Scarica l`invito - Galleria d`Arte Contemporanea Filippo Scroppo

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Scarica l`invito - Galleria d`Arte Contemporanea Filippo Scroppo
GIANCARLO GILLI
PINO MANTOVANI
GALLERIA CIVICA D’ARTE CONTEMPORANEA
“FILIPPO SCROPPO” di TORRE PELLICE
BERTO RAVOTTI
PRESENZ A
ASSENZA
l’enigma del ritratto
1 luglio - 1 ottobre 2011
«Allora mi rivolsi a me stesso. Mi chiesi ‘Tu, chi sei?»
S. Agostino
«...quando dipingevano il loro ritratto, si guardavano in uno
specchio, senza pensare che loro stessi erano uno specchio»
Uno nessuno centomila, ha già detto qualcuno per tutti.
Quale miglior prova dell’autoritratto?
“Vanità delle vanità, dice Cohelet, vanità dlle vanità,
il tutto è vanità. Che resta all’uomo di tutto il suo affanno
in cui s’affanna sotto il sole? Generazione che va,
generazione che viene, ma la terra rimane sempre.”
l’enigma del ritratto
Ecclesiaste , I, 2-4
Paul Eluard
PAOLO GUASCO
PRESENZ A
ASSENZA
PIERANTONIO MASOTTI
VALTER LUCA SIGNORILE
inaugurazione
venerdì 1 luglio - ore 18
orario
mart, merc, giov: 15.30 > 18.30
ven, sab:
10.30 > 12.30
dom:
15.30 > 18.30
ingresso libero
Galleria Civica d’Arte Contemporanea “F. Scroppo”
via Roberto d’Azeglio, 10 - TORRE PELLICE
info: 0121.932530
e-mail: [email protected]
www.galleriascroppo.org
«Noi incomprensibili. Ci siamo mai lamentati di essere
incompresi, calunniati, trascurati e inascoltati? Eppure
questa è la nostra sorte, e lo sarà ancora a lungo! Ciò
significa che noi cresciamo, ci trasformiamo di continuo,
ci scrolliamo di dosso le vecchie scorze, cambiamo pelle
a ogni primavera, diventiamo sempre più giovani, futuri,
alti, forti, spingiamo le nostre radici in profondità»
Friedrich Nietzsche, La gaia scienza
Viaggerò per tutto il corso del fiume
lascerò le mie scaglie nella rete
ed esse si trasformeranno in salmoni,
ma in quanto a me
io me ne andrò e non sarò ucciso
Canto Yurok
Les gens qui vivent en société ont appris à se voir, dans
les glaces, tels qu’ils apparaissent à leurs amis. Je n’ai pas
d’amis: est-ce pour cela que ma chair est si nue?
Jean-Paul Sartre, La nausée
PAOLO GUASCO - Autoritratto
Comune di
Torre Pellice
PRESENZ A
ASSENZA
l’enigma del ritratto
Il ritratto, soprattutto nella forma potenziata dell’ autoritratto, è
da sempre uno dei generi dell’arte plastica più carichi di
suggestione.
Il titolo di questa mostra sottolinea l’ambivalenza tra l’incanto e
lo sgomento che coglie ogni artista di fronte al mistero
dell’immagine di sé o del simile a sé in cui viene inevitabilmente
a rispecchiarsi.
I dodici artisti qui presentati, diversi per età e formazione, per
scelte poetiche e stilistiche, sono però accomunati da questa
specie di vertigine che spinge da un lato a mostrarsi per
affermare la propria unicità e dall’altro a celarsi o travestirsi per
motivi più o meno coscienti (pudore, sfida, spirito di
contraddizione, gusto del paradosso…)
Tra coloro che restano ancorati al robusto linguaggio della
pittura Pino Mantovani guarda alla propria immagine con
occhio tra il dolente e l’ironico, registrando quasi con spietato
rigore il trascorrere del tempo e la volontà di resistere comunque,
nel vuoto desolante di uno sfondo dove ogni vanitas è bandita.
La nitidezza, l’esattezza analitica di Gian Carlo Gilli è funzionale
alla sua visionarietà, così che le sue figure si arricchiscono di una
forte valenza simbolica.
L’autoritratto è un tema ricorrente, se non esclusivo, di Elisa
Filomena che racchiude nel suo sguardo partecipe una
malinconia di fondo, in singolare contrasto con la sensualità del
suo acceso colorismo.
