Governoversolafiducia. Ineludibileiltemagiustizia

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Governoversolafiducia. Ineludibileiltemagiustizia
CON IL PDL
ANNO LXI N.224
Governo verso la fiducia.
Ineludibile il tema giustizia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Le amnesie
di Re Giorgio
Marcello de Angelis
Parole dure quelle del presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano sulle mosse politiche del Pdl e sulle sue richieste. Senza mezzi termini
Napolitano ha condiviso e rilanciato le affermazioni di chi,
come Epifani, Bersani e lo
stesso Enrico Letta, ha stigmatizzato lʼannuncio delle possibili dimissioni di massa dei
parlamentari del Pdl, giunto
mentre il presidente del Consiglio presenziava ad un meeting internazionale, come “un
colpo alla schiena dellʼItalia”.
Ha poi ribadito il suo no ad elezioni anticipate, che ha definito
una “anomalia” tipicamente italiana. Il paradosso è che tali
affermazioni le ha fatte proprio
alla Bocconi, scatola magica
dalla quale, poco più di un
anno fa, lui stesso aveva tirato
fuori un altro prodotto anomalo
come il governo tecnico che
per sua volontà aveva abbattuto e sostituito quello democraticamente eletto. E a
proposito di pessime abitudini
e anomalie italiche, non siamo
i primi a dire che i governi tecnici sono delle vere e proprie
d’Italia
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“sospensioni della democrazia”
(DʼAlema dixit) che stranamente
sono diventati la risposta normale con cui i poteri forti defraudano gli elettori proprio da
quando la maggioranza degli
italiani ha deciso di voltare le
spalle a comunisti e vice-comunisti (come li chiamava Guareschi). Bisogna ammettere che
annunciare alla stampa iniziative che destabilizzino un governo proprio quando il capo di
sabato 28/9/2013
proprio Re Giorgio non ricordi
che il colpo dellʼannuncio destabilizzante è stato inventato proprio da quando Berlusconi è
entrato in politica e contro di lui.
Già nel 1994, mentre partecipava a Napoli ad un summit sul
terrorismo internazionale, Berlusconi apprese – e così tutti gli
altri capi di Stato presenti – che
era indagato per corruzione. Accadde lo stesso quasi ogni volta
che il Cavaliere, in rappresentanza dellʼItalia, partecipava a
summit. Accadde nel 2002 mentre era a Pratica di Mare per far
rappacificare Usa e Russia ed è
accaduto costantemente nellʼultima legislatura. Forse Berlusconi ha semplicemente
imparato una lezione dai suoi
avversari. In giornata è arrivata
anche lʼimmancabile presa di
posizione della Cei, che ricorda
che la stabilità di un governo è
un valore irrinunciabile. Peccato
SERVIZIO PAG.3 che questo non valesse quando
al Governo cʼera Berlusconi. In
quel caso anche la Cei semquesto governo è seduto a tabrava credere che qualsiasi inivola con i suoi omologhi foreziativa di destabilizzazione –
stieri, non è certo “cortesia
provenisse dal fronte domestico
istituzionale”. Ma se lettori ed
o internazionale – fosse legitelettori possono permettersi il
tima purché ci liberasse da Berlusso di una mancanza di melusconi. Gli italiani lʼhanno
moria storica o dʼarchivio – espagata con lʼincubo spread e
sendo bombardati
ancora continuano a pagarla
quotidianamente di notizie fuorquesta “liberazione”. Dʼaltronde
vianti – lo stesso non si può dire
gli italiani di “liberazioni” che ti
per giornalisti e politici e men
che mai per un capo dello Stato. mettono in ginocchio hanno una
buona esperienza.
E quindi colpisce il fatto che
Da Vecchioni a Dario Fo: i vip partecipano alla fucilazione di Barilla con la loro “sinistra saggezza”
Francesco Signoretta
Un film già visto: un “mister x” dice
qualcosa che non piace alla sinistra, i parlamentari sʼindignano,
parte il tam-tam sul web al grido
“boicotta, boicotta” e alla fine arrivano le parole degli intellettuali (o
presunti tali) – cantanti, attori,
scrittori, nani, ballerine, aspiranti
veline, clown – che in coro leggono la sentenza di condanna per
“mister x”. Stavolta sulla forca è
salito Guido Barilla, il re della
pasta, condannato per aver detto
che, a suo giudizio, la famiglia è
quella formata da un uomo e una
donna. E che quindi, legittimamente, le immagini della pubblicità le sceglie sulla base delle sue
convizioni. In un Paese normale,
tutto questo passerebbe inosservato perché ognuno fa quel che
vuole, specie con il proprio portafoglio. Ma in Italia niente è scontato, tutto fa scandalo e – comʼè
noto – proprio per questa ragione
si è scatenato lʼinferno contro Barilla. Ciò che fa sorridere, però, è
il soccorso rosso dei vip, i soliti
noti, quelli che amano mettere
becco su ogni argomento, magari
alternando le loro esternazioni
pseudo-intellettuali con qualche
canzonetta o qualche atto teatrale
alla “Mistero Buffo”. E si permettono anche di usare un linguaggio
che – se fosse usato dai loro “avversari” – sarebbe apostrofato
come volgare, rozzo, squallido,
inopportuno, violento e magari
anche un poʼ intollerante. Detto
da loro, però, è “pura arte”. «Povero cretino, sono tesi inconsistenti che non so se fanno ridere
o piangere», ha commentato Roberto Vecchioni. Sì, proprio così,
“lʼelegante” cantautore ha dato del
“cretino” a Barilla solo perché contrario agli spot con le famiglie
omosessuali. Ma non solo: «Conosco la famiglia Barilla, e mi
sembra strano che possano avere
questo tipo di opinione», come se
si trattasse di unʼopinione da reato
penale. Non poteva mancare allʼappello la “lettera aperta” di
Dario Fo, con le sue parole piene
di “sinistra saggezza”: «Lʼamore,
in tutto il mondo, può nascere tra
un uomo e una donna, due
donne, due uomini. Sullʼamore si
fonda una famiglia, quella che la
vostra azienda racconta nella sua
comunicazione. Sullʼamore si
fonda una casa. Ecco Guido: la
sua azienda rappresenta lʼItalia…». Nel frattempo, sul web la
sinistra scatenava la mobilitazione “Boicotta la pasta Barilla”. Il
re della pasta è circondato, la sinistra politica e la sinistra dello
spettacolo hanno preparato tutto
per costringere il buon Barilla ad
arrendersi. Una resa per quieto vivere in un Paese libero solo di
nome.
