Ansa - Unione Artigiani della Provincia di Milano

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Tribunale Milano blocca 'Uber pop' in tutta Italia
Il Tribunale di Milano ha disposto il blocco di 'Uber-pop', uno dei servizi messi a disposizione dalla app Uber,
su tutto il territorio nazionale con inibizione dalla prestazione del servizio. E' stato dunque accolto il ricorso
presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti per "concorrenza sleale".
L'attività svolta da Uber attraverso la 'app' Uber-pop, scrive il giudice di Milano Claudio Marangoni
nell'ordinanza, è "interferente con il servizio taxi organizzato dalle società, svolto dai titolari di licenze". La
richiesta "di trasporto trasmessa dall'utente mediante l'app Uber-pop - si legge - oltre ad essere modalità
tecnica già utilizzata dalle cooperative di tassisti appare di fatto del tutto assimilabile al servizio di radio
taxi. La mancanza di titoli autorizzativi - scrive ancora - da parte degli autisti Uber-Pop, come invece
prevedono le leggi sui servizi di trasporto, comporta "un effettivo vantaggio concorrenziale" per il gruppo
Uber e uno "sviamento di clientela indebito. Senza i costi inerenti al servizio taxi", gli autisti Uber-Pop
possono applicare "tariffe sensibilmente minori rispetto a quelle del servizio pubblico.
Nelle scorse settimane, infatti, le organizzazioni sindacali e di categoria, locali e nazionali, dei tassisti e dei
radiotaxi, assistite da un team legale composto dagli avvocati Marco Giustiniani, Nico Moravia, Giovanni
Gigliotti e Alessandro Fabbi, avevano presentato un ricorso cautelare ed urgente per chiedere
l'oscuramento della 'app' Uber-Pop, uno dei servizi messi a disposizione dalla multinazionale americana
Uber che permette a chiunque di fare il tassista senza licenza, e l'inibitoria dal servizio. Oggi il giudice della
sezione specializzata imprese del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni, con un'ordinanza ha accolto il
ricorso, accertando, da quanto si è saputo, la "concorrenza sleale" del servizio del gruppo Uber. Il giudice
con un provvedimento cautelare ha disposto il blocco di Uber-Pop e l'inibitoria della prestazione del
servizio su tutto il territorio nazionale. Nel suo provvedimento il magistrato ha chiarito che Uber avrà 15
giorni di tempo per adeguarsi all'inibitoria disposta, altrimenti scatteranno delle penali. Contro il
provvedimento cautelare, in ogni caso, c'è la possibilità da parte di Uber di fare ricorso.
Esulta Pietro Gagliardi, responsabile sindacale per la categoria dei tassisti dell'Unione Artigiani della
Provincia di Milano. "E' una grande vittoria e non l'abbiamo fatto solo per noi e il nostro lavoro, ma anche
per la sicurezza degli utenti. Siamo dovuti arrivare in aula di giustizia perchè qualcuno decidesse, nessuno
voleva prendersi questa responsabilità: prima di ricorrere in Tribunale ci siano rivolti a Comune, Regione, al
Governo, tutto inutile". "Esistono delle regole, delle norme da seguire - ha detto ancora Gagliardi - non può
arrivare una società anche se è un'importante multinazionale a stravolgerle, in nome di cosa poi? della
tecnologia e dell'innovazione? ma noi abbiamo tecnologia e innovazione da vendere". I tassisti, ha spiegato
ancora il rappresentante sindacale, non si fanno illusioni, certi di aver vinto oggi solo una battaglia perchè la
guerra sarà ancora molto lunga. "Intanto questo mi sembra un ottima risultato perchè fino ad oggi nessuno
si era voluto assumere questa decisione - ha aggiunto - E, ripeto, non è una difesa di categoria, noi ci
preoccupiamo anche della tutela dei clienti: chi finora è salito su un taxi sa di avere a che fare con un
professionista di questo lavoro e può stare tranquillo, diamo garanzie e sicurezza, si potrà dire lo stesso in
futuro?".
Protesta invece il Codacons: "E un danno enorme per gli utenti, perché limita la concorrenza e riduce le
possibilità di scelta per i cittadini''. "E' impensabile che un paese moderno possa essere privato di sistemi
innovativi come Uber, che rispondono ad esigenze di mercato e sfruttano le nuove possibilità introdotte
dalla tecnologia - afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi - Così facendo si finisce per produrre un
duplice danno al consumatore finale: da un lato una minore scelta sul fronte del servizio, dall'altro tariffe
più elevate per effetto della minore concorrenza". "Ciò che serve, semmai, è integrare Uber nel mercato
italiano rendendolo conforme alle disposizioni vigenti, garantendo legalità e sicurezza senza danneggiare gli
altri operatori. Per tale motivo - prosegue Rienzi - rivolgiamo oggi un appello al Ministro dei Trasporti,
Graziano Delrio, affinché studi le misure necessarie a rendere pienamente legale Uber senza limitazioni
medievali alla concorrenza".