Governoversolafiducia. Ineludibileiltemagiustizia
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Governoversolafiducia. Ineludibileiltemagiustizia
CON IL PDL ANNO LXI N.224 Governo verso la fiducia. Ineludibile il tema giustizia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Le amnesie di Re Giorgio Marcello de Angelis Parole dure quelle del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulle mosse politiche del Pdl e sulle sue richieste. Senza mezzi termini Napolitano ha condiviso e rilanciato le affermazioni di chi, come Epifani, Bersani e lo stesso Enrico Letta, ha stigmatizzato lʼannuncio delle possibili dimissioni di massa dei parlamentari del Pdl, giunto mentre il presidente del Consiglio presenziava ad un meeting internazionale, come “un colpo alla schiena dellʼItalia”. Ha poi ribadito il suo no ad elezioni anticipate, che ha definito una “anomalia” tipicamente italiana. Il paradosso è che tali affermazioni le ha fatte proprio alla Bocconi, scatola magica dalla quale, poco più di un anno fa, lui stesso aveva tirato fuori un altro prodotto anomalo come il governo tecnico che per sua volontà aveva abbattuto e sostituito quello democraticamente eletto. E a proposito di pessime abitudini e anomalie italiche, non siamo i primi a dire che i governi tecnici sono delle vere e proprie d’Italia WWW.SECOLODITALIA.IT “sospensioni della democrazia” (DʼAlema dixit) che stranamente sono diventati la risposta normale con cui i poteri forti defraudano gli elettori proprio da quando la maggioranza degli italiani ha deciso di voltare le spalle a comunisti e vice-comunisti (come li chiamava Guareschi). Bisogna ammettere che annunciare alla stampa iniziative che destabilizzino un governo proprio quando il capo di sabato 28/9/2013 proprio Re Giorgio non ricordi che il colpo dellʼannuncio destabilizzante è stato inventato proprio da quando Berlusconi è entrato in politica e contro di lui. Già nel 1994, mentre partecipava a Napoli ad un summit sul terrorismo internazionale, Berlusconi apprese – e così tutti gli altri capi di Stato presenti – che era indagato per corruzione. Accadde lo stesso quasi ogni volta che il Cavaliere, in rappresentanza dellʼItalia, partecipava a summit. Accadde nel 2002 mentre era a Pratica di Mare per far rappacificare Usa e Russia ed è accaduto costantemente nellʼultima legislatura. Forse Berlusconi ha semplicemente imparato una lezione dai suoi avversari. In giornata è arrivata anche lʼimmancabile presa di posizione della Cei, che ricorda che la stabilità di un governo è un valore irrinunciabile. Peccato SERVIZIO PAG.3 che questo non valesse quando al Governo cʼera Berlusconi. In quel caso anche la Cei semquesto governo è seduto a tabrava credere che qualsiasi inivola con i suoi omologhi foreziativa di destabilizzazione – stieri, non è certo “cortesia provenisse dal fronte domestico istituzionale”. Ma se lettori ed o internazionale – fosse legitelettori possono permettersi il tima purché ci liberasse da Berlusso di una mancanza di melusconi. Gli italiani lʼhanno moria storica o dʼarchivio – espagata con lʼincubo spread e sendo bombardati ancora continuano a pagarla quotidianamente di notizie fuorquesta “liberazione”. Dʼaltronde vianti – lo stesso non si può dire gli italiani di “liberazioni” che ti per giornalisti e politici e men che mai per un capo dello Stato. mettono in ginocchio hanno una buona esperienza. E quindi colpisce il fatto che Da Vecchioni a Dario Fo: i vip partecipano alla fucilazione di Barilla con la loro “sinistra saggezza” Francesco Signoretta Un film già visto: un “mister x” dice qualcosa che non piace alla sinistra, i parlamentari sʼindignano, parte il tam-tam sul web al grido “boicotta, boicotta” e alla fine arrivano le parole degli intellettuali (o presunti tali) – cantanti, attori, scrittori, nani, ballerine, aspiranti veline, clown – che in coro leggono la sentenza di condanna per “mister x”. Stavolta sulla forca è salito Guido Barilla, il re della pasta, condannato per aver detto che, a suo giudizio, la famiglia è quella formata da un uomo e una donna. E che quindi, legittimamente, le immagini della pubblicità le sceglie sulla base delle sue convizioni. In un Paese normale, tutto questo passerebbe inosservato perché ognuno fa quel che vuole, specie con il proprio portafoglio. Ma in Italia niente è scontato, tutto fa scandalo e – comʼè noto – proprio per questa ragione si è scatenato lʼinferno contro Barilla. Ciò che fa sorridere, però, è il soccorso rosso dei vip, i soliti noti, quelli che amano mettere becco su ogni argomento, magari alternando le loro esternazioni pseudo-intellettuali con qualche canzonetta o qualche atto teatrale alla “Mistero Buffo”. E si permettono anche di usare un linguaggio che – se fosse usato dai loro “avversari” – sarebbe apostrofato come volgare, rozzo, squallido, inopportuno, violento e magari anche un poʼ intollerante. Detto da loro, però, è “pura arte”. «Povero cretino, sono tesi inconsistenti che non so se fanno ridere o piangere», ha commentato Roberto Vecchioni. Sì, proprio così, “lʼelegante” cantautore ha dato del “cretino” a Barilla solo perché contrario agli spot con le famiglie omosessuali. Ma non solo: «Conosco la famiglia Barilla, e mi sembra strano che possano avere questo tipo di opinione», come se si trattasse di unʼopinione da reato penale. Non poteva mancare allʼappello la “lettera aperta” di Dario Fo, con le sue parole piene di “sinistra saggezza”: «Lʼamore, in tutto il mondo, può nascere tra un uomo e una donna, due donne, due uomini. Sullʼamore si fonda una famiglia, quella che la vostra azienda racconta nella sua comunicazione. Sullʼamore si fonda una casa. Ecco Guido: la sua azienda rappresenta lʼItalia…». Nel frattempo, sul web la sinistra scatenava la mobilitazione “Boicotta la pasta Barilla”. Il re della pasta è circondato, la sinistra politica e la sinistra dello spettacolo hanno preparato tutto per costringere il buon Barilla ad arrendersi. Una resa per quieto vivere in un Paese libero solo di nome. Il Pd ora ha fretta: primarie lʼ8 dicembre. Renzi avverte: no allʼalibi della crisi per far slittare il congresso Secolo 2 Redazione Direzione lampo e ok unanime alle regole congressuali. Le difficoltà del momento politico ricompattano il Pd quantomeno sul percorso che, sulla carta, va fatto da qui allʼ8 dicembre, data delle primarie nazionali. Ma sugli scenari politici futuri le visioni sono tuttʼaltro che univoche. Lʼinsofferenza verso le larghe intese è crescente e, dunque, la crisi è vista come uno scenario molto concreto. Ma – anche in questo caso – avverte Matteo Renzi, il congresso si deve tenere. Non a caso, subito dopo la direzione che ha approvato il regolamento che porta alle primarie dellʼ8 dicembre, i ʻsuoiʼ escono in massa per blindare la data e sottolineare che la finestra elettorale di novembre è, nei fatti, chiusa e cʼè dunque il tempo per tenere il congresso anche se ci fosse la crisi di governo. Il sindaco di Firenze – spie- SABATO 28 SETTEMBRE 2013 d’Italia gano – è infatti ormai determinato a conquistare la segreteria e dunque ad avere in mano le chiavi del partito, a maggior ragione visto il precipitare della situazione e la possibilità che si vada al voto anticipato tra febbraio e marzo. Sugli scenari futuri, intanto, Guglielmo Epifani sceglie di non sbilanciarsi. “Non faccio – dice in direzione – scenari per il dopo. Vediamo”. La direzione del partito è convocata in maniera permanente e valuterà ora per ora e giorno per giorno lʼevolversi della situazione. Con possibili conseguenze, come dice anche il responsabile organizzazione, Davide Zoggia, sui tempi delle primarie nazionali (“il congresso è importante, ma se le cose precipitassero la direzione valuterà per il meglio”). Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd, rilancia anche il ʻgentleman agreementʼ proposto da Epifani per superare il nodo dellʼautomatismo segretario-candidato premier sul quale lʼAssemblea dello scorso weekend non ha trovato unʼintesa. “Troveremo una modalità – ha ribadito il segretario – per risolvere il punto che riguarda il rapporto tra segretario e leader”. Nessun riferimento alla questione, infatti, cʼè nel regolamento approvato oggi dalla direzione. E il nodo potrebbe tornare a galla al momento delle primarie per Palazzo Chigi con i renziani che, qualora si fosse già tenuto il congresso e Renzi avesse vinto, potrebbero essere tentati di far valere la regola per cui il segretario è il candidato unico alle primarie di coalizione per la premiership, tagliando, così, di fatto, fuori Enrico Letta. Boccata dʼossigeno per Alitalia ma il governo è spaccato sul via libera ai francesi Redazione Una maxi perdita semestrale, che sfiora i 300 milioni, e un aumento di capitale da 100 milioni per unʼestrema boccata dʼossigeno. Ma, soprattutto, il Cda che si spacca sullʼaumento di capitale. Quella di ieri è stata una giornata campale per Alitalia che incassa la decisione a sorpresa di Air France, che in Cda vota contro la ricapitalizzazione, approvata invece in modo compatto dal fronte italiano. E sul controllo francese di Alitalia si divide anche il Governo, con il ministro dello sviluppo Flavio Zanonato che boccia lo sbarco dei francesi nello stesso giorno in cui il titolare dei trasporti, Maurizio Lupi, vola a Parigi, dove ribadisce il sostegno ad Air France, chiedendo peroʼ garanzie su mercato e occupazione in Italia. Il consiglio di amministrazione, durato circa 5 ore, ha approvato la semestrale peggiore della storia della nuova Alitalia (con una