Scacco matto allʼImu, passa la linea del Pdl anche
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Scacco matto allʼImu, passa la linea del Pdl anche
CON IL PDL ANNO LXI N.113 Scacco matto allʼImu, passa la linea del Pdl anche sui capannoni Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Qual è lo scandalo di Brescia: i ministri che manifestano o gli intoccabili che aggrediscono? Marcello de Angelis Come al solito bisogna immaginare la scena a parti inverse. La giustizia borghese processa pretestuosamente uno dei tanti beniamini della sinistra, amato dai salotti radical chic e dallʼottanta per cento dei giornalisti italiani che, se non sono stati a Lotta continua perché erano troppo giovani, ci hanno avuto uno zio, una mamma o un papà o, almeno, avrebbero voluto esserci. Immaginiamo un caso “Popi Saracino”. Nessuno se lo ricorda vero? Era un capetto del ʼ68 milanese, bellʼuomo, professore di liceo di quelli che si fanno qualche tiro con le alunne, come la diciottenne Simonetta Ronconi. Nel glorioso maggio dellʼanno Ottanta del secolo scorso, il fascinoso capo di una delle fazioni più pimpanti del Movimento studentesco fu accusato di aver violentato una sua assolutamente splendida studentessa. Al processo cʼerano giovanette dellʼultrasinistra che anziché contestarlo sbavavano per lui, mentre alcune vecchie racchione femministe invece lo mostravano allʼindice come stupratore e sostenevano che proprio perché era un “compagno” andava giudicato anche più severamente e fucilato due volte. Un poʼ come diceva la destra forcaiola negli anni Settanta, che chiedeva la pena di morte per i terroristi ma DUE volte se erano di destra. Il che ha sempre sollevato un dibattito tecnico legittimo su come si faccia ad uccidere uno DUE volte… Ma Popi era uno giusto, coi contatti giusti e gli amici giusti. Alla fine tutta la stampa si schierò con lui e così i vecchi e nuovi compagni: parlamentari, giornalisti, attori, galleristi dʼarte, magistrati eccetera. Tutti quelli che avevano fatto il ʼ68 dalla parte giusta. E così venne finalmente assolto per non aver commesso il fatto. La sentenza disse che, anche se la Simonetta allʼinizio aveva fatto resistenza, se a un certo punto aveva smesso e d’Italia WWW.SECOLODITALIA.IT mercoledì 15/5/2013 aveva ceduto non si trattava di violenza. Quindi, il ʼ68 era salvo. Immaginiamoci – così, solo per ridere – che a una manifestazione per la sua innocenza, o per lʼinnocenza di Sofri, o di Tortora (i familiari non si impennino) o di chiunque altro che legittimamente o meno possa essere considerato un innocente perseguitato dalla magistratura per altri fini, si fossero presentati dei fascistoni o fascistelli e avessero aggredito, spaccandogli la faccia o rompendogli la testa, professionisti, padri e madri di famiglia, pensionati o innocui simpatizzanti che si recavano alla manifestazione di solidarietà. Immaginiamoci i titoli della stampa nazionale (ed estera!!). Immaginiamoci il messaggio del sindaco, del vescovo, dei presidenti di Camera e Senato e della Repubblica, dei sindacati, del prefetto e del questore. Immaginiamoci lʼalacrità con cui avrebbero risposto la magistratura e la polizia, le perquisizioni, gli arresti, le condanne preventive e successive, i sequestri di documenti compromettenti e di armi improprie (coltelli da cucina e mattarelli della mamma) e le conferenze stampa. Pensiamoci. O meglio, ricordiamoci quante volte è avvenuto, rendiamoci conto di quante altre volte avverrà. E vomitiamo. Si, vomitiamo. Liberiamoci dalla naturale bile che qualunque persona per bene produrrebbe in quantità. E ripetiamocelo: senza riforma della giustizia, senza una giustizia che non faccia sempre figli e figliastri, qualunque discorso sulla libertà e sulla democrazia è una chiacchiera vana. Bastano due magistrati faziosi e due giornalisti bugiardi per sovvertire qualunque Stato democratico. E in Italia è già accaduto troppe volte. Valter Delle Donne Subito un intervento sul premio di maggioranza; mentre la nuova legge elettorale sarà discussa dopo aver scelto la forma di governo. Così Gaetano Quagliariello al Tg3. «La prossima settimana al via i contatti con i partiti per approvare una clausola di salvaguardia che consenta di tornare alle urne in qualsiasi momento». «A Spineto dice il ministro delle Riforme - l'intero governo ha convenuto che la legge elettorale fa parte della forma di governo. È impossibile fare la legge elettorale senza sapere se bisogna andare a Parigi o a Londra. Solo dopo si capirà quale legge fare e su questo l'intero governo è accordo». «Noi sappiamo – prosegue Quagliariello – che l'attuale legge elettorale è di dubbia costituzionalità perché quando fu fatta c'erano coalizioni del 45 per cento e il premio di maggioranza era limitato al massimo al dieci per cento dei seggi; oggi invece le coalizioni sono sotto il 30 e quindi la coalizione che ha vinto ha visto alla Camera raddoppiare i suoi seggi. Di