7 Giorni a San Felice numero 01/2016

Transcript

7 Giorni a San Felice numero 01/2016
giorni
A
SAN
FELICE
2 0 16 N . 1
ANNO XLII - 30 gennaio
Editore: Don Paolo Zucchetti
Responsabile: Antonella Mariani
Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale
di Milano n. 524 del 19/12/1972
Email [email protected]
www.san-felice.it.
LA LETTERA DI DON PAOLO
IL QUARTIERE E LA SUA VITA: TANTE STORIE DA RACCONTARE
C
arissimi
sanfelicini,
Quanti mutamenti in soli tre anni:
negozi che chiudono,
negozi che aprono
Ma non è solo uno sterile elenco:
dietro a ogni vetrina così
come a ogni casa
ci sono sogni, speranze, fallimenti
È questo che amiamo raccontare
Con un occhio al futuro che verrà
sono solo tre anni e mezzo che sono qui con voi, ma in questo poco
tempo ho assistito a vari mutamenti nel nostro centro commerciale:
diverse attività economiche hanno aperto, altre purtroppo hanno
chiuso. E di queste ultime, alcune hanno chiuso per un meritato
pensionamento dei titolari, altri invece per problemi economici.
Mi vengono in mente la cartoleria, il negozio di abbigliamento,
il negozio “delle occasioni” che sta chiudendo proprio in questi
giorni; una panetteria-pasticceria, dei bar, il negozio di sigarette
elettroniche, un laboratorio di riparazione computers. Hanno
aperto però altre attività: un arredo-casa, almeno quattro nuovi
LA QUARESIMA
bar, un negozio di pasta fresca e di fiori, l’emporio dei cinesi, il
laboratorio di analisi; deve aprire un gelataio.
Mi sembra poco, però, fare questo sterile elenco. Perché noi,
come comunità, siamo interessati non tanto alla notizia, ma alla
storia delle persone che sono le protagoniste della notizia. Spesso
sono storie di entusiasmo per un lavoro desiderato e atteso,
costruito con pazienza e sacrificio. Sono storie di persone che ci
hanno messo passione, professionalità e anche soldi. Dietro a una
attività ci sono speranze e timori: «Chissà come andrà?». Noi su
queste pagine abbiamo ogni tanto ospitato queste storie: ricordo
l’intervista ai titolari della panetteria. Ricordo l’intervista alla
mitica cartolaia che andava in pensione.
Queste persone lavorano per noi – pensiamo ai dipendenti
del supermercato che lavorano tutte le domeniche e feste! È
necessario? – e rendono più vivibile e dinamico il quartiere.
Cosa accadrà nel futuro? Nessuno ha la palla di cristallo, ma se
pensiamo a quello che sorgerà vicino a noi possiamo immaginare
che qualcosa si muoverà. Deve infatti sorgere un nuovo
quartiere vicino all’IBM: circa 800 nuovi appartamenti. E poi il
preannunciato mega Westfield. Che impatto avranno su San Felice
e sulle storie di chi rischia per lavorare?
A chi di competenza iniziare a pensarci.
don Paolo
SANFELICINEMA
Gli appuntamenti in parrocchia
Programma di febbraio
Rito delle ceneri: domenica 14 febbraio al termine delle S. Messe
Via Crucis in chiesa: ogni venerdì (19 e 26 febbraio; 4, 11, 18
marzo) ore 9 per la comunità, ore 16,50 per i bambini e i ragazzi
Quaresimali del venerdì: ore 21 in chiesa. Tema: “Le opere di
misericordia spirituale”. 19 febbraio: “Le opere di misericordia”;
26 febbraio: “Insegnare, consigliare, ammonire”; 4 marzo: “Consolare, perdonare, sopportare, pregare”
Serate bibliche: martedì 8 e venerdì 11 marzo, ore 21 in chiesa.
“Una storia di relazione e di riconciliazione: Giuseppe e i suoi
fratelli”
Serata penitenziale predicata da padre Ermes Ronchi, venerdì
18 marzo ore 20,45 nella parrocchia di S. Ambrogio ad Fontes al
Villaggio Ambrosiano.
Orari confessioni: ogni sabato dalle 17 alle 18,30 e mezz'ora prima di ogni S. Messa. Oppure su appuntamento.