Il Pd ora ha fretta: primarie lʼ8 dicembre. Renzi avverte:
no allʼalibi della crisi per far slittare il congresso
Secolo
2
Redazione
Direzione lampo e ok unanime
alle regole congressuali. Le
difficoltà del momento politico
ricompattano il Pd quantomeno sul percorso che, sulla
carta, va fatto da qui allʼ8 dicembre, data delle primarie
nazionali. Ma sugli scenari politici futuri le visioni sono tuttʼaltro
che
univoche.
Lʼinsofferenza verso le larghe
intese è crescente e, dunque,
la crisi è vista come uno scenario molto concreto. Ma –
anche in questo caso – avverte Matteo Renzi, il congresso si deve tenere. Non a
caso, subito dopo la direzione
che ha approvato il regolamento che porta alle primarie
dellʼ8 dicembre, i ʻsuoiʼ escono
in massa per blindare la data
e sottolineare che la finestra
elettorale di novembre è, nei
fatti, chiusa e cʼè dunque il
tempo per tenere il congresso
anche se ci fosse la crisi di governo.
Il sindaco di Firenze – spie-
SABATO 28 SETTEMBRE 2013
d’Italia
gano – è infatti ormai determinato a conquistare la segreteria e dunque ad avere in mano
le chiavi del partito, a maggior
ragione visto il precipitare della
situazione e la possibilità che si
vada al voto anticipato tra febbraio e marzo. Sugli scenari futuri, intanto, Guglielmo Epifani
sceglie di non sbilanciarsi.
“Non faccio – dice in direzione
– scenari per il dopo. Vediamo”. La direzione del partito
è convocata in maniera permanente e valuterà ora per ora e
giorno per giorno lʼevolversi
della situazione. Con possibili
conseguenze, come dice
anche il responsabile organizzazione, Davide Zoggia, sui
tempi delle primarie nazionali
(“il congresso è importante, ma
se le cose precipitassero la direzione valuterà per il meglio”).
Gianni Cuperlo, candidato alla
segreteria del Pd, rilancia
anche il ʻgentleman agreementʼ proposto da Epifani per
superare il nodo dellʼautomatismo segretario-candidato premier sul quale lʼAssemblea
dello scorso weekend non ha
trovato unʼintesa. “Troveremo
una modalità – ha ribadito il segretario – per risolvere il punto
che riguarda il rapporto tra segretario e leader”. Nessun riferimento alla questione, infatti,
cʼè nel regolamento approvato
oggi dalla direzione. E il nodo
potrebbe tornare a galla al momento delle primarie per Palazzo Chigi con i renziani che,
qualora si fosse già tenuto il
congresso e Renzi avesse
vinto, potrebbero essere tentati
di far valere la regola per cui il
segretario è il candidato unico
alle primarie di coalizione per
la premiership, tagliando, così,
di fatto, fuori Enrico Letta.
Boccata dʼossigeno per Alitalia ma il governo
è spaccato sul via libera ai francesi
Redazione
Una maxi perdita semestrale, che sfiora i 300
milioni, e un aumento di capitale da 100 milioni
per unʼestrema boccata dʼossigeno. Ma, soprattutto, il Cda che si spacca sullʼaumento di
capitale. Quella di ieri è stata una giornata campale per Alitalia che incassa la decisione a sorpresa di Air France, che in Cda vota contro la
ricapitalizzazione, approvata invece in modo
compatto dal fronte italiano. E sul controllo francese di Alitalia si divide anche il Governo, con il
ministro dello sviluppo Flavio Zanonato che
boccia lo sbarco dei francesi nello stesso giorno
in cui il titolare dei trasporti, Maurizio Lupi, vola
a Parigi, dove ribadisce il sostegno ad Air
France, chiedendo peroʼ garanzie su mercato e
occupazione in Italia. Il consiglio di amministrazione, durato circa 5 ore, ha approvato la semestrale peggiore della storia della nuova
Alitalia (con una perdita netta di 294 milioni, che
sconta anche 50 milioni di accantonamenti, una
operativa di 198 ed un Ebit industriale che mostra un miglioramento di 18 milioni a -237) e ha
varato un aumento di capitale non inferiore a
100 milioni, oltre allʼappello agli azionisti a completare la sottoscrizione del prestito convertibile
di febbraio scorso per 55 milioni, su un totale di
150 milioni. Nel cda si eʼ peroʼ consumata la rottura tra soci italiani e soci francesi. Lʼaumento di
capitale è stato infatti approvato a maggioranza,
ma mentre gli italiani hanno votato compatti a
favore, dai francesi è arrivato un voto contrario.
