Programma di monitoraggio per Escherichia coli O157 in alimenti

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Programma di monitoraggio per Escherichia coli O157 in alimenti
Programma di monitoraggio per Escherichia coli O157 in alimenti
1. INTRODUZIONE
La sorveglianza delle zoonosi e degli agenti zoonotici da adottare nell’Unione Europea è
regolamentata dalla direttiva CE 2003/99, recepita nell’ordinamento nazionale con il
Decreto Legislativo n. 191 del 04/04/2006. Nell’allegato I lett. A) del suddetto decreto
sono previsti, tra gli altri, come agenti zoonotici da sottoporre a sorveglianza, i ceppi di
Escherichia coli produttori di verocitotossine (VTEC). Questi ceppi vengono suddivisi in
VTEC O157 e VTEC non-O157.
La maggior parte dei casi umani di tossinfezione da E. coli è sostenuta da ceppi del
sierotipo VTEC O157 ma, è riportato un aumento dei casi ascrivibili a sierotipi VTEC non
O157 (O26, O111, O103, O145) [EFSA Journal 2009; 7(11):1366].
I ruminanti, e principalmente il bovino, sono considerati i principali reservoir per le
infezioni umane sostenute da VTEC O157; questi ceppi raramente causano malattia
negli animali. Per quanto attiene i VTEC non-O157 i dati bibliografici sono, ad oggi,
frammentari e non conclusivi; alcune segnalazioni europee riportano la presenza, nei
bovini, di O26 e O103.
I ruminanti possono albergare, e diffondere nell’ambiente ceppi E. coli verocitotossici; la
presenza di VTEC nell’ospite appare legata sia all’età dell’animale, sembrano molto più
colpiti i vitelli dopo lo svezzamento rispetto agli animali adulti, sia alla stagione, infatti, nel
periodo estivo, aumenta il numero di soggetti escretori. Ciò corrisponde all’aumento di
riscontri di positività osservato in estate sia nelle popolazioni di animali più a rischio, sia
negli alimenti (P.A Chapman et al. A 1-year study of Escherichia coli O157 in cattle,
sheep, pigs and poultry; Epidemiol. Infect, 1997, 119, 245-250). La stagionalità della
prevalenza delle infezioni da VTEC O157 sembra essere correlata oltre che all’aumento
delle temperature, anche alla durata della luce diurna che modula il comportamento e la
fisiologia animale (Edrington et al.: Seasonal shedding of Escherichia coli O157:H7 in
ruminants: a new hypothesis; foodborne pathogens and disease, volume 3, Number 4,
2006).
Anche in medicina umana si rileva la stagionalità delle infezioni da VTEC; secondo i dati
del sistema Enternet (rete internazionale di sorveglianza delle infezioni da E. coli
produttori di verocitotossina nella popolazione umana:1988-2004), la maggior parte dei
casi di infezione (67%) si manifesta nei mesi tra giugno e settembre, con un picco nel
mese di agosto.
Dati forniti dal sistema di sorveglianza epidemiologica della Sindrome Emolitico Uremica
(SEU), presso l’ISS, riportano complessivamente 710 casi di SEU in Italia (1988 settembre 2010); i sierogruppi maggiormente coinvolti sono rappresentati da VTEC
0157, seguiti da O26 e, in misura minore, O145, O111 e O103. I tassi più elevati di
incidenza media annuale sono rilevati nelle regioni del Nord e il Piemonte è al terzo
posto con 0,55 casi per 100.000 abitanti in età pediatrica.
I ceppi di VTEC sono capaci di indurre nell’uomo quadri sintomatologici estremamente
variabili: il quadro clinico può evolvere da una lieve diarrea di tipo acquoso, in colite
emorragica, eventualmente complicata dalla sindrome emolitico - uremica (SEU). La
fascia più colpita risulta essere quella costituita dai bambini e dagli anziani. La
prevalenza di infezione risulta bassa, ma vista la gravità delle patologie cui danno esito,
sono considerate tra le più importanti malattie a trasmissione alimentare (MTA).
