la fabbrica del cioccolato la fabbrica del cioccolato

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LA FABBRICA DEL CIOCCOLATO
(da un racconto di Roald Dahl)
Rielaborazione del testo a cura di Monica Poisa, Lorenzo Ricci e Antonio Giacometti
Presentazione
Voce narratore: Charlie. Il suo nome era: Charlie Bucket.
Charlie viveva con la sua famiglia, in una casetta di legno alla periferia di una grande città.
La casa era piccola piccola, mentre la sua famiglia era invece numerosissima.
C'erano due camere e un solo letto, che era stato ceduto ai nonni, stanchi e vecchi, che non uscivano mai.
D'estate non era poi tanto male, ma d'inverno era terribile dormire lì. Spifferi gelati spazzavano il pavimento tutta la notte.
I pasti: pane e margarina a colazione, patate e cavolo a pranzo e zuppa di cavolo la sera. Non che morissero proprio di fame, ma
ognuno di loro avvertiva da mattina a sera come un tremendo senso di vuoto allo stomaco.
Charlie avrebbe voluto mangiare qualcosa che riempisse un po’ di più delle foglie di cavolo, ma, in verità, la cosa che desiderava più di
ogni altra al mondo era… il cioccolato. Sì, il cioccolato!
Ogni mattina, quando andava a scuola, scorgeva nelle vetrine dei negozi grandi pile di tavolette di cioccolato e le fissava col naso
schiacciato contro il vetro e l'acquolina in bocca.
Ma solo una volta all'anno, solo una, in occasione del suo unico compleanno, gli era concesso di assaggiare un po’ di cioccolata .
La tortura era tremenda, e come se non bastasse proprio nella città in cui viveva, proprio nel quartiere in cui abitava, proprio davanti alla
casa in cui in cui ogni sera andava a coricarsi ed ogni mattina si svegliava, c'era un'enorme fabbrica di cioccolato. E non si trattava di
una fabbrica di cioccolato qualsiasi. No!!
Quella era la più grande e la più famosa fabbrica di cioccolato di tutto il mondo!!!
Era la fabbrica Wonka. Willi Wonka!
Scena I
Narratore: Così trascorrevano i giorni. Ogni sera, finita la zuppa di cavolo, Charlie andava ad augurare la buona notte ai nonni che,
stando tutto il giorno soli raggomitolati nel letto, erano ben felici di vederlo, e saltavano su arzilli come grilli e cominciavano a
chiacchierare e a raccontare le loro storie …
Il più chiacchierone di tutti era nonno Joe.
Una sera Charlie saltò sul letto e cominciò a interrogarlo:
Charlie: Nonno…… è vero che la Fabbrica di cioccolato Wonka è la più grande del mondo?
Nonno: Se è vero? Ma certo!! Santo cielo è possibile che tu non lo sapessi? È la più grande, meravigliosa e formidabile fabbrica di
cioccolato che esista!!
Charlie: Ed è vero che il signor Willi Wonka è il produttore di cioccolato più abile??
Nonno: Mio caro ragazzo il signor Willi Wonka è il più abile, il più sorprendente, il più geniale!!!
Charlie: Lo sapevo ma…….
Nonno: È un mago del cioccolato!
Ha personalmente inventato più di duecento nuovi tipi di tavolette di cioccolato, ognuna con un ripieno diverso e ognuna più dolce,
cremosa e deliziosa di qualunque altro cioccolato al mondo! E poi il signor Wonka sa fare le toffolette al gusto di violetta, bon-bons
leggeri come piume, gomma da masticare che non perde mai il sapore e …
Charlie: Mi viene l’acquolina in bocca……..
Ma è proprio vero? Non mi stai prendendo in giro?
Nonno Joe: Per nulla! Ma, effettivamente c’è un mistero:
nella fabbrica di cioccolato nessuno mai entra e nessuno mai ne esce!
Charlie: Ma di che stai parlando?
Nonno: Ma degli operai, no?
Tutte la fabbriche hanno degli operai che entrano la mattina ed escono la sera!
Ma tu hai mai visto qualcuno entrare o uscire da quel posto?