Una decisione che potrebbe far intendere lʼintenzione di Air France, che al momento si trincera dietro un “no comment”, di tirare la
questione per le lunghe, confortando così lʼopinione di chi crede che i francesi adesso preferiscano attendere lʼarrivo dei libri in tribunale, per
spuntare un prezzo di acquisto ancora più
basso. Non a caso, Air France non ha ancora
convocato il Cda che avrebbe dovuto discutere
le decisioni assunte oggi dal Board di Alitalia,
che invece si riunirà già tra una settimana (il 3
ottobre prossimo), mentre è stata fissata al 14
ottobre lʼassemblea straordinaria per varare
lʼaumento di capitale. Se fra gli azionisti della
compagnia di bandiera le posizioni sono divergenti, di certo non sembra esserci più unità fra
le fila del governo italiano. Il ministro Zanonato
frena sui francesi, Lupi li incoraggia.
Letta: chiarimento «inequivoco» alle Camere.
Ma i ministri del Pdl tengono duro sulla giustizia
SABATO 28 SETTEMBRE 2013
Corrado Vitale
Prendere o lasciare perchè i
problemi del Paese sono
«tanti e urgenti » e non si può
andare avanti in un clima di
tensione continua. È l'atteggiamento con cui il premier
Enrico Letta ha intenzione di
presentarsi al più presto, già
lunedì o martedì prossimo, al
Parlamento. Una richiesta di
chiarimento ''inequivoco'' che
Napolitano ha condiviso. Questa linea il premier l'ha ribadita
nel corso del Consiglio dei ministri, che si è iniziato subito
dopo il rientro del premier a
Palazzo Chigi. Ma i ministri
del Pdl hanno fatto sapere
che non si va da nessuna
parte se dal chiarimento si
esclude la questione giustizia.
Per quanto riguarda il fronte
parlamentare, c'è da registrare al momento la disponibilità dei gruppi del Pdl a
continuare a sostenere l'esecutivo, come emerge da
quanto dichiarato dal capogruppo alla Camera Renato
Brunetta ai microfoni del Tg1:
Secolo
d’Italia
«Grande determinazione da
parte di Forza Italia e da parte
dei gruppi parlamentari di Camera e Senato nel difendere
lo Stato di diritto, difendere il
senatore Berlusconi dall'applicazione retroattiva di una
legge, la legge Severino, in-
giusta. Ma anche grande
senso di responsabilità nel
proseguire nell'azione di governo».
La situazione resta tesa.
Anche se nessuno sembra disposto a scottarsi i polpastrelli
nel gioco del cerino. A chi
verrà addossata la responsabilità di una eventuale crisi di
governo? È per questo motivo che i maggiori partiti si
sono scambiati nel corso della
giornata reciproche accuse di
"irresponsabilità". Ad accendere la miccia è stato Epifani:
«Letta ha parlato di umiliazione, io aggiungerei che è
stato anche un colpo alla
schiena per l'Italia che lavora,
che cerca di uscire dalla
crisi».
La reazione del Pdl non si è
fatta attendere. Il primo rispondere è stato Brunetta:
«Rispediamo, con decisione,
al mittente le opportunistiche
accuse che ci rivolge il segretario pro tempore del Pd, Guglielmo Epifani».
Per Renato Schifani «i veri
traditori dell'Italia sono quelli
che hanno minato quotidianamente, fin dalla sua nascita,
un governo che avrebbe dovuto essere di pacificazione.
Epifani sa benissimo che il Pdl
non sta affatto tradendo gli italiani»
dà oltre sei mesi di vita all'esecutivo. Il 19%, invece, pensa
che durerà un altro anno. In
caso di crisi di governo, inoltre,
il 59% vorrebbe tornare subito
al voto, il 20% vorrebbe un governo Pd-M5S, il 15% un Letta
bis mentre “non sa” il 6%.
Quanto alla fiducia nell'attuale
governo, il sondaggio gli asse-
gna un 25%. Va meglio al premier Letta che è al 44%. Dalla
simulazione emerge anche che
i nomi più indicati come possibili eredi di Berlusconi alla
guida del centrodestra italiano
sono Angelino Alfano, Luca
Cordero di Montezemolo e
Mario Monti. Silvio Berlusconi è
ancora indicato leader del centrodestra dal 19% degli elettori
del Pdl. Mentre, secondo il sondaggio Tecné due punti dividono
il
Pd
e
Pdl,
rispettivamente primo e secondo partito con il 27,1% e il
25%, ma entrambi in calo. Le
prime due posizioni si ribaltano
in termini di coalizione, con il
centrodestra primo seguito, a
meno di un punto, dal centrosinistra.
