Un mondo meraviglioso
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Un mondo meraviglioso
APRILE 2012 Un mondo meraviglioso 2 Micologia: Nozioni elementari 2 a cura di Marino Cardinali La volta scorsa abbiamo chiuso l’articolo accennando agli elementi macroscopici che concorrono a formare il carpoforo, inteso comunemente come “fungo”. Avevamo anche detto che il carpoforo dei funghi più evoluti appartenenti al genere Amanita è composto da ben 5 elementi, il cui numero invece va scemando nei funghi appartenenti ad altri generi “minori”. L’elemento più vistoso e appariscente, a mio parere, è sicuramente il “cappello”, cioè quella porzione di fungo in cui risiede l’imenio che è la parte fertile, ossia la zona in cui si trovano le spore che, alla fine, altro non sono che i semi dei funghi. Ma come è fatto il cappello? Che forma ha? La sua forma è statica e costante o varia da fungo a fungo? Così come in tutti gli esseri viventi che hanno elementi che li differenziano (altezza, colore della pelle, dei capelli e degli occhi, ecc.) anche i funghi hanno elementi (come il cappello, appunto) che variano la loro forma a seconda del genere, della specie e dell’età. Eccovi, come esempio, alcune forme del cappello dei funghi e loro definizione tecnica (va comunque tenuto sempre presente che la forma del cappello di un fungo può variare a seconda dell’età o delle condizioni meteo-climatiche): piano convesso infundiboliforme (a forma d’imbuto) infundiboliforme con umbone dimidiato (ridotto a mezza circonferenza) papillato (con prominenza centrale) conico subsferico (umbone ottuso) umbilicato campanulato pulvinato glandiforme (a forma di cuscino) umbonato spatoliforme (a forma di spatola) turbinato parabolico (a forma di ombelico) galericulato troncato reniforme (lat.galericum=berretto) flabelliforme (a forma di petalo) depresso gibboso (con gobbe) umbonato (umbone acuto) sessile (privo di gambo) Le forme di cappello, che abbiamo rappresentato stilizzate per fare capire ai neofiti quanto numerose possano essere, devono solo fornire loro i primi rudimenti per apprendere anche la terminologia tecnica legata alla forma del cappello dei funghi; terminologia che dovrà, piano piano, formare il glossario che consentirà loro di leggere e capire la scheda descrittiva di un fungo. Naturalmente, informazioni importantissime si possono trarre non solo dalla forma del cappello, ma anche dalla sua colorazione, dalle dimensioni che può raggiungere, dal suo rivestimento, o cuticola che dir si voglia, che può presentarsi più o meno staccabile, nonché dalle ornamentazioni che può avere (squamette, verruche, fessurazioni, fibrille, ecc.). Quando avremo ben sviluppato il discorso relativo al cappello dei funghi, affronteremo l’argomento dell’imenio (la parte fertile) per poi passare a parlare del gambo (stipite), delle sue forme e dei suoi ornamenti (anello, volva, cortina) ed infine tratteremo della carne (profumo e sapore: dolce, pepato, amaro), per finire con qualche informazione sulla polvere sporale e sul ciclo riproduttivo dei funghi). Più interessante, forse, per i raccoglitori neofiti sarà la parte che ci condurrà a trattare i caratteri che differenziano le grandi famiglie (Agaricacee, Boletacee, ecc.), ed in seno ad esse i generi più noti e “popolari” : Russule, Tricolomi, Lepiote, Lepiste….. Boleti (eduli e non), Amanite (velenose e non). L’importante sarà seguire questi articoli di micologia elementare che dovranno, come già detto, fornire le informazioni base per consentire ad un principiante di fare una cosa semplice ma importantissima: distinguere, fra i funghi più comuni, quello che può deliziarci da quello che potrebbe ucciderci. Bibliografia: i disegni stilizzati dei cappelli dei funghi sono tratti da un’opera del compianto ed indimenticabile Ing. Bruno Cetto, autore - fra l’altro - della collana “I Funghi dal Vero”. 2 www.micologica.sm