Scacco matto allʼImu, passa la linea del Pdl anche

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Scacco matto allʼImu, passa la linea del Pdl anche
CON IL PDL
ANNO LXI N.113
Scacco matto allʼImu,
passa la linea del Pdl
anche sui capannoni
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Qual è lo scandalo di Brescia:
i ministri che manifestano
o gli intoccabili
che aggrediscono?
Marcello de Angelis
Come al solito bisogna immaginare la scena a parti inverse. La
giustizia borghese processa pretestuosamente uno dei tanti beniamini della sinistra, amato dai
salotti radical chic e dallʼottanta
per cento dei giornalisti italiani
che, se non sono stati a Lotta
continua perché erano troppo giovani, ci hanno avuto uno zio, una
mamma o un papà o, almeno,
avrebbero voluto esserci. Immaginiamo un caso “Popi Saracino”.
Nessuno se lo ricorda vero? Era
un capetto del ʼ68 milanese, bellʼuomo, professore di liceo di
quelli che si fanno qualche tiro
con le alunne, come la diciottenne Simonetta Ronconi. Nel
glorioso maggio dellʼanno Ottanta
del secolo scorso, il fascinoso
capo di una delle fazioni più pimpanti del Movimento studentesco
fu accusato di aver violentato una
sua assolutamente splendida studentessa. Al processo cʼerano
giovanette dellʼultrasinistra che
anziché contestarlo sbavavano
per lui, mentre alcune vecchie
racchione femministe invece lo
mostravano allʼindice come stupratore e sostenevano che proprio perché era un “compagno”
andava giudicato anche più severamente e fucilato due volte. Un
poʼ come diceva la destra forcaiola negli anni Settanta, che chiedeva la pena di morte per i
terroristi ma DUE volte se erano
di destra. Il che ha sempre sollevato un dibattito tecnico legittimo
su come si faccia ad uccidere uno
DUE volte… Ma Popi era uno giusto, coi contatti giusti e gli amici
giusti. Alla fine tutta la stampa si
schierò con lui e così i vecchi e
nuovi compagni: parlamentari,
giornalisti, attori, galleristi dʼarte,
magistrati eccetera. Tutti quelli
che avevano fatto il ʼ68 dalla
parte giusta. E così venne finalmente assolto per non aver commesso il fatto. La sentenza disse
che, anche se la Simonetta allʼinizio aveva fatto resistenza, se a
un certo punto aveva smesso e
d’Italia
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mercoledì 15/5/2013
aveva ceduto non si trattava di violenza. Quindi, il ʼ68 era salvo. Immaginiamoci – così, solo per ridere
– che a una manifestazione per la
sua innocenza, o per lʼinnocenza di
Sofri, o di Tortora (i familiari non si
impennino) o di chiunque altro che
legittimamente o meno possa essere considerato un innocente perseguitato dalla magistratura per
altri fini, si fossero presentati dei fascistoni o fascistelli e avessero aggredito, spaccandogli la faccia o
rompendogli la testa, professionisti,
padri e madri di famiglia, pensionati
o innocui simpatizzanti che si recavano alla manifestazione di solidarietà. Immaginiamoci i titoli della
stampa nazionale (ed estera!!). Immaginiamoci il messaggio del sindaco, del vescovo, dei presidenti di
Camera e Senato e della Repubblica, dei sindacati, del prefetto e
del questore. Immaginiamoci lʼalacrità con cui avrebbero risposto la
magistratura e la polizia, le perquisizioni, gli arresti, le condanne preventive e successive, i sequestri di
documenti compromettenti e di
armi improprie (coltelli da cucina e
mattarelli della mamma) e le conferenze stampa. Pensiamoci. O meglio, ricordiamoci quante volte è
avvenuto, rendiamoci conto di
quante altre volte avverrà. E vomitiamo. Si, vomitiamo. Liberiamoci
dalla naturale bile che qualunque
persona per bene produrrebbe in
quantità. E ripetiamocelo: senza riforma della giustizia, senza una
giustizia che non faccia sempre figli
e figliastri, qualunque discorso sulla
libertà e sulla democrazia è una
chiacchiera vana. Bastano due magistrati faziosi e due giornalisti bugiardi per sovvertire qualunque
Stato democratico. E in Italia è già
accaduto troppe volte.
Valter Delle Donne
Subito un intervento sul premio di
maggioranza; mentre la nuova
legge elettorale sarà discussa dopo
aver scelto la forma di governo.
Così Gaetano Quagliariello al Tg3.
«La prossima settimana al via i
contatti con i partiti per approvare
una clausola di salvaguardia che
consenta di tornare alle urne in
qualsiasi momento». «A Spineto dice il ministro delle Riforme - l'intero governo ha convenuto che la
legge elettorale fa parte della forma
di governo. È impossibile fare la
legge elettorale senza sapere se bisogna andare a Parigi o a Londra.
