La riforma della Pac e il Wto - Dipartimento di Economia, Statistica e
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La riforma della Pac e il Wto - Dipartimento di Economia, Statistica e
Aspetti generali della riforma della PAC e suo inquadramento in relazione all’allargamento dell’UE e ai negoziati multilaterali WTO Fabrizio De Filippis (Università degli studi Roma Tre) Seminario della Regione Piemonte su L’Attuazione della riforma della PAC Torino – 13-14 Gennaio 2005 Indice della presentazione • La riforma Fischler – disaccoppiamento e dintorni… • La riforma e l’allargamento • La riforma e il negoziato Wto • Un giudizio d’insieme • Le prospettive 2 La riforma Fischler • Si è partiti dalla “revisione di medio termine” di Agenda 2000, ma già dalle prime proposte (giugno 2002) fu chiaro che Fischler aveva in mente una riforma di alto profilo • Dopo un anno di dibattito, la riforma Fischler è stata approvata dal Consiglio il 26 giugno 2003. Tra ottobre 2003 ed aprile 2004 sono usciti i testi giuridici: – Il cosiddetto Regolamento orizzontale (1782/2003), con le successive integrazioni (2237/03, 795/04 e 796/04) – Un Regolamento sullo sviluppo rurale (1783/03) e vari Regolamenti riguardanti le OCM riformate. • L’impianto della riforma si basa su 4 punti qualificanti – – – – Disaccoppiamento Modulazione Condizionalità Nuove misure di sviluppo rurale 3 L’elemento cardine: il disaccoppiamento • La maggioranza degli aiuti diretti della Pac sono sostituiti da un Pagamento unico (PU) per azienda, disaccoppiato – In esso vanno gli aiuti che sono stati disaccoppiati dalla riforma Fischler e da provvedimenti successivi (olio, tabacco, poi zucchero quando sarà...) • Il PU verrà erogato in base a diritti all’aiuto, all’aiuto abbinati ad un uguale numero di ettari ammissibili – dunque, diritti per ettaro, ettaro calcolati dividendo l’importo di riferimento (la media degli aiuti ricevuti nel triennio 2000-02) per gli ettari ammissibili (la media delle superfici investite nel triennio 2000-02 a seminativi o a pascolo, escluse colture permanenti, ortofrutticole e forestali) – Gli ettari a set-aside obbligatorio nel periodo 2000-02 ed i relativi pagamenti determinano i diritti di ritiro a cui rimane abbinato un obbligo di ritiro dalla produzione 4 Le tre virtù del disaccoppiamento 1)Fine della “caccia ai sussidi” e orientamento al mercato Poiché l’aiuto è disaccoppiato, e definito una volta per tutte, l’agricoltore non sarà più vincolato alle colture a cui l’aiuto era legato in passato • potrà coltivare ciò che vuole, vuole salvo colture permanenti e ortofrutta... • potrà anche non coltivare affatto, ma senza abbandonare le terre, poiché dovrà comunque assicurare le buone condizioni agronomiche e ambientali • In ogni caso, sceglierà cosa fare in base alle convenienze di mercato Dunque, il disaccoppiamento orienta al mercato le scelte degli agricoltori, ridando importanza all’equilibrio tra domanda e offerta e riducendo le attuali distorsioni dei meccanismi di formazione dei prezzi agricoli… 5 2) Redistribuzione del potere contrattuale nella filiera, a favore delle imprese agricole – Finora le imprese agricole producevano in ragione dei sussidi accoppiati, per poi vendere a qualunque prezzo; con l’aiuto disaccoppiato, esse decideranno di produrre un dato prodotto solo se il suo prezzo atteso sarà sufficientemente remunerativo… – Non a caso, chi si preoccupa del disaccoppiamento, ed agita lo spettro dell’abbandono che esso determinerebbe, sono alcuni segmenti dell’industria di trasformazione – …E’ una preoccupazione comprensibile, ma un po’ sospetta, giacché viene dagli stessi soggetti che in passato non si curavano della produzione agricola nazionale, rivendicando, anzi, la loro libertà di comprare la “materia prima agricola” laddove è più conveniente 6 3)Più trasparenza del sostegno disaccoppiato e spinta “virtuosa” a qualificarlo nel lungo periodo Il disaccoppiamento assegna agli agricoltori una rendita improduttiva, improduttiva calcolata in base ad una situazione passata In effetti, esso non crea, ma rende esplicita e congela una rendita che c’era già; e questa maggiore trasparenza del sostegno disaccoppiato impone la sua qualificazione e giustificazione agli occhi della società E’ quindi interesse degli stessi