Opera di carità: proponiamo di sostenere i progetti già attivi in
parrocchia. Eccoli qui elencati:
La Caritas parrocchiale (viveri e/o offerte in denaro)
La rivista “Scarp de Tennis” che dà lavoro al suo venditore (acquisto della rivista la 3° domenica del mese fuori dalla chiesa)
L’Associazione Amici di Babusongo e l’orfanotrofio di Machacos
L’Associazione La Grangia di Monluè che assiste i rifugiati
(offerte a don Paolo)
Sostegno a padre Shenouda per l’aiuto ai cristiani in Egitto (offerte a don Paolo)
Proponiamo inoltre un aiuto concreto: il lavaggio del pavimento della nostra chiesa. Cerchiamo macchine e volontari.
Giovedì 4, venerdì 5, sabato 6 ore 21.15 e domenica 7 ore 16 e
21.15
Little sister
Drammatico, Giappone 2015
Di Hirokazu Kore-Eda. Con Haruka Ayase, Masami Nagasawa,
Kaho, Suzu Hirose, Ryo Kase. Durata: 2 ore e 8’.
Giovedì 11 ore 21.15 in lingua originale, venerdì 12, sabato 13 ore
21.15 e domenica 14 ore 16 e 21.15
La grande scommessa
Drammatico, Usa 2015
Di Adam McKay. Con Brad Pitt, Christian Bale, Ryan Gosling,
Steve Carell, Marisa Tomei. Durata: 2 ore e 10’.
Giovedì 18, venerdì 19, sabato 20 ore 21.15 e domenica 21 ore 16
e 21.15
La corrispondenza
Drammatico, Italia 2015
Di Giuseppe Tornatore. Con Jeremy Irons, Olga Kurylenko, Simon Anthony Johns, James Warren, Shauna Macdonald. Durata: 1
ora e 56’.
Giovedì 25 ore 21.15 in lingua originale, venerdì 26, sabato 27 ore
21.15 e domenica 28 ore 16 e 21.15
Avventura, Usa 2015
Revenant
Di Alejandro González Iñárritu. Con Leonardo DiCaprio, Tom
Hardy, Domhnall Gleeson, Will Poulter, Forrest Goodluck. Durata: 2 ore e 36’. - USA 2015.
LEI CREDE, LUI NO. E VICEVERSA. TRE STORIE VERE DI COPPIE CHE CERCANO FATICOSAMENTE UN EQUILIBRIO
Quando lei e lui condividono la vita ma non la fede
Lo si vede nelle riunioni del catechismo, la domenica a Messa, negli incontri
di formazione proposti dalla parrocchia: molte donne da sole, qualche uomo
non accompagnato. Accade a San Felice, come dovunque: spesso la fede non
è condivisa in famiglia, dunque il marito o la moglie la vivono in modo solitario. E’ sempre accaduto che le donne riempissero le chiese e i mariti stessero
nelle panche in fondo oppure direttamente fuori, ma nel nostro quartiere si
nota con una certa frequenza non tanto un superficiale disinteresse (assai frequente nella nostra società cristiana a parole ma secolarizzata nei fatti), ma
una opposizione a tutto ciò che è religione, una sorta di ateismo programmatico (talvolta anche anticlericalismo) di uno dei due componenti della coppia.
Quasi sempre si trova il modo di convivere, ma spesso a prezzo di qualche sofferenza. Qui di seguito raccontiamo tre situazione vere, descritte in prima persona, che si vivono nel nostro quartiere e a destra la lettera di una coppia che
ha trovato il suo equilibrio. Nell'altra pagina il commento di don Paolo.
Quel segno della croce evitato
Quando il parroco è venuto a portare la benedizione natalizia a casa, era sera e c’eravamo tutti. Io, mio marito e i nostri due figli, entrambi universitari, entrambi cresciuti in parrocchia finché, dopo l’adolescenza,
se ne sono bruscamente staccati. Io ero
molto contenta, per me la benedizione della famiglia è un momento importante. Loro
tre, invece, rigidi come pali. Nemmeno il
segno della croce quando il don ha recitato
la preghiera. Insomma, sono rimasta un po’
delusa. Gentili, sorridenti, tutti e tre, però
freddi, con quell’aria scettica che ho imparato in tanti anni di matrimonio a vedere sul
viso di mio marito. Ci siamo sposati in
chiesa e lui lo dice sempre: l’ho fatto perché ti faceva piacere, ma per me non signi-
fica niente. Tutte le domeniche, quando vado a Messa, mi chiede: ma perché ci vai? E
i figli fanno un sorrisetto di compatimento,
come se io fossi la scema perché “ci credo”
e loro i più furbi perché “non ci cascano”.