fronte a questo e a quello detto da Napolitano il presidente del Consiglio mi ha dato l'incarico di sentire i partiti e i gruppi per vedere se è possibile mettere in atto la clausola di salvaguardia. Lo farò con molta solerzia. Ovviamente – dice ancora – il dibattito parlamentare va avanti indipendentemente dalle dinamiche del governo. Io mi atterrò al mandato ricevuto da Letta: dalla prossima settimana comincerò i contatti con i partiti per approvare una clausola di salvaguardia che consenta di tornare alle urne in qualsiasi momento. Ma questo è sganciato dalla grande riforma». In questo modo, la modifica immediata del cosiddetto "Porcellum" (magari con un ritorno al vecchio "Mattarellum") garantirebbe che un eventuale ritorno alle urne non avvenga con l'attuale legge elettorale. Un punto sul quale sono d'accordo M5S e Pd. «Dobbiamo assolutamente evitare – incalza Anna Finocchiaro – di tornare a votare, tra poco o tra tanto, con la legge Calderoli. Io penso che questa scelta debba essere propedeutica a qualsiasi ragionamento sulle riforme». Ma il Pdl avverte il suo ministro: «La legge elettorale non può essere scissa da una riforma» della Costituzione, avverte dal Pdl Fabrizio Cicchitto, per il quale le priorità del governo sono altre, «a cominciare dalla crisi economica». Il Pdl frena Quagliariello: «Prima della legge elettorale pensiamo a misure contro la crisi» Letta alle prese con Imu, tensioni sulla giustizia e mal di pancia del Pd 2 Redazione I dati dell'economia italiana sono ormai un bollettino di guerra. Il crollo del mercato della casa si accompagna, in uno scenario di deflazione, a quello della produzione industriale e dei consumi. L'Italia è il malato d'Europa. Anche per questo Enrico Letta ha avviato una serie di sondaggi con Romano Prodi, Mario Monti e Vincenzo Visco, tutti esperti di problemi comunitari. Sul tavolo del governo anche la questione dell'Imu, che sarà risolta nel consiglio die ministri di venerdì: un terreno friabile sul quale il premier non può permettersi di scontentare il Pdl, che reclama l'abolizione dell'odiata tassa sulla prima casa. Il premier deve inoltre cercare di pacificare gli animi della sua "strana" maggioranza mentre infuria la polemica sul processo Ruby e sull'atteggiamento della sinistra radicale che a Brescia ha contestato il comizio del leader Pdl. Un tema che ha fatto registrare ieri un botta e risposta incandescente in aula tra il capogruppo Pdl Renato Brunetta e la presidente della Camera Laura Boldrini, accusata di non avere preso le distanze dai manifestanti di Sel violenti. Il Pdl assicura con Mariastella Gelmini che non tenderà imboscate al go- verno. In fondo l'interesse del Pdl, in un momento di gravissimo caos economico-sociale, è quello di dimostrarsi partito d'ordine agli occhi del suo blocco elettorale e di assicurare che l'interesse delle famiglie viene prima di tutto. Però bisognerà vedere se questa decisione resisterà alla possibile condanna del suo leader nel processo Ruby (condanna che Daniela Santanché dà per scontata): il centrodestra non intende abbassare la voce su questo fronte incandescente e ha annunciato nuove manifestazioni. Letta sa di dover fare presto. Il timore che la bomba ad orologeria dei processi di Berlusconi esploda da un momento all'altro è talmente elevato da aver fatto pensare ad una clausola di salvaguardia: la modifica immediata del Porcellum (magari con un ritorno al Mattarellum) per garantire che un eventuale ritorno alle urne non avvenga con l'attuale legge elettorale. Come spiega il ministro delle riforme Gaetano Quagliariello, tuttavia, questo passaggio do- vrebbe essere solo momentaneo: l'ambizione infatti è quella di modificare la forma di Stato e di governo ed è chiaro che la nuova legge elettorale dovrebbe essere scelta a seconda della strada imboccata (premierato o semipresidenzialismo). C'è poi il problema della manovra economica. Reperire i fondi per il taglio dell'Imu, il rifinanziamento della cassa integrazione, la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani, è più difficile del previsto. Come dice l'economista Alberto Quadrio Curzio, serve lo "sconto" Ue: l'unica strada è chiedere a Bruxelles perché all'Italia non viene accordato ciò che è stato concesso a Francia, Spagna e - in passato - anche alla Germania. Ma serve forza politica e alle spalle una maggioranza compatta, il che è reso arduo anche dalle profonde lacerazioni del Pd. Beppe Grillo si dice convinto che in autunno si tornerà comunque al voto e che in quell'occasione i democratici spariranno. Resteranno solo Pdl e grillini, questi ultimi in funzione di argine contro la rabbia che monta nelle piazze. Versione un po' teatrale del futuro di un movimento che in realtà alle prossime amministrative sarà chiamato alla prima vera verifica della sua tenuta politica. Alemanno: se farò il bis la parola d'ordine sarà meritocrazia Redazione Meritocrazia sarà la parola d'ordine