Programma di monitoraggio per Escherichia coli O157 in alimenti
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Programma di monitoraggio per Escherichia coli O157 in alimenti
Programma di monitoraggio per Escherichia coli O157 in alimenti 1. INTRODUZIONE La sorveglianza delle zoonosi e degli agenti zoonotici da adottare nell’Unione Europea è regolamentata dalla direttiva CE 2003/99, recepita nell’ordinamento nazionale con il Decreto Legislativo n. 191 del 04/04/2006. Nell’allegato I lett. A) del suddetto decreto sono previsti, tra gli altri, come agenti zoonotici da sottoporre a sorveglianza, i ceppi di Escherichia coli produttori di verocitotossine (VTEC). Questi ceppi vengono suddivisi in VTEC O157 e VTEC non-O157. La maggior parte dei casi umani di tossinfezione da E. coli è sostenuta da ceppi del sierotipo VTEC O157 ma, è riportato un aumento dei casi ascrivibili a sierotipi VTEC non O157 (O26, O111, O103, O145) [EFSA Journal 2009; 7(11):1366]. I ruminanti, e principalmente il bovino, sono considerati i principali reservoir per le infezioni umane sostenute da VTEC O157; questi ceppi raramente causano malattia negli animali. Per quanto attiene i VTEC non-O157 i dati bibliografici sono, ad oggi, frammentari e non conclusivi; alcune segnalazioni europee riportano la presenza, nei bovini, di O26 e O103. I ruminanti possono albergare, e diffondere nell’ambiente ceppi E. coli verocitotossici; la presenza di VTEC nell’ospite appare legata sia all’età dell’animale, sembrano molto più colpiti i vitelli dopo lo svezzamento rispetto agli animali adulti, sia alla stagione, infatti, nel periodo estivo, aumenta il numero di soggetti escretori. Ciò corrisponde all’aumento di riscontri di positività osservato in estate sia nelle popolazioni di animali più a rischio, sia negli alimenti (P.A Chapman et al. A 1-year study of Escherichia coli O157 in cattle, sheep, pigs and poultry; Epidemiol. Infect, 1997, 119, 245-250). La stagionalità della prevalenza delle infezioni da VTEC O157 sembra essere correlata oltre che all’aumento delle temperature, anche alla durata della luce diurna che modula il comportamento e la fisiologia animale (Edrington et al.: Seasonal shedding of Escherichia coli O157:H7 in ruminants: a new hypothesis; foodborne pathogens and disease, volume 3, Number 4, 2006). Anche in medicina umana si rileva la stagionalità delle infezioni da VTEC; secondo i dati del sistema Enternet (rete internazionale di sorveglianza delle infezioni da E. coli produttori di verocitotossina nella popolazione umana:1988-2004), la maggior parte dei casi di infezione (67%) si manifesta nei mesi tra giugno e settembre, con un picco nel mese di agosto. Dati forniti dal sistema di sorveglianza epidemiologica della Sindrome Emolitico Uremica (SEU), presso l’ISS, riportano complessivamente 710 casi di SEU in Italia (1988 settembre 2010); i sierogruppi maggiormente coinvolti sono rappresentati da VTEC 0157, seguiti da O26 e, in misura minore, O145, O111 e O103. I tassi più elevati di incidenza media annuale sono rilevati nelle regioni del Nord e il Piemonte è al terzo posto con 0,55 casi per 100.000 abitanti in età pediatrica. I ceppi di VTEC sono capaci di indurre nell’uomo quadri sintomatologici estremamente variabili: il quadro clinico può evolvere da una lieve diarrea di tipo acquoso, in colite emorragica, eventualmente complicata dalla sindrome emolitico - uremica (SEU). La fascia più colpita risulta essere quella costituita dai bambini e dagli anziani. La prevalenza di infezione risulta bassa, ma vista la gravità delle patologie cui danno esito, sono considerate tra le più importanti malattie a