Però io non mi arrendo. Ogni volta che posso (qualche conferenza, la cresima di figli
di amici, un anniversario di matrimonio)
porto mio marito in chiesa. Lui sbuffa, ma
poi ci viene, anche se poi prova a smontare
pezzo per pezzo la predica. E poi la domenica, a pranzo, spesso mi trovo a raccontare
l’omelia del parroco. Mio marito prova a
replicare con qualche argomentazione di tipo razionale. I ragazzi, invece, per lo più
ascoltano. Buon segno, no?
Giovanna, 54 anni
Lei, così “criticona” nei confronti della Chiesa
Il momento più antipatico è quando lei legge
il giornale o guarda i notiziari in tv: guarda
qua, mi dice, un cardinale con l’appartamento superlussuoso. Oppure: hai visto, un altro
sacerdote pedofilo, e il frate che girava il
mondo con le offerte dei fedeli… Mia moglie
non ha tutti i torti: questi scandali fanno male
alla Chiesa e fanno male anche a noi che invece nella Chiesa ci crediamo. Io sono in
pensione, faccio volontariato in una associazione cattolica che assiste i disabili e da oltre
50 anni vivo con una donna buona, dolce, affettuosa, rispettosa di me e della mia fede, ma
anticlericale al massimo. Non perde l’occa-
sione per criticare la Chiesa. Non Gesù, non
il Vangelo, ma proprio la Chiesa come istituzione, sembra felice quando succede qualcosa che la scredita. E purtroppo ne succedono… Discutiamo molto di questo, io sottolineo invece i miliardi di cose belle che la
Chiesa fa, non ultima l’opera di carità che
frequento, la rettitudine e la sobrietà in cui vive la stragrande maggioranza dei preti, la
grande umanità di Papa Francesco. Ma non è
facile superare questo suo scetticismo, così
talvolta, per quieto vivere, la lascio parlare.
Ma che rabbia, dentro di me…
Fabio, 75 anni
Io, agli incontri di catechismo. Di nascosto
Faccio quasi tutto di nascosto, o perlomeno, senza dirglielo: gli incontri per genitori
del catechismo, la Messa… Mio marito è
cresciuto senza educazione cristiana. Intendiamoci: è un bravo ragazzo, onesto e pieno di buoni principi, ma è privo di qualsiasi orizzonte di fede. E desidera che nessuno
gli ricordi che esiste Dio, e che è Lui il senso della nostra vita. Non vuole “rotture”,
dice, sono tutte “fesserie” e chiude le porte
alla spiritualità. Per il resto stiamo bene insieme, abbiamo un figlio meraviglioso e
ora aspetto il secondo, ma c’è questa pro-
fonda differenza di vedute che crea in me
qualche disagio. Una sera ha telefonato il
don a casa per ricordare un appuntamento
del catechismo, mio marito mi ha fatto una
mezza scenata così ho chiesto al parroco di
scrivermi una mail oppure di chiamarmi al
cellulare, il pomeriggio. Mi sono vergognata un po’, quando gliel’ho detto, ma non
voglio litigare con mio marito, non ora. Intanto prego perché la mia fede possa diventare per lui testimonianza. E, chissà, aprire
un piccolo varco in quella sua corazza.
Francesca, 38 anni
Rispetto e comprensione
E la coppia si può amare
Siamo Giuliana e Maurizio, una coppia
sposata da più di 41 anni con il sacramento del matrimonio, pur essendo
Maurizio non credente.
GIULIANA. Quando abbiamo deciso
di sposarci dovevamo scegliere se farlo
in chiesa o in municipio, eravamo molto
giovani e innamorati e ognuno di noi era
pronto a rinunciare a qualcosa delle proprie idee e delle proprie convinzioni. Ma
era evidente che per me sarebbe stata
una rinuncia sofferta non sposarmi con il
sacramento religioso, e così Maurizio ha
tranquillamente consentito al matrimonio in chiesa, dopo averne parlato con il
sacerdote che ci ha sposato.