del nuovo esecutivo di Gianni Alemanno se sarà riconfermato sindaco di Roma: nei concorsi, nelle aziende capitoline ma anche nella nuova giunta che avrà "un profilo alto". Contemporaneamente punterà sullo sviluppo economico, anche se quanto fatto finora lo ha definito "un miracolo" visto l'indebitamento in cui ha trovato il Campidoglio e la grave crisi economica. Questa la "seconda Roma" di Gianni Alemanno se le urne lo vedranno di nuovo sindaco. La meritocrazia anche per allontanare lo spettro di Parentopoli, "solo una bolla mediatica", e delle inchieste che coinvolgono alcuni suoi collaboratori, e lo sviluppo per far uscire la città dalle secche dei tagli per i mancati trasferimenti dallo Stato. "La commissione per la valutazione delle nomine che farò insediare - spiega Alemanno - è un passo in più che facciamo per avere una squadra manageriale qualificata e meritevole: il problema del reperimento di dirigenti nella pubblica amministrazione infatti deve salvaguardare bravura e costi contenuti e ciò non sempre è facile". E riconosce che, durante il primo mandato, "abbiamo scontato anche un grado di inesperienza, sono stato il primo sindaco di centrodestra, e il fatto che il Pdl fosse impegnato contemporaneamente a tutti livelli di governo: ciò ha creato difficoltà anche a dislocare il personale umano". "Meritocrazia anche al livello politico" assicura il sindaco uscente che promette anche un "assessorato al lavoro" e una "delega alla povertà che sarà di sicuro trasversale". Dunque dopo "avere salvato Roma dal deficit economico", visto il buco di bilancio trovato, Alemanno promette che si concentrerà nei primi 100 giorni "sull'attuazione piena del piano strategico di sviluppo predisposto per la candidatura di Roma Capitale alle Olimpiadi 2020". Anche nel secondo mandato la sicurezza sarà un punto cardine. "È inscindibile dalla solidarietà ma deve essere garantita, per questo se sarò rieletto sono pronto a chiedere norme penali specifiche: obbligano le forze dell'ordine ad intervenire e in caso di recidiva prevedono il carcere". Strage a Milano: dopo il giovane Daniele, muore anche il pensionato Ermanno Masini 3 Redazione La strage di Milano riapre il dibattito sull'immigrazione ma al di là delle parole è la tragedia umana a colpire l'intero Paese: non ce l'ha fatta Daniela Carella il giovane di 21 anni aggredito a colpi di piccone da Mada Kabobo, morto lunedì, e ieri è deceduto anche Ermanno Masini, il pensionato di 64 anni ricoverato in condizioni gravissime dopo l'aggressione. Il medico che annunciato la morte di Daniele non ha spauto trattenere le lacrime, il figlio di Ermanno Masini ha dichiarato che ormai non gli resta più nulla. Questo è il drammatico bilancio della follia omicida di Mada Kabobo, 31 anni, il ghanese che allʼalba di sabato si era scagliato con una furia cieca contro chiunque incontrasse sul suo cammino, nelle strade semideserte del quartiere Niguarda. Il giovane assalito alle spalle non è riuscito a difendersi, né a scappare ed è stato colpito quattro volte: alla testa, al fianco, al torace e alla spalla. Le sue condizioni erano apparse da subito gravissime. Kabobo, pochi minuti prima di aggredirlo, aveva ucciso Alessandro Carolè, 40 anni, e attaccato Ermanno Masini, pensionato di 64 anni di origini modenesi, preso a picconate in testa mentre stava portando a spasso il cane. Mada Kabobo all'inizio aveva usato una spranga di ferro che ha causato, in altre due vittime, ferite nettamente meno gravi. Infatti Andrea Carfora, 24 anni, se la caverà con qualche giorno di prognosi. Così pure Francesco Niro, 50 anni. Una strage che ha subito scatenato polemiche. Nei giorni precedenti il ministro allʼIntegrazione Cècile Kyenge aveva proposto di abolire la legge Bossi-Fini e il reato di clandestinità. Dopo la strage, la Lega ha subito fatto la voce grossa con il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini che ha attaccato a testa bassa la ministra Kyenge. Quindi il leader della Lega Roberto Maroni è intervenuto per correggere il tiro e per chiarire: «Io non faccio alcun collegamento tra le proposte della ministra Kyenge e lʼincredibile episo- dio di Milano: quellʼimmigrato è un pazzo», aggiungendo però che «lʼimmigrazione è un tema che chi ha responsabilità di governo dovrebbe maneggiare con cura». Guglielmo Federici L'ennesimo atto di teppismo intollerabile, questa volta un attacco con razzi e bengala al cantiere Tav di Chiomonte. Una trentina circa di no Tav, che non si sa come mai si trovano ad agire sempre in piena autonomia, tutti incappuciati, nella notte ha preso d'assalto il perimetro del cantiere, in un caso tagliando un piccolo tratto di recinzione, in altri cercando di bloccare con cavi di acciaio alcuni varchi normalmente utilizzati dalla Forza Pubblica per gli interventi all'esterno dell'area. Azioni simultanee, su più fronti, utilizzando bengala, razzi esplosi da un rudimentale mortaio, artifici pirotecnici, bombe