e mescolate bene fino ad ottenere un composto omogeneo.
Montate gli albumi a neve e incorporateli al composto facendo attenzione a non
smontarli.
Tirate la pasta frolla e rivestite una tortiera di 24 cm di diametro imburrata e infarinata,
ricoprite il fondo con i biscotti secchi sbriciolati e riempitela con il composto di ricotta.
Con gli avanzi di pasta formate un reticolato, infine cuocete la torta nel forno già caldo
a 190 gradi per 50 minuti.
Gnocchi di castagne
dal ricettario di Paolo Bassetti
dosi per 4 persone
1 kg di patate bollite, 200 g di farina di castagne ticinesi, 2 uova, burro, sale.
Lessare le patate, sbucciarle e passarle ancora calde.
Incorporare al purè la farina di castagne, 40 g di burro e le uova.
Impastare il tutto fino ad ottenere una pasta elastica, formare gli gnocchi.
Portare a bollore abbondante acqua leggermente salata, versarvi gli gnocchi uno ad
uno, lasciandoli bollire qualche minuto: quando vengono a galla ritirarli con la
schiumarola.
Condire con burro fuso.
CAVOLO RAPA
Il cavolo rapa è una varietà di cavolo dal fusto
commestibile e ingrossato, verde o porpora. Le sue foglie,
di color verde pallido, sono lobate in basso. La parte
inferiore del fusto, ingrossata, assomiglia ad una grossa
rapa, di cui ricorda anche il sapore. Le varietà precoci
hanno un sapore più delicato e possono essere coltivate in
serra o all’aperto, se non esiste pericolo di gelo. Le varietà
tardive si prestano ad una conservazione più lunga. Il
cavolo rapa appartiene alla famiglia delle Crocifere ed è
diffuso soprattutto nell’Italia meridionale. Il cavolo rapa
crudo può essere preparato in insalata o, se tagliato a listarelle, gustato con delle
salsine. Per prepararlo come verdura o in minestra, rosolarlo o cuocerlo al vapore. Il
cavolo rapa farcito (cuocerlo dapprima brevemente al vapore) rappresenta un piatto
molto gustoso. Il cavolo rapa, ricco di vitamine, può essere addentato come una
mela.
Carpaccio di Cavolo Rapa
1 cavolo rapa, olio extra vergine di oliva, sale rosa, pepe (o paprika dolce), aceto
balsamico
Sbucciare il cavolo rapa. Tagliarlo a fettine sottili sottili e disporle su un piatto. Salare
e pepare a piacere. Far scorrere un filo d’olio sulle fettine e cospargere con gocciole
di aceto balsamico.
Insalata di Cavolo Rapa
Cavolo rapa, carote, noci, mele, maionese, sale, limone
Scottare il cavolo rapa in acqua salata bollente per 10 minuti, lasciarlo raffreddare e
poi tagliarlo a julienne. Tagliare a julienne anche le carote, le mele a fettine.
Mescolare infine tutti gli ingredienti.
Cavolo Rapa soffocato
4 cavoli rapa, 80 g burro, zucchero, poca farina bianca, mezzo bicchiere di panna,
sale, pepe
Mondare i cavoli rapa, lavarli e tagliarli a dadi. Mettere in una casseruola il burro e
una cucchiaiata di zucchero, lasciarlo leggermente caramellare, poi unire i dadi di
cavolo rapa; spolverizzarli con una cucchiaiata di farina, salarli, peparli e farli
rosolare mescolandoli spesso. Irrorarli con un bicchiere di acqua fredda e cuocerli
per circa un'ora a recipiente coperto; unire di tanto in tanto un po' d'acqua affinché la
preparazione non bruci. A fine cottura versare sui cavoli rapa la panna, mescolare
con cura e lasciare insaporire per un momento, poi servire la preparazione ben
bollente.