Sondaggi, gli italiani archiviano il governo
delle large intese. E il centrodestra vola in testa
Redazione
Centrodestra avanti col centrosinistra che insegue. E il governo Letta è già nella mente
degli italiani come definitivamente archiviato. Secondo la
rilevazione Datamedia Ricerche effettuata per il Tempo se
si andasse al voto adesso il
centrodestra vincerebbe le elezioni. Tra i partiti spicca il risultato del Pdl-Forza Italia, che
con il 27% guadagna più di
cinque punti rispetto a febbraio. In crescita anche La Destra, con l'1% (contro lo 0,6%
delle politiche). Stabili la Lega
Nord (4,1%9 e Fratelli d'Italia
(2,1%). Il centrodestra ottiene
complessivamente il 34,6%, distanziando dell'1,4% il centrosinistra (33,2%). Il Pd si attesta
al 28%. Crolla il M5s che rispetto alle politiche perde il
7%. Dal sondaggio emerge
anche che il gradimento degli
italiani sul governo Letta è
sceso sotto la soglia del 50%. A
confermare che gli elettori pensano a nuove elezioni è anche
il sondaggio Ixè (il nuovo istituto demoscopico fondato da
Roberto Weber). Per il 17%
degli intervistati non durerà più
di tre mesi, un altro 30% non
3
Grecia, la crisi economica e sociale
sta danneggiando la democrazia
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Secolo
d’Italia
Antonio Pannullo
Quasi 300 aggressioni a sfondo
razziale denunciate, che in Grecia hanno causato almeno quattro morti e circa 400 feriti in 15
mesi, sarebbero solo la punta dell'iceberg degli oltre 900 attacchi
subiti da lavoratori stranieri negli
ultimi tre anni e non segnalati
dalla polizia. E tutto ciò in un
Paese che, secondo uno studio
dell'Ue appena pubblicato, «è il
più corrotto d'Europa e in cui la
democrazia si sta erodendo a
vista d'occhio». A far scattare l'allarme razzismo ad Atene è stata
l'ombudswoman (difensore civico) Calliope Spanou che ha pre-
sentato in Parlamento i risultati di
una ricerca condotta dal suo ufficio in cui si mette in guardia sul
fatto che «l'aumento della violenza a sfondo razziale, l'impunità
di cui godono gli aggressori e la
mancanza di azione da parte
delle autorità statali (per assicurarne la punizione) stanno minando la coesione sociale della
nazione e le fondamenta dello
Stato». Dei 281 casi di violenze
registrati dal suo ufficio dal gennaio 2012 allo scorso aprile, ha
detto ancora Spanou, almeno 71
sarebbero da attribuire a membri
o simpatizzanti del partito filo-nazista Chrysi Avgì (Alba Dorata), finito sotto i riflettori dopo
l'omicidio, lo scorso 18 settembre
ad Atene, del rapper antifascista
Pavlos Fyssas, 34 anni, per mano
del camionista neo-nazi Georgos
Roupakias, 45 anni. Ma di altre
47 aggressioni ai danni di lavoratori stranieri, secondo l'ombudswoman, sarebbero responsabili
agenti e funzionari della polizia ellenica. Ma l'aumento delle violenze a sfondo razziale, il
degrado del clima democratico e
in genere i pericoli di eversione
sempre più avvertibili nel Paese
sono anche il tema di un rapporto
del centro DemosEuropa secondo cui la democrazia in Grecia - bollata senza mezzi termini
come «la nazione più corrotta
d'Europa» - sta battendo in ritirata
di fronte alle minacce eversive.
La spietata analisi prosegue affermando che in Grecia lo Stato
di diritto, il controllo della corruzione e la stabilità politica sono in
progressivo declino in quanto il
Paese «è travolto da un elevato
tasso di disoccupazione, da tensioni sociali, da una corruzione
endemica e da una profonda sfiducia nei confronti della classe
politica». Ad Atene intanto, un
giudice ha ordinato l'apertura di
un'inchiesta sul sito web del sindacato dei riservisti delle forze
speciali greche (Keed) dopo che
vi è apparso un comunicato in cui
si chiedono le dimissioni dell'attuale governo del premier Antonis
Samaras e del presidente della
Repubblica, Karolos Papoulias, e
la successiva formazione di un
esecutivo ad interim di unità nazionale "sotto la tutela delle forze
armate".
Redazione
L'alcolismo, anche in un Paese
musulmano come la Tunisia, è un
problema, serio e dilagante.
Come del resto in tutta l'Africa.
