Escherichia coli - Cittadinanzattiva

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Escherichia coli - Cittadinanzattiva
Escherichia coli e altri batteri. Non tutti sanno che...
L'Escherichia coli, investito recentemente da un vorticoso boom mediatico, non è che un
vecchio microrganismo descritto per la prima volta nel 1885 dallo scienziato Theodor
Escherich. Non tutti sanno però che sia nell'intestino umano che in quello degli animali a
sangue caldo si trovano comunemente ceppi del batterio non patogeni, e quindi innocui.
Il focolaio esploso in Germania è stato invece provocato da un particolare ceppo classificato
come entero-emorragico (VTEC), in grado quindi di produrre tossine che danneggiano
gravemente il sangue e i reni.
Come avviene allora la trasmissione del ceppo VTEC all'uomo?
Già negli anni '90 l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) riconobbe l'E.coli come il
principale fattore di contaminazione fecale delle acque. L'infezione all'uomo si trasmette infatti
tramite l'ingestione di acqua e alimenti contaminati o attraverso contatto diretto con animali.
La contaminazione della carne ad esempio avviene durante la macellazione, in cui il batterio
presente nelle viscere degli animali, per scarse condizioni igieniche, viene trasportato
dall’uomo anche nelle in altre parti (es. lombata, pancetta, spezzatino, ecc...).
Per quanto riguarda invece frutta, ortaggi e verdure, la contaminazione avviene attraverso la
fertirrigazione e i reflussi zootecnici (concime).
Gli alimenti più a rischio
Prima in classifica tra gli alimenti più a rischio troviamo la carne, specie se cruda o poco
cotta. La contaminazione avviene durante la macellazione, in cui il batterio presente nelle
viscere degli animali, per scarse condizioni igieniche, viene trasportato dall’uomo anche nelle
in altre parti . Le modalità della sua produzione comporta infatti gravi implicazioni sia
sanitarie che ambientali. La maggiorparte della carne che mangiamo proviene da allevamenti
intensivi, in cui lo sviluppo e la propagazione di malattie trovano le loro condizioni ideali;
sovraffolamento, scarso movimento degli animali, esposizione a continua luce artificiale e
alimentazione forzata, sono solo alcuni dei fattori scatenanti. Le condizioni di vita degli
animali sono dunque responsabili del loro debole stato di salute, per ovviare al quale è
necessario ricorrere sempre più spesso a farmaci, e in particolare agli antibiotici. L’uso
sistematico di questi medicinali ha come grave conseguenza il fatto che l’alto tasso di
sostanze chimiche non venga espulso dagli animali e resti spesso nei tessuti ,specie
nell’adipe, arrivando dritte nel nostro piatto.
Sempre l’OMS ha stimato che per la produzione di 1 kg di carne vengono impiegati in media
100 mg di antibiotici. Considerando il fatto che un italiano medio consuma circa 87 kg di
carne all’ anno, ogni consumatore ingerisce involontariamente quasi 9 gr di antibiotici, pari
alla somministrazione di 4 terapie antibiotiche l’anno.
Altri alimenti a rischio di contaminazione sono il latte non pastorizzato, i formaggi e derivati
del latte non pastorizzati, ortaggi, frutta, verdura e pesce crudo.
Altri agenti patogeni derivati dall consumo di prodotti animali sono
Campylobacter coli e jeuni e lo Staphylococcus aureus.
la Salmonella, il
Come prevenire le infezioni?
Nonostante queste infezioni costituiscano un vero e proprio problema di sanità pubblica in
tutto il mondo industrializzato, non bisogna allarmarsi. Le norme igieniche di base sono ifatti
suffficienti ad evitare il contaggio. I consigli principali sono:
 Lavarsi frequentemente le mani, specialmente dopo aver maneggiato gli alimenti e
dopo aver usato la toilette;
 Lavare a fondo le verdure, gli ortaggi e la frutta, anche con l’utilizzo di bicarbonato;
 Evitare il consumo di carne e pesce crudi mangiandoli esclusivamente a cottura
compiuta;
 Lavare bene posate, taglieri e altri utensili usati per la preparazione dei cibi;
 Evitare di utilizzare gli stessi utensili per più alimenti;
 Pulire accuratamente, sciaquare con acqua calda e asciugare le superfici e gli oggetti
dopo contatto con alimenti crudi, i suoi involucri o l’acqua di condensa;
 Prima di sbucciare frutta e ortaggi, lavarli accuratamente;
 Evitare i cibi in salamoia e i carpacci (il limone e l’aceto non hanno alcun effetto contro
gli agenti patogeni).
Fonti: OMS, FAO, LAV, Istituto Superiore della Sanità