DORANDO PIETRI 1885-1942

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DORANDO PIETRI 1885-1942
DORANDO PIETRI
1885-1942
Nel 1904, ad una gara di atletica a Carpi, tra i partecipanti è presente
Pericle Pagliani, il più famoso podista italiano dell'epoca.
Qualche giorno dopo PIETRI FA IL SUO ESORDIO in una competizione
ufficiale, correndo i 3000 metri a Bologna: arriva SECONDO.
Si racconta che Dorando Pietri, attirato dall'evento, si sia messo a
correre dietro Pagliani, con ancora gli abiti da lavoro addosso, ed
abbia retto il suo passo fino all'arrivo.
Il 1908 è l'anno
delle Olimpiadi di
Londra: per la
prima volta, il
percorso sarebbe
stato di 42,195
chilometri.
Alle 14.33 la principessa del Galles dà il via. Al 32° chilometro è secondo, a
quattro minuti di distanza dal leader della corsa, il sudafricano Charles
Hefferon.
Quest'ultimo entra in crisi e Pietri aumenta ulteriormente il ritmo per
recuperare il distacco. AL 39° CHILOMETRO RAGGIUNGE E SUPERA
HEFFERON.
Mancano ormai un paio di chilometri all'arrivo, quando Pietri si trova a fare i
conti con la disidratazione dovuta al caldo e con l'enorme dispendio di
energia consumato durante la rimonta.
La stanchezza gli fa perdere lucidità
e quando arriva ALL'INGRESSO
DELLO STADIO SBAGLIA
STRADA. I giudici lo fanno tornare
indietro, ma Dorando Pietri cade
esanime. Per rialzarsi è necessario
l'aiuto dei giudici.
Ma Pietri FATICA A REGGERSI IN
PIEDI. Sono solo 200 i metri che lo
dividono dal traguardo. Gli oltre
75.000 spettatori dello stadio vivono
questo momento drammatico con il
fiato sospeso.
Sulla pista attorno a Pietri ci sono i giudici di gara e alcuni medici
rapidamente accorsi per soccorrerlo. Pietri cade altre quattro volte, e ad
ogni caduta riceve un aiuto a rialzarsi. Continua ad avanzare barcollando
verso l'arrivo.
Finalmente TAGLIA IL TRAGUARDO SORRETTO DA UN GIUDICE E DA
UN MEDICO (il tempo finale registrato sarà di 2 ore 54'46"4 su, dei quali
quasi dieci minuti occorsi per percorrere gli ultimi 500 metri). Oltre il
traguardo Pietri, svenuto, viene portato fuori dalla pista con l'aiuto di una
barella.
La squadra americana presenta immediatamente un reclamo per l'aiuto
ricevuto da Pietri. Il reclamo viene accolto: PIETRI È SQUALIFICATO E
CANCELLATO DALL'ORDINE DI ARRIVO DELLA GARA. La medaglia d'oro
viene assegnata allo statunitense Johnny Hayes.
Il dramma di Dorando Pietri avrebbe commosso tutti gli spettatori dello
stadio: quasi a compensarlo della mancata medaglia olimpica, LA REGINA
ALESSANDRA LO PREMIERÀ CON UNA COPPA D'ARGENTO DORATO.
A proporre l'assegnazione del riconoscimento sarebbe stato lo scrittore
Arthur Conan Doyle che era presente per redigere la cronaca della gara per
il Daily Mail; il resoconto del giornalista-scrittore terminerà con le parole:
"La grande impresa dell'italiano non potrà mai essere cancellata dagli
archivi dello sport, qualunque possa essere la decisione dei giudici".
Il racconto della sfortunata impresa di Pietri consegna alla storia dello sport
mondiale questo episodio unico e drammatico. DORANDO PIETRI DIVIENE
UNA CELEBRITÀ FAMOSO PER NON AVERE VINTO.
