Rel fin fototrappolaggio ronchi
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Rel fin fototrappolaggio ronchi
Sperimentazione del fototrappolaggio presso siti di foraggiamento per il monitoraggio della popolazione di cinghiale nella Riserva Naturale di Decima Malafede (RM) Anno 2011 - Relazione conclusiva Francesca Ronchi con la collaborazione di Paola Aragno Premessa Il cinghiale riveste attualmente un ruolo peculiare e problematico nella gestione faunistica di tutto il territorio italiano. La sua criticità è legata alle caratteristiche biologiche e alla storia delle sue popolazioni. Si tratta infatti di una specie con un tasso potenziale di crescita particolarmente elevato e che può andare soggetta ad ampie fluttuazioni nella densità legate principalmente alla variazione di disponibilità dei frutti forestali. Questa specie è stata inoltre oggetto di manipolazioni di ogni genere promosse dalla gestione venatoria dei passati decenni: incroci ed immissioni con soggetti provenienti da popolazioni straniere o da allevamento. In concomitanza con questi aspetti agisce il fatto che il cinghiale è in grado di arrecare danni notevoli alle attività agricole. A tutto ciò si unisce la difficoltà di monitorare questa specie a causa delle sue abitudini notturne e del tipo di ambiente che predilige: boschi e arbusteti. La riserva di Decima Malafede è un'area altamente idonea per il cinghiale in quanto caratterizzata da boschi mediterranei (Quercus spp.) intervallati ad aree agricole, e la popolazione di cinghiale rappresenta un problema per le attività colturali presenti nell'area. La Direttiva Regionale n. 320 del luglio 2006 rimarca come il primo tra gli obiettivi generali di un'area protetta sia la conservazione degli ecosistemi naturali e degli equilibri ecologici che li caratterizzano; leggi nazionali e regionali sottolineano inoltre come la salvaguardia delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali sia fra le finalità più significative di un'area protetta (art.1 L. 394/91 e art.3 L.R. 29/97). Il ripristino di tali equilibri in alcuni casi comprende il "controllo" della fauna selvatica facendo ricorso a metodi cosiddetti "ecologici" come le recinzioni elettrificate fino ad arrivare, quando necessario, al “controllo numerico” da realizzarsi tramite prelievi faunistici o abbattimenti selettivi; questi devono però essere considerati solo una tra le diverse opzioni gestionali attuabili. Altre opzioni sono costituite da pratiche di indennizzo e prevenzione. Sempre la direttiva n. 320, così come le "Linee guida per la gestione del cinghiale (Sus scrofa) nelle aree protette" prodotta dall'ISPRA (Monaco et al. 2010) evidenziano come sia fondamentale per la programmazione di un eventuale piano di controllo - ma utile anche quando si attuino politiche di indennizzo e prevenzione come avviene attualmente nella Riserva Naturale di Decima Malafede - l'acquisizione di una sufficiente conoscenza in merito alla popolazione responsabile dei danni in termini di distribuzione, consistenza e struttura. Il monitoraggio costante e non episodico della popolazione permetterà infine di poter effettuare una valutazione critica dei risultati 2 ottenuti in seguito alle azioni intraprese ed il suo inserimento va quindi compreso tra le attività strutturali che devono essere svolte regolarmente dall’area protetta. In questa ottica l'Ente Regionale RomaNatura ha dato avvio nel 2009 ad un progetto denominato «Sperimentazione e Collaudo di "Interventi di Prevenzione e Monitoraggio" sulle specie che arrecano maggiori danni alle colture agricole all'interno delle aree protette gestite dall'Ente: METODI A CONFRONTO». Il progetto nella fase preliminare ha compreso la progettazione di un database geografico riguardante i danni alle colture, la sperimentazione e il monitoraggio di metodi preventivi e dissuasivi e lo studio di metodi di monitoraggio delle popolazioni animali responsabili dei danni alle colture. Nell'ambito di tale progetto mi è stato affidato dall'Ente RomaNatura, con determinazione n. 108 del 26 novembre 2009, l’incarico per la realizzazione degli interventi denominati: "Intervento IIa – Osservazioni sui siti di foraggiamento" e "Intervento IIb – Fecal pellet group count” facenti parte dell'Intervento II "Monitoraggio della popolazione di cinghiali". Il presente lavoro riguarda la sperimentazione di uno dei metodi di monitoraggio proposti per la popolazione di cinghiale presente nella R.N. di Decima-Malafede (Intervento IIa) - l’osservazione degli individui presso siti di alimentazione appositamente creati - realizzato attraverso l’utilizzo di strumentazione innovativa come le fototrappole con sensore a infrarosso di movimento e foraggiatori automatici, ed è stato svolto in collaborazione con la dott.ssa Paola Aragno in tutte le sue fasi. 1. IL MONITORAGGIO Il monitoraggio può essere definito come la raccolta periodica nel tempo di informazioni utili a valutare eventuali cambiamenti che intervengano nello scenario costituito sia dalla popolazione animale oggetto di gestione sia dalla dimensione umana del problema rappresentato dalla sua presenza (Monaco et al. 2010). Nel caso del cinghiale nella Riserva Naturale di Decima-Malafede un obiettivo potrebbe essere la valutazione dell'andamento quantitativo e spaziale della popolazione per ottenere elementi utili alla riduzione del conflitto tra area protetta e popolazioni residenti. Per censimento si intende la conta totale delle caratteristiche indagate. Nel nostro caso l'oggetto dell'indagine è la consistenza della popolazione, ma un conteggio esaustivo (censimento) che porti ad individuare una densità assoluta, ha dei costi elevati o 3 spesso risulta impraticabile per lo sforzo richiesto, in particolare per questa specie e per l’ambiente in cui vive. Il cinghiale infatti presenta delle caratteristiche che rendono estremamente difficile effettuare delle conte totali: • utilizza quasi esclusivamente ambienti con ridotta visibilità; • presenta un comportamento elusivo; • ha un’attività prevalentemente notturna o crepuscolare; • può mostrare un’elevata mobilità; • ha la tendenza a formare grandi gruppi familiari. Fortunatamente non è sempre indispensabile avere una stima della entità assoluta di una popolazione. E' possibile infatti ottenere delle densità cosiddette relative - che riguardino cioè solo un campione della popolazione - utilizzando degli indici di abbondanza che riflettano l’andamento quantitativo della popolazione a partire da fenomeni comunque legati alla densità della specie. Gli indici sono quasi sempre abbordabili in termini di rapporto costi/benefici e mantengono comunque i principi di correttezza e rigore che devono essere garantiti nel monitoraggio (Monaco et al. 2010). Vi sono infine alcune tecniche di monitoraggio che permettono di stimare, a partire da una densità relativa osservata, il numero di individui totale presente nella popolazione associato ad un intervallo di errore: essi si basano su rigorosi assunti statistici e necessitano di un'analisi complessa. Sia che si applichi una conta esaustiva sia che si decida di utilizzare un indice, è possibile effettuare conteggi diretti o indiretti: nei conteggi diretti vengono contati gli individui stessi della popolazione; in quelli indiretti vengono raccolti dati su segni di presenza della specie che devono essere correlati al numero di individui da relazioni ben note (ad es. per le feci è necessario conoscere il tasso di defecazione degli individui ed il tasso di decadimento delle fatte). 1.1 CONTEGGIO SU SITI DI FORAGGIAMENTO Uno dei metodi utilizzati per il monitoraggio dei cinghiali è il conteggio su siti di foraggiamento. Solitamente esso viene condotto di giorno spargendo del foraggio (ad es. mais) in punti predefiniti e utilizzando operatori esperti nel riconoscimento degli individui per identificare non solo il numero ma anche le classi di sesso ed età degli animali che frequentano i siti. Particolare cura deve essere posta, nella messa a punto del protocollo operativo, nella disposizione dei siti di foraggiamento al fine di minimizzare i doppi conteggi e per monitorare una porzione significativa dell'area di studio. A seconda dell’efficacia delle esche nell’attrarre gli individui la popolazione che 4 viene così conteggiata rappresenterà una porzione più o meno grande della popolazione realmente presente e in assenza di un metodo che permetta di conoscere il rapporto tra individui visti e quelli effettivamente presenti quello che si otterrà sarà un indice di abbondanza relativo. Il metodo consente quindi di ottenere: • un numero minimo di animali presenti nell’area di studio; • un trend di popolazione a patto che esso venga effettuato in modo standardizzato e ripetibile negli anni; • alcuni parametri di popolazione importanti nella valutazione dello stato della popolazione come il rapporto piccoli / adulti. Il metodo del conteggio presso siti di foraggiamento può essere utilizzato in associazione con metodi di stima più accurati come il capture-mark-recapture che prevedono la cattura di un campione di animali e la loro marcatura individuale. Il riconoscimento delle marche durante il conteggio e la successiva applicazione di un metodo di analisi statistica, che permette di calcolare il rapporto tra animali visti e quelli realmente presenti, forniscono una stima dell'intera popolazione associata ad un intervallo di errore. 