E’ stato verificato che spesso l’esposizione in un focolaio può essere multipla e che ci
può anche essere un tasso di attacco secondario dovuto alla contaminazione uomo-
uomo. Sono stati condotti molti studi caso-controllo in Europa che hanno portato
all’identificazione di fattori di rischio diversi da Stato a Stato; in molti casi gli alimenti non
sono stati ritenuti essere la principale fonte di esposizione.
Gli studi condotti sui casi di tossinfezione da Escherichia coli verocitotossici hanno
evidenziato che:
1. le principali vie di trasmissione dell’infezione sono quattro:
- Via alimentare: carne poco cotta o cruda contaminata dalle feci durante le fasi di
macellazione; latte non pastorizzato e i relativi prodotti; latte contaminato dopo la
pastorizzazione; prodotti ready to eat. Ultimamente sono stati individuati molti altri
veicoli alimentari, quali: prodotti carnei a basso pH, maionese e yogurt; frutta e
verdura concimate con letame contaminato; succhi di frutta non pastorizzati.
- Acqua: veicolo di infezione molto efficiente. L’acqua, contaminata in seguito a
spargimento di reflui zootecnici o pratiche di ferti-irrigazione, può rappresentare
fonte di infezione come testimoniano le frequenti epidemie associate al consumo
di ortaggi.
- Contatto diretto o indiretto con gli animali o con le loro feci: soprattutto bovini,
piccoli ruminanti;
- Via oro-fecale uomo-uomo; nelle scuole, comunità o nell’ambito familiare.
2. la dose infettante per VTEC O157 è bassa, 10 – 100 microrganismi ingeriti, per i
soggetti sani, ma si riduce ulteriormente per soggetti in età pediatrica, anziani e
immunocompromessi;
3. la patogenicità dei ceppi è legata all’espressione dei geni stx1 e/o stx2 codificanti per
le shiga-like toxin (st) e il gene eae per l’intimina.
2 . OBIETTIVI
Secondo quanto previsto dalla succitata direttiva e dal parere EFSA, la Regione
Piemonte si è data l’obiettivo di approfondire le conoscenze relative alla diffusione di
VTEC O157 in alcune tipologie di alimenti, stimandone la prevalenza.
Poiché il bovino è considerato il maggior serbatoio naturale di ceppi VTEC O157, l’attività
di campionamento si concentrerà su alimenti prodotti con carne o latte di questa specie
e, in particolar modo, su matrici che per modalità di consumo spesso legate al territorio
(es. carne macinata consumata cruda) possono rappresentare un rischio per il
consumatore. Il monitoraggio sarà quindi indirizzato ad alimenti quali carni macinate e
preparazioni di carne (hamburger, polpette) e formaggi a pasta molle e semi-molle
prodotti con latte crudo con stagionatura inferiore a 60 giorni.
3. ARTICOLAZIONE DEL PIANO
Il presente Piano è stato articolato in due fasi: la prima da eseguirsi nel periodo MaggioOttobre 2011, la seconda nel periodo Maggio-Ottobre 2012.
Complessivamente nel sopraccitato periodo dovranno essere prelevati 600 campioni
distinti in:
- formaggi a pasta molle e semimolle ottenuti da latte vaccino crudo – totale
campioni 240
- carne macinata destinata ad essere consumata cruda e preparazioni a base di
carne da consumarsi poco cotte - totale campioni 360.
Detti campioni andranno distribuiti per il 50% nel primo periodo e il restante 50% nel
secondo periodo di validità del Piano.
4. SELEZIONE DEL CAMPIONE
Nel formulare il piano di campionamento si è proceduto considerando i seguenti punti:
•
Identificazione del pericolo: I bovini sembrano essere i maggiori reservoir dei
ceppi verocitotossici di E. coli. La contaminazione delle carcasse durante la
macellazione è la principale via di contaminazione dei muscoli e di conseguenza
della carne macinata; in secondo piano è considerata realistica la possibilità di
contaminazione di altri cibi quali latte e vegetali irrigati con acque contaminate. E’
possibile anche un contagio diretto uomo-uomo. Da tener presente anche che
molti ceppi sono acido tolleranti e quindi capaci di sopravvivere al passaggio in
ambiente acido quale è quello dello stomaco.
