Diritto umanitario e convenzioni di Ginevra

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Diritto umanitario e convenzioni di Ginevra
Diritto umanitario e convenzioni di Ginevra
Il Diritto umanitario è il corpo di norme internazionali che governano le situazioni di
conflitto armato, sia di carattere nazionale che internazionale. Fanno parte del diritto
umanitario:
1. Quei diritti umani che sono comunque e sempre inderogabili, anche nelle situazioni
più estreme: ad esempio il divieto della tortura e della schiavitù, la libertà di
pensiero e di religione, il principio di non discriminazione. Il diritto alla vita,
ovviamente violato dalla stessa natura della guerra, è comunque ribadito nella
misura del possibile, ad esempio attraverso il divieto di esecuzioni arbitrarie; mentre
sono riconosciute legittime dal diritto internazionale alcune deroghe ai diritti civili e
politici (specificamente indicate dall’art.4 dell’ICCPR) nelle situazioni di pubblica
emergenza che minacciano la vita della nazione.
2. I diritti e doveri specificamente legati alla situazione che si crea in caso di conflitti
armati, relativi a questioni come il trattamento dei feriti e dei prigionieri, i diritti delle
popolazioni civili, ecc..
I principali strumenti del diritto umanitario sono le quattro convenzioni di Ginevra del 1949
e i due protocolli aggiuntivi, del 1977. Tali convenzioni sono state sottoscritte da quasi tutti
i paesi, ed è forte anche la tendenza ad un’adesione universale ai due protocolli.
La prima e la seconda convenzione di Ginevra riguardano la protezione dei feriti e dei
malati nelle forze armate di terra, dell’aeronautica e della marina. La terza convenzione
contiene le norme relative alla tutela dei prigionieri di guerra. Le donne rientrano nei
termini di queste tre convenzioni in quanto membri delle forze armate, per quei paesi dove
il servizio militare è consentito alla popolazione femminile (quindi anche l’Italia, dall’anno
2000).
La quarta convenzione è la convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in
tempo di guerra del 12 agosto 1949 diversi articoli della quale hanno rilevanza diretta per
le donne, perché tesi a prevenire comportamenti che spesso vengono usati come armi di
guerra, quali lo stupro e le violenze sessuali.
Le quattro convenzioni di Ginevra contengono un articolo comune, l’articolo 3, che
riguarda i conflitti armati a carattere non internazionale, che si verificano nel territorio di
uno degli stati contraenti. Tale articolo contiene un insieme di divieti inderogabili, in
qualsiasi luogo e in qualsiasi circostanza. Esso vieta:
1. la violenza contro la vita e le persone;
2. la cattura di ostaggi;
3. l’oltraggio alla dignità personale, e in particolare i trattamenti umilianti e degradanti;
4. l’emissione di sentenze di condanna e le esecuzioni effettuate senza regolare
processo.
Le gravi violazioni (grave breaches) delle convenzioni di Ginevra rientrano nei crimini di
cui si occuperà la Corte penale internazionale, unitamente ai crimini di genocidio, ai crimini
contro l’umanità e a tutti i crimini di guerra, siano essi trattati o meno dalle convenzioni di
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Ginevra. L’esigenza di un punto di vista di genere su tutti questi temi è stata più volte
sottolineata all’interno della comunità internazionale, sia dai movimenti delle donne che da
altri soggetti, sia non governativi che istituzionali, ed ha trovato risposta sia nello statuto
della Corte penale internazionale che in molte delle più recenti interpretazioni del diritto
umanitario.
Gruppo Solidarietà
del liceo statale “Marie Curie” di Meda
[email protected]
www.grupposolidale.altervista.org
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