- a scuola di guggenheim
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INDICAZIONI PER LA CONSEGNA DEL PROGETTO: SCHEDA TECNICA. TITOLO DEL PROGETTO: TRATTI E RITRATTI NOME, INDIRIZZO, N. DI TELEFONO E EMAIL DELLA SCUOLA PARTECIPANTE: SCUOLA ELEMENTARE “ZAMBELLI” 041/5246700 [email protected] NOME DEL DOCENTE RESPONSABILE DEL PROGETTO E DISCIPLINA INSEGNATA: ROSSELLA QUARANTA, AREA LOGICO-MATEMATICA, GEOGRAFIA, EDUCAZIONE MOTORIA E AL SUONO. NOME DEGLI ALTRI DOCENTI COINVOLTI NEL PROGETTO E RISPETTIVE DISCIPLINE INSEGNATE: DORELLA GOATTIN: AREA LINGUISTICA, STORIA, STUDI SOCIALI, EDUCAZIONE ALL'IMMAGINE. ANNA CROVATO: INSEGNANTE DI SOSTEGNO NUMERO DI CLASSI COINVOLTE; NUMERO DEGLI ALUNNI: UNA CLASSE COINVOLTA, 23 BAMBINI. (classe seconda) BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO E DELLE AZIONI CHE SI INTENDONO SVOLGERE A SCUOLA (DISCIPLINE COINVOLTE, FASI DEL PROGETTO, OBIETTIVI, METODOLOGIE, NODI TEMATICI, DURATA DEL PROGETTO,…) Il progetto è un percorso sull'autoritratto, diviso in sei fasi, da sviluppare in quattro mesi (gennaioaprile 2007). Le discipline coinvolte saranno: la lingua italiana, l'educazione all'immagine, l'educazione motoria, l'informatica, la storia. Il progetto ha come obiettivi: la conoscenza del proprio corpo attraverso le caratteristiche della personalità di ogni singolo bambino, della propria storia, del proprio vissuto; un primo approccio all'arte contemporanea come linguaggio d'espressione; la conoscenza della Collezione Peggy Guggenheim, quale luogo di divulgazione dell'arte contemporanea per i bambini. Dopo aver osservato alcuni autoritratti famosi:Durer, Magritte, Van Gogh, Parmigiani, Duchamp, Pollock, Penone, Ontani, Klein, Caravaggio...(I fase), si passerà alla presentazione di ogni bambino attraverso gli oggetti che lo qualificano, i pregi e i difetti che lo rendono unico, i commenti dei compagni che lo frequentano (Circle Time) infine, alla trasposizione visiva delle caratteristiche emerse con un vero e proprio autoritratto (II fase). Nella III fase, ogni bambino è chiamato a portare l'attenzione alla propria interiorità, a ciò che rimane nascosto, segreto o a ciò che semplicemente durante il Circle Time non è venuto in luce, realizzando un autoritratto intimo con l'utilizzo di scatole diverse (di carta, cartone, trasparenti, colorate, di latta, grandi, piccole...). Nella IV fase, ogni bambino viene fotografato a mezzo busto, assumendo delle espressioni del viso diverse. Una volta stampata la foto, anche in B/N, si sovrappone un foglio acetato su cui ognuno potrà intervenire per ricreare un “nuovo volto” ispirato a qualcuno o semplicemente frutto della propria fantasia. In seguito, in coppia, i bambini si osservano da vicino e ritraendosi, mettono a fuoco particolari poco conosciuti e caratteristiche del viso mai notate prima. Questa fase si conclude con un lavoro di manipolazione, in cui ogni bambino ritrae se stesso in modo più o meno reale, utilizzando la plastilina. V e VI fase: visita presso la Collezione e mostra conclusiva dei lavori nel giardino della scuola. Al lavoro in laboratorio si accompagnerà quello in palestra, con giochi che rafforzano la percezione corporea, giochi psicomotori, giochi di coppia e di gruppo legati all'affidamento del sé all'altro. Il progetto è strettamente collegato al lavoro curricolare di storia della classe seconda, che prevede un percorso sulla storia personale: dal concepimento ad oggi. TRATTI E RITRATTI La pratica consistente nel rappresentare se stessi e gli altri è, nella nostra cultura, abitudine diffusa e rilevante. Ciò per due buone ragioni: una riferita al problema della strutturazione dell’identità personale, l’altra riferita all’adesione, ancorché critica e consapevolmente autonoma, ai modelli, ai tòpoi, ai nuclei valoriali e