• Caratterizzazione del pericolo: La malattia si può presentare a diversi livelli di
gravità; le morti si concentrano nelle classi di età più giovani (bambini fino ai 5
anni di età). Poco si sa sulla prevalenza di malattia in Europa proprio per una
sottostima dovuta ai casi meno gravi che spesso non sono registrati come malattia
o in cui l’agente eziologico non è riconosciuto.
• Valutazione dell’esposizione: La prevalenza di VTEC, sia nell’animale sia nel
cibo, è alquanto difficile da stimare e in letteratura, nel corso del tempo, è
notevolmente cambiata.
• Disegno di campionamento:
La prevalenza di contaminazione nelle matrici che saranno indagate è difficile da
stimare; sembra però opportuno non prendere in considerazione l’ipotesi di
utilizzare una prevalenza attesa pari al 50%, sia perché assolutamente poco
credibile, sia perché porterebbe alla definizione di una sample size enorme.
Possiamo allora ipotizzare due scenari utili alla sua stima:
1) Proposta EFSA (2009) - per stimare la prevalenza in qualsiasi matrice si
considerano i seguenti parametri: P (prevalenza attesa)=5%, errore massimo
tollerato=2%, livello di confidenza=95%, pertanto il numero di campioni da
analizzare (per matrice) dovrà essere N=457;
2) Proposta IZS - si ritiene che la prevalenza di contaminazione degli alimenti a
livello regionale sia a un livello inferiore di quello ipotizzato dall’EFSA, visto il
livello dei problemi sanitari in umana e i dati storici disponibili sugli alimenti,
pertanto si propone uno studio di prevalenza così articolato:
- Formaggi a pasta molle e semi-molle ottenuto da latte crudo vaccino: N=240
(P=2%; errore massimo tollerato=1,77%; livello di confidenza=95%)
- Carne macinata destinata ad essere consumata cruda e preparazioni di carni
(polpette e hamburger) che potrebbero essere consumate poco cotte: N=360
(P=2%; errore massimo tollerato=1,45%; livello di confidenza=95%)
I campioni dovranno essere prelevati con ripartizione omogenea nel periodo di
validità del piano che va da Maggio a Ottobre di 2 anni consecutivi (2011 e 2012);
Il numero di campioni per ASL tende a mantenersi costante, in quanto, nonostante
la diversa dimensione del territorio per singola ASL, la consistenza dei distributori
è sufficientemente grande da generare statisticamente campioni di dimensioni
pressoché equivalenti. Pertanto viene stabilito in 10 campioni per ASL il numero
complessivo dei prelievi da fare.
La suddivisione dei campioni sul territorio regionale è indicata nella tabella in
allegato (allegato “A”).
Nella espressione dei risultati del piano i livelli di prevalenza osservati saranno
espressi insieme al rispettivo IC 95%. Nel caso nessuno dei campioni di una
determinata matrice risultasse positivo, sarà calcolata la prevalenza massima
compatibile statisticamente.
5. MODALITA’ DI CAMPIONAMENTO
A. Prelevamento
Gli alimenti che saranno prelevati nell’ambito del presente piano sono da considerare
alimenti deteriorabili ai sensi del D.M. 16/12/93.
Il campione sarà costituito da 4 aliquote o 5 aliquote (DPR 327/80); ogni aliquota deve
essere costituita da 5 unità campionarie di almeno 50 grammi di prodotto.
Nel caso di alimento prossimo alla scadenza o con una shelf-life inferiore a 8 giorni
deve essere effettuato un campionamento in aliquota unica con analisi unica e
irripetibile, in accordo quanto previsto dal Regolamento (CE) 882/2004; in questo caso
andranno preventivamente presi accordi con il laboratorio per indicare sul verbale di
prelevamento la data, l’ora ed il luogo dell’effettuazione dell’analisi.