perdita netta di 294 milioni, che sconta anche 50 milioni di accantonamenti, una operativa di 198 ed un Ebit industriale che mostra un miglioramento di 18 milioni a -237) e ha varato un aumento di capitale non inferiore a 100 milioni, oltre allʼappello agli azionisti a completare la sottoscrizione del prestito convertibile di febbraio scorso per 55 milioni, su un totale di 150 milioni. Nel cda si eʼ peroʼ consumata la rottura tra soci italiani e soci francesi. Lʼaumento di capitale è stato infatti approvato a maggioranza, ma mentre gli italiani hanno votato compatti a favore, dai francesi è arrivato un voto contrario. Una decisione che potrebbe far intendere lʼintenzione di Air France, che al momento si trincera dietro un “no comment”, di tirare la questione per le lunghe, confortando così lʼopinione di chi crede che i francesi adesso preferiscano attendere lʼarrivo dei libri in tribunale, per spuntare un prezzo di acquisto ancora più basso. Non a caso, Air France non ha ancora convocato il Cda che avrebbe dovuto discutere le decisioni assunte oggi dal Board di Alitalia, che invece si riunirà già tra una settimana (il 3 ottobre prossimo), mentre è stata fissata al 14 ottobre lʼassemblea straordinaria per varare lʼaumento di capitale. Se fra gli azionisti della compagnia di bandiera le posizioni sono divergenti, di certo non sembra esserci più unità fra le fila del governo italiano. Il ministro Zanonato frena sui francesi, Lupi li incoraggia. Letta: chiarimento «inequivoco» alle Camere. Ma i ministri del Pdl tengono duro sulla giustizia SABATO 28 SETTEMBRE 2013 Corrado Vitale Prendere o lasciare perchè i problemi del Paese sono «tanti e urgenti » e non si può andare avanti in un clima di tensione continua. È l'atteggiamento con cui il premier Enrico Letta ha intenzione di presentarsi al più presto, già lunedì o martedì prossimo, al Parlamento. Una richiesta di chiarimento ''inequivoco'' che Napolitano ha condiviso. Questa linea il premier l'ha ribadita nel corso del Consiglio dei ministri, che si è iniziato subito dopo il rientro del premier a Palazzo Chigi. Ma i ministri del Pdl hanno fatto sapere che non si va da nessuna parte se dal chiarimento si esclude la questione giustizia. Per quanto riguarda il fronte parlamentare, c'è da registrare al momento la disponibilità dei gruppi del Pdl a continuare a sostenere l'esecutivo, come emerge da quanto dichiarato dal capogruppo alla Camera Renato Brunetta ai microfoni del Tg1: Secolo d’Italia «Grande determinazione da parte di Forza Italia e da parte dei gruppi parlamentari di Camera e Senato nel difendere lo Stato di diritto, difendere il senatore Berlusconi dall'applicazione retroattiva di una legge, la legge Severino, in- giusta. Ma anche grande senso di responsabilità nel proseguire nell'azione di governo». La situazione resta tesa. Anche se nessuno sembra disposto a scottarsi i polpastrelli nel gioco del cerino. A chi verrà addossata la responsabilità di una eventuale crisi di governo? È per questo motivo che i maggiori partiti si sono scambiati nel corso della giornata reciproche accuse di "irresponsabilità". Ad accendere la miccia è stato Epifani: «Letta ha parlato di umiliazione, io aggiungerei che è stato anche un colpo alla schiena per l'Italia che lavora, che cerca di uscire dalla crisi». La reazione del Pdl non si è fatta attendere. Il primo rispondere è stato Brunetta: «Rispediamo, con decisione, al mittente le opportunistiche accuse che ci rivolge il segretario pro tempore del Pd, Guglielmo Epifani». Per Renato Schifani «i veri traditori dell'Italia sono quelli che hanno minato quotidianamente, fin dalla sua nascita, un governo che avrebbe dovuto essere di pacificazione. Epifani sa benissimo che il Pdl non sta affatto tradendo gli italiani» dà oltre sei mesi di vita all'esecutivo. Il 19%, invece, pensa che durerà un altro anno. In caso di crisi di governo, inoltre, il 59% vorrebbe tornare subito al voto, il 20% vorrebbe un governo Pd-M5S, il 15% un Letta bis mentre “non sa” il 6%. Quanto alla fiducia nell'attuale governo, il sondaggio gli asse- gna un 25%. Va meglio al premier Letta che è al 44%. Dalla simulazione emerge anche che i nomi più indicati come possibili eredi di Berlusconi alla guida del centrodestra italiano sono Angelino Alfano, Luca Cordero di Montezemolo e Mario Monti. Silvio Berlusconi è ancora indicato leader del centrodestra dal 19% degli elettori del Pdl. Mentre, secondo il sondaggio Tecné due punti dividono il Pd e Pdl, rispettivamente primo e secondo partito con il 27,1% e il 25%, ma entrambi in calo. Le prime due posizioni si ribaltano in termini di coalizione, con il centrodestra primo seguito, a meno di un punto, dal centrosinistra. Sondaggi, gli italiani archiviano il governo delle large intese. E