Solo dopo si capirà quale legge
fare e su questo l'intero governo è
accordo». «Noi sappiamo – prosegue Quagliariello – che l'attuale
legge elettorale è di dubbia costituzionalità perché quando fu fatta
c'erano coalizioni del 45 per cento
e il premio di maggioranza era limitato al massimo al dieci per cento
dei seggi; oggi invece le coalizioni
sono sotto il 30 e quindi la coalizione che ha vinto ha visto alla Camera raddoppiare i suoi seggi. Di
fronte a questo e a quello detto da
Napolitano il presidente del Consiglio mi ha dato l'incarico di sentire i
partiti e i gruppi per vedere se è
possibile mettere in atto la clausola
di salvaguardia. Lo farò con molta
solerzia. Ovviamente – dice ancora
– il dibattito parlamentare va avanti
indipendentemente dalle dinamiche del governo. Io mi atterrò al
mandato ricevuto da Letta: dalla
prossima settimana comincerò i
contatti con i partiti per approvare
una clausola di salvaguardia che
consenta di tornare alle urne in
qualsiasi momento. Ma questo è
sganciato dalla grande riforma».
In questo modo, la modifica immediata del cosiddetto "Porcellum"
(magari con un ritorno al vecchio
"Mattarellum") garantirebbe che un
eventuale ritorno alle urne non avvenga con l'attuale legge elettorale.
Un punto sul quale sono d'accordo
M5S e Pd. «Dobbiamo assolutamente evitare – incalza Anna Finocchiaro – di tornare a votare, tra
poco o tra tanto, con la legge Calderoli. Io penso che questa scelta
debba essere propedeutica a qualsiasi ragionamento sulle riforme».
Ma il Pdl avverte il suo ministro:
«La legge elettorale non può essere scissa da una riforma» della
Costituzione, avverte dal Pdl Fabrizio Cicchitto, per il quale le priorità
del governo sono altre, «a cominciare dalla crisi economica».
Il Pdl frena Quagliariello: «Prima della legge elettorale
pensiamo a misure contro la crisi»
Letta alle prese con Imu, tensioni
sulla giustizia e mal di pancia del Pd
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Redazione
I dati dell'economia italiana
sono ormai un bollettino di
guerra. Il crollo del mercato
della casa si accompagna, in
uno scenario di deflazione, a
quello della produzione industriale e dei consumi. L'Italia
è il malato d'Europa. Anche
per questo Enrico Letta ha
avviato una serie di sondaggi
con Romano Prodi, Mario
Monti e Vincenzo Visco, tutti
esperti di problemi comunitari. Sul tavolo del governo
anche la questione dell'Imu,
che sarà risolta nel consiglio
die ministri di venerdì: un terreno friabile sul quale il premier non può permettersi di
scontentare il Pdl, che reclama l'abolizione dell'odiata
tassa sulla prima casa. Il premier deve inoltre cercare di
pacificare gli animi della sua
"strana" maggioranza mentre
infuria la polemica sul processo Ruby e sull'atteggiamento della sinistra radicale
che a Brescia ha contestato il
comizio del leader Pdl. Un
tema che ha fatto registrare
ieri un botta e risposta incandescente in aula tra il capogruppo Pdl Renato Brunetta
e la presidente della Camera
Laura Boldrini, accusata di
non avere preso le distanze
dai manifestanti di Sel violenti. Il Pdl assicura con Mariastella Gelmini che non
tenderà imboscate al go-
verno. In fondo l'interesse del
Pdl, in un momento di gravissimo caos economico-sociale,
è quello di dimostrarsi partito
d'ordine agli occhi del suo
blocco elettorale e di assicurare che l'interesse delle famiglie viene prima di tutto. Però
bisognerà vedere se questa
decisione resisterà alla possibile condanna del suo leader
nel processo Ruby (condanna
che Daniela Santanché dà
per scontata): il centrodestra
non intende abbassare la
voce su questo fronte incandescente e ha annunciato
nuove manifestazioni. Letta
sa di dover fare presto. Il timore che la bomba ad orologeria
dei
processi
di
Berlusconi esploda da un momento all'altro è talmente elevato da aver fatto pensare ad
una clausola di salvaguardia:
la modifica immediata del
Porcellum (magari con un ritorno al Mattarellum) per garantire che un eventuale
ritorno alle urne non avvenga
con l'attuale legge elettorale.
Come spiega il ministro delle
riforme Gaetano Quagliariello,
tuttavia, questo passaggio do-
vrebbe essere solo momentaneo: l'ambizione infatti è
quella di modificare la forma
di Stato e di governo ed è
chiaro che la nuova legge
elettorale dovrebbe essere
scelta a seconda della strada
imboccata (premierato o semipresidenzialismo). C'è poi il
problema della manovra economica. Reperire i fondi per il
taglio dell'Imu, il rifinanziamento della cassa integrazione, la creazione di nuovi
posti di lavoro per i giovani, è
più difficile del previsto. Come
dice l'economista Alberto
Quadrio Curzio, serve lo
"sconto" Ue: l'unica strada è
chiedere a Bruxelles perché
all'Italia non viene accordato
ciò che è stato concesso a
Francia, Spagna e - in passato - anche alla Germania.
Ma serve forza politica e alle
spalle una maggioranza compatta, il che è reso arduo
anche dalle profonde lacerazioni del Pd. Beppe Grillo si
dice convinto che in autunno
si tornerà comunque al voto e
che in quell'occasione i democratici spariranno. Resteranno
solo Pdl e grillini, questi ultimi
in funzione di argine contro la
rabbia che monta nelle
piazze. Versione un po' teatrale del futuro di un movimento che in realtà alle
prossime amministrative sarà
chiamato alla prima vera verifica della sua tenuta politica.