MAURIZIO Nel sacerdote ho trovato
una forte comprensione nei miei confronti ed un grande rispetto per le mie
convinzioni, pur riconoscendo la nostra
evidente diversità di vedute. Questo rispetto ho sempre cercato di portarlo nei
confronti delle idee di Giuliana e poi
delle nostre figlie, e sempre l’ho trovato
in loro in tutti questi anni.
GIULIANA Dopo la nascita delle nostre figlie abbiamo infatti deciso di accompagnarle nel cammino dei sacramenti, io seguendole e guidandole e
Maurizio sostenendole nell’impegno e
aprendole al dialogo e al confronto con
un diverso modo di pensare. Questo ha
dato loro la possibilità, crescendo, di
confrontarsi con due modi di vivere la
propria spiritualità facendo le loro scelte
senza criticare e giudicare.
Io, pur con momenti di ricerca e altri superficiali, cerco di arricchire la mia vita
di cristiana con letture, incontri e attività
verso il prossimo, mentre Maurizio ha
scelto di assistere con me e le nostre figlie ai riti religiosi quando le persone a
noi care ne sono coinvolte (matrimoni,
battesimi, funerali…).
Questo fa parte ed è alla base del nostro
modo di vivere insieme e della nostra
costante ricerca, in ogni circostanza che
la vita ci offre, di quei valori comuni che
ci hanno consentito di costruire e mantenere la nostra ormai più che quarantennale relazione e di frequentare ambienti
(anche ecclesiastici) e amici dove la nostra diversità è ben nota, rispettata e,
spesso, ritenuta arricchente.
IL COMMENTO DI DON PAOLO: QUANDO UNA PERSONA AMA, STA GIÀ VIVENDO DI FEDE
Innanzitutto ringrazio le autrici e l’autore
delle testimonianze qui riportate. Il diverso
modo di vivere (o non vivere) la fede all’interno della propria famiglia è una questione
molto delicata e importante, anche se questa
rilevanza non appare subito quando inizia
una relazione. All’inizio infatti l’amore e l’affetto bastano alla coppia. Ma col tempo, e poi
ancora di più quando arrivano dei figli, le
esigenze della fede della parte credente e/o
praticante emergono e cercano risposta. E se
non si trova un equilibrio e soluzioni concordate all’interno della famiglia, possono insorgere sofferenze più o meno nascoste, che
come tutte le sofferenze fanno vivere male.
Reagisco soltanto alle storie che ci sono state offerte. Naturalmente lo faccio da credente
e da prete. So di essere di parte. Ma si può
vivere facendo finta di non esserlo o di essere
qualcun altro?
Reagisco, inoltre, con la consapevolezza, che
il rapporto che tutti abbiamo con la fede dipende da tanti e diversissimi fattori e, tra
questi, i più forti e convincenti, sono l’educazione ricevuta, le esperienze di vita comunitaria, l’incontro con figure di riferimento
coinvolgenti. A volte si tratta di fortuna.
E allora è tutto una farsa? Cosa c’entra Dio
in tutto questo? Io sono convinto che c’entra
molto, in quanto la nostra fede si fonda su un
Dio che si è incarnato. Quindi tutto ciò che
riguarda la nostra vita ha a che fare con Dio
e per conoscere Dio è necessario guardare le
cose terrene.
Forse sta qui la difficoltà del credere. Perché,
lo ammetto, se guardiamo le cose terrene,
non sempre esse sono lo specchio e la testimonianza della presenza di Dio. Ma un altro
fondamento della nostra fede è la croce di
Gesù. Come dire: lo stesso nostro Signore ha
fatto fatica a farsi riconoscere. Ma questo
non toglie nulla alla sua divinità, come la sua
risurrezione ci dice.
Le tre storie evidenziano situazioni diverse.
La non rilevanza della fede o la non pratica
religiosa ha origine da motivazioni ogni volta particolari: nella prima si adduce scetticismo e argomentazioni di tipo razionale; nella
seconda il motivo è la non limpida testimonianza della Chiesa; nella terza sembra
emergere un appiattimento materialista: tutto ciò che è spirituale è “fesseria”.