Nei Paesi arabi del Nord del continente il consumo dell'alcol è in
crescita esponenziale, anche se
le stime ufficiali non lo confermeranno mai, ma è anche una fonte
di guadagno per chi, vendendolo,
ha il coraggio di sfidare le leggi e
la religione. L'esempio della Tunisia è chiarissimo perché chi è caduto nella trappola dell'alcolismo,
e sa di non potere trovare liquori
in grado di saziare la sua inarrestabile sete, beve di tutto. Arrivando persino, e per questo
scendendo all'ultimo gradino
della degradazione, a bere non
solo intrugli che vengono da improvvisate distillerie clandestine,
ma anche alcol puro, acquistato
nei supermercati. Quindi la sera,
quando il tasso alcolemico nel
sangue è al massimo, scattano i
meccanismi di autolesionismo,
che prima che il corpo marchiano
la mente di questi che sono a tutti
gli effetti dei malati che nessuno
mai curerà perché bevitore è sinonimo di peccatore. Quando,
ovviamente, la violenza, piuttosto
che rivolgersi contro sé stessi,
trova facile bersaglio nelle mogli
o nelle figlie. Nessuno lo confermerà mai sulla base di dati ufficiali, ma la lievitazione nel
consumo dell'alcol in moltissimi
Paesi dell'Africa è strettamente
legata alle insoddisfazioni personali, spesso alla mancanza o alla
perdita del lavoro. Se a questo si
aggiunge la circostanza che in
tutto il continente il prezzo delle
bevande alcoliche è abbastanza
basso, ci si rende conto di quanto
sia facile cercare di dimenticare
le proprie vicissitudini guardando
il fondo di una bottiglia. In tutto
questo, in tempi recenti, si è innescata un'altra variabile, l'affermarsi in molti Paesi musulmani di
correnti sempre più integraliste
che considerando il consumo dell'alcol un peccato contro Dio,
hanno lanciato delle vere e proprie crociate contro consumatori e
venditori, facendo di questi ultimi il
loro bersaglio preferito. In Algeria,
così come in Tunisia o in alcuni
centri dell'Africa sub-sahariana la
caccia al venditore di alcolici è diventato l'imperativo per i salafiti
che spaccano, fracassano, picchiano, nel nome di Allah. In
Africa nessun Paese ammette
che l'alcolismo sia un problema
sociale, limitandosi a dire che ciascuno si può uccidere come
vuole. Accade nelle sterminate bidonville delle città arabe, come
negli slums di quelle nere.
L'Africa devastata dall'alcool: ma molti Paesi,
sopratutto nel Maghreb non lo ammettono
SABATO 28 SETTEMBRE 2013
Stupratore di 14enne
esce di galera dopo
un mese: proteste
negli Usa
Redazione
Esce dal carcere dopo solo 31
giorni di condanna per stupro su
una ragazzina di 14 anni: il caso
di Stacey Rambold, reo-confesso
della violenza sulla giovane Cherize Moralez successivamente
suicidatasi, sta suscitando scandalo e reazioni in tutti gli Stati
Uniti. A 54 anni Rambold è da
oggi un uomo quasi libero: la sentenza dello scandalo lo ha condannato a 14 anni e 11 mesi di
libertà vigilata. Cherize, stuprata
nel 2008 quando Rambold era
suo insegnante, si è suicidata nel
2010, prima che l'uomo venisse
messo sotto processo: il gesto,
secondo la madre Auliea Hanlon,
sarebbe stato scatenato anche
dalle violenze subite. «Spero che
il caso di mia figlia vada alla Corte
Suprema ed il verdetto venga
cambiato, ha commentato con i
media locali la madre, è orribile
che quest'uomo sia in libertà. Potrei persino incontrarlo per
strada». Associazioni di attivisti
contro la violenza sulle donne
hanno già raccolto 140.000 firme
online per presentare un ricorso
contro il giudice G. Todd Baugh
che ha firmato la clamorosa sentenza: «Se non riusciamo a rimuoverlo c'è qualcosa di davvero
troppo sbagliato in questo sistema», ha commentato Marian
Bradley, presidente dell'associazione "Montana Now". A fare scalpore erano stati anche gli
inadeguati commenti del giudice
durante il processo: ad un certo
punto Baugh aveva osservato
che «la ragazza era in controllo
della situazione tanto quanto
l'uomo» e che Cherize «sembrava più vecchia della sua età».
Baugh ha chiesto scusa poi per le
sue affermazioni e ha anche tentato di correggere il verdetto, ma
la Corte superiore ha bloccato il
tentativo in quanto è contrario alle
regole di legge cambiare una
sentenza già emanata.
Bollette dell'acqua non pagate, perdite
di miliardi di euro. Al Sud la maglia nera
SABATO 28 SETTEMBRE 2013
Secolo
d’Italia
Redazione
In Italia i debiti verso le aziende
idriche per bollette non pagate
ammontano a quasi 4 miliardi,
3,8 per la precisione. La media
nazionale di morosità nell'acqua è del 4,3% delle utenze,
con risultati che diventano via
via peggiori scendendo lungo il
Paese, con il sud che si aggiudica la maglia nera. La fotografia è stata scattata da
Federutility in un rapporto che
per la prima volta si concentra
sulla morosità nel servizio
idrico, ovvero su chi non paga
la bolletta dell'acqua dopo 24
mesi dalla scadenza. Quello
che emerge dallo studio è che
la media del 4,3% di morosità
è per esempio tre volte tanto di
quanto accade in altri settori,
tipo gas e elettricità che hanno
comunque in media bollette più
alte. Ai 3,8 miliardi di credito
che le aziende idriche vantano
per utenze morose vanno aggiunti 2,3 miliardi di credito non
scaduto, per un totale di 6,1 miliardi. Quasi il 15% delle bollette dell'acqua non pagate,
poi, sono addebitabili alla pubblica amministrazione, a cominciare dai comuni, che nella
maggior parte dei casi sono
essi stessi proprietari delle
aziende che erogano il servizio. A superare la pubblica amministrazione, che arriva a un
tasso di mancato pagamento
del 14,5% (8% amministrazioni
locali e 6,5% amministrazioni
centrali), nella classifica dei debitori delle aziende idriche ci
sono le industrie (comunque i
grossi consumatori) con il
23,6%. Gli utenti domestici morosi rappresentano il 3,2% (c'è
poi un 5,6% di altre tipologie di
utenze). Nonostante ci sia disomogeneità territoriale, la situazione peggiora mano a
mano che si scende da Nord
verso Sud: si va da punte da
casi del 2,4% nelle regioni settentrionali fino a picchi
dell'8,6% nel Meridione.