1.2 FOTOTRAPPOLAGGIO SU SITI DI FORAGGIAMENTO Con lo sviluppo di macchine fotografiche dotate di sensori passivi di movimento a infrarosso si ha a disposizione uno strumento per migliorare la tecnica del conteggio su siti di foraggiamento soprattutto in ambienti fortemente antropizzati (dove gli animali difficilmente si muovono nelle ore diurne) come la Riserva Naturale di DecimaMalafede. La possibilità di effettuare fotografie o filmati senza che sia necessaria la presenza di un operatore in loco presenta molteplici vantaggi: • permette di effettuare il monitoraggio anche quando la forza lavoro disponibile sia ridotta; • elimina quasi del tutto il disturbo arrecato dall'operatore (escluso il momento del montaggio o di eventuali controlli) facilitando quindi il contatto con la specie in oggetto; • il flash infrarosso di cui sono dotate le fototrappole permette di scattare fotografie durante le ore notturne o crepuscolari durante le quali, in ambienti fortemente vocati all'agricoltura e alla pastorizia, si ha la maggior possibilità di avvistamento del cinghiale; inoltre, dal momento che non viene visto dagli animali, esso non influenza la loro frequentazione del sito. 5 La tecnica utilizzata per il monitoraggio ricalca quella descritta per il conteggio su siti di foraggiamento (par. 1.1), con la differenza che la fornitura di mais è stata effettuata tramite dei distributori automatici (si veda par. 2.2). 1.3 SCELTA DEL CAMPIONAMENTO Come si è visto nella quasi totalità dei casi durante il monitoraggio di una popolazione non è possibile raccogliere le informazioni oggetto di ricerca relativamente a tutta l'area o a tutti gli individui di una popolazione - e questo è ancora più vero con una specie come il cinghiale, particolarmente elusiva, notturna e che frequenta habitat a copertura elevata - ed è quindi necessario ricorrere al campionamento. Il campionamento permette di selezionare un sottoinsieme appropriato della popolazione o dell'area di studio in modo tale che le informazioni da esso ricavate, con un certo grado di errore, possano essere generalizzate all’intera popolazione (Monaco et al. 2010). Particolare importanza in questo caso è stata data alla localizzazione dei punti di monitoraggio (posizionamenti, vedi par. 5.1) e soprattutto alla loro distanza relativa, individuata in funzione del comportamento spaziale della specie; per minimizzare il rischio di doppi conteggi e massimizzare la probabilità di contare tutti gli animali presenti nel territorio infatti, bisogna tenere conto dello spazio che viene abitualmente occupato dalla specie e delle distanze che essa può percorrere in presenza di un'esca. In Figura 1 sono rappresentati schematicamente i problemi maggiori a cui si va incontro nella scelta dei siti di campionamento: se le fototrappole sono posizionate troppo vicine fra di loro (A), ad una distanza che l'individuo percorre agevolmente (rappresentata dal cerchio azzurro), ci saranno alte probabilità che entrambe le fototrappole “catturino” lo stesso individuo durante i suoi spostamenti; d'altro canto se esse sono posizionate a distanze troppo elevate (B), è probabile che un certo numero di individui non vengano mai fotografati. A B Figura 1. Possibili problemi del campionamento nel monitoraggio tramite fototrappola fotografica (misure fuori scala). Il cerchio azzurro rappresenta il territorio normalmente frequentato da un individuo. I cerchi piccoli rappresentano il campo entro il quale il sensore fa 6 scattare la trappola. (A) l'individuo viene fotografato da due fototrappole; B) l'individuo non viene fotografato. Appare evidente che il punto cruciale, la distanza fra i siti di monitoraggio, debba essere trovata in funzione delle abitudini della specie studiata e dell'ambiente. Studi precedenti sul cinghiale hanno messo in evidenza come cinghiali che raggiungano aree coltivate ricche di nutrimento o che vengano abituati ad una stazione di foraggiamento non si allontanano più di 800-1000 metri dal luogo di foraggiamento se consideriamo un arco temporale inferiore ad un mese: in Toscana, Boitani e collaboratori con un campione di 25 cinghiali muniti di radiocollare hanno calcolato un utilizzo dello spazio (core area) inferiore ad un chilometro quadrato (Boitani et al., 1995). Le distanze percorse dai cinghiali sono molto modeste, inoltre, in presenza di abbondanti risorse alimentari localizzate come nel caso della Riserva Naturale di Decima-Malafede e all’epoca dei parti e dello svezzamento dei piccoli (Leaper et al., 1999; Janeau et al., 1995). In Provincia di Bologna, nell’ATC BO 3 in un anno il 37 % delle ricatture di cinghiali si è verificata in una classe di distanza inferiore a un chilometro dal luogo di cattura originale, mentre il 60 % degli individui marcati è stato ripreso ad una distanza non superiore a tre chilometri dal luogo di cattura (Monaco et al., 2003). A seguito di queste ed altre evidenze sperimentali si è deciso, per lo studio in questione, di sovrapporre sull'intera superficie dell'area di studio una griglia di punti, corrispondenti ad eventuali punti di foraggiamento, distanti 1400 metri fra loro; intorno a questi è possibile rappresentare dei buffers circolari di 700 metri di raggio (con un'area risultante di circa 154 ettari) che vadano quindi a coprire l'intera Riserva Naturale senza sovrapposizioni (Figura 2). 7 Figura 2. Sovrapposizione della griglia di punti di monitoraggio distanti 1400 metri uno dall'altro alla carta della Riserva Naturale di Decima-Malafede. Buffer (cerchi marroni) di 154 ettari di area. Fra questi punti, con una certa approssimazione dovuta alle caratteristiche ambientali, ne sono stati scelti alcuni in cui iniziare la sperimentazione. 2. MATERIALI E STRUMENTAZIONE 2.1 LA FOTOTRAPPOLA L’acquisto delle dieci fototrappole utilizzate ("Scout Guard Camera", Figura 3) era stato curato dalla dott.ssa Paola Aragno, in collaborazione con la dott.ssa Paola Pierucci, prima dell’inizio del presente progetto accertandosi che rispondessero ad alcuni requisiti ritenuti necessari: dimensioni ridotte, costo contenuto e possibilità di effettuare fotografie e video notturni con flash ad infrarossi poco visibile dagli animali. In questa fase si era anche provveduto all’acquisto delle batterie stilo ricaricabili necessarie per le fototrappole (8 per ciascuna unità), in numero tale da garantire la sostituzione in tutte le unità acquistate (10 X 8 X 2 = 160 batterie stilo). La necessità di ricaricare un grande numero di batterie in contemporanea aveva poi suggerito l'acquisto di cinque caricatori Duracell da 8 posti, quattro caricatori Star da 4 posti e un caricatore Valex da 8 posti, 8 gli ultimi due con anche funzioni di scarica e tester. Nella stessa fase si era inoltre provveduto all’acquisto dei distributori automatici di foraggio. In seguito, durante la realizzazione del progetto sperimentale, sono state acquistate 5 schede SD in più rispetto alle 10 dell’acquisto iniziale. Le fototrappole Scout Guard sono costituite da un unico corpo di dimensioni 13 x 8 x 4,8 cm resistente alla pioggia e possono scattare fotografie ad alta qualità (formato .jpg fino a 5 Mp) oppure brevi filmati video (formato .avi). Sono attivate dal movimento di persone o animali in una certa zona di interesse controllata da un sensore passivo di movimento a infrarossi (PIR). Quando viene rilevato un movimento umano o animale nel raggio di azione del sensore (cono d'azione) l’apparecchiatura viene risvegliata (tempo di reazione=1 sec) e realizza automaticamente foto o video, in base alle regolazioni impostate, senza emettere alcun suono. L’apparecchio è inoltre equipaggiato con un illuminatore a infrarosso integrato che funziona da flash in modo da effettuare foto o video (in B/N) a distanze medie (entro i 5-8 metri) anche a notte fonda. L'illuminatore infrarosso è poco visibile per gli animali cosicché il disturbo apportato è minimo. Le immagini e i video vengono salvati su una scheda di memoria SD da 2 gigabyte alloggiata nella parte inferiore dove trovano posto anche la presa usb, il vano per batterie, l'interruttore di accensione e una presa per il funzionamento con batterie esterne. Il pannello inferiore è protetto da un coperchio con guarnizioni. La Scout guard è inoltre dotata di un telecomando (Figura 3C) con schermo a bassa risoluzione che si connette tramite porta usb per impostare o modificare i settaggi e per visualizzare le immagini scattate. 9 A B C Figura 3. Fototrappola "Scout guard" (A) montata alla base di un albero; (B) schema delle caratteristiche; (C) con telecomando inserito. La fototrappola può essere alimentata da quattro o otto pile alcaline AA (stilo). Fra le varie impostazioni disponibili quelle più utilizzate durante la sperimentazione sono state le dimensioni dell'immagine o dei video, il numero di scatti (intesi come scatti consecutivi, a distanza di 1 secondo, per ogni attivazione del sensore) e l'intervallo fra una attivazione del sensore e l'altra. Queste caratteristiche cambiano notevolmente la durata della fototrappola in termini di batterie e di spazio disponibile sulla scheda. 10 Tabella 1. Caratteristiche della fototrappola Scout Guard. Nella seconda colonna sono riportate quelle fornite di default dalla casa costruttrice, nella terza i valori impostabili tramite il telecomando. Il numero di scatti è inteso come scatti consecutivi, a distanza di 1 secondo, per ogni attivazione del sensore; per intervallo si intende il numero di secondi fra una attivazione del sensore e l'altra. Il timer viene utilizzato nel caso si volesse disattivare la fototrappola in alcuni momenti della giornata (es. durante il giorno). PARAMETRO DEFAULT ALTRE IMPOSTAZIONI Camera Mode Camera (foto) Video Dimensione Immagine 3M = 2048x1536 px 5M = 2560x1920 px Definizione Video 640x480 px 320x240 px Numero di scatti 1 foto 2 foto – 3 foto Durata Video 10 Secondi 1 – 60 secondi Intervallo 1 Minuto 0 – 59 secondi, 1 – 60 minuti Livello di Sensibilità Normale Alta, Bassa Stampa data e ora On Off Regola Timer Off On (00:00 – 23:59) 2.2 IL FORAGGIATORE Il foraggiatore utilizzato (Figura 4), è formato da un corpo motore e da un bidone ad esso fissato nel quale viene versato il foraggio scelto. Il motorino, attivato da un timer programmabile due volte al giorno per un tempo variabile di alcuni secondi, fa ruotare il piattino sul quale il mais cade per gravità dal contenitore soprastante permettendo quindi lo spargimento del foraggio per un raggio di circa 3-4 metri. Il motorino utilizza una batteria al piombo da 6V con morsetti a molla, mentre il timer funziona con una normale pila stilo. Per poter effettuare il campionamento con più foraggiatori contemporaneamente sono state acquistate 10 batterie ricaricabili da 6 V e due caricatori per le stesse (Figura 5). Il bidone è dotato di un coperchio e di un manico per il trasporto mentre non sono previsti sistemi di fissaggio. La capacità del foraggiatore utilizzato è di circa 25 kg di foraggio (20 kg di mais); 11 A B Figura 4. Foraggiatore utilizzato nella sperimentazione. (A) Il bidone appeso ad un ramo dopo l'installazione; (B)particolare del corpo motore protetto dal coperchio cilindrico e del timer visibile senza il coperchio; nello stesso alloggiamento è ospitata la batteria. A B Figura 5. (A) Batteria ricaricabile al piombo da 6 V con morsetti a molla per il motore del foraggiatore. (B) Caricatore per due batterie. 