Charlie: Ma io… Veramente…No. Ma lì dentro ci deve essere qualcuno che lavora, no?
Nonno: Si! Ma non sono persone, Charlie!
Charlie: E chi sono?
Nonno: Questo è il bello! Nessuno lo sa! È uno dei più grandi misteri del mondo dei fabbricanti di cioccolato. Ogni tanto di sera si
intravedono delle ombre dietro alle finestre. Ma sono ombre di persone molto, ma molto piccole, non più alte del ginocchio per
intenderci!
1
Charlie: Ma è impossibile!
Annuncio radiofonico:
” Bollettino della sera:
Il signor Willi Wonka, il famosissimo proprietario della Fabbrica del cioccolato, ha indetto un concorso a premi.
Cinque biglietti dorati sono stati nascosti in altrettante confezioni di tavolette di cioccolato.
I fortunati che li troveranno, oltre ad una scorta infinita di cioccolatini, dolcetti, croccanti, confetti, bon-bons, toffolette, vinceranno uno
straordinario viaggio nella Fabbrica del cioccolato, accompagnati personalmente dal signor Wonka, che per la prima volta ha concesso
che qualcuno potesse visitare il suo impero per vederne tutti i segreti e le meraviglie.
Perciò non perdete tempo! Correte alla ricerca dei biglietti dorati!!
E in bocca al lupo!!”
Nonno: Ah! È un genio! Un mago! Che bello sarebbe trovarne uno!
Non sarebbe bello, Charlie, trovare il biglietto?
Charlie: Certo nonnino ma non c’è neanche da sperarci! A me tocca solo una tavoletta di cioccolata all’anno per il giorno del mio
compleanno
Nonno: Non si può mai dire! Il tuo compleanno è tra meno di una settimana. Hai le stesse probabilità di vincita di qualunque altro
bambino.
Scena II
Solo narratore: Proprio il giorno dopo fu trovato il primo biglietto. Il vincitore si chiamava Augustus Gloop. Era un bambino tanto grasso
da sembrare gonfiato con una pompa. Non faceva altro che mangiare e mangiare e non era mai sazio!!
Augustus: Mondo porco!!!! Qui non c’è niente da mangiare ed io ho fame!?!
Voce narratore: Due giorni prima del compleanno di Charlie, fu trovato anche il secondo biglietto d'oro. La fortunata era una bambina
molto ricca, alla quale i genitori avevano comprato centinaia di tavolette di cioccolato per vincere il concorso... Il suo nome era: Veruca
Salt.
Veruca: Sì, ce l’ho io il secondo biglietto d’oro!!!! L’ho trovato io!! Dovevo a tutti i costi procurarmi quel biglietto e allora ho pianto e
strillato finché mamma e papà mi hanno accontentata.!
Narratore: Il terzo biglietto si chiamava Violetta: una bambina che non faceva altro che masticare gomma americana. La sputava
ovunque e tutti rimanevano appiccicati.
Violetta: Mah … di solito mangio gomma americana, ma appena ho sentito di questa storia dei biglietti mi sono buttata sulla cioccolata
e come al solito: ho vinto!! Ma le gomme, non le abbandonerò mai!
Narratore: Il quarto biglietto fu trovato da un bambino che passava tutte le giornate davanti alla televisione. Ed infatti era la sua
passione principale. Lui si chiamava Mike Tivù!
Mike: Zitti!! Zitti! Quante volte ve lo devo dire di non disturbarmi? Possibile che non capiate che sto guardando la televisione!? La
televisione!
Scena III
Narratore: E venne finalmente anche il giorno del compleanno di Charlie. Buon compleanno, buon compleanno! Tutti i nonni gli
facevano gli auguri. Charlie sorrideva nervosetto. Teneva stretto in mano il suo unico regalo: la tavoletta di cioccolato al triplo
supergusto Wonka.
Charlie osservava la tavoletta e non si decideva ad aprirla. Lentamente, molto lentamente, le sue dita cominciarono a scartarla: prima
un angolo, poi l’altro. Poi prese coraggio e strappò l’involucro in un colpo solo.