carta e bottiglie incendiarie. La Questura rife- risce che almeno cinque aggressori hanno scagliato una dozzina di bottiglie incendiarie, di cui due contro le forze dell'ordine che hanno respinto gli attacchi facendo uso di lacrimogeni. Sono in corso le indagini per identificare i responsabili «Un vero e proprio atto di guerra»: il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, definisce così l'attacco al cantiere della Torino-Lione. «Il governo invii rinforzi e si faccia carico del problema». Visto che fin'ora l'alta tensione innescata a più riprese dai notav non è stata considerata un'emergenza, è ora che qualcuno lo faccia, dice Cota, chiamando in causa il ministro dell'Interno: «Chiederò ad Alfano di attivarsi per mo- nitorare il fenomeno», visto che l'episodio fa seguito a quello della scorsa settimana in cui è rimasto ferito un operaio. Il presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato, Altero Matteoli invia «piena solidarietà agli operatori della Tav e alla polizia, ancora una volta fatta centro dell'inaudita violenza. «Sono certo - aggiunge- che il governo non sottovaluterà gli episodi accaduti prendendo gli opportuni provvedimenti per garantire la regolare realizzazione dell'opera che non può essere frenata o impedita da una minoranza ideologicamente contraria». L'incursione dei no Tav è stata violenta, «di carattere quasi terrorista»: così LTFLyon Turin Ferroviaire, so- cietà responsabile della sezione transfrontaliera della Nuova Linea Torino-Lione, definisce l'assalto. Sarà la volta buona che qualcuno ne prenda atto? Assalto dei no Tav con razzi e bengala. Cota: «Un vero e proprio atto di guerra» Equitalia diventa più magnanima: c'è la crisi, serve dialogo non vessazioni 4 Redazione Sensibilità, attenzione, umanità: l'amministratore delegato di Equitalia ha scritto ai direttori delle strutture della società chiedendo loro di operare con estrema attenzione in questo periodo di crisi. La gente già in difficoltà spesso vede recapitarsi cartelle per i debiti con il fisco e allora, dice l'ad Benedetto Mineo, bisogna fare uno sforzo in più e "valutare caso per caso, persona per persona". Le indicazioni sono contenute in una lettera interna nella quale l'amministratore delegato rileva: "Non possiamo permetterci un comportamento non adeguatamente orientato alla sensibilità". Una mossa che giunge dopo che la società di riscossione dei tributi era finita sotto accusa per l'insostenibile pressione sui cittadini già impoveriti dall'infelice congiuntura economica ed era finita nel mirino di contestazioni e proteste. Equitalia prende dunque atto di "un disagio esteso, conseguenza diretta del perdurare della crisi" e l'ad chiede ai suoi di fare un lavoro capillare, tenendo conto delle situazioni in cui si trovano le persone. Lo Desiree Ragazzi È boom di badanti nelle case degli italiani: il loro numero è ormai arrivato ad un milione e 655 mila, facendo registrare un aumento del 53% in dieci anni. Sono prevalentemente stranieri (77,3%) e donne (82,4%), tra i 36 e 50 anni (56,8%). È quanto emerge da una ricerca realizzata da Censis e Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) per il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, in occasione del convegno 'Servizi alla persona e occupazione nel welfare che cambia'. E si stima che, mantenendo stabile il tasso di utilizzo dei servizi da parte delle famiglie, il numero dei collaboratori salirà a 2 milioni 151 mila nel 2030 (circa 500 mila in più). La spesa media per le famiglie è di 667 euro al mese. Ma con la crisi, oltre la metà dei bilanci familiari non tiene più: così nel 15% dei casi è prevedibile, sempre stando ai risultati della ricerca, che un componente della famiglia lasci il la- voro per assistere un congiunto. O nel 41,7% dei casi si pensa anche a rinunciare al servizio. L'area dei servizi di cura e assistenza per le famiglie rappresenta quindi un "grande bacino occupazionale": il numero dei collaboratori è passato da 1,083 milioni del 2001 a 1,655 milioni del 2012 (quando è stata condotta l'indagine su 1500 collaboratori). Sono 2 milioni 600 mila le famiglie (il 10,4%) che hanno attivato servizi di collaborazione, di assistenza per anziani o persone non autosufficienti, e di baby sitting. Il cosiddetto welfare informale ha però un costo che grava quasi interamente sui bilanci familiari. A fronte di una spesa media di 667 euro al mese, solo il 31,4% delle famiglie riesce a ricevere una qualche forma di contributo pubblico, che si configura per i più nell'accompagno (19,9%). Se la spesa che le famiglie sostengono incide per il 29,5% sul reddito familiare, non stupisce che già oggi, in spunto della lettera interna è un episodio di cronaca di un piccolo imprenditore pugliese che aveva scritto ad un giornale locale il proprio proposito di suicidarsi perché sommerso dai debiti, in particolare quelli verso lo Stato, che Equitalia riscuote. La