La mancata vittoria olimpica sarebbe divenuta la chiave del successo
dell'italiano: Pietri riceve presto un lauto ingaggio per una serie di gareesibizione negli Stati Uniti. Il 25 novembre 1908, al Madison Square Garden
di New York, va in scena la rivincita tra Pietri e Hayes. Gli spettatori
accorsi sono ventimila, mentre altri diecimila rimangono fuori a causa
dell'esaurimento dei posti.
I due atleti si sfidano in pista sulla distanza della maratona, e dopo aver
corso testa a testa per quasi tutta la gara, alla fine PIETRI RIESCE A
VINCERE staccando Hayes negli ultimi 500 metri, per l'immensa gioia degli
immigrati di origine italiana presenti.
Anche la seconda sfida, disputata il 15 marzo 1909, viene vinta
dall'italiano. Durante la trasferta in America Pietri parteciperà a 22
gare, con distanze variabili dalle 10 miglia alla maratona, vincendone 17.
https://www.youtube.com/watch?v=7iZfpm6E3zk
PRIMO CARNERA
1906-1967
Primo a soli 15 anni emigra: destinazione Francia Durante uno degli
incontri di lotta del circo al quale stava assistendo, il responsabile nota il
suo fisico imponente e decide di ingaggiarlo. Carnera diventa il
gigante-forzuto del circo, per tutti “Juan lo spagnolo” e la gente rimane
sbalordita di fronte alla sua imponenza: 2,05 METRI DI ALTEZZA PER
120 KG DI PESO E IL 52 DI PIEDE!
Quando il circo fa tappa
ad Arcachon, tra la folla
c'è anche un ex
campione francese dei
pesi massimi, che rimane
colpito da Carnera e
decide di inserirlo nel
mondo della boxe.
Carnera fa il suo debutto a
Parigi nel 1928 e poi va in
Inghilterra dove disputa
18 incontri portando a casa
ben 17 vittorie.
Per motivi economici, Carnera decide di tornare in
Italia dove si affida a un altro manager, Luigi Soresi.
Questi è meno esperto ma comunque riesce in poco
tempo a portarlo a New York per battersi per il
campionato del mondo.
NEL'30 È PRONTO PER TENTARE
L'AVVENTURA IN AMERICA, LA
PATRIA DELLA BOXE.
A New York Carnera deve battersi con un pugile di rilievo, Ernie Schaaf. I
due si affrontano il 10 febbraio del '33: l'incontro giocato sul filo del rasoio
vede Schaaf andare al tappeto rovinosamente alla tredicesima ripresa. Le
condizioni del pugile sono gravi, Carnera stesso lo aiuta a rialzarsi, ma
niente. Schaaf morirà poco dopo mentre viene trasportato in ospedale.
Carnera a questo punto decide di ritirarsi dal mondo della boxe. Ma dopo
pochi mesi IL MANAGER E I FAMIGLIARI LO CONVINCONO A
TORNARE AD ALLENARSI.
Ora deve battersi per il titolo mondiale: deve battere il detentore dei pesi
massimi Jack Sharkey. L'incontro avviene il 29 giugno del '33 al Madison
Square Garden.
IL NUOVO CAMPIONE DEL MONDO È UN ITALIANO, PRIMO
CARNERA. Le immagini del terribile pugno di Carnera fanno il giro del
mondo e i giornali italiani riempiono intere pagine con l'impresa vittoriosa
del boxeur italiano.
La propaganda mussoliniana trasformò il suo rientro in un
GRANDE EVENTO DI REGIME, con il Duce in tribuna e
Piazza di Siena, il salotto dell'equitazione, trasformata in una
grande arena, gremita da settantamila persone molte delle
quali affluite fin dal mattino. Giorno dopo giorno, città dopo
città, Primo Carnera affronta il bagno di folla che lo
accoglie ovunque. La sua immagine viene rappresentata in tutte
le forme e stili.
