65 - Anafi

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65 - Anafi
a cura di Delia Pertici
PARIGI CAPITALE DELL’AGRICOLTURA PER UNA SETTIMANA Dal 28 febbraio al 7 marzo scorsi si sono svolte
in contemporanea a Parigi due importanti mostre agrozootecniche: il Salone Internazionale dell’Agricoltura, arrivato quest’anno alla 36a edizione, ed il Salone Internazionale Macchine Agricole, all’interno del quale si è
svolto Simagena, una mostra di genetica che, a differenza di quella del SIA, riservata agli allevatori francesi, è
aperta alla partecipazione internazionale.
Ancora non è ben chiaro perché i francesi abbiano
voluto due mostre pressoché uguali nello stesso periodo, e si sa che all’inizio ci sono state anche spiacevoli
contrapposizioni tra loro, ma poi il buon senso ha avuto
la meglio sulle controversie e gli organizzatori delle due
Mostre hanno deciso di collaborare. Questa collaborazione ha consentito a tutti un facile accesso ad entrambe
le manifestazioni, pur abbastanza lontane tra loro, ed ha
permesso di apprezzare il meglio di entrambe.
Si tratta di due importanti manifestazioni, ben organizzate e ben gestite che meritano almeno una visita nella vita, non solo degli addetti ai lavori, ma anche di semplici spettatori. Solo vedendo come il mondo agricolo
francese è in grado di presentarsi al pubblico, nazionale
ed internazionale, si può davvero capire quanta importanza esso abbia in Francia.
Comunque, basterebbero i numeri a dare un’idea delle dimensioni e dell’impatto che hanno le due mostre:
– Sima/Simagena/Simavip, si svolge al Parco delle
Esposizioni di Paris-Nord Villepinte ed ha cadenza biennale (anni dispari). La superficie espositiva è di 200.000
metri quadri, di cui 100.000 occupati dagli stand (+ 11%
rispetto al 1997). I padiglioni sono sette, uno in
più rispetto alla edizione
precedente e gli espositori sono stati oltre
1.300, di cui il 44% stranieri provenienti da 26
diversi Paesi. I bovini
esposti sono stati oltre
300 tra francesi, europei
e nord americani.
– Il Salone Internazionale dell’Agricoltura (SIA)
dura una settimana e si
svolge nei saloni dell’Expo di Parigi, a Port de
Versaille. Anche qui sette
padiglioni per presentare il settore dell’alleva-
mento e del suo indotto, i servizi di informazione e educazione agricola, il settore orto-frutticolo, la pesca, e le
attività di tempo libero collegate con la natura e la campagna. La superficie espositiva è di 134.000 m2 per oltre
1.300 espositori che, si dice, sono stati visitati da oltre
700.000 persone.
Per la prima volta quest’anno la Nazionale della Holstein francese si è svolta all’interno dell’adiacente palazzetto dello sport, in una coreografia davvero ben studiata, che però ha «costretto» gli animali in un ring piuttosto
piccolo, ancorché suggestivo. Questo non ha impedito
ad una stupenda figlia di Paradise, Jennifer 2, di diventare Campionessa Vacche Adulte, con grande tripudio di
tutti gli italiani presenti. Ma questa è un’altra storia, di
cui avete già sentito parlare…
Volete una conta di cellule sotto le 100.000? Allora dovete stare molto attenti a limitare le infezioni che si possono verificare durante l’asciutta, dice Roger Mellenberger della Michigan State
University.
Secondo Mellenberger, nel periodo dell’asciutta le
vacche possono prendere delle infezioni che influiranno
successivamente sulla conta delle cellule dopo il parto.
Potete essere sicuri che avrete una conta molto alta
dopo il parto se si verificano le seguenti situazioni:
1. la maggior parte delle infezioni si verifica nei primi
30-45 giorni di lattazione;
2. dal 20 al 40% delle primipare e delle vacche hanno
un punteggio di cellule di 5 o anche più;
3. le vacche vengono asciugate con un punteggio delle cellule di 4.
ATTENZIONE ALL’ASCIUTTA
L’ANTITRUST IN ALLARME ANCHE PER IL SETTORE
AGRO-ZOOTECNICO Dopo la ventilata proposta di as-
sorbimento da parte della Cargill della Continental
Grain, il governo americano è stato messo in stato di allarme per il pericolo di una eccessiva concentrazione di
potere nel mercato agro-zootecnnico. Secondo il Sindacato Nazionale Agricoltori, infatti, attualmente sono cinque le società che controllano oltre il 60% dell’industria
di trasformazione del settore suinicolo, e altre quattro
controllano l’87% dell’industria della macellazione bovina in tutti gli Stati Uniti.
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LA CONTA IN CISTERNA COME PUNTO DI PARTENZA
Negli Stati Uniti, molti allevatori analizzano e mettono in
coltura il latte in cisterna ogni settimana per controllare
la presenza di infezioni mastitiche. Questo esame aiuta a
stabilire se esiste la presenza di batteri e ad identificare
un gruppo specifico, o dominante. Ma, secondo gli
esperti del National Mastitis Council, l’analisi del latte di
cisterna dovrebbe essere solo un punto di partenza per
scoprire quale è la situazione delle mastiti in allevamento. La lettura in cisterna non aiuta a scoprire la fonte o la
gravità di una infezione. Per esempio, una analisi da cui
compare la presenza di Strep ag o una infezione da
Staff. Aureus non può dirci quale delle due infezioini è
prevalente. Se nel latte sono dominanti i batteri che provocano le mastiti coliformi, sono molte le aree di allevamento dove bisognerebbe guardare per trovare la fonte
della infezione, oltre alla vacca infetta, infatti, bisogna
controllare il sistema di pulizia, le procedure di mungitura e quelle di raffreddamento del latte.