lettera era stata pubblicata un sabato ma la società di riscossione aveva reagito subito, non tenendo conto del week-end nel quale normalmente gli uffici sono a riposo. "Abbiamo chiamato il giornale, siamo risaliti all'indirizzo, un nostro funzionario si è messo in viaggio e ha raggiunto in casa l'autore della missiva. La cosa che più ci interessava era stare vicino a quell'uomo affinché non si sentisse abbandonato dalle Istituzioni", racconta l'ad a tutti i funzionari. Una storia finita bene. Ma "l'episodio - fa presente Mineo - non costituisce un caso isolato". "Siamo consapevoli che l'arrivo di una richiesta all'agente della riscossione, in un momento come quello che stiamo vivendo, possa infrangere equilibri già instabili. Di fronte a queste situazioni non possiamo permetterci di commettere errori o di avere un comportamento non adeguatamente Le badanti sono più di 1 milione e mezzo. Per il welfare informale le famiglie spendono 667 euro al mese piena recessione, la maggioranza (56,4%) non riesca più a farvi fronte e sia corsa ai ripari: il 48,2% ha ridotto i consumi pur di mantenere il collaboratore, il 20,2% ha intaccato i risparmi, il 2,8% si è dovuto addirittura indebitare. Ristagna il mercato edilizio: le cifre peggiori dal 1985 Redazione Crolla il mercato immobiliare della casa nel 2012, perdendo oltre 150 mila compravendite rispetto al 2011. Si tratta, secondo il rapporto immobiliare 2013 di Abi e Agenzia delle Entrate, del peggior risultato dal 1985 quando le abitazioni comprate e vendute erano state circa 430 mila. Nel 2012, come emerge dal rapporto realizzato dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate in collaborazione con l'Abi, si è avuta una riduzione del 27,5% rispetto al 2011 per i volumi di compravendite delle case. A livello territoriale l'area del nord-est, dove si realizza il 18,3% del mercato nazionale, è quella che ha subito il calo più elevato delle compravendite nel 2012 rispetto al 2011 (-28,3%). Sempre lo scorso anno sono state vendute case per un totale di circa 46,4 milioni di metri quadri (-25,4% sul 2011), con una superficie media di circa 104 mq. Da segnalare è anche la forte diminuzione del valore di scambio complessivo, stimato in circa 75,4 miliardi di euro, quasi 27 in meno del 2011. Nelle otto principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze) il calo delle compravendite è stato del 22,4% con un valore di scambio stimato di circa 19,5 miliardi di euro, ovvero 5,7 in meno rispetto al 2011. Bulgaria, la vittoria del centrodestra cambia la prospettiva del Paese Antonio Pannullo Impasse politica e incertezza sul futuro, insieme ai timori di possibili nuove tensioni sociali, dominano in Bulgaria dopo il voto anticipato, che ha consegnato un successo di stretta misura ai conservatori di Gerb, il partito dell'ex premier Boyko Borissov, sul partito socialista (Bsp). Con un'affluenza intorno al 52%, a Gerb è andato il 30,7%, mentre i socialisti di Serghiei Stanishev hanno ottenuto il 27%. Gli unici due altri partiti a essere entrati in parlamento sono quello della minoranza turca (Dps), con il 10,4%, e i nazionalisti di Ataka, che ottengono il 7,40%. Toccherà al Gerb di provare per primo a formare un go- verno ma, numeri alla mano, senza l'appoggio di un'altra forza parlamentare sembra un'impresa impossibile. Tutte le altre forze politiche si sono dette infatti indisponibili a una coalizione col partito di Borissov. Situazione analoga anche per il Bsp. I socialisti potrebbero contare sul partito della minoranza turca, che è stato partner nel governo di larga coalizione dal 2005 al 2009 guidato dai socialisti, ma questo appoggio non basterà. Tutti gli sguardi sono rivolti quindi ai nazionalisti di Ataka, che potrebbero essere l'ago della bilancia, il cui leader, Volen Siderov, sta ancora sondando il terreno. I socialisti hanno già dichiarato di essere disposti a una coalizione con Dps e Ataka e propongono come premier l'economista Plamen Oresharski, ministro dell'economia nel governo Stanishev. Gli analisti però ritengono l'ipotesi poco plausibile. Circola a Sofia un'altra variante, la formazione di un governo di tecnici con il consenso delle quattro forze politiche in parlamento. Ma come dice un proverbio bulgaro, questi quattro partiti sono come «l'aquila, il granchio e il luccio», ovvero ciascuno se ne va per la sua strada e non potrebbero andare mai d'accordo. L'alternativa possibile è quella meno favorevole per la Bulgaria: un lungo periodo di ingovernabilità e nuove elezioni in autunno. La realtà è che, nonostante le proteste di massa dell'inverno scorso contro povertà e corruzione che hanno portato alle dimissioni del governo Borissov e al voto anticipato, dopo le elezioni il Paese non è uscito dall'impasse. Nel nuovo parlamento sono entrati quattro dei vecchi giocatori. Nessuno dei quali però ha ottenuto un appoggio sufficiente per formare un governo stabile. E i veri vincitori