L'obiettivo del presente piano è quello di raccogliere campioni selezionati in fase di
commercializzazione in modo casuale puntando però alla rappresentatività delle
tipologie disponibili; se possibile i campioni dovrebbero essere prelevati in confezioni
intere.
Sul verbale di campionamento occorre indicare eventuali informazioni sull’uso, la
scadenza e altre informazioni presenti eventualmente in etichetta. È essenziale che la
contaminazione crociata sia evitata durante la raccolta dei campioni; devono quindi
essere prese le necessarie precauzioni in tutte le fasi al fine di garantire che il
materiale utilizzato durante il campionamento, il trasporto e lo stoccaggio non siano
contaminati.
B. Verbale di campionamento
Tutte le informazioni disponibili relative al campione devono essere riportate su un
verbale di campionamento dedicato (allegato “B”), compilato da parte delle Autorità
Competenti in fase di prelevamento e firmato dall’OSA.
C. Trasporto e consegna
Durante il trasporto i campioni devono essere mantenuti alla temperatura
raccomandata dal produttore.
Le analisi di laboratorio dovrebbero iniziare entro 24 ore dal campionamento; tale
evenienza sarà rispettata se il campione giungerà in IZS, dal lunedì al giovedì, entro
le ore 14 del giorno di prelievo. Qualora il campione giungesse in IZS il venerdì
l'analisi sarà allestita il lunedì successivo.
Tutti i campioni in fase di ricevimento presso il laboratorio saranno esaminati per
verificare che durante il trasporto l'imballaggio sia rimasto integro; la verifica della
temperatura di trasporto verrà eseguita utilizzando l'apposita provetta contenente olio
di glicerina / acqua che deve accompagnare i campioni. In caso di assenza della
provetta, verrà indicato sul Rapporto di Prova (RdP) l’impossibilità a misurare la
temperatura.
6. METODICHE DI LABORATORIO
RICERCA DI E. COLI O157 (MEDOTO ELFA)
Per l’esecuzione dell’analisi vengono pesati 25 g (o 25 mL) di campione a cui si
aggiungono 225 mL di brodo di pre-arricchimento addizionato con una soluzione sterile
di novibiocina o di acriflavina
In caso di campione insufficiente per l’esecuzione della pesata di 25 g, verrà prelevato
quanto possibile mantenendo sempre il rapporto 1:10 tra campione e brodo di prearricchimento.
Il campione così preparato viene omogeneizzato ed incubato in termostato a 41.5°C per
6-7 ore.
Terminata l’incubazione si preleva 1 ml di brodo di pre-arricchimento che viene posto in 9
mL di brodo di arricchimento per essere incubato 18 ore a 37°C. Al termine
dell'incubazione si suddivide il brodo in due aliquote; la prima viene utilizzata, dopo
termizzazione, per la prima parte dell’analisi con il Kit VIDAS ECO, la seconda viene
conservata a temperatura di refrigerazione per la prosecuzione in caso di positività.
USO DEL KIT VIDAS ECO
Il metodo è automatizzato, prevede l’utilizzo di strip e si basa sulla tecnica ELFA
(enzyme linked immunofluorescent assay). La sessione analitica dura circa 1.5 ora. Al
termine della prova l’esito viene stampato automaticamente. In caso in cui il risultato del
test fosse positivo si deve procedere, entro 24 ore, all'immunoconcentrazione e al
successivo isolamento microbiologico.
IMMUNOCONCENTRAZIONE CON KIT VIDAS ICE E ISOLAMENTO
Il metodo è automatizzato, prevede l’utilizzo di strip e si basa sulla tecnica ELFA
(enzyme linked immunofluorescent assay); per l’esecuzione della prova viene utilizzata
l’aliquota conservata in frigorifero. Al termine del ciclo si è ottenuta la concentrazione dei
batteri eventualmente presenti; questi verranno seminati per striscio su due terreni solidi
agarizzati selettivi e differenziali. Le piastre vengono incubate a 37°C per 18 - 24 ore.
Al termine dell’incubazione, qualora fossero presenti colonie sospette, si procede alle
prove di conferma che dovranno essere eseguite presso la sede di Torino, struttura che
dispone di un laboratorio di classe 3.