Redazione
Gli esami in gravidanza "tradizionali" che fanno più paura alle
donne, come ad esempio l'amniocentesi, sono destinati a diminuire
molto. Per ora a sostituirli sono test
più "leggeri" e meno invasivi, anche
se meno affidabili, in attesa della
possibilità di analizzare il Dna del
bambino presente nel sangue della
mamma. La tendenza è emersa dal
censimento della Società Italiana di
Genetica Umana (Sigu) curato dall'Ospedale Pediatrico Bambino
Gesù di Roma. Le indagini cromosomiche prenatali sono passate da
136.000 nel 2007 a 129.000 nel
2011, ultimo anno disponibile (5%); quelle postnatali da 114.000 a
86.000 (-24%). Calano i test sul liquido amniotico da 102.000 a
97.000 (-5%), mentre rimangono
costanti altri test invasivi come le
indagini su villi coriali (26.000) e
sangue cordonale (383), che nei
precedenti rilevamenti erano invece in salita. «Il calo è da attribuire
all'affermarsi di altri test, basati sull'ecografia e su un'analisi del sangue - afferma Bruno Dallapiccola,
direttore scientifico del Bambino
Gesù - anche se la loro affidabilità è
minore, e possono sbagliare nel
30% dei casi. In futuro invece probabilmente prenderanno piede le
analisi sul Dna del feto che circola
nel corpo materno, che già oggi per
le aziende che li mettono a punto
hanno zero errori». Secondo il censimento sono invece in forte crescita le analisi del Dna per i pazienti
oncologici, mentre in totale i test forniti dagli oltre 500 centri italiani sono
stati 580mila. Proprio sul numero
dei centri, distribuiti con una prevalenza al nord, ci sarebbe secondo
Dallapiccola spazio per grandi risparmi.
Gravidanza, calano gli esami come l'amiocentesi:
le donne preferiscono test più leggeri (ma meno sicuri)
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Altra vittoria di Samsung:
vince la sfida dello
smartphone con display
curvo bruciando sul tempo
la concorrenza
Redazione
Dopo lo smartwatch "Galaxy
Gear" un altro annuncio a
sorpresa da Samsung: lancerà a ottobre uno smartphone con display curvo,
bruciando così sul tempo
altri rivali come Apple. La
notizia l'ha data D.J. Lee,
capo del marketing strategico della divisione telefonia
mobile, a margine della presentazione a Seul del Galaxy Note 3. I display curvi,
già adottati da alcune tv,
sono l'evoluzione hardware
che permetterà a molti colossi hi-tech di progettare dispositivi indossabili sempre
più sofisticati. Già a gennaio
Samsung aveva mostrato un
prototipo di schermo curvo,
ma allo stato attuale non si
conoscono le caratteristiche
tecniche e nemmeno il design di questo dispositivo.
L'azienda coreana insieme
ad Lg da tempo lavora sugli
schermi flessibili soprattutto
sulle tv, schermi che rappresentano una vera e propria
rivoluzione non solo per il
settore mobile, ma anche
per l'intero mondo hi-tech.
Tra i vantaggi di questa tecnologia c'è una maggiore resistenza ad urti e cadute. Ma
altre notizie animano il
mondo del web: il primo
computer senza silicio diventa realtà, le sue componenti sono state realizzate
utilizzando le nanotecnologie e sono interamente fatte
con nanotubi di carbonio, il
materiale "tuttofare" che
apre le porte ad una miniaturizzazione finora inimmaginabile. Il prototipo, cui la
rivista Nature dedica la copertina, funziona con transistor mille volte più piccoli di
quelli in commercio.
«Il sindaco Marino vuole tagliare tre milioni
di euro di fondi a Biblioteche di Roma»
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Redazione
«La Giunta Marino sta per definanziare, con il taglio di 3 milioni
di euro, le Biblioteche di Roma,
unʼistituzione che rappresenta
lʼeccellenza nellʼambito dei sistemi
bibliotecari sia a livello nazionale
che in ambito europeo». È quanto
sostengono il capogruppo di Fratelli d'Italia in Campidoglio, Fabrizio Ghera, e il dirigente romano
Federico Mollicone, che sottolineano «come il centrodestra negli
anni passati non solo non ha effettuato alcun tipo di taglio nei confronti di questa importante attività
culturale, ma che proprio con la
commissione Cultura intervenimmo per scongiurare che avve-
Secolo
d’Italia
nissero definanziamenti, che appunto non furono iscritti in bilancio,
ma si trattò solo di unʼoperazione
di cassa». Biblioteche di Roma
vanta una capillare presenza sul
territorio con le sue 38 biblioteche
ed i suoi 14 bibliopoint, dislocati in
ogni Municipio della città, con particolare attenzione alle periferie,
dove la funzione di aggregazione
sociale si aggiunge a quella ordinaria di promozione del libro e
delle lettura. Ad oggi le Biblioteche
possiedono il più grande sistema
di biblioteche in carcere esistente
in Italia, con 20 point presenti nei 6
istituti di pena di Roma Capitale.
