Censi: favola morale con gatto e cagnetta.
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Censi: favola morale con gatto e cagnetta.
Torino. La Stampa. Mercoledì 23 marzo 1983. La compagnia “Pesci banana” al teatro Gobetti. Censi: favola morale con gatto e cagnetta. E’ sempre un’occasione di raro divertimento intellettuale trascorrere un’ora e poco più con Cristiano Censi e il suo trio di inseparabili compagni: come c’è nuovamente accaduto, l’altra sera, al Gobetti con A volte un gatto… Cristiano è venuto, in questi anni, limando sempre più la sua scrittura di garbato moralista, di divertito, appena un poco amaro osservatore del costume contemporaneo. Si direbbe che abbia osservato per mesi e mesi i suoi contemporanei, infilzati sotto lo spillo e piazzati sotto la lente ricurva dell’entomologo: ma invece di tesservi parole arcigne e risentiti apologhi, ne ha tratto pretesto per deliziose favole morali, intinte nel blu di Prussia di uno humour dolcemente surreale, alla Prevert o alla Queneau prima maniera. In A volte un gatto sotto la sua lente c’è la solita coppia di quarantenni in crisi affettiva, i consueti intellectocrates nostrani: ma come riverberati nelle vite parallele di un gatto ex randagio e di una cagnolina di razza, sole presenze con cui quei due sappiano o credano d’essere, a tratti, umani. Grossa scommessa, questa, di mettere animali in scena, ovviamente in sembianze antropomorfe: ma vinta da Cristiano con un sovrappiù di sofisticata eleganza, in un gioco sempre fervido di battute, in un ritmo alacre di effetti gustosi e sorprendenti colpi di scena. Ecco, sono proprio l’eleganza e il ritmo del recitare, senza che mai la palla voli radente o incespichi sulla rete a metà campo, come in una garrula partita a volano, le due grandi qualità del Censi attore, un abulico, stizzito, frustrato «compagno di vita», della stralunata, passionale (ma con quanto robusta ironia) Isabella Del Bianco, del pacioso e malinconico gattone di Toni Garrani, della cagnuola tenerella e fremente di Alida Cappellini. Si sorride di continuo, si ride spesso, si applaude generosamente al loro spettacolo che, come il fortunatissimo Pesci banana dell’anno scorso, è da non perdere. Guido Davico Bonino