Certo è un bel match far convivere queste visioni della vita di un partner con la prospettiva di fede dell’altro. Lo dico con il sorriso
sulle labbra, con affetto e amicizia. D'altronde queste tre motivazioni appartengono anche ai credenti, anche se nel credente non
hanno la forza di annullare la presenza della
fede e l’amore per la chiesa.
A volte si sente dire dai non credenti: «Beato
te che hai fede». Ma aver fede significa non
avere mai dubbi? O non restare scandalizzato e non indignarsi per gli scandali che
avvengono nella Chiesa? O non avvertire la
fatica di un cammino spirituale? No, certamente. Anche il credente ha dubbi, si arrabbia per quello che di male c’è nella chiesa.
Anche il credente a volte arranca con fatica
sulla sua strada. Solo che la sua fede gli fa
vedere il bicchiere pieno, cioè gli permette di
ritenere la plausibilità della fede, lo incoraggia a darsi da fare per rendere sempre più
bella e credibile la Chiesa, gli fa sollevare lo
sguardo oltre i limiti di ciò che i suoi occhi
riescono a vedere.
D’altronde la fede è una esperienza molto
umana. È forse l’amore, anche nella coppia,
diverso dalla fede?
È l’amore un’esperienza razionale? Chi mi
MISERICORDIOSE PAGINE
può dimostrare che uno mi ama o che il suo
amore dura per sempre. Solo l’affidarsi.
È l’amore sempre perfetto, senza contraddizioni, senza esperienze che ne negano la
bellezza? E allora, per le controtestimonianze che ci sono, non dovrei più rischiare
l’amore? Dovrei dubitare di ogni testimonianza d’amore che incontro e ritirarmi a
vivere come eremita? No, assolutamente!
È l’amore riconducibile solo a un insieme di
esperienze materiali o è costituito anche da
esperienze spirituali? E ancora: è l’amore
richiudibile nella esperienza delle persone
che lo vivono o l’amore ha in sé l’esigenza
di allargarsi, di andare oltre?
Io penso che quando uno ama, in qualche
modo sta già vivendo di fede. Non solo fede
nella persona amata. Fede anche nell’amore, in una realtà che non ha la sorgente in
lui, che non finisce con lui e che lui non
può controllare.
Fede in una realtà che non solo è piacevole,
ma che richiede impegno e responsabilità.
Fede in un’esperienza che lega nella libertà.
Se mi fido dell’amore allora devo fidarmi
anche della persona che amo.
Non riesco a condividere la sua visione del
mondo? Ok. Però la faccio mia con rispetto.
Mia in quanto appartenente alla persona di
cui mi fido e che amo. Totalmente.
E se sono arrivato a fidarmi di lei e ad amare lei è anche grazie a ciò in cui crede o non
crede, perché la sua fede o non fede ne hanno fatto la persone che è e che io ho accolto
nella mia vita.
Non si tratta quindi di “convertire” tutti. Si
tratta di accogliersi nella verità. Dove in
questo accogliersi è compreso tutto. Diversamente sarebbe un barare.
don Paolo
CONSIGLIO PASTORALE
“Petrarca, peccatore e cristiano”:
la lezione di mons. Ballarini al Sanfelicinema
40 anni della chiesa:
si cercano fotografie
Nella serata del 12 gennaio monsignor Marco Ballarini, direttore della classe di studi di
Italianistica in Ambrosiana, è tornato al Sanfelicinema per aprire un ciclo di tre conferenze raccolte sotto il titolo di “Misericordiose pagine”. Argomento del primo incontro è stato “Petrarca, peccatore e cristiano”.
Si inizia con la lettera (Familiares, IV, 1),
nella quale il poeta ricorda la sua salita al
Monte Ventoso, in Provenza, avvenuta nel
1336. Il percorso si presenta pieno di difficoltà: è ripido, sassoso, faticoso. La descrizione dell’ascesa al monte si trasforma nel
simbolo di un’altra ascesa, quella morale del
poeta che fatica a trovare la sua strada perché il suo animo è occupato dalla passione e
dall'attaccamento ai beni mondani, anziché
rivolto interamente a Dio e alle cose spirituali. L’ascesa al monte diventa così l’allegoria del cammino dell’anima verso la salvezza. La vita dissipata che ha alle spalle
non lo soddisfa più, ma ancora l’uomo nuovo non riesce ad emergere. Ma il Signore,
nonostante il nostro peccato, può darci sempre la possibilità di risorgere! Dio allarga le
braccia con bontà, prende su di sé il peso del
Il prossimo 9 giugno ricorreranno i 40
anni dalla consacrazione della nostra
chiesa. In quella giornata la parrocchia,
nell’anno del Giubileo effettuerà un
pellegrinaggio alla Porta Santa del Seminario di Seveso con partenza nel pomeriggio, preghiera, confessione, attraversamento della Porta Santa e cena comunitaria.