Un risultato complessivo di grande
valore reso possibile negli ultimi
anni grazie allʼattenzione del centrodestra, che attraverso il finanziamento di 21 milioni di euro
erogati da Roma Capitale ha permesso di coprire il costo del personale e mantenere alto lo
standard qualitativo dei servizi,
grazie allʼattenzione del centrodestra. Se lʼamministrazione di centrosinistra confermasse il taglio di
3 milioni di euro – proseguono
Ghera e Mollicone – diventerebbe
impossibile per Biblioteche sostenere i costi per le aperture pomeridiane, serali e del sabato
mattina. Riteniamo fondamentale
non disperdere il patrimonio culturale di Biblioteche e necessario
evitare che la nostra città venga
privata di un servizio sociale e culturale essenziale per i romani.
Fratelli dʼItalia presenterà in commissione Cultura una mozione per
chiedere agli assessori al Bilancio
e al Patrimonio di Roma Capitale
di garantire il finanziamento dei 21
milioni anche per tutto il 2013, al
fine di tutelare anche i lavoratori
comunali e di Zètema, e di predisporre tutti gli atti necessari allʼassegnazione
allʼistituzione
Biblioteche di una sede pubblica,
a costo zero, per ospitare gli uffici
amministrativi centrali».
sta di fatto che – ricorda Mugnai –
«nel tempo, pian piano anche in
maggioranza sempre più colleghi
consiglieri regionali, ma anche sindaci dai vari territori, si sono convinti che avevamo ragione noi del
Pdl». Che lʼesperienza Sds fosse
per lo meno da rivedere lo ave-
vano stabilito anche la Corte dei
Conti e, con sentenza, persino la
Consulta. «Malgrado ciò – spiega
Mugnai – mentre noi affermavamo che quella delle SdS fosse
da considerarsi una pratica conclusa, via via gli assessori regionali alla Salute di turno ci
rispondevano inalberando difese
a oltranza presto smentite da casi
di autoscioglimento delle Società
della Salute, come accaduto in
Casentino. Da mesi, ormai, le
SdS sono in un limbo stagnante.
Nessuno le difende più, ma la
Giunta di centrosinistra non si decide a rinunciarvi. Noi questo immobilismo lo denunciamo da
sempre. Forse ora, con una proposta di legge in arrivo da un consigliere di maggioranza, potrebbe
essere la volta buona».
Toscana, anche la maggioranza di centrosinistra
ora vuole abolire le inutili “Società della Salute”
Redazione
«Le Società della Salute sono
soppresse mediante decreti di
estinzione del presidente della
Giunta regionale che producono
effetti dal 31 marzo 2014. Tutti gli
organi delle Società della Salute
decadono». Legge della Giunta
regionale? Non ancora. Sogno del
Pdl? Non più solo: si tratta infatti
dei passaggi dirimenti di una proposta di legge sì, ma in arrivo da
un esponente di maggioranza
come il socialista Pieraldo Ciucchi.
«Dopo anni che ci battiamo per
questo stesso obiettivo – commenta il vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio
regionale della Toscana, Stefano
Mugnai (Pdl) – che sia questa finalmente la volta buona?». Di sicuro lo scopriremo. Intanto, però,
SABATO 28 SETTEMBRE 2013
De Corato: tolleranza zero
contro chi deturpa Milano
con i graffiti sui muri
Redazione
«Milano è invasa dai graffiti,
non c'è muro, monumento,
mezzo pubblico che non sia
sporcato e vandalizzato dai
graffitari. Ai milanesi cadono le
braccia e i visitatori stranieri
sono scandalizzati dalla vastità
del fenomeno. Una cosa è
certa: in questa situazione il
messaggio da diffondere non
può assolutamente essere ambiguo. Servono chiarezza e
coerenza nella condanna di chi
depurta la città». Lo dichiara
Riccardo De Corato, di Fratelli
d'Italia, vicepresidente del Consiglio comunale, che così prosegue: «Leggo invece che
l'assessore Chiara Bisconti, nel
presentare il prossimo Cleaning
Day, ha parlato in modo ingannevole e doppio. Da un lato ha
affermato che l'amministrazione
è fortemente impegnata nel
contrasto al vandalismo e indisponibile ai compromessi. Dall'altro si è detta favorevole alla
street art e desiderosa che tanti
muri di Milano diventino luogo di
espressione artistica. Ma chi imbratta i muri con i tags spesso è
lo stesso writer che disegna i
murales e che si è evoluto divenendo magari anche un artista
di fama. Fare dei distinguo provoca solo confusione. Invece bisogna dire con fermezza, se
davvero si vuole inaugurare una
stagione di “zero tolerance",
che chiunque danneggi con
scritte o disegni la proprietà privata, così come un edificio pubblico, viola la legge e va punito.