E' importante anche smentire il luogo comune che vede Carnera
uomo rozzo e dotato di soli muscoli. In realtà questo gigante dal
cuore d'oro CONOSCEVA
LA
LIRICA e, da buon
APPASSIONATO DI POESIA, era in grado di recitare a
memoria interi versi del prediletto Dante Alighieri.
Carnera ritorna negli USA e nel '34 sale sul ring contro Max Baer. Carnera
non è affatto in forma e già al primo pugno le sue gambe fanno fatica a
tenerlo in piedi. Il campione cade numerose volte, ma si rialza sempre. È un
match poco tecnico e pulito, i due pugili spesso cadono insieme sul ring. Ma
Carnera all'undicesimo round dopo due round durissimi per lui e diversi
pugni assestati bene dall'americano, si arrende.
In Italia MUSSOLINI DÀ L'ORDINE DI NON PUBBLICARE LE FOTO
DI CARNERA A TERRA PERCHÉ DISDICEVOLI. Inoltre si preferiva non
esaltare la vittoria dell'americano che aveva combattuto con una vistosa
stella ebraica cucita sui calzoncini.
Ormai il campione italiano
ha perso tutto. Al rientro
in Italia, durante la guerra
è costretto a lavorate per
una ditta che costruisce
strade per l'avanzamento
delle truppe del Fürer. In
Italia sogna ormai una
compagna e una famiglia e
a Gorizia incontra Pina
Kovacic: è subito colpo di
fulmine.
I DUE SI SPOSERANNO
NOVE MESI DOPO PER
POI DARE AL MONDO
UMBERTO E GIOVANNA.
Dopo la guerra Carnera è
molto povero e questa volta
ha una famiglia da sfamare,
e così quando gli arriva
DALL'AMERICA LA
PROPOSTA DI RISALIRE
SUL RING ma questa volta
non per la boxe bensì PER
IL WRESTLING, Carnera
accetta.
Intanto continua a
fare l'attore, di
film e pubblicità,
apre un
ristorante e un
negozio di liquori
italiani, 'Primo
Carnera liquor's
store.
IL GIGANTE BUONO MORIRÀ nel 34°
anniversario dalla conquista del titolo mondiale
dei pesi massimi, IL 29 GIUGNO 1967.
La figlia racconta che Carnera se n'è andato via
lentamente, con dolcezza e coscienza serena.
Sulla sua tomba a Sequals, recita la frase
'MENS SANA IN CORPORE SANO'.
HO PRESO TANTI PUGNI NELLA MIA VITA,
VERAMENTE TANTI..MA LO RIFAREI PERCHE'
TUTTI I PUGNI CHE HO PRESO SONO SERVITI A
FAR STUDIARE I MIEI FIGLI
https://www.youtube.com/watch?v=XyW0R6LZoIc
LOUIS ZAMPERINI
1917-2014
Fannullone, svogliato, vivace, non aveva mai conosciuto la piacevole carezza
di una lode, solamente lo schiaffo degli insulti. Prima di iniziare a correre
non era nessuno, nessuno lo chiamava per nome.
Louis aveva non poche difficoltà ad integrarsi
con il mondo fuori dal nido familiare. I suoi
coetanei lo prendevano in giro e fin d subito
LOUIS SI ABITUÒ A CORRERE VELOCE,
SEMPRE PIÙ VELOCE, PER SFUGGIRE
ALLE GRINFIE DEI SUOI AGUZZINI.
Sotto l’afa estiva di New York, sfidando quei quaranta gradi apocalittici che
mieterono varie vittime, Zamperini superò la prova dei cinquemila metri piani
valida per le qualificazioni olimpiche. Tagliò il traguardo spalla a spalla con il
campionissimo Don Lash. Un finale quasi in parità che non lasciò adito ai dubbi:
IL RAGAZZO ITALIANO SAREBBE PARTITO ALLA VOLTA DI
BERLINO, A SOLI DICIANNOVE ANNI.