PROVE DI CONFERMA
Per le prove di conferma vengono utilizzate 5 colonie sospette e si esegue un primo
trapianto delle stesse per l’isolamento in purezza su terreno solido nutritivo; il terreno
viene incubato a 37° C per 18-24 ore.
Al termine dell’incubazione, le colonie cresciute in purezza vengono utilizzate per le
prove biochimiche (indolo) e sierologiche (test di agglutinazione al lattice):
1. Prova dell’indolo richiede circa 18-24 ore; dopo opportuna incubazione delle
colonie in brodo viene aggiunto allo stesso il reattivo di Kovac per osservare la
reazione (indolo positiva: formazione di un anello rosa / rosso sul menisco
superiore del brodo).
2. Test di agglutinazione al lattice: il test si esegue utilizzando kit presenti in
commercio solo sulle colonie che hanno dato esito positivo alla prova
dell’indolo.
Le colonie che hanno dato esito positivo all'agglutinazione e alla prova dell’indolo devono
essere sottoposte all’identificazione biochimica.
Nel caso in cui anche solo una colonia risulti identificata come E. coli O157, la ricerca
può essere interrotta senza confermare le altre colonie trapiantate.
I ceppi identificati come E. coli O157 saranno saggiati con test di biologia molecolare per
evidenziare la presenza dei geni codificanti per la produzione delle tossine (stx1 e stx2)
e, qualora uno dei due risultasse positivo, dell’intimina (eae). Sono considerati positivi (E.
coli O157 verocitotossici) i ceppi che presentano almeno uno dei geni per la produzione
delle tossine e il gene per l’intimina.
I campioni identificati come E. coli O157 VTEC vengono inviati al European Union
Reference Laboratory VTEC presso l'ISS.
ESPRESSIONE DEL RISULTATO
Il risultato analitico verrà espresso sul RdP nel seguente modo:
NEGATIVO IN 25 g nei seguenti casi:
- qualora il kit VIDAS ECO abbia dato esito negativo
- qualora il kit VIDAS ECO abbia dato esito positivo ma dopo
immunoconcentrazione con kit VIDAS ICE non siano state isolate colonie
sospette.
Il relativo RdP sarà emesso dai laboratori che effettuano l’analisi ovvero Laboratorio
Controllo Alimenti della Sede di Torino (CATO), Laboratorio Controllo Alimenti dalla
Sezione di Novara (CANO) e Laboratorio Controllo Alimenti dalla Sezione di Asti
(CAAT)
POSITIVO IN 25 g – Isolati batterici sottoposti a prove di conferma:
sui campioni esaminati da CATO qualora il kit VIDAS ECO abbia dato esito
positivo e dopo immunoconcentrazione con kit VIDAS ICE siano state isolate
colonie sospette
POSITIVO IN 25 g – Isolati batterici inviati alla sede di Torino per prove di
conferma sui campioni esaminati da CANO e CAAT qualora il kit VIDAS ECO
abbia dato esito positivo e dopo immunoconcentrazione con kit VIDAS ICE siano
state isolate colonie sospette
NEGATIVO
- qualora le prove di conferma abbiano dato esito negativo
POSITIVO:
- qualora le prove di conferma abbiano dato esito positivo
RILEVATO oppure NON RILEVATO per ciascuno dei geni codificanti (stx1,
stx2 ed eae)
Le prove di conferma sugli isolati batterici sono effettuate dal Laboratorio di
Batteriologia Specializzata della sede di Torino (BASTO) e quelle biomolecolari da
ceppo sono effettuate dal Laboratorio Controllo Alimenti di Torino (CATO) che
hanno pertanto la titolarità all’emissione del RdP.
Ricerca di E. coli O157
(esami microbiologici)
25 g / 25 mL di campione
in 225 mL di brodo di pre-arricchimento
Incubazione
a 41.5°C per 6-7 ore
1 mL di pre-arricchimento
in 9 mL di brodo di arricchimento
Incubazione
a 37°C per 18 ore
Suddivisione del brodo di
arricchimento in 2 aliquote
Termizzazione (95-100°C)
per 15 minuti
Conservazione a 4°C
Risultato
positivo?