I ritratti quasi monocromatici che caratterizzano la poetica di
Laura Avondoglio ci invitano a riflettere sul fatto che siamo tutti,
più o meno, delle maschere e che il tentativo di travestimento e/o
nascondimento è la strategia che ogni essere umano mette in
atto ogni qual volta si trovi di fronte all’occhio altrui.
La dialettica interazione tra presenza e assenza prosegue con i
veloci grafismi di Paolo Guasco che guarda al proprio volto con
un misto di incredulo stupore e di autoironico sberleffo.
E mentre il Berto Ravotti degli anni Sessanta adotta una
poetica dell’assenza, dipingendo solo ombre che acuiscono il
disagio di un mondo dove nessuno può dirsi immune
dall’inautenticità, Bernadetta Ghigo si chiama in causa creando
un piccolo universo di figure e ambienti, vera e propria cornice
autobiografica intorno a un semplice specchio che per sua fisica
natura può accogliere l’immagine di chicchessia.
Davide Binello, ritraendo se stesso in un rigoroso bianco e
nero, contrappone alla freddezza e nudità della propria
immagine l’incandescenza emotiva dello sfondo, dove si
elencano le catastrofi ambientali e nucleari del nostro tempo
sempre più inquieto.
Nel novero di coloro che si scostano progressivamente dal
linguaggio della pittura, Orietta Brombin propone una
sequenza fotografica di volti che sembrano impegnati in un
gioco di ruolo, apparentemente provenienti da un tempo in
bilico tra passato e futuro, svelando così la virtualità di ogni
apparire.
PierAntonio Masotti ci manda un messaggio perentorio e
definitivo: la sostanza dell’ego è completamente svanita e ciò
che rimane sono tre casse piene di ossa e cenere. A tale
richiamo della transitorietà di ogni vita si associano i lavori di
Sebastiano Balbo: la ricerca di sé precipita nel buco nero
dell’impossibilità di vedere la verità del nostro essere, perché la
cornice tende inesorabilmente a soverchiare l'opera.
Ancora nel solco di questa eretica interpretazione
dell’autoritratto, Valter Luca Signorile lascia le tracce del
proprio involucro carnale in una specie di reliquiario che contiene
i fotogrammi di una sua performance ripresa col cellulare.
Queste dodici diverse risposte all’eterno enigma del chi siamo e
dove andiamo sono un piccolo ma significativo campione delle
innumerevoli modalità espressive adottate dagli artisti per
distinguersi o mimetizzarsi, per comunicare l’esaltazione della
loro presenza nel mondo, e anche per ricordare prima di tutto a
se stessi di essere “ombre, fumo e polvere”.
Nella sempre più profonda crisi dell’identità, nell’inesauribile
tensione tra l’apparire e l’essere, resta però la consapevolezza
di aver contribuito ad arricchire di senso l’esistenza. E questo è
il grande regalo che ogni arte genuina fa a tutti noi.
Massimo Tosco
LAURA AVONDOGLIO
La ricerca ossessiva di presenze fisiche, tangibili,
che ti osservano, con cui poter dialogare
SEBASTIANO BALBO
Questo è un uomo con il cappello.
Laggiù nello specchio ce n'è un altro con il cappello.
Si guardano in faccia. Quello vero è tranquillo
perché vede l'altro sorridere.
DAVIDE BINELLO
«Quando avranno inquinato l'ultimo fiume,
abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo bisonte,
pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno
di non poter mangiare il denaro accumulato
nelle loro banche.»
Tatanka Yotanka
ORIETTA BROMBIN
Matura la grazia
Il tempo matura, io sola son ferma,
con immagini tue dinanzi agli occhi
che non so, nel presente, guardare,
con l’effluvio di mille fiori defunti
ancor fresco alle nari.
Alda Merini, Piccoli canti
ELISA FILOMENA
Non avendo disponibile immediatamente altro
soggetto, l'urgenza di dipingere la vita mi ha portato
a cibarmi di me stessa. Sono allo specchio:
i miei occhi attraverso la pittura diventano quelli
di tutti gli uomini e il mio volto quello di tutte le donne.
BERNADETTA GHIGO
«Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una
combinatoria d'esperienze, d'informazioni, di letture,
d'immaginazioni? Ogni vita è un'enciclopedia, una
biblioteca, un inventario d'oggetti, un campionario di
stili, dove tutto può essere continuamente
rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.»
Italo Calvino