trasmissione alimentare (MTA). E’ stato verificato che spesso l’esposizione in un focolaio può essere multipla e che ci può anche essere un tasso di attacco secondario dovuto alla contaminazione uomo- uomo. Sono stati condotti molti studi caso-controllo in Europa che hanno portato all’identificazione di fattori di rischio diversi da Stato a Stato; in molti casi gli alimenti non sono stati ritenuti essere la principale fonte di esposizione. Gli studi condotti sui casi di tossinfezione da Escherichia coli verocitotossici hanno evidenziato che: 1. le principali vie di trasmissione dell’infezione sono quattro: - Via alimentare: carne poco cotta o cruda contaminata dalle feci durante le fasi di macellazione; latte non pastorizzato e i relativi prodotti; latte contaminato dopo la pastorizzazione; prodotti ready to eat. Ultimamente sono stati individuati molti altri veicoli alimentari, quali: prodotti carnei a basso pH, maionese e yogurt; frutta e verdura concimate con letame contaminato; succhi di frutta non pastorizzati. - Acqua: veicolo di infezione molto efficiente. L’acqua, contaminata in seguito a spargimento di reflui zootecnici o pratiche di ferti-irrigazione, può rappresentare fonte di infezione come testimoniano le frequenti epidemie associate al consumo di ortaggi. - Contatto diretto o indiretto con gli animali o con le loro feci: soprattutto bovini, piccoli ruminanti; - Via oro-fecale uomo-uomo; nelle scuole, comunità o nell’ambito familiare. 2. la dose infettante per VTEC O157 è bassa, 10 – 100 microrganismi ingeriti, per i soggetti sani, ma si riduce ulteriormente per soggetti in età pediatrica, anziani e immunocompromessi; 3. la patogenicità dei ceppi è legata all’espressione dei geni stx1 e/o stx2 codificanti per le shiga-like toxin (st) e il gene eae per l’intimina. 2 . OBIETTIVI Secondo quanto previsto dalla succitata direttiva e dal parere EFSA, la Regione Piemonte si è data l’obiettivo di approfondire le conoscenze relative alla diffusione di VTEC O157 in alcune tipologie di alimenti, stimandone la prevalenza. Poiché il bovino è considerato il maggior serbatoio naturale di ceppi VTEC O157, l’attività di campionamento si concentrerà su alimenti prodotti con carne o latte di questa specie e, in particolar modo, su matrici che per modalità di consumo spesso legate al territorio (es. carne macinata consumata cruda) possono rappresentare un rischio per il consumatore. Il monitoraggio sarà quindi indirizzato ad alimenti quali carni macinate e preparazioni di carne (hamburger, polpette) e formaggi a pasta molle e semi-molle prodotti con latte crudo con stagionatura inferiore a 60 giorni. 3. ARTICOLAZIONE DEL PIANO Il presente Piano è stato articolato in due fasi: la prima da eseguirsi nel periodo MaggioOttobre 2011, la seconda nel periodo Maggio-Ottobre 2012. Complessivamente nel sopraccitato periodo dovranno essere prelevati 600 campioni distinti in: - formaggi a pasta molle e semimolle ottenuti da latte vaccino crudo – totale campioni 240 - carne macinata destinata ad essere consumata cruda e preparazioni a base di carne da consumarsi poco cotte - totale campioni 360. Detti campioni andranno distribuiti per il 50% nel primo periodo e il restante 50% nel secondo periodo di validità del Piano. 