il centrodestra vola in testa Redazione Centrodestra avanti col centrosinistra che insegue. E il governo Letta è già nella mente degli italiani come definitivamente archiviato. Secondo la rilevazione Datamedia Ricerche effettuata per il Tempo se si andasse al voto adesso il centrodestra vincerebbe le elezioni. Tra i partiti spicca il risultato del Pdl-Forza Italia, che con il 27% guadagna più di cinque punti rispetto a febbraio. In crescita anche La Destra, con l'1% (contro lo 0,6% delle politiche). Stabili la Lega Nord (4,1%9 e Fratelli d'Italia (2,1%). Il centrodestra ottiene complessivamente il 34,6%, distanziando dell'1,4% il centrosinistra (33,2%). Il Pd si attesta al 28%. Crolla il M5s che rispetto alle politiche perde il 7%. Dal sondaggio emerge anche che il gradimento degli italiani sul governo Letta è sceso sotto la soglia del 50%. A confermare che gli elettori pensano a nuove elezioni è anche il sondaggio Ixè (il nuovo istituto demoscopico fondato da Roberto Weber). Per il 17% degli intervistati non durerà più di tre mesi, un altro 30% non 3 Grecia, la crisi economica e sociale sta danneggiando la democrazia 4 Secolo d’Italia Antonio Pannullo Quasi 300 aggressioni a sfondo razziale denunciate, che in Grecia hanno causato almeno quattro morti e circa 400 feriti in 15 mesi, sarebbero solo la punta dell'iceberg degli oltre 900 attacchi subiti da lavoratori stranieri negli ultimi tre anni e non segnalati dalla polizia. E tutto ciò in un Paese che, secondo uno studio dell'Ue appena pubblicato, «è il più corrotto d'Europa e in cui la democrazia si sta erodendo a vista d'occhio». A far scattare l'allarme razzismo ad Atene è stata l'ombudswoman (difensore civico) Calliope Spanou che ha pre- sentato in Parlamento i risultati di una ricerca condotta dal suo ufficio in cui si mette in guardia sul fatto che «l'aumento della violenza a sfondo razziale, l'impunità di cui godono gli aggressori e la mancanza di azione da parte delle autorità statali (per assicurarne la punizione) stanno minando la coesione sociale della nazione e le fondamenta dello Stato». Dei 281 casi di violenze registrati dal suo ufficio dal gennaio 2012 allo scorso aprile, ha detto ancora Spanou, almeno 71 sarebbero da attribuire a membri o simpatizzanti del partito filo-nazista Chrysi Avgì (Alba Dorata), finito sotto i riflettori dopo l'omicidio, lo scorso 18 settembre ad Atene, del rapper antifascista Pavlos Fyssas, 34 anni, per mano del camionista neo-nazi Georgos Roupakias, 45 anni. Ma di altre 47 aggressioni ai danni di lavoratori stranieri, secondo l'ombudswoman, sarebbero responsabili agenti e funzionari della polizia ellenica. Ma l'aumento delle violenze a sfondo razziale, il degrado del clima democratico e in genere i pericoli di eversione sempre più avvertibili nel Paese sono anche il tema di un rapporto del centro DemosEuropa secondo cui la democrazia in Grecia - bollata senza mezzi termini come «la nazione più corrotta d'Europa» - sta battendo in ritirata di fronte alle minacce eversive. La spietata analisi prosegue affermando che in Grecia lo Stato di diritto, il controllo della corruzione e la stabilità politica sono in progressivo declino in quanto il Paese «è travolto da un elevato tasso di disoccupazione, da tensioni sociali, da una corruzione endemica e da una profonda sfiducia nei confronti della classe politica». Ad Atene intanto, un giudice ha ordinato l'apertura di un'inchiesta sul sito web del sindacato dei riservisti delle forze speciali greche (Keed) dopo che vi è apparso un comunicato in cui si chiedono le dimissioni dell'attuale governo del premier Antonis Samaras e del presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, e la successiva formazione di un esecutivo ad interim di unità nazionale "sotto la tutela delle forze armate". Redazione L'alcolismo, anche in un Paese musulmano come la Tunisia, è un problema, serio e dilagante. Come del resto in tutta l'Africa. Nei Paesi arabi del Nord del continente il consumo dell'alcol è in crescita esponenziale, anche se le stime ufficiali non lo confermeranno mai, ma è anche una fonte di guadagno per chi, vendendolo, ha il coraggio di sfidare le leggi e la religione. L'esempio della Tunisia è chiarissimo perché chi è caduto nella trappola dell'alcolismo, e sa di non potere trovare liquori in grado di saziare la sua inarrestabile sete, beve di tutto. Arrivando persino, e per questo scendendo all'ultimo gradino della degradazione, a bere non solo intrugli che vengono da improvvisate distillerie clandestine, ma anche alcol puro, acquistato nei supermercati. Quindi la sera, quando il tasso alcolemico nel sangue è al massimo, scattano i meccanismi di autolesionismo, che prima che il corpo marchiano la mente di questi che sono a tutti gli effetti