sono stati il 50% circa degli elettori che per protesta non si sono recati alle urne. Giovanni Trotta Anche un video amatoriale, se firmato da Ai Weiwei, l'artista dissidente cinese forse più conosciuto al mondo, può diventare un'icona cult. L'artista stava passeggiando con la madre in Guijie street, nel centro di Pechino, quando si è casualmente imbattuto in una maxi-rissa tra i camerieri di un ristorante ed un gruppo di venditori ambulanti tibetani. Questi ultimi erano intenti a disporre la loro mercanzia sul marciapiede antistante al locale, quando il personale del ristorante si è opposto con decisione. In men che non si dica è scoppiato un putiferio: sono cominciati a volare sedie, tavolini e pietre. Ai Weiwei non ha resistito a riprendere la scena che dopo poco è stata diffusa dal South China Morning Post. Tanti i clic per visionare le immagini "firmate" dal celebre artista. Le iniziative di Ai Weiwei sono sempre destinate a riscuotere risonanza mediatica. Come avvenuto ad esempio lo scorso ottobre con la sua personale versione di "Gangnam style", il video musicale del rapper sud coreano Psy, diventato in pochissimo tempo uno dei più visti della rete. Un video che non è piaciuto alla Cina che lo ha subito censurato. Nel pezzo - intitolato ironicamente "Caonima style", un termine che in mandarino significa "erba fango cavallo" e che foneticamente è molto simile a quella usata in gergo per esprimere un insulto ri- volto alla madre - si vede il dissidente che, affiancato da due ragazze, estrae dalla tasca delle manette. Le fa volteggiare, con chiaro riferimento al periodo di 81 giorni di detenzione subiti per volere del governo di Pechino, ufficialmente per questioni fiscali, ma in realtà legati alla sua attività di dissidente e di contestatore dell'establishment politico cinese. C'è attesa, intanto, per la presentazione - il 17 maggio - della nuova opera dell'artista ispirata dalle controversie cinesi in materia di latte in polvere per neonati e dal dibattito in corso circa la tendenza dei cinesi di recarsi a Hong Kong per comprare latte non di produzione cinese considerato a rischio per la salute dei bambini. L'artista WeiWei filma per caso una rissa a Pechino: è già un successo sul web 5 Centinaia di cavie umane fino al 1989 dall'altra parte del Muro di Berlino Redazione Usati come cavie umane. Spesso a loro insaputa e con conseguenze letali. Oltre la cortina di ferro, al di là del muro di Berlino, nella Germania comunista, numerose aziende farmaceutiche occidentali hanno condotto per anni, su decine di migliaia di pazienti, sperimentazioni relative a oltre 600 farmaci. Gli esperimenti, ha rivelato lo Spiegel nell'ultimo numero in edicola, sono stati portati avanti in più di 50 cliniche della Repubblica democratica tedesca (Ddr) fino al 1989, con la piena complicità del regime comunista. Già in passato si era parlato di sperimentazioni cliniche nella Ddr, anche su pazienti ignari. Ma l'estensione del fenomeno illuminata dal lavoro dei giornalisti del settimanale di Amburgo dà un'altra dimensione allo scandalo. Le informazioni pubblicate dallo Spiegel sono state ricavate dallo studio di documenti finora inediti emersi dagli archivi del ministero della Salute della Ddr, della Stasi e dell'Istituto farmacologico locale. Secondo i referti medici, almeno due persone a Berlino est sono morte in seguito alla sperimentazione del Trental, un farmaco della Hoechst, che oggi fa parte del gruppo Sanofi. Altri due decessi sono stati registrati in una clinica di Magdeburgo, dopo un trattamento sperimentale poi interrotto con lo Spirapril, un farmaco della Sandoz, oggi parte del gruppo Novartis. Nella clinica universitaria di Berlino Charité, la Boehring-Mannheim, oggi consociata Roche, si è fatto sperimentare su un gruppo di 30 bambini nati prematuri gli effetti dell'eritropoietina (Epo), in seguito abusata come sostanza dopante. Il catalogo degli esperimenti non risparmia neanche la Bayer, che nella Ddr ha condotto test sugli effetti della nimodipina, un antiipertensivo somministrato ad alcolizzati in delirio acuto, quindi senza il loro consenso, scrive Spiegel. In diversi casi i pazienti non venivano informati adeguatamente, come prevedevano accordi in proposito tra le aziende e le cliniche interessate. Secondo l'inchiesta le multinazionali coinvolte offrivano per un singolo studio fino a 800mila marchi occidentali. Sanità pugliese in crisi: la ricetta del centrodestra 6 Redazione I gruppi consiliari di centrodestra alla Regione Puglia (Pdl, Ppdt, I Pugliesi) hanno redatto un documento unitario di politica sanitaria per costruire un'alternativa ad un sistema da tempo allo sbando. Il superamento del Piano di Rientro ormai in atto impone un diverso modo di interpretare i rapporti tra la Regione e i vari attori della sanità fondandoli sullʼascolto, sul dialogo e sulla condivisione di percorsi e di obiettivi scevri da atteggiamenti di rigidità, di