Renzo Cattori
I CEREALI ANTICHI
Quando si parla di cereali antichi ci si riferisce in modo abbastanza generico a dei cereali che
non sono stati sottoposti a procedimenti di miglioramento genetico o di selezione troppo spinti
(come l'irradiazione tramite scorie nucleari) per aumentarne le rese di coltivazione, e che
hanno pertanto conservato le loro caratteristiche nutrizionali e organolettiche originali.
Rispetto ai cereali frutto di moderne selezioni, i cereali antichi presentano un più alto
contenuto di proteine, sali minerali e vitamine, e risultano molto più digeribili. Il più conosciuto
di questi cereali è sicuramente il Kamut, che per molti rappresenta una valida alternativa al
grano duro, e del quale in commercio si trovano sia paste che prodotti da forno.
Il successo commerciale del Kamut ha attirato l'attenzione anche delle grosse industrie
alimentari che si stanno accaparrando praticamente tutta la materia prima disponibile sul
mercato. Il problema del Kamut è infatti che viene coltivato solo in Nord America e gli
importatori europei hanno deciso di dare la preferenza ai grossi nomi della pasta italiana,
tagliando le forniture ai piccoli produttori come la Cooperativa La Terra e il Cielo. Non tutti i
mali vengono però per nuocere, poiché tale carenza ci dà ora l'occasione di riscoprire altri
grani antichi con caratteristiche altrettanto valide e soprattutto coltivati in Italia (= filiera corta).
Proprio La Terra e il Cielo ha infatti iniziato da alcuni anni un progetto per riportare in
commercio alcuni di questi cereali antichi ed ha portato avanti delle prove colturali con tre
varietà: il Grano Etrusco, il Grano Senatore Cappelli e il Grano Taganrog. Il Grano Etrusco è
stato abbandonato già dopo due anni per le enormi difficoltà di coltivazione, mentre il
Taganrog e il Senatore Cappelli hanno dato delle rese tali da permetterne la trasformazione
in pasta.
Il grano Taganrog
Il grano duro Taganrog è un cereale introdotto in Italia dall’omonima città sul Mare d’Azov nel
XVIII secolo, al fine di migliorare le qualità delle semole utilizzate per la produzione di pasta.
Rispetto ai moderni frumenti duri il grano duro Taganrog presenta un eccezionale contenuto
di proteine, lipidi e sali minerali. Si caratterizza, inoltre, per spighe molto lunghe, culmi (fusti)
alti circa 130 cm e per la ridotta produttività: 18 quintali per ettaro in media contro i 30-35
quintali per ettaro di un normale grano duro in coltivazione biologica.
Da un grano duro di eccellente qualità come il Taganrog nasce una pasta di semola ad alto
contenuto proteico, fragrante e dorata che profuma delicatamente di mollica di pane, con
un’eccellente tenuta di cottura.
Il Senatore Cappelli
Si chiama così, in onore del senatore abruzzese Raffaele Cappelli, promotore nei primi del
'900 della riforma agraria che ha portato alla distinzione tra grani duri e teneri. E' un frumento
duro, ottenuto per selezione genealogica in Puglia attorno al 1915. Per decenni è stata la
coltivazione più diffusa nel Sud e nelle Isole, un primato mantenuto fino al diffondersi
delle varietà più produttive e più basse. Il frumento Cappelli è infatti un grano che ha
caratteristiche particolari: le sue spighe sono di un caldo colore biondo cenere, alte più di un
metro e ottanta centimetri, hanno lunghi baffi neri ed il chicco vitreo molto grande. La
notevole altezza ha reso questa varietà difficile da coltivare perché a rischio di
continuo allettamento (il coricamento dovuto al vento o alla pioggia).
Dal Senatore Cappelli, con un valore proteico sul secco di quasi il 17%, nasce una pasta
speziata che profuma intensamente come una fetta di pane cotto a legna, fragrante e forte
con una perfetta tenuta di cottura.