agricoltori che il sostegno sia condizionato, mirato e selettivo, selettivo in modo da apparire • non come un’erogazione indiscriminata, ereditata dal passato, • ma come una spesa che vale la pena di sostenere, perché la società ottiene in cambio comportamenti che valorizzano la multifunzionalità dell’agricoltura • Dunque, tutte le misure utilizzabili in questa direzione (art. 69, sviluppo rurale) vanno mobilitate da subito 7 La modulazione • La Modulazione è una riduzione lineare degli aiuti della Pac il cui gettito, tuttavia, rimane al settore agricolo, perché finanzia nuove misure di sviluppo rurale destinate ad agricoltori e allevatori • La M. sarà applicata dal 2005 ad un tasso del 3%, che salirà al 4% nel 2006 e si attesterà al 5% dal 2007 in poi, con una franchigia per i primi 5000 euro di aiuti • 1/5 dei fondi della M. resterà nello Stato membro dove è riscosso; il resto sarà ripartito in base a Sau, occupazione agricola e (in misura inversa) al Pil procapite. • Rispetto alle proposte iniziali, la M. ha perso parte della sua carica redistributiva; ma è un principio importante che (finalmente) rafforza il II pilastro (e l’Italia ci guadagna) 8 Le principali misure di mercato Cereali: prezzo d’intervento inalterato, per l’opposizione della Francia ad una sua riduzione (che peraltro sarebbe stata compensata con un aumento degli aiuti diretti…) Grano duro: riduzione graduale (e disaccoppiamento) del premio speciale, da 344 a 285 euro per ha, ed introduzione di un premio (accoppiato) alla qualità di 40 euro per ha Riso: riduzione prezzo d’intervento a 150 euro/t; con aiuti compensativi in parte disaccoppiati e in parte accoppiati; Latte: riduzione graduale dei prezzi d’intervento di burro e latte in polvere, con pagamenti compensativi dal 2004 (disaccoppiati a partire dal 2007, salvo anticipo deciso a livello nazionale); tetti decrescenti nel tempo agli acquisti di burro delle agenzie d’intervento 9 Carni: nessuna modifica, ma tutti gli aiuti alla zootecnia rientrano nel regime di aiuto unico disaccoppiato Set aside: confermato, con esenzione per il biologico e con la possibilità di set aside rotazionale e coltivazioni non food sulle superfici a riposo Altre colture, con aiuti accoppiati o semi-accoppiati – Foraggi essiccati: aiuto ripartito tra produttori e trasformatori. Ai primi va un pagamento disaccoppiato su base storica, ai secondi un aiuto accoppiato (33 euro/t) – Frutta in guscio: aiuto (accoppiato) di 120,75 euro/ha con possibilità di raddoppiarlo su fondi nazionali – Colture energetiche: aiuto (accoppiato) di 45 euro/ha, subordinato ad un contratto con l’industria – Colture proteiche: aiuto (accoppiato) di 55,57 euro/ha10 La condizionalità La condizionalità è il principio in base al quale il diritto all’aiuto è condizionato al rispetto di parametri ambientali – L’All III del reg. orizzontale detta i criteri di gestione obbligatori, ossia 18 atti normativi (peraltro già esistenti) da mettere (gradualmente) a regime – Inoltre gli Stati membri devono definire i parametri delle buone condizioni agronomiche e ambientali (All. IV) La C. è stata ammorbidita rispetto alle proposte iniziali, ma è un principio fondante della nuova Pac che in prospettiva va applicato con più rigore, e di cui gli stessi agricoltori e chi li rapprersenta devono capire l’importanza strategica Infatti, anche se la condizionalità genera qualche onere per gli agricoltori, nel lungo periodo conviene, conviene perché legittima il sostegno pubblico agli occhi di chi lo paga… 11 Sviluppo rurale Finalmente, si mette in pratica la vecchia idea (conferenza di Cork 1996) di potenziare il II pilastro della PAC – Nuove misure per qualità, adeguamento a nuovi standard, benessere degli animali, consulenza aziendale (audit) – e più risorse finanziarie: 1,2 miliardi di euro all’anno a livello UE, prelevate dal I pilastro con la modulazione E un pacchetto interessante, specie per qualità e audit… – 3000 euro per azienda per 5 anni per la partecipazione a sistemi di qualità; qualità finanziamento fino al 70% del costo di programmi di informazione e promozione – L’Audit è un servizio di consulenza aziendale, aziendale che va offerto entro il 2007. E’ una leva strategica, da prendere sul serio, con cui aiutare gli agricoltori (specie i giovani) a recepire