Alemanno: se farò il bis la parola d'ordine sarà meritocrazia
Redazione
Meritocrazia sarà la parola d'ordine del
nuovo esecutivo di Gianni Alemanno se
sarà riconfermato sindaco di Roma: nei
concorsi, nelle aziende capitoline ma
anche nella nuova giunta che avrà "un profilo alto". Contemporaneamente punterà
sullo sviluppo economico, anche se quanto
fatto finora lo ha definito "un miracolo" visto
l'indebitamento in cui ha trovato il Campidoglio e la grave crisi economica. Questa
la "seconda Roma" di Gianni Alemanno se
le urne lo vedranno di nuovo sindaco. La
meritocrazia anche per allontanare lo spettro di Parentopoli, "solo una bolla mediatica", e delle inchieste che coinvolgono
alcuni suoi collaboratori, e lo sviluppo per
far uscire la città dalle secche dei tagli per
i mancati trasferimenti dallo Stato. "La
commissione per la valutazione delle nomine che farò insediare - spiega Alemanno
- è un passo in più che facciamo per avere
una squadra manageriale qualificata e meritevole: il problema del reperimento di dirigenti nella pubblica amministrazione infatti
deve salvaguardare bravura e costi contenuti e ciò non sempre è facile". E riconosce
che, durante il primo mandato, "abbiamo
scontato anche un grado di inesperienza,
sono stato il primo sindaco di centrodestra,
e il fatto che il Pdl fosse impegnato contemporaneamente a tutti livelli di governo:
ciò ha creato difficoltà anche a dislocare il
personale umano". "Meritocrazia anche al
livello politico" assicura il sindaco uscente
che promette anche un "assessorato al lavoro" e una "delega alla povertà che sarà
di sicuro trasversale". Dunque dopo "avere
salvato Roma dal deficit economico", visto
il buco di bilancio trovato, Alemanno promette che si concentrerà nei primi 100
giorni "sull'attuazione piena del piano strategico di sviluppo predisposto per la candidatura di Roma Capitale alle Olimpiadi
2020". Anche nel secondo mandato la sicurezza sarà un punto cardine. "È inscindibile dalla solidarietà ma deve essere
garantita, per questo se sarò rieletto sono
pronto a chiedere norme penali specifiche:
obbligano le forze dell'ordine ad intervenire
e in caso di recidiva prevedono il carcere".
Strage a Milano: dopo il giovane Daniele,
muore anche il pensionato Ermanno Masini
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Redazione
La strage di Milano riapre il
dibattito sull'immigrazione
ma al di là delle parole è la
tragedia umana a colpire
l'intero Paese: non ce l'ha
fatta Daniela Carella il giovane di 21 anni aggredito a
colpi di piccone da Mada
Kabobo, morto lunedì, e ieri
è deceduto anche Ermanno
Masini, il pensionato di 64
anni ricoverato in condizioni
gravissime dopo l'aggressione. Il medico che annunciato la morte di Daniele non
ha spauto trattenere le lacrime, il figlio di Ermanno
Masini ha dichiarato che
ormai non gli resta più nulla.
Questo è il drammatico bilancio della follia omicida di
Mada Kabobo, 31 anni, il
ghanese che allʼalba di sabato si era scagliato con una
furia cieca contro chiunque
incontrasse sul suo cammino, nelle strade semideserte del quartiere Niguarda.
Il giovane assalito alle spalle
non è riuscito a difendersi,
né a scappare ed è stato
colpito quattro volte: alla
testa, al fianco, al torace e
alla spalla. Le sue condizioni
erano apparse da subito
gravissime. Kabobo, pochi
minuti prima di aggredirlo,
aveva ucciso Alessandro
Carolè, 40 anni, e attaccato
Ermanno Masini, pensionato
di 64 anni di origini modenesi, preso a picconate in
testa mentre stava portando
a spasso il cane. Mada Kabobo all'inizio aveva usato
una spranga di ferro che ha
causato, in altre due vittime,
ferite nettamente meno
gravi. Infatti Andrea Carfora,
24 anni, se la caverà con
qualche giorno di prognosi.
Così pure Francesco Niro,
50 anni. Una strage che ha
subito scatenato polemiche.
Nei giorni precedenti il ministro allʼIntegrazione Cècile
Kyenge aveva proposto di
abolire la legge Bossi-Fini e
il reato di clandestinità.
Dopo la strage, la Lega ha
subito fatto la voce grossa
con il segretario della Lega
Lombarda Matteo Salvini
che ha attaccato a testa
bassa la ministra Kyenge.
Quindi il leader della Lega
Roberto Maroni è intervenuto per correggere il tiro e
per chiarire: «Io non faccio
alcun collegamento tra le
proposte della ministra
Kyenge e lʼincredibile episo-
dio di Milano: quellʼimmigrato è un pazzo», aggiungendo
però
che
«lʼimmigrazione è un tema
che chi ha responsabilità di
governo dovrebbe maneggiare con cura».
Guglielmo Federici
L'ennesimo atto di teppismo
intollerabile, questa volta un
attacco con razzi e bengala
al cantiere Tav di Chiomonte.
Una trentina circa di no Tav,
che non si sa come mai si
trovano ad agire sempre in
piena autonomia, tutti incappuciati, nella notte ha preso
d'assalto il perimetro del cantiere, in un caso tagliando un
piccolo tratto di recinzione, in
altri cercando di bloccare con
cavi di acciaio alcuni varchi
normalmente utilizzati dalla
Forza Pubblica per gli interventi all'esterno dell'area.
