emanuele di palma - Occhioparlante.it

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EMANUELE DI PALMA
La crisi? La prognosi è ancora riservata...
I
mesi che hanno sconvolto il mondo
ridisegnando nuovi equilibri, dopo la
grande crisi dell’economia e della
finanza sono ormai alle spalle? E soprattutto, cosa ci attende nel futuro prossimo?
Per offrire ai nostri Lettori un quadro maggiormente chiaro, soprattutto in chiave
territoriale, abbiamo incontrato il Direttore
Generale della Banca di Credito Cooperativo San Marzano di San Giuseppe, Emanuele di Palma.
Direttore, il peggio è passato?
Per usare un’espressione medica, possiamo
certamente dire che la prognosi è ancora
riservata. La crisi che ha travolto il pianeta, partendo dal default della finanza e
incidendo negativamente sull’economia
reale continua a imporre i propri ritmi
alla ripresa che si annuncia lenta, difficile
e controversa. Man mano che si quantificano i danni si è costretti a spostare i tempi
del recupero sempre più avanti. Così, diciamo che - se non ci dovessero ulteriori
scossoni - la fine del tunnel dovremmo
vederla in maniera chiara fra la fine del
2011 e l’inizio del 2012.
Quali sono i riferimenti da tener presente
Performance 2009 estremamente positiva
per la Banca di Credito Cooperativo San
Marzano di San Giuseppe.
I dati dell’anno appena concluso confermano il trend di crescita dell’Istituto ionico,
prossimo al varo della sua decima filiale
all’interno delle province di Taranto e
Brindisi.
Continua in maniera sostenuta la crescita
degli impieghi.
A famiglie e imprese, per poter affrontare
la fase di ripresa, nel 2009 sono stati
erogati, infatti, 191 milioni 400 mila euro
(+12,37% rispetto all’esercizio precedente).
Un appoggio importante ricambiato dalla
fiducia del territorio verso la Banca, e
testimoniato dall’aumento della raccolta
che sale a 318 milioni 417 mila euro
(+7,31%) e dall’utile: circa 2 milioni 100
mila euro (+14,88%) che contribuisce ad
aumentare in maniera considerevole il
patrimonio della Banca, superiore ai 35
milioni di euro.
6 L’Occhio parlante
in vista dell’avvicinamento alla nuova
fase?
I parametri sono molteplici, ma anche i
segnali sono chiari: il crollo dell’occupazione, ad esempio, è sicuramente fra i più
importanti. Se non c’è lavoro non c’è facilità di spesa e non c’è mercato, quindi
economia. L’effetto domino è molto più
concreto di qualsiasi previsione.
In chiave locale?
Taranto soffre in maniera ancora più marcata gli effetti di una situazione difficile.
Le contraddizioni che hanno accompagnato gli ultimi decenni della nostra città sono
diventate un macigno che rischia di opprimere il territorio. E’ indispensabile un
rinnovamento della classe dirigente che
sgomberi il campo da antiche rivalità fini
a se stesse e lasci spazio a nuove intelligenze e nuove idee per il rilancio della
città. Dopo anni di immobilismo, questa
crisi può essere l’occasione per mettere il
passato in soffitta e, grazie ad un ricambio
generazionale, portare nuove idee.
Cosa vuol dire essere banca locale oggi?
La stagione delle grandi fusioni è conclusa.
Adesso si va verso un’altra fase: quella
della selezione quasi naturale del sistema
bancario locale. Non si può essere banca
locale solo attraverso i proclami, occorre
rimboccarsi le maniche e sostenere il territorio in maniera concreta con i mezzi
professionali ed economici necessari. Il
resto sono chiacchiere.
Ci fa un esempio concreto per riconoscere
l’impegno?
Guardare gli impieghi delle banche e le
loro destinazioni. Ad esempio, la nostra,
lo scorso anno, in piena crisi ha raggiunto
un monte prestiti e mutui a famiglie e
imprese di oltre 191 milioni di euro, più
del 12% rispetto all’anno precedente. E’
la nostra voce più importante, prim’ancora
dell’utile che pure è robusto e della raccolta eccellente. E’ la cartina al tornasole
di quanto sia stretto il legame con il territorio.
Siamo alla vigilia dell’apertura della vostra decima filiale, un ulteriore segnale
EMANUELE DI PALMA
Direttore Generale BCC San Marzano
di presenza. Quale è la vostra forza?
Sicuramente il fatto di essere radicati e
accompagnati da un’esperienza che supera
il mezzo secolo. Ma anche i dipendenti,
ragazze e ragazzi, donne e uomini della
nostra terra, che conoscono la loro gente
e l’affiancano nei progetti di sviluppo.
Ecco perché le nostre selezioni del personale prediligono professionalità eccellenti.
C’è però un requisito fondamentale: tutti
i nostri collaboratori devono essere del
territorio. In questo modo abbiamo anche
permesso il ritorno a casa di cervelli che
erano andati in fuga al nord o addirittura
fuori dai confini nazionali per affermarsi
professionalmente.
Cosa si sente di suggerire ai risparmiatori?
Credo che la recente esperienza abbia
fornito importanti e sufficienti insegnamenti a tutti. Comunque, è utile ricordare che
il momento del guadagno facile, ammesso
che ce ne sia stato uno reale, è assolutamente finito. Quindi occorre rifuggire da
offerte mirabolanti o speculative, evitando
di lasciarsi abbagliare da proposte ambigue o dal futuro molto incerto. (MP)