4. SELEZIONE DEL CAMPIONE Nel formulare il piano di campionamento si è proceduto considerando i seguenti punti: • Identificazione del pericolo: I bovini sembrano essere i maggiori reservoir dei ceppi verocitotossici di E. coli. La contaminazione delle carcasse durante la macellazione è la principale via di contaminazione dei muscoli e di conseguenza della carne macinata; in secondo piano è considerata realistica la possibilità di contaminazione di altri cibi quali latte e vegetali irrigati con acque contaminate. E’ possibile anche un contagio diretto uomo-uomo. Da tener presente anche che molti ceppi sono acido tolleranti e quindi capaci di sopravvivere al passaggio in ambiente acido quale è quello dello stomaco. • Caratterizzazione del pericolo: La malattia si può presentare a diversi livelli di gravità; le morti si concentrano nelle classi di età più giovani (bambini fino ai 5 anni di età). Poco si sa sulla prevalenza di malattia in Europa proprio per una sottostima dovuta ai casi meno gravi che spesso non sono registrati come malattia o in cui l’agente eziologico non è riconosciuto. • Valutazione dell’esposizione: La prevalenza di VTEC, sia nell’animale sia nel cibo, è alquanto difficile da stimare e in letteratura, nel corso del tempo, è notevolmente cambiata. • Disegno di campionamento: La prevalenza di contaminazione nelle matrici che saranno indagate è difficile da stimare; sembra però opportuno non prendere in considerazione l’ipotesi di utilizzare una prevalenza attesa pari al 50%, sia perché assolutamente poco credibile, sia perché porterebbe alla definizione di una sample size enorme. Possiamo allora ipotizzare due scenari utili alla sua stima: 1) Proposta EFSA (2009) - per stimare la prevalenza in qualsiasi matrice si considerano i seguenti parametri: P (prevalenza attesa)=5%, errore massimo tollerato=2%, livello di confidenza=95%, pertanto il numero di campioni da analizzare (per matrice) dovrà essere N=457; 2) Proposta IZS - si ritiene che la prevalenza di contaminazione degli alimenti a livello regionale sia a un livello inferiore di quello ipotizzato dall’EFSA, visto il livello dei problemi sanitari in umana e i dati storici disponibili sugli alimenti, pertanto si propone uno studio di prevalenza così articolato: - Formaggi a pasta molle e semi-molle ottenuto da latte crudo vaccino: N=240 (P=2%; errore massimo tollerato=1,77%; livello di confidenza=95%) - Carne macinata destinata ad essere consumata cruda e preparazioni di carni (polpette e hamburger) che potrebbero essere consumate poco cotte: N=360 (P=2%; errore massimo tollerato=1,45%; livello di confidenza=95%) I campioni dovranno essere prelevati con ripartizione omogenea nel periodo di validità del piano che va da Maggio a Ottobre di 2 anni consecutivi (2011 e 2012); Il numero di campioni per ASL tende a mantenersi costante, in quanto, nonostante la diversa dimensione del territorio per singola ASL, la consistenza dei distributori è sufficientemente grande da generare statisticamente campioni di dimensioni pressoché equivalenti. Pertanto viene stabilito in 10 campioni per ASL il numero complessivo dei prelievi da fare. La suddivisione dei campioni sul territorio regionale è indicata nella tabella in allegato (allegato “A”). Nella espressione dei risultati del piano i livelli di prevalenza osservati saranno espressi insieme al rispettivo IC 95%. Nel caso nessuno dei campioni di una determinata matrice risultasse positivo, sarà calcolata la prevalenza massima compatibile statisticamente. 