Azioni simultanee, su più
fronti, utilizzando bengala,
razzi esplosi da un rudimentale mortaio, artifici pirotecnici, bombe carta e bottiglie
incendiarie. La Questura rife-
risce che almeno cinque aggressori hanno scagliato una
dozzina di bottiglie incendiarie, di cui due contro le forze
dell'ordine che hanno respinto gli attacchi facendo
uso di lacrimogeni. Sono in
corso le indagini per identificare i responsabili «Un vero
e proprio atto di guerra»: il
presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, definisce così l'attacco al cantiere
della Torino-Lione. «Il governo invii rinforzi e si faccia
carico del problema». Visto
che fin'ora l'alta tensione innescata a più riprese dai notav non è stata considerata
un'emergenza, è ora che
qualcuno lo faccia, dice Cota,
chiamando in causa il ministro dell'Interno: «Chiederò
ad Alfano di attivarsi per mo-
nitorare il fenomeno», visto
che l'episodio fa seguito a
quello della scorsa settimana
in cui è rimasto ferito un operaio. Il presidente della Commissione Lavori Pubblici del
Senato, Altero Matteoli invia
«piena solidarietà agli operatori della Tav e alla polizia,
ancora una volta fatta centro
dell'inaudita violenza. «Sono
certo - aggiunge- che il governo non sottovaluterà gli
episodi accaduti prendendo
gli opportuni provvedimenti
per garantire la regolare realizzazione dell'opera che non
può essere frenata o impedita da una minoranza ideologicamente
contraria».
L'incursione dei no Tav è
stata violenta, «di carattere
quasi terrorista»: così LTFLyon Turin Ferroviaire, so-
cietà responsabile della sezione transfrontaliera della
Nuova Linea Torino-Lione,
definisce l'assalto. Sarà la
volta buona che qualcuno ne
prenda atto?
Assalto dei no Tav con razzi e bengala.
Cota: «Un vero e proprio atto di guerra»
Equitalia diventa più magnanima:
c'è la crisi, serve dialogo non vessazioni
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Redazione
Sensibilità, attenzione, umanità:
l'amministratore delegato di Equitalia ha scritto ai direttori delle
strutture della società chiedendo
loro di operare con estrema attenzione in questo periodo di crisi. La
gente già in difficoltà spesso vede
recapitarsi cartelle per i debiti con
il fisco e allora, dice l'ad Benedetto
Mineo, bisogna fare uno sforzo in
più e "valutare caso per caso, persona per persona". Le indicazioni
sono contenute in una lettera interna nella quale l'amministratore
delegato rileva: "Non possiamo
permetterci un comportamento
non adeguatamente orientato alla
sensibilità". Una mossa che
giunge dopo che la società di riscossione dei tributi era finita sotto
accusa per l'insostenibile pressione sui cittadini già impoveriti
dall'infelice congiuntura economica ed era finita nel mirino di
contestazioni e proteste. Equitalia
prende dunque atto di "un disagio
esteso, conseguenza diretta del
perdurare della crisi" e l'ad chiede
ai suoi di fare un lavoro capillare,
tenendo conto delle situazioni in
cui si trovano le persone. Lo
Desiree Ragazzi
È boom di badanti nelle case degli italiani: il loro numero è ormai arrivato ad
un milione e 655 mila, facendo registrare un aumento del 53% in dieci
anni. Sono prevalentemente stranieri
(77,3%) e donne (82,4%), tra i 36 e
50 anni (56,8%). È quanto emerge da
una ricerca realizzata da Censis e
Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) per il ministero del Lavoro e delle
politiche sociali, in occasione del convegno 'Servizi alla persona e occupazione nel welfare che cambia'. E si
stima che, mantenendo stabile il
tasso di utilizzo dei servizi da parte
delle famiglie, il numero dei collaboratori salirà a 2 milioni 151 mila nel
2030 (circa 500 mila in più). La spesa
media per le famiglie è di 667 euro al
mese. Ma con la crisi, oltre la metà dei
bilanci familiari non tiene più: così nel
15% dei casi è prevedibile, sempre
stando ai risultati della ricerca, che un
componente della famiglia lasci il la-
voro per assistere un congiunto. O nel
41,7% dei casi si pensa anche a rinunciare al servizio. L'area dei servizi
di cura e assistenza per le famiglie
rappresenta quindi un "grande bacino
occupazionale": il numero dei collaboratori è passato da 1,083 milioni del
2001 a 1,655 milioni del 2012
(quando è stata condotta l'indagine su
1500 collaboratori). Sono 2 milioni
600 mila le famiglie (il 10,4%) che
hanno attivato servizi di collaborazione, di assistenza per anziani o persone non autosufficienti, e di baby
sitting. Il cosiddetto welfare informale
ha però un costo che grava quasi interamente sui bilanci familiari. A fronte
di una spesa media di 667 euro al
mese, solo il 31,4% delle famiglie riesce a ricevere una qualche forma di
contributo pubblico, che si configura
per i più nell'accompagno (19,9%). Se
la spesa che le famiglie sostengono
incide per il 29,5% sul reddito familiare, non stupisce che già oggi, in
spunto della lettera interna è un
episodio di cronaca di un piccolo
imprenditore pugliese che aveva
scritto ad un giornale locale il proprio proposito di suicidarsi perché
sommerso dai debiti, in particolare
quelli verso lo Stato, che Equitalia
riscuote. La lettera era stata pubblicata un sabato ma la società di
riscossione aveva reagito subito,
non tenendo conto del week-end
nel quale normalmente gli uffici
sono a riposo. "Abbiamo chiamato
il giornale, siamo risaliti all'indirizzo, un nostro funzionario si è
messo in viaggio e ha raggiunto in
casa l'autore della missiva. La
cosa che più ci interessava era
stare vicino a quell'uomo affinché
non si sentisse abbandonato dalle
Istituzioni", racconta l'ad a tutti i
funzionari. Una storia finita bene.