Non si distinse durante la gara, piuttosto nel finale. Quando si accorse che il
finlandese Hockert, già oro olimpico, aveva distanziato tutti i concorrenti
con un vantaggio decisivo si accese in lui la scintilla della competizione e
cominciò a recuperare terreno. Si classificò ottavo, in compenso RISULTÒ
IL PIÙ VELOCE DELL’ULTIMO GIRO: LO COMPLETÒ IN SOLI
CINQUANTASEI SECONDI, UN RECORD. Hitler in persona si congratulò
con lui, dopo la stretta di mano di rito osservò compiaciuto: «Allora è lei il
ragazzo del finale veloce.»
Louis credeva di avere ancora tempo per vincere, GUARDAVA GIÀ AL
SUO PROSSIMO OBBIETTIVO: LE OLIMPIADI DI TOKYO.
In seguito all’attacco di Pearl Harbor ZAMPERINI FU ARRUOLATO
COME BOMBARDIERE, assegnato alle isole del Pacifico per combattere
contro i giapponesi.
A causa di un guasto meccanico
L’AEREO PRECIPITÒ NELL’OCEANO:
otto degli undici membri dell’equipaggio
morirono sul colpo. Solo TRE I
SOPRAVVISSUTI: Zamperini con i
compagni Russell Allen “Phil” Phillips e
Francis “Mac” McNamara.
La salvezza arrivò quando raggiunsero la terraferma. CATTURATI DALLA
MARINA GIAPPONESE FURONO INTERNATI NEL CAMPO DI ÖFUNA.
Il calvario non era ancora terminato.
Lui e l’amico Phil rimasero internati nel campo per tre anni, fino al termine
della guerra, malnutriti, torturati, trattati come bestie.
Il caporale Mutsuhiro Watanabe non aveva pietà per coloro che definiva
«nemici del Giappone»
Il lieto fine è scritto. LOUIS ZAMPERINI RIUSCÌ A RIABBRACCIARE
LA FAMIGLIA. Convolò a nozze con l’amata Cynthia Applewhite, una donna
forte, capace di stargli accanto per oltre cinquant’anni di matrimonio
sorreggendolo sempre, nonostante i momenti difficili e le crisi dovute allo
stress post-traumatico.
Zamperini si recò nella prigione di Sugamo, dove erano internati i soldati
giapponesi che avevano compiuto crimini nel corso della guerra.
CON L’AIUTO DI UN INTERPRETE LOUIS SPIEGÒ IL SUO
MESSAGGIO DI PERDONO e abbracciò tutti quanti lo avevano
riconosciuto, senza tirarsi indietro.
AD OTTANTUN ANNI REALIZZÒ IL SUO GRANDE SOGNO DI
PARTECIPARE ALLE OLIMPIADI IN GIAPPONE, quando fu chiamato
come tedoforo ai Giochi Invernali di Nagamo.
Correva con il sorriso sul volto in quel paese dove aveva subito ogni
genere di ingiustizie, senza serbare rancore. Aveva un ultimo desiderio
ma, al contrario di tutti gli altri, questo non fu mai esaudito.
VOLEVA INCONTRARE WATANABE E TENDERE ANCHE A LUI LA
MANO, PER CHIUDERE DEFINITIVAMENTE IL CERCHIO DEL
MALE. Il caporale, però, fuggì. Saturo del suo odio si rivelò incapace di
presentarsi a quell’appuntamento con il passato.
“PENSO CHE LA COSA PIU' DIFFICILE NELLA VITA SIA QUELLA DI
PERDONARE. L'ODIO E' AUTODISTRUTTIVO. SE ODIATE QUALCUNO, LA
PERSONA CHE ODIATE NON STA MALE, STARETE MALE VOI. SI TRATTA
DI UNA GUARIGIONE IN REALTA', SI TRATTA DI UNA VERA E PROPRIA
GUARIGIONE, IL PERDONO.”
“NON HO MAI MOLLATO PERCHE' IN TUTTA LA MIA VITA HO SEMPRE
PORTATO A TERMINE OGNI GARA.”
https://www.youtube.com/watch?v=t3W6OwOEqks