2.3 IL FORAGGIO La scelta del foraggio da utilizzare come esca è ricaduta sul mais. L’elevata appetibilità per il cinghiale, la facile reperibilità in tutti i periodi dell’anno e il costo relativamente basso sono stati i motivi che hanno determinato la scelta. 12 E’ stato misurato il quantitativo di mais erogato dai foraggiatori al secondo (Figura 6) ed è stata fatta un’ipotesi di campionamento sulla base della quale è stata calcolata la quantità di mais necessario. L'esigenza di dover acquistare l'intera fornitura di mais all’inizio del progetto e la concomitante mancanza di uno spazio adatto in cui conservarlo nella sede di RomaNatura, ha portato alla ricerca di un fornitore che permettesse di procedere all'acquisto del quantitativo totale ma di prelevare di volta in volta solo la quantità di mais necessario confezionato in sacchi da 10 kg più facilmente gestibili. Una volta individuato il fornitore sono stati acquistati 150 quintali di mais, di cui 50 utilizzati fino ad ora. 2.4 MATERIALE PER IL MONTAGGIO Per il montaggio delle apparecchiature sono stati acquistati materiali di fissaggio come corde, fascette di nylon di varie misure, cavi di acciaio completi di morsetti per la chiusura, moschettoni da alpinismo ecc. E' stato inoltre necessario dotarsi di una scala telescopica che potesse essere utilizzata a libro, in appoggio, o "zoppa" per assicurare il montaggio in tutta sicurezza anche in terreni in pendenza o accidentati. La dotazione comprendeva inoltre ovviamente attrezzi di vario tipo (pinze, cesoie, cacciaviti, brugole, mazzuola, ecc). Sono stati acquistati anche attrezzi da giardinaggio per pulire da eventuali rovi ed erbacee la zona di fronte alla fototrappola. 3. OPERAZIONI PRELIMINARI 3.1 COLLAUDO DELLA STRUMENTAZIONE Tutta la strumentazione è stata collaudata al fine di verificarne il funzionamento prima dell'utilizzo. Per i foraggiatori si è proceduto all'attivazione manuale (tramite l'apposita funzione test) ripetuta 3 volte. Per le fototrappole sono stati effettuati degli scatti in modalità manuale testando la funzionalità dei sensori e dei telecomandi forniti in dotazione. Il collaudo ha messo in evidenza il malfunzionamento di un foraggiatore automatico (blocco del motorino) e di uno dei telecomandi (tasto destro non funzionante) che sono stati quindi inviati alla ditta fornitrice per essere sostituiti o riparati. 13 E' stato verificato il funzionamento delle schede SD da 2 giga utilizzate per la memorizzazione delle fotografie ed è stato infine effettuato un collaudo del meccanismo di spargimento del foraggio e del funzionamento del timer (Figura 6). A B Figura 6. Collaudo del foraggiatore. (A) Impostazione del timer; (B) verifica dell'avvenuto spargimento del foraggio e misurazione della quantità erogata nell’unità di tempo. 3.2 STUDIO DEI METODI DI MONTAGGIO Il montaggio della strumentazione (fototrappola e foraggiatore) ha richiesto numerose prove sul campo prima dell'inizio del campionamento. La prima necessità evidente è stata quella di assicurare i due oggetti a supporti che fossero facilmente reperibili nella zona di indagine, principalmente tronchi e rami di alberi di varie dimensioni. La fototrappola è fornita di fascetta di tessuto con meccanismo di blocco ma è stato aggiunto un filo di acciaio da 4 mm chiuso da un morsetto a dadi per scoraggiare eventuali manomissioni (Figura 7). Il cavo di acciaio è stato ricoperto da nastro isolante nero per evitare riflessi che potessero attirare l'attenzione degli animali. Per una percezione migliore delle dimensioni dei cinghiali fotografati e per poter distinguere più facilmente i tratti identificativi del sesso (capezzoli per le femmine allattanti, pennello o testicoli per i maschi) si è deciso di posizionare le fototrappole relativamente vicino al terreno. 14 A B Figura 7. Montaggio della fototrappola. (A) Chiusura del cavo di acciaio mediante una brugola; (B) fototrappola assicurata con fascetta di stoffa e cavo di acciaio. Il foraggiatore ha presentato problemi maggiori non essendo dotato di ganci e dovendo essere posto ad una certa altezza per evitare che i cinghiali riuscissero a far cadere altro mais oltre quello previsto. Sono state effettuate delle prove per capire quale fosse il metodo migliore per ricaricare il foraggiatore e per rendere le operazioni relativamente semplici e non pericolose. Le prime prove di sollevamento del bidone carico con una carrucola si sono dimostrate troppo difficoltose e rischiose per gli operatori e per l'attrezzatura. Si è quindi deciso di lasciare il foraggiatore appeso e riempirlo tramite una scala e un secchio (Figura 8). Tramite fascette di nylon è stato quindi fissato un moschettone a vite al manico in plastica per poter appendere il bidone ad una corda agganciata al ramo prescelto (Figura 9). 15 A B Figura 8. Sperimentazione per il metodo di riempimento del bidone. (A) sistema a carrucola; (B) sistema con scala. A B Figura 9. Montaggio del foraggiatore. (A) Installazione del moschettone a vite; (B) fissaggio al ramo tramite corda. . Una delle maggiori difficoltà nell'analisi delle immagini da fototrappola è il riconoscimento delle dimensioni degli animali; si è quindi deciso di utilizzare un 16 riferimento, di altezza nota, installato sempre alla stessa distanza dalla fototrappola; sono stati preparati dei tondini di ferro da cantiere alti 80 cm muniti di banderuola gialla all'estremità da piantare nel terreno con l'aiuto di una mazzuola (Figura 10). Figura 10. Tondino di ferro con banderuola gialla utilizzato come riferimento per le distanza e le dimensioni degli animali. Sul tronco a sinistra, poco visibili, sono montate le fototrappole. 4. INSTALLAZIONE DELLA STRUMENTAZIONE 4.1 IDENTIFICAZIONE DEI SITI DI POSIZIONAMENTO Numerosi fattori ed esigenze hanno contribuito a determinare l'ubicazione dei siti per la sperimentazione del monitoraggio. Preliminare è stato lo studio cartografico dell’area realizzato tramite il Sistema Informativo Territoriale (SIT). Particolarmente utile è risultata la parte del SIT relativa alla distribuzione dei danni, (Figura 11) realizzata precedentemente dalla dott.ssa Paola Aragno. Identificando le aree interessate dai danni e sovrapponendolo con la distribuzione dei punti definita (si veda par. 1.3) è stato possibile individuare molti siti che per alcuni aspetti, soprattutto logistici, risultavano altamente idonei (sicura presenza della specie, conduttore del terreno già noto e collaborativo, minor probabilità di furti e sabotaggi). I punti sono stati scelti nel rispetto delle distanze stabilite di 1400 metri (si veda par. 1.3) ma con criteri diversi nei tre campionamenti effettuati (v. seguito). 17 Figura 11. Schermata del Sistema Informativo Territoriale utilizzato per l'identificazione dei siti di posizionamento. Una volta decisa la localizzazione dei siti su carta sono stati contattati i proprietari o gli agricoltori per esporre il progetto e chiedere la loro collaborazione. Tutti i soggetti contattati si sono dimostrati disponibili a installare la strumentazione; molti di loro hanno dato un contributo alla realizzazione di questa sperimentazione sia in termini di idee che di supporto pratico e logistico. Per ogni sito individuato sono stati quindi effettuati dei sopralluoghi per verificare l'accessibilità e la presenza di supporti adatti alla strumentazione. La necessità di trasportare nelle vicinanze del sito una grande quantità di materiale di notevole peso infatti (scala, sacchi di mais, attrezzi ecc), ha reso imperativa la vicinanza di strade percorribili con macchine private; dove questo non è stato possibile si è rivelato indispensabile l'aiuto dei Guadiaparco della Riserva e in un caso si è resa necessario l'intervento dell'agricoltore e del trattore per il trasporto dei materiali e degli operatori in loco (Figura 12). Figura 12. L'accesso ai siti in alcuni casi è stato possibile solo con i mezzi fuoristrada dei Guardiaparco o con il trattore dell'agricoltore. 18 I sopralluoghi erano finalizzati soprattutto alla ricerca di supporti per la fototrappola e il foraggiatore (alberi o pali) che rispondessero contemporaneamente ad alcuni criteri. Il foraggiatore infatti deve essere posizionato in modo che la parte più bassa risulti ad almeno un metro, un metro e mezzo dal suolo per scongiurare la possibilità che il cinghiale lo colpisca con il muso nel tentativo di far cadere il mais; considerando l'altezza dell'oggetto, manico compreso, questo implica un fissaggio a circa 2 metri e mezzo di altezza; il peso del recipiente pieno (20 kg) impone inoltre di trovare dei rami abbastanza robusti da poter sorreggere tale peso senza pericolo di rotture. La fototrappola deve essere installata relativamente vicino al terreno in modo da riprendere gli individui all' altezza del garrese permettendo un migliore riconoscimento delle dimensioni e dei sessi; è inoltre necessario poter aprire il vano inferiore per sostituire le batterie e la scheda di memoria e per collegare il telecomando che permette la modifica delle impostazioni; il supporto della fototrappola deve inoltre avere, alla giusta altezza, una circonferenza tale da poter fornire un appoggio solido evitando così che si perda l'inquadratura se urtata dagli animali. In aggiunta a queste caratteristiche va considerata la posizione relativa dei due supporti: il cono di azione della fototrappola e la distanza di illuminazione del flash infrarosso infatti, determinano la distanza alla quale i due strumenti possono essere messi. Per finire la zona prescelta deve necessariamente avere una buona visibilità a terra per permettere il riconoscimento degli animali catturati nelle immagini; in alcuni casi si è intervenuti con il taglio di erbacee e piccoli roveti ma la volontà di non intaccare la rinascita delle specie vegetali né tanto meno gli arbusti già cresciuti, ha posto ulteriori limitazioni alla scelta dei siti (Figura 13). A B Figura 13. (A) Taglio delle erbacee nel punto scelto per il posizionamento della strumentazione; (B) il foraggiatore e la fototrappola (ben mimetizzata sul tronco) dopo la pulizia del terreno. 