Stefano Cattori - Linea Bio Verde
AGRINATURA
Agrinatura è un'azienda agricola biologica situata a nord di Bari tra la città di Andria e il
sito di Castel del Monte, a 20 km dal mare. Si estende su una superficie di oltre 200
ettari ed appartiene alla famiglia di Giancarlo Ceci da otto generazioni. Nel 1988, con
l'obiettivo di continuare le tradizioni agricole famigliari nel pieno rispetto dell'ambiente,
Giancarlo converte l'azienda al metodo di produzione biologico. Tra i pionieri
dell'agricoltura biologica e grazie al fatto di essersi convertita con l'intera superficie
aziendale, Agrinatura è anche tra le prime aziende italiane ad ottenere la certificazione
Bio Suisse all'inizio degli anni '90. Il desiderio di crescere nel rispetto dell'ambiente ha
continuato ad accompagnare Agrinatura nella sua evoluzione, e l'ultima sfida che ha
affrontato è l'avvio della conversione all'agricoltura biodinamica.
L'azienda da sempre cerca di valorizzare al massimo la superficie a disposizione
coltivando tutte le produzioni tipiche della Puglia: ortaggi invernali (broccoli, cavoli,
finocchi, sedano, indivia), ortaggi estivi (pomodori, susine, meloni, angurie), uva da
tavola e da vino e olive.
Nell'ultimo decennio inoltre Agrinatura ha investito molto sulla trasformazione dei suoi
prodotti direttamente nell'azienda. Oggi, oltre al frantoio che è sempre stato parte
dell'azienda, dispone anche di una impianto per la produzione di salse di pomodoro e
di una cantina per la vinificazione. Tutta l'energia elettrica necessaria è prodotta da un
impianto fotovoltaico entrato in funzione nel 2011.
L’olio d’oliva
Il frantoio di Agrinatura consente una lavorazione in linea evitando un inutile e
prolungato contatto con l’aria e pertanto l’insorgere di processi ossidativi. La molitura
delle olive avviene in tempi ristretti, al massimo entro le ventiquattro ore dal raccolto.
La varietà di oliva maggiormente coltivata in azienda è la “coratina”. Le sue spiccate
caratteristiche antiossidanti, il suo elevato contenuto in polifenoli ed il suo sapore
particolarmente deciso danno un olio dal sapore fruttato molto apprezzato dagli
intenditori. Oltre al "fruttato" prodotto unicamente con oliva coratina, Agrinatura
produce anche un'olio dal sapore più delicato miscelando con la coratina olive delle
varietà "leccino" e "ogliarola".
I KRAUTI
Già da molti secoli i krauti hanno i loro appassionati nelle più disparate regioni del
globo, tra le quali Francia, Germania, Italia e addirittura Cina e Stati Uniti. I tipi di
preparazione sono molteplici. Impatti positivi dei krauti, rispettivamente di loro singole
componenti sulla salute, vengono sempre nuovamente analizzati scientificamente.
I krauti, oltre a contenere molte fibre, poche calorie (17kcal per 100 g) e diversi valori
nutritivi sono ricchi in vitamina C (100 g contengono 1/3 del fabbisogno giornaliero), B1
e B2.
Torta di formaggio e krauti
ingredienti per una teglia del diametro di 18 cm
300 g krauti crudi
1 pz porro
120 g formaggio tipo gruyère grattugiato
100 g cubetti di pancetta
1 pasta sfoglia
2.5 dl latte
2.5 dl panna
3 uova
sale, pepe, noce moscata
Tagliare i krauti in modo grossolano. Tagliare il porro a pezzettini quindi mescolare con
il formaggio grattugiato, i cubetti di pancetta e i krauti.
Ricoprire la teglia con la sfoglia, con una forchetta fare dei buchetti. Cospargere con il
miscuglio di krauti.
Mischiare il latte con la panna e le uova e versare sull’impasto.
Cuocere nel forno preriscaldato a 210º per ca 45-50 minuti.