Fra le mani aveva un’appetitosa tavoletta di cioccolato, ma del biglietto d’oro nemmeno l’ombra!
Nelle due settimane successive il tempo cambiò: arrivò un gran freddo, si mise a nevicare e cominciò a soffiare un vento gelido e
tagliente. La casa era tutta spifferi e, come se non bastasse, il cibo in famiglia cominciava a scarseggiare e la fame non tardò a farsi
sentire. Charlie smagriva ogni giorno di più.
Ma un pomeriggio, mentre come tutti i giorni se ne tornava a casa lottando col vento gelido, fu attratto da un riflesso dorato tra la neve
della strada.
Charlie si avvicinò e … non poteva credere ai suoi occhi. Un biglietto d’oro della Fabbrica del cioccolato. Corse subito a casa e fece
irruzione dalla porta d'ingresso urlando: - Mamma guarda l'ho trovato! - Poi corse da nonno Joe e gli sventolò sotto il naso il grande e
bellissimo biglietto d'oro. Era in preda alla felicità. Nonno Joe si chinò per dare un'occhiata da vicino fino a toccare il biglietto con la
punta del naso. Poi lentamente gettò le braccia in alto e gridò “Evviva!”
Avevano trovato l’ultimo biglietto rimasto.
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Scena IV
Narratore: La mattina del grande giorno il sole brillava alto e una folla di curiosi era accorsa per vedere i cinque fortunati. La folla
vociava e spingeva e l'emozione era altissima. Tutti i bambini erano accompagnati dai rispettivi genitori, tranne Charlie che era
accompagnato da nonno Joe
Brusio
Commenti della folla.
Ecco Violetta! Sì, sì, è proprio lei!
E Chi è quel ciccione?
Ma è Augustus Gloop!
Quant’è grosso!
E quello è Mike Tivù.
Deve essere un po’ suonato!
E Charlie Bukett?
Deve essere quello lì magro come un gamberetto!
Shhh!
Narratore: E d’un tratto, ecco apparire il più abile inventore di dolciumi del pianeta, il geniale fabbricatore di cioccolato: Willy Wonka.
“Benvenuti”, disse, “Benvenuti miei piccoli amici”.
Si presentò con un fare garbato ed affabile, per quanto la sua voce lasciasse trasparire di tanto in tanto una sottile ironia.
Salutò i cinque bambini, uno ad uno, e dopo avere omaggiato la folla con qualche sorriso disse:
“Bene! La visita sta per cominciare. Ci siamo tutti? Uno, due, tre, quattro, cinque ragazzi! Perfetto! Mi raccomando, state uniti! Non
allontanatevi mai dal gruppo! Mi spiacerebbe perder qualcuno fin dall’inizio! Per carità!
Allora? Tutti pronti? Seguitemi … prego … Si parte!
Wonka si avvio trotterellando lungo il corridoio. Ci furono spintoni e gomitate per tenergli dietro.
Imboccato un corridoio, ben presto voltò a sinistra.
Poi a destra. Poi a sinistra. Poi ancora a sinistra. Poi diritto. Poi a destra. Poi di nuovo a sinistra, o forse a destra. E ancora a sinistra.
I corridoi diventavano sempre più ripidi.
E di colpo si fermò davanti ad un’enorme porta, sulla quale, a caratteri cubitali, c’era scritto: Stanza della cioccolata.
Scena V
Narratore: “Questa qui – disse – è una stanza molto importante! È il centro della mia fabbrica!! Entrate prego! Ed ora mi raccomando:
state attenti a non perder la testa! Guardate là!
Nel mezzo della stanza, apparentemente immensa: un fiume, un enorme fiume di cioccolata, circondato da praticelli d’erba fatta di
morbido zucchero mentolato, dove erano stati piantati alberelli di tenero caramello. E poi, il fiume confluiva in una grande cascata, che
Wonka disse molto importante per la miscelazione della cioccolata.
Fu allora che i bambini notarono, da lontano, la presenza di esserini non più alti di un ginocchio, che lavoravano febbrilmente correndo
su e giù come pazzi. Sembrava che non si fermassero mai!