19 Da quanto detto appare evidente che la scelta del sito per un buon posizionamento dell'attrezzatura è un punto di cruciale importanza per l'ottenimento di buoni risultati ed ha rappresentato una parte non indifferente del lavoro totale. 4.2 INSTALLAZIONE SUL CAMPO L'installazione della strumentazione è stata effettuata in un secondo tempo rispetto ai sopralluoghi. Per questa operazione è stato appurata la necessità di due operatori sia per facilitare il trasporto del materiale sia per garantire la sicurezza delle operazioni. Dopo aver eventualmente pulito l'area la fototrappola e il foraggiatore vengono montati come descritto nel par 3.2 (Figura 14). A B Figura 14. Installazione della strumentazione sul campo. (A) due Guardiaparco durante il montaggio di una fototrappola alla base di una quercia; (B) il fissaggio della corda per il posizionamento del foraggiatore. Con l'aiuto del telecomando della fototrappola, nel quale si possono visualizzare le foto scattate manualmente, e di oggetti molto colorati, si controlla l'inquadratura accertandosi che l'altezza, l'inclinazione e la direzione dell'obiettivo permettano una visione quanto più centrata e ampia possibile della zona in cui ricadrà il mais (Figura 15). Un'inquadratura sbagliata vanifica infatti il posizionamento della strumentazione: ad esempio quando l’inquadratura risulta troppo lontana, ossia esclude una fascia vicina alla fototrappola oppure non è centrata sulla zona in cui ricade il mais, verranno persi gli animali che probabilmente sosteranno nelle zone fuori dall’inquadratura (Figura 15C). 20 A B C Figura 15 Verifica dell'inquadratura. (A) Un secchio rosso viene utilizzato come riferimento.; (B) grazie all'attenzione posta nel posizionamento uno striato è stato fotografato anche se molto vicino alla fototrappola; (C) inquadratura troppo alta a causa della quale possono essere persi degli animali. Una scheda di campo è stata appositamente creata per annotare le numerose caratteristiche relative al sito e al posizionamento, gli aspetti logistici legati alla fase di montaggio e di controllo, tutti i parametri impostati (sia della fototrappola che del foraggiatore), i segni di presenza della specie (rooting, trottoi, ecc.) e gli eventuali problemi o altri aspetti rilevanti. Una scheda di campo ben progettata non solo permette di registrare tutti i dati necessari, ma serve anche come check-list per le numerose azioni da compiere nelle diverse fasi delle operazioni. La scheda utilizzata comprendeva molti campi utili essenzialmente per la fase sperimentale del progetto (ad es. i tempi di montaggio, le altezze a cui sono state montate le attrezzature ecc.); in futuro essa dovrà essere semplificata lasciando solo i campi strettamente necessari al monitoraggio. Uno degli aspetti problematici del monitoraggio tramite fototrappole è la possibilità che le stesse vengano danneggiate o rubate. Per questo motivo vengono spesso mimetizzate nella vegetazione o posizionate ad altezze elevate. Nel nostro caso la presenza del foraggiatore e la necessità di operare in aree non eccessivamente chiuse rendevano l'attrezzatura quanto mai evidente. Si è quindi deciso di segnalare con un 21 cartello apposto sul foraggiatore l'attività svolta, l'ente di riferimento (RomaNatura) e la presenza di macchine fotografiche nell'area con l'intento di chiarire la provenienza del materiale, la finalità e scoraggiare eventuali atti vandalici segnalando la possibilità di essere ripresi (Allegato 4), (Figura 16). Figura 16. Foraggiatore con cartello di segnalazione. 4.3 I CONTROLLI Dopo aver installato la strumentazione è necessario effettuare delle visite al sito denominate controlli. Durante i controlli viene appurato lo stato della strumentazione escludendo manomissioni o malfunzionamenti e viene verificato lo stato delle batterie di tutti i dispositivi; quando necessario vengono ricolmati i foraggiatori con il mais e in tutti i casi le schede di memoria sono sostituite con altre vuote. Vengono inoltre annotate alcune osservazioni come i segni di presenza della specie e se possibile risolti i problemi riscontrati (Figura 17). La frequenza dei controlli è un fattore da tenere in considerazione nella progettazione del monitoraggio. Fattori determinanti per stabilire questa frequenza sono indubbiamente la capienza della memoria SD, la durata delle batterie (entrambe dipendenti dalla frequentazione del sito da parte degli animali, non prevedibile) e la frequenza di distribuzione del foraggio che determina la necessità o meno di rifornire il bidone. Al di là di questi aspetti, alcuni dei quali sono stati meglio investigati proprio nella fase sperimentale, va considerato che una minor frequenza di controlli diminuisce il disturbo aumentando le probabilità di osservazione oltre ad essere spesso più compatibile con la disponibilità di personale, mentre nel caso di malfunzionamento o altra problematica insorta (esaurimento inatteso delle batterie, spostamento della fototrappola da parte degli animali con conseguente alterazione dell’inquadratura, 22 manomissione ecc.) l'intervento è tanto più efficace quanto più immediato. In questa fase sperimentale si è cercato quindi di trovare un compromesso fra le due opposte esigenze, stabilendo una frequenza di controllo di 4-5 giorni. A B C D Figura 17. Operazioni durante un controllo. (A) registrazione su scheda di campo dei dati registrati dalla fototrappola; (B) controllo dello stato delle batterie: (C) controllo del livello del mais nel foraggiatore; (D) rilevamento dei segni di presenza: un albero utilizzato come sfregatoio dai cinghiali nelle vicinanze della strumentazione. 5. I CAMPIONAMENTI 5.1 TERMINOLOGIA UTILIZZATA Di seguito vengono chiariti i termini utilizzati. Il progetto è stato portato avanti in tre distinti periodi di lavoro denominati campionamenti (identificati dai numeri 1, 2 e 3), ognuno dei quali caratterizzato da obiettivi e protocolli diversi (vedi paragrafi seguenti per maggiori dettagli). 23 Il sito indica una zona della Riserva Naturale in cui è stato effettuato il campionamento. E' identificato dal nome di un'azienda o da un toponimo. I siti sono concettualmente corrispondenti ai punti di campionamento e distano uno dall'altro circa 1-2 chilometri. La posizione identifica le coordinate geografiche in cui è stata installata l'attrezzatura all’interno del sito. Per posizionamento (P#) si intende l'installazione di una particolare fototrappola (identificata dal numero di inventario) in una precisa posizione all’interno del sito e in un dato periodo. Ad uno stesso sito possono essere riferiti più posizionamenti effettuati ad es. in tempi diversi ma nella stessa posizione oppure nello stesso periodo ma in posizioni leggermente. Fototrappole installate contemporaneamente nello stesso sito ma con settaggi differenti sono considerate come posizionamenti diversi. 5.2 CAMPIONAMENTO 1 Il primo campionamento, effettuato fra Ottobre e Dicembre 2010, è servito principalmente per collaudare i sistemi di montaggio studiati e per testare le possibili impostazioni della fototrappola. In questa primissima fase era quindi importante poter contare su aree relativamente controllate e in cui fosse molto probabile la presenza di cinghiali in modo da poter testare la strumentazione in tranquillità. I due siti coinvolti (Figura 18) sono stati scelti quindi per motivi opportunistici, non seguendo lo schema di campionamento descritto precedentemente. 24 Figura 18. Localizzazione dei due siti utilizzati nel primo campionamento effettuato (posizionamenti P1-P2-P3 e P4-P5-P6). Le linee in arancione identificano i confini della Riserva e le aree urbanizzate. Questo primo campionamento raggruppa quindi sei posizionamenti non necessariamente contemporanei (da P1 a P6) raggruppati in due siti (Tabella 2). Tabella 2. Caratteristiche dei posizionamenti del campionamento 1. Nome del sito, identificativo della posizione, presenza o meno del foraggiatore, numeri di inventario della strumentazione, date di inizio e fine dei posizionamenti, breve descrizione del sito, tipo di supporto a cui è stata fissata la fototrappola, altezza da terra, altezza da terra della parte inferiore del foraggiatore, distanza fra fototrappola e foraggiatore. Posizionamento P1 P2 P3 P4 P5 P6 Sito Castel Romano Castel Romano Castel Romano Bridgestone Bridgestone Bridgestone Posizione 1 2 3 4 5 6 Foraggiatore Inventario fototrappola Inventario foraggiatore Data inizio si no no no no no 4991 3492 3492 3991 4992 4991 29-ott-10 29-ott-10 03-nov-10 27-dic-10 27-dic-10 27-dic-10 Data fine 08-nov-10 03-nov-10 08-nov-10 03-gen-11 03-gen-11 03-gen-11 Descrizione Bordo frutteto con arbusti Bordo frutteto Bordo frutteto con pozza Prato con rovi, buco nella rete Prato vicino a pozza recintata Rovo fitto e prato Supporto fototrappola (cm) albero palo cemento palo cemento palo cemento albero palo guardrail Altezza fototrappola (cm) 30 90 35 79 78 12 2499 25 Altezza foraggiatore (cm) 117 - - - - - Distanza fototforagg. (cm) 275 - - - - - 5.3 CAMPIONAMENTO 2 Nei mesi di febbraio e marzo 2011 è stato effettuato il secondo campionamento nel quale sono stati monitorati quattro diversi siti contemporaneamente (Figura 19). Obiettivi primari erano: identificare ulteriori posizionamenti adatti al monitoraggio nelle successive repliche, contattare i referenti di ogni area per esporre il progetto, chiedere le eventuali autorizzazioni e concordare l'aspetto logistico (accessi, presenza di coltivazioni sensibili ecc), verificare la fattibilità delle operazioni necessarie su un numero maggiore di siti presso cui realizzare posizionamenti contemporanei. I siti sono stati scelti in modo da essere distanti fra loro almeno 1,4 chilometri. Per il montaggio sono stati necessari due giorni, mentre per smontare l'attrezzatura alla fine del periodo di campionamento è stata sufficiente una giornata. Le fototrappole sono rimaste attive dal 10-11 febbraio al 2 marzo 2011 per una media di circa 20 giorni. In questo intervallo di tempi sono stati effettuati 1-2 controlli oltre il montaggio e lo smontaggio. Figura 19. Localizzazione dei quattro siti del secondo campionamento effettuato. Per semplificare è riportato un solo posizionamento per sito. Vedere Tabella 3 per maggiori dettagli. Le linee in arancione identificano i confini della Riserva e le aree urbanizzate, le aree in giallo visualizzano un buffer di 154 ettari intorno al sito. 26 Sebbene i siti contemporanei utilizzati siano stati quattro i posizionamenti realizzati sono stati sette (Tabella 3): in un caso l'attrezzatura a metà campionamento è stata spostata di pochi metri dando origine ad un secondo posizionamento; in due siti (Castel Romano e Macchia Capocotta) sono state installate due fototrappole in contemporanea (Figura 20) per poter confrontare i risultati ottenuti con le immagini e con i video sugli stessi gruppi di animali. Figura 20. Fototrappole installate contemporaneamente per testare i risultati ottenibili tramite l'impostazione "immagine" o "video". Tabella 3. (parte1) Caratteristiche dei posizionamenti del campionamento 2. Nome del sito, identificativo della posizione, presenza o meno del foraggiatore, numeri di inventario della strumentazione, date di inizio e fine dei posizionamenti, breve descrizione del sito, tipo di supporto a cui è stata fissata la fototrappola, altezza da terra, altezza da terra della parte inferiore del foraggiatore, distanza fra fototrappola e foraggiatore. Posizionamento P7 P12 P8 Sito Biofattoria Biofattoria Castel Romano Castel Romano Posizione 7 si 10 si 1 si 1 si 3992 3992 4991 3991 1994 1994 1491 1491 10-feb-11 23-feb-11 23-feb-11 02-mar-11 10-feb-11 02-mar-11 10-feb-11 02-mar-11 Descrizione Prato con noceto, no cespugli Noceto bordo bosco Bordo pescheto, (roveto sfoltito) Bordo pescheto, (roveto sfoltito) Supporto fototrappola (cm) albero albero secco albero albero Foraggiatore Inventario fototrappola Inventario foraggiatore Data inizio Data fine 27 P9 (video) Altezza fototrappola (cm) 17 48 32 50 Altezza foraggiatore (cm) 120 148 117 117 Distanza fototforagg. (cm) 404 530 252 252 Posizionamento P10 P11 P13 (video) Sito Spalletta Bridgestone Macchia Capocotta Macchia Capocotta 8 si 9 si 9 si 2991 4992 3492 2494 1494 1494 11-feb-11 02-mar-11 11-feb-11 02-mar-11 23-feb-11 02-mar-11 Tabella 3. (segue) Posizione Foraggiatore Inventario fototrappola Inventario foraggiatore Data inizio Data fine Descrizione Macchia alta su Bosco macchia fosso, alta sottobosco sottobosco fitto fitto Bosco macchia alta sottobosco fitto Supporto fototrappola (cm) albero albero albero Altezza fototrappola (cm) 42 39 60 Altezza foraggiatore (cm) 138 130 130 Distanza fototforagg. (cm) 410 260 260 5.4 CAMPIONAMENTO 3 L'ultimo campionamento è stato effettuato nel mese di Settembre 2011. Sono state messe in campo otto fototrappole associate ad altrettanti foraggiatori con l'intento di estendere il monitoraggio ad una porzione maggiore dell’intera area di studio (Figura 21). Il periodo scelto coincide con il termine di molte colture ed è un periodo notoriamente critico per il cinghiale in ambiente mediterraneo; la concomitanza dei due fattori aumenta la probabilità di avvistamento degli animali che in questo periodo frequentano volentieri qualsiasi fonte di nutrimento. Inoltre, scegliendo un periodo in cui la maggior parte delle colture stagionali sono terminate, si riduce la possibilità che il foraggiamento in zone prossime alle aree coltivate aumenti la presenza di cinghiali rendendole più vulnerabili al danneggiamento. Fattore decisivo per la scelta del periodo è stata anche la presenza, in settembre, di piccoli dell'anno ancora ben distinguibili dagli adulti permettendo così un migliore riconoscimento delle due classi di età. 28 Figura 21. Localizzazione dei siti del terzo campionamento effettuato. Le linee in arancione identificano i confini della Riserva e le aree urbanizzate, le aree in giallo visualizzano un buffer di 154 ettari intorno al sito. Per montare tutta la strumentazione sono state necessarie circa 13 ore di lavoro suddiviso in 4 giornate. Il campionamento è durato in media 15 giorni, dal 13/16 settembre al 27/30 settembre 2011, durante i quali sono stati effettuati 1 o 2 controlli oltre il montaggio e lo smontaggio (Tabella 4). Tabella 4. (parte1) Caratteristiche dei posizionamenti del campionamento 3. Nome del sito, presenza o meno del foraggiatore, numeri di inventario della strumentazione, date di inizio e fine dei posizionamenti, breve descrizione del sito, tipo di supporto a cui è stata fissata la fototrappola, altezza da terra, altezza da terra della parte inferiore del foraggiatore, distanza fra fototrappola e foraggiatore. Posizionamento P14 P15 Sito Selcetta Via Strampelli Posizione 16 si Foraggiatore Inventario fototrappola Inventario foraggiatore Data inizio Data fine 15 si P16 Comprensorio Castel di Decima 12 si 14 si 3491 3991 4992 0491 2494 1994 1991 0991 13-set-11 27-set-11 13-set-11 27-set-11 13-set-11 29-set-11 14-set-11 29-set-11 29 P17 Trigoria Campi della Roma Descrizione Sughereta bordo campo recinz. militari Querce e ulivi bordo campo Boschetto fra due campi Spalletta bordo medicaio Supporto fototrappola (cm) albero albero albero albero Altezza fototrappola (cm) 49 21 35 28 Altezza foraggiatore (cm) 122 99 Distanza fototforagg. (cm) 339 237 360 362 Posizionamento P18 P20 P21 Sito Fosso Trigoria Biofattoria Spalletta Bridgestone Posizione 11 si P19 Pascolo De Rubeis - Villa Vaselli 13 si 17 si 8 si 4991 2991 4492 3992 0994 4993 1494 2491 14-set-11 29-set-11 15-set-11 30-set-11 16-set-11 30-set-11 16-set-11 30-set-11 Descrizione Spalletta margine campi Bosco Noceto Macchia Supporto fototrappola (cm) albero piccolo albero albero albero Altezza fototrappola (cm) 24 32 32 47 Altezza foraggiatore (cm) 113 100 105 120 Distanza fototforagg. (cm) 310 370 330 440 132 Tabella 4. (segue) Foraggiatore Inventario fototrappola Inventario foraggiatore Data inizio Data fine 6. LE IMMAGINI 6.1 ARCHIVIAZIONE DEI DATI Ad ogni controllo le schede di memoria SD sono state sostituite con altre vuote; si è deciso per questo sistema perché non avrebbe richiesto la disponibilità di un computer portatile. Le immagini sono state salvate in cartelle diverse per ogni singolo controllo (Figura 22), nominate con un codice (posizionamento_annomesegiorno) che contiene il nome del posizionamento e la data di scaricamento; questo tipo di archiviazione ha reso più 30 semplici le operazioni di ordinamento, recupero, e analisi delle immagini. Tutte le cartelle sono state caricate anche sulla memoria portatile dell’Ente. Figura 22. Esempio di cartelle contenenti le immagini nominate in modo da poter essere facilmente ordinate per posizionamento e data del controllo. 6.2 ANALISI DELLE IMMAGINI Il numero di immagini generato da questo metodo di conteggio è elevato. Per un unico posizionamento, nell'intero periodo del campionamento sono state scattate anche più di 3000 foto che dovevano poi essere analizzate una per una. Ci si è subito resi conto che l'individuazione del contenuto delle immagini non poteva essere fatto per ogni singola foto, e che doveva essere trovato un sistema più efficiente. Altro punto critico del metodo è l'interpretazione del contenuto delle immagini: si possono incontrare difficoltà nella determinazione del sesso e delle età, ma soprattutto può essere difficile capire l'avvicendarsi degli individui nelle sequenze fotografiche. Mentre infatti è sempre possibile avere un numero minimo certo di individui dato dal numero massimo di animali avvistato in una immagine, è decisamente più complicato ottenere un numero verosimile di animali presenti nell'area dato dall’insieme dei gruppi che frequentano il sito. Per arrivare a determinare il numero di animali che hanno frequentato il posizionamento nel periodo del campionamento, infatti, dovrebbe essere possibile distinguere un individuo dall'altro ma questo non è realizzabile senza la marcatura individuale degli animali (es. marche auricolari numerate); è necessario quindi elaborare dei metodi alternativi nella fase di analisi delle immagini. E' importante sottolineare come qualunque metodo utilizzato per stimare il numero di animali, al di fuori del minimo numero certo, rappresenti una interpretazione dell'operatore che effettua l'analisi. 31 Il metodo utilizzato per questa prima fase del progetto cerca di minimizzare la soggettività stabilendo a priori una serie di regole per la determinazione degli individui presenti. Di seguito viene illustrato il metodo utilizzato tramite un esempio (Figura 23). Le immagini salvate nella cartella relativa ad un determinato controllo vengono preliminarmente divise in sezioni, ovvero insiemi di immagini che temporalmente non distino fra loro più di 10 minuti (Figura 23A): si assume quindi che per tempi minori di 10 minuti gli animali non si allontanino dalla fototrappola anche se escono dall'inquadratura, mentre dopo 10 minuti si suppone che gli animali rientrati possano essere diversi da quelli usciti dall'inquadratura. In pratica gli individui avvistati all'interno di queste sezioni vengono considerati come uno stesso gruppo. Nell'esempio in figura sono presenti 5 sezioni. Per ogni sezione vengono quindi osservate le immagini tramite un software visualizzatore come ACDSee 5.0 e viene identificato il numero massimo di animali visti contemporaneamente in ogni sezione. Nell'esempio in Figura 23B ad es. vengono contati nelle cinque sezioni: 5 piccoli striati e 1 adulta, 5 piccoli senza striatura, 5 piccoli senza striatura e alcuni istrici nelle ultime due sezioni. Questi dati, e non il contenuto delle singole immagini, vengono immessi in un foglio di calcolo Excel riducendo quindi molto il tempo di archiviazione dei dati: per ogni sezione viene quindi compilato un record (una riga) contenente la data e l'ora di inizio e fine della sezione, il numero di immagini che la costituiscono e il numero massimo di animali visti contemporaneamente divisi per classi di età e sesso. Viene anche registrato il numero di individui di altre specie diverse da quella in esame (istrice, gatto, volpe ecc.) e altri dati utili (visibilità, giorno/notte ecc). Il procedimento viene quindi ripetuto per tutte le sezioni del controllo e per tutti i controlli di un posizionamento. 