Ma "l'episodio - fa presente Mineo
- non costituisce un caso isolato".
"Siamo consapevoli che l'arrivo di
una richiesta all'agente della riscossione, in un momento come
quello che stiamo vivendo, possa
infrangere equilibri già instabili. Di
fronte a queste situazioni non
possiamo permetterci di commettere errori o di avere un comportamento non adeguatamente
Le badanti sono più di 1 milione e mezzo. Per il welfare
informale le famiglie spendono 667 euro al mese
piena recessione, la maggioranza
(56,4%) non riesca più a farvi fronte e
sia corsa ai ripari: il 48,2% ha ridotto i
consumi pur di mantenere il collaboratore, il 20,2% ha intaccato i risparmi,
il 2,8% si è dovuto addirittura indebitare.
Ristagna
il mercato edilizio:
le cifre peggiori
dal 1985
Redazione
Crolla il mercato immobiliare della
casa nel 2012, perdendo oltre 150
mila compravendite rispetto al 2011.
Si tratta, secondo il rapporto immobiliare 2013 di Abi e Agenzia delle
Entrate, del peggior risultato dal
1985 quando le abitazioni comprate
e vendute erano state circa 430
mila. Nel 2012, come emerge dal
rapporto realizzato dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate in
collaborazione con l'Abi, si è avuta
una riduzione del 27,5% rispetto al
2011 per i volumi di compravendite
delle case. A livello territoriale l'area
del nord-est, dove si realizza il
18,3% del mercato nazionale, è
quella che ha subito il calo più elevato delle compravendite nel 2012
rispetto al 2011 (-28,3%). Sempre lo
scorso anno sono state vendute
case per un totale di circa 46,4 milioni di metri quadri (-25,4% sul
2011), con una superficie media di
circa 104 mq. Da segnalare è
anche la forte diminuzione del valore di scambio complessivo, stimato in circa 75,4 miliardi di euro,
quasi 27 in meno del 2011. Nelle
otto principali città italiane (Roma,
Milano, Napoli, Torino, Palermo,
Genova, Bologna, Firenze) il calo
delle compravendite è stato del
22,4% con un valore di scambio stimato di circa 19,5 miliardi di euro,
ovvero 5,7 in meno rispetto al 2011.
Bulgaria, la vittoria del centrodestra
cambia la prospettiva del Paese
Antonio Pannullo
Impasse politica e incertezza sul
futuro, insieme ai timori di possibili
nuove tensioni sociali, dominano
in Bulgaria dopo il voto anticipato,
che ha consegnato un successo
di stretta misura ai conservatori di
Gerb, il partito dell'ex premier
Boyko Borissov, sul partito socialista (Bsp). Con un'affluenza intorno al 52%, a Gerb è andato il
30,7%, mentre i socialisti di Serghiei Stanishev hanno ottenuto il
27%. Gli unici due altri partiti a essere entrati in parlamento sono
quello della minoranza turca
(Dps), con il 10,4%, e i nazionalisti di Ataka, che ottengono il
7,40%. Toccherà al Gerb di provare per primo a formare un go-
verno ma, numeri alla mano,
senza l'appoggio di un'altra forza
parlamentare sembra un'impresa
impossibile. Tutte le altre forze
politiche si sono dette infatti indisponibili a una coalizione col partito di Borissov. Situazione
analoga anche per il Bsp. I socialisti potrebbero contare sul partito
della minoranza turca, che è stato
partner nel governo di larga coalizione dal 2005 al 2009 guidato
dai socialisti, ma questo appoggio
non basterà. Tutti gli sguardi sono
rivolti quindi ai nazionalisti di
Ataka, che potrebbero essere
l'ago della bilancia, il cui leader,
Volen Siderov, sta ancora sondando il terreno. I socialisti hanno
già dichiarato di essere disposti a
una coalizione con Dps e Ataka e
propongono come premier l'economista Plamen Oresharski, ministro dell'economia nel governo
Stanishev. Gli analisti però ritengono l'ipotesi poco plausibile. Circola a Sofia un'altra variante, la
formazione di un governo di tecnici con il consenso delle quattro
forze politiche in parlamento. Ma
come dice un proverbio bulgaro,
questi quattro partiti sono come
«l'aquila, il granchio e il luccio»,
ovvero ciascuno se ne va per la
sua strada e non potrebbero andare mai d'accordo. L'alternativa
possibile è quella meno favorevole per la Bulgaria: un lungo periodo di ingovernabilità e nuove
elezioni in autunno. La realtà è
che, nonostante le proteste di
massa dell'inverno scorso contro
povertà e corruzione che hanno
portato alle dimissioni del governo
Borissov e al voto anticipato,
dopo le elezioni il Paese non è
uscito dall'impasse. Nel nuovo
parlamento sono entrati quattro
dei vecchi giocatori. Nessuno dei
quali però ha ottenuto un appoggio sufficiente per formare un governo stabile. E i veri vincitori
sono stati il 50% circa degli elettori che per protesta non si sono
recati alle urne.