Il programma sui prossimi numeri di
questo giornalino e in chiesa.
Nel medesimo periodo, che coinciderà
anche con la Festa di San Felice, ci si
propone di realizzare due mostre fotografiche dedicate una ai parroci che si
sono succeduti in parrocchia, l’altra alla nostra chiesa partendo dalla sala nel
tunnel per arrivare all’edificio attuale.
C’è ovviamente bisogno della collaborazione di tutti. Chi avesse fotografie,
materiale o ricordi da condividere può
rivolgersi a don Paolo.
M.P.C.
nostro peccato che ci opprime, ma chiede il
nostro abbandono. Il Canzoniere non è dunque più solo una raccolta di poesie intorno
alla figura di Laura, la donna amata dal poeta. Il nuovo ordine dato dal Petrarca al termine della sua vita agli ultimi 36 componimenti ci fa intuire un “itinerario del cuore”
che avvicina tre sonetti alla Canzone alla
Vergine: dopo aver speso una vita in cose
vane, dopo aver messo al primo posto non
Dio, ma una creatura, Petrarca si abbandona
dichiarando: Tu sai ben che ’n altrui non ho
speranza: questa è la vera conversione. L’ultima parola di questo angosciato peccatore è
la Canzone alla Vergine, è la richiesta che
Petrarca le rivolge di raccomandarlo a suo
Figlio, è la parola di speranza pronunciata
sulla Croce da Gesù: accogli il mio spirito in
pace. L’affidamento è dunque l’unica risposta all’esperienza del peccato, seguendo Cristo che, sulla Croce, ha consegnato la sua
vita al Padre. Il prossimo appuntamento sarà
il 16 febbraio, sempre alle ore 21,00, e riguarderà “L’incontro con il ‘nemico’ come
occasione di misericordia ne I Promessi
Sposi”.
Maria Pia Cesaretti
NUMERI UTILI
SANTE MESSE
Festive 10 - 11,30 - 18,30
il sabato prefestiva 18,30
Feriali: lunedì, mercoledì e venerdì 9
martedì e giovedì 18,30
Parroco Don Paolo Zucchetti
tel. 02 7530325
Segreteria aperta dal martedì al venerdì
dalle 10 alle 12.
VIGILI URBANI
Comando Segrate 02 2693191
VIGILE DI QUARTIERE
Antonia Daloiso 348 1314053
GUARDIA SAN FELICE
Portineria Centrale - tel. 02 7530074
ORARIO BIBLIOTECA
lunedì-venerdì: 10,30 - 12,30, 16- 18,30
sabato, dom. e festivi: 10,30 - 12,30
tel. 02 70300344
TAXI
Radiotaxi tel. 02 2181
CARITAS SAN FELICE
Raccolta indumenti e viveri
9 -11 dal lunedì al venerdì
FARMACIA AIROLDI
Dal lunedì al venerdì: 8,30 – 13
15,30 – 19,30 - Sabato: 9,30 – 13
Tel. 02 7530660
AMICI DI BABUSONGO
I ragazzi di Machakos
si affacciano alle superiori
INSERZIONI
I moduli per le inserzioni si possono compilare nella sede della biblioteca nel Centro
civico; gli annunci verranno pubblicati anche sul sito www.san-felice.it.
Lezioni di computer: uso di Internet Posta elettronica - Formazione di testi
(Word) e tabelle (Excel) - Creazione di CD
e DVD per musica, foto e video - Uso di
Skype - Antivirus. Cell. 348.8866540.
Insegnante madrelingua spagnola impar-
tisce lezioni, ripetizioni ad ogni livello.
Cell. 347.3243470.