5. MODALITA’ DI CAMPIONAMENTO A. Prelevamento Gli alimenti che saranno prelevati nell’ambito del presente piano sono da considerare alimenti deteriorabili ai sensi del D.M. 16/12/93. Il campione sarà costituito da 4 aliquote o 5 aliquote (DPR 327/80); ogni aliquota deve essere costituita da 5 unità campionarie di almeno 50 grammi di prodotto. Nel caso di alimento prossimo alla scadenza o con una shelf-life inferiore a 8 giorni deve essere effettuato un campionamento in aliquota unica con analisi unica e irripetibile, in accordo quanto previsto dal Regolamento (CE) 882/2004; in questo caso andranno preventivamente presi accordi con il laboratorio per indicare sul verbale di prelevamento la data, l’ora ed il luogo dell’effettuazione dell’analisi. L'obiettivo del presente piano è quello di raccogliere campioni selezionati in fase di commercializzazione in modo casuale puntando però alla rappresentatività delle tipologie disponibili; se possibile i campioni dovrebbero essere prelevati in confezioni intere. Sul verbale di campionamento occorre indicare eventuali informazioni sull’uso, la scadenza e altre informazioni presenti eventualmente in etichetta. È essenziale che la contaminazione crociata sia evitata durante la raccolta dei campioni; devono quindi essere prese le necessarie precauzioni in tutte le fasi al fine di garantire che il materiale utilizzato durante il campionamento, il trasporto e lo stoccaggio non siano contaminati. B. Verbale di campionamento Tutte le informazioni disponibili relative al campione devono essere riportate su un verbale di campionamento dedicato (allegato “B”), compilato da parte delle Autorità Competenti in fase di prelevamento e firmato dall’OSA. C. Trasporto e consegna Durante il trasporto i campioni devono essere mantenuti alla temperatura raccomandata dal produttore. Le analisi di laboratorio dovrebbero iniziare entro 24 ore dal campionamento; tale evenienza sarà rispettata se il campione giungerà in IZS, dal lunedì al giovedì, entro le ore 14 del giorno di prelievo. Qualora il campione giungesse in IZS il venerdì l'analisi sarà allestita il lunedì successivo. Tutti i campioni in fase di ricevimento presso il laboratorio saranno esaminati per verificare che durante il trasporto l'imballaggio sia rimasto integro; la verifica della temperatura di trasporto verrà eseguita utilizzando l'apposita provetta contenente olio di glicerina / acqua che deve accompagnare i campioni. In caso di assenza della provetta, verrà indicato sul Rapporto di Prova (RdP) l’impossibilità a misurare la temperatura. 6. METODICHE DI LABORATORIO RICERCA DI E. COLI O157 (MEDOTO ELFA) Per l’esecuzione dell’analisi vengono pesati 25 g (o 25 mL) di campione a cui si aggiungono 225 mL di brodo di pre-arricchimento addizionato con una soluzione sterile di novibiocina o di acriflavina In caso di campione insufficiente per l’esecuzione della pesata di 25 g, verrà prelevato quanto possibile mantenendo sempre il rapporto 1:10 tra campione e brodo di prearricchimento. Il campione così preparato viene omogeneizzato ed incubato in termostato a 41.5°C per 6-7 ore. Terminata l’incubazione si preleva 1 ml di brodo di pre-arricchimento che viene posto in 9 mL di brodo di arricchimento per essere incubato 18 ore a 37°C. Al termine dell'incubazione si suddivide il brodo in due aliquote; la prima viene utilizzata, dopo termizzazione, per la prima parte dell’analisi con il Kit VIDAS ECO, la seconda viene conservata a temperatura di refrigerazione per la prosecuzione in caso di positività. USO DEL KIT VIDAS ECO Il metodo è automatizzato, prevede l’utilizzo di strip e si basa sulla tecnica ELFA (enzyme linked immunofluorescent assay). La sessione analitica dura circa 1.5 ora. Al termine della prova l’esito viene stampato automaticamente. In caso in cui il risultato del test fosse positivo si deve procedere, entro 24 ore, all'immunoconcentrazione e al successivo isolamento microbiologico. IMMUNOCONCENTRAZIONE CON KIT VIDAS ICE E ISOLAMENTO Il metodo è automatizzato, prevede l’utilizzo di strip e si basa sulla tecnica ELFA (enzyme linked immunofluorescent assay); per l’esecuzione della prova viene utilizzata l’aliquota conservata