32 A B Figura 23. Esempio di interpretazione dei gruppi presenti in un sito. Le sezioni sono identificate da riquadri rossi. In verde il numero massimo di individui contati contemporaneamente in ogni sezione. Si veda il testo per chiarimenti. Ipotizzando che un posizionamento sia suddivisibile nelle sole cinque sezioni come in Figura 23, dall'analisi di queste immagini è possibile ricavare due informazioni relative agli individui presenti: A. un valore oggettivo costituito dal numero massimo di individui visti contemporaneamente per sezione (non per fotografia) = 6 animali (5 piccoli striati con 1 femmina adulta) B. un valore ottenuto dalla somma di individui di più sezioni valutati diversi fra loro = 11 animali (5 piccoli striati con femmina adulta + 5 piccoli non striati). Nel secondo caso (B) per poter affermare che gli individui sono diversi fra loro e poter quindi operare una somma, è necessaria la presenza di fattori distintivi come classi di sesso ed età, composizione dei gruppi, conformazioni particolari come le striature dei piccoli ecc. Operando di fatto un'interpretazione, è importante tenere presente che vi è un errore insito nel secondo metodo di calcolo dovuto all'operatore che effettua l'analisi. 33 7. RISULTATI 7.1 STRUMENTAZIONE 7.1.1 Confronto video-immagini In due posizionamenti sono state installate due fototrappole ravvicinate e in contemporanea per poter effettuare un confronto fra immagini e video. Attraverso i video è senz'altro più semplice il riconoscimento delle classi di età e di sesso e la comprensione degli spostamenti degli animali davanti ala fototrappola; questo permette di avere meno dubbi riguardo al conteggio del numero di individui presenti. Purtroppo la dimensione dei file generati, in relazione alla capienza ridotta delle memorie compatibili con le fototrappole, non ne ha permesso l'utilizzo: nel caso di P9 ad esempio la presenza assidua dei cinghiali ha innescato lo scatto del sensore con una frequenza tale da saturare la scheda in poco più di 24 ore rendendone quindi necessaria la sostituzione con una frequenza troppo elevata. 7.1.2 Il foraggiatore L'utilizzo del foraggiatore automatico si è rivelato molto efficace nel minimizzare il disturbo causato da un operatore che si fosse recato sul posto, ogni giorno, per spandere il mais manualmente; la sperimentazione inoltre era mirata a ridurre il numero degli operatori necessari alle operazioni e la frequenza dei controlli, e in questo senso il risultato è stato sicuramente ottenuto. L'installazione del foraggiatore d'altro canto richiede un notevole impegno iniziale e soprattutto limita in maniera significativa la scelta del punto in cui posizionare la strumentazione, come visto nel par. 4.1. L'installazione della sola fototrappola risulterebbe molto più agile e pratica; in assenza del foraggiatore infatti non sarebbe necessaria la scala per raggiungere i rami alti, il numero di attrezzi da portare sul sito sarebbe inferiore e non ci sarebbe necessità di trasportare 20 chilogrammi di foraggio; sarebbe quindi possibile monitorare anche zone più lontane dalle strade e più nascoste raggiungibili a piedi con poco sforzo. La mimetizzazione della strumentazione infine sarebbe sicuramente migliore, fornendo maggiore sicurezza contro le manomissioni e i furti. 34 Le impostazioni del foraggiatore automatico sono state variate nei diversi campionamenti per trovare una combinazione che fornisse abbastanza mais da attirare gli animali ma che non svuotasse troppo rapidamente il bidone (Tabella 5). Nell'ultimo campionamento è stato quindi impostato un unico evento di foraggiamento della durata di 7 secondi che garantisse la presenza di foraggio durante le ore notturne senza dover ricaricare il mais per il periodo del campionamento (circa 14 gg). Tabella 5. Impostazioni del foraggiatore nei tre campionamenti effettuati. Numero di attivazioni nelle 24 ore, durata dello spargimento, momento del giorno in cui avviene il foraggiamento. Nel secondo campionamento la durata è stata cambiata per alcuni foraggiatori dopo alcuni giorni di monitoraggio. Campionamento 1 Campionamento 2 Campionamento 3 numero di attivazioni 2 2 1 durata (sec) 10 10 / 6 7 momento del giorno notte + giorno notte + giorno notte Sono state utilizzate sia le batterie fornite in dotazione che quelle ricaricabili ma non è stato possibile verificarne l'effettiva durata perché nessuna di esse si è esaurita. 7.2 MONTAGGIO STRUMENTAZIONE La sperimentazione ha permesso di calibrare alcuni parametri relativi al montaggio della strumentazione in modo da evitare il più possibile perdita di dati (animali non fotografati) e facilitare il lavoro di analisi delle immagini. Alcuni parametri sono riassunti nella Tabella 6. Si veda par. 3.2 per ulteriori dettagli. Tabella 6. Misure ottimali dei parametri relativi al montaggio della strumentazione, in cm. Altezza dal suolo del foraggiatore Altezza dal suolo della fototrappola Distanza fra foraggiatore e fototrappola 100 - 130 20 - 50 300 - 450 Altezza del riferimento 45 Distanza fra fototrappola e riferimento 270 7.3 MANOMISSIONI In questo tipo di monitoraggio un dato rilevante che è possibile ricavare dalla sperimentazione per la valutazione della fattibilità del progetto è la percentuale di strumentazione che è stata rubata o manomessa durante il periodo di messa in opera. 35 La natura stessa del metodo, prevedendo l'installazione del materiale in aree aperte o comunque accessibili ed incustodite, comporta un certo rischio per la strumentazione. Dall'inizio del progetto l'insieme delle apparecchiature è stato "esposto" per un periodo equivalente all'esposizione di un'unica coppia fototrappola-foraggiatore per circa 230 giorni, e nonostante l'elevata visibilità del foraggiatore e la vicinanza con aree urbanizzate, si è verificato un unico caso di manomissione: il foraggiatore è stato asportato senza che venissero però notate le fototrappole. Fortunatamente è stato possibile recuperare lo strumento ancora funzionante. Due fototrappole sono state leggermente graffiate dai cinghiali stessi ma senza che ne venisse compromesso il funzionamento. 7.4 FREQUENTAZIONE DEI SITI Dato il carattere sperimentale del progetto è sembrato interessante estrapolare alcuni dati sulla frequentazione dei siti da parte del cinghiale. In molte occasioni inoltre, come prevedibile, il sensore è stato attivato da specie non target; il numero di immagini per specie è stato quindi registrato, permettendo di ricavare alcune informazioni interessanti sulla distribuzioni di alcune specie di interesse come l'istrice. A volte non è stato possibile identificare cosa avesse fatto scattare il sensore, e il dato è stato registrato come "indeterminato" o "ramo" (evidentemente mosso da un animale in passaggio rapido). I risultati sono riportati solo per i posizionamenti effettuati in contemporanea nei campionamenti 2 e 3; il campionamento 1 è stato infatti utilizzato solo per collaudare il materiale e per le prove iniziali. 7.4.1 Campionamento 2 Considerando le sole fototrappole impostate per effettuare immagini nel campionamento 2, effettuato nei mesi di febbraio e marzo, sono stati effettuati 4 posizionamenti contemporanei (Tabella 3). P7 e P12 sono stati considerati come un unico posizionamento per quanto riguarda i risultati perché di fatto la stessa attrezzatura è stata spostata di pochi metri dopo alcuni giorni di campionamento; si suppone quindi che gli animali presenti nel sito siano stati gli stessi. Nel caso del cinghiale i principali dati sulla frequentazione sono riassunti in Tabella 7. Considerando l'intero campionamento (ultime tre colonne), l'intervallo trascorso fra la messa in opera del foraggiatore (esca) e l'avvistamento dei cinghiali è stata in media di 36 9 giorni; sommando la durata degli avvistamenti registrati si nota come i cinghiali abbiano frequentato l'esca per tempi variabili tra 2 e 13 ore utilizzando il sito, rispetto alla disponibilità, per circa il 2% del tempo. Interessante è anche il periodo di frequentazione nell'arco delle 24 ore: gli animali sono infatti sempre comparsi dopo le 18.00 e non sono mai stati registrati dopo le 3.50 di notte, confermando le abitudini decisamente notturne della specie nella zona e nel periodo considerato. Tabella 7. Risultati sulla frequentazione delle fototrappole da parte del cinghiale nel Campionamento 2. Per ogni Posizionamento sono riportati: durata in giorni dall'installazione allo smontaggio; numero di foto scattate dalla fototrappola ai soli cinghiali; intervallo in giorni intercorso fra la messa in opera e il primo avvistamento di cinghiale; ore cumulative di stazionamento dei gruppi davanti alla fototrappola; frequentazione rispetto alla disponibilità (rapporto fra i tempi di stazionamento e la durata del posizionamento); primo e ultimo orario (rispetto alla fascia notturna) nei quali sono stati effettuati gli avvistamenti. Nelle ultime tre colonne sono riportati i valori medi, minimi e massimi dell'intero Campionamento. Posizionamento Campionamento 2 P7+P12 P8 * P10 * P11 Media Durata 20g 20g 19g 19g 20g - - Foto effettuate 103 671 428 704 476 - - Intervallo primo avvistamento 13g 5g 8g 11h 9g 11h 13g Ore di stazionamento 2.18 13.30 12.43 10.44 9.48 2.18 13.30 Frequentazione 0,48% 2,85% 2,81% 2,38% 2,13% 0,48% 2,85% - 18.02 3.50 18.42 - 20.15 - 18.49 - 18.02 3.18 3.26 1.21 3.50 *registrazione interrotta per esaurimento spazio sulla scheda Orari di presenza Minimo Massimo Durante il campionamento 2 sono stati fotografati anche animali diversi dal cinghiale: basandosi sul numero di immagini scattate, e non sul numero di individui, considerando che il mais non è un’esca attrattiva per molte di queste specie (ad esclusione dell’istrice) si può avere un'idea della presenza di queste specie nell'area oggetto di studio (Figura 24). E' stata rilevata la presenza di volpi e tassi, martore, fagiani, e in un unico posizionamento sono stati visti dei daini. 