VIDAS
ECO
SI
VIDAS
ICE
NO
Semina su terreni selettivi
(SMAC e CT-SMAC)
Emissione RdP
da lab BASTO
campione
NEGATIVO per
E. coli O157
Emissione RdP
da lab
CATO, CANO, CAAT
campione
NEGATIVO per
E. coli O157
Incubazione
a 37°C per 18-24 ore
NO
Risultato
positivo?
Prove di conferma:
- indolo
-agglutinazione
al lattice
Emissione RdP
da lab
CATO, CANO, CAAT
campione
Sottoposto a prove
di conferma
SI
NO
Presenza di
colonie sospette?
Emissione RdP
da lab
CATO, CANO, CAAT
campione
NEGATIVO per
E. coli O157
SI
NO
Identificazione
biochimica
Risultato
positivo?
SI
Emissione RdP da lab BASTO
campione
POSITIVO per
E. coli O157
Emissione RdP
da lab BASTO
campione
NEGATIVO per
E. coli O157
Ricerca di E. coli O157
(esami biomolecolari da ceppo)
Campione POSITIVO per
E. coli O157
Ricerca geni tossine
(stx1 e stx2)
Emissione RdP da lab CATO
E. coli O157 non VTEC
Campione
conforme
NO
Risultato
positivo?
SI
Emissione RdP da lab CATO
E. coli O157 non VTEC
Ricerca gene intimina
(eae)
NO
Risultato
positivo?
SI
Campione
NON conforme
Emissione RdP da lab CATO
E. coli O157 VTEC
Invio del campione al CRL (ISS)
7. TEMPI DI RISPOSTA
Per l’analisi dei tempi di risposta dell’esame ELFA per la ricerca di E. coli O157 sono
stati presi in considerazione i campioni (N=327) controllati nell’ambito del piano latte
crudo prelevati presso i distributori automatici e presso le aziende di produzione
nell’anno 2010. Poiché nell’ambito del suddetto piano sono previste determinazioni
microbiologiche che richiedono tempi di risposta superiori ai 10 gg. lavorativi e
l’emissione del RdP avviene nel momento in cui è disponibile il risultato analitico di tutte
le determinazioni effettuate si è ritenuto opportuno stabilire solamente i tempi relativi a:
Numero giorni tra data accettazione e data prelievo
Numero giorni tra data inizio e data fine prova
Numero giorni tra data accettazione e data fine prova
Per i 3 indicatori individuati sono stati calcolati i seguenti indici statistici: media puntuale,
media intervallare (intervallo di confidenza al 95%), mediana, minimo e massimo. La
media puntuale fornisce l’informazione sui valori centrali dei 3 indicatori, ma poiché la
media è assai sensibile alle osservazioni estreme è stata calcolata anche la mediana che
rappresenta i valori che dividono esattamente a metà la distribuzione e non è alterata dai
valori estremi. L’intervallo di confidenza della media (IC 95%) fornisce, inoltre,
l’informazione sulla variabilità dei tempi.
Gli indici sono stati calcolati per IZS ed i risultati sono riportati nella successiva tabella.
Tabella 1. Tempi IZS PLV (giorni lavorativi per i campioni conformi)
variabile
IC 95%
media
mediana
media
min
max
Numero gg. tra data accettazione e data prelievo
0
0,1
0
0,1
0
1
Numero gg. tra data inizio e data fine prova
1
1,4
1,1
1,6
0
20
Numero gg. tra data accettazione e data fine prova
2
2,7
2,3
3,0
1
21
Considerato che una volta terminata la prova, i tempi per la validazione dei risultati e la
produzione del RdP sono di circa 2 giorni, possiamo affermare che i rapporti di prova
sono disponibili nell’arco di 8 giorni lavorativi in caso di campione conforme.