Giovanni Trotta
Anche un video amatoriale,
se firmato da Ai Weiwei, l'artista dissidente cinese forse
più conosciuto al mondo, può
diventare un'icona cult. L'artista stava passeggiando con
la madre in Guijie street, nel
centro di Pechino, quando si
è casualmente imbattuto in
una maxi-rissa tra i camerieri
di un ristorante ed un gruppo
di venditori ambulanti tibetani. Questi ultimi erano intenti a disporre la loro
mercanzia sul marciapiede
antistante al locale, quando il
personale del ristorante si è
opposto con decisione. In
men che non si dica è scoppiato un putiferio: sono cominciati a volare sedie,
tavolini e pietre. Ai Weiwei
non ha resistito a riprendere
la scena che dopo poco è
stata diffusa dal South China
Morning Post. Tanti i clic per
visionare le immagini "firmate" dal celebre artista. Le
iniziative di Ai Weiwei sono
sempre destinate a riscuotere
risonanza mediatica. Come
avvenuto ad esempio lo
scorso ottobre con la sua personale versione di "Gangnam
style", il video musicale del
rapper sud coreano Psy, diventato in pochissimo tempo
uno dei più visti della rete. Un
video che non è piaciuto alla
Cina che lo ha subito censurato. Nel pezzo - intitolato ironicamente "Caonima style",
un termine che in mandarino
significa "erba fango cavallo"
e che foneticamente è molto
simile a quella usata in gergo
per esprimere un insulto ri-
volto alla madre - si vede il
dissidente che, affiancato da
due ragazze, estrae dalla
tasca delle manette. Le fa volteggiare, con chiaro riferimento al periodo di 81 giorni
di detenzione subiti per volere
del governo di Pechino, ufficialmente per questioni fiscali,
ma in realtà legati alla sua attività di dissidente e di contestatore
dell'establishment
politico cinese. C'è attesa, intanto, per la presentazione - il
17 maggio - della nuova
opera dell'artista ispirata dalle
controversie cinesi in materia
di latte in polvere per neonati
e dal dibattito in corso circa la
tendenza dei cinesi di recarsi
a Hong Kong per comprare
latte non di produzione cinese
considerato a rischio per la
salute dei bambini.
L'artista WeiWei filma per caso una rissa
a Pechino: è già un successo sul web
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Centinaia di cavie umane
fino al 1989 dall'altra
parte del Muro di Berlino
Redazione
Usati come cavie umane. Spesso
a loro insaputa e con conseguenze
letali. Oltre la cortina di ferro, al di là
del muro di Berlino, nella Germania
comunista, numerose aziende farmaceutiche occidentali hanno condotto per anni, su decine di migliaia
di pazienti, sperimentazioni relative
a oltre 600 farmaci. Gli esperimenti, ha rivelato lo Spiegel nell'ultimo numero in edicola, sono stati
portati avanti in più di 50 cliniche
della Repubblica democratica tedesca (Ddr) fino al 1989, con la
piena complicità del regime comunista. Già in passato si era parlato
di sperimentazioni cliniche nella
Ddr, anche su pazienti ignari. Ma
l'estensione del fenomeno illuminata dal lavoro dei giornalisti del
settimanale di Amburgo dà un'altra
dimensione allo scandalo. Le informazioni pubblicate dallo Spiegel
sono state ricavate dallo studio di
documenti finora inediti emersi
dagli archivi del ministero della Salute della Ddr, della Stasi e dell'Istituto farmacologico locale. Secondo
i referti medici, almeno due persone a Berlino est sono morte in
seguito alla sperimentazione del
Trental, un farmaco della Hoechst,
che oggi fa parte del gruppo Sanofi. Altri due decessi sono stati registrati in una clinica di
Magdeburgo, dopo un trattamento
sperimentale poi interrotto con lo
Spirapril, un farmaco della Sandoz,
oggi parte del gruppo Novartis.
Nella clinica universitaria di Berlino
Charité, la Boehring-Mannheim,
oggi consociata Roche, si è fatto
sperimentare su un gruppo di 30
bambini nati prematuri gli effetti
dell'eritropoietina (Epo), in seguito
abusata come sostanza dopante. Il
catalogo degli esperimenti non risparmia neanche la Bayer, che
nella Ddr ha condotto test sugli effetti della nimodipina, un antiipertensivo somministrato ad alcolizzati
in delirio acuto, quindi senza il loro
consenso, scrive Spiegel. In diversi
casi i pazienti non venivano informati adeguatamente, come prevedevano accordi in proposito tra le
aziende e le cliniche interessate.
Secondo l'inchiesta le multinazionali coinvolte offrivano per un singolo studio fino a 800mila marchi
occidentali.