dei malati che nessuno mai curerà perché bevitore è sinonimo di peccatore. Quando, ovviamente, la violenza, piuttosto che rivolgersi contro sé stessi, trova facile bersaglio nelle mogli o nelle figlie. Nessuno lo confermerà mai sulla base di dati ufficiali, ma la lievitazione nel consumo dell'alcol in moltissimi Paesi dell'Africa è strettamente legata alle insoddisfazioni personali, spesso alla mancanza o alla perdita del lavoro. Se a questo si aggiunge la circostanza che in tutto il continente il prezzo delle bevande alcoliche è abbastanza basso, ci si rende conto di quanto sia facile cercare di dimenticare le proprie vicissitudini guardando il fondo di una bottiglia. In tutto questo, in tempi recenti, si è innescata un'altra variabile, l'affermarsi in molti Paesi musulmani di correnti sempre più integraliste che considerando il consumo dell'alcol un peccato contro Dio, hanno lanciato delle vere e proprie crociate contro consumatori e venditori, facendo di questi ultimi il loro bersaglio preferito. In Algeria, così come in Tunisia o in alcuni centri dell'Africa sub-sahariana la caccia al venditore di alcolici è diventato l'imperativo per i salafiti che spaccano, fracassano, picchiano, nel nome di Allah. In Africa nessun Paese ammette che l'alcolismo sia un problema sociale, limitandosi a dire che ciascuno si può uccidere come vuole. Accade nelle sterminate bidonville delle città arabe, come negli slums di quelle nere. L'Africa devastata dall'alcool: ma molti Paesi, sopratutto nel Maghreb non lo ammettono SABATO 28 SETTEMBRE 2013 Stupratore di 14enne esce di galera dopo un mese: proteste negli Usa Redazione Esce dal carcere dopo solo 31 giorni di condanna per stupro su una ragazzina di 14 anni: il caso di Stacey Rambold, reo-confesso della violenza sulla giovane Cherize Moralez successivamente suicidatasi, sta suscitando scandalo e reazioni in tutti gli Stati Uniti. A 54 anni Rambold è da oggi un uomo quasi libero: la sentenza dello scandalo lo ha condannato a 14 anni e 11 mesi di libertà vigilata. Cherize, stuprata nel 2008 quando Rambold era suo insegnante, si è suicidata nel 2010, prima che l'uomo venisse messo sotto processo: il gesto, secondo la madre Auliea Hanlon, sarebbe stato scatenato anche dalle violenze subite. «Spero che il caso di mia figlia vada alla Corte Suprema ed il verdetto venga cambiato, ha commentato con i media locali la madre, è orribile che quest'uomo sia in libertà. Potrei persino incontrarlo per strada». Associazioni di attivisti contro la violenza sulle donne hanno già raccolto 140.000 firme online per presentare un ricorso contro il giudice G. Todd Baugh che ha firmato la clamorosa sentenza: «Se non riusciamo a rimuoverlo c'è qualcosa di davvero troppo sbagliato in questo sistema», ha commentato Marian Bradley, presidente dell'associazione "Montana Now". A fare scalpore erano stati anche gli inadeguati commenti del giudice durante il processo: ad un certo punto Baugh aveva osservato che «la ragazza era in controllo della situazione tanto quanto l'uomo» e che Cherize «sembrava più vecchia della sua età». Baugh ha chiesto scusa poi per le sue affermazioni e ha anche tentato di correggere il verdetto, ma la Corte superiore ha bloccato il tentativo in quanto è contrario alle regole di legge cambiare una sentenza già emanata. Bollette dell'acqua non pagate, perdite di miliardi di euro. Al Sud la maglia nera SABATO 28 SETTEMBRE 2013 Secolo d’Italia Redazione In Italia i debiti verso le aziende idriche per bollette non pagate ammontano a quasi 4 miliardi, 3,8 per la precisione. La media nazionale di morosità nell'acqua è del 4,3% delle utenze, con risultati che diventano via via peggiori scendendo lungo il Paese, con il sud che si aggiudica la maglia nera. La fotografia è stata scattata da Federutility in un rapporto che per la prima volta si concentra sulla morosità nel servizio idrico, ovvero su chi non paga la bolletta dell'acqua dopo 24 mesi dalla scadenza. Quello che emerge dallo studio è che la media del 4,3% di morosità è per esempio tre volte tanto di quanto accade in altri settori, tipo gas e elettricità che hanno comunque in media bollette più alte. Ai 3,8 miliardi di credito che le aziende idriche vantano per utenze morose vanno aggiunti 2,3 miliardi di credito non scaduto, per un totale di 6,1 miliardi. Quasi il 15% delle bollette dell'acqua non pagate, poi, sono addebitabili alla pubblica amministrazione, a cominciare dai comuni, che nella maggior parte dei casi sono essi stessi proprietari delle aziende che erogano il servizio. A superare la pubblica amministrazione, che arriva a un tasso di mancato pagamento del 14,5% (8% amministrazioni locali e 6,5% amministrazioni centrali), nella classifica dei debitori delle aziende idriche ci sono le