“Sono Umpa-Lumpa, ragazzi – disse Willy Wonka – e vengono direttamente dal cuore della giungla di Lumpalandia”
Ma mentre erano tutti intenti ad osservare quei piccoli ometti e a discutere sull’esistenza o meno di un paese con un nome strampalato
come “Lumpalandia”, Augustus s’era pian piano spostato sul bordo del grande fiume di cioccolata e, inginocchiato sulla sponda, stava
ingozzandosi a più non posso.
“Augustus!! – disse Wonka – Vieni via di lì! La mia cioccolata non deve essere toccata da mani umane! Augustus!!! È pericoloso!!
Ma Augustus continuava, come se niente fosse, a ingozzarsi e a sporgersi sempre più.”
“Augustus!! – gridò Wonka – allontanati!! Potresti caderci dentro!!
Un brivido attraversò tutti quanti, che rimasti in silenzio non riuscivano a credere che fosse accaduto realmente.
“Augustus! Augustus! La mamma lo chiamava, ma di Augustus non v’era traccia: il fiume di cioccolato l’aveva inghiottito, portandolo via
con sé, chissà dove…
Ma forse gli Umpa-Lumpa ne sapevano qualcosa.
UMPA LUMPA 1
Augustus Gloop! Augustus Gloop!
Dentro al fiume hai fatto ploop!
Sei grande e grosso ed ignorante
E per la gente assai stancante.
Sei stato sempre un gran porcello,
senza mai dare niente di bello.
Che fare a tipi come te?
Noi li prendiamo per un piè
3
E li facciamo diventare
Una roba da giocare,
Che sia bambola o pallone,
Biglia, trottola o aquilone.
Avido, ingordo, goloso e ghiotto,
Guarda come ti sei ridotto.
Ma a questo stato disgustoso
C'è qui un rimedio portentoso:
L'unica buona soluzione
Si trova nella tubazione!
Quando la macchina entra in azione,
Vedrai che grossa trasformazione:
Le ruote girano sempre più in fretta,
Le lame cantano: "Affetta, affetta!"
Lo cuoceremo a fuoco basso
Finché vedremo che con il grasso
Si scioglie pure l'avidità
Di cui è provvisto in gran quantità.
Ed alla fine ecco il portento:
Grande di Augustus è il cambiamento.
Quel maialetto già detestato
Di colpo viene da tutti amato.
Difatti ognuno, qui come in Cina
ama ciucciarsi una pralina.
Scena VI
Narratore: Su su presto !! Muoviamoci!! – disse Wonka – E non preoccupatevi per Augustus. Vedrete che se la caverà. Forza!! La
prossima parte del viaggio la faremo in barca!! E salirono su un grande battello ricavato da una caramella gigante, che Wonka aveva
scavato e lavorato con le proprie mani.
A bordo!!!
Scena VII
Narratore: La barca si fermò davanti a una seconda porta sulla quale c'era scritto Stanza delle invenzioni. Sembrava la cucina di una
strega! C'era una gran quantità di pentoloni che bollivano e ribollivano, casseruole che borbottavano e padelle che sfrigolavano. Tutta la
stanza era avvolta da fumo e vapore, oltre che da ogni sorta di odorini deliziosi.
In mezzo alla stanza c'era una macchina grandissima tutta di metallo dalla cui cima spuntavano centinaia di tubicini di vetro, in cui
scorrevano liquidi viscosi di colori diversi. Wonka spinse un bottone e subito un potente rombo uscì dal marchingegno. Poi ci furono
sibili, gorgoglii, sbuffi, rombi, cigolii, schizzi e risucchi. poi a un tratto… Pah!! Silenzio.
La macchina emise un sottile gemito e ne saltò fuori un cassettino, nel quale era riposto un oggettino color blu, apparentemente
insignificante.
E tutti pensarono che qualcosa non avesse funzionato.
Ma poi, con cautela, si avvicinarono e Violetta non tardò a capire che si trattava di una gomma da masticare e gridò piena di gioia al
pensiero di poterla assaggiare: “Ma questa è una gomma! Una gomma da masticare!”