Sanità pugliese in crisi:
la ricetta del centrodestra
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Redazione
I gruppi consiliari di centrodestra alla Regione Puglia (Pdl,
Ppdt, I Pugliesi) hanno redatto
un documento unitario di politica sanitaria per costruire
un'alternativa ad un sistema da
tempo allo sbando. Il superamento del Piano di Rientro
ormai in atto impone un diverso
modo di interpretare i rapporti
tra la Regione e i vari attori
della sanità fondandoli sullʼascolto, sul dialogo e sulla
condivisione di percorsi e di
obiettivi scevri da atteggiamenti
di rigidità, di arroganza, di saccenza e di supponenza. «Abbiamo in questi mesi colto le
grida di dolore – scrivono i tre
gruppi – che si sollevavano da
più parti e che hanno riguardato gli enti ecclesiastici, fiore
allʼocchiello della sanità pugliese, ridotti sul lastrico, le diverse
fibrillazioni
nella
riabilitazione della disabilità,
lʼinsoddisfazione dei medici di
medicina generale e dei pediatri di libera scelta, lʼarretramento
di
politiche
di
prevenzione e di promozione
della salute, il mancato potenziamento della medicina territoriale e dei distretti che si riflette
negativamente sulle liste di attesa, sul filtro allʼospedalizzazione,
sullʼattivazione
dellʼassistenza domiciliare e dei
centri di cura intermedia, sulle
politiche di integrazione sociosanitaria dei Piani di Zona. Abbiamo registrato negli anni un
progressivo decadimento dellʼefficienza e della qualità dei
servizi e delle prestazioni nel
pubblico, con forte demotivazione di operatori degratificati e
mortificati nei processi meritocratici, assoggettati a stress lavorativi, in condizioni di igiene
e sicurezza del lavoro al limite
dellʼaccettabile, associato ad
unʼattenzione rigidamente ferrea del risparmio con forte riduzione dei Livelli Essenziali di
Assistenza e ad unʼaltissima
conflittualità con operatori e fornitori, foriera di pendenze che
possono tradursi in debiti fuori
bilancio nei giudicati giurisdizionali. Il Dief (Documento di
Indirizzo Economico Funzionale) – prosegue il documento
del centrodestra pugliese – è
uno strumento importante e
fondamentale per assicurare al
sistema indirizzi, obiettivi e risorse che orientino in modo appropriato le tre macro-aree
nelle quali si assicurano il benessere della popolazione: la
prevenzione, intesa come primaria (evitare la malattia), secondaria (diagnosi precoce
della malattia) e terziaria (riabilitazione degli esiti della malattia); la medicina territoriale
distrettuale, incentrata sulla
medicina generale e la pediatria di libera scelta, sullʼintegrazione socio-sanitaria e sui
setting assistenziali alternativi
al ricovero ospedaliero. Infine
lʼassistenza ospedaliera, che
va riqualificata sul piano dellʼeccellenza delle dotazioni in
termini di risorse umane, strutturali e tecno-strumentali e raccordata funzionalmente alla
medicina distrettuale. Pur riconoscendo lʼesclusiva competenza della Giunta – conclude il
centrodestra – ci proponiamo
come parte attiva e partecipativa nella formazione del Dief
2013 attraverso una fase di
ascolto dei vari attori del sistema sanità».
comunali, costruiti e mantenuti
con il denaro dei cittadini, perché il
sistema usato per definire i criteri
consente agli stranieri di passare
avanti fino a colmare quasi del
tutto le graduatorie. Evitiamo di
inasprire ulteriormente un periodo
già difficile che potrebbe scatenare reazioni negative aumentando la tensione sociale». Lo
dichiara in una nota il capogruppo
de La Destra alla Regione Lazio
Fabrizio Santori, commentando la
pubblicazione delle graduatorie
degli asili nido comunali. «Nonostante i positivi sforzi della Giunta
Alemanno, negli ultimi cinque anni
rimangono ancora troppi i bambini
esclusi. È necessario, dunque,
aprire strutture già pronte e mai
messe a disposizione della cittadinanza, ma allo stesso tempo evitare che paradossalmente le
prestazioni erogate finiscano a
quasi esclusivo vantaggio degli
stranieri. I servizi sociali, le case
popolari, gli asili nido, sono risposte etiche che una società moderna deve garantire a coloro che
ne hanno bisogno, ma fra questi,
prima di tutto, a chi ha contribuito
e lavorato proprio per renderla accogliente e solidale», conclude
Santori.
Graduatorie per gli asili nido a Roma:
«Va varato subito il Quoziente Italia»
Redazione
«Ancora migliaia i bambini romani
esclusi. Quello che emerge dalle
graduatorie degli asili nido nella
Capitale è una circostanza assurda, che non tiene conto di
quello che riteniamo debba essere un diritto riconosciuto, e che
auspichiamo possa concretizzarsi
al più presto: il “quoziente Italia".
Prima i romani, prima gli italiani. In
un momento di crisi come quello
che stiamo vivendo è rischioso e
controproducente umiliare le famiglie romane negando loro la possibilità di accedere ai nidi
Sicilia, 280mila euro
ai consorzi che
gestiscono i beni
confiscati alla mafia
Redazione
La Finanziaria della Sicilia,
approvata nei giorni scorsi,
contiene anche un contributo
di 280mila euro per i quattro
consorzi che gestiscono i
beni confiscati. L'emendamento, firmato dal deputato
regionale del Pdl Salvino Caputo, ha evitato l'interruzione
delle attività dei consorzi. «In
Sicilia - dichiara Caputo - si
trova circa il 90 per cento dei
beni confiscati alla mafia. Un
patrimonio che ha un significato importante non solo
sotto l'aspetto economico e
sociale ma principalmente
perché rappresenta il simbolo
della lotta contro il crimine
mafioso. La perdita delle risorse avrebbe significato l'interruzione delle attività dei
consorzi che gestiscono i
beni confiscati da cui sono
nate anche cooperative di
giovani per la coltivazione dei
terreni sottratti ai boss. In
poche parole il rischio che si
è evitato mediante l'approvazione dell'emendamento precisa Caputo - è proprio la
chiusura dei consorzi che da
decenni garantiscono la funzionalità delle strutture e soprattutto la gestione di questi
beni, molti dei quali al momento delle assegnazioni si
trovano in stato di degrado o
di abbandono. La mancaza di
risorse da parte degli enti locali rende inutilizzabili i beni,
assoggettabili agli interessi illeciti della criminalità. Avere
dotato i consorzi delle risorse
finanziarie significa anche
evitare l'abbandono dei beni
sottratti al potere delle mafia
con risvolti sociali negativi.