arroganza, di saccenza e di supponenza. «Abbiamo in questi mesi colto le grida di dolore – scrivono i tre gruppi – che si sollevavano da più parti e che hanno riguardato gli enti ecclesiastici, fiore allʼocchiello della sanità pugliese, ridotti sul lastrico, le diverse fibrillazioni nella riabilitazione della disabilità, lʼinsoddisfazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, lʼarretramento di politiche di prevenzione e di promozione della salute, il mancato potenziamento della medicina territoriale e dei distretti che si riflette negativamente sulle liste di attesa, sul filtro allʼospedalizzazione, sullʼattivazione dellʼassistenza domiciliare e dei centri di cura intermedia, sulle politiche di integrazione sociosanitaria dei Piani di Zona. Abbiamo registrato negli anni un progressivo decadimento dellʼefficienza e della qualità dei servizi e delle prestazioni nel pubblico, con forte demotivazione di operatori degratificati e mortificati nei processi meritocratici, assoggettati a stress lavorativi, in condizioni di igiene e sicurezza del lavoro al limite dellʼaccettabile, associato ad unʼattenzione rigidamente ferrea del risparmio con forte riduzione dei Livelli Essenziali di Assistenza e ad unʼaltissima conflittualità con operatori e fornitori, foriera di pendenze che possono tradursi in debiti fuori bilancio nei giudicati giurisdizionali. Il Dief (Documento di Indirizzo Economico Funzionale) – prosegue il documento del centrodestra pugliese – è uno strumento importante e fondamentale per assicurare al sistema indirizzi, obiettivi e risorse che orientino in modo appropriato le tre macro-aree nelle quali si assicurano il benessere della popolazione: la prevenzione, intesa come primaria (evitare la malattia), secondaria (diagnosi precoce della malattia) e terziaria (riabilitazione degli esiti della malattia); la medicina territoriale distrettuale, incentrata sulla medicina generale e la pediatria di libera scelta, sullʼintegrazione socio-sanitaria e sui setting assistenziali alternativi al ricovero ospedaliero. Infine lʼassistenza ospedaliera, che va riqualificata sul piano dellʼeccellenza delle dotazioni in termini di risorse umane, strutturali e tecno-strumentali e raccordata funzionalmente alla medicina distrettuale. Pur riconoscendo lʼesclusiva competenza della Giunta – conclude il centrodestra – ci proponiamo come parte attiva e partecipativa nella formazione del Dief 2013 attraverso una fase di ascolto dei vari attori del sistema sanità». comunali, costruiti e mantenuti con il denaro dei cittadini, perché il sistema usato per definire i criteri consente agli stranieri di passare avanti fino a colmare quasi del tutto le graduatorie. Evitiamo di inasprire ulteriormente un periodo già difficile che potrebbe scatenare reazioni negative aumentando la tensione sociale». Lo dichiara in una nota il capogruppo de La Destra alla Regione Lazio Fabrizio Santori, commentando la pubblicazione delle graduatorie degli asili nido comunali. «Nonostante i positivi sforzi della Giunta Alemanno, negli ultimi cinque anni rimangono ancora troppi i bambini esclusi. È necessario, dunque, aprire strutture già pronte e mai messe a disposizione della cittadinanza, ma allo stesso tempo evitare che paradossalmente le prestazioni erogate finiscano a quasi esclusivo vantaggio degli stranieri. I servizi sociali, le case popolari, gli asili nido, sono risposte etiche che una società moderna deve garantire a coloro che ne hanno bisogno, ma fra questi, prima di tutto, a chi ha contribuito e lavorato proprio per renderla accogliente e solidale», conclude Santori. Graduatorie per gli asili nido a Roma: «Va varato subito il Quoziente Italia» Redazione «Ancora migliaia i bambini romani esclusi. Quello che emerge dalle graduatorie degli asili nido nella Capitale è una circostanza assurda, che non tiene conto di quello che riteniamo debba essere un diritto riconosciuto, e che auspichiamo possa concretizzarsi al più presto: il “quoziente Italia". Prima i romani, prima gli italiani. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo è rischioso e controproducente umiliare le famiglie romane negando loro la possibilità di accedere ai nidi Sicilia, 280mila euro ai consorzi che gestiscono i beni confiscati alla mafia Redazione La Finanziaria della Sicilia, approvata nei giorni scorsi, contiene anche un contributo di 280mila euro per i quattro consorzi che gestiscono i beni confiscati. L'emendamento, firmato dal deputato regionale del Pdl Salvino Caputo, ha evitato l'interruzione delle attività dei consorzi. «In Sicilia - dichiara Caputo - si trova circa il 90 per cento dei beni confiscati alla mafia. Un patrimonio che ha un significato importante non solo sotto l'aspetto economico e sociale ma principalmente perché rappresenta il simbolo della lotta contro il crimine mafioso. La perdita delle risorse avrebbe significato l'interruzione delle attività dei consorzi che gestiscono