8. PROVVEDIMENTI CONSEGUENTI A NON CONFORMITA’
Il monitoraggio è una attività disciplinata dal Regolamento CE 882/04 nell’ambito dei
piani coordinati di controllo previsti all’articolo 53 dello stesso regolamento.
Durante l’esecuzione del piano il riscontro di E. coli O157 verocitotossico negli alimenti
campionati, sarà considerata una non conformità che gli organi di controllo dovranno
gestire come di seguito indicato:
gli alimenti verranno considerati “alimenti dannosi per la salute” ai sensi dell’art. 14 del
Regolamento CE 178/02 e, come tali, non potranno essere destinati al consumo
alimentare umano.
L'autorità competente che individui la non conformità interviene per assicurare che
l'operatore ponga rimedio alla situazione, adottando i provvedimenti prescrittivi (art. 54)
e/o sanzionatori (art. 55) previsti dal Reg. CE/882/2004.
In particolare l’O.S.A. dovrà procedere:
a) al richiamo, al ritiro e/o alla distruzione degli alimenti non conformi secondo
quanto previsto dagli artt 18 e 19 del Regolamento Ce/178/92;
b) all’imposizione di procedure di igienizzazione o di qualsiasi altra azione ritenuta
necessaria per garantire la sicurezza degli alimenti.
Inoltre, l’ autorità competente addetta al controllo ufficiale, dovrà procedere:
a. all’applicazione della legge 283/62, art 5, lettera d) in quanto […..sostanze alimentari
… comunque nocive….];
b. in caso di violazioni agli obblighi di ritiro/richiamo, all’applicazione della disciplina
sanzionatoria prevista dal D. L.vo 190/2006;
c. se del caso, all’attivazione del sistema rapido di allerta ai sensi dell’art 50 del
Regolamento. CE 178/02;
d. all’applicazione eventuale del Decreto Legislativo n. 193/2007, articolo 6, se
emergono, in seguito ad accertamenti, inadeguatezze nel piano di autocontrollo
dell’impresa alimentare.
Durante l’esecuzione del piano il riscontro di E. coli O157 NON verocitotossico negli
alimenti campionati comporterà, da parte degli organi di controllo, l’attuazione presso
l’impresa produttrice, di un campionamento specifico da effettuarsi in fase di produzione
per la valutazione dei criteri di igiene di processo, e più specificatamente degli indicatori
fecali.
In particolare l’O.S.A., nell’ambito del proprio piano di autocontrollo, dovrà procedere alla
revisione delle procedure di igienizzazione o di qualsiasi altra azione ritenuta necessaria
per garantire la sicurezza degli alimenti.
9. METODI E TERMINI DI NOTIFICA DEI RISULTATI DEL PROGRAMMA
I dati dell’attività svolta saranno elaborati e analizzati dall’Osservatorio Epidemiologico
dell’I.Z.S., secondo i criteri dell’epidemiologia descrittiva ed i risultati saranno resi
disponibili al termine del piano di campionamento attraverso una relazione che sarà
inoltrata in formato elettronico a tutti gli enti coinvolti.
A tale fine, le ASL rendiconteranno la loro attività in file excel secondo il modello allegato
al presente piano (allegato “C”) da trasmettere alle scadenze previste (ottobre 2011ottobre 2012) all’Osservatorio Epidemiologico dell’I.Z.S..
10. OBBLIGHI DELL’OSA
Gli OSA sono tenuti al rispetto dell’articolo 5 del Decreto Legislativo 191/06, il quale
prevede in caso di riscontro di zoonosi, nell’ambito dell’autocontrollo l’obbligo di
conservazione dei risultati e dei pertinenti isolati per un periodo di due anni, da
comunicare, su richiesta, all’AC. Gli isolati di E. coli O157 saranno inviati al laboratorio
nazionale di riferimento (LNR) per la conservazione e per un’ulteriore pertinente
caratterizzazione e tipizzazione per un confronto con i ceppi che causano infezioni
umane.
ALLEGATI
Allegato A: tabella riparto campioni ASL – periodo maggio-ottobre
Allegato B: verbale accompagnamento campioni
Allegato C: scheda di rendicontazione dati di attività