La proprietà privata è garantita
dalla Costituzione. Danneggiarla è reato, a meno che non
siano i proprietari a decidere di
metterla a disposizione di uno
street artist. Se non c'è questa
chiarezza – conclude De Corato
– i graffitari si sentiranno tollerati e persino protetti. Come al
solito la Giunta arancione dà un
colpo al cerchio e uno alla botte.
I risultati sono sotto gli occhi di
tutti: città deturpata da scritte
orribili».
Gli italiani in fuga da cinema e teatri,
un po' meglio i concerti
Secolo
SABATO 28 SETTEMBRE 2013
d’Italia
Redazione
Quasi 12 milioni di biglietti in meno venduti
nei cinema, un milione di biglietti in meno per
i concerti, 500 mila biglietti persi dal teatro nel
suo complesso. Che in Italia la crisi avesse
cominciato a pesare seriamente anche sui
consumi di spettacolo si sapeva da tempo,
con un 2011 non certo positivo e un 2012 che
nei primi sei mesi si era annunciato più che
funesto. Ora la conferma, con l'Annuario
2012 della Siae, che fotografa una realtà costellata di segni negativi. E che racconta
come nell'anno più nero siano stati tanti gli
italiani costretti a rinunciare a spettacoli e divertimenti. Gino Paoli, che alla presentazione
dell'Annuario dedica la sua prima uscita pubblica da presidente, allarga le braccia. Con la
crisi che c'è, sottolinea, anche questa flessione dei consumi non è una sorpresa per
nessuno. Anzi. Il calo, fa notare il presidente
cantautore, «è di fatto fisiologico». Il presidente dell'associazione italiana dello spettacolo (Agis) Carlo Fontana è d'accordo con lui.
I dati della Siae sono preoccupanti, dice, «ma
vanno letti alla luce della crisi generale. E bisogna considerare che in generale lo spettacolo ha registrato perdite più contenute
rispetto a molti altri settori dell'economia na-
zionale». Tant'è, nell'anno in corso non sta andando molto meglio: «L'andamento è più o
meno uguale - anticipa la responsabile dell'ufficio statistica della Siae Marina Landi anche se salgono un po' i concerti, soprattutto
di musica leggera e c'è qualche segnale di ripresa per il cinema». Il 2012, intanto, ha un
bilancio negativo: per andare al cinema gli italiani hanno speso in un anno 716,8 milioni di
euro, oltre 150 milioni in meno rispetto al
2010, quando se ne erano spesi 868. A fronte
di un lieve incremento del numero di spetta-
coli sono diminuiti gli ingressi, la spesa al botteghino, la spesa del pubblico (quella che
comprende anche i servizi accessori al film) è
calata così come il volume d'affari. L'onda
nera ha colpito anche il teatro nel suo complesso, con un calo degli spettacoli, degli ingressi, delle presenze, della spesa al
botteghino, della spesa del pubblico, del volume d'affari . In particolare vanno male la
prosa, il musical, burattini e marionette. Tiene,
invece, la lirica con un +5,16% di spesa al botteghino, +0,54% volume d'affari.
Film Usa ad alta tensione al prossimo Festival di Roma
Redazione
Il direttore artistico del Festival Internazionale del
Film di Roma, Marco Muller, ha annunciato i primi
quattro film di lingua inglese in concorso all'ottava edizione (dall'8 al 17 novembre all'Auditorium Parco della Musica): si tratta di "Her", scritto
e diretto da Spike Jonze (con Joaquin Phoenix,
Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde, Scarlett Johansson); "Dallas Buyers Club" di JeanMarc Vallée (con Matthew McConaughey,
Jennifer Garner e Jared Leto); "Out of the Furnace" di Scott Cooper (con Christian Bale, Casey
Affleck, Woody Harrelson, Forest Whitaker, Zoe
Saldana, Sam Shepard, Willem Dafoe); e "Another Me" di Isabel Coixet (con Sophie Turner, Jonathan Rhys Meyers, Claire Forlani, Gregg
Sulkin, Rhys Ifans, Geraldine Chaplin, Leonor
Watling). Spike Jonze, regista tra gli altri di "Essere John Malkovich", "Il ladro di orchidee", ideatore della serie televisiva "Jackass", torna alla
regia sul grande schermo con "Her". Nel film,
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
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Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
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Joaquin Phoenix interpreta Theodore, uno scrittore solitario che instaura un'improbabile relazione con il suo nuovo sistema operativo,
progettato per soddisfare l'utente in tutte le sue
esigenze. La voce del sistema è dell'attrice Scarlett Johansson. "Dallas Buyers Club" - diretto dal
regista e sceneggiatore canadese Jean-Marc
Vallée, l'autore di "C.R.A.Z.Y" , "The Young Victoria", vincitore di un Oscar per i migliori costumi
- è ispirato a fatti realmente accaduti e racconta
l'intensa lotta per la sopravvivenza di Ron Woodroof, elettricista texano e cowboy appassionato
di rodei, a cui viene diagnosticato il virus dell'Hiv.
Woodroof è interpretato da Matthew McConaughey, che quest'anno si è aggiudicato l'Independent Spirit Awards come Miglior attore non
protagonista per il suo ruolo in "Magic Mike" di
Steven Soderbergh. "Out of the Furnace" è una
storia ad alta tensione di Scott Cooper, il regista
che nel 2010 ha firmato "Crazy Heart", vincitore
di due Golden Globes e due Oscar.
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7 agosto 1990 n. 250