Sul suo sito internet il National Mastitis Council ha
una pagina dedicata esclusivamente al latte in cisterna.
L’indirizzo è: www.nmconline.org/bulktank.htm
CRESCE LA DOMANDA MA AUMENTA LA CONCORRENZA Nel mondo, in futuro, la domanda per i pro-
dotti lattiero caseari crescerà, ma, allo stesso tempo, saranno molti di più i Paesi in grado di soddisfarla e quindi in concorrenza tra loro. Lo afferma Rabobank, un istituto finanziario internazionale con sede in Olanda che,
in un rapporto di recente pubblicazione, analizza la si-
tuazione mondiale del prossimo millennio. Attualmente,
solo il 7% dei prodotti lattiero caseari sono commercializzati nei mercati internazionali, di cui il 93% ha origine
o nell’Unione Europea o in Nuova Zelanda. I Paesi dove
la domanda crescerà sono senza dubbio l’Asia e l’America Latina, mentre si prevede un aumento di produzione
per Australia, Nuova Zelanda, Messico, Stati Uniti, Argentina, India e Cina.
Il maggiore produttore mondiale, cioè l’Unione Europea, non ha spazio per crescere con le attuali regolamentazioni, ma non sarà l’unica ad avere problemi. Secondo il rapporto di Rabobank, infatti, anche i Paesi oggi con il maggiore potenziale per produrre di più, come
Argentina, Australia e Nuova Zelanda, saranno comunque frenati dalla crescente pressione ambientale.
VACCHE SANE AL PARTO I giorni più critici della lattazione di una vacca sono 120: i 60 che precedono il parto
e i 60 che lo seguono, dice Robert Patton , un nutrizionista della Pennsylvania.
“L’obiettivo di tutti i programmi di gestione delle vacche fresche è quello di averle al massimo della produzione (picco) il più presto possibile. Dopo il picco di lattazione, è l’ingestione di sostanza secca a determinare
quanto latte sarà prodotto”.
Le vacche fresche sono particolarmente vulnerabili alle malattie poiché il loro sistema immunitario è stressato
dal parto. Come si fa a sapere se partoriscono in buone
condizioni di salute? Si può controllare in due modi, dice
Patton: primo, guardare i dati e vedere l’incidenza delle
malattie (vedi tabella), secondo, osservare direttamente
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le vacche. Per questo, dovreste controllare le vacche in
asciutta almeno una volta al giorno e, mentre le osservate, farvi le seguenti domande:
– Stanno con la testa alta? Se tengono la testa alta sono felici e sane, se la testa è abbassata ci sono problemi.
– Il mantello è pulito e lucido? In inverno il pelo è fitto, lucido e eretto, non deve essere sporco o opaco. Un
mantello lucido significa un’alimentazione corretta, e viceversa.
– Ruminano bene? Una vacca passa un terzo della
propria vita mangiando, un terzo riposando e un terzo
ruminando.
– Il peso corporeo è adeguato? Le vacche fresche perdono almeno un punto di BCS se hanno un buon picco
di lattazione. Se dovessero perdere più di 1,25 punti, potrebbero avere problemi di fertilità.
– Le vacche asciutte dimagriscono? Non dovrebbero
farlo. Se lo fanno, ci sono problemi di salute.
– Camminano normalmente? Ci sono piedi o garretti
gonfi? Se i piedi vanno male, è un problema di gestione.
Regolate i piedi in modo corretto, togliete un po’ di concentrato della razione se i piedi sono gonfi, fate meglio
la lettiera se vedete che ci sono garretti ammaccati.
– Mangiano con appetito tre giorni dopo il parto?
– Le feci hanno l’aspetto di sterco di cavallo o di vacca? Se sembrano sterco di cavallo significa che la vacca
non riceve sufficienti proteine ruminali. E dato che non
vi è sufficiente proteina degradabile dal rumine per digerire la cellulosa, probabilmente alla vacca manca anche dell’energia. Sulla carta la razione sembra corretta,
ma basta vedere le povere vacche per capire che l’energia non basta. E loro dimagriscono.
– Le mammelle sono gonfie, sbilanciate o arrossate?
Se non si tratta di un edema, controllate che non sia una
mastite. Se il problema persiste, parlatene con il veterinario. Se invece hanno un edema eccessivo, parlatene
con l’alimentarista.
Malattie delle vacche prima e dopo il parto
Malattia
Distocia
Livelli
accettabili
Probabile causa di livelli più alti
5%
Aiuto eccessivo al parto
Collasso puerperale
2%
Eccesso di cationi
Ritenzione di placenta
5%
Mastiti
2%
Metriti
3%
Chetosi
0,1%
Dislocazione
dell’abomaso
0,5%
Vacche che non si
rialzano
Problemi ai piedi
0,5%
Perdita di peso in asciutta;
febbre subclinica;
ambiente sporco;
parto difficile; gemelli
Errato trattamento
all’asciutta; sporco
ambiente sporco al parto;
aiuto eccessivo; ritenzione
di placenta
Perdita eccessiva di peso
prima e dopo il parto
Eccessiva perdita di peso
prima del parto;
eccesso di concentrati
dopo il parto
Vacche troppo grasse
in asciutta
Mancata cura dei piedi;
ambiente umido e sporco
0,1%
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