Carnera: il film - Centro Studi RSI

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Centro Studi Repubblica Sociale Italiana
Carnera: il film
Inviato da Redazione
domenica 18 maggio 2008
Ultimo aggiornamento lunedì 26 maggio 2008
Valerio Capelli, Carnera: il film. Anteprima a New York del kolossal di Martinelli. Il protagonista: un anno di allenamenti
per arrivare a 126 chili, in «Corriere della Sera», 31 marzo 2008, p. 37.   ROMA - Ricordate quando si ironizzava sul
cinema italiano ridotÂ-to a due camere e cucina? In attesa dell'uscita del film, in 400 copie dal 9 maggio per Medusa,
Renzo Martinelli vuole fa' l'americano con due anteprime di gran lusso del suo progetto che consegna chiavi in mano
(scritto, diretto e coprodotto con Rti): Primo Carnera - The Walking Mountain, vita e opere del gigante buono della boxe,
scomparso il 29 giugno 1967 nella sua villa di Sequals (dalle parti di Udine dov'era nato nel 1906), poco dopo il ritorno
dagli Usa.
Nel suo «ring» a New York, MarÂ-tinelli inviterà 4000 italo-americani, tutti coloro che hanno sfondato a Hollywood, De
Niro, Scorsese e Stallone, parteciperanno all'anteÂ-prima del 22 aprile al Madison Square Garden, accanto ai figli del
pugile, Umberto e Giovanna. E il 30 aprile a Villa Erba di Cernobbio la prima italiana, George Clooney preÂ-sentatore.La
serata, organizzata dalla GazÂ-zetta dello Sport, avrà una platea di ex campioni italiani, Riva e Mennea, Meneghin e
Gimondi, Berruti e Bugno. Fino a Benvenuti, che coÂ-nobbe l'ultimo Carnera e nel film è in un carneo come allenatore di
Max Baer, il pugile ebreo americaÂ-no che nel 1934, con un diretto al volto, mandò al tappeto Carnera mettendo fine alla
sua carriera. Su 103 combattimenti ne vinse 88. Smise a 28 anni. «Il titolo dei pesi massimi - dice Martinelli - fu suo
soltanto un anno, nel 1933. MolÂ-ti altri furono più longevi di lui. EpÂ-pure non raggiunsero la sua faÂ-ma». Che film sarà ?
«Spettacolare, tecnicamente innovativo, la più grande post-produzione mai fatta in Europa, 1500 inquadrature digitaÂ-li
per ricostruire il Madison Square Garden». Qui Carnera combatté la prima volta nel 1933, con Ernie Schaaf, che viene
centrato alla tempia e perse la vita. «Camera, in criÂ-si, meditò di abbandonare la boxe. Ma fu convinto a ripensarci e,
stesÂ-so anno e stesso luogo, si aggiudiÂ-cò il titolo sconfiggendo Jack Sharkey». Il protagonista è un outÂ-sider,
Andrea laia. Quattro le necesÂ-sità : un attore di due metri, che parÂ-la inglese, sa boxare e recitare. «Avevo fatto
centinaia di provini a vuoto quando si presenta un ragazÂ-zo pugliese di Ostuni».Andrea laia aveva fatto teatro a Londra
ed era un pugile semi-proÂ-fessionista: «L'attaccamento di Carnera all'Italia e alla terra mi ha ricorÂ-dato i miei nonni».
Dicono che la sua boxe fosse rudimentale, basata sulla straordinaria fisicità . «Ma in quegli anni era un altro modo di
boxare». Andrea, alto i metro e 98, ha raggiunto lo stesso peso di CameÂ-ra, 126 chili. «Mi sono allenato per un anno,
sparring partner, pesi, corse». Cast internazionale: Murray Abraham è il primo manager di Camera, colui che lo porta ai
primi successi (e che poi gli spazzolerà il conto in banca); Burt Young (il «leggendario» allenatore di Rocky), è un
direttore di banca; Paul Servino è il proprietario del circo sgangherato in cui si esibì Carnera, Arma Valle è la moglie
del puÂ-gile, Fina Kovacic, «che mette ordiÂ-ne nella sua vita, lo farà vivere nel benessere e non povero come sucÂ-cede
a tanti pugili». Aria di santiÂ-no? «No, è la storia di un uomo e il film finisce quando viene mandato al tappeto per dieci
volte da Baer. Dopo si rifugia nella lotta libera, di cui diventa campione del mondo. Ma partiamo dall'antefatto di lui
ragazzino povero. Lo ritroviamo 20 anni dopo in Francia, fenomeno da baraccone nei circhi». Dice che non è una storia
imbavagliata, ci soÂ-no gli incontri pilotati dai manaÂ-ger, l'avversario giusto al momento giusto, anche se non ha
commesso l'errore di un vecchio film su CarneÂ-ra, Il gigante d'argilla, dov'è «un personaggio grottesco e connivenÂ-te
con la mafia, per cui ne è seguita una causa di anni con i familiari. Non ho omesso i rapporti di Primo con la mafia,
anche se non sono mai emerse prove concrete di colluÂ-sioni, fu salvato dalla sua ingenuiÂ-tà ».Â
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