la condizionalità e a metabolizzare in positivo il concetto di multifunzionalità 12 La riforma delle OCM mediterranee • Nell’autunno 2003, dopo l’approvazione della riforma Fischler, la Commissione aveva presentato proposte di riforma di olio d’oliva, tabacco e cotone, e tre opzioni per lo zucchero, la cui OCM scade nel 2006 • Il 22 Aprile 2004, dopo una trattativa molto tormentata, nell’ultimo Consiglio utile prima dell’entrata dei nuovi stati membri, è stata approvata la riforma delle OCM mediterranee • Sia per olio d’oliva che per tabacco, data la peculiarità delle colture e la loro rilevanza socio-economica, si è applicato il principio del disaccoppiamento parziale • In entrambi i casi non vi è stato alcun taglio di bilancio alle attuali dotazioni finanziarie (un risultato che sarebbe stato ben difficile raggiungere dopo l’allargamento…) 13 La riforma della Pac e l’allargamento • La riforma della Pac e l’allargamento si sono intrecciati fin dai tempi di Agenda 2000, quando si discuteva se gli aiuti diretti Pac andassero estesi o meno ai NSM, in relazione alla loro natura (compensativa o meno) delle riduzioni di prezzo imposte dalla riforma Mac Sharry • Tuttavia, la Commissione ha tenuto separati i due dossier, per evitare che si ostacolassero a vicenda, fino all’accordo franco-tedesco sulla spesa ottobre 2002, che li ha ricongiunti ed ha spianato la strada ad entrambi. • Infatti, dopo il compromesso di Bruxelles – la Germania ha rimosso il veto sull’allargamento – la Francia ha rimosso il veto sulla riforma della Pac – Fischler ha ottenuto una decisione anticipata sulla dotazione finanziaria della Pac fino al 2013 14 La nuova Pac nei nuovi Stati membri • Phasing in: in gli aiuti Pac sono estesi gradualmente ai Nsm, come % crescente del livello di aiuti in vigore nell’Ue-15 – 25% al 2004, 30% al 2005, 35% al 2006, 40% nel 2007, e poi 10% in più all’anno, fino al 100% nel 2013 • Top up: up i Nsm possono integrare gli aiuti su fondi nazionali, fino al 30%, ma senza superare il livello dell’Ue-15 • Regionalizzazione obbligatoria: obbligatoria i pagamenti per ha saranno uniformi a livello regionale, escluse colture permanenti • Misure ad hoc per aziende di semi-sussistenza, sussistenza che tuttavia non attenuano la forte concentrazione dei pagamenti, che nei Nsm rischiano di essere un forte premio alla rendita • Più risorse allo sviluppo rurale che al 2013 dovrebbe arrivare al 50% della spesa agricola nei Nsm (contro il 20% nei 15): questo è positivo, anche se le politiche di sviluppo rurale sono più difficili da gestire 15 La Pac a 25 • Fino all’accordo di finale Copenaghen, l’allargamento era spesso descritto con grande allarmismo: allarmismo sia da chi lo considerava una minaccia, minaccia e voleva ostacolarlo; sia da chi voleva usarlo come occasione per smantellare la Pac • Effettivamente l’allargamento, operando da spauracchio finanziario, finanziario ha consentito alla Commissione di accelerare la riforma della Pac, sfruttando la pressione dei paesi contributori netti a farla prima dell’ingresso dei NSM • Dal punto di vista dei Nsm, essi incontrano una Pac che è ormai sul viale del tramonto come politica settoriale forte, forte mentre forse essi avrebbero ancora bisogno di una politica agricola di stampo tradizionale, tipo la vecchia Pac… • In ogni caso la Pac a 25 sarà difficile da gestire, perché le esigenze dei paesi sono molto diverse. E andrà peggio con Bulgaria e Romania, senza parlare della Turchia… 16 La riforma della Pac e il Wto • Alla conferenza di Cancun l’Ue non aveva “speso bene” la riforma della Pac appena approvata; anzi, ancora una volta (e stavolta a torto) la sua posizione in materia agricola era stata indicata come una causa del fallimento • Dopo una lunga fase di stallo, nella tarda primavera del 2004 il negoziato del Wto è ripartito, con l’obiettivo di raggiungere entro l’estate, cioè prima delle elezioni Usa e del cambio di Commissione Ue, almeno un’intesa su cosa trattare e come continuare il Doha round – Nel maggio 2004, è stata decisiva una lettera di Lamy e Fischler, in cui l’Ue si dichiarava pronta a negoziare una data per l’eliminazione dei sussidi all’esportazione – Il I agosto 2004 si è raggiunto un accordo-quadro, non molto ambizioso nella sostanza ma politicamente