simbolici della nostra cultura d’appartenenza. …appare evidente come l’idea di biografia o autobiografia possano essere affrontate costruttivamente anche sul versante dell’immagine, poiché ciascun ritratto ed autoritratto “contiene” infinite storie ed innumerevoli informazioni. E così come l’autobiografia scritta ha bisogno di informazioni, di esempi, di confronti con i modelli più alti della nostra cultura d’appartenenza ha saputo produrre e mostrarci, parimenti sarà utile confrontarci con “le biografie visive” del nostro tempo e della nostra cultura artistica per scoprire, oltre le abitudini consolidate e gli stereotipi della “verosimiglianza”, gli infiniti modi in cui un testo visivo può rappresentarci e suscitare riflessione e commento. Ma oltre alle ragioni pedagogiche e autopedagogiche questo laboratorio ha, come dicevo, anche un senso storico-antropologico: potremmo infatti dire che il ritratto visivo è un elemento costante ed ineludibile dell’identità e della storia dell’Occidente, tanto che i ritratti e i racconti visivi delle biografie dei santi, dei personaggi, degli eroi, transitano sovente dai libri di storia dell’arte a quelli di storia, costituendosi come testi capaci di raccontarci e informarci su chi siamo e chi eravamo. Guardando l’immagine di qualcuno ritratto, ciascuno di noi individua un’alterità, il protagonista di una storia non nostra. Ma che con la nostra è comparabile, e nella quale, grazie alle differenze, possiamo rintracciare analogie. L’altro, e meglio ancora, l’immagine dell’altro ricostruita dalla nostra interpretazione, diviene specchio. (Marco Dallara) SVILUPPO DEL LABORATORIO “Tratti e ritratti” I fase: ritratto e autoritratto nell’arte _____________________________________________________ Il lavoro ha inizio con una introduzione storica sul genere dell’autoritratto, dal XVI secolo all’epoca contemporanea, servendosi della proiezione di slide di opere di artisti particolarmente significativi per il tema affrontato: Durer, Caravaggio, Rembrandt, Van Gogh, Mirò, Magritte, Picasso, Chagall, Duchamp, Boccioni, Manzoni, Penone, Boetti, Pollock, Parmigiani, Cragg, Ontani, Klein… Durante la proiezione, i bambini sono costantemente interpellati nella lettura formale e nella conseguente interpretazione degli autoritratti. Grande attenzione è data alle considerazioni emerse dalle direzioni di senso che ogni scelta concettuale e tecnica dell’artista genera in un rapporto di fruizione attiva. Attraverso questa introduzione si è giunti insieme a considerare le diverse possibili categorie dell’autoritratto dall’epoca moderna all’epoca contemporanea: verosimiglianza, metafora, narrazione, il “mio” come messa in scena di oggetti personali, memoria, traccia di sé, impronta, doppio-ombra di sé. II fase: mi/ti presento _____________________________________________________ Il laboratorio si incentra sulla messa in scena delle caratteristiche della personalità del singolo bambino. Il conduttore introduce il lavoro presentandosi attraverso la messa in scena del contenuto della sua borsa-zaino: gli oggetti e le loro caratteristiche permettono ai bambini di disegnare idealmente la sua personalità, i suoi gusti, le sue abitudini, le sue relazioni. In sintesi una sorta di carta d’identità ricostruita a partire dagli effetti personali. ANNA TRENINO FEDE FOTO CONCHIGLIE CARTOLINA PEZZO DI STOFFA POMATA CARTA DELLE CARAMELLE MARTELLO PALLA … Le piace giocare E’ sposata Ha due figli Ama il mare e collezionare E’ una viaggiatrice Sa cucire E’ allergica a molte cose E’ molto golosa E’ una persona “fai-da-te” E’ una sportiva Gioco dell’identikit Partendo da questo quadro ( Les Valeurs personellers Magritte, 1952), ogni bambino ha tentato di individuare di chi fossero questi oggetti e come fosse fisicamente e caratterialmente