Saitha, anni 20, Srilanka, studente presso
Universitá degli Studi Milano, disponibile
come babysitter o per lezioni ragazzi elementari medie inferiori 327.5425931 (referenze 366.2753898).
Persona con esperienza offresi come dog
sitter e per assistenza domiciliare gatti e
piccoli animali, possibilità di ospitare cani
per brevi periodi. Carla cell. 345.1188688.
ANNUNCI CARITAS
Cercano lavoro come domestici/assistenza bimbi anziani. Per referenze email: luisa.
[email protected]. Cellulare 366 27 53 898 (per favore chiamare 9-12/16-19).
L'elenco completo è su www.san-felice.it.
nome Donatella
Gilda
Lucia
Diana
Andreaa
Gabriella
Yolanda
Miguel
Sara
Roberta
Donatella
Banoo
Monica
Silvia Maria
Florica
Elena
Liliana
Lissette
Stella
Brigida Alvaro Priyankara
Annamaria
Anna
Grecia
Judith
Jane
età telefono
233272033159
45
3381621347
563286030094
43
3341529852
193883899150
463897918972
463284472247
38
3208218394
35
3292791599
463355430804
41
3477775048
39
3392790212
413898348465
51
3400797526
533347707054
31
3277914397
493200814641
35
3272566625
273277986267
613498851390
60
3891118857
43
3290081900
403387503656
483337389074
423664994193
213286365138
283276375736
463313435691
disponibile
paese
B.Sitter
Moldavia
B.Sitter /Stiro
Italia
Giorno
Italia
Giorno OSS
Ecuador
B.sitter
Ecuador
Giorno/AutomunitaItalia
Giorno/OSS
Perù
Pomeriggio Car
Ecuador
Mart.Gio. Oss
Ecuador
Giorno
Perù
B.sitter Car
Italia
Mattino Mauritius
B.Sitter
Italia
B.sitter/Car
Italia
Fissa
Ucraina
9 - 15
Romania
Giorno/Notte
Moldavia
8.30 -18 /B.Sitter
Romania
Giorno/b.sitter
Ecuador
B.Sitter
Italia
Fissa
Perù
Giorno/Badante
Salvador
Fisso/Badante
Srilanka
Giorno/Car
Perù
Giorno
Italia
Giorno
Venezuela
Giorno/OSS/bsitterPerù
Mattino
Filippine
LE ORATORIADI
Ai primi di gennaio tutti i bambini ospiti dell’orfanotrofio di Machakos, in
Kenya, sono rientrati dall'annuale visita
ai loro villaggi d'origine. Stanno tutti
bene e le scuole sono ricominciate. Le
prime quattro classi elementari nei nuovi edifici funzionano a meraviglia. I
cinque ragazzi che hanno passato gli
esami di terza media hanno riportato
delle buone votazioni e tutti verranno
iscritti alle scuole superiori scelte dalle
suore secondo le loro capacità. Suor
Giusy e Suor Sabrina rinnovano a tutti
gli auguri di Buon Anno e vi ringraziano di cuore per il vostro sostegno.
AMICI DI BABUSONGO ONLUS
IBAN : IT
18I0521620600000000002722
www.amicidibabusongo.it
“Torneo di ping pong, ecco come siamo saliti sul podio… ”
Domenica 10 gennaio si sono svolte le
oratoriadi di ping pong, un torneo di tennis da tavolo che voleva vedere coinvolti
tutti gli oratori della zona. Purtroppo però
hanno partecipato solo due oratori: l'oratorio di Limito e il nostro di San Felice,
ma è stato lo stesso divertente. Il torneo
era diviso in tre categorie: giovanissimi,
ragazzi e allievi. Siccome noi ragazze
eravamo solo in tre, non è stato possibile
creare un torneo femminile e noi femmine abbiamo partecipato coi maschi. Non
è stato possibile anche fare il torneo allievi per mancanza di ragazzi di quella età.
Purtroppo noi di San Felice ci siamo dovuti sfidare tra noi, ma comunque il nostro oratorio ha vinto ben tre trofei su
quattro: il quarto, il terzo e... il primo po-
sto! È stata un'esperienza molto divertente, non solo perché mi piace giocare, ma
anche perché abbiamo conosciuto gente
nuova, e abbiamo capito finalmente cosa
volesse dire essere una squadra, sostenerci a vicenda.
Gaia G.