importante, di cui l’agricoltura è il capitolo più dettagliato 17 L’agricoltura nell’accordo-quadro del Wto Sostegno interno: interno vincoli più stringenti e progressivi sulla scatola gialla, tetto per la scatola blu al 5% del valore della produzione agricola aggregata e downpayment (“acconto” di riduzione del 20% già dal primo anno) – La nuova Pac è compatibile con tali vincoli, nonostante il disaccoppiamento parziale scelto da alcuni paesi lasci nella scatola blu la parte dei pagamenti che rimane accoppiata – Il downpayment non crea problemi, perché le riduzioni si applicano sul livello di sostegno consolidato di ogni paese (cioè quello massimo possibile), che in genere è più alto di quello effettivo – Molto più rischiosa, sia per l’UE che per gli Usa, sarebbe stata la ridefinizione della scatola verde o un tetto posto al suo ammontare complessivo, come chiedeva il G-20 18 Accesso al mercato: mercato è l’area più “difficile”, dove si è raggiunto un compromesso tra la proposta Usa-Ue dell’agosto 2003 e quanto richiesto dai paesi esportatori – la riduzione delle tariffe avverrà con un approccio per fasce (tiered formula), formula ossia con riduzioni maggiori per le fasce tariffarie più alte. – Tuttavia, anche in questo caso gli impegni risulteranno annacquati dal fatto che le riduzioni si applicheranno alle tariffe consolidate (cioè le massime possibili, in genere più alte di quelle applicate) – Inoltre, ogni paese potrà indicare un “numero appropriato” di prodotti sensibili, sensibili che potranno essere in parte sottratti alla riduzione prevista dalla formula generale – In ogni caso, più che dal Wto, nei prossimi anni la riduzione delle tariffe dell’Ue sarà guidata dagli accordi bilaterali o plurilaterali: sia quelli esistenti (Eba, Area Mediterranea), che quelli da sottoscrivere (Mercosur) 19 Sussidi all’export: all’export saranno progressivamente ridotti e, soprattutto, l’Ue ha accettato che siano definitivamente eliminati, entro una data certa da negoziare – L’Ue ha preteso che oltre ai sussidi espliciti siano messi al bando anche quelli mascherati, quali crediti all’export, aiuti alimentari, politiche di prezzo di imprese esportatrici di Stato – La riduzione dei sussidi imposta dal Wto sarà graduale e la loro eliminazione sarà probabilmente fissata a dopo il 2013; – Inoltre, forse più del negoziato in corso conteranno gli esiti delle dispute Wto (zucchero); senza contare che potrebbe avere senso dirottare l’attuale spesa per sussidi all’export verso altri obiettivi della Pac – Tuttavia, la rivalutazione dell’euro spinge in direzione contraria, perché comporta un maggior divario tra prezzi interni e prezzi mondiali (espressi entrambi in dollari) e fa riemergere l’esigenza di sussidi all’esportazione 20 Le prospettive del negoziato agricolo e la Pac • Il negoziato Wto è ben lungi dall’essere concluso, ma il compromesso del I agosto lo ha rimesso in carreggiata • Anche se è stato evitato il fallimento del Doha round, non è ipotizzabile una sua conclusione entro la fine del 2005 (conferenza di Hong Kong); se tutto va bene, si andrà a fine 2006 – inizio 2007 • L’UE ha fatto alcune concessioni (sussidi all’export) che sono politicamente significative e che hanno contribuito a sbloccare il negoziato, ma il loro “costo” in termini di vincoli per la nuova Pac sembra modesto • Inoltre, se rimarranno nei limiti delineati dal documento di agosto, anche le ulteriori concessioni che saranno richieste all’Ue nel prosieguo del negoziato dovrebbero essere gestibili senza stravolgere la nuova Pac 21 Un giudizio d’insieme Una buona riforma: forse la migliore, certo la più incisiva, che la PAC abbia mai avuto – La grande novità è il disaccoppiamento, che orienta al mercato e rende il sostegno più trasparente, imponendo la sua (ri)qualificazione agli occhi dei contribuenti – Seppure un po’ ammorbidita rispetto alle proposte iniziali, la condizionalità si è consolidata come principio fondante della nuova Pac – Lo sviluppo rurale si arricchisce di nuove misure, con un significativo aumento di risorse finanziarie generato dalla modulazione – Sul fronte degli interventi di comparto, finalmente anche il settore del latte è stato riformato, sia pure in modo cauto, e la riforma delle OCM mediterranee è andata nella direzione giusta, senza