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Ambrosetti Asset
Management SIM
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Fondi&Sicav.it
DATA
18 ottobre 2016
BoJ, acquisto di Etf ha dato nuova enfasi ai mercati azionari
giapponesi
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18 ottobre 2016
Stefania Basso
Le principali banche centrali sono ancora sotto i riflettori. Quali saranno le prossime
mosse di Fed, Bce e BoJ nel breve-medio periodo? Risponde all’inchiesta di
Fondi&Sicav Riccardo Ambrosetti, presidente di AAM
Gli occhi del mercato restano puntati sulle banche
centrali. Credete che le aspettative di
normalizzazione dei tassi Usa siano eccessive?
Quanto potrebbe pesare l’esito delle elezioni
presidenziali sulle scelte della Yellen?
I maggiori mercati finanziari mondiali hanno mostrato
molta dipendenza dalle scelte delle principali banche
centrali. Le politiche espansive messe in pratica dal
2008 a oggi hanno creato grosse aspettative negli
operatori sulle capacità di quest’ultime di sostenere il
mercato nei momenti di maggiore incertezza. Al
momento attuale la Fed sembra l’unica banca centrale
intenzionata ad avviare un percorso di normalizzazione
delle politiche monetarie, anche se a un ritmo molto
lento.
Si è infatti dimostrata molto cauta nella sua attività,
con una diminuzione progressiva dai prospettati
quattro aumenti dei tassi di interesse ad inizio anno,
nel corso del 2016, fino alla possibilità attuale di aumentare i tassi solamente nell’ultima
riunione dell’anno (che il mercato sconta con una probabilità del 60%). Crediamo che la Fed
possa mantenere questo ritmo data-driven di aumento dei tassi molto controllato per un
lungo periodo di tempo, in quanto le conseguenze di ogni possibile modifica saranno
attentamente valutate, specialmente le reazioni dei mercati finanziari. Inoltre il direttorio
della banca ha già fatto intendere che un possibile risultato alle elezioni americane avverso
al candidato democratico potrebbe creare delle incognite sulla robustezza dell’economia che
andrebbero valutate attentamente prima di ulteriori decisioni.
Il mercato si aspetta un’estensione del Qe della Bce a dicembre. Quali asset class in
Europa potrebbero trarre beneficio da tale provvedimento?
La banca centrale europea è in una fase di politiche monetarie completamente differente
rispetto alla Fed. I dati economici europei non mostrano miglioramenti evidenti grazie alle
politiche espansive messe in atto e un ulteriore rafforzamento del programma in atto è una
possibile opzione per la Bce. In questo scenario un’aggiuntiva spinta ribassista dei tassi di
interesse e un restringimento degli spread tra le varie asset class obbligazionarie porterà
ulteriore beneficio alle obbligazioni corporate di minore qualità, grazie alla continua ricerca
di reddito da parte degli investitori, ormai offerto solo dagli strumenti aspread.
La Banca del Giappone sembra avviarsi verso una stabilizzazione della sua politica
accomodante. Quali i potenziali effetti su yen e Borsa di Tokio?
La banca centrale giapponese ha attuato molte iniziative negli ultimi anni per ridare slancio
all’economia e far ripartire l’inflazione, considerata vera spada di damocle della stagnante
economia nipponica. In questo senso sottolineiamo l’acquisto diretto di Etf azionari, che
avevano dato nuova enfasi ai mercati azionari giapponesi. L’impatto delle politiche
monetarie si sta vedendo sul mercato valutario, con lo yen che, dopo un periodo di
indebolimento, sta ora affrontando una riprezzatura in parte inaspettata soprattutto se
valutata al mantenimento di una politica monetaria espansiva. Sul mercato azionario le
attese di un miglioramento dell’economia mondiale nel medio termine, specialmente nei
mercati di sbocco dei prodotti giapponesi, sosterrebbero i corsi borsistici e un protrarsi
ulteriore delle politiche espansive, con possibili sorprese di ulteriori manovre, potrebbero
stupire in positivo gli operatori e alimentare le performance future.