Tra atmosfere mystery e horror, Park Chan-wook

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Tra atmosfere mystery e horror, Park Chan-wook
Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Emanuele
Marconi
16 giugno 2013
Tra atmosfere mystery e horror, Park Chan-wook realizza un
buon thriller psicologico che punta su personaggi controversi.
la
Ambiguo, misterioso, hitchcockiano. Così si potrebbe definire in tre parole
Stoker, primo film in lingua inglese del sudcoreano Park Chan-wook,
regista della cosiddetta “trilogia della vendetta” (Mr. Vendetta, Oldboy e
Lady Vendetta).
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India Stoker (Mia Wasikowska) assiste insieme alla madre Evelyn (Nicole
Kidman) al funerale del proprio padre, Richard Stoker, scomparso
improvvisamente nel giorno del diciottesimo compleanno della ragazza.
Durante la funzione, però, India scorge una figura sinistra che osserva la
messa da lontano. Si tratta dello zio Charlie (Matthew Goode) che, tornato
dopo viaggi decennali in Europa, si presenta alla famiglia e si stabilisce
presso la loro abitazione per qualche giorno. Evelyn accoglie con felicità e
stupefacente semplicità il parente, del quale resta subito affascinata. Al
contrario India mostra estrema diffidenza verso uno zio sicuramente bello,
generoso e sorridente, ma troppo ambiguo e misterioso. Quando
spariscono senza motivazione la domestica di casa e una zia della ragazza
– altrettanto diffidente verso Charlie – India diventa ancora più sospettosa,
ma non riesce a frenare l’attrazione che prova per l’uomo. Il suo
sentimento per Charlie procede oscillante tra interesse e rifiuto, mentre il
cattivo rapporto con la madre peggiora ulteriormente in una sorta di
incomprensione e apparente rivalità. Tra sospetti, menzogne e violenza,
emergerà lentamente la verità e si riveleranno le pulsioni dei vari
personaggi.
Nulla è lasciato al caso in questa pellicola dal ritmo lento a metà tra
mystery e thriller. Subito la prima sequenza è indicativa dell’attenzione
posta verso ogni inquadratura: scene e parole che racchiudono il senso del
film (ma si capirà solo alla fine), numerosi fermo immagine, titoli di testa
perfettamente integrati con messa in scena e movimenti dei personaggi.
La musica è sfruttata con moderazione per creare tensione e non prende
mai il sopravvento sulle immagini. Assolutamente da segnalare, invece,
l’elaborata struttura del film e l’intenso e ricercato lavoro sul montaggio.
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La vicenda procede tra salti temporali, flashback e memorie creando una
rete di raccordi simbolici e significativi tra scene e inquadrature distanti
tra loro.
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La forza del film sta nella creazione dell’atmosfera misteriosa e soprattutto
nella costruzione dei caratteri. Tutti i protagonisti della vicenda sono
estremamente ambigui e sfuggenti. Matthex Goode e Mia Wasikowska
sono eccezionali nell’interpretare i propri personaggi: il primo
impersonando un uomo elegante, affascinante, con un costante sorriso
beffardo ed enigmatico, ma estremamente controverso; la seconda
incarnando un’adolescente solitaria, introversa, imperscrutabile e dai forti
sentimenti per troppo tempo celati. Più difficile il giudizio su Nicole
Kidman: il personaggio della madre appare “inafferrabile”: presentata
coma una cattiva madre, si mostra poco addolorata per la morte del
marito e assai più accogliente con Charlie , tanto da far nascere il sospetto
che sia coinvolta in qualche oscuro piano. È un personaggio centrale ma
rimane praticamente ai margini della vicenda, semplice vittima degli
accadimenti.
Il clima di mistero, costruito sul non detto e sugli indizi che il regista lascia
nel film, rimanda evidentemente ad atmosfere hitchcockiane. Anzi, Stoker
ricalca con estrema somiglianza proprio un film del 1943 del “maestro del
brivido”: L’ombra del dubbio. Non si tratta semplicemente di
un’ispirazione o un riferimento, ma di una vera ripresa – quasi un remake –
di quella pellicola. Anche in quel caso, infatti, si narrava l’arrivo dello zio
(sempre di nome Charlie, interpretato da Joseph Cotten) attraente ma dal
passato oscuro e vago, il rapporto con la nipote (sebbene di ammirazione,
anziché diffidenza), la presenza indagatrice dei poliziotti. Park Chan-wook
aggiunge indagine psicologica, un accennato ma persistente sottofondo
sensuale ed erotico, una buona dose di violenza.
Stoker – nonostante il titolo che rimanda visibilmente a Bram Stoker,
autore di Dracula – prende le distanze dai vampiri, ma non dai morti,
dagli omicidi e dal sangue, dando vita a un thriller psicologico intrigante,
coinvolgente ma tutt’altro che sorprendente. Stoker non delude, ma
poteva spingere molto di più sull’originalità.
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Titolo: Stoker
Regista: Park Chan-wook
Sceneggiatura: Wentworth Miller
Attori principali: Mia Wasikowska, Matthew Goode, Nicole Kidman
Fotografia: Chung-hoon Chung
Montaggio: Nicolas De Toth
Musiche: Clint Mansell
Scenografie: Thérèse DePrez
Costumi: Kurt and Bart
Produzione: Michael Costigan, Ridley Scott, Tony Scott
Distribuzione: Fox Searchlight Pictures
Genere: Thriller / Mystery
Durata: 99 minuti
Uscita nelle sale italiane: 20 giugno 2013
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