in frigorifero. Al termine del ciclo si è ottenuta la concentrazione dei batteri eventualmente presenti; questi verranno seminati per striscio su due terreni solidi agarizzati selettivi e differenziali. Le piastre vengono incubate a 37°C per 18 - 24 ore. Al termine dell’incubazione, qualora fossero presenti colonie sospette, si procede alle prove di conferma che dovranno essere eseguite presso la sede di Torino, struttura che dispone di un laboratorio di classe 3. PROVE DI CONFERMA Per le prove di conferma vengono utilizzate 5 colonie sospette e si esegue un primo trapianto delle stesse per l’isolamento in purezza su terreno solido nutritivo; il terreno viene incubato a 37° C per 18-24 ore. Al termine dell’incubazione, le colonie cresciute in purezza vengono utilizzate per le prove biochimiche (indolo) e sierologiche (test di agglutinazione al lattice): 1. Prova dell’indolo richiede circa 18-24 ore; dopo opportuna incubazione delle colonie in brodo viene aggiunto allo stesso il reattivo di Kovac per osservare la reazione (indolo positiva: formazione di un anello rosa / rosso sul menisco superiore del brodo). 2. Test di agglutinazione al lattice: il test si esegue utilizzando kit presenti in commercio solo sulle colonie che hanno dato esito positivo alla prova dell’indolo. Le colonie che hanno dato esito positivo all'agglutinazione e alla prova dell’indolo devono essere sottoposte all’identificazione biochimica. Nel caso in cui anche solo una colonia risulti identificata come E. coli O157, la ricerca può essere interrotta senza confermare le altre colonie trapiantate. I ceppi identificati come E. coli O157 saranno saggiati con test di biologia molecolare per evidenziare la presenza dei geni codificanti per la produzione delle tossine (stx1 e stx2) e, qualora uno dei due risultasse positivo, dell’intimina (eae). Sono considerati positivi (E. coli O157 verocitotossici) i ceppi che presentano almeno uno dei geni per la produzione delle tossine e il gene per l’intimina. I campioni identificati come E. coli O157 VTEC vengono inviati al European Union Reference Laboratory VTEC presso l'ISS. ESPRESSIONE DEL RISULTATO Il risultato analitico verrà espresso sul RdP nel seguente modo: NEGATIVO IN 25 g nei seguenti casi: - qualora il kit VIDAS ECO abbia dato esito negativo - qualora il kit VIDAS ECO abbia dato esito positivo ma dopo immunoconcentrazione con kit VIDAS ICE non siano state isolate colonie sospette. Il relativo RdP sarà emesso dai laboratori che effettuano l’analisi ovvero Laboratorio Controllo Alimenti della Sede di Torino (CATO), Laboratorio Controllo Alimenti dalla Sezione di Novara (CANO) e Laboratorio Controllo Alimenti dalla Sezione di Asti (CAAT) POSITIVO IN 25 g – Isolati batterici sottoposti a prove di conferma: sui campioni esaminati da CATO qualora il kit VIDAS ECO abbia dato esito positivo e dopo immunoconcentrazione con kit VIDAS ICE siano state isolate colonie sospette POSITIVO IN 25 g – Isolati batterici inviati alla sede di Torino per prove di conferma sui campioni esaminati da CANO e CAAT qualora il kit VIDAS ECO abbia dato esito positivo e dopo immunoconcentrazione con kit VIDAS ICE siano state isolate colonie sospette NEGATIVO - qualora le prove di conferma abbiano dato esito negativo POSITIVO: - qualora le prove di conferma abbiano dato esito positivo RILEVATO oppure NON RILEVATO per ciascuno dei geni codificanti (stx1, stx2 ed eae) Le prove di conferma sugli isolati batterici sono effettuate dal Laboratorio di Batteriologia Specializzata della sede di Torino (BASTO) e quelle biomolecolari da ceppo sono effettuate dal Laboratorio Controllo Alimenti di Torino (CATO) che hanno pertanto la titolarità all’emissione del RdP. Ricerca di E. coli O157 (esami microbiologici) 25 g / 25 mL di campione in 225 mL di brodo di pre-arricchimento Incubazione a 41.5°C per 6-7 ore 1 mL di pre-arricchimento in 9 mL di brodo di arricchimento Incubazione a 37°C per 18 ore Suddivisione del brodo di arricchimento in 2 aliquote Termizzazione (95-100°C) per 15 minuti Conservazione a 4°C Risultato positivo? VIDAS ECO SI VIDAS ICE NO Semina su terreni selettivi (SMAC e CT-SMAC) Emissione RdP da lab BASTO campione NEGATIVO per E. coli O157 Emissione RdP da lab CATO, CANO, CAAT campione NEGATIVO per E. coli O157 Incubazione a 37°C per 18-24 ore NO Risultato positivo? Prove di conferma: - indolo -agglutinazione al lattice Emissione RdP da lab CATO, CANO, CAAT campione Sottoposto a prove di conferma SI NO Presenza di colonie sospette? Emissione RdP da lab CATO, CANO, CAAT campione NEGATIVO per E. coli O157 SI NO Identificazione biochimica Risultato positivo? SI Emissione RdP da lab BASTO campione POSITIVO per E. coli O157 Emissione RdP da lab BASTO campione NEGATIVO per E. coli O157 Ricerca di E. coli O157 (esami biomolecolari da ceppo) Campione POSITIVO per E. coli O157 Ricerca geni tossine (stx1 e stx2) Emissione RdP da lab CATO E. coli O157 non VTEC Campione conforme NO Risultato positivo? SI Emissione RdP da lab CATO E. coli O157 non VTEC Ricerca gene intimina (eae) NO Risultato positivo? SI Campione NON conforme Emissione RdP da lab CATO E. coli O157 VTEC Invio del campione al CRL (ISS) 7. TEMPI DI RISPOSTA Per l’analisi dei tempi di risposta dell’esame ELFA per la ricerca di E. coli O157 sono stati presi in considerazione i campioni (N=327) controllati nell’ambito del piano latte crudo prelevati presso i distributori automatici e presso le aziende di produzione nell’anno 2010. Poiché nell’ambito del suddetto piano sono previste determinazioni microbiologiche che richiedono tempi di risposta superiori ai 10 gg. lavorativi e l’emissione del RdP avviene nel momento in cui è disponibile il risultato analitico di tutte le determinazioni effettuate si è ritenuto opportuno stabilire solamente i tempi relativi a: Numero giorni tra data accettazione e data prelievo Numero giorni tra data inizio e data fine prova Numero giorni tra data accettazione e data fine prova Per i 3 indicatori individuati sono stati calcolati i seguenti indici statistici: media puntuale, media intervallare (intervallo di confidenza al 95%), mediana, minimo e massimo. La media puntuale fornisce l’informazione sui valori centrali dei 3 indicatori, ma poiché la media è assai sensibile alle osservazioni estreme è stata calcolata anche la mediana che rappresenta i valori che dividono esattamente a metà la distribuzione e non è alterata dai valori estremi. L’intervallo di confidenza della media (IC 95%) fornisce, inoltre, l’informazione sulla variabilità dei tempi. Gli indici sono stati calcolati per IZS ed i risultati sono riportati nella successiva tabella. Tabella 1. Tempi IZS PLV (giorni lavorativi per i campioni conformi) variabile IC 95% media mediana media min max Numero gg. tra data accettazione e data prelievo 0 0,1 0 0,1 0 1 Numero gg. tra data inizio e data fine prova 1 1,4 1,1 1,6 0 20 Numero gg. tra data accettazione e data fine prova 2 2,7 2,3 3,0 1 21 Considerato che una volta terminata la prova, i tempi per la validazione dei risultati e la produzione del RdP sono di circa 2 giorni, possiamo affermare che i rapporti di prova sono disponibili nell’arco di 8 giorni lavorativi in caso di campione conforme. 