“Proprio così – disse Wonka – . Quella che vedete è la più sensazionale, la più favolosa, fantastica gomma da masticare del mondo.
È la mia più grande invenzione! È la gomma da pranzo!
Insomma, quella strisciolina di gomma lì, è un intero pranzo di tre e passa portate! Questo pezzo di gomma qui contiene zuppa di
pomodoro, vitello arrosto e torta di mirtilli e … tutti i bambini stentavano a crederlo possibile.
Wonka continuò a dare delucidazioni e spiegazioni tecniche, precisando che si trattava ancora di un progetto sperimentale, benché
fosse certo che di lì a poco avrebbero risolto gli ultimi dettagli.
Nel frattempo Violetta aveva aggirato il gruppo e si era avvicinata al cassettino nel quale era riposta la gomma. La afferrò velocemente,
e senza chiedere il permesso, la mise in bocca e cominciò a masticarla.
Wonka se ne accorse subito e gridò: “Fermati! La gomma non è ancora collaudata! Non funziona a dovere!”
Ma Violetta, come se niente fosse, continuava a masticare e ad assaporare gli squisiti ingredienti di cui la gomma era fatta: prima la
zuppa di pomodoro, poi il vitello, poi era la volta della torta di mirtilli e poi ancora di prelibati sapori …
Ma Wonka la pregava, l’implorava: “No, sputala! Non è ancora pronta da mangiare!”
E d’improvviso il naso. Il naso di Violetta cominciò a colorarsi di blu, poi le guance, poi il mento. Tutto il viso stava diventando blu. Ormai
non c’era più nulla da fare: Violetta era blu come la gomma che aveva masticato.
“Fate rotolare Violetta subito alla centrifuga! – comandò Wonka agli Umpa-lumpa – Proveremo a centrifugarla per estrarne tutto il succo,
poi si vedrà. Molto dipende da lei.”
E nel mettersi al lavoro, gli Umpa-lumpa non poterono astenersi dal commentare l’accaduto.
UMPA LUMPA 2
Ah, che brutto vizio che brutta cosa.
Ruminar la gomma appiccicosa.
Chi mastica cicche o sigarette
Prima o poi sicuro che ci rimette.
Per caso avete udito la storia di una certa Cassiodora,
Quella che masticava non solo gomma ma qualsiasi cosa
4
Mentre dormiva, invece di russare,
la bocca continuava a masticare.
Gnam gnam più lento,
gnam gnam gnam gnam più in fretta,
finché coi denti la sua lingua affetta.
Fu così che a forza di masticare
quella poverina smise di parlare.
Ed andò a finire in un ospizio
a meditar sul suo dannato vizio.
Ed è per questo che abbiamo provato
a salvare Violetta da un tal fato.
E' ancora giovane. Può ancora cambiare
e smettere il continuo masticare.
Sempre che esca viva dalla cura,
cosa per noi non del tutto sicura.
Scena VIII
Narratore “Bene, bene! – disse Wonka – Abbiamo perso due cattivi soggetti, ma ce ne sono rimasti tre di quelli buoni. Allora avanti!” E
riprese a correre giù, sempre più giù nel cuore della fabbrica.
Sulla terza porta che incontrarono c'era scritto Stanza delle noci.
Questa stanza era popolata da un esercito di scoiattolini. Meravigliosi scoiattolini espressamente addestrati per estrarre i gherigli dalle
noci.
Era uno spettacolo vederli all’opera: afferravano la noce e, prima di aprirla, con le nocche, davano un colpettino sul guscio per
assicurarsi che fosse buona. Se suonava a vuoto non lo era, ed allora non perdevano tempo e la buttavano giù nello scarico della
spazzatura.
Non appena li vide, Veruca cominciò a strillare e a battere i piedi: “Voglio uno scoiattolino! Voglio anch’io uno di quegli scoiattolini”
“Mi dispiace – le rispose amabilmente Wonka – ma non è possibile.
“Io lo voglio! E se lo voglio me li compro tutti! – insisté Veruca.
Ma gli scoiattolini non erano in vendita.