il personaggio/pittore in questione. Un po’ come nell’attività precedente, è stato fatto un vero e proprio identikit dell’uomo rappresentato con soli effetti personali. Riporto di seguito, parte della discussione sviluppatasi in classe durante l’attività e le foto dei disegni prodotti. Mi presento Divisi in tre gruppi, attraverso una attività di circle time, ogni bambino viene presentato dai compagni: pregi, piccoli difetti, passioni che lo rendono unico. Il tutto viene registrato su un grande cartellone. Lucrezia: è allegra, le piace nuotare, è sportiva, giocherellona, coccolona e simpatica. Le piacciono molto gli animali. Djiby: ha un nonno speciale, gli piace leggere, è un provetto giocatore di scacchi, gli piace lo sport. E’ un chiacchierone, intelligente, da grande vuol fare lo scienziato. Alessandro: è dormiglione, mangione, coccolone. Gli piace fare lo spiritoso, soprattutto fare le smorfie con il viso. Mattia: è giocherellone, sportivo, ha il cognome simpatico, è chiacchierone e soprattutto un gran disegnatore. Alice: è alla moda, scherzosa, intelligente e sempre corretta con i compagni. Francesca: è sportiva, silenziosa, puntuale, curata, scherzosa e bella. Orso: è generoso, intelligente, amante degli animali, gentile con tutti, divertente. Alvise: è bravo, spiritoso, è un artista, simpatico e giocherellone … Successivamente ogni bambino è chiamato a trasporre visivamente le caratteristiche emerse in gruppo. Su di un cartoncino bianco 10X10 tracciare una forma ovoidale che funga da volto-contenitore, all’interno e/o all’esterno inserire materiali strutturati e non, e ritagli di immagini riprese da riviste. La scelta dei materiali necessita grande attenzione, il conduttore li presenta facendo capire la loro natura e di conseguenza il loro valore metaforico ed evocativo. Ampio spazio va dato alla possibilità di trasgredire, sia intervenendo sul supporto – forandolo, tagliandone gli angoli, stropicciandolo, ecc. tenendo conto però che ogni scelta ha sempre un senso nella interpretazione finale dell’opera. III fase: dentro/fuori di me _____________________________________________________ In questa fase del laboratorio l’attenzione viene portata all’interno, a ciò che di noi rimane nascosto, segreto, o che semplicemente durante l’attività in gruppo non è stato messo in luce. Dopo aver mostrato ai bambini alcune opere “scatole” dell’artista Joseph Cornell ed aver ricostruito il mondo interiore dello stesso (come nell’attività degli oggetti nella borsa), si offre ai bambini la scelta tra scatole diverse (di cartone, di plastica trasparente, di metallo…) spiegando loro che la natura della scatola, per via della trasparenza o meno (mostrare o nascondere), e per le differenti dimensioni, condizionerà, a lavoro finito, la lettura del loro autoritratto. Si da inoltre la possibilità di utilizzare più scatole per ottenere un assemblaggio più articolato: una grande che ne contiene una più piccola, oppure più scatole impilate come cassetti, ecc. Nel corso del lavoro si suggerisce ai bambini la possibilità di includere nella scatola elementi segreti che non saranno svelati, piccoli tesori che rimarranno nascosti: minuscoli cartigli, scritti o mini pacchetti con frammenti di materiali. Infine ogni bambino si presenta ai compagni utilizzando la/le scatola/e. Joseph Cornell Hotel Eden Joseph Cornell Egypt box Joseph Cornell Box Joseph Cornell Construction Alice Mattia Pietro Matilde Kaya IV fase: un’altra identità _____________________________________________________ “Il corpo è un’estensione del desiderio della mia vita”. Per Luigi Ontani l’arte e la vita si fondono e, quando la sua immagine appare davanti ai tuoi occhi, pensi che, come per magia, il suo corpo sia appena uscito, materializzandosi, da un famoso dipinto. Ontani si cuce l’arte