penalizzazioni finanziarie 22 Sul piano politico generale, la riforma Fischler ha consentito alla Commissione di gestire bene i vincoli sulla Pac – Riguardo all’allargamento, all’allargamento è riuscita a varare la riforma prima dell’ingresso dei nuovi Stati membri, negoziando un percorso di estensione ad essi della Pac politicamente condiviso e compatibile sul piano finanziario – Riguardo al vincolo di bilancio, bilancio il compromesso francotedesco del ottobre 2002 ha spianato la strada sia alla riforma che all’allargamento ed ha “blindato” la dotazione finanziaria della PAC, mettendola al riparo dagli attacchi che avrebbe avuto nel corso del negoziato sulle nuove direttrici di bilancio per il 2007-13 – Riguardo al Wto, Wto la riforma della Pac ha reso possibile affrontare il negoziato agricolo in positivo, con qualcosa da offrire e qualcosa da chiedere in cambio, evitando il puro arroccamento difensivo del passato 23 • La Commissione ha fatto la sua parte; i protagonisti sono ora i policy makers nazionali e regionali. regionali – Infatti, un aspetto molto innovativo della riforma è la flessibilità della nuova Pac a livello nazionale, che la rende diversa dal passato – non più una politica monolitica disegnata a Bruxelles, da “recepire” passivamente, ma un arsenale di misure, misure da adattare in modo selettivo alle esigenza nazionali • L’Italia ha fatto le proprie scelte, con un pacchetto che contiene (ma questo è ovviamente opinabile) luci e ombre – Le luci: avvio immediato della nuova Pac nel 2005; disaccoppiamento totale; scelta di applicare l’art. 69 – Le ombre: (No alla regionalizzazione, neanche graduale; Art. 69 centralistico e poco selettivo, condizionalità troppo morbida) 24 Le prospettive a livello comunitario La riforma dovrebbe consentire alla Pac di passare indenne dal negoziato sulle prospettive di bilancio 2007-13; e questo non è un risultato di poco conto… Tuttavia, a più lungo termine, il suo cammino non sarà in discesa, anche perché la nuova Commissione potrebbe rivelarsi meno “benevola” della precedente – Il nuovo commissario all’agricoltura, la danese Mariann Fischer Boel, è meno pro-Pac di Franz Fischler e questa non è la sua riforma: la difenderà per dovere d’ufficio – lo ha già fatto con una lettera di inizio anno, ma è probabile che la consideri la base per il ridimensionamento della Pac – Il nuovo commissario al commercio estero, l’inglese Peter Mandelson, è molto liberista e ha sempre criticato molto duramente la Pac: la difenderà in sede internazionale, ma fino a un certo punto, e forse meno di Pascal Lamy 25 – La riforma dell’OCM zucchero e l’entrata di Romania e Bulgaria aumenteranno la pressione sul bilancio agricolo, e potrebbero far scattare la disciplina finanziaria – Più in generale, molto dipenderà dall’evoluzione politica dell’Unione, dal modello di integrazione che prevarrà, e dallo spazio in esso riservato alle politiche comuni – Se il bilancio UE fosse ridotto all’1% del Pil comunitario, come richiesto da alcuni paesi, salterebbe anche la dotazione finanziaria della Pac decisa con la riforma – Anche l’atteggiamento “docile” verso la Pac dei nuovi stati membri è legato all’esistenza di margini finanziari per mantenere le promesse loro fatte sullo sviluppo rurale – Anche a prescindere da questioni finanziarie, è probabile che la Pac sarà rivista prima del 2013: un motivo di più per guardare alla riforma in positivo, come uno strumento di gestione di un cambiamento comunque ineludibile 26 Per concludere… • Per concludere, bisogna rendersi conto che la riforma della Pac non è un punto di arrivo, ma l’innesco di un processo dinamico, tutto da gestire. In questo senso, il generoso sostegno assicurato fino al 2013 va sfruttato come l’ombrello sotto il quale riqualificare la politica agricola in modo profondo: – selezionando ed accompagnando al mercato gli agricoltori che possono e vogliono fare impresa – sostituendo progressivamente i sussidi generici ereditati dal passato con pagamenti realmente selettivi, volti a valorizzare la multifunzionalità dell’agricoltura – riqualificando la politica di sviluppo rurale, con un approccio genuinamente territoriale • E’ bene sapere che il percorso è lungo e difficile, e che siamo solo all’inizio; ma la direzione è quella giusta 27