i beni confiscati da cui sono nate anche cooperative di giovani per la coltivazione dei terreni sottratti ai boss. In poche parole il rischio che si è evitato mediante l'approvazione dell'emendamento precisa Caputo - è proprio la chiusura dei consorzi che da decenni garantiscono la funzionalità delle strutture e soprattutto la gestione di questi beni, molti dei quali al momento delle assegnazioni si trovano in stato di degrado o di abbandono. La mancaza di risorse da parte degli enti locali rende inutilizzabili i beni, assoggettabili agli interessi illeciti della criminalità. Avere dotato i consorzi delle risorse finanziarie significa anche evitare l'abbandono dei beni sottratti al potere delle mafia con risvolti sociali negativi. Potenziare queste strutture permetterà il loro pieno utilizzo e la possibilità di affidarli per creare nuova occupazione. Adesso bisognerà conlcude Caputo - avviare un percorso per accelerare le procedure per l'assegnazione ed evitare che le lungaggini possano renderli inutilizzabili». Lunedì all'Olimpico di Roma il Derby del cuore: quando la solidarietà fa gol Guido Liberati Presso la Sala Giulio Cesare in Campidoglio si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della XXIII Edizione del Derby del Cuore, il grande evento di calcio spettacolo per beneficenza che si svolgerà lunedì 20 maggio a partire dalle ore 18 e 30 allo Stadio Olimpico di Roma. A introdurre lʼevento, il responsabile della Comunicazione laziale Stefano De Martino: «È una manifestazione importante che coniuga sport e spettacolo, un derby del cuore prima della partita delle partite. Sono tante le associazione che partecipano a questa manifestazione, perchè tante sono le realtà che hanno bisogno di un aiuto. Lo sport può scendere in campo con questa finalità, Roma e Lazio sono scese in campo per questo. Sono attività che servono a creare un clima di serenità e di amicizia in vista della Finale. Il derby del cuore si inserisce nel programma di eventi che porterà al 26 maggio e per la prima volta – ha proseguito De Martino – ha il patrocinio della Lega Calcio. Ci aspettiamo grande riscontro, sono già trentamila i tagliandi venduti, ci saranno tanti ospiti e tante sorprese». Il capitano della Lazio Stefano Mauri ha ricordato che «tutti sanno dellʼimportanza della Coppa Italia, ma pochi conoscono lʼimportanza di un evento come questo, spero ci sia una grande affluenza di pubblico. Spero che serva a creare un clima un poʼ meno teso, so cha sarà difficile. Noi come Lazio siamo in prima fila, è unʼoccasione speciale per dare un aiuto a persone meno fortunate di noi». La 7 kermesse si propone di coniugare spettacolo, sport e sociale in una serata che si preannuncia ricca di sorrese insieme ai giocatori di oggi e alle glorie che hanno fatto la storia dei due club. Madrine della manifestazione saranno Nancy Brilli per la Lazio e Matilde Brandi per la Roma. La partita sarà trasmessa in diretta esclusiva su Sky Sport 1 HD (201) e Sky Supercalcio HD (205) a partire dalle 20.30. Al Brancaccio di Roma "FireFly" la danza dagli effetti hollywoodiani Redazione Un viaggio incentrato sul sogno, la fantasia e la semplicità, risultato della contaminazione di varie discipline: danza, teatro fisico, acrobatica, ma anche video art con in più il ricorso alle più aggiornate macchine sceniche. È il tema centrale di FireFly spettacolo di danza in programma al teatro Brancaccio di Roma venerdì 17 maggio. Il primo intento di "eVolution dance theater di Anthony Heinl" è quello di stupire e stimolare l'immaginario comune, di trasportare e condurre verso una realtà fatta di illusione e magia, rendendo possibile l'impossibile. Uno spettacolo che porta l'arte alla gente, capace di comunicare, divertire e affascinare, che unisce professionalità e serietà artistica all'intrattenimento. Spettacolo costruito per singole scene in cui prendono vita, tra colori e luci in movimento, creature mai viste: slittano nello spazio, si elevano dal suolo, si snodano e si riuniscono con movimenti delicati e misurati. Un esplosione di visione in cui momenti di rara bellezza si al- ternano a quelli più ludici e ironici. La compagnia nata nel 2008 dalla fantasia di Anthony Heinl, il coreografo di origini statunitense, che grazie alla sua ampia educazione e formazione in chimica e scienze tecnologiche, tende a sperimentare nuovi materiali e la combinazione degli elementi che in scena danno il cosiddetto "effetto hollywoodiano". Così come Anthony Heinl cerca la sorpresa dei materiali in palco, la cerca anche nei suoi danzatori, tutti di formazioni solida,ma particolari nella propria Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi dinamicità. Nel cast artistico Nadessja Casavecchia – co-direttore , assistente coreografo, Bianca Pratali - Prima ballerina, altri ballerini: Daniele De Bandecca, Matteo Grazzini, Marco Ticli, Marta Labella. 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