addosso, nei quadri viventi si ispira a immagini popolari, famosi dipinti, illustri personaggi, miti, immagini popolari…in poche parole la sua è un’avventura tra mille identità che riportano a lui, al principe della fantasia. Prendendo spunto da Luigi Ontani, ogni bambino viene fotografato a mezzo busto, assumendo delle espressioni del viso diverse. Una volta stampata la foto, anche in B/N, si sovrappone un foglio acetato su cui ognuno potrà intervenire per ricreare un “nuovo volto” ispirato a qualcuno o semplicemente frutto della propria fantasia. Luigi Ontani Acervus Luigi Ontani Maschere Questa fase è stata seguita da un lavoro di manipolazione in cui ogni bambino ha ritratto se stesso in modo più o meno reale, utilizzando la plastilina. Tu ed io In coppia, i bambini si sono osservati da vicino e ritratti, mettendo a fuoco particolari poco conosciuti e caratteristiche del viso mai notate prima. V fase: visita guidata presso la Fondazione Guggenheim _____________________________________________________ Dopo esser stati accolti all’ingresso della Collezione, la giuda ci ha raccontato la storia di Peggy Guggenheim, una collezionista americana che ha trascorso tutta la sua vita nel nome dell’arte contemporanea. Il percorso, precedentemente ragionato, è stato sviluppato lungo alcune opere pittoree e scultoree sul ritratto. La prima opera osservata è stata una scultura in bronzo di Alberto Giacometti, i bambini attraverso l’osservazione formale e del materiale utilizzato, sono stati bravissimi a cogliere gli elementi necessari alla lettura dell’opera. Alberto Giacometti Femme qui marche I bambini hanno affrontato la visita guidata in modo molto attivo e partecipativo, chiedendo innumerevoli informazioni in merito alle opere, la vita della fondatrice, i luogo, l’importanza del legame territoriale tra Venezia e Peggy. Alcune opere che ci hanno accompagnato lungo il percorso: Medardo Rosso Ecce Puer Gino Rossi Fanciulla del fiore Julio Gonzales “Monsieur” Cactus Laboratorio effettuato presso la Collezione Guggenheim VI fase: ci mostriamo! _____________________________________________________ Dopo aver fatto il lungo percorso sul ritratto, percorso interdisciplinare perché accompagnato da attività sullo stesso argomento in lingua italiana, scienze, educazione musicale ed attività motorie, si è deciso di mettere tutto il materiale prodotto in mostra. I bambini insieme, hanno affrontato e risolto il problema degli spazi e dell’allestimento della mostra, trovando le soluzioni più giuste ed adatte ai diversi contenuti. Tutti i genitori sono stati invitati alla mostra e guidati dai “piccoli artisti” durante il percorso di visita della mostra. Conclusioni in merito al progetto “A scuola di Guggenheim” _________________________________________________________________ Il progetto si è concluso secondo le aspettative iniziali, tutti gli obiettivi sono stati raggiunti. Durante l'esperienza i bambini si sono impegnati con interesse al lavoro sul proprio corpo e su quello dei compagni di classe. E' stato molto interessante notare le grandi differenze tra alcuni ritratti fatti durante il mese di ottobre 2006 e quelli di aprile 2007, è aumentata la percezione di sé stessi, la consapevolezza degli spazi del proprio corpo e fuori dal proprio corpo. Ogni alunno ha osservato sé stesso e gli altri, mettendo in luce particolarità e differenze, si è messo in gioco e, grazie al lavoro di gruppo, ha superato piccole difficoltà e resistenze. La classe inoltre, grazie agli esempi dei vari artisti osservati, ha potuto conoscere l'importanza dei materiali per poter esprimere uno stato d'animo o un modo di essere. Il team degli insegnanti si è confrontato regolarmente (con cadenza settimanale) programmando modalità e tempi più idonei al percorso. Rossella Quaranta