8. PROVVEDIMENTI CONSEGUENTI A NON CONFORMITA’ Il monitoraggio è una attività disciplinata dal Regolamento CE 882/04 nell’ambito dei piani coordinati di controllo previsti all’articolo 53 dello stesso regolamento. Durante l’esecuzione del piano il riscontro di E. coli O157 verocitotossico negli alimenti campionati, sarà considerata una non conformità che gli organi di controllo dovranno gestire come di seguito indicato: gli alimenti verranno considerati “alimenti dannosi per la salute” ai sensi dell’art. 14 del Regolamento CE 178/02 e, come tali, non potranno essere destinati al consumo alimentare umano. L'autorità competente che individui la non conformità interviene per assicurare che l'operatore ponga rimedio alla situazione, adottando i provvedimenti prescrittivi (art. 54) e/o sanzionatori (art. 55) previsti dal Reg. CE/882/2004. In particolare l’O.S.A. dovrà procedere: a) al richiamo, al ritiro e/o alla distruzione degli alimenti non conformi secondo quanto previsto dagli artt 18 e 19 del Regolamento Ce/178/92; b) all’imposizione di procedure di igienizzazione o di qualsiasi altra azione ritenuta necessaria per garantire la sicurezza degli alimenti. Inoltre, l’ autorità competente addetta al controllo ufficiale, dovrà procedere: a. all’applicazione della legge 283/62, art 5, lettera d) in quanto […..sostanze alimentari … comunque nocive….]; b. in caso di violazioni agli obblighi di ritiro/richiamo, all’applicazione della disciplina sanzionatoria prevista dal D. L.vo 190/2006; c. se del caso, all’attivazione del sistema rapido di allerta ai sensi dell’art 50 del Regolamento. CE 178/02; d. all’applicazione eventuale del Decreto Legislativo n. 193/2007, articolo 6, se emergono, in seguito ad accertamenti, inadeguatezze nel piano di autocontrollo dell’impresa alimentare. Durante l’esecuzione del piano il riscontro di E. coli O157 NON verocitotossico negli alimenti campionati comporterà, da parte degli organi di controllo, l’attuazione presso l’impresa produttrice, di un campionamento specifico da effettuarsi in fase di produzione per la valutazione dei criteri di igiene di processo, e più specificatamente degli indicatori fecali. In particolare l’O.S.A., nell’ambito del proprio piano di autocontrollo, dovrà procedere alla revisione delle procedure di igienizzazione o di qualsiasi altra azione ritenuta necessaria per garantire la sicurezza degli alimenti. 9. METODI E TERMINI DI NOTIFICA DEI RISULTATI DEL PROGRAMMA I dati dell’attività svolta saranno elaborati e analizzati dall’Osservatorio Epidemiologico dell’I.Z.S., secondo i criteri dell’epidemiologia descrittiva ed i risultati saranno resi disponibili al termine del piano di campionamento attraverso una relazione che sarà inoltrata in formato elettronico a tutti gli enti coinvolti. A tale fine, le ASL rendiconteranno la loro attività in file excel secondo il modello allegato al presente piano (allegato “C”) da trasmettere alle scadenze previste (ottobre 2011ottobre 2012) all’Osservatorio Epidemiologico dell’I.Z.S.. 10. OBBLIGHI DELL’OSA Gli OSA sono tenuti al rispetto dell’articolo 5 del Decreto Legislativo 191/06, il quale prevede in caso di riscontro di zoonosi, nell’ambito dell’autocontrollo l’obbligo di conservazione dei risultati e dei pertinenti isolati per un periodo di due anni, da comunicare, su richiesta, all’AC. Gli isolati di E. coli O157 saranno inviati al laboratorio nazionale di riferimento (LNR) per la conservazione e per un’ulteriore pertinente caratterizzazione e tipizzazione per un confronto con i ceppi che causano infezioni umane. ALLEGATI Allegato A: tabella riparto campioni ASL – periodo maggio-ottobre Allegato B: verbale accompagnamento campioni Allegato C: scheda di rendicontazione dati di attività