37 cane vuoto gatto cane + pecore daino pecore fagiano gatto volpe indeterminato martora ramo pecore ramo ratto tasso ratto uomo uccello uomo uomo + cane volpe uccello vuoto Figura 24. Frequentazione delle fototrappole nel Campionamento 2 da parte di altre specie diverse dal cinghiale. Le percentuali sono ricavate dal numero di immagini scattate e non dal numero di individui registrati. 7.4.2 Campionamento 3 Nel campionamento 3, effettuato nel mese di settembre, sono state impiegate 8 fototrappole in contemporanea, ciascuna dotata di foraggiatore (Tabella 4). I cinghiali hanno iniziato a frequentare il sito dopo pochi giorni dalla messa in opera (Tabella 8), probabilmente perché la disponibilità alimentare nel periodo scelto è bassa e gli animali si muovono di più alla ricerca di cibo. Anche la frequentazione dei siti è stata maggiore rispetto al campionamento effettuato a febbraio-marzo: i cinghiali infatti hanno utilizzato l'area per più ore, fino ad un massimo di 30 ore circa cumulative corrispondente a più dell'8% del tempo in cui il foraggio è rimasto disponibile. La ricerca del cibo in questi mesi sembra modificare le abitudini degli animali, rendendoli più attivi anche durante le ore di luce: i primi cinghiali sono stati infatti fotografati alle 15 mentre alcuni, dopo la notte, si sono trattenuti fino quasi a mezzogiorno confermando la bontà del periodo scelto per il monitoraggio. Tabella 8. (Parte 1). Risultati sulla frequentazione delle fototrappole da parte del cinghiale nel campionamento 3. Per ogni posizionamento sono riportati: durata in giorni dall'installazione allo smontaggio; numero di foto scattate dalla fototrappola ai soli cinghiali; intervallo in giorni intercorso fra la messa in opera e il primo avvistamento di cinghiale; ore cumulative di stazionamento dei gruppi davanti alla fototrappola; frequentazione rispetto alla disponibilità (rapporto fra i tempi di stazionamento e la durata del posizionamento); primo e ultimo orario 38 (rispetto alla fascia notturna) nei quali sono stati effettuati gli avvistamenti. Nelle ultime tre colonne sono riportati i valori medi, minimi e massimi dell'intero Campionamento. Posizionamento P14 P15 P16 P17 P18 P19 P20 P21 14g 14g 16g 15g 15g 15g 14g 14g Foto effettuate 25 698 594 405 425 986 125 0 Intervallo primo avvistamento 5g 3g 2g 14h 2g 4g 9h - Ore di stazionamento 0.25 12.01 11.27 8.49 6.48 30.35 8.00 0.00 Frequentazione 0,12% 3,54% 3,03% 2,46% 1,91% 8,58% 2,40% - Orari di presenza 3.50 4.15 15.03 - 19.46 7.45 7.15 17.12 11.50 19.01 6.37 20.13 6.58 - Durata 19.32 - 7.12 Tabella 8 (Segue) Campionamento 3 Media Minimo Massimo Durata 15g - - Foto effettuate 407 - - Intervallo primo avvistamento 2g 9h 4g Ore di stazionamento 11.09 0.25 30.35 Frequentazione 3,15%* 0,12% 8,58% - 15.03 11.50 Orari di presenza * P21 escluso dal calcolo Il terzo campionamento ha rivelato una consistente frequentazione dei siti da parte degli istrici, fra le specie non target fotografate, e dei fagiani, a conferma del fatto che per entrambe le specie il mais rappresenti un’esca. (Figura 25). 39 automezzo bovino fagiano vuoto cane fagiano gatto indeterminato istrice martora pecore tasso ratto tasso ratto istrice pecore uomo uomo + cane volpe vuoto Figura 25. Frequentazione delle fototrappole nel Campionamento 3 da parte di altre specie diverse dal cinghiale. Le percentuali sono ricavate dal numero di immagini scattate e non dal numero di individui registrati. 7.5 STIMA DELLE PRESENZE Come spiegato nel par. 6.2 dall'analisi delle immagini è possibili ricavare due valori relativi alla presenza del cinghiale in un singolo sito: (A) un valore oggettivo costituito dal numero più alto di individui visti contemporaneamente, che rappresenta un numero minimo di animali presenti, e (B) un valore ottenuto dalla somma di individui di più sezioni quando è possibile affermare che si tratti di individui diversi fra loro. Entrambi sono da considerare degli indici di presenza e non dei valori assoluti; sono quindi utilizzabili, come tutti gli indici, per effettuare dei confronti negli anni e avere indicazioni sul trend della popolazione, non sulla effettiva consistenza. 7.5.1 Campionamento 2 Nel secondo campionamento (Tabella 9) il metodo (B) della somma dei gruppi fornisce il 22,2% di individui in più rispetto al minimo numero di animali presenti (A). Questo è normale considerando che nel secondo caso vengono sommati individui che si ritiene siano differenti; si è cercato comunque di agire con un margine di sicurezza molto alto, ovvero nei casi dubbi si è preferito sottostimare piuttosto che sovrastimare il numero di animali presenti. 40 Tabella 9. Numero di individui per posizionamento nel campionamento 2 calcolati con i due metodi (A) minimo numero presente e (B) tramite interpretazione dei gruppi. Per ulteriori spiegazioni si veda il testo. (A) Numero di individui visto “contemporaneamente” (B) Somma dei gruppi P7 + P12 7 8 P8 3 6 P10 4 5 P11 7 8 TOT 21 27 Posizionamento 7.5.2 Campionamento 3 Nel terzo campionamento (Tabella 10) il metodo (B) fornisce il 28,6% di individui in più rispetto al minimo numero di animali presenti metodo (A). Tabella 10. Numero di individui per posizionamento nel campionamento 3 calcolati con i due metodi (A) minimo numero presente e (B) tramite interpretazione dei gruppi. Per ulteriori spiegazioni si veda il testo. (A) Numero di individui visto “contemporaneamente” (B) Somma dei gruppi P14 11 11 P15 10 21 P16 5 7 P17 7 11 P18 7 10 P19 2 2 P20 8 8 P21 0 0 TOT 50 70 Posizionamento 7.6 DISTRIBUZIONE DELLE SPECIE 7.6.1 Cinghiale La visualizzazione su carta del numero massimo di individui visti contemporaneamente nei siti utilizzati (Figura 26) permette di ottenere alcune indicazioni sulla distribuzione della specie: i cinghiali sembrano essere presenti in modo piuttosto uniforme sull'intera 41 area di studio, anche se un maggiore numero di punti monitorati sarà necessario per avere indicazioni più precise. Dal punto di vista temporale, considerando i siti che sono stati utilizzati in più Campionamenti, è possibile notare che in alcuni casi il numero massimo è rimasto simile (7→8, 4→3) mentre in altri è variato considerevolmente (4→0); il ridotto numero di posizionamenti utilizzati in questo studio pilota non permette di trarre delle conclusioni da questi dati ma le potenzialità del metodo potrebbero essere di aiuto per individuare le zone maggiormente utilizzate dalla specie a seconda del periodo dell'anno e quindi delle colture presenti. Campionamento 1 (ottobre 2010) Campionamento 2 (febbraio-marzo 2010) Campionamento 3 (settembre 2011) Figura 26. Distribuzioni dei cinghiali nei campionamenti 1, 2 e 3 nella Riserva Naturale di Decima Malafede (linea arancione). I numeri in azzurro rappresentano il massimo numero di individui visto contemporaneamente nel campionamento 1; i numeri in verde si riferiscono al campionamento 2 e quelli in nero al campionamento 3. I circoli gialli rappresentano i buffer considerati come l'areale di spostamento della specie. 7.6.2 Istrice L’istrice, soprattutto nel periodo estivo, ha frequentato molto i siti di foraggiamento, a volte anche contemporaneamente ai cinghiali (Figura 28). Anche per questa specie è stato calcolato il numero massimi di individui visti per sezione e ne è stata rappresentata la distribuzione (Figura 27); considerando insieme il campionamento 2 e 42 il campionamento 3 essa è stata fotografata in 7 posizionamenti su 10 distribuiti in tutta l'area, confermando una presenza piuttosto diffusa. Figura 27. Distribuzione degli istrici nei campionamenti 2 e 3 nella Riserva Naturale di Decima Malafede (linea arancione). I numeri accanto ai punti verdi indicano il numero massimo di individui visti contemporaneamente. I punti rossi rappresentano posizionamenti in cui non sono stati osservati istrici. I circoli gialli rappresentano i buffer considerati come l'areale di spostamento del cinghiale. A B Figura 28. Immagini che testimoniano la contemporanea presenza dell'istrice e del cinghiale sui siti di foraggiamento. (A) cinghiale adulto con istrice; (B) due istrici condividono il sito con uno striato. 43 7.7 RAPPORTO PICCOLI PER ADULTI Tramite l'analisi delle immagini e il riconoscimento delle classi di età e sesso degli individui è possibile calcolare alcuni valori di particolare importanza per la comprensione delle dinamiche della popolazione in esame; uno di questi è senza dubbio il rapporto piccoli per adulti (considerati come tutti gli individui di età maggiore di 12 mesi), che fornisce indicazioni sullo stato della popolazione e sulla sua crescita negli anni a venire. A titolo esemplificativo è stato quindi calcolato il suddetto rapporto per il solo campionamento 3 effettuato nel mese di settembre: per l'attendibilità del calcolo è infatti indispensabile poter distinguere con sicurezza i nati dell'anno dagli adulti, operazione relativamente semplice solo nei primi mesi di vita degli individui. In Tabella 11 è riportato il numero minimo di adulti e di piccoli visti per ognuno dei posizionamenti. Tabella 11. Numero minimo di adulti e di piccoli visti per ogni posizionamento nel campionamento 3. Posizionamento Numero di adulti Numero di piccoli P14 5 6 P15 8 13 P16 1 6 P17 4 7 P18 3 6 P19 2 0 P20 2 6 P21 0 0 TOT 25 44 Dal rapporto fra i totali dei due valori si ottiene un rapporto di piccoli per adulti di 1,76. 