industrie (comunque i grossi consumatori) con il 23,6%. Gli utenti domestici morosi rappresentano il 3,2% (c'è poi un 5,6% di altre tipologie di utenze). Nonostante ci sia disomogeneità territoriale, la situazione peggiora mano a mano che si scende da Nord verso Sud: si va da punte da casi del 2,4% nelle regioni settentrionali fino a picchi dell'8,6% nel Meridione. Redazione Gli esami in gravidanza "tradizionali" che fanno più paura alle donne, come ad esempio l'amniocentesi, sono destinati a diminuire molto. Per ora a sostituirli sono test più "leggeri" e meno invasivi, anche se meno affidabili, in attesa della possibilità di analizzare il Dna del bambino presente nel sangue della mamma. La tendenza è emersa dal censimento della Società Italiana di Genetica Umana (Sigu) curato dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Le indagini cromosomiche prenatali sono passate da 136.000 nel 2007 a 129.000 nel 2011, ultimo anno disponibile (5%); quelle postnatali da 114.000 a 86.000 (-24%). Calano i test sul liquido amniotico da 102.000 a 97.000 (-5%), mentre rimangono costanti altri test invasivi come le indagini su villi coriali (26.000) e sangue cordonale (383), che nei precedenti rilevamenti erano invece in salita. «Il calo è da attribuire all'affermarsi di altri test, basati sull'ecografia e su un'analisi del sangue - afferma Bruno Dallapiccola, direttore scientifico del Bambino Gesù - anche se la loro affidabilità è minore, e possono sbagliare nel 30% dei casi. In futuro invece probabilmente prenderanno piede le analisi sul Dna del feto che circola nel corpo materno, che già oggi per le aziende che li mettono a punto hanno zero errori». Secondo il censimento sono invece in forte crescita le analisi del Dna per i pazienti oncologici, mentre in totale i test forniti dagli oltre 500 centri italiani sono stati 580mila. Proprio sul numero dei centri, distribuiti con una prevalenza al nord, ci sarebbe secondo Dallapiccola spazio per grandi risparmi. Gravidanza, calano gli esami come l'amiocentesi: le donne preferiscono test più leggeri (ma meno sicuri) 5 Altra vittoria di Samsung: vince la sfida dello smartphone con display curvo bruciando sul tempo la concorrenza Redazione Dopo lo smartwatch "Galaxy Gear" un altro annuncio a sorpresa da Samsung: lancerà a ottobre uno smartphone con display curvo, bruciando così sul tempo altri rivali come Apple. La notizia l'ha data D.J. Lee, capo del marketing strategico della divisione telefonia mobile, a margine della presentazione a Seul del Galaxy Note 3. I display curvi, già adottati da alcune tv, sono l'evoluzione hardware che permetterà a molti colossi hi-tech di progettare dispositivi indossabili sempre più sofisticati. Già a gennaio Samsung aveva mostrato un prototipo di schermo curvo, ma allo stato attuale non si conoscono le caratteristiche tecniche e nemmeno il design di questo dispositivo. L'azienda coreana insieme ad Lg da tempo lavora sugli schermi flessibili soprattutto sulle tv, schermi che rappresentano una vera e propria rivoluzione non solo per il settore mobile, ma anche per l'intero mondo hi-tech. Tra i vantaggi di questa tecnologia c'è una maggiore resistenza ad urti e cadute. Ma altre notizie animano il mondo del web: il primo computer senza silicio diventa realtà, le sue componenti sono state realizzate utilizzando le nanotecnologie e sono interamente fatte con nanotubi di carbonio, il materiale "tuttofare" che apre le porte ad una miniaturizzazione finora inimmaginabile. Il prototipo, cui la rivista Nature dedica la copertina, funziona con transistor mille volte più piccoli di quelli in commercio. «Il sindaco Marino vuole tagliare tre milioni di euro di fondi a Biblioteche di Roma» 6 Redazione «La Giunta Marino sta per definanziare, con il taglio di 3 milioni di euro, le Biblioteche di Roma, unʼistituzione che rappresenta lʼeccellenza nellʼambito dei sistemi bibliotecari sia a livello nazionale che in ambito europeo». È quanto sostengono il capogruppo di Fratelli d'Italia in Campidoglio, Fabrizio Ghera, e il dirigente romano Federico Mollicone, che sottolineano «come il centrodestra negli anni passati non solo non ha effettuato alcun tipo di taglio nei confronti di questa importante attività culturale, ma che proprio con la commissione Cultura intervenimmo per scongiurare che avve- Secolo d’Italia nissero definanziamenti, che appunto non furono iscritti in bilancio, ma si trattò solo di unʼoperazione di cassa». Biblioteche di Roma vanta una capillare presenza sul territorio con le sue 38 biblioteche ed i suoi 14 bibliopoint, dislocati in ogni Municipio della città, con particolare attenzione alle periferie, dove la funzione di aggregazione sociale si aggiunge a quella ordinaria di promozione del libro e delle lettura. Ad