Spätzli di krauti
ingredienti per 4-6 persone
500 g krauti crudi
500 g di spätzli freschi
1 carota grande
1 sedano rapa (ca 130 g)
1 porro
sale, pepe, noce moscata, curry
2-3 spicchi aglio
1 C burro
6 dl latte
2 dl panna
1 mz erba cipollina
Pulire le verdure e tagliare a julienne (striscioline sottili), tritare l’aglio. In una teglia
scaldare il burro e cuocere porro, carote e sedano rapa. Aggiungere i krauti e l’aglio e
cuocere brevemente. Aggiungere il latte e la panna e condire con sale, pepe, noce
moscata e curry. Aggiungere gli spätzli e scaldare brevemente. Cospargere con erba
cipollina.
Trovate altre informazioni e ulteriori ricette sui krauti in tedesco e francese sul
sito www.schweizer-sauerkraut.ch
LA CINA ESPANDE LA PRODUZIONE DI VERDURA E FRUTTA IN
AFRICA
A Pechino si è tenuto recentemente il 5° Forum della Cooperazione tra Cina e Africa
(FOCAC), durante il quale è stato annunciato che la Cina investirà 20 miliardi di dollari
nel settore agricolo africano.
Il volume degli investimenti cinesi degli ultimi anni è cresciuto: dal 2009 ad oggi si
parla di un aumento del 60%. Alla fine del 2011, gli investimenti diretti nel settore
agricolo africano hanno raggiunto quasi i 15 miliardi di dollari.
Sono 2.000 le aziende cinesi che in qualche modo svolgono la loro attività in Africa e vi
investono ingenti risorse. Il loro obiettivo è quello di creare infrastrutture agricole
adeguate e trasformare l'Africa in un importante fornitore di prodotti agricoli. Così
facendo, il continente africano potrebbe diventare un attore fondamentale del mercato
alimentare globale. Se prendiamo in considerazione i cambiamenti globali del clima, e
la conseguente brusca modifica delle condizioni colturali, questa politica cinese appare
molto lungimirante.
Attualmente, la Cina è il principale partner commerciale dell'Africa. Il fatturato tra
questi due partner ha superato i 166 miliardi di dollari. In diversi paesi del continente
africano la Cina sta aprendo centri dimostrativi sulle opportunità della moderna
agricoltura. Gli specialisti cinesi contano su un notevole progresso da parte dell'Africa
per quanto riguarda i volumi di verdura e frutta prodotti.
Fonte: visitchina.ru
Farina bona
La farina bona, prodotta con mais dell’Azienda La Colombera, viene ora venduta con
la certificazione Gemma Bio Suisse.
Biscotti farina bona
I biscotti di farina bona sono molto apprezzati dai nostri consumatori e dato che ci
sono a disposizione tutti gli ingredienti bio per produrli, abbiamo chiesto a Paul Forni di
effettuare per la ConProBio delle produzioni bio.
Tutti gli ingredienti dei biscotti saranno in futuro biologici ma al momento il biscotto non
è ancora certificato bio.
CONSEGNE DURANTE LE FESTIVITÀ 2012/2013
La ConProBio non effettuerà consegne
la settimana 52/2012 (24-28 dicembre).
La settimana 1/2013 le consegne di martedì 1 gennaio
verranno posticiapate a mercoledì 2 gennaio mentre le
consegne di mercoledì 2 gennaio, giovedì 3 gennaio e
venerdì 4 gennaio verranno effettuate regolarmente.
potete ordinare
FONDUE CHINOISE
carne di manzo - CHF 57.00/kg
presso l’azienda La Colombera di S. Antonino
tel. 091 858 21 70
Per problemi di trasporto non possiamo inviare
tramite la distribuzione settimanale carne già
affettata per la Chinoise. Potete però ritirarla
direttamente presso l'azienda su riservazione.
Buon Appetito!
PER LE FESTE LA CONPROBIO PROPONE
- salmone da allevamento biologico dall’Irlanda
affettato in buste da 400 g o intero in confezioni da
ca 1 kg
- tacchini e faraone da allevamento biologico
- una vasta scelta di “idee regalo” (vedi listino
all’interno del Bio in Casa)
Trovate tutte le informazioni anche sul sito www.conprobio.ch