7.8 CONSISTENZA MINIMA A partire dal numero minimo di animali presenti ricavato dalla analisi delle immagini del campionamento 3 (50 individui con il metodo A) è possibile, in linea di principio, ricavare la densità degli animali nella sola area dei buffer utilizzati (1232 ettari). (Tabella 12). E' necessario tuttavia tenere presente che non tutti gli individui che insistono sul sito vengono avvistati: l'osservabilità è un parametro non calcolabile con il metodo utilizzato e non è quindi possibile correggere i numeri effettivamente contati per giungere a una 44 stima della reale densità. E’ probabile inoltre che nella nostra situazione, a differenza di altri contesti dove esistono siti di foraggiamento noti alla popolazione ormai da anni, la percentuale di individui contattati sia molto bassa. Pur considerando questi limiti è comunque possibile estrapolare la densità calcolata nei buffers all'intera area della Riserva Naturale (6080 ettari), ricavando quindi un indicazione del numero minimo di individui presenti nella Riserva Naturale di Decima Malafede (Tabella 12). Tabella 12. Densità nell'area dei buffer considerati (1232 ettari) e consistenza minima indicativa nell'intera Riserva Naturale (escluse aree abitate). Densità nei buffer Consistenza nell'intera Riserva utilizzati Naturale Decima Malafede ~0,04 individui/ha ~ 246 individui Se però già nella pratica comune questi passaggi vengono effettuati con molta cautela, per i motivi sopra esposti, il piccolo numero dei posizionamenti utilizzati e in generale le caratteristiche sperimentali del progetto ne rafforzano il carattere puramente indicativo. 8. INCONTRI CON IL PERSONALE Durante il progetto sono stati organizzati, in collaborazione con la dott.ssa Paola Aragno, tre incontri con il personale della Riserva Naturale Decima Malafede (12 aprile 2011, 07 settembre 2011 e 24 gennaio 2012) con lo scopo non solo di condividere il metodo di lavoro e le finalità del progetto, ma anche di trarre profitto dalle conoscenze dei Guardiaparco sul territorio e sulle realtà e problematiche presenti. Durante gli incontri sono state mostrate delle presentazioni (MS PowerPoint) che illustravano il lavoro portato avanti fino a quel momento e quello da effettuare nell'immediato futuro, aprendo quindi fruttuose discussioni su vari aspetti delle attività. 9. CONCLUSIONI Dalla sperimentazione effettuata appare evidente che attraverso il metodo del fototrappolaggio su siti di foraggiamento è possibile ottenere utili informazioni per la conoscenza e per l'eventuale gestione della popolazione di cinghiale della Riserva 45 Naturale Decima Malafede, in linea con la normativa nazionale e regionale riguardante le aree protette e con le indicazioni fornite dall’ISPRA, Ente di riferimento in materia di gestione della fauna; è stato possibile infatti, pur con tutti i limiti di un progetto sperimentale, confermare la presenza del cinghiale in buona parte dell’area e ottenere preliminari informazioni sulla popolazione e porre le basi per l’avvio di un sistema di monitoraggio ripetibile negli anni. Il metodo a nostro avviso presenta grandi potenzialità. Ha infatti rivelato una notevole efficacia nel monitorare il cinghiale in habitat con poca visibilità come la macchia mediterranea, considerando soprattutto le abitudini prevalentemente notturne della specie e la elevata antropizzazione dell' area di studio. I valori proposti per l’individuazione del numero minimo di individui presenti sono sicuramente utilizzabili come indici che, ripetuti nel tempo, rendono possibile monitorare l’evoluzione della popolazione e la sua tendenza. L'utilizzo dell'indice è ovviamente legato alla ripetizione del metodo su base annuale e ad un'attenta standardizzazione delle procedure affinché questo rispetti i principi di correttezza e rigore che devono essere garantiti in un progetto di monitoraggio (Monaco et al. 2010). L'associazione dei valori ottenuti di anno in anno con l'entità dei danni riscontrati potrà servire come ulteriore elemento di valutazione per le azioni da intraprendere a fini gestionali. Nell'intento di avvicinarsi quanto più possibile ad una rappresentazione realistica della presenza del cinghiale, è altamente raccomandata l'estensione delle aree monitorate all'interno della Riserva Naturale. La problematica delle manomissioni o dei furti della strumentazione, legata a questo tipo di monitoraggio, non si è rivelata particolarmente gravosa nella Riserva Naturale di Decima-Malafede; nonostante la "perdita" di strumentazione sia comunque da tenere in conto, in quanto altamente dipendente dalle caratteristiche di ciascun sito. Tramite la sperimentazione sono stati evidenziati i punti deboli o migliorabili del metodo ponendo quindi le basi per una sua futura applicazione. Uno di questi si è rivelato essere la difficoltà di installazione del foraggiatore e il fatto che la sua presenza rende il sito più visibile e più vulnerabile ad azioni di sabotaggio; è quindi opportuno valutare la possibilità di soluzioni alternative come la distribuzione manuale del mais. Alcuni inconvenienti sono sorti a causa della ridotta capienza delle schede di memoria compatibili con il modello di fototrappola utilizzata (massimo 2 Gbyte), ma l'acquisto di strumentazione più recente potrà ovviare al problema. 46 Un aspetto critico resta la difficoltà di interpretazione delle immagini nel riconoscimento dell’individuo e l’attribuzione delle classi d’età; questo fattore può influire sia sulla stima del numero minimo di individui presenti che sulla struttura della popolazione. Il primo aspetto è controllabile applicando il metodo più cautelativo (capitolo 6.2, valore denominato A) e prevedendo di affidare l’interpretazione delle immagini ad un unico operatore che avrà quindi maggiori possibilità di individuare e riconoscere gli individui che frequentano un sito. Anche per quanto riguarda il secondo aspetto, l’attribuzione delle età e quindi i rapporti fra classi, sarà consigliabile applicare un metodo cautelativo tramite l'accorpamento delle classi di età e ritenere sufficiente il calcolo del rapporto tra piccoli dell’anno e classi successive per ottenere informazioni sul potenziale di accrescimento della popolazione. A tal fine sarà opportuno realizzare i campionamenti in stagioni in cui la distinzione tra le due "classi" è ancora poco equivocabile (tarda estate). RINGRAZIAMENTI Si ringraziano: - il dott. Luca Marini, responsabile del Progetto e la dott.ssa Paola Pierucci, Responsabile del Procedimento e coordinatrice del Progetto, che ha fortemente voluto e supportato questo progetto in tutte le sue fasi contribuendo attivamente alla sua buona riuscita; - i Guardiaparco della Riserva Naturale di Decima Malafede - Alessia Baldi, Luca Mangoni, Silvia Risuleo, Nicoletta Dominicis, Raffaella Milani e Valentina Pizzamiglio e Alessio Mariucci e Tito Giorgio dell'Ufficio Settore Naturalistico e Sviluppo Sostenibile. Ognuno di loro ha collaborato alle uscite di campo e alla parte logistica con professionalità e simpatia; - Edmondo De Amicis, Fabio della Biofattoria, Sergio Cinili, Valerio e Massimo Delfini, Massimiliano Terzo e l'ing. Andrea Bianchi per la disponibilità dimostrataci e la collaborazione; - il dott. Andrea Monaco (Agenzia Regionale Parchi) per i consigli sull’applicazione del metodo. E infine un grazie enorme alla mia amica e collega Paola Aragno, compagna di faticate e di molte merende, senza la quale non avrei avuto l'opportunità di cimentarmi con questo progetto né di portarlo a termine. Grazie. 47 BIBLIOGRAFIA Boitani L., Mattei L. Morini P., and Zagarese B. (1995). Space use by pen-raised wild boars (Sus scrofa) released in Tuscany (Central Italy) – I: Daily movement patterns. IBEX Journal of Mountain Ecology 3 108-111. Janeau G., Cargnelutti B., Cousse S., Hewison M. and Spitz F. (1995) Daily Movement Pattern Variations in Wild Boar (Sus scrofa L.). IBEX Journal of Mountain Ecology 3 98-101 Leaper R., Massei G., Gorman L. and R. Aspinall (1999). The feasibility of reintroducing Wild boar (Sus scrofa) to Scotland. Mammal Rev. Volume 29, N° 4, 239259. Monaco A., B. Franzetti, L. Pedrotti e S. Toso. (2003). Linee guida per la gestione del Cinghiale. Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 116 pagine. Monaco A., Carnevali L., Toso S., 2010. Linee guida per la gestione del Cinghiale (Sus scrofa) nelle aree protette. ISPRA, Quaderni di Conservazione della Natura Leggi citate: LEGGE 6 dicembre 1991, n. 394 - Legge quadro sulle aree protette (GU n.292 del 1312-1991 - Suppl. Ordinario n. 83 ). LEGGE REGIONALE N. 29 DEL 6-10-1997 REGIONE LAZIO - Norme in materia di aree naturali protette regionali. 48 ALLEGATI 1. BASE DATI FOTOTRAPPOLAGGIO_RN.mdb Database relazionale in formato MS Access compilato con i dati relativi ai campionamenti effettuati. 2. CARTELLO DISSUASIVO Cartello_dissuasivo.pdf 49 INDICE Premessa 2 1. Il monitoraggio 3 1.1 Conteggio su siti di foraggiamento 4 1.2 Fototrappolaggio su siti di foraggiamento 5 1.3 Scelta del campionamento 6 2. Materiali e Strumentazione 8 2.1 La fototrappola 8 2.2 Il foraggiatore 11 2.3 Il foraggio 12 2.4 Materiale per il montaggio 13 3. Operazioni preliminari 13 3.1 Collaudo della strumentazione 13 3.2 Studio dei metodi di montaggio 14 4. Installazione della strumentazione 17 4.1 Identificazione dei siti di posizionamento 17 4.2 Installazione sul campo 20 4.3 I controlli 22 5. I campionamenti 23 5.1 Terminologia utilizzata 23 5.2 Campionamento 1 24 5.3 Campionamento 2 26 5.4 Campionamento 3 28 6. Le immagini 30 6.1 Archiviazione dei dati 30 6.2 Analisi delle immagini 31 7. Risultati 34 7.1 Strumentazione 34 7.1.1 Confronto video-immagini 34 7.1.2 Il foraggiatore 34 7.2 Montaggio strumentazione 35 7.3 Manomissioni 35 7.4 Frequentazione dei siti 36 7.4.1 Campionamento 2 36 50 7.4.2 Campionamento 3 38 7.5 Stima delle presenze 40 7.5.1 Campionamento 2 40 7.5.2 Campionamento 3 41 7.6 Distribuzione delle specie 41 7.6.1 cinghiale 41 7.6.2 Istrice 42 7.7 Rapporto piccoli per adulti 44 7.8 Consistenza minima 44 8. Incontri con il personale 45 9. Conclusioni 45 Ringraziamenti 47 Bibliografia 48 Allegati 49 1. Base dati 49 2. Cartello dissuasivo 49 Indice 50 51