“Uffa! Ne voglio uno! A casa ho solo due cani, quattro gatti, sei coniglietti, due cocorite, tre tartarughe, una vasca di pesci rossi, una
gabbia di topini bianchi e un vecchio criceto rimbambito! Voglio anche uno scoiattolino!”
Nel dir così, l’ostinata Veruca si precipitò in mezzo alla stanza e subito gli scoiattoli saltarono giù dagli sgabelli e le furono addosso.
Venticinque scoiattoli l'afferrarono per un braccio. Venticinque per l'altro. Venticinque per la gamba destra e venticinque per la sinistra.
L'ultimo scoiattolo le si arrampicò su una spalla e cominciò a battere con le nocche sulla testa per decidere se era una noce buona o
cattiva.
Veruca strillava e scalciava e per questo la scambiarono per una noce cattiva e la buttarono giù per lo scarico della spazzatura!
Increduli e disperati, i genitori della bambina si affacciarono allo scarico per vedere dove fosse finita. Davanti ai loro occhi, un’immensa
voragine piena di schifezze.
Fu in quel momento che, silenziosi come solo loro sapevano essere, gli Umpa-lumpa si portarono alle spalle della coppia ormai tutta
protesa verso il buco e …
UMPA LUMPA 4
Umpa-lumpa Umpa-lumpa Umpa-lumpa Umpa!
Spingili nel bidon! Dentro! Giu'!
Dai! Spingi giu'! Proprio giu'! Tutti giu'!
Forza buttali giu', spingili giu'!
Tutti giu'. Si'! Giu' giu' giu'!
Buttali giu'! Spingili giu'!
Dentro al bidon! Giu' nel bidon!
Umpa-lumpa Umpa-lumpa Umpa-lumpa Umpa!
Testa tagliata di merluzzo
al forno. Ortaggi. Pane
secco ammuffito. Fico marcio.
Fetta marcia di gruviera.
Torsoli vari andati a male.
A queste e altre cose, intere o a frammenti
La nostra Veruca si va a abituare
Perché tale è il prezzo che deve pagare
Per essere stata così prepotente
Senza curarsi mai della gente.
Ma ora miei cari, se un po' riflettete, una domanda di certo farete:
Possibile che ogni responsabilità tocchi a Veruca, senza fare a metà
Con chi deve averla in fondo aiutata, perché è ben vero che è stata viziata
Ma, come dice la stessa parola, non si poteva viziare da sola.
Chi tutte vinte sempre le dava e in tutto e per tutto l'accontentava?
Chi l'avrà resa così smorfiosa, impertinente, egoista e noiosa?
Chi sono i colpevoli, i malfattori? Ahiahiahi, ovvio, i genitori!
Cosa ben triste, ma almeno a metà la colpa è anche di mamma e papà.
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E così è giusto che insieme sian caduti giù per lo scarico dei rifiuti.
Scena IX
Narratore: Wonka e il piccolo gruppetto di superstiti uscirono di corsa dalla stanza. Balzarono su un grande ascensore, che li portò in
una camera luminosissima: era tutta bianca e in mezzo c'era un’enorme telecamera, intorno alla quale si affaccendavano degli Umpalumpa vestiti in maniera stranissima con delle tute spaziali rosso vivo, casco e occhialoni.
Atmosfera irreale …
“Eccoci qua! – disse Wonka – Questa è la mia più recente invenzione: il Telecioccolato!”
Udendo la parola “Telecioccolato”, Mike Tivù drizzò le antenne.
Wonka iniziò a spiegare di cosa si trattasse:
“Il mio Telecioccolato – disse – funziona come la televisione. Devo dire che a me personalmente la televisione non piace, ma pare che i
ragazzini vorrebbero starsene tutto il giorno a fissare quello schermo e così ho avuto un’idea! Mi son detto: se quest’affare riesce a
spezzettare un’immagine in milioni di frammenti, a spedirli attraverso l’etere e a rimetterli insieme da un’altra parte, perché non potrei
fare la stessa cosa con una stecca di cioccolata?”