Potenziare queste strutture
permetterà il loro pieno utilizzo e la possibilità di affidarli
per creare nuova occupazione. Adesso bisognerà conlcude Caputo - avviare un
percorso per accelerare le
procedure per l'assegnazione
ed evitare che le lungaggini
possano renderli inutilizzabili».
Lunedì all'Olimpico di Roma il Derby del cuore: quando
la solidarietà fa gol
Guido Liberati
Presso la Sala Giulio Cesare in Campidoglio si è tenuta la conferenza stampa
di presentazione della XXIII Edizione
del Derby del Cuore, il grande evento di
calcio spettacolo per beneficenza che si
svolgerà lunedì 20 maggio a partire
dalle ore 18 e 30 allo Stadio Olimpico di
Roma. A introdurre lʼevento, il responsabile della Comunicazione laziale Stefano
De
Martino:
«È
una
manifestazione importante che coniuga
sport e spettacolo, un derby del cuore
prima della partita delle partite. Sono
tante le associazione che partecipano a
questa manifestazione, perchè tante
sono le realtà che hanno bisogno di un
aiuto. Lo sport può scendere in campo
con questa finalità, Roma e Lazio sono
scese in campo per questo. Sono attività che servono a creare un clima di
serenità e di amicizia in vista della Finale. Il derby del cuore si inserisce nel
programma di eventi che porterà al 26
maggio e per la prima volta – ha proseguito De Martino – ha il patrocinio della
Lega Calcio. Ci aspettiamo grande riscontro, sono già trentamila i tagliandi
venduti, ci saranno tanti ospiti e tante
sorprese». Il capitano della Lazio Stefano Mauri ha ricordato che «tutti sanno
dellʼimportanza della Coppa Italia, ma
pochi conoscono lʼimportanza di un
evento come questo, spero ci sia una
grande affluenza di pubblico. Spero che
serva a creare un clima un poʼ meno
teso, so cha sarà difficile. Noi come
Lazio siamo in prima fila, è unʼoccasione speciale per dare un aiuto a persone meno fortunate di noi». La
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kermesse si propone di coniugare spettacolo, sport e sociale in una serata che
si preannuncia ricca di sorrese insieme
ai giocatori di oggi e alle glorie che
hanno fatto la storia dei due club. Madrine della manifestazione saranno
Nancy Brilli per la Lazio e Matilde Brandi
per la Roma. La partita sarà trasmessa
in diretta esclusiva su Sky Sport 1 HD
(201) e Sky Supercalcio HD (205) a partire dalle 20.30.
Al Brancaccio di Roma "FireFly" la danza
dagli effetti hollywoodiani
Redazione
Un viaggio incentrato sul
sogno, la fantasia e la semplicità, risultato della contaminazione di varie discipline: danza,
teatro fisico, acrobatica, ma
anche video art con in più il ricorso alle più aggiornate macchine sceniche. È il tema
centrale di FireFly spettacolo di
danza in programma al teatro
Brancaccio di Roma venerdì 17
maggio. Il primo intento di
"eVolution dance theater di Anthony Heinl" è quello di stupire
e stimolare l'immaginario comune, di trasportare e condurre
verso una realtà fatta di illusione e magia, rendendo possibile
l'impossibile.
Uno
spettacolo che porta l'arte alla
gente, capace di comunicare,
divertire e affascinare, che unisce professionalità e serietà artistica
all'intrattenimento.
Spettacolo costruito per singole
scene in cui prendono vita, tra
colori e luci in movimento, creature mai viste: slittano nello
spazio, si elevano dal suolo, si
snodano e si riuniscono con
movimenti delicati e misurati.
Un esplosione di visione in cui
momenti di rara bellezza si al-
ternano a quelli più ludici e ironici. La compagnia nata nel
2008 dalla fantasia di Anthony
Heinl, il coreografo di origini
statunitense, che grazie alla
sua ampia educazione e formazione in chimica e scienze tecnologiche,
tende
a
sperimentare nuovi materiali e
la combinazione degli elementi
che in scena danno il cosiddetto "effetto hollywoodiano".
Così come Anthony Heinl cerca
la sorpresa dei materiali in
palco, la cerca anche nei suoi
danzatori, tutti di formazioni solida,ma particolari nella propria
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Mario Landolfi
Ugo Lisi
dinamicità. Nel cast artistico Nadessja Casavecchia – co-direttore , assistente coreografo,
Bianca Pratali - Prima ballerina,
altri ballerini: Daniele De Bandecca, Matteo Grazzini, Marco
Ticli, Marta Labella.
Direttore Politico Marcello De Angelis
Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà
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7 agosto 1990 n. 250