oggi le Biblioteche possiedono il più grande sistema di biblioteche in carcere esistente in Italia, con 20 point presenti nei 6 istituti di pena di Roma Capitale. Un risultato complessivo di grande valore reso possibile negli ultimi anni grazie allʼattenzione del centrodestra, che attraverso il finanziamento di 21 milioni di euro erogati da Roma Capitale ha permesso di coprire il costo del personale e mantenere alto lo standard qualitativo dei servizi, grazie allʼattenzione del centrodestra. Se lʼamministrazione di centrosinistra confermasse il taglio di 3 milioni di euro – proseguono Ghera e Mollicone – diventerebbe impossibile per Biblioteche sostenere i costi per le aperture pomeridiane, serali e del sabato mattina. Riteniamo fondamentale non disperdere il patrimonio culturale di Biblioteche e necessario evitare che la nostra città venga privata di un servizio sociale e culturale essenziale per i romani. Fratelli dʼItalia presenterà in commissione Cultura una mozione per chiedere agli assessori al Bilancio e al Patrimonio di Roma Capitale di garantire il finanziamento dei 21 milioni anche per tutto il 2013, al fine di tutelare anche i lavoratori comunali e di Zètema, e di predisporre tutti gli atti necessari allʼassegnazione allʼistituzione Biblioteche di una sede pubblica, a costo zero, per ospitare gli uffici amministrativi centrali». sta di fatto che – ricorda Mugnai – «nel tempo, pian piano anche in maggioranza sempre più colleghi consiglieri regionali, ma anche sindaci dai vari territori, si sono convinti che avevamo ragione noi del Pdl». Che lʼesperienza Sds fosse per lo meno da rivedere lo ave- vano stabilito anche la Corte dei Conti e, con sentenza, persino la Consulta. «Malgrado ciò – spiega Mugnai – mentre noi affermavamo che quella delle SdS fosse da considerarsi una pratica conclusa, via via gli assessori regionali alla Salute di turno ci rispondevano inalberando difese a oltranza presto smentite da casi di autoscioglimento delle Società della Salute, come accaduto in Casentino. Da mesi, ormai, le SdS sono in un limbo stagnante. Nessuno le difende più, ma la Giunta di centrosinistra non si decide a rinunciarvi. Noi questo immobilismo lo denunciamo da sempre. Forse ora, con una proposta di legge in arrivo da un consigliere di maggioranza, potrebbe essere la volta buona». Toscana, anche la maggioranza di centrosinistra ora vuole abolire le inutili “Società della Salute” Redazione «Le Società della Salute sono soppresse mediante decreti di estinzione del presidente della Giunta regionale che producono effetti dal 31 marzo 2014. Tutti gli organi delle Società della Salute decadono». Legge della Giunta regionale? Non ancora. Sogno del Pdl? Non più solo: si tratta infatti dei passaggi dirimenti di una proposta di legge sì, ma in arrivo da un esponente di maggioranza come il socialista Pieraldo Ciucchi. «Dopo anni che ci battiamo per questo stesso obiettivo – commenta il vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio regionale della Toscana, Stefano Mugnai (Pdl) – che sia questa finalmente la volta buona?». Di sicuro lo scopriremo. Intanto, però, SABATO 28 SETTEMBRE 2013 De Corato: tolleranza zero contro chi deturpa Milano con i graffiti sui muri Redazione «Milano è invasa dai graffiti, non c'è muro, monumento, mezzo pubblico che non sia sporcato e vandalizzato dai graffitari. Ai milanesi cadono le braccia e i visitatori stranieri sono scandalizzati dalla vastità del fenomeno. Una cosa è certa: in questa situazione il messaggio da diffondere non può assolutamente essere ambiguo. Servono chiarezza e coerenza nella condanna di chi depurta la città». Lo dichiara Riccardo De Corato, di Fratelli d'Italia, vicepresidente del Consiglio comunale, che così prosegue: «Leggo invece che l'assessore Chiara Bisconti, nel presentare il prossimo Cleaning Day, ha parlato in modo ingannevole e doppio. Da un lato ha affermato che l'amministrazione è fortemente impegnata nel contrasto al vandalismo e indisponibile ai compromessi. Dall'altro si è detta favorevole alla street art e desiderosa che tanti muri di Milano diventino luogo di espressione artistica. Ma chi imbratta i muri con i tags spesso è lo stesso writer che disegna i murales e che si è evoluto divenendo magari anche un artista di fama. Fare dei distinguo provoca solo confusione. Invece bisogna dire con fermezza, se davvero si vuole inaugurare una stagione di “zero tolerance", che chiunque danneggi con scritte o disegni la proprietà privata, così come un edificio pubblico, viola la legge e va punito. La proprietà privata è garantita dalla Costituzione. Danneggiarla è reato, a meno che non siano i proprietari a decidere di metterla a disposizione di uno street artist. Se non c'è questa chiarezza – conclude De Corato – i graffitari si sentiranno tollerati e persino protetti. Come al solito la Giunta arancione dà un colpo al cerchio e uno alla botte. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: città deturpata da scritte orribili». Gli italiani in fuga da cinema e teatri, un po' meglio i concerti Secolo SABATO 28 SETTEMBRE 2013 d’Italia Redazione Quasi 12 milioni di biglietti in meno venduti nei cinema, un milione di biglietti in meno per i concerti, 500 mila biglietti persi dal teatro nel suo complesso. Che in Italia la crisi avesse cominciato a pesare seriamente anche sui consumi di spettacolo si sapeva da tempo, con un 2011 non certo positivo e un 2012 che nei primi sei mesi si era annunciato più che funesto. Ora la conferma, con l'Annuario 2012 della Siae, che fotografa una realtà costellata di segni negativi. E che racconta come nell'anno più nero siano stati tanti gli italiani costretti a rinunciare a spettacoli e divertimenti. Gino Paoli, che alla presentazione dell'Annuario dedica la sua prima uscita pubblica da presidente, allarga le braccia. Con la crisi che c'è, sottolinea, anche questa flessione dei consumi non è una sorpresa per nessuno. Anzi. Il calo, fa notare il presidente cantautore, «è di fatto fisiologico». Il presidente dell'associazione italiana dello spettacolo (Agis) Carlo Fontana è d'accordo con lui. I dati della Siae sono preoccupanti, dice, «ma vanno letti alla luce della crisi generale. E bisogna considerare che in generale lo spettacolo ha registrato perdite più contenute rispetto a molti altri settori dell'economia na- zionale». Tant'è, nell'anno in corso non sta andando molto meglio: «L'andamento è più o meno uguale - anticipa la responsabile dell'ufficio statistica della Siae Marina Landi anche se salgono un po' i concerti, soprattutto di musica leggera e c'è qualche segnale di ripresa per il cinema». Il 2012, intanto, ha un bilancio negativo: per andare al cinema gli italiani hanno speso in un anno 716,8 milioni di euro, oltre 150 milioni in meno rispetto al 2010, quando se ne erano spesi 868. A fronte di un lieve incremento del numero di spetta- coli sono diminuiti gli ingressi, la spesa al botteghino, la spesa del pubblico (quella che comprende anche i servizi accessori al film) è calata così come il volume d'affari. L'onda nera ha colpito anche il teatro nel suo complesso, con un calo degli spettacoli, degli ingressi, delle presenze, della spesa al botteghino, della spesa del pubblico, del volume d'affari . In particolare vanno male la prosa, il musical, burattini e marionette. Tiene, invece, la lirica con un +5,16% di spesa al botteghino, +0,54% volume d'affari. Film Usa ad alta tensione al prossimo Festival di Roma Redazione Il direttore artistico del Festival Internazionale del Film di Roma, Marco Muller, ha annunciato i primi quattro film di lingua inglese in concorso all'ottava edizione (dall'8 al 17 novembre all'Auditorium Parco della Musica): si tratta di "Her", scritto e diretto da Spike Jonze (con Joaquin Phoenix, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde, Scarlett Johansson); "Dallas Buyers Club" di JeanMarc Vallée (con Matthew McConaughey, Jennifer Garner e Jared Leto); "Out of the Furnace" di Scott Cooper (con Christian Bale, Casey Affleck, Woody Harrelson, Forest Whitaker, Zoe Saldana, Sam Shepard, Willem Dafoe); e "Another Me" di Isabel Coixet (con Sophie Turner, Jonathan Rhys Meyers, Claire Forlani, Gregg Sulkin, Rhys Ifans, Geraldine Chaplin, Leonor Watling). Spike Jonze, regista tra gli altri di "Essere John Malkovich", "Il ladro di orchidee", ideatore della serie televisiva "Jackass", torna alla regia sul grande schermo con "Her". Nel film, Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi 7 Joaquin Phoenix interpreta Theodore, uno scrittore solitario che instaura un'improbabile relazione con il suo nuovo sistema operativo, progettato per soddisfare l'utente in tutte le sue esigenze. La voce del sistema è dell'attrice Scarlett Johansson. "Dallas Buyers Club" - diretto dal regista e sceneggiatore canadese Jean-Marc Vallée, l'autore di "C.R.A.Z.Y" , "The Young Victoria", vincitore di un Oscar per i migliori costumi - è ispirato a fatti realmente accaduti e racconta l'intensa lotta per la sopravvivenza di Ron Woodroof, elettricista texano e cowboy appassionato di rodei, a cui viene diagnosticato il virus dell'Hiv. Woodroof è interpretato da Matthew McConaughey, che quest'anno si è aggiudicato l'Independent Spirit Awards come Miglior attore non protagonista per il suo ruolo in "Magic Mike" di Steven Soderbergh. "Out of the Furnace" è una storia ad alta tensione di Scott Cooper, il regista che nel 2010 ha firmato "Crazy Heart", vincitore di due Golden Globes e due Oscar. Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250