Mike Tivù era già in visibilio e cominciò a tempestare di domande il signor Wonka, chiedendo se quell’apparecchio adibito al trasporto di
caramelle, pasticcini e prevalentemente cioccolato, fosse anche in grado di teletrasportare una persona in carne ed ossa!
Wonka fu colto alla sprovvista e lì per lì non seppe rispondere. Disse: “Una persona? Santo cielo, non lo so! … Boh … Forse…!?”
E prima ancora che potesse finire la frase, Mike Tivù si precipitò verso la telecamera. “Fermati, o sarai ridotto in pezzettini!” gridò
Wonka.
Ma Mike scansò gli Umpa-lumpa che cercavano di fermarlo e … ci furono due lampi abbaglianti.
Tutti restarono fermi, immobili, a fissare il punto vuoto in cui poco prima c'era Mike Tivù!
“Santo cielo, è sparito davvero! – disse Wonka. Poveri noi. Speriamo che non si perda qualche pezzo per strada. Beh, non dovremmo
allarmarci troppo, ma a volte solo una metà dei frammenti riesce ad arrivare dall’altra parte. Anche la settimana scorsa, non so che sia
successo, ma fatto sta che solo mezza stecca di cioccolato è uscita dallo schermo. Comunque, non disperiamo: nel caso che succeda,
metteremo la metà rimasta in una macchina speciale che uso per le prove di elasticità della gomma da masticare e tenteremo di
allungarlo il più possibile.”
Scena X
Wonka: Allora quale altra stanza volete visitare?
Coraggio svelti! Non possiamo far tardi!
Vediamo un po’ quanti ragazzi ci sono ancora?
Charlie: Ma signor Wonka…
Wonka: SI?!?
Charlie: Ci sono solo io!
Wonka: Vuoi dire che ci sei rimasto solo tu?
Charlie: Sì.
Wonka: Questo vuol dire che sei il VINCITORE! Complimenti!! Vivissime congratulazioni!!! Avevo avuto come una specie di
presentimento!!! Che bellezza!!! Bravo. Bravo!!!! Su Ora non dobbiamo gingillarci!! Abbiamo un sacco di cose da fare!!! Dobbiamo
andare a prendere tutta la vostra famiglia perché d'ora in poi vivrete qui.
Charlie: Qui?!?
Voce narratore: Wonka e Charlie balzarono di nuovo sull'ascensore, che, Bang, si trasformo in razzo. E, bucato il tetto della fabbrica,
iniziarono a sorvolarla. Dall'alto videro all'uscita i camion pieni di prelibatezze che stavano aspettando il vincitore. E videro anche gli altri
ragazzi, sani e salvi.
Wonka: Ho una cosa molto importante da dirti Charlie.
Piace anche a te la fabbrica non è vero?
Charlie. Si, è un posto meraviglioso! Il più fantastico del mondo!
Wonka: Bene, perché è tua. Vedi, ho deciso di regalartela. Quando sarai abbastanza grande per dirigerla la fabbrica sarà tua. Ormai
sono troppo vecchio. Figli non ne ho. Chi manderà avanti la fabbrica quando io non potrò più farlo?!
Qualcuno dovrà pur farlo, se non altro per i miei poveri Umpa-lumpa.
Io non voglio che finisca nelle mani di persone che non la amano e non voglio che a dirigerla ci sia un adulto. Mi serve un ragazzo
buono e intelligente e affettuoso, proprio come te, a cui possa svelare tutti i miei segreti.
Charlie: Ecco perché ha indetto il concorso!!
Wonka: Certo. Per trovare il ragazzo che mi sarebbe andato a genio!!!
Basta discutere non c’é più tempo! Andiamo a prendere tutta la famiglia. D’ora in poi potrete vivere qui e stare al caldo e rimpinzarvi e
godere di tutte le comodità.
Voce narratore: Intanto, con il razzo erano arrivati sopra la casetta di Charlie. In quel momento, Nonno Joe si stava affacciando alla
finestra.
Charlie: Nonno, nonno! Preparati! Da stasera andremo a vivere nella fabbrica del signor Wonka! Che dici? … non capisco! … Qualcosa
da mettere sotto i denti? Aspetta e vedrai!!.
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